Capitolo 60: Epilogo.
Bill scese dal palco,
con l’asciugamano attorno al collo e con un lembo di esso si deterse il viso
rigato dal sudore; dietro di se Tom e il resto della band, continuavano a
lanciare acqua dalle proprie bottiglie sulla folla urlante.
Era felice.
Il “Back to retourne
tour”, stava andando benissimo.
Nell’ultimo anno,
dopo il reality tutto era tornato al proprio posto, i fan continuavano a
richiedere le loro esibizioni e facevano andare in sould out gli stadi che li
ospitavano.
A sorpresa erano
stati candidati persino per un grammy award, per il loro ultimo album che
riscuoteva sempre più successo. La stampa per la prima volta nella loro
carriera aveva decretato i Tokio Hotel come il gruppo più rappresentativo della
musica europea, per i suoi temi sempre attuali e la musica dal forte sound
innovativo.
Non poteva desiderare
di meglio.
Si adagiò sulla
poltrona nel back stage, mentre ancora il pubblico acclamava a gran voce un
Bis. Sorrise a tutto quel calore. Tom, prese anche lui un asciugamano e si
asciugò a sua volta dopo aver deposto la chitarra sul suo piedistallo; poi si
sistemò sulla poltrona vicina alla sua.
-
È stato da paura…….uno dei nostri
migliori concerti……Parigi ci sorprende sempre.
-
Hai ragione…..
-
Più che ragione fratellino…….mai come
ora amo fare questo lavoro.
Nel frattempo
sopraggiunsero anche gli altri due, i quali entrarono nel camerino, ridendo e
facendosi dispetti.
-
Wow ragazzi…..sono esagitati di là…..ci
acclamano ancora nonostante 2 ore piene di concerto.
Disse il bassista
prendendo anch’esso un asciugamano per detergersi.
-
E lo credo bene……se non ci fossi io
come batterista sareste finiti con le pezze al culo.
Sentenziò Gustav, il
quale la prima cosa che fece fu prendere il cellulare per chiamare la moglie
Sofia che purtroppo non aveva potuto seguirlo per motivi lavorativi.
In effetti nessuna
loro compagna li aveva seguiti.
Tutte erano rimaste
ad Amburgo.
Il batterista si girò
e con espressione corrucciata attaccò l’apparecchio. Bill si preoccupò.
-
Gas, è successo qualcosa?
Il ragazzo
occhialuto, alzò lo sguardo verso il cantante.
-
Strano, ma Sofia mi aveva risposto e
poi immediatamente riattaccato in faccia.
-
Sarà caduta la linea…….
Aggiunse Tom.
-
No, no, mi ha proprio risposto e messo
giù…..
In un attimo, accadde
il panico. Tutti i cellulari dei componenti del gruppo iniziarono a squillare in
contemporanea; tutti si affrettarono a rispondere. Dall’altra parte in multi conversazione
la voce agitata di Julia giunse a loro un po’ gracchiante.
-
Non perdete tempo……Bill corri…….Dalia…….sala
parto………
Poche parole a
mozzichi riuscirono ad udire, poi la linea cadde lasciando il vocalist
sgomento. Tom, lo scosse per un braccio.
-
Bi, i bambini stanno per nascere…..dobbiamo
tornare a casa…..
Senza proferire
parola, il gemello corse verso il tour bus cercando David. Mentre al telefono
prenotava all’aeroporto un volo per Amburgo.
Doveva fare presto.
Tom, si fece chiamare
un taxi al volo mentre riuscirono a scovare il manager. Correvano per tutto lo
stadio, come se fossero degli invasati, agitando le braccia e dicendo parole
sconnesse tra loro.
David Jost, vide
tutta la scena e pensò che li avesse morsi una tarantola, gli si avvicinò.
-
Ragazzi ma che succede?
Bill, passandogli
davanti senza fermarsi gli gridò:
-
David….sto per diventare padre…….devo
andare….
-
Ma il tour …mancano ancora due tappe……..
Ma ormai il moro
aveva già raggiunto l’uscita e bloccato il taxi.
-
Dave….tranquillo ci vediamo alla
prossima data….
Gli urlò allora Tom
superandolo e con lui Georg e Gustav.
-
Ohhh andate via anche voi?
-
Si Dave……ci dispiace…ma sono i primi
bambini Tokio Hotel….è un evento specialmente perché figli di Bill.
Così, raggiunsero di
volata tutti il taxi dove il cantante ormai spazientito li attendeva.
-
Ce l’avete fatta…….avanti al Charles
de Galles, il prossimo volo parte tra meno di 40 minuti dobbiamo fare presto…….
Il
tassista ingranò la marcia e partì a razzo.
Purtroppo
quella sera Parigi risultò parecchio intasata dal traffico, così i quattro
passeggeri iniziarono a scaldarsi e a pensare che non avrebbero fatto in tempo
a prendere l’aereo.
Sbraitarono
in tutte le lingue che conoscevano; ma il povero autista continuava a limitarsi
a rispondere in francese che non era colpa sua; la strada era bloccata e lui
non poteva farci nulla. Tom, allora ormai stressato dalle urla isteriche del
fratello, che continuavano ad aumentare di volume fracassandogli i timpani, così,
fece fermare l’auto e di peso prese il tassista, il quale cercava di opporsi. Il
poveretto impotente, venne comunque infilato
dal chitarrista, al suo posto dietro tra
Georg e Gustav che lo bloccarono.
Lui
si mise al volante e guardò gli altri.
-
Ora tenetevi ben saldi……si vola.
Bill, lo guardava con
gratitudine, e lui con sguardo ammiccante ringranò la marcia e sgommando iniziò
la sua corsa all’aeroporto. Con agilità svicolava ad alta velocità le vetture
che lo ostacolavano, una mano sul volante e l’altro sul cambio come nelle
migliori corse di really. Le luci gli sfilavano sul volto velocemente, mentre
aveva gli occhi puntati sulla strada. Il navigatore gli indicava il percorso da
intraprendere, e con rapidità arrivarono all’aeroporto. Come fulmini si
catapultarono giù dalla vettura, Tom lanciò all’autista ancora scioccato 100
euro per la corsa ed il disturbo arrecatogli, e corse anche lui verso il gate.
Intanto in una
clinica privata per partorienti, Dalia arrivò, scortata dalle sue amiche; le
quali erano molto più nervose dell’interessata. Le si agitavano intorno dandole
solo fastidio.
Julia, continuava a
darle indicazioni sulla respirazione alamase, che le avrebbe alleviato i dolori
delle contrazioni; le quali ormai erano molto ravvicinate, ma ancora non le si
erano rotte le acque.
Purtroppo queste
attenzioni lei le voleva dal marito.
Aveva bisogno di Bill
in quel momento.
Non voleva partorire
senza di lui.
Era sciocco il suo
pensiero, perché il cantante si trovava a Parigi per il tour, e non avrebbe mai
fatto in tempo ad arrivare per assisterla nel parto. Lei lo sapeva, ma il suo
cervello continuava a pretendere la sua presenza.
Dal giorno del
matrimonio non si erano più separati.
Le prime date del
tour c’era anche lei.
Poi quando scopri di
essere incinta Bill per paura che si stancasse troppo, l’aveva costretta a casa
al riposo assoluto, memore della precedente esperienza. Così da circa 6 mesi,
non vedeva suo marito, lo sentiva tutte le sere e quando poteva al telefono, ma
non era lo stesso. Le mancava sentire le sue braccia che la circondavano, i
suoi occhi magnetici e la sua voce sussurrata all’orecchio. Lo voleva al suo
fianco e sperava in un aiuto da parte della natura.
Purtroppo non fu
così.
La natura non può
essere ostacolata.
Tutto ha il suo
decorso.
Arrivati all’aeroporto
di Amburgo, per i quattro musicisti, iniziò la nuova corsa contro il tempo; di
nuovo chiamarono un taxi, ma stavolta il traffico regolare della loro città non
li ostacolò. In fretta raggiunsero la clinica privata che con cura Bill aveva
scelto per la nascita dei suoi pargoli. Era un edificio che poco sapeva di
ospedale; perché a lui gli ospedali non piacevano affatto. Le stanze erano
arredate come piccole suite d’albergo per consentire tutti i confort alla
futura madre.
Come misero piede all’interno
dell’edificio, non fecero neanche a tempo a chiedere della signora Kaulitz, che
sentirono le sue urla in italiano riecheggiare per tutto il reparto. Dalia, non
si aspettava che un parto gemellare potesse essere tanto doloroso; in quel
mentre avrebbe ucciso qualcuno, specialmente chi l’aveva ridotta in quello
stato. Chi, poco prima desiderava così tanto al suo fianco, ora lo voleva
morto. Julia vicino a lei, le teneva la mano, che lei continuava a stritolare,
lanciando continui improperi alla volta di Bill.
Il ragazzo, dal
corridoio iniziava a sentire il coraggio mancargli; non aveva mai assistito ad
una sfuriata della moglie, mai l’aveva sentita tanto adirata. Il colore dalle
guance iniziò a scivolargli via. Un infermiera uscì dalla stanza, e capendo chi
fosse gli si avvicinò e con un sorriso gli disse che era normale tale stato
della moglie. Lui non proprio confortato posò la mano sulla maniglia.
-
Bi…sei sicuri di voler entrare nel covo
della Strega?
Il fratello guardò
intensamente il chitarrista.
-
Tomi…devo…anche se ho paura….devo
farlo.
Tom con comprensione
gli battè una mano sulla spalla, anche Georg e Gustav, lo salutarono
abbracciandolo, come se stesse per andare al patibolo, ma una moglie incinta e
prossima al parto loro lo sapevano bene, era peggio di qualsiasi condanna a morte.
Aprì la stanza.
Otto occhi si puntarono su di lui.
Quelli di Dalia
lanciavano fiamme nella sua direzione.
Lui si avvicinò
lentamente come se si stesse avvicinando ad una bestia feroce.
-
Hai paura Bill?
Gli domandò Julia.
Mai che si facesse i
cavoli suoi, pensò.
-
No, no……..
-
Allora muoviti, avvicinati a tua
moglie, sta scema ha rotto le acque circa un ora fa, è dilatata al massimo e si
è rifiutata di partorire se tu non fossi arrivato.
-
Io non sono scema..io volev…….
Un'altra contrazione
sempre più forte le mozzò il fiato, a questo punto intervenirono i medici, i
quali la portarono di corsa in sala parto; lei allungò il braccio nella sua direzione,
e lui le prese la mano.
La seguì, anche se
sapeva di impressionarsi.
Sparirono così dietro
le porte della sala operatoria.
I loro amici, rimasero
in corridoio ad attendere.
Tom, si avvicinò a
Julia, e le diede un bacio, Gustav a Sofia, e Georg e Sara che stranamente era
stata in silenzio per tutto il tempo, troppo scioccata dall’evento, si
guardarono in faccia.
Il chitarrista
abbracciava da dietro la compagna appoggiato col mento nell’incavo del suo
collo.
-
Meno male che siete arrivati, non
riuscivamo più a reggerla.
-
Uhmmmm non voglio neanche immaginare……la
Strega quando ci si mette è peggio di mio fratello.
-
Non sai quanto.
-
Chissà cosa gli starà facendo la
dentro al piccolo Billi…..
-
Sicuro a palla, starà ripetendo il
siparietto di poco fa……non sai quante volte lo ha mandato a cagare….ti giuro,
penso di non volere figli dopo aver visto questa scena.
-
Invece penso che dovreste farne……
Si intromise Gustav,
mentre a sua volta abbracciava sua moglie.
-
Vi vorrei vedere con un piccolo Tom
Kaulitz.
-
Scordatelo Gas….
-
Infatti Gugu, come ti viene in mente
una cosa del genere…io ….con questo qui……
-
Ah…ora sarei questo qui….
Si sciolse dall’abbraccio
il chitarrista per guardarla in faccia.
-
Allora stanotte dormi nella camera
degli ospiti.
-
Tanto meglio…..quando sei stanco non
riesci a combinare nulla……..
E fece il gesto con
la mano dell’afflosciarsi.
Tom, paonazzo non
seppe cosa replicare, mentre gli altri scoppiarono tutti a ridere; poi, le
porte della sala si aprirono facendo uscire Bill imbacuccato di verde. Il vocalist,
si sfilò dal viso la mascherina e con un sorriso a 32 denti si avvicinò al gemello
e lo abbracciò.
-
Tomi….sono nati…sono due maschi.
Esultanti, gli si
fecero tutti intorno e ad uno ad uno abbracciarono felici il loro compagno e
amico.
-
Bi, ma si possono vedere?
-
Tra poco, li stanno lavando e
vestendo, ora torno dentro con Dalia, poverina è esausta, ci vediamo nella sua
camera ok?
Così tornò dentro al
fianco della moglie e loro si diressero nella stanza occupata dalla signora
kaulitz.
Dalia aprì gli occhi
e la prima cosa che riuscì a mettere a fuoco era il viso estasiato di Bill. Dai
suoi occhi trapelava ancora più amore. Poi con cautela, si schiarì la voce.
-
Amore…li hai visti?
Lui accarezzandole il
viso rispose.
-
Si amore…sono bellissimi…sanissimi e
stupendi.
Lei sorrise del
sorriso raggiante di lui, lui le baciava le mani il viso e la ringraziava dello
splendido dono.
Poi un infermiera,
bussò alla sua porta, e le disse che le stavano per portare i gemelli per la
loro prima poppata. I loro amici allora entrarono in stanza per vedere i
piccolini, i quali fecero il loro ingresso con le culle del reparto e
consegnati in braccio alla madre.
I due piccolini erano
veramente stupendi, avevano lunghi capelli lisci e scuri, quattro pugnetti ben
stretti e già gli occhietti aperti. Occhietti come quelli del padre ma del
colore dello smeraldo, curiosi e ansiosi di poggiarsi sul volto dei genitori.
Quando dalia li prese
in braccio sentì il legame di madre rinsaldarsi, con delicatezza li sfiorò e
poi, ne porse uno a suo marito.
Bill, un po’ intimorito
appoggiò un braccio lungo il corpo del pupo, e una mano a sostegno della
testolina, e lo prese in braccio; il fagottino puntò i suoi sul papà e
sorprendentemente sorrise. Il cantante guardò prima Dalia e poi il fratello.
-
Tomi…mi ha sorriso……mio dio…
-
Ha preso da me sicuro……è intelligente.
-
Come no credici; non vedi che sono la
fotocopia del padre e della madre?
Gli rispose Julia.
-
Hanno anche i miei geni…vorrei
ricordartelo.
-
Su non litigate, Tom, ti va di tenere
in braccio tuo nipote?
Allora il gemello,
sorridendogli, gli si accostò e anche lui con delicatezza fece le stesse mosse
di Bill sorreggendo la testa del piccolo. Anche lui, quando lo prese in braccio
sentì un sensazione sciogliersi nel petto, e subito cercò lo sguardo di Julia,
la quale lo guardava estasiata.
-
Amore…è bellissimo……brava Strega…..hai
fatto due capolavori e ribadisco sempre grazie ai miei geni.
La caposala fece il
suo ingresso in quel mentre, chiedendo agli ospiti di uscire per lasciare la i
bambini e la madre che dovevano riposare, a Bill era concesso rimanere con la
sua famiglia, mentre gli altri dovettero lasciare la stanza. Salutarono e
baciarono ancora congratulandosi con i due raggianti neo genitori, e poi
uscirono.
Erano proprio un bel
quadretto.
Chi se lo aspettava
un Bill Kaulitz sposato e padre di due gemelli?
Di certo non il
fratello.
Tom, era pensieroso.
Da che erano usciti
dalla stanza di Dalia non aveva aperto bocca.
Si sentiva strano.
Le cose stavano
cambiando.
Lui si sentiva
cambiato.
Allungò la mano e
prese quella di Julia; poi l’avvicinò a se e la baciò. La fissò negli occhi con
quel suo sguardo penetrante.
-
Tesoro…perché non ne facciamo anche
noi uno?
Julia lo guardò e
scoppiò a ridere.
-
Ju…..sto dicendo seriamente.
Allora lei smise di
ridere e si bloccò.
-
Non ti sto prendendo in giro. Ho capito
che tu sei la donna della mia vita….e che voglio le stesse cose di Bill…voglio
una famiglia e la voglio con te.
Lei rimase senza
parole e solo in un sussurro disse.
-
Tom……cosa vorresti dire?
Le tremavano le
labbra.
-
Julia…..sposami.
La ragazza sgranò gli
occhi e le si mozzò il fiato in gola, poi con un sorriso sulle labbra che le
illuminò tutto il viso si buttò tra le braccia del ex don giovanni, e lo baciò.
Ridendo con lei lui contraccambiò, e la strinse a se finalmente conscio che il
suo momento era finalmente arrivato.
Continuarono a
baciarsi e a stringersi come due adolescenti, gli amici che avevano assistito,
erano felici per il chitarrista e già pronti a presenziare al matrimonio.
Finalmente i tasselli
di un famoso puzzle collimavano.
Ogni cosa era al suo
posto.
Come nelle migliori
favole.
Perché la vita se la
vivi intensamente è una favola.
Il più bel libro
scritto solo per te.
Finalmente:
The
End
bene ragazze siamo giunti finalmente alal fine...spero di non avervi deluso.........ho amato ogni singolo capitolo anche se gli ultimi sono stati scritti di fretta, ok non è un addio, perchè oltre a questa sorpresa vi avevo annunciato il sequel ebbene lo posto insieme a questo ultimo capitolo, spero mi seguirete...un bacio a tutti coloro che mi hanno seguito, amato e odiato.....ringarzio proprio tutti perchè siete stati numerosi a seguirmi in questa mia prima prova d ascrittrice. vi volgio bene
Diana Simeoni.