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Autore: valecullen_thedevil93    21/07/2010    4 recensioni
questa è la mia prima storia su Raf e Sulfus e parte dal momento in cui termina il processo disciplinare per il sacrilegio, perciò non terrà conto di quello che è successo dopo nel cartone... "lo stage è ormai finito e Raf e Sulfus sono consapevoli che non si rivedranno mai più una volta tornati nelle loro rispettive città. Questo li spingerà a dichiararsi e a stare insieme gli ultimi giorni, anche con l'aiuto dei loro amici che li coprono, e si promettono che, nonostante le distanze, troveranno comunque il modo per vedersi. Ma qualcosa va storto; un'attacco a sorpresa di Reina scatenerà una violenta battaglia nella quale verrà sconfitta, ma prima di scomparire dirà qualcosa che spingerà Raf a prendere una decisione che cambierà per sempre il corso degli eventi. Ma prima di metterla in pratica succederà qualcosa fra lei e Sulfus, qualcosa di assolutamente magico e incredibile che porterà alla nascita di un piccolo, grande miracolo nella storia dei sempiterni." E' sia romantica che malinconica ma vi assicuro che se è una RafxSulfus quella che cercate, allora questa è la storia giusta.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RAGAZZE SN LA VALE!!! ECCOMI CN 1 NUOVO CAPITOLO TUTTO X VOI!!! GRAZIE RAGAZZE, SN COMMOSSA DALLE VOSTRE RECENSIONI MI STATE DANDO LA CARICA X CONTINUARE A SCRIVERE... HO UN PO' DI CAPITOLI PRONTI, QUINDI AGGIORNERO' PIUTTOSTO IN FRETTA LE PRIME VOLTE, DP RALLENTERO' I RITMI XKE' DOVRO' CONTINUARE A SCRIVERLI... QUESTO CAPITOLO INTRODURRA' UNA SCENA MOLTO IMPORTANTE, CHE AVRA' CONTINUAZIONE ANCHE NEL PROSSIMO CAPITOLO... CAPIRETE SUBITO QUALE XD LE RISPOSTE ALLE VOSTRE RECENSIONI LE TROVERETE SOTTO AL CAPITOLO... BUONA LETTURA!!! AH IN UN PUNTO POTREBBE VENIRVI UN COCCOLONE MA NON PROCCUPATEVI, ANDRA' TUTTO BENE!!! XD *ME PERFIDA NON DICE ALTRO E SI DILEGUA*

2° CAPITOLO: “DIPLOMA”

POV RAF

Mi svegliai sentendo un calore scivolare sul mio viso. Aprii lentamente gli occhi mugolando qualcosa di incomprensibile, osservando i raggi del sole nascente rischiarare il cielo di rosa. Era stata proprio la luce a svegliarmi.

 Due braccia forti mi avvolgevano e la mia testa era posata sul petto di qualcuno. Non mi ricordavo esattamente cosa fosse successo il giorno prima, la mia mente ancora offuscata dal sonno non ne voleva sapere di riprendersi. Poi inspirai; il suo profumo mi arrivò forte e mi riportò all’improvviso alla mente cosa era successo la sera prima.

Io e Sulfus non eravamo rientrati, avevamo dormito li sulla sabbia,più morbida di un letto di piume, abbracciati l’una all’altro. Volevamo trascorrere la nostra ultima sera insieme.

Provai ad alzarmi per sgranchirmi le gambe, ma lui non me lo permise. Appena provai a muovermi, lui strinse inconsciamente la presa su di me. Quel gesto mi fece enormemente piacere; significava che, anche nel sonno, lui mi cercava, voleva la mia presenza.

Allora incrociai le braccia sul suo petto, vi appoggiai sopra il mento e lo fissai; i suoi pallidi occhi chiusi, i capelli pieni di sabbia (sorrisi fra me e me, ci sarebbe voluta un’eternità per toglierci tutta la sabbia dai capelli), il suo viso rilassato nell’incoscienza, le sue labbra carnose leggermente dischiuse. Mi soffermai su di esse, sentendo il desiderio dilagare in me. La tentazione era forte, molto forte e alla fine cedetti: avvicinai lentamente le mie labbra alle sue e lo baciai delicatamente. Lui gemette nel sonno, come se mi avesse riconosciuto, e strinse la presa su di me ancora di più. Poi mi staccai e, con mio sommo imbarazzo, mi accorsi che Sulfus aveva gli occhi aperti.

Arrossii fino alla radice dei capelli. «Sulfus!» esclamai, cercando di mascherare il mio imbarazzo, «eri sveglio! Non si fanno queste cose, non è per niente carino», sbottai, distogliendo lo sguardo dal suo viso, perfidamente divertito.

Era il colmo. Cercai di alzarmi, scocciata, ma lui non me lo permise e, con un rapido movimento invertì le nostre posizioni, ma senza mollare la presa su di me.

«e perché?», mi chiese, «ricordati che io sono un devil, faccio quello che voglio. E poi avresti dovuto vedere la tua faccia… impagabile!», sghignazzò.

Sbuffai irritata e cercai di cavarmelo di dosso, senza successo. Era molto più forte di me. Poi però mi si avvicinò, gli occhi infuocati. Il mio infantile attacco di irritazione sparì all’istante, mentre andavo in iperventilazione.

«e poi scusa perché hai smesso? Era molto piacevole», mi disse, guardandomi avidamente.

Ridacchiai.«molto piacevole eh?», dissi con voce seducente, gliela volevo un po’ far pagare per lo scherzetto di prima. «uhm e se io non volessi accontentarti?», gli domandai con un sorriso malizioso e un movimento del capo che speravo fosse accattivante.

Alla mia affermazione gelò. Evidentemente si era pentito di avermi fatto quello scherzetto; non volevo fargli vedere che in realtà anche io stavo morendo dalla voglia di baciarlo, gli avrei dato troppa soddisfazione.

Impaurito dalla mia reazione avvicinò ancora di più il suo viso al mio, tanto che ormai pochi millimetri separavano le sue labbra dalle mie. Ormai la voglia di baciarlo si era fatta irrefrenabile, ma dovevo trattenermi, avevo quasi raggiunto il mio scopo.

«e cosa potrei fare per farti cambiare idea?», mi chiese lui con voce supplichevole. Adoravo quando si comportava così, era un piacere vederlo prostrato ai miei per ottenere qualcosa. Ma decisi che il mio gioco era durato abbastanza. Dopotutto nemmeno io riuscivo più a trattenermi.

«così» dissi decisa. Lo presi per il bavero e lo attirai a me, baciandolo con forza. Lui non si fece certo pregare e rispose al mio bacio con tutto il desiderio che aveva in corpo. Ci rotolammo avvinghiati nella sabbia, protraendo il bacio per un tempo infinito.

Quando ci staccammo avevamo entrambi le guance rosse e le labbra gonfie. Lui ridacchiò e mi guardò teneramente ma con una punta di sarcasmo.

«immagino di essermelo meritato. Sai ho avuto davvero paura che non volessi più baciarmi», mi disse con un tono di rimprovero.

«te lo sei meritato, non si fanno quelle cose, non è ne carino ne corretto», gli dissi ridendo, accarezzandogli teneramente una guancia.

Lui mi fissò dolcemente negli occhi. Rimanemmo per un po’ in quella posizione, abbracciati, a guardarci negli occhi.

Poi mi ricordai un piccolo particolare, anche se non era proprio piccolo. Mentre me ne rendevo conto andai nel panico.

«Sulfus!», gridai in preda all’agitazione, «siamo rimasti fuori tutta la notte, se ci scoprono sono guai! Dobbiamo tornare subito a scuola se non vogliamo farci beccare».

Al mio discorso lui sgranò gli occhi, rendendosi conto della situazione. Ma fu solo un attimo, poi la sua espressione fu di nuovo determinata come prima. «andiamo subito allora. È appena l’alba, se ci sbrighiamo riusciremo a ritornare in tempo per la sveglia mattutina».

«quel che mi preoccupa è se gli altri si sono accorti della nostra assenza e lo hanno detto ai professori». Non potei non esprimere quel timore; i nostri amici non avevano mai fatto mistero della loro disapprovazione per la nostra storia e se sia angel che devil avevano detto ai professori che non c’eravamo, avrebbero fatto in fretta a fare due più due, intuendo che eravamo insieme.

«credi che ci detestino così tanto da tradirci?», mi chiese con una punta di dolore nella voce.

«non lo so… lo sai non hanno mai fatto mistero della loro disapprovazione», gli dissi con sincerità.

«spero proprio che ti sbagli», mi disse rialzandosi e tendendomi la mano per aiutarmi, che io accettai di buon grado.

Una volta in piedi lo fissai. Il suo sguardo era di nuovo dolce. Mi tese la mano e io intrecciai le sue dita alle mie. «andiamo su. Dobbiamo tornare».

Io annuii, persa nei suoi occhi d’ambra, e, mano nella mano, ci avviammo volando verso la scuola. 

 

SULFUS POV

Ero preoccupato, come lo era Raf del resto. Stavamo viaggiando alla massima velocità consentita dalle nostre ali per tornare a scuola in tempo per la sveglia, dopotutto era il giorno del diploma, ma le parole di Raf continuavano a vorticarmi nel cervello… davvero i nostri amici ci avrebbero tradito e avrebbero detto ai professori che non c’eravamo? Speravo proprio di no perché altrimenti non ci avrebbero pensato due volte a dividerci una volta per tutte, cosa molto facilitata dal fatto che dovevamo tornare ognuno nella sua città.

Guardai Raf: non avrei sopportato di essere separato da lei, non dopo quello che ci eravamo detti la sera scorsa alla nostra spiaggia. Il ricordo mi rapì con ferocia, mentre ricordavo gli abbracci e i baci infuocati che ci eravamo scambiati, presi dal desiderio troppo a lungo represso. Ricordai le sue  labbra sulle mie, il suo profumo di fiori che, anziché disgustarmi, mi inebriava la mente, i suoi lunghi capelli biondi che lambivano le mie braccia strette alla sua vita insieme alla sensazione della pelle dei suoi fianchi sotto i miei palmi. Era impossibile dimenticare cosa avevo provato in quei momenti, a come mi ero emozionato risvegliandomi con il suo corpo tra le mie braccia.

«Sulfus tutto bene?». La voce di Raf mi riportò con i piedi, be con le ali, per terra.

Io scossi la testa e sorrisi imbarazzato, quando mi resi conto che ero rimasto a fissarla imbambolato come un deficiente. «si Raf. Stavo solo guardando quanto eri bella», le dissi sorridendole dolcemente. Diamine mi ero proprio rammollito! Chissà che avrebbero detto gli altri sentendomi parlare così. Ma sinceramente non mi importava, non se significava avere Raf con me per sempre.

Lei arrossì e abbassò lo sguardo, visibilmente imbarazzata ma strinse molto di più la sua mano alla mia. Io ricambiai la stretta.

Non parlammo più finchè non arrivammo alla scuola. Atterrammo con cautela nel giardino, attenti a non farci vedere da nessuno; se i professori sapevano della nostra assenza era meglio non farci vedere mentre rientravamo a scuola. Se ci avessero sorpreso insieme altro che lampi sarebbero venuti fuori.

Cercammo di ripararci dietro i cespugli ma erano troppi piccoli per ripararci, così presi Raf fra le braccia. Non che mi dispiacesse.

«di la verità l’hai fatto apposta», disse lei ridacchiando.

Sogghignai a mia volta. «ovvio no? altrimenti» dissi accattivante, avvicinando il mio viso al suo, «quale altra scusa trovavo per baciarti?».

Senza darle la possibilità di replica, le baciai con forza le labbra, che si erano dischiuse per la sorpresa e la mia arroganza. Lei rispose al mio bacio con una passione  che non credevo esistesse in una angel. Preso dal desiderio la strinsi ancora più forte a me, appoggiando la sua schiena contro l’albero e facendo aderire ancora di più i nostri corpi. In quel momento non ero più io; ero un essere dominato dal fuoco e dal desiderio, che bruciavano alimentati da lei, da Raf, dalle sue labbra sulle mie, dai suoi capelli profumati, dalle sue mani fra i miei capelli. E Raf non faceva niente per tirarsi indietro, era stregata quanto me.

Forse avremmo fatto molto di più, fregandocene del fatto che qualcuno poteva vederci e anche del luogo inadatto, se all’improvviso due persone non si fossero intromesse con insistenza in quello che era uno dei momenti più belli della mia vita.

«ehm ehm», si schiarirono all’unisono due voci dietro di noi.

Noi sobbalzammo e interrompemmo il bacio bruscamente, ma rimanemmo abbracciati mentre ci voltavamo verso la fonte del rumore.

Uriè e Kabalè ci guardavano con espressione indecifrabile mentre noi, consapevoli di essere stati scoperti, precipitavamo nell’angoscia che questo avrebbe comportato: la nostra separazione.

«sentite ragazze non è come sembra…» cercai di dire io a nostra discolpa, anche se sapevo che dopo quello che avevano visto sarebbe stato difficile giustificarci con poche parole.

«e come dovrebbe essere Sulfus?» mi bloccò Kabalè, visibilmente adirata.

«abbiamo visto tutto, non cercate di prenderci per fesse» rincarò la dose Uriè che, benchè fosse una angel, sembrava arrabbiata tanto quanto la devil.

«ma ragazze, lasciateci spiegare…» cercò di intervenire Raf ma senza successo.

«e cosa ci dovreste spiegare? La coronazione di una grande storia d’amore?», dissero le due in coro cambiando improvvisamente espressione e cominciando a ridere.

Io e Raf ci guardammo allibiti; evidentemente non si sentivano tanto bene.

«ahah» ululò Kabalè, «avreste dovuto vedere le vostre facce».

Io e Raf eravamo sempre più confusi, ci scambiavamo lunghi sguardi interrogativi.

«oh andiamo davvero avete pensato che avremmo potuto tradirvi?» domandò Uriè ritornando improvvisamente seria. «quando siamo tornate e non ti abbiamo vista nel letto, abbiamo temuto che ti fosse successo qualcosa, così stavamo andando dal professor Arkhan per informarlo quando abbiamo incontrato Kabalè, Cabiria e Gas. Stavano andando dalla Temptel per lo stesso motivo, dirgli che tu», disse, indicando me, «eri sparito».

A quel punto si fermò e continuò Kabalè. «ci abbiamo messo poco a fare due più due e a capire che eravate insieme. Prima di andare abbiamo parlato tutti e sei insieme e abbiamo deciso di non dire nulla ai professori».

Ci lasciò sbalorditi; perché non avevano detto niente se in passato avevano fatto di tutto per separarci?

Sembrarono leggerci nel pensiero. «abbiamo capito che eravamo noi che stavamo sbagliando», ci disse Uriè con espressione piena di rimorso, «voi siete innamorati e anche se è una cosa strana non meritavate di venire trattati come vi abbiamo trattato noi. Vi avevamo già deluso abbastanza, non meritavate che vi facessimo anche questa», concluse abbassando gli occhi. Anche Kabalè sembrava d’accordo.

Raf si staccò e corse ad abbracciare Uriè. «tu non mi hai mai delusa, amica mia», le disse sorridendo.

Mi avvicinai a Kabalè e le circondai le spalle con un braccio. «ammetto che mi avete fatto passare l’inferno ma vi perdono questa volta». Kabalè sorrise.

Ci staccammo e io e Raf le guardammo. «ma come avete fatto a coprirci mentre eravamo fuori? Sicuramente il prof avrà notato la nostra assenza», disse Raf.

«gran parte del merito va a Kabalè, anche se abbiamo collaborato tutti», ci disse Uriè, mentre Kabalè gongolava visibilmente soddisfatta di se stessa.

«sapevamo che i professori avrebbero controllato le stanze perciò abbiamo messo in atto un piano di depistaggio», continuò Uriè, «mentre io, Kabalè e Gas eravamo nella stanza di Cabiria, Dolce grazie al suo potere ha creato una fantastica aurora boreale nel cielo sopra il giardino. Poi Miki e Cabiria sono corse rispettivamente da Arkhan e dalla Temptel per potarli fuori con la scusa che era successo “qualcosa di incredibile fuori”», sghignazzò Uriè.

«si ma come avete fatto a depistarli? In fondo non possono essere restati tutta la notte fissi a guardare una aurora boreale», dissi io dubbioso.

«infatti adesso arriva il bello», intervenne Kabalè, «intanto nella nostra stanza sono riuscita a combinare i miei poteri. Ho fatto fatica ma sono riuscita a unire il double fly con il metamorphosy fly. Prima ho creato due doppioni di me stessa e poi con il mio potere una l’ho modificata perché somigliasse a te Sulfus, l’altra l’ho modificata perché assomigliasse a Raf. Mi ci è voluto un po’ di tempo ed è stato stancante ma alla fine ne è valsa la pena», sogghignò.

«per questo Dolce ha creato l’aurora boreale», asserì Raf, «per permetterti di avere abbastanza tempo per usare i tuoi poteri».

«esattamente Raf», confermò Uriè, «così mentre i due erano impegnati a guardare un bel giochetto di luci, io e Gas abbiamo portato le vostre copie nelle rispettive stanze, giusto in tempo per l’ispezione della sera», concluse soddisfatta.

«wow Kabalè sei stata grande hai ideato un piano geniale», esclamai io facendole i complimenti.

Ma mi stupì. «si forse io ho usato i poteri per metterlo in atto, ma il piano è stato completamente ideato da Uriè», mi disse voltandosi per sorridere alla angel.

«cosa? Caspita! Allora non siete tutte ali e zucchero come credevo», ghignai non resistendo alla tentazione di prenderla un po’ in giro.

«Sulfus!», mi rimproverò Raf.

«tranquilla Raf stavo scherzando!», ribattei scoppiando a ridere, seguito a breve ruota dagli altri.

«ok però ora dovete tornare», aggiunse preoccupata Kabalè, «non so quanto reggeranno i vostri sosia e comunque tra poco ci sarà la festa del diploma, dobbiamo prepararci».

«d’accordo», dicemmo io e Raf all’unisono con un sospiro. Non mi andava di stare lontano da lei, non ora che presto ci avrebbero divisi per chissà quanto tempo prima che riuscissimo a rivederci.

Perciò, incurante della presenza delle due ragazze, strinsi forte a me Raf e la baciai con passione. Forse non avrei potuto rifarlo prima che ci separassero e volevo approfittare di quegli ultimi momenti.

Raf, dopo un attimo di sorpresa, rispose al bacio con tutta la forza che aveva, avvinghiandosi a me. Sentivo le risatine e i colpi di tosse delle due ragazze, ma sinceramente non me ne importava un fico secco. Che pensassero quello che gli pareva.

«Raf», disse con rimproverò Uriè.

«Sulfus» disse scocciata Kabalè.

Ne io ne lei ci badammo. In quel momento ci importava solo del nostro amore, null’altro contava. Perciò ci lasciammo sfuggire un gridolino di sorpresa quando fummo staccati a forza da quelle due. Le guardammo malissimo. Come si permettevano di interromperci?

«vi devo ricordare un’altra volta che tra poco i professori verranno a controllare le stanze e che con tutta probabilità se voi non ci sarete, le copie non reggeranno?», disse sarcastica Kabalè, che mi teneva stretto per la vita impedendomi di tornare da Raf. Lo stesso valeva per Uriè, per impedirle di tornare da me.

Sbuffai ma avevano ragione; dovevamo andare. Ci rassegnammo entrambi e quando capirono che non ci saremmo avvinghiati di nuovo, ci lasciarono liberi. Cavoli, però, Kabalè ne aveva di forza!

Mi avvicinai a Raf. Le presi il viso tra le mani e la baciai dolcemente, mentre lei altrettanto dolcemente rispondeva al mio bacio.

Ci staccammo subito. La guardai negli occhi e, le dissi con tutto l’amore possibile, «ti amo Raf. Ora e per sempre».

Lei mi guardò commossa e disse, «anch’io ti amo Sulfus, ora e per sempre». Ci guardammo negli occhi ancora per un istante, che mi sembrò protrarsi all’infinito, e ci voltammo dandoci le spalle. E, con le nostre rispettive compagne, ci avviammo ai dormitori senza mai voltarci indietro, per impedirci di constatare cosa avremmo perso di li a poco. 

 

POV RAF

Mi avviai dietro Uriè per raggiungere il sognatorio. Il fatto che finalmente i nostri amici avessero accettato la nostra storia mi rendeva immensamente felice, non volevo ammettere quanto l’odio e l’indifferenza dei miei amici mi avessero fatto male. Il disprezzo che avevo letto nei loro occhi mi aveva lasciata profondamente delusa e ferita: ferita perché non mi aspettavo che mi voltassero le spalle in questo modo, delusa perché credevo che la nostra amicizia fosse qualcosa di forte, che sarebbe durata per sempre, invece alla prima difficoltà si era sgretolata come neve al sole. Quando avevo dimostrato di voler restare lontana da Sulfus i rapporti con loro erano ripresi, anche se più freddi di prima.

Ora invece sembravano essersi resi conto che ci avevano trattato veramente male e sicuramente, a cominciare dal fatto che stanotte non ci avevano consegnato ai professori, cercavano di farsi perdonare.

Mi voltai verso Uriè e l’abbracciai di scatto. Lei un po’ stupita ricambiò l’abbraccio.

«a cosa devo questo abbraccio?», mi chiese.

«mi sei mancata», dissi io semplicemente.

Lei sorrise e mi strinse di più. Poi si staccò. «ora andiamo altrimenti ci facciamo beccare da Arkhan», e con un’occhiata maliziosa aggiunse, «e poi stasera c’è la festa di diploma, devi farti bella per Sulfus!».

Arrossii dalla punta dei capelli a quella dei piedi. «ma che dici Uriè?», ma non protestai oltre, anche a me andava l’idea di fare colpo su Sulfus. Lei rise.

Ci alzammo in volo e arrivammo rapidamente fino al sognatorio ed entrammo dalla finestra nella nostra camera dove trovammo ad aspettarci Dolce, Miki e la mia copia creata da Kabalè.

«Raf, grazie agli angeli sei tornata!», esclamò Dolce correndo ad abbracciarmi, mentre Miki faceva svanire la mia copia; sarebbe stato difficile spiegare la presenza di due Raf.

Poi corse ad abbracciarmi anche lei. «temevamo che non saresti tornata in tempo, non sapevamo per quanto il trucco delle copie avrebbe funzionato»esclamò preoccupata.

«ma dove sei stata tutta la notte?», mi chiese Dolce.

Io cercavo di staccarle ma senza successo, avrebbero finito per strangolarmi se continuavano così.

«ragazze», dissi con voce soffocata, «se non vi staccate finirete per uccidermi».

«oh scusa»esclamarono in coro staccandosi, «è che eravamo preoccupate per te», aggiunse Miki.

Ripresi fiato per parlare,  «e comunque ho passato la notte con Sulfus» dissi, anche se sapevo che era solo per confermargli una cosa che già sapevano.

Invece la loro reazione mi sorprese. Perfino Uriè, che mi aveva sorpresa con Sulfus, reagì in modo esagerato.

«COSA?!», gridarono in coro con gli occhi fuori dalle orbite.

«ra-ragazze che succede?», domandai io, sconvolta dalla loro reazione. Perché erano così scioccate?

«oh mio dio!», disse Uriè, facendo una faccia tale che mi spaventò.

«ma qual è il problema?». Sapevano che ero andata fuori con Sulfus e allora perché erano così scioccate?

«hai passato… con Sulfus… tu hai?», mi chiese Dolce, che sembrava impossibilitata a formulare frasi di senso compiuto in quel momento.

Arrossii fino alla radice dei capelli quando capii cosa intendevano, cosa credevano che avessi detto. Diventai di tutti i colori.

«no!», urlai, rossa come un peperone, «no, no che avete capito?», balbettai in preda al panico, «siete impazzite io non potrei mai…», ma non finii la frase, era troppo imbarazzante. Però, anche se non volevo ammetterlo, quell’idea mi aveva messo addosso un desiderio talmente potente che stentavo a controllarmi. Dannazione! Ma fino a dove ero disposta a spingermi nella mia storia con Sulfus? Perché io, nel profondo, speravo che un giorno una cosa del genere sarebbe successa fra noi. Era uno dei desideri segreti che non avevo il coraggio di confessare nemmeno a me stessa.

«ah meno male», disse Dolce con una specie di squittio, «mi era venuto un colpo».

«ammetto che come frase era un po’ ambigua, però dovreste conoscermi», protestai. Già il problema è che nemmeno io sapevo più cosa volevo.

«si sì scusa», si affrettò a dire Miki.

«iiiiiiiiiiih!»esclamò Dolce, facendoci sobbalzare tutte.

«ma Dolce sei impazzita, vuoi farci prendere un infarto per caso?», gli chiese arrabbiata Uriè. Ma Dolce non l’ascoltava, guardava me sconvolta.

«Raf dove sei stata tutta la notte per riuscire a ridurti i capelli in quello stato? Sono completamente pieni di sabbia», disse visibilmente alterata. Come fanatica dello shopping era sempre impeccabile, e per chi le era amico era meglio che fosse altrettanto se non voleva incappare nelle sue ire che poi si trasformavano in “manie da sessione Shopping/istituto di bellezza per rimettere a nuovo l’ignara persona”. E tutte sapevamo che era meglio evitarlo, anche se questa volta evidentemente non l’avrei scampata.

«tu ora viene subito con me che ti faccio la messa in piega! Devi sistemarti quell’obbrobrio!», disse prendendomi subito per mano e cominciando a trascinarmi verso il bagno.

«Dolce ti prego, so farlo da sola!» cercai di dire io fra le risate generali delle altre.

Proprio in quel momento il professor Arkhan entrò in camera. «ragazze vi si sente da fuori, abbassate il tono, è mattina presto ancora!», disse con voce dolce ma divertita alla vista della scena, «e poi Dolce la cerimonia è fra poco e non c’è certo tempo per la messa in piega», aggiunse rivolta a Dolce che mi lasciò la mano.

«uffi non è giusto però!»si lamentò lei.

«guarda il lato positivo, potrai rifarti per la festa, avrai tutto il tempo per prepararla come si deve», disse Uriè. Il mio sollievo morì rapido com’era nato. E io che credevo di averla scampata! Dovevo ricordarmi di uccidere Uriè.

«giusto e comunque sono venuto a dirvi che tra un’ora ci sarà la cerimonia, perciò dovete essere pronte. Ci vediamo dopo ragazze», disse Arkhan e uscì velocemente dalla stanza. Anche lui doveva prepararsi.

«dopo non mi sfuggi», disse con un sorriso sadico Dolce.

Argh! Perché a me?mi voltai arrabbiata verso Uriè. «non potevi evitare?», le chiesi.

«assolutamente no sennò come fai a farti bella per Sulfus? Vedrai ne varrà la pena, non ti staccherà gli occhi di dosso stasera, tanto più che dovremo andare in versione terrena», mi rispose con un sorriso malizioso sulle labbra. Io arrossii.

Per la festa di fine anno avevamo deciso di rompere gli schemi e di fare una festa in maschera in versione terrena, a cui avrebbero partecipato tutti i terreni della scuola e non solo angel e devil trasformati.

«ha ragione», disse Miki, «se dipendesse da te, andresti alla festa in pantaloncini e maglietta. Ma visto che stasera alla festa saremo mascherati e in forma terrena, dovrai essere più bella che mai per il tuo tesoro», concluse.

Sbuffai. Non c’era modo di sfuggire a quelle tre pazze. Perciò, esasperata, andai in bagno sbattendo la porta. Odiavo lo shopping!

Mi svestii e entrai nella doccia aprendo il getto dell’acqua calda, ne avevo proprio bisogno per rilassarmi. Dopo tutto era stata una serata movimentata quella di ieri. Arrossii ripensando a tutti i baci e alle sensazioni che mi avevano sconvolta stando con Sulfus. Non avevo mai sentito un desiderio tanto intenso percorrere il mio corpo, aveva una forza tale che mi spaventava. Ora capivo cosa voleva dire amare completamente una persona; voleva dire donarsi completamente a lui, desiderare che ti fosse sempre vicino, pensarlo sempre, in qualunque momento della giornata.

Scossi la testa e cercai di svuotare la mente. Dopotutto era il giorno del diploma e oggi sarei diventata una guardian Angel a tutti gli effetti. Era un giorno importante, non volevo rovinarmelo pensando continuamente al fatto che Sulfus e io saremmo stati divisi di li a poco.

Oh no, c’eravamo di nuovo maledizione! Insomma era troppo chiedere di pensare solo alla cerimonia per un po’?

Trascinata da quei pensieri mi resi conto per la prima volta che di lì a breve mi sarei diplomata ottenendo l’aureola radiante; prima la mia mente, preoccupata per Sulfus, non aveva realizzato completamente la cosa, ma ora c’era arrivata. Il mio sogno stava per realizzarsi!

Venni presa da un’ondata di euforia praticamente incontrollabile. Cominciai a ridere e a cantare, ballando sotto il getto dell’acqua, felice come non mai.

Uscii dalla doccia ancora ridendo. Mi avvolsi in un asciugamano bianco e uscii dal bagno. Dolce e Miki non c’erano più, molto probabilmente erano tornate nella loro stanza a prepararsi. Uriè invece era già pronta, con indosso toga e cappello, e mi aspettava vicino alla porta.

«dai Raf sbrigati, dobbiamo essere giù fra dieci minuti!», mi disse agitata.

Oh mamma fra dieci minuti? Meglio sbrigar mimi vestii velocemente con i vestiti di sempre, presi toga e cappello e me li misi velocemente.

Le toghe si differenziavano sia fra Angel e Devil che fra maschi e femmine: noi angel avevamo per le femmine una toga azzurro cielo, per i maschi una bianco nuvola, coordinate fra loro. I devil invece avevano per le femmine una toga rosso fuoco, per i maschi una nero pece. Arrossi pensando a come Sulfus sarebbe stato sexy con la toga nera.

Mi riscossi e andai da Uriè. La toga stava meglio a lei che a me. Recuperammo Dolce e Miki e, all’improvviso, sentimmo il suono di una fanfara riecheggiare per i corridoi e capimmo; era la fanfara che annunciava che la cerimonia stava per iniziare.

Immediatamente i corridoi si riempirono di angel diretti verso l’aula sfida, per l’occasione allestita ad aula magna per la premiazione. Oltre a me, Uriè, Dolce e Miki c’erano altri sedici angel in classe con noi che sarebbero stati diplomati. E c’erano altrettanti devil. Ma oggi non ci sarebbero stati solo gli stagisti, molti angel e molti devil arrivavano tutte le volte da Angie town e Zolfanello city per assistere alla cerimonia; era un evento importante, in quanto venivano nominati i nuovi angeli e i nuovi diavoli. Venivano perfino Serafini e Malebolge, gli emissari di alte e basse sfere, per presenziare alla premiazione. Era un evento che richiamava tutti.

Man mano che ci avvicinavamo all’aula sfida, aumentavano i devil per i corridoi finchè non diventammo un unico flusso che si dirigeva verso l’aula sfida.

Mentre camminavamo sentii una mano fresca posarsi sulla mia e stringerla. Mi voltai, continuando a camminare, sapendo già a chi apparteneva quella mano. Incontrai due grandi occhi d’oro e Sulfus mi sorrise. Dio quanto era sexy con la toga nera! Gli fasciava il corpo, mettendo in risalto i muscoli. I miei pensieri presero direzioni poco carine.

Mi riscossi. Ma che vai a pensare Raf! Mi urlai da sola.

I miei amici e i suoi si erano disposti casualmente intorno a noi, in realtà per non far vedere che ci tenevamo per mano. Apprezzai molto il gesto.

Vidi angel e devil scambiarsi occhiate d’intesa; chissà forse, con il nostro amore, qualcosa sarebbe potuto cambiare nei rapporti fra angel e devil. I nostri amici sembravano già essere più in sintonia di quanto lo fossero mai stati.

Quando entrammo in aula sfida rimanemmo a bocca aperta. Non era l’aula magna come ci eravamo aspettati; era un grande giardino, pieno di alberi e fiori, al cui centro sorgeva un enorme palco di legno, sul quale sedevano i nostri professori insieme a Serafini e Malebolge. Davanti al palco, numerose sedie ospitavano già angel e devil mentre le rimanenti si andavano via via riempiendo.

Io e Sulfus ci guardammo negli occhi e ci lasciammo. Per nostra sfortuna, oltre a non voler farci beccare dai professori, le sedie erano state divise fra angel e devil, con un corridoio in mezzo che portava direttamente al palco. A sinistra si sarebbero seduti gli angel, a destra i devil.

Ci avviammo per il corridoio e ci sedemmo in prima fila, in quanto stagisti avevamo posti riservati.

Quando ci fummo seduti tutti, Arkhan e la Temptel si alzarono per fare il discorso di chiusura, di cui non ascoltai una sola parola; ero troppo concentrata a lanciare occhiatine a Sulfus che, seduto in prima fila con i devil, ricambiava. Ero così persa nel mio mondo che quando Uriè mi toccò il braccio, sobbalzai.

«forza bell’addormentata», mi disse ridacchiando, «hanno finito il discorso, ora dobbiamo andare sul palco per ritirare i diplomi e ricevere l’aureola radiante».

Per una volta mi feci subito attenta, relegando ogni tipo di pensiero non inerente alla cerimonia, in un angolo del cervello; ero troppo emozionata.

Sia noi venti stagisti angel che i venti stagisti devil, ci alzammo e ci avviammo, da due scale differenti poste l’una di fronte all’altra ai lati del palco, verso i professori che ci attendevano per consegnarci i diplomi. Dopodiché serafini e Malebolge avrebbero attivato un incantesimo che ci avrebbe proclamato angel e devil a tutti gli effetti.

Ci mettemmo in fila per uno e cominciammo a salire la scala, man mano che il professore chiamava in nostro nome. Ci avrebbe chiamati in ordine alfabetico perciò, di noi quattro, la prima sarebbe stata Dolce, la seconda Miki, la terza io e l’ultima Uriè. Fra i quattro devil invece la prima sarebbe stata Cabiria, il secondo Gas, la terza Kabalè e Sulfus invece sarebbe andato per ultimo.

Fu incredibilmente veloce, considerando che era una cerimonia molto importante. Il professore chiamava lo stagista, gli consegnava il diploma e poi lo rimandava giù dal palco. Io non stavo più nella pelle. quando arrivò il mio turno, mi mossi con impazienza, non vedevo l’ora di ricevere il mio diploma. Ma non andò tutto liscio; quando salii sul palco, non mancarono i mormorii. Tutti sapevano del sacrilegio e, anche se i miei amici mi avevano perdonata, non voleva lo stesso per gli altri angeli di Angie town. Anzi, tutti non perdevano mai occasione di rinfacciarmelo, facendomi versare ogni volta calde lacrime di umiliazione.

Ma oggi no. Oggi era uno dei giorni più della mia vita e non me lo sarei fatto rovinare da un paio di malelingue il cui solo scopo nella vita era quello di rovinare gli altri. Perciò alzai la testa e camminai decisa verso il professore, senza timore degli sguardi degli altri puntati su di me. Arrivata, il professore mi mise in mano il diploma e mi disse, «complimenti Raf, hai conseguito il diploma con il massimo dei voti, sei stata la migliore della tua classe. complimenti» e mi mandò giù dagli altri. Io ovviamente, gongolavo di soddisfazione, alla vista degli altri stagisti che si rodevano le budella dalla rabbia per non aver ottenuto i miei stessi risultati, nonostante fossi stata tanto additata e oggetto di pettegolezzi.

Mi portai di fianco a Miki. «sai Raf, forse non dovrei», mi disse, «ma non sai quanto godo a vedere le facce degli altri che ti prendevano sempre in giro». E detto ciò scoppiammo a ridere.

Quando tutti, sia angel che devil, furono scesi dal palco Serafini e Malebolge si alzarono e si rivolsero a noi. «stagisti», dissero tutti in coro, «benvenuti nel mondo dei sempiterni!», e con questa semplice formula evocarono un incantesimo che avvolse tutti gli stagisti in una nebbia fitta. Quando si diradò noi angel avevamo la nostra aureola radiante, i devil invece le corna brucianti.

Un boato di giubilio esplose sia dai devil che dagli angel mentre i cappelli volavano in aria e un forte applauso si levava dal pubblico. Io e le altre ci abbracciammo forte e cominciammo a saltellare come delle matte, felici di aver finalmente coronato il nostro sogno. Quando mi staccai, cercai Sulfus con lo sguardo e, quando lo incrociai, si aprì in un sorriso esultante e mozzafiato, che io ricambiai. Avrei voluto correre da lui e festeggiare insieme ma non potevamo.

 E fu proprio quando la felicità era al culmine che un tuonò squarciò la quiete e, letteralmente, con una paurosa scossa di terremoto, si scatenò l’inferno.

YUHUUUUUUUUUU!!! ECCO LE RISPOSTE ALLE VOSTRE BELLISSIME RECENSIONI... GRZ DI CUORE UN KISS A TTT!!!^^

Alice19: CARA ALICE GRAZIE X LA FIDUCIA KE RIPONI IN ME E NELLE MIE STORIE... CMQ SI POSSONO BACIARSI SNZ PROBLEMI, XKE' IL VETO, DOPO AVER ESAURITO IL SACRILEGIO INIZIALE, NON HA PIU' ALCUN EFFETTO SUI DUE... UN PO' COME SE SI FOSSERO ABITUATI E NON VENISSERO PIù TOCCATI DAL VETO... CSI' PROBLEMA RISOLTO XD SPERO CHE QUESTO CAPITOLO NON ABBIA DELUSO LE TUE ASPETTATIVE... KISS ^^

_Elea_: ODDIO GRZ!!! ** CN TTT QUEI COMPLIMENTI MI FAI ARROSSIRE, NN SN POI CSI' BRAVA, SCRIVO QLL CHE PROVO... SN COMTENTA KE LA STORIA TI PIACCIA, ECCO IL NUOVO CAPITOLO TTT X TE... Sì LA MIA STORIA è ANKE SUL FORUM DI ANGEL FRIENDS, SEZIONE FAN FICTION... LI I CAPITOLI SN + AVANTI XKE' LI POSTO MAN MANO CHE SCRIVO, PERò LI VADO A POV NN A CAPITOLI.. SE VUOI PUOI ANDARE A LEGGERE I CAPITOLI PRIMA KE LI METTA QUI, PUO ACCEDERE AL SITO ANKE SNZ ESSERE REGISTRATA... KISS^^

Girl95Devil: SI FORSE ERANO + DI DUE PAROLE XD GRZ X LA BELLISSIMA RECENSIONE, MI HA FATTO MOLTO PIACERE LEGGERLA!!! SN CONTENTA KE LA MIA STORIA TI ABBIA COLPITA CSI' TANTO... AVREI VOLTUO VEDERE LA FACCIA DI TUA NONNA QND HAI GRIDATO DV ESSERE STATA DA OSCAR *RIDE AL SOLO PENSIERO* XD BEH X LA DANZA TRIBALE PUOI SEMPRE FARE 1 PIRA IN GIARDINO XD QST CAPITOLO SARA' + LUNGO RISPETTO AL PRIMO... IN EFFETTI + SCRIVO + I MIEI CAPITOLI INSPIEGABILMENTE SI ALLUNGANO --" IL MIO RECORD è TRENTASEI PAGINE PER UN CAPITOLO... EHM VABBE' LASCIAMO PERDERE... KISS GRZ!!!^^

kikka97/cloe97: MON AMOUR!!! KE BELLO TROVARTI ANKE QUI!!! SN DAVVERO CONTENTA KE CI SIA ANKE TU, HO BISOGNO DEL SOSTEGNO DI UNA LONG-FAN XD GRZ MILLE X I COMPLIMENTI, CM AL SOLITO 6 FANTASTICA!!! CONGRATULAZIONI TI SEI AGGIUDICATA IL PREMIO X LA PRIMA PERSONA KE MI HA MESSO FRA GLI AUTORI PREFERITI!!! I LOVE YOU!!! STO SCRIVENDO IL NUOVO CAPITOLO X IL FORUM TRANQUILLA KE NN VI ABBANDONO... KISS A PRESTO!!!^^

   
 
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