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Autore: Tifawow    20/07/2010    1 recensioni
"Il Sole non c'era più. Il Sole era morto, distrutto, ucciso dalle sue stesse mani. I suoi raggi rifuggivano dall'omicida, schernendolo da lontano, dalle luminose finestre che rispecchiavano il giorno appena sorto, il giorno che festeggiava il suo trionfo ma che aveva il sapore dolce amaro del sangue appena versato. Presto i Cavalieri si sarebbero svegliati, destati dai loro sonni ristoratori, o congedati dai propri compiti notturni...e presto sarebbero giunti a festeggiare, a urlare di giubilo per lui, Arles, nuovo Grande Sacerdote che prendeva possesso della Tredicesima Casa, e dando inconsapevolmente, nel silenzio dei lori cuori, l'estremo addio a Saga, il Cavaliere che era stato."
Il conflitto di un uomo che ha perso tutto...la gloria di un pazzo che ha distrutto se stesso. I pensieri di Saga dopo la Notte degli Inganni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maschere


Camminava sicuro il Gran Sacerdote, avvolto nel suo manto regale tessuto con la seta più fine, dai ricchi ricami dorati, dalla finitura sontuosa ed elegante, pregno del suo mistico e assoluto potere...degno della carica che era sua, che gli apparteneva, ora e per sempre.
Camminava solo lungo il corridoio della Tredicesima Casa Saga, solo come sempre sarebbe stato da quel momento in poi, con la sua follia, il suo dolore muto che non trovava pace, il suo orgoglio beffardo che di lui stesso rideva.
I passi risuonavano sordi nella sala, nel silenzio dei suoi respiri, tra le urla dell'anima di Saga che sotto la maschera di Arles veniva soffocata, inesorabilmente ad ogni secondo che passava, sempre più ad ogni attimo che il Demone passava vigile e sveglio.
Sempre più vicino, passo dopo passo, al trono che aveva tanto bramato, al trono dove ora agognava di sedersi, che da sotto il Ferro e la Seta nel quale era avvolto sembrava così bello, così potente, così vicino da essere ormai solo questioni di secondi il poter finalmente appropriarsene.
Maschera.
Pesante come il piombo.
Ma più desiderata della pioggia d'estate.
Maschera che assicurava il suo potere, potere che più nessuno si sarebbe azzardato a togliergli, potere che con il sangue e l'omicidio aveva reso suo per tutti gli anni avvenire.
Maschera che gli impediva di essere toccato dal Sole, dalla luce che un tempo aveva tanto amato, che lo isolava da tutto e tutti.

Perché?
Il Sole...dov'è il Sole?

Morto.
L'hai ucciso.

Il Sole non c'era più.
Il Sole era morto, distrutto, ucciso dalle sue stesse mani.
I suoi raggi rifuggivano dall'omicida, schernendolo da lontano, dalle luminose finestre che rispecchiavano il giorno appena sorto, il giorno che festeggiava il suo trionfo ma che aveva il sapore dolce amaro del sangue appena versato.
Presto i Cavalieri si sarebbero svegliati, destati dai loro sonni ristoratori, o congedati dai propri compiti notturni...e presto sarebbero giunti a festeggiare, a urlare di giubilo per lui, Arles, nuovo Grande Sacerdote che prendeva possesso della Tredicesima Casa, e dando inconsapevolmente, nel silenzio dei lori cuori, l'estremo addio a Saga, il Cavaliere che era stato.
A confermare il suo potere.
A piangere il suo eterno esilio.
Tutti i Cavalieri, tranne colui che era il più importante.

Perché?
Aiolos...dov'è Aiolos?

Morto.
L'hai ucciso.

Aiolos non c'era più.
Aiolos era morto, distrutto, ucciso dalle sue mani.
Aiolos, che era stato il Sole almeno quanto lui era stato la Luna, che risplendeva nella sua raggiante beltà e nella sua dolcezza mentre insegnava ai giovani Cavalieri che presto avrebbero occupato le Dodici Case assieme a loro, il cui sorriso così sincero e pieno di fede aveva saputo far vacillare anche la distante e fredda scorza di Gemini, aveva saputo farlo sorridere per la prima volta dopo tanto tempo.
Aveva saputo farlo innamorare.
Si fermò Arles in mezzo al corridoio, allungando la mano guantata verso la colonna alla sua destra, carezzandola come se fosse viva, come se fosse importante...perché era importante, era tutto ciò che gli era rimasto.
Freddo e duro marmo.
Il Grande Tempio.
Il Potere nel nome del quale aveva distrutto chi più amava.

Menti.
Devi mentire.

Io non mento.
Lo sai. C'eri.

Ricordava, Saga.
Ricordava quella notte ancora troppa vicina, la notte che aveva smesso di esistere per davvero, la notte in cui gli Inganni che aveva intessuto gli si erano infine rivoltati contro, la notte in cui il Demone aveva finalmente vinto, strappandogli le ultime vestigia della sua umanità.
Ricordava la mano tremante che stringeva il pugnale, che esitante calava quell'arma sulla piccola Athena indifesa che dormiva nella culla. Ricordava la mano di Aiolos, più che mai decisa nel fermare quel gesto insulso, e i suoi occhi, colmi di angoscia e di delusione quando aveva incontrato i suoi, dopo che la Maschera era finalmente caduta. Ricordava che avrebbe voluto piangere, implorare il suo perdono, chiedergli di non odiarlo, ma di amarlo ancora, di redimere in qualche modo quel suo folle gesto con un bacio, con un abbraccio, anche solo con una parola.
Ricordava, Arles.
Ricordava quella notte vittoriosa, la notte da cui tutto era veramente cominciato, la notte che si era liberato di quel peso che lo opprimeva, che lo soffocava nei suoi intenti, la notte che finalmente i suoi Inganni avevano vinto.
Ricordava la brama di sangue che lo pervadeva mentre il suo pugnale ricercava le teneri carne della piccola Athena, l'odore intenso del sangue di Aiolos ferito nel tentare di fermare la sua mano, i suoi occhi spaventati quando aveva visto, quando aveva capito, che il volto di colui che si nascondeva sotto la Maschera, era il volto da lui più amato. Ricordava di aver riso vittorioso, e le sue parole di condanna quando Aiolos era fuggito con la bambina e le Sacre Vestigia del Sagittario.
Ricordavano l'Angelo e il Demone.
Riprese a camminare Arles, lentamente, riportando gli occhi schermati dalla Maschera che mai più avrebbe tolto verso il trono, oggetto del suo desiderio, che ammaliante lo attirava come una calamita.
Non vi era paura, non vi era esitazione.
Era soffocata.

Lo amavo.
Non volevo ucciderlo...
Lo amavi.
Per questo dovevo ucciderlo...

Cos'era più terribile?
Il non saper se odiare o amare?
O il non voler uccidere pur desiderandolo incommensurabilmente?

Uccidere chi ami.
Vedere il Potere e non prenderlo.

Era necessario per ottenere quello che voleva.
Era Aiolos il grande ostacolo.
Perché Aiolos era stato scelto al posto suo, per il suo cuore puro e incontaminato, per le sue molteplici abilità, per la sua fede incrollabile, per il suo valore e la sua forza d'animo, per le sensazioni che suscitava in chi gli stava accanto...perché tutti, nessuno escluso, avevano amato Aiolos, almeno un pochino.
Per tutto quello che in lui aveva sempre amato.
Per tutto quello che in lui aveva sempre odiato.
E continuava a camminare.
Verso l'unico obiettivo che ormai pareva avere un senso, ascoltando i suoi passi solitari nel silenzio della Stanza, ascoltando le voci ovattate che provenivano al di fuori del tempio...mancava poco, molto poco prima di poter toccare, stringere, godere dell'amato trofeo.

Mi hai tolto tutto...
Ti ho dato tutto...

Non consolavano i ricordi.
Ricordi di una fanciullezza passata insieme, tra risa e allenamenti, di un 'adolescenza che li aveva visti prima amici per la pelle, e poi innamorati per la vita, di un futuro insieme da adulti che si presentava radioso, nell'amore che tra loro incorreva, e nell'incrollabile fede in Athena che guidava le loro azioni.
Ricordi di Saga e Aiolos.
Di una mano tesa in una notte di primavera, dalla finestra che dava sul giardino della Casa di Gemini, di un ragazzo castano che non faceva altro che sorridergli, di una voce piena di passione che nella notte sussurrava “Oh Saga, io sono qui perché ti amo...e tu sai perché sei lì?” e dell'altra che rispondeva “Sono qui perché non mi hai ancora dato il tempo di scendere...aspettami”.
Aveva aspettato Aiolos.
Ma per poco.
Perché nemmeno a Saga piaceva essere dov'era senza di lui...perché anche Saga era bruciato dagli stessi sentimenti...perché Saga voleva disperatamente appartenergli.
E gli era appartenuto.
Si erano appartenuti.
In una notte di primavera, a testimonio le stelle e la luna, avevano consumato quel dolce amore che fino allora li aveva semplicemente cullati, ma che ora sbocciava, promettendo essere forte e intenso, perfetto e colorato come i petali di una rosa.
Erano inutili i ricordi.
Ricordi di tempo perso a giocare a fare i grandi amici e cavalieri, momenti di stupido sentimentalismo che non poteva permettersi, crescente di inutili speranze che non facevano altro che alimentare la sua metà sciocca.
Ricordi che Arles detestava.
Di un ragazzo che aveva minato alla sua forza, di un paio d'occhi scuri che lo avevano osservato troppo a lungo, di labbra che lo avevano contaminato di un sentimento che con il sangue aveva estirpato dal proprio cuore, di mani che avevano saputo accenderlo di passione proibita, di un corpo che lo aveva sottomesso alla propria volontà.
Di una notte in cui aveva capito, che niente a mondo sarebbe mai stato abbastanza forte per sopprimere Arles.

Era perfetto...
Era sciocco...
 
“Per sempre Aiolos?”
“Anche dopo i cancelli dell'eternità Saga...”
Era così che doveva essere...come in quelle parole che due giovani innamorati si scambiavano fugacemente, attenti a non essere visti, devoti nel proteggere quel bocciolo del loro amore che fioriva sempre più nei loro cuori.
Ma il Demone era arrivato.
Il Demone c'era sempre stato.
Il Demone si era infilato nella sua mente come un ago sottile, così piano da non essere notato, eppure così doloroso da essere tangibile...prima solo una voce lontana, poi un grido inumano che si era preso tutto, dall'amore alla ragione, dal corpo alla mente.
Perché così non doveva essere.
Perché i loro “Per sempre” erano stupidi, insulsi ed infantili.
Perché solo il potere e la gloria erano per sempre.

La tua Voce...sussurrava cose.
Non volevo ascoltarla...non dovevo ascoltarla...
La mia Voce Urlava.
Non avevi scelta...volevi ascoltarla...

Per cosa aveva ucciso?
Per cosa aveva sacrificato tutto?
Non riusciva a ricordarlo Saga...sapeva solo che Arles continuava a camminare, impettito e fiero, godendo di ogni suo singolo rimpianto, di ogni sua singola lacrima, ridendo di quei sciocchi sentimenti che mai lo avevano abbandonato.
Sapeva perfettamente il perché, Arles.
Perché il suo nome fosse inciso nelle stesse come il Datore dell'Ordine Universale, perché egli fosse ricordato, perché la sua gloria e la sua forza non si spegnessero nel corso dei secoli...perché sono nel sangue e nella solitudine, un uomo poteva alzarsi sopra tutti gli altri, diventando al pari di un Dio.

Finirà mai tutto questo, Aiolos?
No.
Aiolos non c'è più.
Ci sono solo io.


Si fermò ora il Grande Sacerdote, di fronte al trono che finalmente aveva raggiunto, fuori il Sole, lontano da lui splendeva, e si preparava ad annunciare la sua ascesa al potere, al Seggio che con il sangue aveva ottenuto senza che nessuno sapesse...lontano dall'assassino, lontano dal Demone, lontano da chi nella notte era rimasto vittima, era stato carnefice.
Presto tutti sarebbero venuti.
Venuti ad adorarlo come il Dio che avevano visto in lui, come il Dio che sarebbe stato.
Lontano da tutti, Saga sarebbe morto.
Lontano da tutti, Arles sarebbe vissuto.
Niente più ormai lo ostacolava, se non il pallido riflesso di Colui che un tempo era stato che ormai lo fissava solo dallo specchio, ma anche lui presto sarebbe stato annientato...l'Angelo avrebbe ceduto, e il Demone avrebbe vinto di nuovo.
Come sempre.
Come la Notte degli Inganni appena consumata.
E con tronfio, orgoglioso, agognante fare, il nuovo Grande Sacerdote diede le spalle al trono, diede le spalle ad Athena, lasciandovisi sedere sopra, lentamente, sorridente e disperato sotto il Ferro e la Seta che lo adornavano, che lo massacravano.
Lui, per sempre incoronato.
Lui, per sempre solo.
Arles ghignava al di sotto della Maschera.
Saga urlava.

Perché?
Perché Arles?
Perché no, Saga?

*Fine*


Ehm ehm...salve a tutti^^
E rieccomi qui, a proporre una delle mie terribili storie in questa sezione meravigliosa *__* sarà che in questo periodo sono decisamente presa da Saint Seiya, però non ho potuto resistere alla tentazione di scrivere qualcosina sulla mia seconda coppia preferita (Milo/Camus sempre over the top U_U).
Ho tentato di riprodurre il conflitto interiore di Saga dopo la Notte degli Inganni...spero di essere riuscita a renderli bene e di essere stata all'altezza degli altri magnifici autori di questa sezione *-*
Bhe, che dire, un bacio a tutti coloro che sono passati per di qua, sperando che vi sia piaciuta almeno un pochino...e alla prossima!
Non vi liberete di me facilmente :P

Tifa.
   
 
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