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Autore: darkroxas92    22/07/2010    5 recensioni
Fin dall'inizio dei tempi, l'Oscurità e la Luce sono state in lotta tra loro, tuttavia, nessuna delle due ha mai avuto il sopravvento sull'avversaria, lasciando l'universo in Equilibrio.
Dark, in apparenza è un ragazzo freddo e solitario, dal passato misterioso e oscuro, ma in realtà è un custode che combatte in segreto per salvare il suo mondo dalle forze che lo minacciano.
Dark, il custode dell'Equilibrio, si unirà a Sora, Riku e Kairi e comincerà un viaggio per i mondi, alla ricerca della verità su se stesso, per rimediare ai suoi errori... e per impedire che il passato si tramuti in un nuovo terribile presente.
Nuovi nemici, nuovi alleati: il gruppo di prescelti dalle armi leggendarie dovrà fare del suo meglio per fronteggiare questa minaccia.
Dal capitolo 54: "Io… ho rinunciato per sempre all’amore. È un sentimento per deboli, che ti rende incapace di ragionare…"
Attenzione: la fiction per la maggior parte dei capitoli è di rating arancione, ma in alcuni raggiunge il rosso (i quali verrano segnalati).
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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Ed ecco qui il nuovo capitolo.

Questo capitolo sarà una specia di special, diciamo una pausa abbastanza divertente... e credo che diversi lettori capiranno subito quale mondo ho scelto...

I crediti di questo capitolo li trovate alla fine.

Ma non voglio anticiparvi troppo, perciò rispondo subito alle recensioni:

@ Inuyasha_Fede: Beh, credo proprio che nemmeno Ranma dimenticherà presto quest'incontro XD. Per il discorso dei film... beh, prevalentemente saranno tutti anime e manga, ma credo che un paio di film li inserirò ancora... ma vedrò in futuro. Non sarà una cosa a breve comunque

@ Ciccio85: Purtroppo non ho molto tempo per vedere vari anime, comunque terrò in considerazione il tuo suggerimento. E mi fa piacere sapere che ti sia piaciuta l'idea di Ranma, mentre per Sora... aspetta e lo scoprirai.

@ Poldovico: motivo per cui questa ff non verrà nemmeno lontanamente usata come base per un futuro KH XD. Per Sora, riporto la risposta precedente. Mi dispiace, ma mancano ancora un po' di capitolo per scoprire la verità.

 

E ora, buona lettura

 

Capitolo 36: Un altro universo

Dark era nuovamente occupato ad osservare lo spazio.

“Cosa succede?” chiese Hikari.

“Sto ripensando a ciò che è accaduto a Sora l’altro giorno. Per un attimo aveva perso la sua identità. Ma ciò non sarebbe dovuto succedere…”

“Vuoi dire che era la volontà di Vanitas?”

“Probabile, anche se preferirei credere il contrario…”

“Ma non l’avevi eliminata? Avevi detto che a Sora sarebbe rimasta la forza, ma non la volontà di quel mostro… Com’è possibile?”

“Non lo so, ma lo devo scoprire.”

“Non puoi chiedere al maestro cosa fare?”

Dark abbassò lo sguardo.

“Non posso…”

“Perché?”

“Non riesco più a comunicare con i miei predecessori. Da quando mi hanno donato l’armatura, sono spariti. Probabilmente è una loro prova, ma al momento me la devo cavare per conto mio.”

“Capisco…” rispose la custode, prima di venire attirata dai monitor, che cominciarono a lampeggiare, senza però suonare.

“E ora cosa succede?” chiese, portandosi di fronte, seguita da Dark.

“Sembrano impazziti… Come se ci fosse qualche interferenza…” disse Hikari, poco prima che la Gummyship cominciasse a tremare.

“Chi è che si è messo ai comandi?” chiese Riku, entrando seguito dagli altri nella sala.

Si vedeva che erano stati svegliati dal tremare della Gummyship.

“Nessuno, ma i comandi sono impazziti all’improvviso, come se ci fosse un interferenza, e poco dopo la Gummyship ha cominciato a tremare”

“Ecco perché!” urlò Kairi, indicando un punto oltre l’oblò.

I custodi rimasero qualche secondo ad osservare quel buco nero di fronte a loro, che stava per inghiottirli.

“Maledizione!” esclamò Riku, mettendosi ai commando e cercando di tornare indietro, purtroppo senza successo.

“Perché non risponde ai comandi?” chiese Sora preoccupato, mentre si avvicinavano sempre di più al buco nero.

“Non ne ho ideaaaaaaaa!” urlò Riku, proprio mentre entravano in contato con il corpo celeste, che li inghiotti in un secondo al loro interno, oscurandogli vista e coscienza.

 

Dark aprì gli occhi.

Gli ci volle qualche secondo per riunire i ricordi, e non appena ciò avvenne, si alzò subito in piedi.

Si trovava ancora nella Gummyship, solo che essa era andata a schiantarsi su un mondo, riportando gravi danni.

Infatti Dark si accorse di diversi cavi elettrici che sbucavano dalle pareti, sprizzando piccole scintille.

Poi si mise ad aiutare gli altri, che erano ancora tramortiti dall’impatto.

“Ehi, svegliatevi” disse lui, lanciando sui compagni un curaga.

Hikari fu la prima a riprendere i sensi, seguito subito dopo dagli altri.

“Cos’è successo?” chiese Sora.

“In qualche modo ce la siamo cavata, ma… non posso dire lo stesso della Gummyship…”

“Emh… non per dire, ma dove siamo finiti?” chiese Riku, guardandosi attorno.

“A occhio e croce, su un giardino. E che è notte.” osservò Kairi, guardando fuori.

“Beh, non possiamo fare molto al momento. Ci conviene scendere e accertarci delle condizioni della Gummyship.” Disse Hikari.

 

Una volta usciti, poterono constatare che la situazione non era migliore.

Infatti la loro nave aveva riportato varie crepe, e sembrava impossibilità a volare.

“Questo è un bel problema…” disse Dark, prima che venisse interrotto da Kairi.

“R-R-Ragazzi…” disse lei. “Ditemi che ho preso una botta in testa e ho le visioni…”

“Come mai questa richiesta?” chiese Sora, girandosi verso di lei e rimanendo senza parole.

“Non è possibile!” urlò Riku.

I cinque custodi infatti erano di fronte ad un castello uguale identico a quello dell’Organizzazione XIII che avevano distrutto in passato.

Solo che a differenza di quello, questo non era sospeso in aria, ma era a terra e circondato da un giardino, di cui una parte era stata completamente bruciata dall’atterraggio della Gummyship.

“E quello cos’è?” chiese Hikari, indicando un cespuglio che doveva essersi trovato sulla rotta di caduta, dato che si vedeva che gli mancava una buona parte. Ma ciò che era rimasto sembravano delle zampe.

“Ma dove accidenti siamo finiti stavolta?” chiese Sora, prima che un urlò sovrastasse ogni parola.

“Il mio giardino!” urlò una persola, correndo verso il cespuglio.

“Ma quello è…” disse Dark, sorpreso come forse non lo era mai stato prima. “Marluxia…”

“Come hai detto, scusa?” chiese Sora. “Ma non faceva parte dell’Organizzazione XIII ed era stato eliminato prima da me e poi da Rexenet?”

“S-Si” rispose Dark. “O almeno così credevo…”

“Dovevo immaginarlo” disse un'altra voce. “Dove ci sono disastri, ci sei sempre tu, tuss!”

I custodi si girarono verso la fonte, per ritrovarsi così di fronte a Xaldin.

I cinque ragazzi evocarono immediatamente il Keyblade, pronti a combattere.

“Ehi Ehi, si può sapere cosa state facendo?” chiese il numero tre, per poi osservarlo meglio. “Ehi, cosa ti è successo Sora?”

“Di cosa stai parlando? E come mai sei ancora vivo?” chiese lui.

“Ancora vivo? Guarda che non sono mica morto.”

“Certo, come no. Se non fosse che ti ho trapassato io stesso avrei avuto anche qualche dubbio!” rispose Dark.

“E voi due chi siete?” chiese, indicando il custode dell’equilibrio e Hikari. “Non vi conviene tirare in ballo certe idee, potreste finire nei guai, sapete?”

“Umpf. E in che guai potremmo mai finire, sentiamo” disse Riku.

“Tu sta’ al tuo posto, Riku. O devo convincere Xemnas a lasciarti alle cure di Larxene?”

“Xemnas? Larxene? Sono vivi anche loro?!” chiese Kairi.

“Insomma, si può sapere cosa vi è successo a voi tre? Kairi, hai incontrato Larxene ieri sera al bar, com’è possibile che non te lo ricordi?”

“Cosa?” disse la custode stupita.

“E poi, come mai voi tre sembrate più grandi? Non potete essere cresciuti tanto in una sera! A me no che non siate andati a far visita al laboratorio di Vexen… Cosa che spero di no per il vostro colore.”

“Il nostro colore? Laboratorio di Vexen? Più grandi?” chiese Sora, per poi puntare il Keyblade sulla gola del numero 3. “Ci puoi spiegare cosa accidenti sta succedendo?”

“Questo – coff – dovremmo esserlo – coff – noi a chiederlo – coff – monello!” disse una voce dietro di loro, anticipando il numero 4.

“Capiti al momento giusto Vexen. Sei tu il responsabile di questo loro cambiamento?” chiese Xaldin.

“No. - coff – Al momento sto – coff – lavorando ad una – coff – nuova variante del – coff – ModT X-99. Niente – coff – che possa influenzare – coff – un cambiamento e una – coff – maleducazione del genere!”

“MOdT X-99?” chiese Sora. “E che cos’è?”

Quella domanda ebbe l’effetto di far scendere il silenzio sui due membri dell’organizzazione.

“Sora, - coff – sei sicuro di – coff – non aver accettato – coff – niente da Saïx?”

“Già. Solitamente fai salti di dimensioni olimpioniche non appena senti pronunciare quel nome…” disse Xaldin.

“Ok, ora mi sto stufando di questa situazione” rispose il custode. “Non ho la più pallida idea di cosa stiate parlando, ma so che voi due dovreste essere morti e sepolti!”

“Ehi! – coff – Modera i termini! Io – coff – ho intenzione di – coff – vivere ancora a – coff – lungo!”

“Come se finora non lo avesse fatto…” disse ironico Xaldin.

“Ok Dark, per piacere, apri un varco e spariamo da qui prima che perda il controllo…” chiese Riku, senza però ottenere risposta.

“La cosa non ti farà piacere…” disse infine in custode. “Ma non riesco ad aprire i varchi…”

“Cosa?”

“Già. Nemmeno io ci riesco…” confermò Hikari.

“State dicendo che non possiamo scappare usando i varchi?” chiese Kairi.

“Già, pare proprio che sia così” rispose tranquillamente Dark, per poi battere le mani e appoggiarle a terra, facendo così illuminare il terreno.

“Ma per fortuna l’alchimia è ancora utilizzabile.” Disse, pochi secondi prima che il terreno gli inghiottisse, per poi chiudersi sopra di loro.

 

“Ahia!” si lamentò Sora. “Potevi anche avvisarci…”

“Se lo avessi fatto ci avrebbero potuto fermare” rispose Dark, cominciando a scavare una galleria usando l’alchimia.

“E la Gummyship?” chiese Riku.

“Al momento non possiamo recuperarla, ma è talmente grossa che ci vorrà un po’ per poterla spostare, quindi per il momento possiamo stare tranquilli”

“Ma com’è possibile? L’organizzazione XIII teoricamente non dovrebbe essere stata eliminata per permettere il ritorno di Vanitas?” chiese Sora.

“Così credevo, ma a quanto pare ci sbagliavamo…”

“E poi perché ci parlavano come se ci conoscessimo? Per di più sembrava che si aspettassero fossimo più piccoli…”

“Non ne ho la più pallida idea…” rispose il custode dell’equilibrio, per poi cominciare ad aprire un passaggio sopra di loro. “Ora dovremmo essere abbastanza lontani dal castello… vediamo se scopriamo di più…”

In pochi secondi, i cinque custodi sbucarono fuori dalla buca, ritrovandosi così in una strada vuota.

“Uff… per fortuna non c’è nessuno…” disse Sora, guardandosi attorno. “Ma sbaglio, o siamo nella stessa città del Mondo che non esiste?”

“In effetti ci somiglia parecchio… solo che questa sembra essere abitata anche da qualcun altro oltre l’organizzazione XIII… dato che ci sono pure dei negozi…” aggiunse Riku, mentre si avvicinavano proprio ad uno di questi.

Poi, senza che potessero impedirlo, la porta del negozio si aprì, rivelando due ragazzi il cui volto era coperto da dei sacchetti di carta, da cui si vendevano spuntare alcune verdure.

“Salutatemi Xaldin e fatemi sapere se la roba andava bene!” disse la voce del proprietario del negozio.

“Senz’altro!” rispose uno dei due ragazzi, che a causa del sacchetto, andò a sbattere direttamente contro Sora, con il risultato che entrambi caddero a terra.

“Ehi Sora, tutto bene?” chiese l’altro ragazzo, riuscendo a muovere la testa quel tanto che bastava per vedere cos’era successo.

La conseguenza fu che lascio cadere il sacchetto per la sorpresa.

Dark, Hikari, Kairi e Riku guardavano la scena con una faccia che era l’unione tra il spaventato e l’incredibilità.

Infatti di fronte a loro c’erano Roxas e un altro Sora. Solo che entrambi sembravano più piccoli rispetto a loro.

“Ohi ohi…” disse il Sora più giovane, rialzandosi, trovandosi così faccia a faccia con l’altro Sora.

Tra i presenti scese il silenzio totale, che venne interrotto dai due Sora, che parlarono nello stesso instante.

“Certo che hai dei capelli strani, sai?” dissero assieme, facendo letteralmente cadere per la sorpresa gli altri.

“Ok… Temo che Xaldin dovrà aspettare per la sua minestra… Temo che prima dovremmo andare da un buon psicologo…” disse il numero 13, sbattendo gli occhi.

“Ehi, ma tu sei Roxas! Com’è possibile?” chiese il Sora grande.

“Lo conosci?” chiese l’altro Sora a Roxas.

“Ok, dopo Ranma ero preparata psicologicamente a tutto, ma non a questo. Non a questo!” disse Kairi, scandendo l’ultima frase.

“Emh… Sora?” chiese Riku.

“Si, che c’è Riku?” risposero i due Sora, per poi guadarsi nuovamente in faccia.

“Aspetta, ti chiami anche tu Sora?” chiese il custode grande.

L’altro, per tutta risposta, continuò a osservarlo per qualche secondo.

“Oh, cactus…” disse infine, per poi svenire.

I custodi guardarono il Sora del loro gruppo, che per tutta risposta rimase a fissare il suo gemello.

“Cactus?” disse infine. “Cosa accidenti centra una pianta?”

“Scusa Sora, ma non ti sei accorto di niente?” chiese Riku.

“Cosa? Del fatto che ho appena incontrato me stesso più giovane? Come facevo a non accorgermene, scusa?”

“Ah, ok, l’importante è che ne sei conscio…”

“N-No, aspettate un secondo!” li interruppe Roxas. “Si può sapere chi accidenti siete? Sarei stato propenso a chiamarvi Riku e Kairi, ma dubito fortemente che possiate essere loro! E come fa ad esserci un altro Sora, per giusta più grande?!”

“Emh…” disse Kairi. “A dir la verità noi siamo Kairi e Riku… e lui è realmente Sora… per quanto la cosa sembri assurda…”

Roxas rimase in silenzio per qualche secondo.

“Credo che a questo punto ci convenga andare dal buon vecchio Freud…”

“Freud? E chi sarebbe?” chiese Kairi.

“Un psicologo, mi sembra ovvio”

“Ah, perfetto. Con questo, abbiamo visto veramente di tutto…” disse Sora, per poi prendere il custode svenuto e appoggiandolo sulle spalle.

“Mi sembra il minimo portarlo io, dato che credo sia colpa mia se è svenuto”

“Già… Speriamo solo che non ci sia nessun altro oltre a loro…” disse Roxas, cominciando a fare strada.

“Di chi stai parlando?” chiese Dark.

“Oh, presto lo saprete. Intanto potreste spiegarmi da dove venite e come fatte ad essere uguali a Sora, Riku e Kairi, tanto da avere sia lo stesso aspetto che lo stesso nome?”

“A dir la verità questa dovrebbe essere la nostra domanda. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo, abbiamo visto cose che credevamo impossibili, ma finire in un mondo dove tutti sembrano conoscerti, i tuoi nemici che ti parlano come amici, e infine incontrare la copia perfetta di un tuo amico ma in versione ringiovanita non era minimamente pensabile” disse Hikari.

“Fino a prova contraria sono io quello che sta trasportando se stesso, ergo sono io quello che dovrebbe essere più sorpreso.”

“Povero Sora però…” disse Roxas. “Non fa in tempo a riprendersi da una minaccia che gli capita questo… Comunque siamo arrivati” concluse, indicando un palazzo di fronte a se.

“Perfetto. Cominciavo a stancarmi. Che piano?” chiese Sora.

“Ultimo, perc-“ chiese, prima di vedere Sora cominciare a volare.

Prima che potesse dire qualcosa, le sue braccia vennero prese da Riku, che si alzò anch’egli in volo, seguito dagli altri custodi.

“M-Ma voi volate!” disse lui stupito, mentre si allontanavano sempre di più dal terreno.

“Così pare” rispose Dark.

Ci misero pochi secondi ad arrivare all’ultimo piano, dove Sora bussò tranquillamente alla finestra.

“Crisantemo d'una passiflora vallesana! Si può sapere chi è che bussa a quest’ora?!” disse una voce proveniente dall’abitazione.

“Vado a vedere io… Hanno bussato alla mia finestra dopotutto…” rispose un'altra voce, poco prima che la finestra di aprisse, rivelando un signore anziano, che doveva essersi appena svegliato.

“Ciao Freud…” lo salutò Roxas.

“Ciao tuss. Cosa ti porta da noi a quest’ora?” chiese lui, per poi accorgersi dei due Sora. “Oh, ciao anche a voi, Sora.”

Per alcuni secondi nessuno parlò.

“Uh, aspettate un secondo!” disse infine Freud. “ROXAS! Tu stai volando!”

“A essere più precisi sono tenuto in sospeso nel vuoto… Ma non è questa la questione…”

“Ah, ti riferisci forse al fatto che di fronte a me c’è un Sora più grande di com’era ieri, in volo e che tiene sulle spalle un altro Sora?”

“Precisamente”

“Dunque mi stai dicendo che tutto ciò non è frutto della mia immaginazione svegliata da uno che ha bussato al vetro della finestra?”

“Proprio così”

“Capisco… COSA?!?!” urlò infine.

“Insomma Siegmund! Si può sapere che cosa ti prende?” chiese una voce femminile, anticipando l’arrivo di una donna, che osservava la scena senza riuscire a capire il perché il suo amico fosse caduto all’indietro dopo aver urlato.

“Roxas? Cosa ci fai fuori dalla finestra?”

“Beh, sai com’è, di recente va di moda farsi sollevare in volo… Potreste gentilmente aprire completamente la finestra che così possiamo entrare?!”

“Ok, ok, non agitarti tanto…” disse lei, facendo come chiesto.

Ma quando vide entrare dalla finestra Riku che portava Roxas, seguito da Kairi, Dark, Hikari e infine dai due Sora.

“Ehi, come mai ci sono due Sora?!” chiese vedendo quest’ultimi.

“Li ho portati qui proprio per scoprirlo… e anche perché uno dei due Sora, quello che conosciamo noi, è svenuto alla sua vista…”

“Non fatico a crederlo… E sono pure un psicologo!” disse Freud.

“Tuss!” urlò arrabbiata una terza persona, entrando in quel momento.

Era un ragazzo sulla ventina d’anni, che indossava un’impermeabile e un capello.

“Spero che voi abbiate un valido motivo per svegliarci!” continuò lui. “O avrò un valido motivo per testare il MOdT X-99 che mi ha inviato Vexen!”

I custodi non capirono il perché Roxas fosse corso a nascondersi dietro ai due Sora.

“A-Aspetta Ottoperotto… guarda chi c’è qui…”

Il ragazzo si fermò ad osservare per un secondo il Sora del gruppo di Dark, senza accorgersi che sulle spalle c’era l’altro Sora.

“Sora, sei andato nuovamente nel laboratorio di Vexen?”

“Emh… Otto, non vedi niente di strano?” chiese la donna.

“Che cosa dovrei vedere di più strano del tuss che sembra avere due o tre anni in più rispetto a ieri, Voce fuori campo?”

“Ma, non saprei… forse che sulle sue spalle c’è un altro Sora uguale identico al nostro tuss?!”

Ottoperotto a quel punto si accorse del particolare.

“Ok, appoggia a terra Sora e spiegami chi o cosa sei” disse semplicemente, per poi guardare gli altri custodi. “Poi anche perché sia Kairi che Riku sembrano più grandi e se mi presenti gli altri due sconosciuti se ti è possibile”

“Ok che solitamente sono uno che prima di mostrare la propria sorpresa ne fa passare di tempo, ma qui si esagera. Come fatte a conoscere Sora, Riku e Kairi?” chiese Dark.

“Forse perché sono nostri amici?” rispose Freud.

“Guarda, avrò anche perso la memoria nel castello dell’oblio, ma di voi proprio non mi ricordo” disse Sora. “E poi si può sapere che cos’è questo MOdT x-99 di cui parlate tutti?”

I tre rimasero in silenzio.

“Cioè, ci stai dicendo che non solo non ti ricordi minimamente di noi, ma che non sai nemmeno cosa sia il MOdT X-99?” chiese Voce fuori campo.

“Se dico di si vi offendete?”

“Impossibile… a me no che…” disse Ottoperotto. “Voi da dove venite?”

“Beh, a questo punto…” rispose Dark. “Temo che proveniamo da un diverso universo.”

“Aspetta. Vuoi dire che quando siamo finiti in quel buco nero siamo stati sbalzati in un'altra dimensione?” chiese Riku.

“Non ne sono sicuro… Ricordati che da dove vengo io quasi tutti credevano che i custodi, Kingdom Hearts e praticamente tutti gli altri mondi esistenti non fossero altro che il frutto dell’immaginazione di qualcuno, e non mi trovavo in un altro universo…”

“Un altro universo?” ripeté Voce fuori campo. “Sarei tentata di non crederci, però…”

“Beh, ci sono due modi semplice per vedere se è uno scherzo piuttosto astuto…” aggiunse Ottoperotto, per poi prendere da un mobile lì vicino una spazzola.

“Cosa ti viene in mente guardando questa spazzola… e ignorando il numero 13 che è corso fuori dalla stanza, se ti è possibile…” chiese a Sora.

“Beh, che è una spazzola… e se speri di riuscire a pettinarmi, ti dico subito che è una causa persa…”

“Incredibile… non ha avuto nessuna reazione…” disse Fred. “E ci ha confermato che qualunque Sora è conscio di avere una pettinatura impossibile…”

“Ok, questo era il primo modo. E il secondo?”

“Beh, se quella cassa messa sul mobile sopra Riku dovesse cadergli in testa, ciò confermerebbe che è veramente Riku, sottoposto a non so qualche esperimento del numero 3…”

“E perché dovrebbe cadermi in testa?” chiese il diretto interessato, per poi riuscire ad evitare per poco la suddetta cassa che era caduta giù.

“Ritiro la domanda…” disse lui deglutendo.

Ma l’attenzione di tutti si rivolse all’instante al Sora giovane, che non appena aveva ripreso i sensi, aveva cercato di attaccare l’altro Sora, che per tutta risposta aveva anch’egli evocato il Keyblade, con il quale aveva parato l’attacco.

“Credevo che un me stesso più giovane sapesse che non bisogna mai attaccare senza motivo...” disse quest’ultimo.

“Chi sei?”

“Sono te, Sora. Per quanto questo potrebbe costarmi una buona parte della mia salute mentale, di recente messa troppe volte alla prova…”

“Beh, come ho già detto, stavolta anch’io sono piuttosto sorpreso… ti ricordo che ho eliminato, aiutato da Hikari, ben tre membri che erano già stati eliminati una volta, e rivedere uno di loro che ti tratta come un ragazzo che conosce da tempo non è stato un bel colpo…”

“E se lo dice Dark è tut-” cominciò Hikari, prima di venire interrotta.

“DARK?!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Sora giovane e Roxas.

Pochi secondi dopo Dark si ritrovò puntati contro una spada laser molto simile a quelle usate da Xemnas, un libro, una padella e due Keyblade.

“Non ti avevamo mai visto in volto, ma non credevo che saresti arrivato a recitare fino a questo punto!” gli disse Voce fuori campo, brandendo la padella.

“Emh… Sono cosciente che potrebbe servire a poco, ma potrei chiedervi il perché di tale reazione se possibile?”

“E ce lo chiedi pure, distruttore dei nostri stivali?” chiese Roxas. “Sei venuto qui per farci rossi sia me e Sora!”

“Distruttore? Rossi? Non capisco…” disse Hikari, per poi evocare il Keyblade e prepararsi ad aiutare Dark. “Ma non mi ritirerò dal battermi se sarà necessario”

“Non preoccuparti Hikari… Se dovesse essere necessario li metterò temporaneamente fuori gioco… Comunque sia, da queste parti ci dev’essere anche un mio omonimo… e dalla loro reazione dubito che abbia passato la sua infanzia ad eliminare Heartless e Nessuno come ho fatto io…”

“Emh… Io sarei un Nessuno, sai…” disse Roxas.

“E allora?” chiese Hikari. “Anch’io lo sono stata, ma non per questo ho esitato ad eliminare Xemnas e innumerevoli Nessuno.”

“Cosa? Xemnas è morto?” chiese Freud. “E la notizia non si è diffusa? E dire che la morte di un politico dovrebbe saltare in prima pagina immediatamente…”

“Politico?” chiese Riku sorpreso. “L’ultima volta che lo abbiamo visto ha tentato di farci a fette a essere sinceri…”

Ma stavolta Riku venne interrotto da un bussare piuttosto forte alla porta d’ingresso.

“E ora cosa cactus succede?” chiese Ottoperotto, per poi vedere la porta cadere giù sotto un altro colpo, ritrovandosi così di fronte al numero 3, accompagnato da una suora, che aveva le mani chiuse a pugni.

“Lo sapevo che ti avrei trovato qui tuss. Grazie ancora per l’aiuto sorella” disse Xaldin.

“Deduco che era piuttosto urgente per chiedere a Nausicaa di venire a predicare la fratellanza qui…” commentò Freud.

“Aho! Rispetto, ne'?!” rispose la suora, per poi vedere i due Sora. “Ma cos’è, ti sei andato ad infilare in una fotocopiatrice formato 1:1?”

“Ah… allora non era stato il tuss…” disse Xaldin.

“A fare cosa?” chiese Voce fuori campo.

“A demolire la parte di giardino di Marluxia, colpendo in pieno il suo elefantino con una Gummyship versione villa, ecco a fare cosa!”

“Glom! Buona fortuna, me stesso…” disse il Sora giovane.

“Senza considerare che ora Vexen è caduto in depressione, temendo che il suo unico mezzo di minaccia ora sia inefficace…”

“Beh, questo è un lato positivo, no?” chiese Roxas.

“Lo sarebbe, se non fosse che nel frattempo sta studiando un nuovo metodo!”

“Beh, più tardi spiegherò io la situazione a Vexen… Molto più tardi, se possibile…” disse Ottoperotto. “Ora direi che la priorità è mettere momentaneamente fuori gioco darkroxas92…”

“Ah, ecco perché tutti quanti lo state minacciando” disse Nausicaa, per poi rendersi conto di cosa aveva detto. “Darkroxas92? Quell'infingardo 'gnorante distruttore di mondi della domenica?”

Dark sospirò quando vide Xaldin evocare le sue sei lance e la suora tirare fuori dei tirapugni d’acciaio.

“Sentite, credo che ci sia un piccolo equivoco… Il mio nome non è darkroxas92…”

“Confermiamo!” disse Kairi. “Il suo vero nome è…”

“No!” la interruppe il custode dell’equilibrio. “Ho già detto che la persona che rispondeva a quel nome è morta molto tempo fa! Il mio nome è semplicemente Dark. Niente di più, niente di meno.”

“Ben detto!” disse una voce proveniente da fuori.

“Oh no, non può averci seguito anche qui!” disse Sora. “Vieni fuori, Rexenet! Così possiamo farti fare la stessa fine di Malefica!”

“Rexenet?” chiese la voce. “Non ho la più pallida idea di chi stiate parlando… Per quel che mi riguarda, non appena ho saputo che c’erano ben due Sora, non ho perso tempo a recarmi qui per impartire a entrambi la giusta punizione…”

“Questa voce…” disse il Sora giovane. “Non è possibile…” continuò, mentre dalla finestra entrava un tipo incappucciato, del quale non si riusciva a vedere il volto.

“Darkroxas92!” urlarono tutti tranne i cinque custodi, che lo guardarono con curiosità.

“Ah, dunque è lui quello per cui mi avete confuso? Errore direi comprensibile… dato che effettivamente ci assomigliamo sia per nome che per gusti di vestiti, anche se ho abbandonato l’anonimato da un po’ di tempo…”

“Umpf. Non osare paragonarti a me, misero umano. Sono ad un livello superiore al tuo, sappilo.”

“Di cosa stai parlando? Mi sembri un umano anche tu” disse Hikari.

“Il fatto che tecnicamente è un uomo, non fa di lui uno al nostro livello” disse Freud. “Quell’essere ha già distrutto sei mondi, mandati in rovina altri due ed è sinonimo di flagello in almeno 14 dialetti diversi!”

“Però…” commento Sora. “Niente male…”

“Cosa?” chiese darkroxas92. “Dopo aver sentito tutto quello che ho fatto non sai dire altro che ‘niente male’? Si vede che vieni da un altro universo… infatti il tuo omonimo si è già rifugiato al sicuro dietro a quel detective”

“Sai com’è, ci tengo alla mia salute!” rispose lui.

“Bah, niente di speciale” disse Hikari.

“Cosa?!” chiese Ottoperotto. “Ma veramente non vi stupite di ciò?”

“Perché dovrebbero? Mi hanno visto disintegrare un intero mondo in pochi secondi. E anche Sora non scherza.” Rispose Dark.

“Ah, bene…” disse Voce fuori campo. “…COS’HAI DETTO?!”

“Non preoccupatevi, era un mondo disabitato. Finora ho ucciso solo due persone…”

“Ah che bello…” disse Roxas. “Aspetta, perché hai detto che nemmeno Sora scherza?”

“Scusa, ma preferisco non ricordare quel momento. Potrei perdere il controllo…”

“Da come parli sembra che tu sia una specie di bomba ad orologeria” disse Xaldin.

“Non lo so…” rispose il custode. “Ma so che se dovessi perdere il controllo, diventerei molto pericoloso per chiunque”

“Calmati Sora” gli disse Dark. “Il fatto che tu lo abbia perso una volta, e comunque verso una persona che ha provocato solo male non implica che tu sia destinato a doverlo fare ogni volta che combatti. Comunque sia non preoccuparti, qui ci penso io”

“Sicuro di potercela fare da solo? Saremo anche in un altro universo, ma ci è sempre vietato interferire con altri mondi!”

“Non preoccuparti Hikari. Non ho intenzione di ripetere ciò che ho fatto da bambino. Avrò una reazione simile solo nello scontro finale con Rexenet. Per ora…” rispose Dark, attivando sia lo Sharingan che lo Byaukan.

“Certo che i tuoi occhi sono strani” disse darkroxas92, creando nella propria mano una sfera d’energia. “Ma non pensare che ci andrò leggero perché siamo in un’abitazione”

“Mi dispiace” disse Dark rivolto agli abitanti di quel mondo. “Poi ricostruirò tutto” concluse, per poi creare una sfera di ghiaccio e una di fuoco.

“Gli affido a voi.” Disse, per poi unire le due sfere e lanciare l’unione verso l’avversario, che lanciò la sua, facendo così scontrare i due attacchi, che come risultato fecero saltare in aria la casa.

Ottoperotto e gli altri si salvarono grazie a quattro custodi, che avevano lanciato una magia di protezione attorno a loro.

“Cos’è successo?” chiese Freud. “Se ho visto bene, ha creato dal nulla del fuoco e del ghiaccio in contemporanea…”

“È l’unico custode in grado di farlo” rispose Hikari, mentre lo scudo di protezione portava a terra gli altri. “È in grado di fondere assieme tutti i tipi di magia”

“Ma lo ha fatto una sola volta con tutti e sette i tipi” disse Sora. “E come conseguenza, il mondo su cui si trovava è sparito nel nulla. Purtroppo per lui, l’unico vero obbiettivo di quell’attacco è in qualche modo riuscito a diventare un Nessuno…”

Ma qualunque risposta venne coperta dal rumore di un esplosione sopra di loro.

Infatti Dark e il suo avversario avevano scagliato nello stesso instante due sfere di fuoco, che scontrandosi tra di loro ne avevano creato una terza, che esplose, sbalzando all’indietro i due combattenti, che si fermarono a mezz’aria come se fossero andati a sbattere contro la terra.

“Sapevo che darkroxas92 era forte… Ma [CENSURA!] Non pensavo che esistesse un altro come lui!” commentò Xaldin.

“Peggio che quella 'gnoranta di Sorella Khatrina!” disse Nausicaa.
“Sorella Khatrina?” chiese Kairi.

“NO!!!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Xaldin, Roxas e Sora.

“Uh, brutta storia. Allora, eravamo in campeggio estivo, con quelle due o tre cose che il signore ci concede, tipo le tende termiche col frigo bar e i camper con parabola che ti riceviamo il TG venusiano...

Allora, era sera, e per fare atmosfera, la meschina ha deciso di accendere un bel fuoco scoppiettante di legna...

Questo perché aveva adocchiato una legnaia dei guardiacaccia abbandonata da anni, e, pensando di fare cosa buona, ha preso una cassa di ciocchi di legno...

Solo che quello non era una legnaia, ma il ripostiglio esplosivi dei partigiani, abbandonato nel '43...

Ora, la Khatrina, sai, 88 anni e una vista da far ridere al confronto a Tiresia (che era cieco,'gnorante), ha preso un ciocco e lo ha gettato nel fuoco...

Non era un candelotto di TNT?”

“E… si è fatta male?” chiese Riku.

“L'abbiamo dovuta raccogliere con il pennello da barbiere quella ’gnoranta (con quello che usa suor Macho per farsi la ceretta, per intenderci)... Ma poi l'abbiamo affidata a suor Rubrika, che ha la fissa dei giochi di puzzle e via dicendo... Più o meno è tornata come prima, anzi, meglio... Sono avanzati due pezzi come un femore e il pancreas, ma è stato comunque un miglioramento...”

“Ok, ora sono sicuro che non troverò mai un mondo dove non succede niente di strano…” disse Sora, per poi tornare a guardare in alto. “Speriamo solo che Dark si sbrighi a finirlo…”

 

Dark fu costretto ad attivare l’armatura per riuscire a diminuire il colpo che stava per ricevere.

Effettivamente il colpo in sé non risultò troppo efficace, ma fu sufficiente a spedirlo contro il palazzo, facendolo crollare.

“Menomale che i nostri vicini ci avevano raccomandato ‘Cercate di non demolire il palazzo mentre siamo in crociera’… Secondo voi la prenderanno bene?” chiese Freud.

“Come il numero tre quando scopre che due tuss sono entrati nel suo laboratorio…” rispose Ottoperotto.

“EHI!” urlarono assieme Sora e Roxas.

“Ho paura di scoprire cosa succeda al mio omonimo qui…” disse sottovoce a Hikari il Sora del gruppo di Dark.

Nel frattempo il custode era tornato di fronte a darkroxas92, che lo guardava divertito.

“Non credevo che un umano potesse resistere tanto a lungo… i miei complimenti” disse.

“Grazie. Anche tu non te la cavi male, sebbene non sei al mio livello…”

“Scusate se lo dico, ma il vostro amico non ha tutte le rotelle a posto. Prende in giro uno che come minimo non esiterebbe un secondo a disintegrarlo potrebbe risultare nocivo alla sua salute, sapete?” disse il numero tre.

“Abbiamo visto anche quello…” disse Riku.

“Come, scusate?”

“Nel senso che abbiamo visto Dark finire in miliardi di briciole, se proprio vogliamo essere il più chiari possibili…”

“Però… quindi ora è un Nessuno?” chiese Roxas.

“No, non è diventato un Nessuno”

“Un essere Asceso?” chiese Ottoperotto.

“Non sappiamo nemmeno cosa sia. Comunque è rimasto un comune essere umano. Il suo corpo in qualche modo si è salvato…”

 

“Capisco… quindi non temi di morire…” disse darkroxas92 rivolto al custode.

“L’oblio si rifiuta di accettarmi. L’ultima volta mi ha rispedito indietro. Non sono così stupido da dire di non temerla.”

“Vorrà dire che sarò io stesso a far sì che ti accetti!” rispose il distruttore, creando nella mano una sfera d’energia più grande delle precedenti, che poi scagliò contro il custode, che la parò con il Keyblade. Solo che stavolta la potenza fu tale da farlo indietreggiare di qualche metro.

Ma proprio quando Dark stava per desistere e lasciare che la sfera andasse contro altri palazzi, Sora andò a darli man forte.

“Lo so che solitamente preferisci fare tutto da solo, ma credo che stavolta una mano serva anche a te. E poi pare che il mio me stesso di questo universo abbia un qualche terrore verso questo tipo… Chissà se così non riesca a convincerlo a ribellarsi”

“Come vuoi Sora.” Disse Dark, per poi respingere assieme al custode la sfera verso il mittente. “Allora immagino che voglia essere tu a metterlo fuori gioco, vero?”

“Se non ti dispiace”

“Cerca solo di non perdere il controllo come l’ultima volta però, ok? Avrò già abbastanza da fare per ricostruire il tutto senza che tu mi aumenti il lavoro…”

“Non preoccuparti” disse il custode, per poi partire all’attacco.

Darkroxas92 rimase sorpreso da quel cambio d’avversario.

“E così, hai il coraggio di affrontarmi… Sarà divertente…” disse, per poi tirare fuori dalla tasca quello che sembrava un bastone di metallo.

“E quello cos’è?”

“Ah già, dimenticavo che tu non lo conosci, ma sono sicuro che ne hai già sentito parlare…” disse, mentre dal bastone usciva fuori una specia di laser, che prese una forma molto simile a quella di una racchetta da ping pong. “Perciò lascia che ti presenti il tanto famigerato MOdT X-99!”

Sora rimase sorpreso.

“Tutto qui?” chiese infine. “Una semplice spada laser dall’aspetto diverso?”

Tutti, tranne i custodi, spalancarono la bocca sorpresi.

“V-Vuoi dire che non ti preoccupi per niente?”

“Il mio corpo è stato impossessato da un pazzo che voleva distruggere l’universo” disse Sora. “E dopo aver incontrato un me stesso più piccolo, credo che ormai non sia rimasto più niente in grado di sorprendermi!”

“Cosa?”

“Sora…” disse Dark. “Non imparerà mai a stare zitto…”

“Quindi anche tu hai conosciuto il potere, ma nonostante questo ci hai rinunciato?” chiese sorpreso darkroxas92.

“Si. Io non sono fatto per lasciarmi controllare facilmente. Soprattutto se chi ti controlla di costringe a fare del male alle persone a cui tieni.”

“Che stupidaggini…” rispose il distruttore, per poi prepararsi ad attaccare. “Il potere è tutto!”

“Come vuoi…” disse il custode, mentre il suo Keyblade si illuminava. “Allora farò in modo che quell’arma non minacci più nessuno” concluse, lanciandosi all’attacco.

Lo scontro tra le due armi fu tale da creare dei piccoli fulmini attorno ai due guerrieri, che nonostante tutto continuavano a rimanere uno di fronte all’altro, con le rispettive armi occupate a tentare di avere la meglio sull’altra.

A quel punto Sora creò con la mano libera una sfera di fuoco, che scagliò contro darkroxas92, provocando un esplosione che spedì il distruttore per terra, facendogli creare un piccolo cratere.

Quando la polvere cominciò a sparire, tutti videro darkroxas92, che aveva ancora in mano il MOdT X-99 rotto a metà.

Poi, senza dire niente, il distruttore gettò a terra l’arma e sparì nel nulla.

“N-Non ci credo!” disse Sora. “Ha sconfitto darkroxas92!”

“Niente male per un tracagnotto” commentò Nausicaa.

Sora nel frattempo atterò tranquillamente.

“E anche questa è fatta… ora non ci resta che trovare un modo per tornare nel nostro universo…”

“Beh, direi che è semplice. Se siete arrivati qui con un buco nero, vi basterà riattraversalo, no?”

Un silenzio imbarazzante calò sui presenti.

“Ecco… teoricamente si potrebbe fare… ma ci sono due problemi…” disse Dark.

“Che sarebbero?” chiese Ottoperotto.

“Il primo sarebbe ritrovare il buco nero giusto. Non credo ne esista uno solo…”

“Potrebbe trattarsi di quello che si trova qui vicino. Non credo che abbiate fatto tanta strada, se vi siete schiantati qui…”

“Ah…” commentò Riku.

“Il secondo?” chiese Freud.

“Beh, il fatto che la nostra Gummyship non è nelle sue condizioni migliori… Sono in grado di ripararla, ma il programma non posso ricrearlo, e quello temo sia andato distrutto…”

A quel punto tutti si girarono verso Nausicaa, tranne i custodi che si chiesero il perché.

“Nausicaa, tu saresti in grado di fare un programma di navigazione per una Gummyship?” chiese Roxas.

Per alcuni secondi la suora non rispose.

“’Gnoranti!” disse infine. “Datemi del fil di ferro, un tamagotchi e due pezzi di lego e vedrete he Navigummy ti faccio su, vedrete!”

“Cosa?” chiese sorpresa Kairi. “Basta così poco?”

“Credimi, l’abbiamo vista creare una bomba atomica con una confezione di Chanterelles ed una di fagioli Borlotti ci aspettiamo di tutto da lei…” disse Voce fuori campo.

“Dimentichi il mio acceleratore di particelle costruito con un tubo di gomma e due calamite…” commentò Ottoperotto.

“Allora, dov’è ‘sta Gummyship?” chiese Nausicaa.

“Qualche minuto e sarà qui” rispose Dark.

“Impossibile, si trova nel nostro castello” disse Xaldin.

“E allora?” chiese Dark, battendo le mani e appoggiandole a terra. “Non sarò io a portarla qui!”

Il terreno sotto di lui si illuminò, fino a coprire l’intera strada.

Poi, come se niente fosse, un’enorme mano di pietra arrivò verso di loro, e sopra di essa c’era la Gummyship”

“Non ringrazierò mai abbastanza Ed per aver inventato tanti trucchi con l’alchimia” disse Dark, battendo nuovamente le mani, per poi appoggiarle sulle macerie del palazzo, che si illuminarono per poi tornare a compore in pochi secondi la loro forma originale.

“Come promesso vi ho rimesso a posto la casa” disse infine, guardando il gruppo di Ottoperotto, che era rimasto con gli occhi spalancati.

“Incredibile… Come ci sei riuscito?” chiese Roxas.

“Basta inghiottire una pietra filosofale ed è fatta. Ora… pensiamo alla Gummyship” disse il custode, battendo ancora una volta le mani, appoggiandole poi sui resti della nave, che tornò in pochi secondi come nuova.

“Ok, allora la lasciamo a te Nausicaa, ok?”

“Aho! Rispetto, ne'?! Altrimenti ti faccio fare la fine di-”

“Grazie Nausicaa, sono sicuro che vorrebbero sentire la tua storia, ma immagino abbiano fretta di tornare nel loro universo” la interruppe Ottoperotto.

“E va bene… Voce, mi potresti passare l’occorrente?”

Come se niente fosse, Voce fuori campo tirò fuori dalla sua borsa gli oggetti chiesti da Nausicaa, che poi entrò nella Gummyship armata di una chiave inglese.

Pochi minuti dopo i custodi sentirono i motori della Gummyship accendersi e videro Nausicaa uscire.

“Ecco fatto ‘gnoranti! Ora andrà meglio di prima!”

“Grazie mille” disse Hikari. “Certo, questo è stato un incontro un po’ particolare, ma in fondo, sempre interessante”

“Concordo…” disse Sora. “Ma ora che ci penso, non dovremmo sigillare la serratura anche di questo mondo?”

Rispondendo alla sua domanda, i resti del MOdT X-99 si illuminarono, per poi far partire un raggio verso il cielo, facendo apparire la serratura.

“Ricordami che se dovessi tornare sulla Terra, tu mi dirai sei numeri a caso” disse Dark a Sora, per poi puntare Balance verso la serratura, chiudendola.

“Ora si che possiamo andare” aggiunse, rivolgendosi agli abitanti di quel mondo.

“Dubito che ci rincontreremo di nuovo, perciò temo che questo sia un addio”

“Peccato” disse il Sora giovane. “È stato bello vedere me stesso sistemare darkroxas92”

“Beh, la prossima volta potresti occupartene tu, no?”

“Chissà… Ma ora vi conviene andare”

“Solo una cosa, Sora parallelo” disse ad un tratto Ottoperotto.

“Uh?”

“Da quello che ho visto, mi sembri un bravo ragazzo…” sorrise “Ma sa scopri, e al scopri, varda, cha t’è fai ul discul ‘n dal to univers, a l’importa mia ‘ndu cha l’sa trova, tal giur cha vegni la (a so mia cumee, ma ‘l fo, preocupat mia!) e t’an ciapat su ‘na ca’ cha ta padret mia setat gioo par ‘n mese, ciar, tuss?” terminò, semiserio.

“CHE HA DETTO?!” chiesero in coro Dark e Sora, fissando prima il detective, poi gli altri.

“Ehhh…” sospirò Voce fuori campo “Ha detto che, anche se sa che sei un bravo ragazzo, se scopre, e lo scopre, che nel tuo universo hai fatto il discolo, non importa dove, ti giura che viene a cercarti, non sa come, ma viene a cercarti, e allora, te ne da abbastanza per farti star in piedi per un mese…”

“A-aspetta…” Sora parve un attimo incredulo “Cioè, stai dicendo che mi – ”

“Solo se farai il monello, tuss…” sorrise Ottoperotto, scompigliando i capelli del giovane.

“Ehi!”

“Ora andate… Ho il fondato sospetto che abbiate del lavoro da fare…”

“E qualche collega mio da cui andare a prendere appuntamento…” ridacchiò Sigmund.

“Su questo, non ci piove…” mormorò divertita Kairi.

I custodi salutarono tutti, per poi salire sulla Gummiship.

 

“Tu che dici, funzionerà?”

“Non ne ho idea… ma al momento direi che non ci resta che attraversare nuovamente il buco nero, cercando di rimanere coscienti stavolta”

“E se dovessimo finire in un altro universo?” chiese Sora.

“Lo sapremmo subito. Abbiamo verificato che i nostri varchi funzionano solo nel nostro universo. Se saremo in grado di aprirli, sarà andato tutto bene” rispose Hikari, proprio pochi secondi prima che la Gummyship attraversasse il buco nero.

Stavolta i custodi sapevano cosa li aspettava, perciò riuscirono a rimanere coscienti.

Quando uscirono dal passaggio interdimensionale, la prima cosa che fecero fu verificare se i varchi si aprivano.

Toccò a Dark provarci, e per loro grande fortuna, davanti ai loro occhi il varco nero e bianco si aprì, permettendogli così di tirare un sospiro di sollievo.

 

 

(Ringrazio Ottoperotto per la concessione dei personaggi e per l’aiuto nella stesura del capitolo. La parte di Suor Khatrina e il discorso finale di Ottoperotto sono opera sua.)

   
 
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