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Autore: Ciribiricoccola    23/07/2010    2 recensioni
* STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA * Clarissa e Danny insieme, come entrambi avevano sempre desiderato (ma mai ammesso!). E adesso che cosa succederà? L'amore sarà idilliaco? Nah, altrimenti sopraggiungerebbe la noia! Qualcosa succederà, e una grossa, enorme, spaventosa crepa ignorata da tutti si aprirà in questo quadretto perfetto. Provate a indovinare chi sarà la persona che per prima causerà questa crepa...
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Jones, Dougie Poynter, Harry Judd, Nuovo personaggio, Tom Fletcher
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'McClaire- She's the young, she's not alright'
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clarissa

Salve a tutti!!!

Posto più che volentieri questo secondo capitolo per due ragioni: il primo è stato noioso e statico, e anche se era necessario costruirlo in quel modo, era altrettanto giusto dargli al più presto un successore! E l'altra ragione... bé, magari dopo averlo postato avrò più attenzione su questa storia da parte vostra :).

Detto questo, ringrazio RubyChubb, ormai onnipresente come critica, sostenitrice ed amica quando scrivo una storia. E anche quando, invece che Ciry, sono solo Silvia :).

E grazie anche a chi ha visitato la mia storia senza recensirla!

un pensierino è comunque più che gradito, anzi, è linfa :)

Ciry

La cena a base di tagliatelle ai funghi cucinate da Gi aveva rasserenato gli animi di tutti, e soprattutto aveva riempito a dovere gli stomaci: Tom e Danny stavano giocando con Marvin in giardino, mentre Clarissa e Giovanna bevevano del tè freddo, sedute sul divano in salotto, di fronte ad un gioco da tavolo a cui Danny aveva vinto e che ora nessuno considerava più.

“Che pace, quando i bambini non sono nei dintorni!” scherzò Gi, facendo riferimento ai due ragazzi.
Clarissa commentò con una risatina mentre beveva, e gettò un veloce sguardo fuori dalla finestra per scorgere Danny, massacrato alle braccia dai piccoli artigli del gatto.
“Tranquilla…” le fece l’amica, sorridendole con fare canzonatorio “Non scapperà da un momento all’altro, ormai lo hai preso al guinzaglio… e poi guarda verso questa benedetta finestra da quasi mezz’ora, a intermittenza! Gli verrà il torcicollo e neanche te lo rinfaccerà!”
La bionda fece finta di offendersi e fece una smorfia prima di affermare: “Non posso farci niente, va bene, brutta invidiosa?!”
Giovanna rise e ribatté: “Per carità! Ho deciso di non commettere mai nella vita l’errore di infatuarmi di Danny quindici anni fa, quando vidi per la prima volta la sua stanza! Un trauma, decisamente peggiore di quello che mi causò la vista della camera del tuo amico, là fuori!”
“Lascia stare Fletcher, strega! Lui è sempre stato adorabile, e lo sai!” reagì l’amica con tono scherzoso, ma convinta della sua affermazione.
“Ma sì, ma sì… Molto spesso lo è … ma molto spesso è anche detestabile, fidati…”
“Personalità da musicista…”
“Personalità da rompipalle, altroché! Negli ultimi anni è diventato ancora più pignolo di prima, poco ci manca prima che trovi il coraggio di fargli lo scherzo di poggiare un bicchiere bagnato sul tavolino da fumo senza sottobicchiere! Solo per vedere come reagisce! Perché c’è da riderne…”
“Tom… A Tom importa di queste stronzate?”
“Sì! Ma non si mette ad alzare la voce e a dire Cazzo, Giovanna, una volta per tutte, impara che ci vuole il sottobicchiere!... No! Lui borbotta! Inizia con un gorgoglio sommesso, mi lancia due o tre occhiate fulminanti, ma intanto non mi dice niente di umanamente comprensibile! E alla fine, quando gli chiedo cosa c’è che non va, lui sbotta, mi indica il bicchiere e dice sempre e solo Ma ci arrivi o parlo con i muri?!!!! “
Clarissa inarcò un sopracciglio, perplessa, e Giovanna annuì, commentando: “Lo so, all’inizio anche io restavo perplessa… Ora ci ho fatto l’abitudine…”
“Sai, non… non riesco proprio a vedercelo!” intervenne l’altra.
“Ma è ovvio: tu non vivi con lui tutti i giorni, ventiquattro ore al giorno… Vi siete sempre frequentati da amici, più fuori casa che dentro, e poi lui con gli amici è diverso, è più… permissivo... E’ normale, direi!”
“Però hai fatto bene ad avvisarmi! Stavo per mettere il mio bicchiere sul tavolino!” esclamò la ragazza, prima di scoppiare a ridere con Gi, che subito dopo le domandò: “E Dan? Come ci stai, tu, con quel mezzo matto? E’ un tenerone, vero? L’ho sempre visto come un orsacchiotto cresciuto!”
Clarissa inclinò leggermente il capo, ponderando una risposta soddisfacente, e rispose esitante: “Ehm…  Danny è… affettuoso, sì, molto… No, sul serio, non posso lamentarmi, perché, tutto sommato, non gli manca nulla! Mi fa sentire bene, ma sul serio, non come una cotta qualunque…”
“Ma…?”
“Ma…”
“Non ti ascolta?”
“Bé, non è proprio ques…”
“Non è abbastanza bravo a letto?”
“Gi, no!!!”
“No cosa?! No, non è bravo a letto o no, non ho ragione?!”
“Non… non hai ragione, no!”
“Ah! Bé, meno male! E allora cosa c’è che non va?!”
Clarissa sospirò ed esclamò: “Se mi fai parlare…!”
“Sì sì sì, per carità, scusa. Parla.”

La ragazza si tirò indietro i capelli, abbassando per un attimo lo sguardo, poi riprese: “Non ci starei ancora, dopo due anni, se non mi trovassi davvero bene. E non m’importa se c’è gente che dice che solo durante i primi anni tutto è una meraviglia e i difetti non li noti… La nostra storia è la nostra storia, così come ogni altra coppia ha la propria! Io sono… estremamente fortunata. Fortunata a stare con Danny e a starci anche bene! Sono innamorata di lui, Gi, non scherzo. E’ solo che, a volte… l’immagine che ho di lui… e che ho sempre avuto… si macchia un po’. Tutto qui…”
Giovanna annuì lentamente, in silenzio, e dopo qualche secondo le disse: “E’ sempre stato perfetto, bello come il sole, senza neanche l’ombra di un difetto… e poi…”
“E poi” intervenne l’amica “spunta fuori che è sempre in ritardo quando si tratta di andare a fare spese per la casa insieme… E poi… non parliamo di come lascia il bagno o la cucina… Insomma, cacchio, quando tocca me o la chitarra è perfetto, preciso, efficace, completamente… funzionale! E invece, per certe piccolezze…”

Si interruppe bruscamente, sentendo il rumore della porta-finestra che si apriva sotto la spinta di Tom, seguito da Danny. Giovanna si voltò, capì al volo di non dover fare ulteriori domande e lanciò un’occhiata di intesa alla ragazza, prima di rotearle l’indice destro davanti, per rimandare a più tardi la conversazione.

“Amore! Ci avete lasciato un po’ di tè? Marv non ne può più!” esclamò Tom, tenendo in braccio il povero micio, distrutto dal troppo giocare.
Gi si voltò verso di lui, gli prese delicatamente il felino dalle braccia, gli baciò velocemente il naso e rispose: “Sì, è in frigo che aspetta!”
Clarissa sorrise di fronte alla scena mentre Danny le sedeva accanto, poi lasciò che Marvin, sceso dal petto della sua amica, si prendesse il suo posticino caldo sul divano, proprio accanto a lei.
“Quello non è un gatto normale! Guarda che mi ha fatto!” se ne uscì Danny, scherzoso, mostrandole gli avambracci pieni di graffi.
“Oh, poverino!” ribatté la ragazza, fingendosi disperata “Questo grosso e feroce leone ti ha distrutto!”
“Già… Ho bisogno… di cure!” le disse lui, abbassando la voce e finendo per farle il solletico dopo averla abbracciata.
Clarissa rise e prese un altro bicchiere di tè insieme a Danny.
Quando, per caso, si ritrovò a poggiare il proprio bicchiere sul tavolino da fumo senza il sottobicchiere, fece per riprenderselo, ma poi si trattenne ed osservò la reazione di Tom.
Assolutamente tranquillo, come se non fosse mai esistito alcun bicchiere sul tavolo.
Giovanna le lanciò un’occhiata complice e scosse impercettibilmente la testa con un sorriso.

 

 

“Noi ci vediamo in studio la prossima settimana! E tu, tu, demone travestito da donna, non sciuparmelo! Non ho chitarristi di riserva!”
“No, sta’ tranquillo, te la riporto intera, la tua ragazza!”

Clarissa abbracciò Tom, che per ricambiare le solleticò la vita, poi salutò anche Gi, che le disse piano in un orecchio, approfittando dei saluti che i ragazzi si stavano scambiando: “Comunque non andare in paranoia per niente, state andando benissimo così, Claire…”
La ragazza annuì prima di ricevere un veloce bacio in fronte dall’amica.

 

“Perché ridevate come ossesse prima, tu e Gi?” le chiese Dan, cingendole le spalle con un braccio.
Clarissa fece la gnorri e rispose: “Barzellette, pettegolezzi, cose da donne!”
“Scommetto che l’oggetto delle barzellette eravamo io e Tom!” insinuò il chitarrista, iniziando a ridacchiare.
“Siete i famosi McFly per il mondo, non per noi, mia cara primadonna…” lo rimise al suo posto lei, maliziosa.
“E vorresti farmi credere che non stavate sparlando di noi?!”

Clarissa non aveva mai avuti segreti con Danny: non era mai riuscita a nascondergli niente, né le cose belle, né le cose brutte.
Neanche quelle insignificanti.
Aveva sempre sentito il bisogno di condividere quante più cose possibili con lui.

“Dan. Abbiamo parlato di cicli mestruali, di figure di merda delle nostre peggiori nemiche e ci quanto siamo incapaci di fare diete! Impiccione!”
“Ah!” esclamò il ragazzo, un po’ stupito dal tono deciso della fidanzata “Va bene! Allora… bé, ok, mi risparmio la curiosità!”.

Mentre si rannicchiava un po’ di più sotto la spalla del ragazzo, Clarissa si morse il labbro inferiore, sentendosi in colpa.
Ma rimase in silenzio.

 

Nel bagno di casa, inspirò profondamente ad occhi chiusi per non imprecare di fronte al lavandino completamente inzaccherato, con tanto di specchio pieno di schizzi d’acqua.
Danny era stato in bagno cinque minuti prima di lei.
“Deficiente, cosa ci hai fatto, una nuotata, qua dentro, eh?” mugugnò a denti stretti mentre si accingeva ad asciugare il tutto con un panno assorbente.

Pochi secondi dopo, si stava lavando svogliatamente i denti, lasciando allo spazzolino elettrico il compito di strusciare e ripulire i denti.
Lei era occupata a fissare la propria immagine allo specchio, meditabonda.

Lo strozzerei, quando fa così…” pensò per poi scuotere la testa.
Claire, vagli incontro, stai zitta e vagli incontro…

 

Un po’ assonnato, Danny sbadigliò mentre stava navigando su Internet con il suo portatile sulle cosce, sotto le coperte.
Aveva voglia di fare un po’ di coccole a Clarissa, ma se non si fosse sbrigata… lo avrebbe presto trovato ronfante nel mondo dei sogni.
Le era sembrata vagamente irritata dalle domande che lui le aveva rivolto mentre tornavano a casa, poco prima, dunque voleva rimediare, facendo un po’ il romanticone.
Il ciclo, ancora una volta, era vicino, e il suo tempismo, doveva ammetterlo, non era stato dei migliori: sapeva che, al minimo passo falso, la sua ragazza avrebbe scatenato il finimondo.
D’ora in poi, un po’ più d’attenzione…” si autoammonì in silenzio, anche se un pizzico di angoscia gli saliva allo stomaco all’idea di dover pesare ogni singola parola di fronte a lei, durante quei giorni.

Dan, su, non è niente, valle incontro come hai promesso!

 

 
Le sue mani grandi, da sempre la parte di lui che più amava, le cinsero i fianchi con una lentezza maliziosa a lei ormai familiare, ma mai noiosa, per fortuna.
“Divertita stasera?” le chiese sottovoce nel buio.
“Mh-mh…” affermò lei con un sorriso tranquillo.
“E… quanto sei stanca?”
“Cosa?”

Pericolo: la spia rossa del sospetto, resa più permalosa dal ciclo mestruale vicino, lo fece correre ai ripari: quel tono non gli piaceva per niente.

Disse con disinvoltura: “Volevo farmi perdonare per aver fatto la figura del giornalista impiccione prima, mentre stavamo rientrando…”
Clarissa si voltò verso di lui, intenerita, e chiese con voce minuscola: “E come?”
Danny sbuffò una piccola risata sulla sua fronte e le appoggiò la testa sul torace, mentre lasciava che le sue gambe si intrecciassero, anzi, si avvinghiassero, alle sue, sottolineando ancora di più la differenza di altezza tra di loro, cosa che a lui aveva sempre fatto molta tenerezza.
Il suo sospiro compiaciuto lo tranquillizzò definitivamente, così iniziò ad accarezzargli la spalla, rimanendo in silenzio e godendosi il suo profumo, quello che di notte le sentiva sempre addosso: una piacevole mistura di chissà quale crema idratante e della sua pelle fresca, lavata da poco.

Clarissa passò una mano sul petto nudo del fidanzato, e disegnò dei grandi cerchi invisibili con il palmo, percependo a tratti il battito tranquillo del suo cuore.
Le venne automatico stamparvi sopra un piccolo bacio, mentre sorrideva con aria soddisfatta senza che lui lo sapesse.

Sì, si riteneva davvero molto fortunata.

E anche se a volte i suoi errori, piccoli o grandi che fossero, la facevano irritare, lui rimaneva comunque un ragazzo meraviglioso, il suo ragazzo, suo e di nessun’altra, quello a cui non avrebbe mai e poi mai rinunciato.

“Domani devi andare in studio?” gli domandò, alzando lo sguardo verso di lui.
Scorse il riflesso dei suoi occhi azzurri mentre le rispondeva: “No, per adesso no, Tom sarà pronto solo la prossima settimana con i pezzi…”
“Devi andare da mamma allora?”
“…No…” fece lui, esitante “Almeno, non mi ha chiamato, vuol dire che ci andrò nel fine settimana, come al solito… Perché?”

Vide i suoi grandi occhi scuri scintillare e seppe che stava sorridendo. Come lui.

“Domani ho il turno pomeridiano, entro alle due…” la sentì insinuare, mentre la mano, dal torace, si era spostata sul ventre.

“Oh… Cristo santo…” pensò, eccitandosi, colto alla sprovvista e piacevolmente sorpreso da tanto spirito di inziativa.

Per risponderle, puntò sull’ironia e ribatté: “Fantastico… Avrai più tempo per dormire… Non sei contenta?”
Alla sua risata appena accennata seguirono dei movimenti lenti e ben studiati: si stava mettendo a cavalcioni sopra di lui; Danny finì per sentire le sue ciocche di capelli ribelli sul viso.
“Non devi fare… lo spiritoso…” lo ammonì con voce roca e sorridente “Non quando... sei mezzo nudo. E, per giunta, sotto di me…”
Il ragazzo roteò gli occhi e li chiuse per qualche istante, godendosi l’eccitazione crescente, e intanto accarezzò con lentezza le cosce di Clarissa, percorrendole per intero fino ad arrivare al fondoschiena, coperto da un paio di pantaloncini che ben presto finirono sul pavimento.

***

Per  chi non conosca l'identità di MARVIN... bè, è il pelosissimo, rossissimo e bellissimo gatto rosso di Tom e Giovanna :) Purtroppo ho trovato solo una sua foto da piccolo, ma fidatevi se vi dico che ora è un discreto gattone!

Il titolo del capitolo è preso dal ritornello di "The way you make me feel", dei McFly.
   
 
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