Salve a tutti!!!
Posto più che volentieri questo secondo capitolo per due ragioni: il primo è stato noioso e statico, e anche se era necessario costruirlo in quel modo, era altrettanto giusto dargli al più presto un successore! E l'altra ragione... bé, magari dopo averlo postato avrò più attenzione su questa storia da parte vostra :).
Detto questo, ringrazio RubyChubb, ormai onnipresente come critica, sostenitrice ed amica quando scrivo una storia. E anche quando, invece che Ciry, sono solo Silvia :).
E grazie anche a chi ha visitato la mia storia senza recensirla!
un pensierino è comunque più che gradito, anzi, è linfa :)
Ciry
La cena a base di
tagliatelle ai funghi cucinate da Gi aveva rasserenato gli animi di tutti, e
soprattutto aveva riempito a dovere gli stomaci: Tom e Danny stavano giocando
con Marvin in giardino, mentre Clarissa e Giovanna bevevano del tè freddo,
sedute sul divano in salotto, di fronte ad un gioco da tavolo a cui Danny aveva
vinto e che ora nessuno considerava più.
Clarissa commentò con una
risatina mentre beveva, e gettò un veloce sguardo fuori dalla finestra per
scorgere Danny, massacrato alle braccia dai piccoli artigli del gatto.
“Tranquilla…” le fece
l’amica, sorridendole con fare canzonatorio “Non scapperà da un momento
all’altro, ormai lo hai preso al guinzaglio… e poi guarda verso questa
benedetta finestra da quasi mezz’ora, a intermittenza! Gli verrà il torcicollo
e neanche te lo rinfaccerà!”
La bionda fece finta di
offendersi e fece una smorfia prima di affermare: “Non posso farci niente, va
bene, brutta invidiosa?!”
Giovanna rise e ribatté:
“Per carità! Ho deciso di non commettere mai nella vita l’errore di infatuarmi
di Danny quindici anni fa, quando vidi per la prima volta la sua stanza! Un
trauma, decisamente peggiore di quello che mi causò la vista della camera del
tuo amico, là fuori!”
“Lascia stare Fletcher,
strega! Lui è sempre stato adorabile, e lo sai!” reagì l’amica con tono
scherzoso, ma convinta della sua affermazione.
“Ma sì, ma sì… Molto
spesso lo è … ma molto spesso è anche detestabile, fidati…”
“Personalità da
musicista…”
“Personalità da rompipalle,
altroché! Negli ultimi anni è diventato ancora più pignolo di prima, poco ci
manca prima che trovi il coraggio di fargli lo scherzo di poggiare un bicchiere
bagnato sul tavolino da fumo senza sottobicchiere! Solo per vedere come
reagisce! Perché c’è da riderne…”
“Tom… A Tom importa di
queste stronzate?”
“Sì! Ma non si mette ad
alzare la voce e a dire Cazzo, Giovanna,
una volta per tutte, impara che ci vuole il sottobicchiere!... No! Lui
borbotta! Inizia con un gorgoglio sommesso, mi lancia due o tre occhiate
fulminanti, ma intanto non mi dice niente di umanamente comprensibile! E alla
fine, quando gli chiedo cosa c’è che non va, lui sbotta, mi indica il bicchiere
e dice sempre e solo Ma ci arrivi o parlo
con i muri?!!!! “
Clarissa inarcò un sopracciglio,
perplessa, e Giovanna annuì, commentando: “Lo so, all’inizio anche io restavo
perplessa… Ora ci ho fatto l’abitudine…”
“Sai, non… non riesco
proprio a vedercelo!” intervenne l’altra.
“Ma è ovvio: tu non vivi
con lui tutti i giorni, ventiquattro ore al giorno… Vi siete sempre frequentati
da amici, più fuori casa che dentro, e poi lui con gli amici è diverso, è più… permissivo...
E’ normale, direi!”
“Però hai fatto bene ad
avvisarmi! Stavo per mettere il mio bicchiere sul tavolino!” esclamò la
ragazza, prima di scoppiare a ridere con Gi, che subito dopo le domandò: “E
Dan? Come ci stai, tu, con quel mezzo matto? E’ un tenerone, vero? L’ho sempre
visto come un orsacchiotto cresciuto!”
Clarissa inclinò
leggermente il capo, ponderando una risposta soddisfacente, e rispose esitante:
“Ehm… Danny è… affettuoso, sì, molto…
No, sul serio, non posso lamentarmi, perché, tutto sommato, non gli manca
nulla! Mi fa sentire bene, ma sul serio, non come una cotta qualunque…”
“Ma…?”
“Ma…”
“Non ti ascolta?”
“Bé, non è proprio ques…”
“Non è abbastanza bravo a
letto?”
“Gi, no!!!”
“No cosa?! No, non è bravo
a letto o no, non ho ragione?!”
“Non… non hai ragione,
no!”
“Ah! Bé, meno male! E
allora cosa c’è che non va?!”
Clarissa sospirò ed
esclamò: “Se mi fai parlare…!”
“Sì sì sì, per carità,
scusa. Parla.”
Giovanna annuì lentamente,
in silenzio, e dopo qualche secondo le disse: “E’ sempre stato perfetto, bello
come il sole, senza neanche l’ombra di un difetto… e poi…”
“E poi” intervenne l’amica
“spunta fuori che è sempre in ritardo quando si tratta di andare a fare spese
per la casa insieme… E poi… non parliamo di come lascia il bagno o la cucina…
Insomma, cacchio, quando tocca me o la chitarra è perfetto, preciso, efficace,
completamente… funzionale! E invece, per certe piccolezze…”
Gi si voltò verso di lui,
gli prese delicatamente il felino dalle braccia, gli baciò velocemente il naso
e rispose: “Sì, è in frigo che aspetta!”
Clarissa sorrise di fronte
alla scena mentre Danny le sedeva accanto, poi lasciò che Marvin, sceso dal
petto della sua amica, si prendesse il suo posticino caldo sul divano, proprio
accanto a lei.
“Quello non è un gatto normale!
Guarda che mi ha fatto!” se ne uscì Danny, scherzoso, mostrandole gli
avambracci pieni di graffi.
“Oh, poverino!” ribatté la
ragazza, fingendosi disperata “Questo grosso e feroce leone ti ha distrutto!”
“Già… Ho bisogno… di
cure!” le disse lui, abbassando la voce e finendo per farle il solletico dopo
averla abbracciata.
Quando, per caso, si
ritrovò a poggiare il proprio bicchiere sul tavolino da fumo senza il
sottobicchiere, fece per riprenderselo, ma poi si trattenne ed osservò la
reazione di Tom.
Assolutamente tranquillo,
come se non fosse mai esistito alcun bicchiere sul tavolo.
Giovanna le lanciò
un’occhiata complice e scosse impercettibilmente la testa con un sorriso.
“Noi ci vediamo in studio
la prossima settimana! E tu, tu, demone travestito da donna, non sciuparmelo!
Non ho chitarristi di riserva!”
“No, sta’ tranquillo, te
la riporto intera, la tua ragazza!”
La ragazza annuì prima di
ricevere un veloce bacio in fronte dall’amica.
“Perché ridevate come
ossesse prima, tu e Gi?” le chiese Dan, cingendole le spalle con un braccio.
Clarissa fece la gnorri e
rispose: “Barzellette, pettegolezzi, cose da donne!”
“Scommetto che l’oggetto
delle barzellette eravamo io e Tom!” insinuò il chitarrista, iniziando a
ridacchiare.
“Siete i famosi McFly per
il mondo, non per noi, mia cara primadonna…” lo rimise al suo posto lei,
maliziosa.
“E vorresti farmi credere
che non stavate sparlando di noi?!”
Neanche quelle insignificanti.
Aveva sempre sentito il
bisogno di condividere quante più cose possibili con lui.
“Ah!” esclamò il ragazzo,
un po’ stupito dal tono deciso della fidanzata “Va bene! Allora… bé, ok, mi
risparmio la curiosità!”.
Ma rimase in silenzio.
Nel bagno di casa, inspirò profondamente ad occhi chiusi per non imprecare di fronte al
lavandino completamente inzaccherato, con tanto di specchio pieno di schizzi
d’acqua.
Danny era stato in bagno
cinque minuti prima di lei.
“Deficiente, cosa ci hai
fatto, una nuotata, qua dentro, eh?” mugugnò a denti stretti mentre si
accingeva ad asciugare il tutto con un panno assorbente.
Pochi secondi dopo, si
stava lavando svogliatamente i denti, lasciando allo spazzolino elettrico il
compito di strusciare e ripulire i denti.
Lei era occupata a fissare
la propria immagine allo specchio, meditabonda.
Claire, vagli incontro, stai zitta e vagli
incontro…
Aveva voglia di fare un
po’ di coccole a Clarissa, ma se non si fosse sbrigata… lo avrebbe presto
trovato ronfante nel mondo dei sogni.
Le era sembrata vagamente
irritata dalle domande che lui le aveva rivolto mentre tornavano a casa, poco
prima, dunque voleva rimediare, facendo un po’ il romanticone.
Il ciclo, ancora una
volta, era vicino, e il suo tempismo, doveva ammetterlo, non era stato dei
migliori: sapeva che, al minimo passo falso, la sua ragazza avrebbe scatenato
il finimondo.
“D’ora in poi, un po’ più d’attenzione…” si autoammonì in silenzio,
anche se un pizzico di angoscia gli saliva allo stomaco all’idea di dover
pesare ogni singola parola di fronte a lei, durante quei giorni.
Dan, su, non è niente, valle incontro come hai
promesso!
Le sue mani grandi, da
sempre la parte di lui che più amava, le cinsero i fianchi con una lentezza
maliziosa a lei ormai familiare, ma mai noiosa, per fortuna.
“Divertita stasera?” le chiese
sottovoce nel buio.
“Mh-mh…” affermò lei con
un sorriso tranquillo.
“E… quanto sei stanca?”
“Cosa?”
Clarissa si voltò verso di
lui, intenerita, e chiese con voce minuscola: “E come?”
Danny sbuffò una piccola
risata sulla sua fronte e le appoggiò la testa sul torace, mentre lasciava che
le sue gambe si intrecciassero, anzi, si avvinghiassero, alle sue,
sottolineando ancora di più la differenza di altezza tra di loro, cosa che a
lui aveva sempre fatto molta tenerezza.
Il suo sospiro compiaciuto
lo tranquillizzò definitivamente, così iniziò ad accarezzargli la spalla,
rimanendo in silenzio e godendosi il suo profumo, quello che di notte le
sentiva sempre addosso: una piacevole mistura di chissà quale crema idratante e
della sua pelle fresca, lavata da poco.
Le venne automatico
stamparvi sopra un piccolo bacio, mentre sorrideva con aria soddisfatta senza
che lui lo sapesse.
Sì, si riteneva davvero
molto fortunata.
E anche se a volte i suoi
errori, piccoli o grandi che fossero, la facevano irritare, lui rimaneva
comunque un ragazzo meraviglioso, il suo ragazzo, suo e di nessun’altra, quello
a cui non avrebbe mai e poi mai rinunciato.
Scorse il riflesso dei
suoi occhi azzurri mentre le rispondeva: “No, per adesso no, Tom sarà pronto
solo la prossima settimana con i pezzi…”
“Devi andare da mamma
allora?”
“…No…” fece lui, esitante
“Almeno, non mi ha chiamato, vuol dire che ci andrò nel fine settimana, come al
solito… Perché?”
Alla sua risata appena
accennata seguirono dei movimenti lenti e ben studiati: si stava mettendo a
cavalcioni sopra di lui; Danny finì per sentire le sue ciocche di capelli
ribelli sul viso.
“Non devi fare… lo
spiritoso…” lo ammonì con voce roca e sorridente “Non quando... sei mezzo nudo.
E, per giunta, sotto di me…”
Il ragazzo roteò gli occhi
e li chiuse per qualche istante, godendosi l’eccitazione crescente, e intanto
accarezzò con lentezza le cosce di Clarissa, percorrendole per intero fino ad
arrivare al fondoschiena, coperto da un paio di pantaloncini che ben presto
finirono sul pavimento.
***
Per chi non conosca l'identità di MARVIN... bè, è il pelosissimo, rossissimo e bellissimo gatto rosso di Tom e Giovanna :) Purtroppo ho trovato solo una sua foto da piccolo, ma fidatevi se vi dico che ora è un discreto gattone!Il titolo del capitolo è preso dal ritornello di "The way you make me feel", dei McFly.