SCARY POTTER – MORIRAI… DAL RIDERE
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Capitolo 1 – Consiglio di famiglia
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Arthur Weasley era
un uomo serio, un padre di famiglia giusto e amorevole, insomma se avete
presenti i protagonisti di quelle sit – com americane, incentrate su un uomo della
middle – class alle prese con i piccoli problemi di tutti i giorni, avete
inquadrato il soggetto.
Quel giorno il
sig. Weasley aveva indetto il consiglio di famiglia poiché lui e sua moglie
Molly dovevano dare un importante annuncio.
Anche Harry Potter
si trovava sotto il tetto dei Weasley, non per passare le vacanze. Ron e
Hermione avevano promesso di aiutarlo nella ricerca degli Horcrux. Aveva detto
che non sarebbe tornato ad Hogwarts, sebbene la scuola avesse riaperto. In
effetti, non sembrava proprio il caso di tornarci, non tanto per la paura dei
ricordi o perché stare a scuola fosse sicuro quanto stare lì, alla Tana. Rufus
Scrimgeour aveva subito tolto la carica di preside a Minerva McGranitt e
l’aveva affidata a Maria De Filippi, la quale aveva nominato vicepreside Chicco
Sfondrini. Ora si studiavano anche ballo, canto e recitazione. La McGranitt e
tutto il corpo insegnanti aveva tentato di abbandonare la scuola, ma Maurizio
Costanzo aveva minacciato di rinchiuderli in una stanza con i ragazzi del
GRANDE FRATELLO.
Harry quel giorno,
come tutti i giorni, si interrogava sugli Horcrux. Consultava periodicamente LA
SETTIMANA ENIGMISTICA, ma finiva per cimentarsi nel sudoku o nei rebus, senza
venire a capo di nulla.
Hermione aveva
fatto scoprire l’amore per la lettura persino a Ron. Insieme leggevano un libro
sul Kamasutra e tentavano di mettere in pratica le nozioni che apprendevano.
Ginny, dal momento
che Harry era così assorto nel suo tentativo di salvare il mondo e sembrava
aver dimenticato che alcuni mesi prima avevano avuto una relazione, aveva
trovato ciò che poteva consolarla: gli stupefacenti.
Stava guardando la
televisione quando sentì la voce di suo padre:”Su, su, Weasley, c’è una
riunione di famiglia.”
“Ma papà” protestò
Ginny, “Sto guardando L’ISOLA DEI FAMOSI!”
“La famiglia prima
di tutto! Su, Ron vieni qui.”
Hermione e Ron
comparvero poco dopo in salotto. I loro vestiti sembravano un po’ sgualciti e
stropicciati.
Harry, come se
svegliato da una trance, si distolse dai cruciverba e scese nel tinello per
vedere cosa succedeva.
“Cosa c’è, papà?”
chiese Ron.
“Riunione di
famiglia. Su, sedetevi a tavola.” Fece in tono sbrigativo. Una volta che si
furono seduti, disse:”Allora controlliamo se ci sono assenti.”
Intervenne
Ginny:”Dai, papà, non fare queste menate del cavolo…”
Come se niente
fosse, riprese:”Weasley Ronald Bilius.”
“Dai, papà…” fece
Ron.
“E’assente o
presente il signor Ronald?” fece Arthur con tono da maestro elementare.
Intervenne allora
l’Autore:”Arthur, potresti smettere di fare queste cagate, per piacere? Vai
subito al sodo, altrimenti sarai tu ad essere assente!”
“Ha ragione,
Arthur. Sei ridicolo quando fai queste cose.” Lo ammonì Molly.
“Ehm, va bene. Ok,
ragazzi. Ieri e io e vostra madre siamo stati convocati da un notaio per l’apertura
di un testamento di una nostra biscugina laterale di Edimburgo. Ci ha intestato
una casa a Baskerville’s Hunt”.
“Davvero?” esclamò
Hermione incredula.
“Sì. Si tratta di
una sua vecchia tenuta estiva.” Disse Molly. “Dal momento che tenervi qui mi sta
letteralmente facendo salire la carogna sul groppone, io e vostro padre abbiamo
deciso che è il momento che vi prendiate le vostre responsabilità… E, Ginny…
non fumare le sigarette quando sto parlando.”
“Sta’
rompicoglioni…” sussurrò Ginny sottovoce.
“Quindi, ci state
dicendo di fare le valige e di andarcene?” chiese Ron.
“Sì.”
Allora Hermione
eccitatissima rispose:”Oh, sì, sì… va benissimo.” Aveva già pensato a come
sfruttare l’occasione.
Ron a quel punto non
esitò a rifiutare la proposta. Ginny espirò una boccata di fuma a forma di “sì”
in segno di assenso.
Solo Harry era
muto come un pesce. Quel suo comportamento faceva venire una gran voglia a
tutti di affibbiargli un bel calcio nel fondoschiena e talvolta Ron iniziava
quasi a pentirsi di averlo conosciuto… Ci era o ci faceva?
“Harry?” fece
Arthur.
“Sì.”
“Sei d’accordo ad
andare a Baskerville’s Hunt?”
Harry si portò la
mano davanti al mento, pensieroso.
“Harry, questi
poveri disgraziati stanno aspettando che tu risponda. Quindi smettila di fare
l’incompreso e parla!” disse l’Autore
Harry fece uno
scatto improvviso e urlò:”CON TUTTI I CASINI IN CUI MI RITROVO DEBBO PENSARE
PURE ALLE VOSTRE QUESTIONI FAMILIARI?”
A quella reazione,
la signora Weasley si parò minacciosa e fece una cosa che non aveva mai fatto
prima: mollò uno schiaffo ad Harry.
“Come ti permetti,
piccolo inslulso deficiente? Non solo ti abbiamo accolto in questa casa e tu mi
rispondi in questo modo? Ma chi cazz…”
Molly fu
interrotta dall’Autore:”Ma quante volte devo intervenire! Cosa state facendo?
Mi sembra uno di quei pallosissimi film italiani che non vincono mai al
Festival di Venezia! Non mi chiamo Gabriele Muccino, fino a prova contraria!
Senti, Harry, vai con Ron, Hermione e Ginny e non rompere più i maroni!”
“Stronzo!” Fece
Harry e subito sentì di nuovo uno schiaffo colpire la sua guancia, ma stavolta
la mano non era di Molly né di nessun altro dei presenti.
“Scherza con i
fanti, ma non scherzare con Gae.” Disse l’Autore.
“Bene” disse Molly
“partirete domani mattina presto. Quindi, sarebbe meglio se preparaste le
vostre valigie.”
E così si
avviarono al piano di sopra.
Arthur e Molly
fecero un sorrisetto soddisfatto. In realtà avevano ereditato anche una grande
somma dalla biscugina Joanne Kathleen (N.d.A. Strano, mi pare di aver già
sentito questo nome…) e avevano deciso di spenderli per conto loro…
Harry si era
ritirato in camera sua e, steso sul letto, si crogiolava
nell’autocommiserazione, facendo alzare gli occhi al cielo ai lettori di questa
storia.
In quel momento
entrò Ginny.
“Che cosa vuoi
tu?” fece brusco.
“Niente, volevo
tirarti su il morale.” Disse, poi gli si avvicino e lo prese per i capelli.
“Ahia!” gemette il
ragazzo.
“Senti, prometti
di non fare altre puttanate come quella di oggi?”
“Sì, lo prometto.”
La ragazza mollò
la presa e cambiò immediatamente tono:”Bravo, hai vinto un bel premio.” E gli
infilò in bocca una canna e gliela accese. La ragazza uscì dalla stanza.
“Speriamo che
faccia effetto.” Si disse Ginny.
“Meno male che ci
sei tu.” Fece l’Autore.
“Oh, figurati:
ordinaria amministrazione.”
“Sa metterla
sempre sul tragico… certe volte mi verrebbe voglia di strozzarlo… mi fa
diventare pazzo.”
“Tutti siamo un po’ pazzi a volte.” Disse Ginny.