Questa storia non è stat scritta a scopo di lucro, e i personaggi appartengono a Masashi Kishimoto sensei, io non traggo alcun guadagno da questo scritto, se non il piacere stesso della scrittura,

Siamo nei pressi del covo di Akatsuki.

Il sole era alto nel cielo, una pace quasi magica regnava su tutto il territorio circostante, solo un ragazzo disturbava allegramente questa quiete.

?- Tobi è un bravo ragazzo, Tobi è un bravo ragazzo.. .

L’ora conosciuto Tobi, stava allegramente saltellando per lo spiazzo alberato, la maschera arancione celava il suo volto e il suo (sicuramente presente) sorriso.

Ad un certo punto però, un’ombra calò sulla sua figura……

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Deidara- aaaah che paceeee, si vede che non c’è quella accidenti di zucca saltellante!

Sasori- mh!

In effetti Tobi era tremendamente rumoroso e scassaballe, sicuramente il più allegro e pazzo di tutta l’organizzazione!

Kakuzu- comunque godiamoci questa pace finchè siamo in tempo…sicuramente quell’affare non starà via per molto

Hidan- hai ragione Kakuzu, ma in caso dovesse tornare lo sacrificherò a Jashin!

Concordarono i due compagni.

Era meglio riposarsi e godersi la pace del momento, perché presto sarebbe arrivata la tempesta!

O forse no?

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Una settimana dopo………..

Era mattina, e i componenti di Akatsuki si accingevano a fare colazione.

Sui loro volti una serena espessione di pace, come pacifica era l’atmosfera in quel momento.

Niente schiamazzi o rumori molesti, solo un “buon giorno” appena sussurrato

C’era sicuramente troppa calma!

Pain- ho l’impressione che manchi qualcosa….

Konan- dici? A me sembra tutto tranquillo!

Itachi- credo sia proprio questo il problema!

Deidara- …………

Sasori- …………..

Zetsu- ……..

Kisame- ……..

Kakuzu- …….forse….

Hidan- …..si in effetti…..

Pain- manca sicuramente qualcosa…….

…………………………..silenzio………………………….

Tutti- TOBI!!!!

Da un’altra parte………………….

In una strana stanza oscura, con varie celle e alle pareti strumenti di tortura stavano due figure.

Una di queste stava legata ad una sedia il viso femmineo rigato dalle lacrime che scendevano copieose dai dolci occhi neri con sfumature rossastre.

I capelli neri ricadevano morbidi sulle spalle.

A fianco alla sedia, stava una strana vste nera con nuvolette rosse, stracciata, e una maschera arancione quasi del tutto in frantumi.

L’altra figura si ergeva minacciosa di fronte al ragazzo.

Un uomo alto e muscoloso, dalla pelle scuriccia, i capelli corti e castani e due maligni occhi di ghiaccio.

In mano teneva una frusta nera di cuoio, pronta per essere scagliata contro il giovane prigioniero.

?- allora? Non vuoi parlare……

Tobi- …sigh io..io….io non so niente sigh sniff

?- non mentire Tobi, so benissimo che sai dov’è…

Disse la figura prendendo il mento di Tobi tra pollice e indice, e leccandogli lascivo le lacrime salate.

?- non costringermi a farti del male piccolo, lo sai che devi ubbidirmi…..

Tobi- …uungh ti prego, sto dicendo sigh la verità….io non so niente!

?- PARLA….

Tobi- LO GIURO…LO GIURO IO NON LO SO!!!

La frusta colpì violentemente il petto, ora non più candido del moro, mentre lacrime di dolore e paura scivolavano senza soste dalle gote arrossate.

?- lo sai che non mi piace quando mi dici bugie Tobi…tuti gli anni trascorsi insieme non ti anno insegnato niente? Oltretutto avrei gia dovuto ucciderti per il solo fatto che tu sia scappato da me! Ma siccome tu sei il mio piccolino ho voluto risparmiarti, e potresti risparmiarti tutto questo dolore, basta solo che mi dici…DOVE HAI NASCOSTO QUEL MALEDETTO ROTOLO!

??- basta Okitsugu…..con questi metodi non risolverai niente!

L’uomo ora conosciuto come Okitsugu si girò scocciato verso una donna.

Aveva lunghi e ondulati capelli biondi, la pelle chiara e due bellissimi occhi verdi.

Era fasciata da uno yukata corto fin sopra le ginocchia, rosso e viola.

La donna si avvicinò piano a Tobi e da una tasca tirò fuori un fazzoletto bianco, che usò per asciugargli le lacrime.

Eppure nonostante la dolcezza dimostrata nei suoi confronti, Tobi sembrava ancora più terrorizzato.

Okitsugu- Maria…cosa sei venuta a fare qui? E non toccarlo…lui è mio!

La bionda si girò divertita verso l’uomo…

Maria- quella persona mi ha mandato a chiamarti….. Forse tu non lo sapevi ma quando Tobi è scappato lui non aveva con se il rotolo, è stato qualcun altro a rubarlo!

Okitsugu si girò verso il suo prigioniero, negli occhi una lefìggerai scilla di dispiacere, comunque Tobi aveva avuto la sua giusta punizione.

Non avrebbe dovuto scappare da lui!

Era una sua proprietà, lo aveva marchiato per questo!

Tobi era suo e di nessun altro.