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Autore: sweet_chocolate    22/07/2010    1 recensioni
Un vortice di risate, amori, tecnologia e tanti robot in cui vi trasporteranno una studentessa dal QI di un genio e la sua stravaante combriccola di amici e nemici. Una malattia che colpisce gran parte della popolazione con effetti disastrosi da cosa è causato? Ma sopratutto come mai tutti si comportano in un modo così strano...?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tonfo. Sentii la porta chiudersi dietro le mie spalle. Me l’ero cavata per un pelo. Subito dopo il sospiro, senza volerlo, i miei muscoli facciali si tirarono fino a comporre un sorriso. Era una reazione insensata, ma, dopo il batticuore che avevo avuto, era difficile evitarla.

Poco prima…

“Buongiorno signorina, cosa ci fa sotto la scrivania?”.
Una sottospecie di sorriso forzato, che visto da lontano sembrerebbe più una paresi, si stagliò sulle  mie labbra.
“Ehm…Salve…” fingevo naturalezza, se naturalezza significa  tentare di alzarsi sbattendo più volte la testa e scivolando subito dopo.
“Cosa ci faceva sotto la scrivania?” due sopracciglia arcigne inarcandosi cercavano di indagare su di me.
“Ehm… si, io ecco… stavo solo cercando… il mio…ehm… orecchino, si esatto il mio orecchino, mi è caduto e non riesco più a trovarlo così pensavo fosse finito in segreteria” mentivo spudoratamente, come se un orecchino potesse cadere e rimbalzare talmente tanto da finire in un’altra stanza, per di più chiusa.
“Allora cosa ci faceva in segreteria accovacciata sotto la scrivania?” la voce dell’uomo di fronte a me si fece possente quasi quanto i suoi muscoli .
 “Ecco… si allora io…”
“Ora che mi invento?” pensavo frettolosamente, il che non era facile dopo aver avuto un incontro ravvicinato con una lucertola.
“Lasciala stare Phil” quel ragazzo dai capelli di sole era intervenuto per salvarmi! Non ero più in pericolo!
“Appena avrò scoperto che faceva qui” disse il più anziano, nonostante fosse un bell’uomo, in confronto al ragazzo, sembrava come una cornacchia di fronte ad un pavone, non c’era confronto.
“Purtroppo stavo… ehm… vedendo…si! Stavo vedendo quelle magnifiche coppe, sono entrata in segreteria, in quel momento deve essermi scivolato l’orecchino, sa ci tengo molto, era un regalo di… ehm… la mia zia di 4° grado, non ci vedevamo molto, ma le ero molto affezionata, poi però è morta e…”con sguardo sognante gli propinavo una valanga di bugie. Dovevo essere stata un’attrice convincente, perché mi hanno guardata come se davvero conoscessi una zia di 4° grado.
Gli orecchini che avevo a casa, sulla scrivania, dentro al cassetto, li avevo comprati in un negozio, ma  era come se me li avesse regalati una mia zia di 4° grado. Dovevo pur avere una lontana parente, no? Ma questo non c’era bisogno di dirlo a Phil, che ormai era convinto della mia “innocenza”.
Con mio enorme dispiacere l’uomo della segreteria decise di “affidarmi” all’angelo, cioè al ragazzo che mi aveva difeso poco prima.
 Una manciata di secondi dopo si offrì gentilmente di aiutarmi a cercare l’orecchino. Nonostante avessi rifiutato insistentemente, le sue gentilezze erano troppe, così accettai, come avrei potuto resistere a quel sorriso? Così iniziammo a frugare per tutta la segreteria e la sala d’aspetto, nonostante cercammo per molto non trovammo nulla, e come avremmo potuto? Non esisteva nessun orecchino! Durante un quarto d’ora, di risate e chiacchiere, lui, l’aiuto segretario Frederick, affermò che in palestra venivano moltissimi perditempo, per quello c’era la segreteria “scappa e non tornare più”.
 “Pensa –disse ridacchiando, di nuovo mi sento cedere le gambe, nonostante stessimo per terra- in queste ultime ore mi sono arrivati dei messaggi di una persona…come dire, particolare? Non capivo che cosa volessero dire, penso che alcuni rimangano sgomenti dalla voce possente di Phil”. Accennò una risata.
“Ma che strano!” dissi ridendo istericamente.
Non era possibile aveva ascoltato i messaggi! Oddio e ora come avrei fatto? Avevo bruciato tutte le mie possibilità con lui, no, non ci volevo credere.  
“Allora come mai sei venuta qui?” disse alla fine, dopo aver rinunciato a cercare l’orecchino fantasma.
“Ah sì! Ecco… io ero intenzionata ad iscrivermi in questa palestra, glielo prometto non sono una  perditempo!” dissi nervosamente cercando di camuffare la voce al meglio. Quello che ne uscì sembrò più un preludio di vomito che altro. Non doveva capire che ero io quella dei messaggi!
“Certo, dammi il tuo numero così possiamo contattarci, il colloquio lo hai già superato, mi sembra che tu voglia fare kung-fu giusto?”.
Gli dettai il codice del mio cellulare, ma rimase un attimo sorpreso, cosa c’era avevo dimenticato qualche cifra, forse era sbagliato?
“Ma allora eri tu che lasciavi tutti quei messaggi, devo dire che non vedevo l’ora di conoscerti, mi ha molto incuriosito la tua determinazione. Di solito chi chiama e sente quel messaggio o riattacca, oppure ritelefona., se non risponde nessuno lascia perdere. Tu invece hai continuato a chiamare ancora e ancora, sai ammiro davvero la tua decisione.” Sorrise.
“Ehm…Ti ringrazio” farfuglio, non so se mi stia prendendo in giro o no, in ogni caso il suo sorriso era meraviglioso e questo mi bastava.
Un momento, il ragazzo-meraviglia aveva appena detto che mi adorava!Almeno era quello che avevo capito.

Potevo quasi camminare qualche metro da terra, ero così entusiasta che mi sarei messa a ballare! Ma perché non farlo? Nella via per la palestra non passava nessuno! Così improvvisai qualche passo di danza, una giravolta e…TUMPF. Tra le braccia di una figura nera. La mia felicità era al colmo che non gli prestai particolare attenzione. Il buio ne nascondeva parzialmente il volto, sembra sorridere, un sorriso conosciuto. Farfugliai un “Scusa” e tornai diretta a casa.
Finalmente mi riposavo a casa con i miei veri orecchini nel cassetto e con la consapevolezza che avrei rivisto ancora quel mezzo angelo.

Avrei Tempestato la mia migliore amica di telefonate raccontandogli ogni cosa nei minimi dettagli. Almeno era questo il mio scopo. Sarebbe stata una conversazione normale se lei fosse stata capace ad attivare un telefono ad ologrammi, ma purtroppo lei lo confondeva ancora con il frullatore.
“Katy mi senti?”
“S-si cert-to”
“Io non ti vedo, e ti sento malissimo!”
“Il m-mio mento è carinissimo? Si s-si lo so graz-zie!”
“No Katy! Non volevo dire questo. Hai attaccato il proiettore?”
“Il cupo mietitore? E’ un nuov-vo tipo di smalt-to?”
“Il filo blu Katy! Attacca il filo!”
“La cacca di Lilo? Sincer-ramente non ho guardato cos-sa ha fatto il mio gat-to…”
“Accidenti Katy! Lasciamo perdere e vediamo se riusciamo a capirci così! Ti volevo solo dire che oggi sono andata in palestra”
“Hai mang-giato la minestra? Ma siam-mo ad agost-to!”
“Kung-fu! La palestra! Ho conosciuto un ragazzo carino e…”
“Non pensavo che anche un pazzo dentino potesse fare il corso di Kung-fu! Ma guarda la tecnologia dov’è arrivata!”
Era chiaro che Katy non conosceva neanche lo spelling della parola “tecnologia”, ma neanche quello della parola “intelligenza”. Tuttavia bisogna dire che poteva elencare, in ordine alfabetico, tute le nuove collezioni di abiti, smalti, borse e accessori uscite nelle diverse parti del mondo. Sapeva esattamente che il trucco che cambiava colore era solo per le snob, mentre gli effetti più spettacolari venivano dati dall’ombretto PS, alias Pioggia di Stelle. Gli ombretti ad ologramma emulavano la pioggia di stelle che si poteva ammirare una volta l’anno, il 20 settembre, sulla strada vicino a casa mia.
In ogni caso Katy era la persona più alla moda, alla mano e al mondo che conoscevo.
“Katy non sento nulla, ci vediamo domani a scuola! Ti racconto tutto lì!”
“Lo so che non entri in una culla! Comunque non sentoniente, ora devo andare a farmi lo smalto. So che non puoi vivere senza di me, ma ci vedremo  presto, a domani!”.
A volte era impossibile il modo in cui si comportava, il mondo sembrava ruotare intorno a lei, ma non lo faceva con malizia, nei suoi modi di fare risultava sempre dolce.

A cena ero talmente felice che mi misi anche a intonare qualche nota di una canzone dolcissima, nessuno la conosceva ma a piaceva per questo, era solo mia. Ovviamente quella melodia mi ricordava Fred.
“When I’m next to you, I feel that my heart will never stop beating for you”
“Che hai tesoro?” disse mia madre con sguardo quasi preoccupato “Sembri strana”.
“Strana è il suo secondo nome mamma te lo sei dimenticato?” le frecciatine di mia sorella erano sempre pronte ad essere scoccate.
Dopo un’occhiataccia a mia sorella affermai che andava tutto bene. Tuttavia la mamma non dovette crederci molto perché poco dopo continuò con voce sempre più preoccupata: “Di solito ci parli dei tuoi progetti e di quale nuova invenzione potresti creare per migliorare il mondo…Stasera…Canti? Non vuoi illuminarci con qualche trovata scientifica?”
“Ehm no...” risposi.
“Cantare è una parola grossa, più che altro sembra che stia cercando di mandare un messaggio agli alieni” disse tra le risate papà.
“Ah-Ah-Ah, molto divertente, sono molto intonata se è per questo”.
“Si si, in confronto a te lo stridio dei ferri sembra il canto di un usignolo”. Le risate di mia sorella e il complice di papà fecero scattare lo sguardo assassino della mia salvatrice dalle labbra rosse:la mamma.
Dovrei inventare qualche cosa per rendere reali le volontà degli sguardi assassini, in questo caso sarebbe stato utile.
“Se c’è qualche cosa che non va ne puoi tranquillamente parlare con noi, capito tesoro?” un sorriso dolce e confortante si distese sulle labbra della mamma.

“Finalmente no ce la facevo più! Mi stavo annoiando talmente tanto che sentivo le mie scarpe passare fuori moda” la voce di Katy assomigliava più a quella di chi si è appena svegliata dal letargo piuttosto che ad una che ha appena seguito 3 ore di astrofisica.
“A me è sembrato interessante” dissi un po’ con sincerità, un po’ perché volevo stuzzicarla.
“Lucy per te è interessante anche una stupida molecola che si muove tutto il giorno senza una direzione precisa!”
“ Quella che studiavo per genetica era una particella e aveva una traiettoria che se avessi…”
“Ok non voglio sapere altro!” mi interruppe preoccupata.
“ Va bene, va bene. In ogni caso molto belle le tue unghie”.
Come un bimbo che scarta i regali il suo volto si illuminò.
“ Le hai notate eh?”
Sarebbe stato difficile non notarle visto che muoveva le mani in continuazione, neanche avesse il morbo di Parkinson. Tuttavia non c’era bisogno di quel turbinio, la luce che emanavano era sufficiente per notarle a 2 km. Sembravano 10 faretti di bolle che si muovevano sulle sue unghie in modo disordinato ma elegante.
Come ogni giorno avrebbe fatto invidia ad una diva del cinema. La sua bellezza non passava di certo inosservata, cosa che faceva andare in bestia Ashley.
Mentre le raccontavo delle figuracce del giorno prima, vidi le sue dita intrecciarsi intorno ai lunghi capelli neri che venivano illuminati dal grigio-azzurro dei suoi occhi divertiti, anche la sua risata cristallina era travolgente.
Una mano forte si intrecciò alle sue dita, strattonandola, con poca delicatezza attirò a sé quella creatura meravigliosa baciandola.
    Mark, il fidanzato di Katy, non mi era mai piaciuto. Mi aveva sempre dato l’impressione di assomigliare ad un armadio, forse era per questo che a Katy piaceva, d’altronde lei adorava i guardaroba.
In ogni caso un suo baraccio equivaleva a 6 dei miei. A stento si ricordava il suo nome e la via in cui abitava. La mascella inferiore era troppo sporgente, la prima volta che l‘avevo visto pensavo che la usassero come poggia-oggetti. In particolare il suo sguardo era sempre stato vacuo e abbastanza cattivo. Non avevo idea di cosa ci trovasse Katy in lui.
  In ogni caso il giorno dopo avrei iniziato Kung-fu! Non potevo credere che avrei potuto parlare ancora con Fred!


Ecco un nuovo capitolo! Ci ho messo un po’ per aggiornare perché non ho avuto molto tempo. In ogni caso questo capitolo serve ancora per far entrare in scena i personaggi, ma dal prossimo penso che  le cose si muoveranno un po’. Che faranno Lucy e Fred? Riusciranno a conoscersi meglio? Magari ad uscire? Qualche cosa o qualcuno si metterà tra di loro? Katy e Mark? E il ragazzo del bacio che fine ha fatto?  
Ringrazio tantissimo in particolare il mio critico personale che rimane nell’ombra ma mi da sempre ottimi consigli, e quelli che mi sostengono sempre. Ok così sembra che io stia per vincere il premio per aver combattuto il cancro e non era la mia intenzione hehe. Comunque leggete e commentate! Baci a presto. 
  
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