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Autore: Funny Face    25/07/2010    6 recensioni
Continuazione di "Quel Bastardo". Un'altra One-Shot. Hermione decide di rivedere Draco, dopo undici lunghi anni. Cosa si diranno? "-Il signor Malfoy mi ha detto di dirle che e’ in casa ma non ha desiderio di vederla, mi dispiace- disse l’uomo riapparendo dopo qualche minuto. Hermione spalanco’ la bocca e poi la richiuse. Si schiari’ la gola e disse. –La prego, gli dica che e’ importante, che vorrei parlargli- -Signorina io..- mormoro’ il maggiordomo. -La prego- sussurro’ Hermione abbassando lo sguardo." Fatemi sapere che ne pensate (:
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Total Eclipse Of the Heart

 

 

L'amore è come un sigaro: se si spegne, lo puoi riaccendere, ma non ha più lo stesso sapore

(Archibald Wavell)

 

 

Si fermo’ dinanzi allo specchio, indecisa, con le mani chiuse in due severi pugni.

Strinse a se’ il trench giallo chiaro, che suo marito odiava, premette le labbra l’una contro l’altra assumendo un’espressione contrita, o piu’ semplicemente impaurita. Controllo’ di avere le chiavi e la bacchetta con se’ e tiro’ un lungo respiro.

L’indirizzo lo sapeva, c’era ben poco da indugiare.

Sfilo’ il bigliettino dalla tasca e lo guardo’ ancora una volta, come faceva sempre dal giorno in cui l’aveva letto per la prima volta.

“Ti amo”

Chissa’ se nei suoi occhi avrebbe trovato ancora un briciolo d’amore.

C’aveva riflettuto ore, giorni, settimane. A come suo marito avrebbe potuto prenderla, a quante porte le sarebbero state sbattute in faccia, alla sofferenza delle sue figlie.

I sensi di colpa continuavano ad assalirla meschini ed incontrollabili.

Aveva deciso che gli avrebbe parlato, solo quello. Nulla di piu’. Voleva sapere qualcosa in piu’ di lui, anziche’ leggere quei trafiletti sulla Gazzetta. Voleva sapere di lui e Astoria.

Si controllo’ ancora una volta e sfilo’ la fede dalle dita, riponendola in borsa. Sapeva di andare incontro ad un grande errore, ma non poteva fare a meno di lasciar scivolare via quell’anello che costituiva un ostacolo, una costrizione. Fonte di altri sensi di colpa.

Chiuse gli occhi, le si accartoccio’ lo stomaco per qualche attimo per via della smaterializzazione e poi li riapri’.

Malfoy Manor si ergeva dinanzi a lei in tutto il suo splendore.

Sorrise amaramente pensando che i suoi avvocati avevano persino evitato che la casa venisse pignorata.

Prese un lungo respiro e si diresse alla porta d’ingresso.

Non sapeva chi l’avrebbe accolta, e se l’avrebbe fatto qualcuno.

Con le mani tremanti e tentennanti busso’ alla grande porta di ciliegio e non pote’ fare a meno di notare una A ed una D intarsiate nell’elegante legno.

Indietreggio’, pensando di darsi alla fuga ma la porta si apri’.

Un uomo, con il volto segnato dalle rughe apri’ la porta, affacciando appena il capo. –Non sono ammessi giornalisti, signorina-

-Non sono una giornalista- balbetto’ Hermione rendendosi conto di quanto la voce stesse venendo a mancare. –Sono Hermione Granger, vorrei vedere Draco Malfoy, se e’ in casa-

-Controllo, aspetti qui- disse l’uomo, probabilmente il maggiordomo sparendo dalla porta e lasciandola sola sul palchetto antistante l’ingresso.

-Il signor Malfoy mi ha detto di dirle che e’ in casa ma non ha desiderio di vederla, mi dispiace- disse l’uomo riapparendo dopo qualche minuto.

Hermione spalanco’ la bocca e poi la richiuse. Si schiari’ la gola e disse. –La prego, gli dica che e’ importante, che vorrei parlargli-

-Signorina io..- mormoro’ il maggiordomo.

-La prego- sussurro’ Hermione abbassando lo sguardo.

-Bene- concluse il maggiordomo per poi sparire di nuovo.

Hermione incrocio’ le mani, quasi in segno di preghiera.

La porta si spalanco’. –Puo’ entrare, la aspetta nel salottino. Prego, mi dia il cappotto-

Hermione sorrise debolmente e fece segno di no col capo. –Lo tengo con me-

Il maggiordomo scrollo’ le spalle e la lascio’ passare.

La donna si guardo’ intorno, non sentendosi piu’ a suo agio in quei lunghi corridoi, dal soffitto alto e le mura piene di dipinti e ritratti.

Si fece strada verso il salotto e si fermo’ esitante sulla soglia.

-Prego, Granger, entra- soffio’ una voce dall’interno.

Hermione avanzo’ nella stanza e lo vide seduto su una poltrona crema con le gambe accavallate che leggeva un libro.

-Draco..- bisbiglio’ lei. Lui alzo’ il capo e le indico’ un posto a sedere, esattamente davanti a lui.

-Dimmi- disse lui chiudendo il libro. –Cosa ti porta qui dopo undici anni?-

-Io.. ecco… volevo sapere come stavi- tento’ lei sorridendo lievemente.

Sul volto di Draco si dipinse un’espressione marmorea, quasi assente, come se il suo sguardo osservasse qualcosa alle sue spalle di molto piu’ interessante.

-Molto bene, grazie. Il mio medico dice che godo di ottima salute- rispose lui inarcando gravemente un sopracciglio.

-Ho letto il biglietto, l’ho letto solo un mese fa- aggiunse Hermione. –Non avevo mai avuto il coraggio di aprire quella busta-

-Ah- seppe dire lui rivolgendo lo sguardo al camino che scoppiettava allegramente.

-Mi dispiace, Draco, ho sbagliato. Lo riconosco. Te ne do atto, probabilmente sono imperdonabile. Anzi sicuramente lo sono- disse lei sporgendosi in avanti verso di lui.

Lo sguardo di lui guizzo’ velocemente sulle sue mani, incespicando sulle dita. –Credevo fossi sposata con Weasley. Ma non ti sei fatta annunciare ne’ come signora Weasley, ne’ indossi una fede-

-Non mi sono ancora abituata- si giustifico’ lei arrossendo.

-Non ho ancora capito il motivo della tua visita- le disse quasi con tono d’accusa.

-Draco, volevo rivederti. Sapere come stavi. Scusarmi-

-Bene, hai fatto tutte e tre le cose. Roger potra’ guidarti verso l’uscita- disse lui assottigliando lo sguardo.

-Te ne prego, non trattarmi cosi’. Cosa dovevo fare? Non e’ stata interamente colpa mia! Ron mi ha chiesto di sposarlo ed il si’ era solo una formalita’, per tutti, tutti i presenti. Tutti se lo aspettavano da me!- strillo’ lei agitandosi sulla poltrona.

-Anche io- aggiunse lui con voce calma. –Eppure nella mia mente ti avevo dipinto diversa. Ti avevo fatto piu’ coraggiosa-

Hermione abbasso’ lo sguardo e noto’ una foto di Draco e della moglie. Si chino’ per guardarla poi rivolse lo sguardo verso l’uomo. –La ami?-

-Mi ci trovo bene- rispose lui senza scomporsi per la repentinità della domanda. –E tu?-

Hermione spalanco’ gli occhi per una frazione degli occhi poi chino’ lo sguardo. –Mi ci trovo bene anche io-

-Ho saputo che hai avuto due bambine- disse lui con aria vaga.

Lei sorrise notando che era proprio conversazione quella che tentava di fare lui.

-Si’, ora sono a Hogwarts- disse lei in un sorriso orgoglioso pensando alle sue due gemelle.

-Gryffindor, immagino- replico’ lui in un sorriso cupo.

-Ti sbagli- ribatte’ lei scuotendo il capo. –Ravenclaw e Slytherin-

Il volto di lui si incupi’. –Non e’ che una e’ mia figlia?-

Hermione scuote’ il capo. –E tu? Figli?-

-Nessuno. Non ho ancora capito perche’ lo stai facendo-

-Cosa?-

-Cercare di essere gentile, venire qui, sbattermi davanti la tua vita come se me ne fregasse- sbotto’ lui arcigno. –Saro’ franco. Ho impiegato i giorni ad Azkaban pensandoti, cercando di distruggerti. E indovina? Ce l’ho fatta. Non potrai mai comprendere l’umiliazione di non vederti quel giorno, di sapere che tu sposavi un altro, quell’altro tra parentesi-

-Io non ce l’ho fatta- bisbiglio’ Hermione. –Per undici anni, ogni giorno ti ho dedicato un attimo, con la paura di dimenticarmi tutto-

-Non sono qui per curare la tua debolezza- disse lui con astio evidente. –Che cosa vuoi, Granger? Cosa ti aspettavi? Che ti lasciassi entrare, che corressi ad abbracciarti e baciarti tutta?-

-Non sono venuta qui per tradire mio marito- ammise lei aggrottando le sopracciglia. –E nemmeno per complicarti la vita-

-Bene- taglio’ corto lui. –Allora sai dov’e’ l’uscita-

Hermione impettita si alzo’ e scuote’ il capo. –Sai cosa mi ha incoraggiato a venire qui?-

-Cosa?- domando’ Draco alzandosi per accompagnarla alla porta. Elegante anche nella sua scortesia.

-Sulla Gazzetta del Profeta c’era un articolo su di te. Avevi detto che non avevi nessuno al tuo fianco, eri solo e che l’unica persona che poteva stare al tuo fianco ti aveva abbandonato- disse Hermione schiarendosi la voce. –Ero io quella persona?-

-Pero’, sei perspicace. Temevo che il matrimonio con un Weasley ti avrebbe dimezzato i neuroni- rispose lui fissando il vuoto.

Lei gli prese il volto fra le mani, stringendolo appena. Ma lui non oppose resistenza.

-Hai detto che non volevi tradire tuo marito- soffio’ lui aggressivo.

-Non volevo abbandonarti- singhiozzo’ Hermione.

-Le lacrime con me non attaccano, Granger- replico’ lui posando una mano su quella di Hermione.

-Io ti ho amato tantissimo, Draco, e ti amo tutt’ora dentro di me- ammise lei stringendo la presa.

Anche lui strinse la presa sulla piccola mano della donna.

-I miei sentimenti per te sono gli stessi di quando ti scrissi quel biglietto, eppure ho costruito una barriera, una cortina di ferro. Tu devi starne fuori, fallo per me. Fallo per i nostri coniugi e per i tuoi figli. Fallo per te stessa- disse lui staccando le mani di lei dal suo volto ma continuando a stringergliele. –La cosa peggiore che puoi fare con un amore e’ riprenderlo all’improvviso, dopo troppo tempo. Non avra’ piu’ lo stesso dolce sapore di un tempo. Sapra’ di qualcosa di amaro, di aspro. Sapra’ di rimpianti e rimorsi-

-Io..-mormoro’ Hermione.

-Lasciami finire- disse lui premendo la sua fronte contro quella della ragazza e puntandole i suoi occhi grigi contro. -Io voglio vederti felice, non voglio la tua infelicita’. E non posso permettermi di rovinarti la vita. Stammi lontano, brucia quel biglietto, fai qualunque cosa. Stai lontana da questa casa, non metterci piu’ piede perche’ sai che ti lascero’ entrare ogni volta-

-Non posso- disse lei con la voce rotta dalle lacrime. –Ogni notte, quando cerco di dormire cerco la tua schiena, cerco te nel letto. E se chiudo gli occhi e’ peggio, ci sei sempre tu. So di aver sbagliato e so che non posso tornare indietro per rimediare..-

-Ma sai anche che e’ troppo tardi per cambiare il corso delle cose- la interruppe lui. –E lo so anche io. Per questo non ti ho mai cercato-

Lei lo guardo’ boccheggiando per qualche istante. –Ti amo, Draco-

Lui le strinse dolcemente le mani. –Anche io, Hermione- disse lasciandola spiazzata. Non l’aveva mai chiamata per nome, nemmeno quando facevano l’amore. –Ma non posso-

Lei annui’ e lascio’ che lui allentasse la presa.

-Dunque, addio?- chiese lei incassando il colpo.

Lui annui’ col capo lentamente e le prese il capo fra le mani. Poso’ le sue labbra sulla fronte e sorrise debolmente. –Addio, Granger-

Le labbra di lui scesero lungo il suo volto, esitando un attimo, facendole avvertire il calore del suo respiro contro la sua pelle. Poi sfiorarono le labbra di lei. Si posarono leggere, per qualche secondo.

Lei gli strinse la mano e riapri’ gli occhi. Tremava tutta. –Addio, Malfoy-

Si volto’ ed usci’ velocemente chiudendo la porta con violenza improvvisa.

Il corridoio di Malfoy Manor era silenzioso.

Draco strinse la mano che gli aveva stretto, bruciava, proprio come un tempo.

Il maggiordomo affianco’ Draco. –Non avrebbe mai dovuto lasciarla entrare, signor Malfoy, se posso permettermi-

Lo sguardo di Draco era fisso sul punto in cui lei era sparita. –Lo so, ma ero troppo curioso di vedere fino a che punto avrei potuto resistere-

-E?- domando’ l’uomo cercando lo sguardo del suo amato padrone.

Draco non rispose. Chiuse gli occhi, sentendo improvvisamente il dolce odore di lei insinuarsi prepotentemente nelle sue narici. –E undici anni sono stati cancellati in un attimo-

Il maggiordomo rimase in silenzio.

-Roger, mi faresti un caffe’ corretto, per piacere? Molto corretto- disse continuando a fissare quel punto.

-Certo, signor Malfoy- disse allontanandosi.

Draco rimase li’ per qualche altro minuto poi si mosse, sospiro’ e si diresse verso la lunga ed elegante scalinata.

Sali’ velocemente le scale.

Apri’ la prima porta sulla destra.

Una donna dagli occhi verdi lo guardo’. –Oh, Draco. Pensavo stessi ancora nel tuo studio-

-No, Astoria, ho appena finito- sorrise debolmente lui mentre lei gli baciava la guancia.

-Era lei, vero? Ho sentito delle voci. Era lei, non e’ vero?- chiese Astoria quasi in un singhiozzo.

-Non c’e’ mai stato nessuno- menti’ lui con il volto irrigidito.

-Beh, se c’e’ stato- lo ignoro’ lei risiedendosi dinanzi allo specchio. –Spero che se ne sia andato per sempre, questa volta-

Astoria sapeva tutto, lo aveva sempre saputo, e l’aveva sopportato con pazienza.

Sospiro’ guardandosi allo specchio, riacquistando il suo sorriso calmo e sereno e prese a spazzolarsi i capelli, poi lo guardo’ con uno sguardo tenero. –Credi che stia male con i capelli tirati indietro?- gli chiese con voce pacata.

-No, stai molto bene invece- rispose Draco e si diresse verso la porta. –Vado di nuovo nello studio-

Astoria annui’ e continuo’ a spazzolarsi come se nulla fosse accaduto.

Rientro’ nel suo salotto e trovo’ il maggiordomo ad attenderlo con il suo caffe’ corretto.

-Grazie Roger- disse prendendo il bicchiere fra le mani e vuotandone il contenuto velocemente. Poi si sedette ed inizio’ a fissare il fuoco. –Vorrei non vedere nessuno oggi, annulla tutti gli appuntamenti del pomeriggio-

-Signor Malfoy, c’e’ anche sua madre- tossicchio’ il maggiordomo.

Draco gli rivolse uno sguardo cupo. –Cancella anche io, voglio stare un po’ da solo-

Roger annui’ e si allontano’ scuotendo il capo fra se’ e se’.

 

Hermione era nella stanza. Guardava quel biglietto. Si’ l’avrebbe bruciato, avrebbe seguito il suo consiglio. Era per il bene di entrambi. Prese la bacchetta e la punto’ contro il biglietto. Poi si ricordo’ del medaglione, quello che lui le aveva regalato tempo addietro.

Lo strinse fra le mani, ma poi lo ripose nel cassetto. Era appartenuto alla signora Malfoy in gioventu’, la donna piu’ amata da Draco. Decise che gliel’avrebbe spedito a casa, tramite un Barbagianni.

Guardo’ il biglietto e sospiro’. Dopo qualche secondo la carta prese fuoco, accartocciandosi e ripiegandosi su se’ stessa.

Ron, appoggiato allo stipite della porta, osservo’ la scena. Lei non l’aveva visto ma lui la stava guardando da tempo.

Tiro’ un lungo respiro. Era arrivato il momento dunque. Lui aveva sempre saputo, nonostante lei non gliel’avesse mai detto.

Sorrise debolmente. Ed ando’ via, non volendo essere visto dalla moglie.

-Dov’e’ mamma?- chiese una piccola bambina dai capelli ramati e gli occhi verdi.

–Mamma adesso non puo’ venire, tesoro- sorrise Ron prendendola fra le braccia. –Sta facendo una cosa molto importante-

La bambina annui’ e si lascio’ portare nella cameretta. -Che ne dite di studiare un po’?- propose Ron sorridendo e passandole una mano sul volto ancora paffuto.

Chiuse la porta e torno’ dinanzi a quella di Hermione.

La donna alzo’ lo sguardo cupo. –Ciao tesoro- disse abbozzando un sorriso.

Lui sorrise e si sedette al suo fianco. –Sono contento che finalmente tu abbia bruciato quella lettera-

Lei trasali’ e lo guardo’ sgranando gli occhi. –L’ho sempre saputo- spiego’ l’uomo stringendole una mano. –Ma non importa, l’importante e’ che finalmente hai deciso di chiudere ogni porta. Ci sono io al tuo fianco-

-Ron…io… mi dispiace- bisbiglio’ lei sentendo gli occhi appannarsi di nuovo.

Lui le strinse la mano con ancora piu’ energia e tenerezza. –Non importa, ho detto-

Le circondo’ la vita con un braccio e la strinse a se’ baciandole teneramente la fronte.

 

 

Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart

Nothing I can do
A total eclipse of the heart
Once upon a time there was light in my life
But now there's only
love in the dark
Nothing I can say
A total eclipse of the heart

 (Total Eclipse Of The Heart – Bonnie Tyler)

 

 

Okay, lo ammetto. Anche io avevo voglia di fare un sequel, (In tutta sincerita’ avevo gia’ iniziato ad abbozzarlo) non potevo reggere che i due non si vedessero, quindi incoraggiata ho scritto del loro incontro.

Spero vi piaccia anche se non ha un gran lieto fine.

Mi e’ piaciuto scrivere moltissimo delle reazioni dei rispettivi coniugi, la silenziosa sofferenza di Astoria mascherata dietro la superficialita’ e la dolce arrendevolezza di Ron.  Li ho voluti immaginare cosi’.

Il titolo e’ quella della canzone di cui ho riportato un pezzo alla fine, credo che si addica molto alla storia.

Ditemi un po’ che ne pensate (:

Alice.

 

  
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