Un giorno di
ordinaria follia:
POV BELLA:
Eravamo
tutti nella grande casa della mia adorata famiglia, ognuno concentrato
sulle
proprie attività.
Esme
sfogliava una nuova rivista di design, Carlisle era nel suo studio
intento
montare il suo nuovo microscopio, Rosalie ed Alice stavano facendo
spazio nei
loro guardaroba in vista della giornata di shopping sfrenato che le
attendeva,
Emmett e Jasper erano concentrati in una partita a scacchi.
Io invece ero
beatamente seduta sul divano, appoggiata con la testa sulla spalla di
mio
marito che era impegnato a dar da mangiare alla nostra Renesmee seduta
sulle
sue gambe.
Potevo
permettermi quella vicinanza solo perché stavamo abituando
la piccola a
bere sangue
animale. Se nella tazza ci
fosse stato sangue umano sarei andata in un'altra stanza come mio
solito. Super
autocontrollo o no, non era piacevole sentire la gola bruciare per la
sete.
Appena la
mia piccola finì di fare colazione si sporse verso di me per
farsi prendere .
L’accolsi tra
le mie braccia stampandole
un bacio sulle sue guanciotte paffute strappandole un risolino.
Io ed Edward
non potemmo fare a meno di unirci a lei nella risata, era proprio
impossibile
trattenersi di fronte a quei risolini simili al suono di campane dorate.
Ad un certo
punto però mio marito smise improvvisamente di ridere e si
fece ancora più
bianco in volto di quanto già fosse di natura. Un
espressione sconcertata sul
suo meraviglioso volto si fece spazio.
“Che
succede
Edward?”
Non fece in
tempo a rispondermi che nostra figlia mi fece l’ultima
domanda al mondo che
avremmo voluto sentire.
“Mamma
come
nascono i bambini?”
Il silenzio
totale scese in casa Cullen. Tutti
piombarono in salotto interrompendo le loro attività. Erano
fermi, senza
respirare, intenti a fissarmi.
“Allora
mamma, me lo dici come nascono i bambini?”
incalzò mia figlia.
Emmett
esplose improvvisamente in una fragorosa risata, tutti sobbalzammo ed
io lo
incenerii con lo sguardo. Che diamine ci trovava di tanto divertente??
Guardai
Edward nel panico, cosa avrei dovuto risponderle? Intelligente
com’era di certo
non potevamo darle a bere la storia della cicogna o del cavolo,
però nonostante
la sua maturità era pur sempre ancora una bambina quindi la
verità era fuori
discussione.
“Uffi
perché
nessuno mi risponde? E’ una cosa tanto brutta? “
chiese spazientita.
Per fortuna
Edward il mio amato adorato salvatore nonchè marito venne in
mio soccorso.
“Ehm
vedi
Nessie, non è una cosa molto semplice da spiegare
così su due piedi” dichiarò
cercando di essere il più serio
possibile “Per farla breve diciamo che quando due persone si
amano tanto e sono
sposate, come me e la mamma, gli viene dato un sacchettino dorato con
dei
semini all’interno”
Si fermò un secondo
per fare un profondo ed inutile respiro, la nostra bambina lo fissava
attenta,
Emmett stava per scoppiare nuovamente a ridere ma Rosalie gli
sferrò
prontamente una gomitata nelle costole che lo rese serissimo di botto.
“E
dopo che
vengono consegnati i semini che succede papà?”
chiese la piccola vedendo che il padre non proseguiva.
Improvvisamente
Edward sorrise compiaciuto, mi parve quasi di vedere la lampadina che
si
accendeva sopra la sua testa.
“Vedi
Renesmee, dopo che vengono consegnati i semini il papà ne
mette uno nel pancino
della mamma e dal quel seme cresce ed infine nasce un bimbo”
concluse fiero di
se stesso per aver trovato una risposta verosimile.
“Oh
proprio
come succede per i fiori?”
chiese Nessie
entusiasta della risposta
“Esatto
amore, proprio come per i fiori”
risposi
io finalmente rilassata.
La nostra
famiglia tornò sorridendo alle proprie attività
ed io pensai che avrei dovuto
trovare il modo per ringraziare come si deve mio marito per avermi
levata da
quel grande impaccio!
Nello stesso
istante Jacob entrò in casa sfrecciando verso la piccola che
era ancora in
braccio a me intenta a giocare con una mia ciocca di capelli.
“Hei
Nessie
mi sei mancata” disse stampandole un bacio sulla fronte.
La piccola
rise lusingata e si sporse verso di lui per essere presa in braccio.
Per una
volta glie la cedetti volentieri, mi era appena venuta in mente un
ideuzza per
ringraziare a dovere il mio maritino.
“Tesoro
che
ne diresti di giocare un po’ con Jake mentre io e
papà… ehm mettiamo un po’ in
ordine la nostra casetta?” chiesi a mia figlia facendo
l’occhiolino a Jacob.
“Siiiii” esultò la
piccola vedendomi così propensa
verso Jake, certo era un atteggiamento raro devo ammetterlo. In tutta
risposta
Edward mi guardava stranito chiedendosi sicuramente che cosa avessi in
mente.
“Andiamo
amore?” gli
chiesi sorridendogli.
“Certo”
rispose scoccando un veloce bacio a sua figlia,
“andiamo” aggiunsi
prendendolo per mano ed iniziando a
sfrecciare per la foresta.
“Che
cosa ha
in mente signora Cullen?”
disse una
volta dentro il nostro salottino.
In tutta
risposta mi avvicinai lenta e sensuale a lui, poggiai le mani sul suo
petto ed
iniziai piano a slacciare il primo bottone della sua camicia.
“Volevo
solo
ringraziarla come si deve per avermi levata dall’impaccio
caro signor
Cullen” risposi
sorridendo maliziosa.
Un brivido
percorse il suo corpo quando carezzai il suo torace nudo per poi
sfilargli la
camicia.
Senza
nemmeno rendermene conto mi ritrovai distesa sul tappeto sotto di noi
con lui
prepotentemente sopra di me.
“Mi
sembra
un ottima idea signora Cullen” disse mentre con le labbra
percorreva lento il
mio collo.
Prima che
potessi perdere completamente il lume della ragione ribaltai le
posizioni.
“Mi
dispiace
deluderla signor Cullen ma oggi sarò io a condurre il
gioco” e
così dicendo inziai a percorrere con la
lingua la linea perfetta del suo collo, per poi scendere piano verso il
petto e
successivamente sull’addome. Quando arrivai
all’inguine sentii un ringhio di
piacere nascere dal suo petto. Nell’udire quel suono il mio
sangue prese a
ribollire ed in un secondo gli tolsi i jeans.
A quel punto
si alzò un poco e con un solo rapido gesto mi tolse il
vestito leggero che
indossavo. In un
attimo ero nuda, solo
con gli slip indosso proprio come lui. Non gli permisi di fare altro,
con forza
lo feci distendere nuovamente sotto di me e mi misi a cavalcioni su di
lui, le
nostre intimità erano a contatto ed i nostri respiri
inziavano a farsi veloci.
“Hai
deciso
di farmi impazzire Bella?”
chiese
ansante, in tutta risposta gli feci un sorrisino malizioso ed iniziai a
muovermi su di lui. Le sue mani forti corsero subito ad afferrare i
miei
fianchi per assecondare il movimento. Le mie labbra intanto cercarono
le sue e
le nostre lingue iniziarono a danzare insieme.
Sentivo la
sua eccitazione crescere sotto di me a contatto con la mia, non
riuscivo più a
resistere volevo che mi facesse sua subito, senza smettere di baciarlo
con una
mano scesi verso i suoi boxer e con un rapido gesto glie li strappai.
Lui fece
lo stesso con me e finalmente fummo liberi.
Non ce la
facevo più e sentivo che anche per lui era la stessa cosa
“Ed..Edward fammi tua
ora” chiesi
tra un bacio e l’altro, lui
non se lo fece ripetere due volte, in un secondo ribaltò
nuovamente le
posizioni ed entrò finalmente dentro di me.
Ad entrambi sfuggì un gemito di piacere, le mie
mani furono subito sulle
sue spalle, lo volevo, lo volevo da morire, era un desiderio che poteva
fare
male se non esaudito. Piano piano i suoi movimenti acceleravano ed io
non potei
fare a meno di allacciare le gambe sulla sua schiena bramando un
contatto più
profondo. “Edward”
sospirai e lui si
sintonizzò sulla mia stessa lunghezza d’onda in un
attimo, le spinte crebbero
di intensità, lo sentivo in me, dentro e fuori sempre
più profondamente e velocemente
finchè entrambi non raggiungemmo insieme l’apice
del piacere.
Restammo a
fissarci ansanti e pieni d’amore per un minuto eterno e poi
lentamente scivolò
via da me per mettersi al mio fianco. Mi fece accomodare tra le sue
braccia e
così accoccolati lasciammo il resto del mondo fuori per
qualche ora.