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Autore: Ladybird    24/09/2005    16 recensioni
settimo anno per i nostri eroi...riusciranno a crescere come dei ragazzi normali, nonostante il peso che la loro missione causa loro??
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1

                                            CHAPTER 1

 

 

 

 

Harry se ne stava disteso a pancia in giù sul suo letto, nella sua cameretta di Privet Drive, aspettando con impazienza che le ore che lo separavano dal suo ritorno a Hogwarts, la sua VERA casa, passassero in fretta.

 

Quel giorno prometteva davvero bene, si disse Harry: il sole brillava in cielo, e non c’era una sola nuvola a coprirlo…

Dopo qualche ora avrebbe rivisto i sue due migliori amici, Ron ed Hermione, e sperava che nel loro ultimo anno a scuola ne avrebbero combinate delle belle!

In verità era anche un po’ preoccupato dal fatto che i litigi tra i suoi due migliori amici fossero aumentati notevolmente, come l’altezza di Ron, del resto.

Si impose di non pensarci, almeno per il momento, e si limitò a osservare con sguardo perso il suo baule, preparato la sera prima; dopo qualche intenso secondo, si rese conto che erano le nove passate…inconsciamente il suo cuore fece un balzo, ma subito si diede dello stupido: quell’anno nessuno avrebbe dovuto accompagnarlo a King’s Cross, dato che poteva materializzarsi, e il ministero della magia aveva predisposto luoghi precisi per l’arrivo dei maghi maggiorenni, e lì avrebbe incontrato Hermione alle dieci e quaranta.

Ron, invece, l’avrebbero visto direttamente sull‘espresso, dato che sua sorella Ginny, che quell’estate gli aveva scritto una montagna di lettere (con suo immenso piacere), era ancora  minorenne, e quindi non autorizzata a usare magie al di fuori della scuola.

Tuttavia per i Weasley, la famiglia di Ron e Ginny, il saluto alle strade che portavano alla loro casa, La Tana, era quasi un rito propiziatorio per l’anno scolastico.

 

 

Completamente vestito, Harry scese in cucina per fare colazione.

 

Non si stupì nel non vedere suo zio Vernon e suo cugino Dudley in cucina, che a quell’ora dormivano ancora; piuttosto, ciò che lo colpì fu vedere che sua zia Petunia non piangeva guardando la sua soap opera  mattutina, con il fazzoletto rosa stretto nella dentatura cavallina, per sopprimere i singhiozzi, onde evitare la furia del figlio, che _poverino_ almeno durante le vacanze, voleva riposarsi.

 

Zia Petunia guardava il televisore spento, con aria vaga. In quel momento a Harry ricordò qualcuno, ma non seppe dire esattamente chi…

 

-buongiorno…-disse Harry, preoccupato da quell’insolita situazione.

 

 

-buongiorno caro- rispose sua zia, rivolgendogli uno sguardo affettuoso.

 

………………..

 

Un momento? Ma dove siamo?

 

 

Harry non sapeva se doveva essere sorpreso oppure cominciare ad avere paura…

 

 

Sua zia lo chiamava caro? Ma stiamo scherzando? In sedici anni, da quando viveva sotto lo stesso tetto dei Dursley, la parola “caro”, rivolta ad Harry, era una cosa inconcepibile! Che ci fosse sotto lord Voldemort?

Preso da un impeto di coraggio decise di rischiare del tutto.

 

- dormito bene, zia?-  ecco…ora tutto sarebbe tornato alla normalità, e sua zia avrebbe ricominciato a trattarlo con il disprezzo di sempre.

 

- no, in verità sono un paio di notti che non dormo… suppongo che neanche tu abbia dormito granché, per l’emozione, intendo-

Petunia Dursley sorrise vagamente.

 

- ehm…emozione? In verità non saprei dire.

 

Harry ci pensò un attimo. In fondo sua zia aveva ragione: l’idea che quelle erano le ultime ore che passava nella casa dei suoi zii, lo rallegrava non poco.

Non seppe dire come mai, ma uno strano senso di colpa lo colpì nel pieno dello stomaco. Perché poi, proprio non lo sapeva. Sua zia continuò, come se dovesse concludere quel discorso molto in fretta.

 

-ascolta, Harry… lo so che la convivenza con noi in questi anni non è mai stata esattamente idilliaca…

 

-puoi giurarci!  Harry si mise una mano davanti alla bocca, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva detto.

Sua zia fece finta di non aver sentito quell’ultimo commento.

 

- però ci tenevo a farti sapere che, nonostante tutto, il pensiero di non averti più qui un po’ mi rattrista…e non so, se un giorno ti sentirai solo, e vorrai venire qui, a trovarmi, intendo, a me non dispiacerà…certo, è meglio che la convivenza finisca qui, altrimenti suppongo che Vernon avrà qualcosa in contrario.

 

A quel punto, Petunia sorrise debolmente, con gli occhi lucidi, e Harry seppe chi gli ricordava sua zia, seppe a chi aveva pensato la mattina appena l’aveva vista…

 

Sua madre…

 

Era incredibile come in quel momento Harry riuscisse a vedere il volto di sua madre in quello di sua

zia, proprio quando non lo aveva cercato…

 

Harry Potter aveva infatti cercato ogni giorno, ogni volta che sua zia lo sgridava, un dettaglio di quel volto che gli ricordasse anche lontanamente quello di sua madre, ma fino a quel momento non ci era mai riuscito… a Harry risultarono più chiare le parole che Silente gli aveva detto, il giorno in cui gli aveva rivelato la profezia su lui e Voldemort… quella in fondo era anche casa sua, e un po’, gli dispiacque di lasciare sua zia…

Quello che fece Petunia, lasciò suo nipote completamente di stucco…lo abbracciò, e Harry ricambiò, ormai armato di un affetto che solo a qualcosa di molto simile a una madre si può dare.

La donna lo avvertì, e lasciò andare Harry, salutandolo:

 

-addio…se vorrai tornare, io ci sarò

 

-spero di farlo zia, addio!

 

 

 

 

Harry percorse gli scalini che lo separavano dalla sua camera da letto, e vide suo cugino Dudley appoggiato alla porta…Che volesse abbracciarlo anche lui? Harry rabbrividì all’idea…una cosa era sua zia, ma suo cugino…sicuramente l’avrebbe stritolato!

 

 

-così finalmente te ne vai!- Dudley accennò un sorriso

 

 

-già, così avrai di nuovo la tua seconda camera, e mi sa che ti servirà, dato che in una sola non entri!

 

 

-come ti permetti!

 

 

Dudley non fece in tempo a scagliarsi contro il cugino, che era agilmente passato sotto le sue enormi braccia, e gli aveva chiuso la porta sul naso…

Certe cose non cambiano…ma a Harry in fondo andava bene così, sarebbe tornato lo stesso!

Sul suo davanzale si erano posati due gufi, uno era Leo, il gufo di Ron, e aveva legate alle zampe due lettere, una voluminosa, e una molto più piccola.

L’altro gufo era quello che Hermione Granger aveva comprato alla fine del sesto anno, per “aumentare la corrispondenza” con tutti, ma l’ultimo giorno, da un’occhiata con Ginny, capì che non erano loro i destinatari delle frequenti lettere di Hermione, e, dal rossore eccessivo delle orecchie di una persona accanto a loro, capirono che le lettere non erano destinate nemmeno ad un certo campione di quidditch…

 

 

Harry aprì prima la lettera di Ron.

 

 

 

Harry,

finalmente è arrivato questo tanto sospirato giorno! Stamattina i gemelli mi hanno svegliato e mi hanno messo sulle ginocchia una torta con delle candeline…credono che, ora che sono caposcuola, lascerò che vendano i loro scherzi a scuola…io lascerei anche che facessero quello che vogliono, ma con Hermione come capo supremo della  “squadra di sorveglianza e di controllo degli studenti” non credo che avrei lunga vita se li facessi entrare…

bando alle ciance, ti ho spedito questo gufo solo per confermare l’ora dell’appuntamento. Quindi ci vediamo alle otto? No scherzo, alle 10 e 45 tra i binari 9 e 10.

A dopo

                                                                                                                             Ron.

Ps. Anche Ginny ti ha spedito una lettera, ops, un poema!

 

 

 

 

 

Ora toccava alla lettera di Ginny. Harry fece per aprirla, ma poi cambiò idea, e prese quella di Hermione, altrimenti ci avrebbe messo troppo tempo.

 

 

 

 

Caro Harry,

finalmente oggi ci rivedremo! È una vera fortuna avere Mercurio, così le mie consegne sono molto più veloci. E non pensare a quello che stai pensando! Non l’ho preso per sentire Ron più spesso, o almeno non solo per quello…basta sto divagando…ci vediamo alle 10 e 35 ai bagni fuori uso della stazione, ok!?

A dopo,                                                                                                  

 

                                                                                                         Hermione.

 

 

 

 

 

Ora toccava a quella di Ginny, ma lui sapeva che erano solo i temi che le aveva prestato quell’estate a fare la lettera così voluminosa, infatti la lettera vera e propria consisteva in un biglietto di due righe…

 

 

 

 

 

 

Caro Harry,

come ti avevo promesso ecco i tuoi temi di pozioni e di storia della magia. Naturalmente non li ho copiati, li ho un po’ cambiati qua e là. Comunque ti ringrazio…

allora ci vediamo dopo?

Non vedo l’ora di riabbracciarti!

                                                                                                                          Ginny.

 

 

Già, certe cose non sarebbero mai cambiate, ma per la seconda volta in quel giorno si ritrovò a pensare che non gli dispiaceva affatto, e guardato l’orologio, si decise a indossare la giacca, e a prepararsi per la smaterializzazione.

 

 

 

 

**************************************************************************

 

 

 

“La materializzazione è un’arte difficile da imparare”

Così, Madama Bumb, aveva cominciato il suo corso di materializzazione per gli studenti del sesto anno di Hogwarts, ma Harry Potter non era esattamente d’accordo: materializzarsi era un po’ come volare, bisognava essere portati.

In verità l’unico che non aveva affatto avuto problemi nell’impararlo era Ron, dato che fin dal primo giorno, con gli occhi ridotti a fessure, aveva detto che in quello nessuno sarebbe stato migliore di lui, e così era stato…

Impossibile descrivere la faccia che Ron aveva fatto quando Hermione gli aveva detto  che era fiera di lui…

In ogni caso materializzarsi non era poi così difficile: era solo una questione di coordinate e di equilibrio…Hermione per esempio non era mai riuscita, almeno a scuola, a cadere in piedi dall’altra parte!

Harry pensò con tutta la concentrazione di cui era capace al bagno di King’s Cross in cui doveva apparire. Fu un attimo, si ritrovò in men che non si dica in uno di quei bagni fuori uso. Aprì la porta e si ritrovò di fronte a Ernie Mc Millan, il prefetto di Tassorosso, che lo salutò velocemente, in attesa forse di raggiungere la sua ragazza, Hanna Abbott, l’altro prefetto di Tassorosso…

 

 

Anche Harry uscì dal bagno destinato ai ragazzi, e vide di sfuggita Pansy Parkinson , la ragazza di Malfoy, nemico di Harry fin dal primo anno, dirigersi verso l’uscita col suo portamento da superiore…

Non fece in tempo a vedere chi incontrava fuori, che qualcuno lo chiamò da dietro, con una vocetta acuta che Harry avrebbe riconosciuto tra mille…con un sorriso largo da un orecchio a un altro Harry si girò…

-Hermione!!

-Harry!!che bello rivederti!

-cavolo…quanto sei bella!!

-oh, Harry, non esagerare, o potrei anche crederti!

I due amici si abbracciarono, sinceri, e quando si furono staccati si guardarono a lungo, squadrandosi.

-Signor Harry Potter, neanche lei scherza in fatto di bellezza, vero?chissà quanti cuori infrangeremo quest’anno…

-non il tuo…dato che ha già provveduto qualcun altro di mia conoscenza

-ancora? Basta con questa storia di Ron e me che…

-io mica parlavo di Ron?!…-disse Harry, leggermente divertito, e si avviò verso l’uscita dei bagni, seguito da Hermione che brontolava qualcosa di incomprensibile…

 

 

 

*************************************************************************

 

 

Alla stazione di King’s Cross, per accedere al binario 9 e ¾  bisognava attraversare di corsa le barriere che separavano i binari 9 e 10, e ci si ritrovava davanti al treno rosso che avrebbe condotto i maghi e le streghe alla scuola di magia.

 

 

-complimenti per la tua nuova carica, Hermione!- fece Harry, ricordandosi solo in quel momento che la sua amica era il capo della sorveglianza degli studenti di Hogwarts.

 

-grazie…devo dire che credevo che il massimo per me fosse quello di diventare Caposcuola, ma devo dire che questo è molto meglio…la gestisco da sola, mentre sai bene che i capiscuola sono due, e sono entrambi sotto il mio comando!

 

- ma Hermione!! Scusa, ma mica siamo nell’esercito?- disse Harry, spaventato dall’eventualità che tutto quel potere desse alla testa alla sua amica…

 

-lo so, ma credo che con un grifondoro ci saranno meno ingiustizie…non ricordi con i serpeverde quanti punti ci hanno tolto ingiustamente?

 

-hai ragione, è solo che…

 

 

Harry si accorse che Hermione stava sorridendo, diversamente da prima, dal cipiglio severo che assumeva quando parlava di responsabilità. Non fece in tempo a chiederle il perché di quella risata, perché qualcuno gli coprì gli occhi con le mani.

Harry le tolse e si girò…

 

-ciao, Harry!

 

Ginny gli saltò al collo senza dargli il tempo neanche di pensare a quello che stava succedendo.

 

Senza accorgersene, la sollevò di qualche centimetro da terra, ricambiando volentieri quell’abbraccio inaspettato. Poi la staccò da sé e la guardò: sorrideva come non mai…anche lui si ritrovò a sorridere come un ebete, ed Hermione, cogliendo la situazione al volo, li richiamò sulla terra…

 

-bene, ora che ci siamo quasi tutti, direi di avviarci per trovare uno scompartimento libero, a meno che non vogliate sedervi con Tiger e Goyle…

 

 

-certo che no! Fece Ginny, staccando gli occhi da Harry per la prima volta da quando si erano visti- anche perché ce li dovremmo sorbire solo noi, dato che tu devi andare a dare istruzione ai prefetti e ai Caposcuola…

 

-allora sarà meglio muoversi…

 

Così l’insolito terzetto si avviò verso il treno, con la ragazza al centro ancora insoddisfatta che guardava continuamente tutte le persone che passavano…

 

 

 

 

Trovarono uno scompartimento vuoto, e sistemarono i loro bagagli. Hermione li salutò, dicendo che doveva andare alla sua riunione.

 

-allora – cominciò Ginny- come hai passato la tua ultima estate di reclusione dai Dursley?

 

 

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Hermione percorse lentamente i corridoi del treno che la separavano da quello iniziale, gettando lo sguardo in ogni scompartimento che trovava.

Quasi a destinazione, si sentì spinta da dietro, e cadde con le ginocchia a terra…non fece in tempo a sollevare lo sguardo che…

 

-spostati, mezzosangue

 

-che piacere rivederti, Malfoy

 

-che dispiacere, invece, vedere te…cos’è, hai lasciato sfregiato e lenticchia a casa, a occuparsi delle faccende domestiche, oppure Weasley non aveva abbastanza soldi per iscriversi?

 

-taci Malfoy!- Hermione sentì la rabbia salirle fino al cervello, ma non fece in tempo a scagliarsi contro Draco, che una porta dietro di lui si aprì e un ragazzo molto alto disse, con tono divertito al ragazzo:

 

-vedrai come mi divertirò quest’anno, a toglierti punti, Malfoy!

 

 

Era Ron…

 

 

 

Finalmente, pensò Hermione……..

 

 

                                                                                                                                                   

 

  
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