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Autore: NonnaPapera    21/07/2010    6 recensioni
Prima o poi tutti i segreti vengono svelati, e per Sanji è venuto il momento di fare i conti con il suo passato
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante al contest: Bando solo yaoi e yuri, il luogo e la citazione (5° classificata)

Partecipante al contest Six Month (parole chiave Bosco sole)

 

 

 

 

Lo specchio dell’anima

 

 

Il sole picchiava a picco sulla sabbia che ormai era arroventata.

Il mare continuava la sua perpetua avanzata e ritirata dal bagnasciuga rinfrescando un poco i piedi del cuoco.

La camminata lenta, le mani nelle tasche e i pantaloni arrotolati a mezza gamba, Sanji passeggiava lentamente tra i riflussi delle onde con la sua fidata sigaretta in bocca.

L’astro luminoso e caldo era ormai quasi allo zenit, ma il cuoco aveva già da tempo finito di preparare un ottimo pranzetto freddo per tutti i membri della ciurma.

Lo sguardo perso verso l’orizzonte, immerso in chissà quali pensieri, assaporava quei brevi momenti di pace, prima che tutti gli altri ritornassero alla Sunny affamati.

Si era ormai allontanato parecchio, favorito dalla leggera brezza di terra che rinfrescava la sua passeggiata solitaria e non gli faceva percepire il caldo afoso di quella tarda mattinata.

Tutto intorno era pace.

Senza i compagni a starnazzare e a rincorrersi quella spiaggia pareva un vero e proprio paradiso.

Un ultimo tiro alla cicca ormai quasi consumata, il biondo si stava preparando per ritornare sui suoi passi quando, in lontananza, scorse un bagliore.

Incuriosito decise di avvicinarsi .

Fatti altri metri si accorse che il luccichio che vedeva in lontananza altro non era che un laghetto naturale.

Distante pochi metri dalla battigia, in mezzo ad una conca naturale circonda da una serie di rocce calcaree levigate, si trovava uno specchio d’acqua cristallina.

L’acqua doveva essere salata, ma quella piccola oasi aveva un aspetto veramente allettante, talmente allettante che il cuoco decise di avvicinarsi maggiormente per immergere le mani nella pozza cristallina.

Arrivato al bordo della piccola parete di roccia si chinò.

L’acqua era non solo freschissima, ma dall’odore si capiva che era anche potabile.

Acqua dolce a pochi metri dal mare.

Il caldo del mezzogiorno iniziava a farsi sentire pesantemente e la tentazione era troppo forte.

Senza perdere altro tempo si spogliò degli indumenti e si immerse nel piccolo bacino naturale, lasciando un sospiro di sollievo.

La tiepida carezza della brezza e il movimento lento e sinuoso delle leggere onde increspate dall’aria erano davvero rilassanti.

Si immerse completamente, prendendo un respiro profondo e scendendo sott’acqua quel tanto che bastava per ricoprirsi completamente da un leggero strato di acqua.

In quella posizione, coperta ed ovattata, i pensieri che da giorni, gli affollavano la testa iniziarono a dargli tregua.

Riemerse silenziosamente, dopo pochi istanti, portandosi indietro tutti i capelli bagnati, scoprendo così completamente la fronte per porgerla alle carezze del sole estivo.

Dimentico di tutto, non solo dei ricordi che lo assalivano puntuali, ma anche dei compagni di ciurma che di li a poco sarebbero tornati alla nave dopo l’esplorazione dell’isola, poggiò la testa ad una roccia levigata e lì si addormentò.

 

***

 

Accaldato e piuttosto irritato, iniziò ad issarsi con movimenti felini sulla scala di corda della nave.

Come al solito gli altri si erano persi e lui aveva girato da solo per tutta la mattina, in cerca di qualcosa di famigliare.

Aveva una fame del diavolo, ma Sanji sicuramente aveva già preparato un lauto pasto in grado di sfamare tutti.

Il verde arrivò sul ponte della nave, che riluceva dal caldo sotto i suoi occhi, iniziando a chiamare a gran voce gli altri componenti dell’equipaggio.

Nessuna risposta.

Sul volto abbronzato dello spadaccino si allargò un ghigno soddisfatto, era riuscito a ritrovare la nave prima degli altri.

Se qualcuno si fosse azzardato a dire di nuovo, che non aveva il senso dell’orientamento l’avrebbe fatto a fette.

Il brontolio dello stomaco lo riportò alla realtà.

Gli altri non erano ancora arrivati, ma perché quel cuocastro della malora non aveva risposto?

Sanji era rimasto sulla nave per preparare il pranzo, dove si era cacciato?

Senza attendere oltre attraversò la prua e si diresse verso la cambusa.

Spalancò la porta già pronto ad insultare il compagno per la mancata risposta, ma la cucina era vuota.

Sul tavolo era imbandito il pranzo freddo con ogni tipo di leccornia.

Senza degnare di molto la tavola Zoro uscì dalla stanza iniziando a cercare in lungo e in largo il biondo.

Nulla, sulla Sunny non c’era traccia del compagno.

Il viso del verde si oscurò, dove era andato?

Erano giorni che si comportava in modo strano, non faceva le solite moine alle ragazze, non prendeva a calci Lufy quando gli saccheggiava la dispensa e soprattutto, non rispondeva alle sue provocazioni.

La cosa non era poi così strana, già altre volte nel corso dei loro viaggi il cuoco aveva assunto questo contegno ma gli era sempre passata.

Zoro si fermò un attimo a pensare, gli capitava sempre in questo periodo, nessuno ormai ci faceva più caso, lo lasciavano in pace e dopo alcuni giorni ritornava il rompipalle di sempre.

Però era strano, da che avevano cominciato la loro avventura, per quanto umorale potesse essere, Sanji non aveva mai mancato di presenziare per servire nessuno dei suoi pasti.

Forse era meglio se andava a controllare, giusto per prenderlo un po’ a calci una volta ritrovato.

Zoro si sistemò bene le katane attorno alla vita, e con agilità saltò dal parapetto della nave, atterrando sulla sabbia candida.

Senza un motivo particolare, seguendo solo l’ istinto, si avviò per il lungomare, con la segreta quanto mai insensata speranza, di inciampare quasi per caso nel biondo.

La spiaggia si estendeva a perdita d’occhio per chilometri, solo una gran fortuna gli avrebbe permesso di ritrovare quel cuocastro.

Armato di pazienza iniziò a camminare, pregando di aver scelto la direzione giusta.

 

***

 

Una variazione di luce troppo estesa per essere confusa, dal cervello ottenebrato, per una nuvola passeggera.

Il cuoco iniziò lentamente a risvegliarsi dal torpore che lo aveva colto, senza rendersi bene conto di dove fosse.

Si mosse leggermente, iniziando, come d’abitudine a socchiudere l’occhio destro, per rendersi conto della situazione.

Inclinò leggermente la testa indietro e per poco non gli scappò un urlo.

Quello stupidissimo marimo se ne stava alle sue spalle, in piedi, con le braccia incrociate a fissarlo.

-Brutto burino senza cervello!-

Sanji era balzato in piedi con l’intenzione di colpirlo in pieno viso, ma si bloccò di colpo.

Con la stessa velocità con cui si era sollevato si risedette nell’acqua, incrociando le gambe, nel vano tentativo di coprirsi alla bene meglio.

-Passami i vestiti, stupida verza e poi sparisci!-

Stava digrignando i denti dalla rabbia e dalla tensione.

L’attrazione che c’era tra loro non era ormai più oscura a nessuno, però per quieto vivere avevano preso tacito accordo di ignorarla.

Ora, la situazione metteva a dura prova la loro silente decisione.

Non sentendo risposta il biondo si decise ad alzare lo sguardo sull’altro.

Ciò che lesse sul volto di Zoro non gli piacque affatto: sembrava sorpreso, quasi shockato.

-Che diamine ti prende? Cosa c’è, anche l’ultimo neurone che ti girava solitario nel cervello ha dato forfait ?-

-Che cosa…-

Zoro lasciò la frase a metà, indeciso anche su quale fosse la domanda più adatta da fare.

Il biondo sorpreso seguì lo sguardo del compagno, che stranamente si perdeva sul suo viso.

Un flash, un dubbio e poi un puro attimo di terrore.

Con mano leggermente tremante si accarezzò il lato sinistro del volto.

Un urlo di rabbia che sapeva tanto di disperazione si levò incontrollato dalla bocca di Sanji.

Era sempre stato attentissimo, sempre in bilico tra il controllo costante della situazione e il terrore di venire scoperto.

Perché tra tutti era stato lui a vederlo?

Un rifiuto da parte di chiunque altro l’avrebbe accettato, sarebbe stato duro, umiliante, rovinoso ma l’avrebbe accettato.

Da Zoro invece non poteva tollerarlo.

La mano intanto stava cercando freneticamente di riportare al suo posto quella stramaledetta frangia color paglia.

Era stato uno stupido, aveva passato l’intera esistenza a nascondere quell’occhio maledetto, ed ora per una svista veniva scoperto.

I capelli ritornarono, scompigliati malamente, al posto che gli competeva, ma il silenzio carico di tensione non mutò minimamente.

La reazione di Sanji era stata un colpo al cuore, ora Zoro voleva capire cosa stava succedendo.

Senza parlare, lo spadaccino iniziò ad avvicinarsi al compagno.

Entrò in acqua completamente vestito, incurante del fatto che le sue amatissime spade si sarebbero bagnate.

Il pensiero e lo sguardo rivolto solo a Sanji ed al suo occhio, che ora era nuovamente nascosto dal ciuffo biondo.

Il color ceruleo ,dell’occhio che era abituato, dopo tanti anni, a vedere, nel suo gemello si trasformava in cremisi.

Non aveva mai visto una colorazione tanto particolare quanto inquietante.

Come un automa, spinto da una forza indefinita il vice capitano si avvicinava con la mano tesa sempre più al cuoco, che cercava di allontanarsi il più possibile dal suo tocco.

Le spalle contro la parete di roccia, il biondo non poteva più indietreggiare.

Se fosse stato in se avrebbe tirato un calcio al compagno, per allontanarlo, per proteggersi, per non soffrire.

Ma non era più il cuoco adulto che era partito alla ventura, non il combattente di una ciurma di pirati ricercati; era solo un bambino impaurito, che ricordava tutto il dolere che aveva patito.

 

***

 

-Gli occhi sono lo specchio dell’anima, per questo tu devi essere sicuramente un demonio-

-E’ tutta colpa tua, se c’è la siccità. Hai lanciato una maledizione…non è vero?-

-Mostro-

-Occhio azzurro di madre, occhio rosso di padre-

-Sei una disgrazia per questo villaggio-

-Sacrifichiamolo, così l’ira degli dei si placherà-

Una corsa a perdifiato lungo la collina, in mezzo al bosco fitto, inseguito da uomini e donne.

Volti conosciuti, abituati a guardarlo con disprezzo che ora lo seguivano con odio.

Il porto ed una nave, un solo momento per coprire, quell’occhio maledetto, e poi un’altra corsa verso la libertà.

 

***

 

- Sanji, Sanji … rispondi-

Il biondo si guardò attorno incerto.

Cos’era capitato? Quel sogno, il passato che ritornava…era da anni ormai che non lo assillava più.

Aprì gli occhi, l’acqua gli lambiva la pelle nuda.

La sua schiena poggiava contro qualcosa di morbido e caldo.

Si voltò leggermente, guardandosi alle spalle.

Il volto impenetrabile dello spadaccino lo fissa con sguardo serio.

L’istinto primo del cuoco fu quello di allontanarsi il più possibile dall’ingombrante presenza  del compagno, che però fu pronto nell’impedirglielo.

-Cosa cavolo vuoi, lasciami subito-

-No fino a che non sarò sicuro che stai bene, eri come in trans!-

- Scordatelo io me ne vado.-

-Stupido torciglio, che hai ? Paura forse?-

Sanji si voltò.

-Io paura di te? Tu piuttosto non hai paura di me?-

La risata di Zoro si alzo alta.

-Ti pare che possa aver timore di un colore?-

-Non ti faccio schifo?-

Zoro lo guardò come se fosse impazzito.

-No non direi, anzi…-

Lasciò in sospeso la frase, mentre lo sguardo si posava tra le gambe del biondo.

Sanji non riuscì ad evitare di arrossire e per reazione tirò una violenta gomitata tra le costole dello spadaccino.

-Merda, sei il solito stronzo-

Quello scambio di battute stranamente era servito a placare il turbinio di sentimenti nell’animo del cuoco.

Era con Zoro, quello che gli copriva le spalle durante le battaglie, quello con cui litigava sempre, ma che rispettava ed ammirava più di chiunque altro.

Non ce la faceva più, era da una vita che nascondeva quell’occhio, da una vita che nascondeva il suo passato.

Teneva quel ciuffo, quella maschera sul viso da troppo tempo.

Non si era mai confidato con nessuna delle persone che amava, neppure con Zeff.

Ora il bisogno di sfogarsi, di liberarsi parlando con qualcuno era talmente forte da fargli male al cuore.

-Io…se ti va di sentire, ti racconto…-

Nessuna risposta, solo una leggera alzata di spalle.

Ma Sanji non si aspettava nulla di più da un tipo come Zoro.

Era sicuro però, che nonostante tutto, lo avrebbe ascoltato con attenzione, senza pregiudizi.

- L’occhio è rosso per mancanza di pigmentazione, diciamo che per una piccola parte sono albino…questo però l’ho scoperto dopo, per lungo tempo ho creduto di essere un mostro.

Tutti, nel villaggio dove sono cresciuto, mi hanno sempre additato come tale: un demonio non un essere umano.

La convinzione in loro era talmente radicata, da pensare che non potessi provare sentimenti, ne dolore.

A lungo andare me ne sono convinto anche io…però se ripenso a quegli anni ricordo solo terrore, dolore, tristezza e solitudine-

Fece una pausa per sorridere mestamente, ma Zoro non intervenne, rimanendo in attesa che riprendesse il racconto.

-Non c’è molto altro da dire, un anno ci fu una terribile carestia e tutti se la presero con me…volevano linciarmi, così sono scappato, mi sono imbarcato su una nave…il resto lo sai-

Un sospiro profondo, per via di quell’ultima frase detta tutta d’un fiato.

-Sai la frase che dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima? Quando ho nascosto quest’occhio orrendo, la gente ha iniziato a volermi bene…infondo chi vorrebbe avere come figlio, amico  o  compagno uno che ha un occhio colore del sangue?-

-Ora capisco perche sei cosi bacato sopraciglio arricciato…è una stupidità che ti porti dietro dall’infanzia-

La voce di Zoro suonava sarcastica, e provocatoria ma Sanji non si mosse, venire preso in giro, additato… era proprio quello che temeva.

-Sei cresciuto in un paese di idioti e di stupidi, però non tutti sono così…sono convinto che Zeff ti avrebbe amato come un figlio comunque, e di certo non perderai l’affetto degli altri solo per questo-

Il viso del biondo si distese, Zoro non lo stava insultando, cercava, a modo suo, di aiutarlo.

Si appoggiò completamente al petto largo del vice capitano, lasciando che l’altro lo abbracciasse.

-Per quanto riguarda l’occhio, è vero che il rosso è il colore del sangue ma, è anche e soprattutto il colore della passione e dell’amore-

La voce di Zoro era come al solito dura e l’intonazione suonava sarcastica, ma traspariva dal tono tutto l’affetto che provava nei confronti di quel cuocastro.

Senza aggiungere altro (in fondo aveva già parlato abbastanza per i suoi standard) fece voltare il biondo verso di lui.

Con una carezza rude e dolce allo stesso tempo, scostò la frangia paglierina dal viso di Sanji.

Per un istante, che a entrambi parve un’eternità, si fissarono negli occhi, poi Zoro avvicinò il viso con l’evidente intento di baciarlo.

Prima di raggiungere la bocca però, si fermò e cambiò direzione, per posare poi infine le labbra calde sulla palpebra sinistra del cuoco.

-…-

Sanji era rimasto senza parole.

-Hai le labbra blu per il freddo cuocastro, non penserai mica che le baci raggrinzite come sono!-

Sul volto del cuoco passarono una miriade di espressioni: dolcezza, sorpresa, rabbia e per ultimo felicità.

Una risata aperta e sincera parti dalla gola di Sanji per poi esplodere nell’aria calda di quel primo pomeriggio.

Si alzò  e si diresse verso i suoi vestiti iniziando ad indossarli lentamente, sotto lo sguardo vigile e affamato di Zoro.

-Muoviti marimo, se no ti si inumidisce quel poco di cervello che hai-

Così dicendo si diresse alla volta della Sunny.

Seguito a poca distanza da uno Zoro grondante e fradicio, per via del bagno vestito di poco prima, che lo insultava con tutto il vocabolario che conosceva.

Ma Sanji non si adirava lo ignorava dando le spalle al compagno, le labbra piegate in un sorriso di pura felicità.

 

FINE

Piccolo spazio privato:

Questa storia l'ho scritta dopo una critica ricevuta per "passione di spada" da Yae

Mi si segnalava che lasciavo troppo spazio alle scene lemmon senza sviluppare la storia...così ho voluto provare a dare ascolto alle critiche eliminando la lemmon e concentrandomi di più sull'interiorità dei personaggi...spero abbiate gradito

p.s. su idea di hachiko87 nella prossima storia Zoro perderà la memoria e Sanji lo proteggerà...da se stesso e da tutti gli altri, non perdetevela.

Alla prossima

Se lo yaoi vi appassiona e vi piacciono anche le storie originali allora siete invitatati tutti sul mio forum ( mio e di una mia amica che si chiama Dragona). E' un forum totalmente dedicato alle storie, ai disegni e ai fumetti yaoi e slash originali ( quindi tutto frutto della fantasia degli utenti)
Bhè? che fate ancora qui? correte! Ci divertiremo un sacco
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