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Autore: Ranessa    22/09/2005    8 recensioni
Ogni cosa in lei era veleno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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[ Veleno - Eat Me Alive ]


E' veleno.
Ogni cosa in lei è veleno.
Anche mentre la osservo così, distesa tra le lenzuola immacolate del nostro letto, con le braccia saldamente strette intorno al cuscino e le labbra lievemente imbronciate, come fosse una bambina. Anche così è veleno, con i capelli sciolti a creare un'aureola nera intorno al volto pallido dai lineamenti affilati e le unghie dipinte di viola, lo smalto rovinato. Il mascara che quasi raggiunge le guance e la matita nera pesante sotto agli occhi chiusi. Anche così, per me che la guardo rapito, disteso al suo fianco.
Tu sei veleno, Bellatrix le ho detto una volta e tu hai riso, non è così? Scoprendo i denti bianchi e dandomi dello sciocco. Abbiamo fatto l'amore e come sempre, quando poi mi hai dato le spalle e ti sei addormentata, mi sono sentito vuoto. La mia anima risucchiata dal veleno, dalle tue labbra carnose.
Mi volto lentamente tra la coperte, attento a non svegliarla, mi siedo sul bordo per indossare la vestaglia e alzarmi. Prendo le sigarette dal comodino e vado alla finestra, chiusa. È sempre così, vero Bellatrix? La apro, mi siedo sul davanzale, incurante della morsa gelida del vento invernale che si insinua nella nostra stanza e fumo, dando vita alla sigaretta con il mio accendino d'argento. Tu lo hai mai fatto per me, Bellatrix? Ti sei mai svegliata nel cuore della notte, unicamente per guardar dormire me? Di certo, se lo hai fatto, non me ne sono mai accorto, mai ti ho sorpresa ad osservarmi, tenermi dolcemente nei tuoi occhi.
E come si muove tra le lenzuola, come il suo trucco nero e sfatto va a macchiare irrimediabilmente il cuscino candido. Veleno. I suoi tenui sussurri, quando i sogni la catturano.
Io non sogno mai, dici. E non posso che crederti Bellatrix. Ti credo sempre.
Il vento è particolarmente insidioso questa notte, la mia sigaretta lotta per sopravvivere, qualche lieve spruzzata di neve riesce ad entrare dalla finestra. Un piccolo fiocco raggiunge le braci ormai spente nel camino, bianco, la sua purezza ora contaminata dal grigio scuro della cenere. Veleno.
Pensi mai alla morte, Bellatrix?
Ridi.
Noi non moriremo mai, Rodolphus.
E ti siedi a cavalcioni sulle mie gambe.
E di nuovo mi bevi l'anima.

Aspiro il fumo lentamente, in profondità, lo sento avvelenarmi i polmoni e poi lo soffio via, osservandolo a fatica nell'oscurità della stanza, alzarsi in eleganti spirali fin quasi al soffitto e svanire. Ricadere giù.
Dorme come un felino, con i muscoli tesi pronti a scattare. Anche tu dormi sempre così, ha commentato Rabastan la prima volta in cui gli ho parlato di quanto eri bella in questi momenti, quando la tua furia si assopisce insieme al corpo. Quando ti ho chiesto se fosse vero non hai risposto, mi hai guardato a lungo e poi hai detto Hai gli occhi neri, Rodolphus. Da quando hai gli occhi neri? Non lo sapevo. Forse era stato il veleno...
Spengo la sigaretta sul davanzale e d'istinto la getto fuori dalla finestra prima di ricordarmi del camino a pochi passi da me. Incrocio le braccia sul petto. Attenderò l'alba così, domandandomi se la creatura selvatica che giace nel mio letto mi appartenga come l'accendino d'argento e il tappeto consumato, i quadri grigi e i vestiti sparsi sul pavimento.
Ti volti ancora, il lenzuolo che scivola a scoprirti la schiena e mi vedi, gli occhi ancora socchiusi. Gli occhi di un gatto.
"Rodolphus..." allunghi un braccio nell'aria fredda.
Osservo affascinato lo smalto rovinato sulle tue unghie prima di rispondere al tuo invito e tornare a sdraiarmi accanto a te. Mi baci le spalle, i graffi che vi hai lasciato.
Tu sei veleno, Bellatrix.
Veleno che penetra la mia carne, veleno che penetra il mio petto, che soffoca la mia anima.
Mi circondi la vita con le braccia, attirandomi sopra di te.
Tu mi stai uccidendo Bellatrix, con un'esasperante e insana lentezza.
Porti le tue labbra a mordere dolorosamente le mie, affondi le mani tra i miei capelli.
Tu bevi la mia anima Bellatrix, e la trasformi in veleno.
"Ti amo..."
So che non risponderai.

Era veleno.
Ogni cosa in lei era veleno.
Una morsa gelida e penetrante intorno al cuore. Un cuore colmo di veleno. Era la pericolosa bellezza della notte, era un richiamo nell'oscurità.
Baciarla era bere la sua vita.
Bere la sua anima.
Bere il veleno.
Si nutriva di sofferenza.
Regina Nera.
Era un vortice di sofferenza, fare l'amore con lei.
Era una lotta, eterno perdente.
Era essere trascinati giù dal veleno.
Era essere trascinati giù dal nero.
Stella guerriera.
Ogni cosa in lei era atrocità. Ogni cosa che non gli sarebbe mai appartenuta. Un rosa nera. Un giardino abbandonato.
Era disumana consapevolezza, svegliarsi accanto al veleno e sapere che non era tuo. Era la Regina Nera che ti scorreva nelle vene, l'aria che ti scorreva nei polmoni.
Era adorazione.
Paura.
Ogni cosa nell'aria densa, il sentore della caccia.
Fare l'amore con lei era dare la propria vita.
Dare la propria anima.
Annegare nel veleno.
Camminando su un filo sottile, aggrappandosi a pensieri morti.
Era l'incedere della Regina Nera nel proprio petto.
Morire dissanguato e risorgere.
Morire nei propri sogni.
Era strisciante venerazione, sorrisi amari e folli risate. Sapere di essere irrimediabilmente suo, avvelenato, e di non stringere nulla tra le mani.
Veleno.
Era veleno.
Ogni cosa in lei era veleno.

   
 
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