Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Valaus    22/07/2010    14 recensioni
Era un nuovo Percival Ignatius Weasley quello che si apprestava a passare le vacanze di Natale in famiglia.[...] Grandi sorrisi, abbracci amorevoli, pacche sulle spalle e baci sulle guance. Così pensava che sarebbe stato salutato dagli abitanti della Tana.
Quello che non si aspettava di certo era di ritrovarsi di fronte sua madre con gli occhi sgranati, il trucco sfatto dalle troppe lacrime ed un’espressione in volto che non prometteva nulla di buono.

Questa storia ha partecipato al "Contest a squadre-HP" indetto da BS. sul forum di EFP assieme alle fanfiction di Walnut ed Asfe, classificandosi prima
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Percy, Weasley, Ron, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Questa storia ha partecipato al "Contest a squadre-HP" indetto da BS. sul forum di EFP. Fa parte della squadra "Harry Potter e la Pietra Filosofale" assieme a Walnut ed Asfe, che si è classificata prima.
Ad ogni squadra era assegnato un pacchetto di prompt da utilizzare. Noi abbiamo scelto il Pacchetto Bianco, che comprendeva i seguenti elementi: Famiglia Weasley-Scopa-Vacanze di Natale-"Stasera dovrai infrangere la tua unica regola" (cit. del film "Batman Begins").
I due titoli sono rispettivamente un proverbio italiano ed una strofa di una filastrocca sulla Vigilia di Natale trovata su Internet. La fict tiene conto degli eventi del settimo libro, eccetto la morte di Fred Weasley. Due ulteriori note inerenti alla storia sono riportate dopo la conclusione per mezzo degli asterischi.





Dedico questa FF in particolare alla mia mogliaH Wal, la prima in assoluto ad averla letta.
Perchè Percy Weasley è il nostro re!! <3








"La neve che cade prima di Natale, mette i denti"
-For the snow will hush their tread-









Percy Weasley si materializzò sul vialetto d’ingresso della Tana con un sonoro pop. Ad accoglierlo, trovo centimetri e centimetri di fitta neve che ricopriva completamente l’erba del giardino.
Alzò il viso al cielo, osservando i bianchi fiocchi che continuavano a scendere senza sosta. Sorrise largamente, inspirando a pieni polmoni la fresca aria invernale.
Era decisamente Natale. Se ne percepiva l’atmosfera persino nella leggera brezza che accompagnava la discesa della neve dal cielo.
Si avvolse maggiormente nel cappotto di pelo, poi si avviò a passo svelto verso la porta, fischiettando una canzoncina natalizia.
Bussò all’uscio con tre colpi decisi, pregustando già il sapore dell’arrosto che sua madre preparava ogni anno per la cena della Vigilia.
Era il primo vero Natale che tornava a festeggiare in famiglia, dopo essersi allontanato da loro negli ultimi anni a causa degli spiacevoli dissensi sulla sua posizione al Ministero della Magia.
Stupido da parte sua credere ciecamente nel vecchio Cornelius Caramell, nonostante l’evidenza stessa dimostrasse la veridicità delle parole di Harry Potter sul ritorno del terribile Voldemort.
Eppure, era stato tanto ottuso da non volerci credere, arginato in quel falso castello di carta che lui e tutti gli altri bigotti seguaci di Caramell avevano costruito.
Fortunatamente, era stato in grado di guardare infine in faccia la realtà, mettere da parte tutte le stupidaggini di cui l’avevano imbottito in quegli anni da fedele collaboratore del Ministro e scendere in campo al fianco della propria famiglia e dei propri amici.
Si era battuto come un vero eroe, dimostrando un lato di sé che nemmeno lui stesso conosceva. Ed era ritornato come un figliol prodigo nel caldo abbraccio famigliare, con la coda tra le gambe ed il capo cosparso di cenere.
Tutti erano stati ben lieti di accoglierlo di nuovo. Persino Fred e George, sebbene non avessero mancato di sottolineare più e più volte quanto fosse stato stupido, idiota, lobotomizzato, tonto, ingrato, fedifrago e quant’altro.
Era un nuovo Percival Ignatius Weasley quello che si apprestava a passare le vacanze di Natale in famiglia. Meno serioso, meno tronfio, meno indisponente, indubbiamente meno cocciuto e puntiglioso.
Un Percy che dispensava grandi sorrisi, e allo stesso modo ne riceveva in cambio.
Grandi sorrisi, abbracci amorevoli, pacche sulle spalle e baci sulle guance. Così pensava che sarebbe stato salutato dagli abitanti della Tana.
Quello che non si aspettava di certo era di ritrovarsi di fronte sua madre con gli occhi sgranati, il trucco sfatto dalle troppe lacrime ed un’espressione in volto che non prometteva nulla di buono.
Molly Weasley gli aprì la porta trafelata, ed il ragazzo non poté non notare una palese ombra di disappunto e delusione, quando si rese conto che era stato lui a bussare.
Rimase a fissarla per qualche secondo a bocca aperta. Era da un anno che non la vedeva così sconvolta. Più o meno dalla battaglia di Hogwarts, quando aveva temuto seriamente per la vita di Fred, ferito gravemente durante uno scontro con un Mangiamorte.
< Mamma?> domandò cauto.
In tutta risposta, la donna scoppiò a piangere, gettandosi tra le sue braccia con un melodrammatico “Oh, Percy”.
Le accarezzò dolcemente la testa, guardandosi intorno con la speranza d’intravedere qualche altro componente della sua famiglia.
< Che succede?> le chiese infine, stabilendo che effettivamente non c’era nessun altro in casa oltre a lei.
< E’... è... è G-Ginny.> mugolò lei tra i singhiozzi.
Percy s’irrigidì immediatamente.
Ginny? Sua sorella era forse in pericolo? Stava male? Le era successo qualcosa?
< Che ha Ginny, mamma?> proseguì, cercando di suonare il meno allarmato possibile, per non turbare ulteriormente la donna.
< N-non c-c-c’è!>
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, sospirando. Di quel passo, c’avrebbe messo secoli per farsi dire cosa stava accadendo.
Afferrò la madre per le spalle, scostandola delicatamente dal proprio petto e fissandola negli occhi con intensità.
< Mamma, adesso calmati, respira, smettila di piangere e dimmi cosa sta succedendo.>
Molly tirò su col naso, poi annuì lentamente. Quando il figlio allentò la presa sulle sue braccia, le sollevò per asciugarsi le lacrime con le mani.
< Ginny rientrava oggi da Hogwarts. Tuo padre, Charlie e i gemelli erano impegnati a lavoro fino a tardi, Bill doveva accompagnare Fleur al corso pre-parto, Ron aveva da fare non so cosa ed io dovevo iniziare a preparare la cena, così Harry si è offerto di andare a prenderla a King’s Cross. Dovevano rientrare ore fa, ma sembrano essere spariti nel nulla. Nessuno li ha più visti, nessuno riesce a contattarli. Cielo Percy, potrebbe essere successo loro qualcosa di grave! Sai meglio di me quanti ex-seguaci di Tu-sai-chi sono ancora a piede libero, non aspettano altro che vendicarsi di Harry!>
Il ragazzo deglutì. Sì, era piuttosto consapevole di tutto ciò. Alcuni ex-Mangiamorte erano riusciti a fuggire e a darsi alla macchia dopo la conclusione della Grande Guerra, e sicuramente tutti loro covavano del rancore non ancora sopito nei confronti del Salvatore del Mondo Magico.
Per quanto Harry fosse in gamba, ed avesse persino iniziato l’addestramento come Auror, sarebbe stato alquanto difficile difendere se stesso e Ginny da una probabile imboscata di un gruppo di rabbiosi adulti praticanti di magia nera.
< Gli altri?> domandò alla madre, che aveva nel frattempo ricominciato a piangere.
< Sono a-andati tutti a cercarli.>
Percy annuì, serio. Un paio di gufi e qualche chiamata via camino ai suoi colleghi del Ministero, ed avrebbe messo un’intera squadra di validi ricercatori sulle tracce di Harry e Ginny. Sua sorella era in pericolo, non sarebbe rimasto in disparte a guardare.
Stava per comunicare la propria decisione alla madre, quando un forte pop fece voltare entrambi verso il vialetto.
< Niente da fare mamma, abbiamo perlustrato Diagon Alley da cima a fondo, ma di quei due nessuna traccia.> comunicò Fred Weasley, avanzando verso l’ingresso della Tana al fianco del gemello.
George raggiunse Percy e gli posò una mano sulla spalla, salutandolo con un sorrisetto amaro.
Lui ricambiò la smorfia, posando la propria mano su quella del fratello.
< Dove diamine si saranno cacciati?> mormorò, teso.
Molly Weasley si prese il viso tra le mani, scrollando il capo e lamentandosi a gran voce.
< La mia bambina... la mia povera, piccola, dolce, indifesa bambina... ed il povero Harry! Quel caro ragazzo... è come un figlio per me... oddio, se è successo loro qualcosa io...>
< Mamma.> la interruppe George < Basta con questo pessimismo. Ginny ed Harry stanno sicuramente bene, e noi li ritroveremo. Magari hanno solo perso la cognizione del tempo. O si sono dimenticati di comprarti un regalo per Natale e stanno girando come disperati per i negozi di tutto il Regno Unito nella vana ricerca di qualcosa di decente che si possa ancora acquistare la sera del 24 dicembre.>
< Ed il tutto senza tenere conto che la signorina ha la fortuna di poter vantare nella sua lunga lista di fratelli due strepitosi uomini d’affari, per giunta dall’indiscutibile fascino e charme, che avrebbero potuto procurarle il regalo perfetto ad un prezzo imbarazzantemente vantaggioso!> aggiunse Fred, suonando scandalizzato.
< Dovremmo sentirci oltraggiati, è un tradimento in puro stile.>
< Già. Dare i soldi alla concorrenza quando ha i due geniali padroni del negozio più fantasmagorico del mondo a sua disposizione.>
< Queste nuove generazioni...>
< Hanno perso di vista i vecchi valori.>
< Oltretutto, chi meglio di noi avrebbe potuto consigliarle il regalo più adatto a mamma?> proseguì George.
< Figurati, io avevo già in mente uno di quei...>
< Intendi quelli che...>
< Sì quelli, mamma li avrebbe...>
< Adorati, senza dubbio!>
Molly Weasley scrutò i propri figli con sguardo perplesso.
< Di che diamine state parlando?>
I due gemelli si scambiarono un ghigno.
< Oh, un portento mamma!>
< Come ho già detto, tu lo adoreresti senza ombra di dubbio!>
< La “Mamma Kedavra”> sentenziò Fred, orgoglioso.
La donna sgranò gli occhi.
< La cosa?!>
< Modestamente, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Ci siamo ispirati ad uno di quei strani giochini babbani che papà ha in casa. Hai presente quello dei due pupazzetti che fanno a pugni, e a quello che perde parte la testa?>
< Ecco, prendendo spunto da quello abbiamo ideato “Mamma Kedavra”. Due pupazzetti di dieci centimetri, perfetta riproduzione della fottuta Bellatrix Lestrange e di una certa rossa focosa di nostra conoscenza, che si lanciano mini-maledizioni, finché a pupazzo Bella non parte la testa.>
< E Mamma Kedavra esclama a gran voce “Non mia figlia, brutta cagna*!”>
Molly fissò sbalordita prima Fred, poi George, ed infine Percy. Dopodiché, esplose in una risata fragorosa, che contagiò subito anche gli altri.
Era esattamente quello di cui aveva bisogno in quel momento di tensione ed angoscia. Come al solito, Fred e George sapevano come stemperare l’atmosfera.
Ronald Weasley si materializzò nel vialetto d’ingresso un paio di minuti più tardi, mentre la madre ancora si asciugava le lacrime – questa volta dovute al troppo ridere.
Raggiunse lei ed i fratelli, scrollando mestamente il capo.
< Niente. Ho controllato King’s Cross ed i dintorni, Harry e Ginny non ci sono e nessuno li ha visti.>
< Hai provato a domandare ad Hermione?> chiese Fred < Magari hanno deciso di passare a salutarla prima di venire a casa e si sono trattenuti da lei.>
Il più giovane dei ragazzi Weasley storse il naso.
< Ne dubito.>
La madre sbuffò.
< Come fai ad esserne così sicuro? Non ti costa nulla chiamarla e...>
< Hermione non c’è.> replicò lui < Non passa il Natale in Inghilterra. E’ andata da qualche parte in Sudamerica con... quello.> concluse, enfatizzando la propria smorfia di disgusto.
I fratelli si scambiarono un’occhiata eloquente. Ron non riusciva ancora a digerire l’idea che la sua migliore amica facesse coppia fissa da ormai quasi sette mesi con il loro ex-nemico di Hogwarts, Draco Malfoy.
< Sentite,> proseguì il ragazzo, cambiando velocemente argomento < è inutile stare a girarci intorno. Se continuiamo così non li troveremo mai. Dobbiamo passare a metodi di ricerca un po’ più avanzati.>
< Tipo?> domandò Percy, inarcando un sopracciglio.
< Dobbiamo riuscire a coprire una porzione più ampia di territorio. Non possiamo metterci a perlustrare ogni più stretto ed angusto vicolo della Londra Magica e Babbana. Abbiamo bisogno di una visuale più... estesa.>
I gemelli si guardarono, la comprensione che risplendeva nei loro occhi come una scintilla.
< Le scope!> esclamarono in coro.
Ron annuì.
< Esatto, stavo pensando la stessa cosa. Se sorvoliamo la zona, possiamo cercarli molto più velocemente, ed abbiamo maggiori possibilità d’individuarli.>
Fred strinse la testa del fratello col braccio destro ed iniziò a frizionargli i capelli con le nocche della mano sinistra, ignorando le proteste ed i lamenti del ragazzo.
< E bravo Ron-Ron, hai proprio avuto una bella idea!>
< Non sei così inutile come credevamo!> gli diede man forte George.
< Visto, abbiamo fatto bene a non strangolarlo nel sonno quando era piccolo!>
Percy scrollò lentamente il capo, con un sorriso divertito dipinto sulle labbra. Quei due non sarebbero mai cambiati.
Nonostante Fred avesse rischiato la vita durante la Battaglia di Hogwarts, e non si fosse ancora del tutto ripreso dalle ferite riportate, niente era stato capace di spegnere quell’entusiasmo e quell’ilarità che sembravano predominanti in loro. Non rinunciavano allo scherzo nemmeno in una situazione del genere.
Sarebbe stato ipocrita dire che non li invidiava. Gli costava ammetterlo, ma era così.
La guerra gli aveva finalmente aperto gli occhi su quali dovessero essere le priorità della propria esistenza, e grazie a tutto quell’orrore e a quella distruzione aveva imparato che la vita è davvero troppo breve per sprecarla nella serietà e nella compostezza. Doveva godere di ogni singolo istante, assaporarne l’essenza stessa, lasciare che la felicità e l’allegria scorressero libere nelle sue vene assieme al sangue e all’ossigeno, perché erano altrettanto vitali.
Aveva capito che per vivere bene doveva smetterla di prendere tutto, se stesso in primis, così sul serio. Aveva compreso che doveva ridere, scherzare, divertirsi.
Ed aveva seriamente iniziato a farlo.
Ma mai, nemmeno se ci si fosse messo d’impegno per tutti gli anni che gli restavano da vivere, mai sarebbe stato in grado di eguagliare Fred e George. Loro erano semplicemente unici ed inimitabili.
Fu proprio la voce di uno dei gemelli a riscuoterlo da quel suo momentaneo torpore.
< Perce?>
Il ragazzo sbatté un paio di volte le palpebre, riassumendo il controllo dei propri pensieri e rivolgendo la propria attenzione ai fratelli.
< Sì?>
George lo squadrò con un’occhiata più che eloquente.
< Andiamo?>
Percy s’irrigidì di colpo.
< Come sarebbe a dire “andiamo”?>
< Voce del verbo “andare”, prima coniugazione, significa “muoversi”.> gli fece eco Fred.
< So cosa significa, ma perché il plurale?>
< Perché, per quanto estremamente simili tra noi, non siamo una persona sola.> disse George, con lo stesso tono con cui si sarebbe potuto rivolgere ad un bambino di cinque anni particolarmente duro di comprendonio.
< “Noi”?> continuò Percy.
< Noi, Perce. Io, tu, l’altro me e Ron-Ron qui. Cosa ti sfugge esattamente?>
Il ragazzo stava cominciando a sudare freddo.
< V-voi... non pretenderete certo che venga anch’io, vero?>
I tre fratelli si guardarono.
< Ma no Percy, che assurdità! Resta pure qui, seduto al caldo sulla tua poltrona preferita, mentre tua sorella minore è spersa chissà dove ed il resto della tua famiglia si sta congelando le chiappe – e non solo – per cercarla!> esclamò sarcastico Ron.
< No ragazzi... insomma, non fraintendetemi, anch’io sono in pena per Ginny e voglio cercarla come voi. Ma... cioè... voglio dire... la... scopa...>
Non era un mistero: Percival Weasley non volava.
Aveva avuto una sola, forzata, indesiderata, misera, sfortunata e decisamente dolorosa esperienza al primo anno ad Hogwarts, e dopo aver rischiato l’osso del collo su quel trabiccolo aveva stabilito la sua unica regola di vita, a cui si era attenuto per ben ventitre anni: mai, mai, mai, mai e poi mai, per nessuna ragione al mondo, salire su una scopa.
E, per quanto adorasse la sua sorellina e fosse tremendamente preoccupato per lei, l’idea di infilarsi uno Schiopodo Sparacoda lì dove non batte il sole lo attirava mille volte di più che il pensiero di salire su uno di quegli arnesi maledetti.
Fred si parò di fronte a lui, sovrastandolo di qualche centimetro, e gli posò una mano sulla spalla, afferrandola saldamente.
Percy lo osservò. Era certo di non aver mai visto tanta serietà in quegli occhi azzurri.
< Posso capire come ti senti, ma questo non è il momento di farsela sotto Perce. Stasera dovrai infrangere la tua unica regola. Lei mi pare un motivo più che valido per farlo.>
Si fissarono intensamente per qualche secondo. Infine, il maggiore sospirò.
< Andiamo.>


~ﻖ~




Non guardare giù, non guardare giù, non guardare giù, non guardare giù.
Percy continuava a ripetersi quelle tre parole come un mantra.
Peccato che “non guardare giù” fosse piuttosto arduo, quando era essenzialmente il motivo per cui aveva accettato di salire su quella cosa.
Doveva cercare Ginevra. Doveva preoccuparsi di sua sorella. Tutto il resto doveva necessariamente passare in secondo piano.
Respirò profondamente, stringendo ancora più saldamente il manico della scopa tra le mani e serrando con forza le cosce.
Avrebbe dato tutto l’oro del mondo per poter scendere immediatamente da quell’affare. Dopo essersi riavvicinato al suolo, ovviamente.
Inutile sottolineare che gli uomini, almeno secondo il suo modesto parere, erano fatti per tenere i piedi ben saldi a terra, e che il volo doveva rimanere un’esclusiva degli esseri dotati di ali e piume: i poteri magici e tutte le capacità che ne conseguono rendono piuttosto labile la concezione di quale possa essere o meno una prerogativa dell’uomo.
Era rimasto indietro di qualche metro rispetto ai suoi fratelli, che forti dei loro anni trascorsi a giocare a Quidditch – sport maledetto – sfrecciavano nel cielo a velocità inconcepibili per il povero, terrorizzato Percy.
Nel panico più totale, si ritrovò a maledire tra i denti la propria sconsiderata, sciocca ed irresponsabile sorella e quella piaga umana di Harry Potter. Dopotutto, era colpa loro se si trovava in quella situazione!
Si morse la lingua due secondi dopo, quando si rese conto che Ginny ed Harry potevano essere in serio pericolo, magari in balia di qualche pazzo fanatico che stava progettando di sminuzzarli e rispedirli alla famiglia Weasley pezzetto per pezzetto. Erano due bravi ragazzi, e non avevano alcun valido motivo per scomparire così improvvisamente dalla circolazione. Doveva per forza essere successo qualcosa.
Magari anche solo una stupidaggine, come un banale incidente automobilistico o la perdita di uno dei bagagli della ragazza. Ma comunque, c’era una motivazione plausibile dietro quella prolungata assenza.
Gli sfuggì un mugolio dalle labbra quando realizzò che se i due erano effettivamente stati rapiti da qualche mitomane, lui ed i suoi fratelli sarebbero dovuti rimanere su quella scopa ancora per molto tempo prima di riuscire a trovare un qualche segno dei due “desaparecidos”.
Fortunatamente, per una volta, il fato sembrò essere dalla parte del giovane Percival.
Vide Ron arrestarsi di colpo in volo, seguito a ruota dai gemelli. Accelerò – giusto un minimo – per raggiungerli.
< Trovato qualcosa?> domandò, col respiro affannato.
< Penso di sì.> rispose il fratello più piccolo < Quella mi sembra la macchina di Harry.>
Percy si arrischiò ed abbassò lo sguardo, seguendo la direzione di quello di Ron. La vide anche lui: una Maserati Quattroporte nera **, ferma sul ciglio di un’innevata strada isolata di fronte ad un bosco distante a malapena qualche miglio dalla Tana.
< Beh, dubito che qualcuno della nostra famiglia potrebbe permettersi una simile, esosa Babbanata. E mi pare piuttosto improbabile che qualche comune Babbano possa aver deciso di sostare in questa zona a loro praticamente sconosciuta, la sera della Vigilia di Natale, in mezzo ad almeno dieci centimetri di neve.> commentò.
< Sono loro.> disse sollevato Fred.
< Sì, ma che ci fanno lì fermi?> chiese George.
Ron scrollò le spalle, con espressione ignara.
< Forse qualcuno li ha seguiti, e sono rimasti feriti nella fuga!> esclamò Percy, allarmato.
Subito, il panico si diffuse sui volti dei suoi fratelli. Si precipitarono in picchiata verso l’automobile, ansiosi di accertarsi delle condizioni di salute della loro sorella minore.
Persino il maggiore dei quattro, finalmente sprezzante del pericolo e della propria sicurezza, sfrecciava a tutta velocità a cavallo della vecchia scopa di Charlie.
Solo pochi metri li separavano dal suolo, ed il silenzio spettrale di quel luogo, assieme al vento freddo, li fece rabbrividire.
Si avvicinarono ancora all’auto, arrivando a posare quasi i piedi sulla neve. E a quel punto, lo sentirono.
Un gemito.
Si scambiarono un’occhiata di costernazione. Se gli ospiti di quella vettura stavano gemendo, significava che erano feriti e doloranti!
Probabilmente erano stati colpiti da qualche incantesimo, probabilmente avevano versato copiosi fiotti di sangue, probabilmente erano troppo malconci per riuscire a raggiungere la Tana e farsi soccorrere dagli Weasley, probabilmente...
Le loro congetture ebbero fine nel momento in cui raggiunsero finalmente terra, si avvicinarono alla macchina con uno scatto felino e spalancarono la portiera sul retro invocando con tono angosciato i nomi dei due ragazzi.
< Oh, miseriaccia!> fu lo stesso, identico grido che sfuggì dalle labbra di tutti e quattro, di fronte allo spettacolo che l’interno dell’automobile riservava loro.
Serrarono gli occhi, si coprirono il viso con una mano e voltarono bruscamente il capo, per interrompere subito quell’orrida visione.
Ciò nonostante, l’immagine del corpo seminudo di Harry Potter posizionato tra le cosce della loro piccola, dolce, pudica, casta, virginea ed altrettanto seminuda sorellina era difficile da cancellare dalla mente.
Il ragazzo era diventato di mille differenti colori nell’arco di dieci secondi,e tentava di rivestirsi in fretta, avvolto nel più assoluto e sconcertato silenzio.
Ginevra, dal canto suo, aveva cacciato un grido di puro terrore quando aveva visto le facce dei suoi fratelli.
< C-che cavolo ci fate voi qui?!> esclamò, furiosa ed imbarazzata al tempo stesso, rossa come un peperone e coperta solo in parte dal vestito che stava disperatamente cercando d’infilarsi.
Percy, Fred, George e Ron rimasero immobili in silenzio per alcuni istanti, evitando di guardare all’interno della macchina. Poi, in contemporanea, scoppiarono a ridere sguaiatamente.
La situazione era talmente demenziale che persino il pensiero di aver appena beccato in flagrante la loro sorella di diciassette anni che scopava allegramente in una macchina era passato in secondo piano.
< Ma che diamine, ci avete fatto dannare l’anima per niente!!> fece Percy, tra le risate.
< No fratello, non per niente.> sottolineò Fred, piegato in due con una mano sullo stomaco dolorante per le troppe risa < Vuoi mettere la possibilità di vedere l’espressione di mamma quando dovremo spiegarle il motivo della “scomparsa” della sua povera, piccola, dolce, indifesa bambina e del povero Harry?>
< Già,> gli fece eco il gemello < sarà esilarante vedere l’accoglienza che “Mamma Kedavra” riserverà a quel caro ragazzo!!>
E a quel punto, i quattro fratelli Weasley furono travolti da un’ondata di risate ancora più isteriche di prima.
Decisamente un modo molto “insolito” per festeggiare la Vigilia di Natale!








* La traduzione ufficiale presente nel settimo libro sarebbe “Mia figlia no, cagna”, ma confesso che non mi è mai piaciuta. Secondo me non rende bene il “Not my daughter, you bitch” originale, dunque ho preferito optare per un adattamento personale ^^
** Ovvero questa à http://www.maserati.it/mediaObject/COM/download-and-video/quattroporte/080620M/resolutions/res-o694x384/data.jpg Mica male Pottino, eh? ;)



Qui sotto riporto il giudizio della giudice BS.
Valaus (“La neve che cade prima di Natale mette i denti” For the snow will hush their tread):
Lessico e Grammatica: 18/20
Originalità della storia: 20/20
Rispetto delle regole: 10/10
Giudizio personale: 10/10
TOTALE: 58/60

COMMENTO:
Che dire di questa storia?!? Sto ancora ridendo mentre cerco di trovare le parole giuste per questa recensione.
Ho trovato il lessico davvero ottimo, sciolto, scorrevole e simpatico abbinato alla giusta dose di originalità che ha reso questa storia davvero fantastica. Mi è piaciuta molto anche la caratterizzazione dei personaggi e ho adorato Fred e George. Inoltre mi è piaciuto anche il modo in cui sei riuscita ad inserire la coppia Hermione/Draco (che io adoro) e hai rispettato tutte le regole e inserito correttamente i prompts da me assegnati.
L’unico piccolo consiglio anche per te è quello di rileggere meglio ciò che scrivi perché ho trovato qualche piccolissimo errore di battitura.
Complimenti per l’ottimo lavoro.





NDA:
Confesso che non avevo mai amato particolarmente il personaggio di Percy Weasley nei libri. Tuttavia, quando mi sono ritrovata a scrivere questa storia, non so perchè mi è balenata l'idea di rendere lui protagonista. E, devo ammetterlo, mi è piaciuto UN SACCO ^^
Perciò, non so quando, ma prevedo che prima o poi mi cimenterò nuovamente in una fict su Perce. E sì, è una minaccia xD
Tra parentesi, trovo il nome "Percival" trooooooppo fiQuo, non credete anche voi?! =P
Ok, cerchiamo di tornare semi-seri! Innanzitutto ringrazio infinitamente BS per la bella opportunità, mi sono divertita molto a partecipare a questo contest e mi è piaciuto molto lavorare in squadra. Ringrazio le mie compagne della "Pietra Filosofale", Wal ed Asfe, e mi complimento con tutte le altre partecipanti! ^^
Ringrazio già in anticipo chiunque vorrà leggere ed eventualmente commentare la FF, e ne approfitto per ringraziare anche tutti coloro che hanno recensito le mie altre oneshot!
Mi rendo conto che forse a qualcuno potrà "stonare" il mio piccolo accenno Dramionesco, ma io sono una sostenitrice SFEGATATA della coppia (come suppongo chi mi conosce già saprà) e non potevo davvero far finire Hermione con nessun altro che non fosse Draco! Fortuna vuole che anche la cara BS sia una fan Dramione come me e che quindi abbia apprezzato questa breve parentesi, anzichè fustigarmi col cilicio come avrebbe potuto fare qualcun altro xD
Uhm sì, ok, la smetto di scocciarvi con queste assurdità!
Alla prossima gente!!





   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Valaus