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Autore: reby    22/07/2010    8 recensioni
Improvvisamente, tutto il tempo che erano stati lontani sembrò piombare tra di loro come invisibili macigni, inducendolo quasi a credere di trovarsi un estraneo davanti agli occhi.
La colpa in verità non era affatto sua, e Yamato lo sapeva bene. La spirale che gli aveva portati a separarli era stata iniziata da lui.
Lo sapevano tutti.
Ma due mattine prima, quando Tai l’aveva cercato in ufficio aveva capito quanto fosse migliore di lui.[...]
Il destino aveva voluto farli rincontrare in quelle circostanze orribili, ponendogli di fronte la più grande e triste verità.
La realtà non aspetta mai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se guardandoti negli occhi
sapessi dirti basta
ti guarderei.

Se telefonando – Mina.
 
 
 
 
 
 
Tokyo Central Ospital.
Mimi era corsa sul tetto, dopo quell’incontro.
Tremava, ancora.
Quando aveva lasciato il piccolo Taichi con Izzy, lui non le aveva fatto nessuna domanda.
Aveva capito, solo guardandola, cos’era successo.
Aspirava irrequieta la nicotina dalla sigaretta, poggiata alla ringhiera coperta dalla tettoia, osservando la pioggia che lavava Tokyo.
Non doveva fumare, lo sapeva.
Fumare rovina la pelle ed i suoi denti perfetti signorina Tachikawa.
Rise tra se e se ricordando le parole del suo curatore d’immagine. Era cambiata molto negli ultimi cinque anni. Certo, solo chi la conosceva davvero poteva notare la differenza. Non era più capricciosa o la ragazzina abituata ad avere tutto e subito.
Il tempo l’aveva modellata in una nuova Mimi, con un passato da dimenticare.
-Non sapevo che adesso fumassi.-
La sigaretta le sfuggì dalle sottili dita, finendo sotto la pioggia. Non rispose.
La sua voce…aveva il potere di destabilizzarla anche a distanza di cinque anni.
Cominciò a sudare freddo, fissando prepotentemente davanti a sé ma senza osservare davvero qualcosa.
-Non sai molte cose di me, adesso- sibilò velenosa la ragazza.
Lo sentì sospirare. -Lo so-.
Passarono diversi minuti, immersi nel ticchettare prepotente delle gocce di pioggia. Mimi non si muoveva né aveva intenzione di girarsi.
Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, lo sapeva fin da quando aveva accettato di tornare.
Ed ora doveva essere forte.
Doveva dimostrare a sé stessa di non essere più la capricciosa ed arrendevole ragazzina con la quale si era rapportato Matt.
Ora era una donna.
-Stai con Izzy?-
Sgranò gli occhi a quella domanda così diretta. Ignorò il suo cuore e si concentrò sulla rabbia che sentì montarle dentro poco alla volta.
Si voltò furiosa, stupendosi però di trovare Matt con il capo chino ed i pugni serrati lungo i fianchi.
Era…fragile.
-No!E mi chiedo per quale motivo t’interessi la mia vita privata!- sbraitò contro di lui, sentendo la mole di rancore e dolore che scalpitava chiedendo d’uscire.
Lo spinse con entrambe le mani, facendolo barcollare pericolosamente e lui alzò lo sguardo di ghiaccio su di lei.
Mimi era furiosa.
-Tu hai tradito la mia fiducia!Stavi per andare a letto con mia migliore amica approfittando della sua sbronza il giorno prima del suo matrimonio e della sua insicurezza!Perché sai che sarebbe successo se Tai non fosse arrivato!- gli rigettò contro tutti i suoi pensieri con il petto che violentemente si alzava ed abbassava assecondando il ritmo incessante del cuore.
Tuttavia, sentì gli occhi farsi lucidi.
Ma non doveva piangere. Non di nuovo, non davanti a lui.
-Mi odio profondamente, Mimi.-
La ragazza rimase colpita da quel sussurro. Ma la rabbia era ancora troppo forte per poterla sostituire con i sentimenti che aveva nascosto nel profondo.
-E’ il minimo che tu possa fare, Ischida.-
Matt si sentiva completamente impotente. Era come se stesse affogando circondato da una marea di gente senza nessuno desideroso d’aiutarlo.
-Mimi io non avevo capito quanto in realtà tenessi a te…-
Si fermò, guardandola con le pupille sgranate. Si portò la mano sulla guancia offesa, sentendola pulsare.
L’aveva appena schiaffeggiato…
-Non osare rifilarmi una cosa del genere, Matt. Non dopo cinque anni d’inferno che ho passato a causa tua. Tu non immagini cosa ho patito in tutto questo tempo…- si fermò, lasciando cadere la frase nel suono incessante della pioggia.- A causa tua non riuscivo più a fidarmi di nessuno!Se tu, il mio migliore amico, il mio primo vero ragazzo, mi avevi presa in giro, cosa avrebbero potuto farmi gli altri?Eh?Ti rendi conto adesso?-
Yamato non rispose.
Aveva ragione lei. L’aveva sempre saputo.
-Oh, senza contare che hai rovinato la vita al tuo migliore amico. Ma l’hai visto, Matt?Ti sembra forse Tai il ragazzo che ci siamo trovati di fronte ora?Rispondi!-
Il biondo sospirò, sentendo il cuore cadere a pezzi.- No, affatto. Hai ragione Mimi, sono stato un vero stronzo. Ho rovinato la vita a tutti voi e merito la vostra rabbia ed il vostro rancore. Specie il tuo.-
Mimi non riuscì più a frenare le lacrime.
Aveva ceduto.
-E sai perché mi odio anch’io?- sussurrò, abbassando il capo evitando così di guardarlo negli occhi.
Matt rimase in attesa, colpito da quel cambio repentino.
La sentì ridacchiare prima che alzasse nuovamente lo sguardo sul suo viso. - Perché nonostante il dolore che hai provocato a tutti noi, nonostante la delusione, non sono mai riuscita a dimenticarmi di te. E credimi, mi odio dal profondo del cuore per questo.-
Non riuscì a credere alle sue orecchie.
Dopo cinque anni, gli aveva confessato d’amarlo ancora. Nonostante tutto..
Mimi lo scostò con violenza precipitandosi all’interno dell’ospedale senza aggiungere altro.
Aveva confessato.
Non ce l’aveva fatta a mantenere il distacco e la freddezza che si era imposta. Non era servita a niente la distanza perché nel suo cuore sapeva che c’era una sola verità. E non sarebbe mai cambiata.
-Mimi aspetta!-
Sentì Yamato urlare concitato nella sua direzione e, nonostante ogni singola fibra del suo essere urlava, sbraitava di non fermarsi, ascoltò l’unica parte che le ordinava l’esatto contrario: il cuore.
Non si voltò.
-So che è tardi per le scuse. E’ tardi per dirti che ho sbagliato. Ma ho capito quanto in realtà ti amassi solo quando ti ho persa.-
Le lacrime di Mimi aumentarono,e scossa dai singhiozzi com’era voleva correre via il più presto possibile.
-E da quando l’ho capito è stata la mia unica certezza,- concluse Matt con un sussurro.
Alzò lo sguardo sulla figura minuta che gli dava le spalle e non poté fermarla quando la vide correre via.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il sole si affacciava timido dietro la grande finestra della camera da letto di Tai Yagami.
Il ragazzo era sveglio da qualche minuto e, sollevato sul gomito e con il viso poggiato sulla mano, osserva Sora dormire.
Non riusciva a crederci.
Le scostò delicatamente i capelli che le coprivano in parte la guancia e la sentì mugolare nel sonno.
Sorrise.
Le carezzò delicatamente la guancia, chiudendo gli occhi.
Ispira, Tai.
Il suo profumo lo inebriava completamente. Non l’aveva mai dimenticato: la sua pelle fresca, con quell’odore di pesca…non era cambiata affatto.
Lentamente si alzò e si diresse in cucina per preparare la colazione.
Il giorno prima era stato a dir poco meraviglioso. Si erano ritrovati dopo tanto tempo ancora più innamorati, ancora più bisognosi l’uno dell’altro.
E con un figlio da crescere. Insieme.
Avevano parlato a lungo, di tutto e di niente, di quello che si erano persi ma soprattutto avevano parlato del piccolo Taichi.
Sora pianse quando gli raccontò di quanto gli somigliasse, di come nei suoi occhi spesso vedesse i suoi…di quando, presa dallo sconforto, si trovasse a piangere di nascosto.
Tai scoprì che suo figlio –gli faceva balzare il cuore in gola ogni volta che ci pensava- aveva ereditato da lui la passione per il calcio. E il cuore gli si riempì d’orgoglio.
Non vedeva l’ora di poterlo conoscere realmente, di poter recuperare tutto il tempo che aveva perso.
Poi beh…sorrise, pensando alla foga con la quale erano finiti sul letto.
Si erano amati, nuovamente. Con passione, con disperazione, con amore.
Sora aveva chiamato Mimi per chiederle di badare a Taichi per qualche ora ma poi si erano addormentati, stretti in un dolce abbraccio.
Non si sarebbero divisi mai più, pensò fermamente Tai mentre portava il vassoio con le tazze di caffè in camera.
Mai più.
-Tai…- Sora mormorò il suo nome con la voce ancora impastata, toccando la parte del letto accanto a lei, vuota.
La vide allarmarsi immediatamente e tirarsi a sedere, guardandosi intorno. Poi, non appena lo vide fermo davanti alla porta con il vassoio in mano, la sua espressione crucciata si distese in un sorriso.
-Non vado da nessuna parte-, le disse semplicemente ricambiando il suo radioso sorriso. Poggiò il vassoio sul comodino e si chinò a darle un lieve bacio.
Il cuore di entrambi martellava furiosamente.
Si può dimenticare il sapore delle labbra della persona che ami anche dopo tanto tempo?
E’ possibile cancellare via il ricordo dei momenti trascorsi, delle emozioni?
No.
Si allontanarono solo di qualche centimetro, per guardarsi negli occhi con tutto l’amore che avevano conservato in tutti quegli anni.
Non si può.
 
 
 
Lo puoi vedere anche nei film
che per amore non puoi morire,
ma puoi soffrire anche cent'anni
senza capire perché.

Gianni Morandi – L’amore ci cambia la vita
 
 
 
 
 
Mangiarono la colazione tra baci e sorrisi silenziosi.
Non c’era niente d’aggiungere a quel momento. Sora aveva chiamato Mimi ma, con gran sorpresa della ragazza, il telefono era spento.
Compose il numero di Izzy in fretta, preoccupata, ma il ragazzo la tranquillizzò assicurandole che il piccolo dormiva ancora e che si era comportato benissimo.
E aggiunse che Mimi aveva bisogno di lei.
-Ci sono problemi?- domandò Tai, scrutando la sua espressione crucciata non appena chiuse la chiamata.
-No…o almeno credo. Izzy ha detto che Mimi ha bisogno di me-.
Il ragazzo la guardò, carezzandole dolcemente una guancia.
Era ancora più morbida di quanto non ricordasse.
-Credo sia per via di Matt. Si saranno incontrati.-
Lo disse semplicemente, senza nessuna inclinazione strana nella voce, nessun tentennamento.
Ma Sora s’irrigidì ugualmente. Si sistemò in imbarazzo le coperte sulle gambe, mentre distoglieva lo sguardo.
Ma Tai le prese il viso con entrambe le mani, costringendola a guardarlo.- Anni fa, il mio orgoglio ferito mi ha impedito di perdonarti e d’andare avanti. Non farò più lo stesso errore Sora-.
-Tai io…- si ritrovò la gola secca. Non sapeva che dirgli. Un semplice mi dispiace sarebbe risultato solo banale.
-Shh…non dire niente ora. Non serve. Siamo insieme, siamo…- sorrise, prima di continuare- ..una famiglia. Non conta nient’altro.-
Lo abbracciò con tutta la forza che possedeva, circondandogli le spalle larghe ed affondando il viso nell’incavo della sua spalla.
-Ti va di conoscerlo?- gli chiese titubante.
Non sapeva ancora ben definire le emozioni che aveva visto passare negli occhi di Tai il giorno prima, quando parlavano di Taichi.
Ma la risposta che le diede quella mattina, cancellò ogni dubbio.
-Non aspetto altro di conoscere mio figlio, ora che ho riavuto te.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Eccomi qua!
Con più di un mese di ritardo, aggiungerete giustamente voi. Che dirvi, tra esami e ispirazione lontana non ho potuto fare di meglio.
La parte di Mimi e Yamato mi ha dato fin troppi problemi…non so come vi sembrerà, inutile dire che aspetto critiche e consigli!
Avevo detto che questo sarebbe stato il penultimo capitolo ma rettifico: credo lo sia il prossimo. Dunque in linea di massima e se non cambio nuovamente idea, vi aspettano ancora altri due capitoli!
Non mi resta che ringraziare martnyny, mijen(sono contenta che la storia ti piaccia e che tu l’abbia seguita!:D)Maximillian Granger, Selhin(Nuova lettrice anche tu, grazie mille per la recensione!Avevo gli occhi a cuore quando l’ho letta!).
E tutti quelli che l’hanno aggiunta nelle varie categorie(preferite,seguite,da ricordare)!Spero di leggere qualche vostra recensione, ad una povera scrittrice fa sempre piacere!
A presto, vi prometto di non farvi aspettare così tanto,
Sabrina
 




   
 
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