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Autore: HonoSamurai    24/07/2010    1 recensioni
Inghilterra deve tornare a Londra dopo essere stato sconfitto da America nella Guerra d'Indipendenza Americana, prima di partire invia una lettera al suo re.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My King


My King,

perdonatemi, perdonatemi infinitamente per la mia inettitudine, pensavo di aver trovato il

modo di accrescere le nostre ricchezze, ma ho fallito.

Il bambino allevato è cresciuto e si è scagliato contro la mano che l'aveva accudito ed accompagnato per molti anni della sua vita senza chiede nulla in cambio se non la fedeltà.

Il bambino è cresciuto e malgrado i miei numerosi tentativi di tenerlo accanto a me, nulla ha funzionato.

Mi avevate ordinato di farmelo amico in modo tale impedirgli di allontanarsi e quando l'amicizia non è risultata un legame abbastanza forte per riuscire a non fargli avvertire il bisogno di indipendenze..

Voi, voi mi avete chiesto di reprimere nel sangue la sua stoltezza.

Mi avete chiesto di comandare le truppe contro il contigente di ribelli che si era creato nelle nostre colonie ed io l'ho fatto.

Senza fare domande,

senza ribellarmi ad un volere che, in parte dentro di me, sapevo essere sbagliato.

In tempi molto lontani, quando ancora l'Inghilterra non era potetente come ora, anche noi ci eravamo ribellati per poter divenire uno Stato indipendente.

Romani insediati nel sud dell'isola si erano opposti all'ordine dei loro generali di tornare in patria e, restando in quella terra che ormai ritenevano casa, l'hanno resa ciò che è oggi.

Quando ho combatutto contro America....contro il mio fratellino, ho visto nei suoi occhi il medesimo fuoco che ardeva nei miei in tutte le battaglie che ho combattutto per unificare la nostra terra...la mia isola.

Non è passato molto tempo da quei giorni, ma a me paion ormai lontani.

Il ricordo di un popolo unito, almeno in parte, sotto la medesima bandiera e non dilaniato dal morbo della corruzione politica e della ricchezza.

Il giorno che partii con la Virginia Company alla volta del Nuovo Mondo non un pensiero negativo aleggiava nella mia mente, tutti erano riuscito ad "adottare" qualcuno..

Anch'io volevo avere qualcuno da istruire, da proteggere...

Qualcuno che mi chiamasse "fratello" e che contasse si di me, vedevo Austria entusiasta di Italia del Nord, sentivo Spagna felice di avere Italia del Sud malgrado il suo caratteraccio..

Perchè io che ero una Nazione di sicuro migliore di loro non potevo avere un fratellino?

Nel Nuovo Mondo avevo trovato il piccolo America, prima ancora che lei mi dicesse che dovevo farmelo amico lui scelse me...

Scelse me malgrado Spagna gli offrisse la felicità e Francia del buon cibo.

Io in quel momento non avevo nulla da dargli, ma lui venne da me.

Perchè è finita così?

Perchè voi umani dovete essere così avidi?

Perchè lei mi ha costretto a combattere contro il mio fratellino?

Gli avrei lasciato la libertà di essere indipendente se solo..

Se solo lei me l'avesse permesso.

Forse avremmo guadagnato molto di più dalla sua amizia piuttosto che ora dal suo disprezzo.

Posso ancora sentire il suo sguardo d'odio su di me mentre Olanda, Francia e Spagna lo spalleggiavano nella guerra contro di me.

Quando questa guerra è iniziata me lo sono chiesto...

Perchè sono tutti accorsi in aiuto di un mio nemico?

Possibile che lei non sia riuscito a stringere alleanza con nessuno?

Possibile che tutti mi odino?

Una vecchia ballata inglese diceva che la casa sta nel cuore degli amici, ma allora dov'è la mia casa?

Lei mi parla sempre di grandezza,

di potere,

di ricchezza,

ma la grandenza, la forza..

l'oro..

Nulla di tutto questo ha mai portato alla felicità, un'alleanza si può comprare, questo è vero, ma un amico no.

Lei è il mio re, sa bene che avrà sempre la mia spada e la mia totale lealtà, ma sa...

Ogni tanto, guardando il mare che mi circonda spero, dentro di me, di poter un giorno avere almeno una persona che mi guardi e mi sorrida proprio come America fece il giorno in cui mi chiese di diventare suo fratello.

Già, casa...

Lei cosa dice?

Un giorno la troverò?

E lei...lei si sente veramente a casa qui?


In fede

Arthur Kirkland


Allora, non conosco bene Arthur come personaggio, ma conosco la storia dell'Inghilterra e penso che il personaggio, in fondo, provasse questo quando il suo re gli ha chiesto di combattere contro il fratello...

Questo è un suo sfogo quando si rende conto di essere, alla fine, solo.



   
 
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