Se il mondo dovesse crollare adesso, Kikyo non se ne accorgerebbe.
Perché, quel bacio…quel bacio è come un’esplosione, anche se soave ed appena accennato.
Ma si ritrae quasi subito.
“Bankotsu…” “Mia Sventurata Sacerdotessa…lasciati andare…”
“Non posso…”
Aggrotta le sopracciglia scure. “Per quale motivo?”
Ella s’allontana dal corpo fremente di desiderio. Dice questo:
“Forse io dovrei chiederti che cosa ti spinge a volere che io m’abbandoni al tuo abbraccio. In fondo il mio, è un corpo di polvere…è come se non esistesse”
Intanto, è arrossita.
“Beh…se tutti i corpi inesistenti fossero come il tuo, a me farebbe piacere…” è ironico.
“Bankotsu” lo guarda negli occhi.
Ma non ha tempo per dire nulla.
Da un cespuglio, un demone con lo sguardo insanguinato.
Kikyo non riesce a voltarsi. Ma il demone è già distrutto.
“Detesto venire interrotto” afferma.
“Bankotsu. So che hai avuto parecchie…amanti” comincia, imbarazzata.
“Io non ho alcuna esperienza, a riguardo”
Abbassa il capo.
“E’ per questo che ti desidero…Kikyo”
Non l’ha chiamata ‘Sacerdotessa Sventurata’. L’ha chiamata Kikyo.
“Mi piace il tuo nome” mormora, vicino a lei, tanto da poter respirare la stessa aria.
Kikyo gli si accosta di più.
Allora, le loro labbra si sfiorano.
E questa volta, da un insignificante ed umido tocco, ecco sbocciare un atto avvolgente…la lingua di lui trova quella di lei…il suo odore lo inebria…dunque, la conduce in una grotta, lì accanto.