Serie TV > Il mondo di Patty
Segui la storia  |       
Autore: Sana e Akito    24/07/2010    3 recensioni
E se, dopo il finto litigio tra Bruno e Gonzalo, per il loro finto amore verso Patty, le cose fossero andate in modo diverso? E se nascesse una profonda amicia tra Bruno e Patty, proprio grazie a questo litigio? E se Matias si accorgesse di essere geloso dei due ragazzi? E se la faccenda di Carmen e Leandro andasse in maniera diversa, come quella di Giusy e Guido?
Come promesso, continuerò la storia.
20/02/13 Revisionato 2 capitolo.
Vi consiglio di rileggere i capitoli man mano che li riposto perché, anche se piccole, le differenze ci sono.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bruno/Patricia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

6. Te quiero!

È un altro giorno a Buenos Aires e in casa Beltran, precisamente nella camera della secondogenita, Giusy era intenta a navigare su internet, dando un’occhiata a vari siti e forum, mentre beveva una tazza di latte caldo con biscotti. Dopo pochi minuti, però, fu costretta a fermare il suo operato a causa dell’arrivo improvviso del fratello.

 - Prego, entra pure! – disse ironica, Gius, all’entrata in stanza di Matias.

- Sì,sì, grazie. –

- Era una battuta, Matias! Cosa c’è di tanto urgente da farti dimenticare le buone maniere? – gli chiese, ormai rassegnata al suo strano comportamento di quei giorni e mettersi comoda sulla sedia che occupava prima del suo arrivo.

- Lo so, scusa! Solo che devo parlarti ed è una cosa urgente. – le rispose.

- Di cosa si tratta? –

Giusy, a questo punto, non sapeva più cosa pensare. Aveva già notato uno strano comportamento – se poteva definirlo così – su suo fratello. All’inizio aveva pensato che ciò fosse dovuto ad Antonella, che ne combinava sempre una più del diavolo, con conseguente litigio fra i due. Di solito, però, quando si trattava di lei, Matias non le raccontava mai niente, per fortuna perché sapeva che tra lei e Tontonella non era mai trascorso buon sangue. Quindi, arrivata a queste conclusioni, non sapeva davvero il motivo per cui voleva parlarle.

- Di… Patty! – le disse, facendola ritornare alla realtà e farle spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Tra tutti gli argomenti era l’unico a cui non avrebbe mai pensato.

- E di cosa, di preciso, dovremmo parlare di lei? –

- Bhè, non si tratta di una sua…, cioè è una cosa sua, ma riguarda me – incespicò il fratello.

Matias non sapeva davvero cosa fare e, soprattutto, cosa dire. Era una situazione delicata e lui su queste cose, a parte Antonella, che faceva tutto lei, non sapeva dove mettere le mani.

Cavolo! Aveva capito, anzi, scoperto qualcosa di se che riguardava Patty ed era andato completamente fuori di testa. Non riusciva neanche a pensarlo, figurarsi dirlo alla sorella e migliore amica del suo problema.

- Allora? Si può sapere che cosa vuoi dirmi? –

- Ecco… credochemipiacciaPatty – le disse tutto d’un fiato, con il risultato di non aver fatto capire nulla alla sorella.

- Eh!? Matias respira e dimmi quello che devi, altrimenti staremo qui tutta la giornata e tra poco dobbiamo andare a scuola. –

Il giovane Beltran prese alla lettera il suo consiglio e, dopo aver fatto un bel respiro, le confessò ciò che cercava di dire da minuti.

- Credo di essermi preso una cotta per Patty – riuscì a dire, infine, guardando stupito Giusy, che sfoggiava un bellissimo sorriso.

- Perché sorridi? – le chiese, confuso.

- Perché!? Hai anche il coraggio di dirmelo? Perché è meraviglioso, ecco perché! – esplose la popolare, felice della notizia.

- E perché mai dovrebbe essere meraviglioso? –

- Matias, dico, ma fai sul serio? Queste stupide sono inutili e… stupide! È meraviglioso perché anche Patty ha una cotta per te. –

Ecco! Adesso era ancora più confuso.

Patty innamorata di me? Impossibile! Giusy si starà sicuramente prendendo gioco di me e, devo dire, non è per niente divertente.

- Stai scherzando, vero? Patty non può avere una cotta per me! – le chiese, mettendo a voce i suoi pensieri.

- E, di grazia, questo chi lo dice? Tu!? – era easperata, ormai. Non aveva mai visto suo fratello insicuro di qualcosa.

- Ma, Giusy, ragiona! Come posso piacerle? –

- Sai? È la stessa cosa che dice lei su di te e credo che per lei sia normale domandarselo, visto che quello fidanzato sei tu! –

- Con Antonella già da molto va male e non centra niente con questa… cosa. La mia presunta cotta per lei è uscita fuori dopo una conversazione con i ragazzi. –

- Che conversazione? –

- Ricordi il litigio di Bruno e Gonzalo per Patty? Bhè, quel giorno ne abbiamo parlato e, una cosa tira l’altra, Guido se n’è uscito con ‘Patty chi sceglierà tra i due’, o qualcosa di simile ed è esattamente da allora che… - non riuscì a continuare.

- Che hai capito di avere una cotta per lei? – gli andò in aiuto Giusy, ancora felice per la notizia.

- Sì, è così! –concordò con lei.

- Adesso direi che è ora di lasciare Tontonella e confessare a Patty ciò che provi per lei, prima che qualcuno te la rubi. Forza, andiamo! – detto ciò, prese una mano di Matias e si avviarono a scuola.

***

- Non capisco perché la fai tanto lunga. Non devi interrogarla, devi solo tenerla d’occhio. Non mi sembra tanto difficile come cosa -

- Ensteban, forse non mi hai sentito! Non ho nessunissima intenzione di correre dietro a Bianca per spiarla. Ci sarà sicuramente un altro modo per far luce su questa faccenda –

Leandro è sempre stato sicuro della sincerità e lealtà di Bianca, ma, dopo le parole di Carmen, non era più sicuro di niente. Conosceva da anni e sapeva che non era capace di mentire o dire falsità. Allo stesso tempo, però, non poteva accusare Bianca senza avere prove o qualsiasi altra cosa che gli facesse capire chi delle due dicesse la verità.

Non gli piaceva per niente l’idea di spiarla, quindi doveva pensare ad un’altra soluzione. Per il momento, però, non aveva ancora idea di cosa fare.

- Se non vuoi farlo, non farlo! Ma così non saprai mai la verità –

- Invece, in un modo o in un altro, riuscirò a scoprirla. –

Concluse la conversazione e si diresse, con l’amico, fuori dal bar, in cui si trovavano, per raggiungere la clinica.

***

Hoy, pienso dónde estarás

Me quiero imaginar

Que te voy encontrar

Y entre tus brazos

Ya no habrá tristeza y soledad.

 

- Dove sei papà? Papà! –

- Papà, ti prego, torna da me. –

 

Hoy, algo extraño sentÍ

Porque en tus ojos vÍ

Que algo tuyo en mÍ

Si estamos juntos

Ya no habrá tristeza y soledad

 

- Chi c’è? Chi è che canta? Papà! Papà, sei tu? –

- Papà, chi sei? Fatti vedere, ti prego! –

 

Yo te quiero, yo te espero.

Cada noche, pido al cielo

Que aparezcas ya

Quiero tenerte a mi lado, papà.


Patty si trovava in un ampio prato verde, pieno di fiori di vario tipo. In lontananza, sentiva, come un eco, una bellissima voce maschile che cantava la canzone dedicata a suo padre. Camminava in lungo e in largo per cercare di trovare la persona che cantaa, ma, nonostante cercasse di percepire dove la voce stesse cantando, non riusciva a raggiungerla, anzi, sembrava che la voce si allontanasse sempre di più, ogni volta che Patty tentava di raggiungerla.

 

Yo también, mi amor, te espero

Y te juro que me muero de felicidad

Sólo al pensar que alguna vez vas a decirme, papà

 

- Dove sei? Papà, papà! Lo so, lo ento che sei tu! Fatti vedere! Papà! –

 

Nonostante Patty continuasse a parlare e cercasse di riuscire a scorgere qualcuno tra i fiori, oltre a sentire la voce, quest’ultima non dava segni di aver sentito Patty: continuava a cantare, come se ad ogni strofa si nascondesse qualcosa, un indizio che Patty doveva intuire e risolvere.

Patty correva e le lacrime, ormai, erano già fuoriuscite dai suoi occhi. Non riusciva quasi più a vedere a cause delle gocce salate che le appannavano gli occhi, ma non se ne curava.

Voleva soltanto trovare colui che cantava perché sapeva che, una volta raggiunta, avrebbe visto, finalmente, il volto di suo padre.

 

Hoy, pienso dónde estarás

Me quiero imaginar

Que te voy encontrar

Y entre tus brazos

Ya no habrá tristeza y soledad.

Yo te quiero, yo te espero.

Cada noche, pido al cielo

Que aparezcas ya

Quiero tenerte a mi lado, papà.

Yo también, mi amor, te espero

Y te juro que me muero de felicidad

Sólo al pensar que alguna vez vas a decirme, papà

Quiero tenerte a mi lado, papà.

Sé que hay algo tuyo en mì.

 

- Ti prego, fatti vedere! –

Non correva più, ma continuava a camminare e cercare. All’improvviso, proprio di fronte a lei, di molti metri, si ergeva una figura scura. Patty si era bloccata appena l’aveva scorta, ma non riusciva a vedere niente, se non un’alta ombra.

 

- Chi sei? Dimmelo, ti prego! Ho bisogno di saperlo! –

Mentre parlava, aveva ricominciato a camminare, ma, come precedentemente per la voce, più cercava di raggiungerla e più la figura si allontanava.

 

- Non te ne andare! Dimmi prima chi sei! No, no! Papà , papà! -  aveva ripreso a correre, ma la figura si faceva sempre più lontana.

 

***

Carmen era sveglia già da qualche minuto e, dopo essersi preparata, era andata a prendere la colazione per lei e Patty. Prima di svegliarla, era andata in bagno e, quando era uscita, aveva sentito Patty mormorare tra sé. Così si era avvicinata e aveva sentito le frasi sconnesse della ragazza.

 

- Dove sei? Papà, papà!.....Fatti vedere!... –

 

Carmen era rimasta imbambolata a guardare Patty, ma più che altro guardava il vuoto.

Sapeva che Patty aveva il diritto di sapere chi era suo padre, ma non era  ancora riuscita a dirglielo. Quella notte aveva pensato molto a questo problema e non aveva cambiato idea sul fatto di dirlo ad entrambi, padre e figlia, ma per qualche ragione, a lei ancora sconosciuta, non riusciva ad esserne ancora sicura.

Forse per la reazione che avrebbero avuto? Non lo sapeva!

I suoi pensieri vennero interrotti da Patty, che avevano iniziato a dibattersi nel letto. Era ritornata a guardarla; non sapeva che fare: svegliarla o no?

Il suo dubbio venne risolto da Patty stessa.

 

- No, no! Papà, papà! – aveva urlato alla stanza, mettendosi a sedere sul letto.

 

Era tutta sudata ed era sicura che le gocce che sentiva sulle guance non era sudore, ma lacrime versate nel sogno e, a quanto sembrava, anche nella realtà.

Non aveva mai fatto un sogno così su suo padre, anzi, a dirla tutta, non aveva mai sognato suo padre.

Che cosa significava quel sogno? Perché lo aveva fatto? E perché proprio adesso?

Aveva mille domande per la testa e nessuna risposta. Le girava la testa a causa di tutte quelle sensazioni che stava provando e di tutti quei pensieri che le affollavano la mente.

Forse era stato solo un sogno desiderato; in fondo, era ritrovare suo padre il suo più grande desiderio.

Aveva rimesso la testa sul cuscino per cercare di far passare il mal di testa e, girandosi a destra, aveva visto sua madre che la guardava.

Non si era accorta che Carmen la stesse fissando.

 

Chissà da quanto mi fissa?

 

Carmen non sapeva che dire! Non aveva mai visto suo figlia fare un incubo – perché. Sicuramente, di questo si trattava – riguardante Leandro, suo padre.

 

Ma lei non lo sa che è Leandro suo padre!

 

A quanto sembrava, la sua coscienza aveva qualcosa da ridire su questo punto e lei non poteva controbbattere perché era la pura e dolorosa verità.

 

- Amore, tutto bene? – le si era avvicinata di più, fino ad arrivare di fianco al letto e inginocchiarsi ad esso.

- Sì, mamma, non preoocuparti! È stato solo… -  non sapeva neanche lei come definirlo.

 

Cos’era? Un incubo? Un semplice sogno? Non lo so! Ma di una cosa sono certa: quella persona era mio padre!

 

- È stato solo un incubo, mamma, tranquilla! – rispose alla madre.

- Vuoi parlarmene? – provò a farla parlare, Carmen.

- No! Non mi va, scusa –

 

Non aveva nessuna intenzione di riprovare tutto il dolore vissuto nel sogno. Era come se fosse stata la realtà e che il cuore si era veramente spezzato nel petto, per le urla, la corsa, il dolore.

 

Non devo pensarci! Così peggioro solo le cose! Meglio alsarci e pensare ad andare a scuola.

 

- Non prendertela, mamma, ma non voglio parlarne. E poi era solo un incubo, no? – sorriso, uno piccolo, ma pur sempre un sorriso.

 

Meglio di niente, giuisto? – chiese a sé stessa.

 

Si era alzata, ma non aveva fatto neanche quattro passi che la testa aveva ricominciato a girare e, per non cadere, si era aggrappata al letto, di fianco a lei.

Carmen era corsa subito da lei, che aveva visto la scena.

 

- Patty, stai bene? –

- Sì, mi gira olo la testa. Vedrai che tra poco passerà. Vado in bagno a prepararmi, altrimenti farò tardi a scuola – ricominciò a camminare, ma il mal di testa era sempre più forte.

- Non se ne parla! Oggi starai a letto! Mangia qualcosa e poi torna a letoo. –

- Ma, mamma! –

- Niente ‘ ma, mamma’! non stai bene, quindi non andrai a scuola. Io purtroppo non posso restare a causa del lavoro al bar, ma appena finisco vado a prenderti qualcosa per il dolore alla testa e poi torno.

 

Patty non era ancora sicura di rimanere a casa, ma, pensandoci su, aveva deciso che stare a casa era meglio per la sua testa a causa del caos che, sicuramente, ci sarebbe stato a scuola.

 

Mi ci vuole un po’ di silenzio.

 

- Ok, come vuoi. – le aveva sorriso.

-  Allora facciamo colazione – disse poi, sedendosi a tavola con la madre e aveva cominciato a mangiare.

 

Un po’ di riposo non può che farmi bene.

 

***

Nel frattempo gli altri alunni della Pretty Land iniziavano ad arrivare fuori al cortile della scuola, aspettando il suono della campanella.

Uno di questi era seduto su una panchina del cortile, perso nei meandri della sua mente.

In quei ultimi 2 giorni, o poco più, aveva i pensieri completamente confusi.

Pensieri e domande accavvalati uno sull’altro e a nessuno di essi riusciva a dare risposte.

Era confuso – e questoera stato appurato -, il problema, ora, era riuscire a schiarirsi le idde e l’unico modo per farlo – oltre a confidarsi con qualcuno, cosa che non aveva intenzione di fare – era meditare e ragione per conto proprio, con la sua testa.

 

Da quando era arrivato alla Pretty Land, insieme a suo fratello, la sua attenzione è sempre stata rivolta verso Antonella: l’aveva attratto, fin da subito, la sua indubbia bellezza, il suo viso e la sua bravura nelle lezioni di musical. Era molto brava, un talento, ma adesso tutto questo non gli faceva sentire nulla. Ed era per questo che non sapeva cosa gli succedeva.

E così si ritornava al punto di partenza!

…….

A chi voleva prednere in giro!

Il problema era le strane emozioni – sensazioni? Sentimenti? – che provava quando stava in compagnia di Patty o quando, semplicemente, la guardava, almeno in quei giorni.

Ed anche questa era la cosa sconvolgente! Era sempre stato attratto da Antonella e adesso, queste nuove “attenzioni”, in così poco tempo,  che aveva verso Patty non sapeva come controllarle e, soprattutto, non sapeva cosa significassero.

Patty non l’aveva mai vista veramente come un’amica, ma solo come una conoscente, l’amica dei suoi amici e nient’altro. Ora, invece, la considerava in modo diverso.

 

La mia migliore amica!

 

Quando le aveva parlato quel giorno del falso litigio, era stato serio, tremendamente serio.

L’aveva rivalutata e vista in maniera diversa da come l’aveva sempre fatto.

Patty era una ragazza speciale.

 

Speciale? Non va proprio bene! Che mi succede? Da quando considero Patty speciale? Anche se è dolce, generosa e carina, non è affatto speciale!

Oh, cavolo! Non riesco neanche a controllare i miei pensieri! Basta!

Patty è mia amica, la mia migliore amica, adesso, ma questo non cambia niente! Io sono innamorato di Antonella, nonostante il suo caratteraccio. Sì, è così!

 

Ma il suo sfogo e il suo convincersi di ciò che aveva detto, non l’avevano convinto per niente.

 

 

 

 

Spazio Autrice

Non linciatemi! Lo so sono in ritardo di secoli, ma non ho potuto postare prima, per forza di cose: oltre alle precedenti cause, si è aggiunto l’abbandono del pc. Sono stata senza pc da fine maggio (più o meno), è stato mandato dal tecnico da poche settimaneed è arrivato da altrettanti pochi giorni, 2 per la precisione, il tempo di scrivere il capitolo al pc ed, alla fine, eccomi qua. Finalmente!

Il capitolo è più lungo del solito ( sono 10 pagine tonde tonde di word), sperando di farmi perdonare del ritardo.

Che dite ci sono riuscita?

Fatemelo sapere con un commentino! XD

Spazio Autrice

Non linciatemi! Lo so sono in ritardo di secoli, ma non ho potuto postare prima, per forza di cose: oltre alle precedenti cause, si è aggiunto l’abbandono del pc. Sono stata senza pc da fine maggio (più o meno), è stato mandato dal tecnico da poche settimane ed è arrivato da altrettanti pochi giorni, due per la precisione, il tempo di scrivere il capitolo al pc ed, alla fine, eccomi qua. Finalmente!

Il capitolo è più lungo del solito ( sono 10 pagine tonde tonde di word), sperando di farmi perdonare del ritardo.

Che dite ci sono riuscita?

Fatemelo sapere con un commentino! XD 

Ora non ho tempo per ringraziare singolarmente, ma ringrazio comunque tutti quelli che hanno aspettato con pasienza il nuovo capitolo, quelli che l'anno aggiunta nei preferiti e nelle seguite e anche a quelli che leggono solamente.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il mondo di Patty / Vai alla pagina dell'autore: Sana e Akito