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Autore: NonSense    22/07/2010    4 recensioni
- Sakura, io mi sposo... - cominciò a dire l'Uchiha in modo serio.
In effetti loro non si erano mai sposati ufficialmente, nonostante venissero ritenuti da tutti marito e moglie, quindi non era poi così strano che volesse consolidare il loro rapporto con una cerimonia ufficiale, no?
- ... con un'altra. - finì non mostrandosi per niente dispiaciuto per la notizia che aveva dato.
Una volta tanto doveva essere sincero con lei.
Gli occhi fissi su di lui; le mani tremanti e la voce… inesistente.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Famiglia, Vendetta e Antichi Debiti.

Il consiglio l'aveva chiamato. Di nuovo.
Essere chiamati a rendere conto di qualcosa al consiglio non era di certo un vanto, per gli abitanti del villaggio.
E se la persona in questione era anche un Mukenin di livello S, lo diventava ancora meno. Sasuke entrò svelto nell'edificio che costituiva la sede del consiglio e si diresse immediatamente nella stanza delle riunioni.
Negli ultimi anni ci era entrato così tante volte, che non aveva nemmeno più bisogno che la segretaria gli indicasse la strada poiché ormai, volente o nolente, aveva imparato benissimo la sua postazione; terza stanza a destra nel secondo piano. Odiava quella stanza, e insieme ad essa, anche le persone che si trovavano al suo interno.
Quelle stesse persone che alcuni anni prima gli avevano permesso, a lui e anche lei, di rifugiarsi nel loro villaggio, senza che dovessero nemmeno rendere conto loro di ciò che avevano fatto in passato o i motivi che li avevano portati a tradire il villaggio.
Li avevano accolti e basta. Questo perlomeno per i primi mesi.
Solo quando il consigliò cominciò a chiedere a lui, lei non era adatta a questo tipo di missioni, dei favori aveva capito di essere in trappola.
La loro accoglienza aveva un prezzo.
Sarebbe stato in debito con loro per tutta la vita.
Si trovava come una mosca in una ragnatela i cui fili erano troppo forti per essere spezzati, ed il ragno, o in questo caso i ragni, lo osservavano attentamente, pronti a sopprimerlo al primo sbaglio.
E sembrava che, dopo tanti anni, questo fosse accaduto. O almeno era quello che si diceva nella lettera che gli avevano fatto recapitare a casa.
Quando il ragazzo fece il suo ingresso nella stanza, i presenti smisero di parlare, rivolgendo la loro attenzione solo su di lui. Composto da una trentina di membri, i consiglieri si riunivano giornalmente in una stanza al cui interno era posto un grande tavolo circolare dove si sedevano tutti. All'interno di quel tavolo era stato praticato un foro con un diametro si circa tre metri e le persone chiamate al loro cospetto erano costrette a sedersi sulla sedia che si trovava al suo interno.
Più in trappola di così proprio non si poteva.
Nonostante i membri sembrassero dei vecchi rimbambiti che davano l'idea di non sapere nemmeno da parte fossero girati, era dotati di una forza straordinaria e per uccidere una persona con la potenza del giovane Uchiha, ad esempio, bastava anche solo uno di loro.
- Siediti pure, Sasuke. - gli disse uno dei vecchi.
Il ragazzo dai capelli neri non se lo fece ripetere due volte e con un salto si portò all'interno del tavolo.
- Tu lo sai perché ti abbiamo chiamato, vero? - gli domandò il capo; più vecchio degli altri di qualche anno e con una lunga barba grigia, riusciva a mettere in soggezione persino l'Uchiha.
- Perché a quanto pare questa volta avrei fatto qualcosa che non dovevo, anche se non ho la minima idea di che cosa possa trattarsi. - disse in tono sprezzante; non voleva sottomettersi a loro anche in quel momento.
Se proprio dovevano ucciderlo, e lui sapeva che loro ne erano capaci, che lo facessero pure. Ma alla svelta possibilmente.
Takeshi, il capo, a quelle parole cominciò a ridere.
E adesso che gli prendeva?
- Oh, no - disse - tu non hai fatto niente di sbagliato, non ancora. Ti abbiamo chiamato anche questa volta solo per chiederti un favore, la lettera era solo per non destare sospetti. - concluse con un sorrisetto, portandosi le mani all'altezza del mento e sporgendosi un po' più in avanti.
Un favore. Un'altro. Quante volte se l' era sentito dire? Centinaia? Migliaia di volte? - Di che cosa si tratta? - gli domandò poi, arrendendosi all'evidenza.
Lui non aveva alcuna via di fuga e non poteva nemmeno permettersi di disobbedire alle loro richieste.
Almeno per un po'. Questa situazione non sarebbe di certo durata per sempre, ma solo fino al momento in cui lui sarebbe riuscito a trovare un modo per sbarazzarsi di loro.
Fino ad allora però doveva portare pazienza, molta pazienza. - Tu lo sai che all'interno del nostro villaggio c'è una ragazza con un potere straordinario, vero? Ebbene lei, nonostante non si renda conto del dono che possiede, potrebbe diventare una minaccia per noi. Ciò che tu devi fare è semplice; sposala. -
- Può ripetere, prego? - si ritrovò a domandare Sasuke, sorpreso da quella richiesta.
- Devi sapere che è tradizione della loro famiglia che il potere venga passato al marito. Insomma, alla fine ci guadagneremo entrambi; quando tu la sposerai lei, attraverso un tecnica di scambio, passerà il potere a te e così potrai finalmente compiere quella vendetta che brami da tanto tempo. A noi invece basta solo sapere che la tecnica è affidata a qualcuno di cui ci fidiamo. E poi ricordati che tu hai un debito con noi. - concluse, con un tono quasi scocciato, ma anche malizioso, per ricordargli che lui aveva ancora un debito con loro.
Un debito che non sarebbe mai riuscito a saldare...
Dopo tanti anni però, lui avrebbe avuto finalmente la possibilità di uccidere Itachi e anche di sbarazzarsi del consiglio.
C'era solo un problema che rovinava il suo progetto; lui aveva già una moglie e un figlio. Certo, adesso aveva una famiglia, ma la vendetta c'era già da molto prima...
- Noi lo sappiamo che tu hai già una famiglia, quindi anche se non dovessi accettare noi capiremo la tua decisione. - disse uno degli altri consiglieri, un po' più comprensivo degli altri.
- Accetto. - dichiarò Sasuke per poi alzarsi dalla sedia, senza nemmeno ripensare due volte alla decisione che aveva preso.
La vendetta aveva da sempre avuto la priorità su tutto.
- Sapevamo di poter contare su di te. Allora agisci come meglio credi; hai campo libero. –
  
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