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Autore: Luine    25/07/2010    3 recensioni
[…] qualcosa diceva a Bloom che non era così e che la minaccia che stava incombendo su di loro non era terrestre, ma magica e non erano gli Stregoni. Qualcosa di più antico e più familiare. Non sapeva come poteva avere questa sensazione, ma preferiva scoprirlo nelle sembianze di una fata,[...]
Un nuovo nemico minaccia Alfea e la Terra, Roxy è stata attaccata e solo lo Scettro di Domino può salvarla. Cosa accadrà? E chi è il nuovo nemico delle Winx? Scopritelo leggendo!
(Ambientata tra le puntate 13 e 14 della quarta serie)
Fanfiction vincitrice dei premi Best Long Fic e Best Work-In-Progress nel Ventinovesimo Turno di Never Ending Story Awards
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oritel, Roxy, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

Paura invisibile


Le Winx si erano sedute sull'erba vicino ad un gruppetto di ragazzi che chiacchieravano in modo molto rumoroso per riuscire a farsi notare, ma per loro fu facile ignorarli, soprattutto per ciò che era successo: la reazione che Roxy aveva avuto per un semplice abbraccio le aveva rese taciturne persino le une con le altre e si scambiavano occhiate tristi e imbarazzate. Continuavano a interrogarsi se rimanere lì a non fare niente, come aveva consigliato Aisha, oppure inseguirla, come avrebbe voluto fare Bloom. Se fosse stato per loro, il silenzio su quella collina sarebbe stato totale, ma ci pensavano quei ragazzi e le risate lontane di coloro che lanciavano in alto i loro aquiloni a ricordare loro che il mondo aveva ancora dei suoni. Neanche Stella era schizzata in piedi gridando, quando si levò, al centro di un gruppo di libellule di carta, una farfalla così simile ad una di loro, o quando uno dei ragazzi fece un apprezzamento non richiesto sul suo fondoschiena.

«Ignoriamoli.» propose Aisha, spostandosi per chiudere il cerchio e dare le spalle al tipo che stava vistosamente ammiccando, in modo che non pensasse di avere la minima speranza. «Sembrano solo dei galletti.»

«A me sembrano carini...» ammise Stella, adocchiando proprio quello che aveva fatto l'apprezzamento su di lei e che, adesso, le stava rivolgendo uno smagliante sorriso strafottente.

«Ha la bocca enorme.» tagliò corto Musa, scoccandogli un'occhiataccia. «Sembrano i soliti immaturi, proprio come Riven!»

Sospirò, rabbiosa e, come Aisha, girò la testa in modo da ignorarli completamente.

«Avete ancora problemi?» si informò Bloom, posandosi una mano sul petto, stupefatta.

«Già...» ammise Musa, allungando le labbra e assumendo così un'aria scontenta. «Abbiamo litigato ancora a proposito del mio lavoro di cantante. Dice che lo trascuro.»

«E loro allora?» sbottò Stella. «Come se io e Brandon avessimo fatto pace! Non mi ha più chiamata dal giorno dell'ultimo combattimento con gli Stregoni del Cerchio Nero! E poi... quella Mitzi! Oh, se la rivedo, le faccio vedere io!» tirò un pugno in aria, come se lì ci fosse stato il faccione inviperito della vicina di casa di Bloom.

Musa, però, la ignorò. Scosse la testa e guardò in alto, le nuvole che passarono sopra al sole, oscurandolo per un breve istante. «Io non vorrei trascurarlo. E' solo che, ogni volta che ci vediamo, litighiamo.» sospirò, riabbassando la testa. «E non sopporto più questa situazione, ma, ogni volta che penso di lasciarlo, mi piange il cuore!»

Bloom le sorrise, rassicurante. «Credo che le cose andranno a posto, vedrai.»

«Ah, sì? E come mai ne sei così sicura?» chiese Musa, scettica.

«Beh...» la fata del fuoco del drago sorrise, un po' in imbarazzo. «voi due avete un rapporto molto movimentato, ma in fondo vi amate. Sono sicura che, se ci sarà un po' di volontà da parte vostra, potrete risolvere i vostri problemi.»

«Non è così facile. Per esempio, l'ultima volta...»

Le Winx non seppero mai cosa avesse fatto Riven l'ultima volta, perché un terrorizzato Artù si materializzò nel loro campo visivo, correndo a perdifiato verso di loro, gridando a gran voce: «Aiuto, aiuto! Roxy!»

I ragazzi rumorosi che erano accanto alle ragazze lo indicarono e cominciarono a ridere, credendo in qualche effetto speciale, che niente aveva a che vedere con la magia. Qualcun altro, specialmente i bambini, però, capirono che c'era qualcosa che non andava e che quello che chiedeva aiuto era un animale vero. La gara di aquiloni perse molti spettatori in favore di uno spettacolo decisamente più interessante e, per le Winx, raccapricciante.

Artù si fermò davanti a Bloom, che si era messa a capo del suo gruppo per riceverlo. «Cos'è successo? Dov'è Roxy?» chiese, allarmata. Toccò la fronte dell'animale. «Artù?»

Il cane scosse la testa, cominciò a ringhiare. I suoi occhi divennero rossi e lui prese a contorcersi terribilmente, tra guaiti e urla raccapriccianti che atterrirono le Winx e quanti erano lì per la gara degli aquiloni.

«Che sarà successo?» Aisha scattò in piedi, allarmata.

«Io... non lo so...» mormorò Bloom, confusa. Non sapeva cosa fare: Artù continuava a guaire e lei non poteva aiutarlo. Provò ad invocare la sua magia di guarigione, ma non servì a niente. Doveva essere successo qualcosa a Roxy, non c'era altra spiegazione, qualcosa di veramente terribile, se aveva degli effetti anche sul suo amico animale. Alla fine decise di agire. Scattò in piedi e guardò Flora.

«Rimani qui con lui.» disse. «Cerca un veterinario, mentre noi andiamo a cercare Roxy!»

«Ma...» Flora sembrava più spaventata di lei. Avrebbe voluto avere qualcuno al suo fianco, ma pensò che l'incolumità di Roxy valeva molto di più della sua paura di rimanere da sola ad affrontare una crisi. Non completò la frase, ma si fece più risoluta. «Okay, ma fate attenzione, ragazze!»

Le altre si limitarono ad annuire, come se fossero state una sola. Presero a correre verso il boschetto, dove era sparita l'ultima fata della terra, seguite dagli applausi di quanti assistevano a quello spettacolo che a loro sembrava tanto meraviglioso, ma che, in realtà, era solo un altro incubo.

«Sono delle attrici bravissime!» esclamò qualcuno. Le Winx avrebbero davvero voluto che fosse solo una recita, l'avrebbero preferito perché si prospettava un'altra crisi.

«E se fossero gli Stregoni?» domandò Aisha.

«C'è la possibilità.» replicò Bloom, quando si fermarono. Camminarono circospette tra i cespugli, cercando qualcosa che tradisse la presenza di Roxy. Erano tutte tese come corde di violino e la paura che l'ultima fata della terra fosse stata catturata e il destino della terra fosse ormai segnato. Ma qualcosa diceva a Bloom che non era così e che la minaccia che stava incombendo su di loro non era terrestre, ma magica e che non erano gli Stregoni. Qualcosa di più antico e più familiare. Non sapeva come poteva avere questa sensazione, ma preferiva scoprirlo nelle sembianze di una fata, piuttosto che in quelle di essere umano.

«Ragazze, trasformiamoci!» le esortò.

Così, tutte insieme, invocarono il potere del Believix.

«E ora, Tracix!»

Più cercava di riprendere padronanza di sé e più si rendeva conto di non avere un piano: se gli Stregoni fossero tornati, avrebbe dovuto saperlo. E se non fossero riuscite a salvarla? Il destino della Terra sarebbe stato segnato. E se fosse stato davvero qualcos'altro... come si sarebbe comportata? Chiuse gli occhi e fu con questi sentimenti di paura che richiamò le ali della traccia magica.

Percepì il potere delle altre fondersi al suo, mentre le sue ali si trasformavano e le permettevano di rivedere ciò che era successo lì a pochi passi.

E così videro Roxy che parlava con Artù e che, improvvisamente, la fata degli animali si alzava terrorizzata e parlava con l'aria, si copriva la bocca con una mano, scappava. Il bello era che non c'era niente che non andasse o che la inseguisse! Tutto, intorno a lei, non aveva subito nessuna variazione. Non c'era la minima traccia di nemici. Neanche il più vago sentore, o la minima alterazione che potesse far pensare che ci fosse stato qualcuno che avesse potuto far avere quella reazione all'ultima fata della Terra.

Quello che Bloom vide fu inquietante solo per la mancanza di nemici. Eppure... lei sapeva che erano lì. Come potesse, lo ignorava.

«Cosa sarà successo?» sussurrò Aisha. Nella sua voce, c'era quello che Bloom sentiva dentro al cuore: terrore. «Non capisco...»

«Non preoccupiamocene, per adesso! E' scappata di là!» fece notare Musa. Indicò il punto in cui Roxy era scappata e la magia si esaurì, mentre l'ombra di Artù scappava via dal bosco.

«Andiamo!» le esortò Bloom, volando basso, ma molto velocemente. Si chiedeva cosa avesse potuto portare Roxy a comportarsi come aveva fatto. C'era qualcosa che le sfuggiva e questo la spaventava molto più di quanto fosse lecito. E quella sensazione... no, era più di una sensazione: era una certezza che riusciva a serrarle lo stomaco in una morsa dolorosa.

Cominciò a percepire una presenza, qualcuno che la stava osservando. Era davanti a lei, dietro di lei, intorno a lei. E anche dentro di lei. Ovunque guardasse, in ogni angolo del bosco, tra le foglie, in mezzo agli alberi, tra le radici, sentiva la presenza di una creatura oscura e senza nome che la fece fermare di botto.

Tutto si fece improvvisamente buio, così tanto che l'ambiente circostante parve venire inghiottito dal nero che aveva intorno. Non riuscì più a vedere un palmo dal naso e sentiva soltanto che quel luogo era sconfinato. Provò a chiamare le sue amiche, ma non le risposero. Non le ci volle molto per capire che era da sola in una dimensione diversa da quella terrestre, dove la paura regnava sovrana. In che modo ci fosse capitata, però, lo ignorava. Stava accadendo qualcosa di terribile. E la sua paura crebbe ancora, il suo cuore batteva all'impazzata e le ginocchia le tremavano.

«Stella!» gridò di nuovo. «Musa, Aisha, Tecna...»

Ma Stella non rispose. Nessuna lo fece.

In mezzo alla paura, una parte di lei cercò di farle mantenere la calma: come era possibile che fosse da sola, quando, fino ad un momento prima, aveva avuto le sue amiche al suo fianco? Era possibile che fosse dove era prima, forse era caduta in qualche trappola che le impediva di vedere le altre, una magia oscura di uno degli Stregoni. O forse era davvero finita in una dimensione parallela. Provò a correre in una direzione qualunque, ma più andava avanti e meno le pareva di avanzare: tutto era nero, lo spazio non aveva senso in quel luogo oscuro e senza nome. Provò ancora a chiamare le sue amiche, sperando di poterle trovare e di poter tentare di squarciare le tenebre. Neanche il fuoco del drago poteva fare niente. Non sapeva neanche se ci fossero degli ostacoli sul terreno e le sue ali e la sua polvere di fata non riuscivano a penetrare le tenebre. Si fermò, si posò le mani tra i capelli e si disperò: non sapeva cosa fare, non sapeva cosa combattere, né come reagire in una situazione del genere. Era preoccupata per Roxy, per le sue amiche e anche per se stessa. Per la prima volta, sentiva tutto il suo coraggio defluire da lei come acqua da una sorgente.

Chiuse gli occhi, cercando di esortarsi a reagire. Doveva trovare da sola la forza per trovare la luce. Lei era la luce, era la vita. Possibile che non potesse fare niente per salvarsi? Era sopravvissuta all'oscurità di Obsidian, alla malvagità delle Streghe Antenate... non poteva farsi battere da un nemico invisibile! Avrebbe dovuto usato il suo grande potere per rompere l'incantesimo che la teneva prigioniera. Una risata malvagia, acuta e molto divertita, però, riecheggiò nell'aria e le fece perdere la concentrazione; la fata si guardò intorno, cercando uno squarcio di luce in quel buio così resistente.

Cominciò a guardarsi intorno, cambiando direzione così velocemente che il collo prese a farle male. Sentiva paura, una grande e paralizzante paura.

«Chi sei?» gridò.

Come risposta, ricevette solo un'altra risata carica di scherno e cattiveria. Sembrava si spostasse in cerchio e che la fata fosse il suo centro. Bloom si girava ogni volta che la voce cambiava direzione e faceva un passo incerto indietro, o di lato, dipendeva dove si trovava la voce in quel particolare momento. Se ne voleva allontanare, ma più ci provava, più si rendeva conto che quella voleva ristabilire l'equilibrio e riportarla al centro del suo cerchio.

«Avanti, parla!» gridò, stringendo i pugni. «Chi sei?»

«Tu lo sai benissimo!» sibilò la voce, in modo cattivo.

Bloom fece un passo indietro. «Dovrei conoscerti?» dubbiosa, cercava la proprietaria di quella voce con gli occhi, ma per quanto provasse, non ci riusciva. La sua mente andò alle Trix e alle Streghe Antenate, prima di ricordare che era praticamente impossibile che avessero raggiunto la terra: le prime erano ancora chiuse a Roccaluce e le Antenate erano perse chissà dove, forse morte per sempre.

«Ma certo che lo sai... sei stata tu a chiamarmi!»

La fata si portò le mani al petto. Le batteva il cuore, ma aveva il presentimento di sapere davvero a chi appartenesse la voce. Era strano, ma era anche l'unica spiegazione che aveva. Le parve che fosse la stessa sensazione di familiarità che aveva avuto nel momento in cui aveva usato il Tracix con le altre: era stato come se avesse dovuto sapere che cos'era che aveva fatto scappare Roxy.

Bloom sussultò.

Roxy...

«Sei stata tu a prendere Roxy?»

Un attimo di silenzio, rotto solo dal suo respiro, seguì la domanda.

«Forse sì e forse no.» rispose, quindi, la voce. Ridacchiò ancora.

«Non mi piace questa faccenda! Dimmi subito chi sei!»

L'inquietudine di Bloom cresceva: non sapeva dove dirigere un attacco. Senza sapere contro cosa combatteva, come poteva farlo? Quella cosa, qualunque fosse, continuava a spostarsi e girarle intorno, ridendo.

«E va bene! Proviamoci!» Bloom richiamò quanta più energia possibile. Una lunga fiamma rossa cominciò ad avvolgerle il corpo come un serpente minaccioso, il potere del fuoco del drago. Con quello sarebbe riuscita a trovare il suo nemico. Doveva essere così. Doveva. «Vai, fuoco del drago!» lo incitò. «Trova il tuo nemico!»

Il serpente di fuoco, arrivato davanti al suo braccio, si scagliò contro un punto lontano e, svolgendosi da lei, cominciò a bruciare tutto quanto c'era intorno alla sua padrona. Bloom sperava di riuscire a combinare qualcosa, ma non ci riuscì.

«Non puoi uccidermi.» rise ancora la voce misteriosa.

Bloom scattò indietro, come se questo avesse potuto allontanarla da essa: la sua paura non accennava a diminuire, il suo potere era inefficace. «Come può essere? Chi sei?» gridò. Avrebbe voluto poter pensare lucidamente, riuscire a far qualcosa che non fosse tremare come una foglia. «Perché non posso sconfiggerti?»

«Perché io sono dentro di te.»

Il cuore della fata perse un battito a quella rivelazione: dentro di lei? Era vero che aveva sentito una presenza, ma non le pareva possibile. «Stai mentendo!» concluse. Quello era solo un modo per confonderla, per renderla ancora più vulnerabile. Ma se fosse stato vero? Altrimenti come avrebbe spiegato quella strana sensazione di familiarità?

Autodifesa era stata molto utile, ma tra le lezioni con Grizelda non c'erano mai state voci disincarnate che dicevano di essere parte del proprio essere.

«Lo pensi davvero?»

In principio, Bloom si scoraggiò: avrebbe voluto che ci fosse Faragonda con lei, perché le consigliasse cosa fare. Lei aveva sempre saputo tutto, ma da quando si era diplomata e aveva lasciato Alfea, aveva dovuto arrangiarsi e solo desiderare quei preziosi consigli di cui aveva bisogno. Ma adesso Roxy aveva bisogno di lei, forse anche le sue amiche.

Questo pensiero diede a Bloom la forza per reagire. Strinse i pugni e calò la testa, rimproverandosi per aver dimenticato la cosa più importante: l'incolumità dell'ultima fata della Terra, di una sua cara e nuova amica che aveva bisogno di lei.

«Tu hai una gran paura di quello che non puoi vedere... hai paura di me!» le stava dicendo la voce.

«No, ti sbagli!» negli occhi della fata apparve lo stesso fuoco che poco prima l'aveva avvolta. «Io non ho paura di te!»

La risata della cosa si spense. Era come se Bloom avesse detto qualcosa che era riuscito a farla tacere. Perché era vero, e anche la cosa lo sapeva: Bloom non poteva avere paura. Perché avere paura avrebbe significato arrendersi. «E io non mi arrenderò mai, ha capito? Mai!» richiamò il proprio potere. «Cosa c'è, non parli più? Hai finito di sputare sentenze?» Un muro di fuoco stavolta la avvolse, prima di concentrarsi tra le sue mani in un fiore, vorticante, desideroso di aiutare la sua padrona ad uscire da quello strano involucro. «Io non ho paura di te! Io salverò Roxy perché è una mia amica e ha bisogno di me! Che il mio nemico sia visibile o invisibile, lo sconfiggerò! Petali di fuoco!» così dicendo, il fiore tra le sue mani si disintegrò in tanti minuscoli petali fiammeggianti che attaccarono l'oscurità, la illuminarono, mentre la cosa gridava di terrore: «Non è possibile... non è possibile! Sono stata sconfitta!»

Ma prima di svanire, mentre l'oscurità si squarciava, lasciando intravedere il bosco sulla collina, lasciò alla fata una minaccia: «Tornerò e, allora, sarai mia!»

L'oscurità svanì, i petali di fuoco si dissolsero e Bloom si ritrovò nel bosco, in piedi, insieme alle preoccupate ed apprensive amiche, tutte strette intorno a lei, mano nella mano e concentrate. Probabilmente tentavano una convergenza per penetrare nella sua mente e aiutarla a sconfiggere l'essere invisibile. Bloom si chiese se l'avessero sentito anche loro.

«Ragazze!» le chiamò.

Tutte aprirono gli occhi, stupefatte e sconvolte, mentre la loro amica, del tutto normalmente, sorrideva loro con aria rassicurante, o almeno Bloom lo sperava perché non si sentiva rassicurante, né tanto meno rassicurata.

«Stai bene!» gridò Stella, gettandosi su di lei per abbracciarla, piangendo disperatamente. La fata del fuoco del drago, confusa, la strinse: era ancora molto provata per la battaglia appena avuta con un essere invisibile, ma si sentiva ancora in forma. Anzi, adesso che era tra le braccia di Stella, si sentiva molto più tranquilla, anche con tutta la preoccupazione che provava per Roxy.

«Calmati, Stella!» le chiese, accarezzandole i capelli.

«Ma cos'è successo?» volle sapere Tecna. Cominciò ad analizzare dati chiudendosi dentro la sua magica rete elettronica. «Io non riesco a capire... è tutto normale. Non c'è nessuna traccia di magia... solo la tua Bloom... che cosa...»

«Hai cominciato a parlare da sola... non sapevamo come comportarci!» spiegò Stella, tra un singhiozzo e l'altro. «Abbiamo avuto paura.»

«Già...» Musa scosse la testa. Era incredula, come le altre. «Non sappiamo che cosa sia accaduto. È stato...»

«E' stato orribile.» concluse Aisha, in tono funereo.

«Più che orribile!» rincarò la dose Stella, tirando su col naso.

«Aspettate un momento!» Tecna le riscosse. «Ho scoperto qualcosa.»

«E allora sbrigati, parla!» gridò isterica Stella. «Cosa è successo a Bloom?»

«Era dentro un campo di forza... una cosa molto strana.» spiegò, spiccia.

Bloom annuì, per dire che aveva compreso. «Devo ammettere che è stato strano, ma...» si guardò intorno. «E Roxy? Anche lei è finita dentro un campo di forza?»

«E come si è creato?» volle sapere Aisha.

«Questo proprio non te lo so dire. È apparso. Ma sembra che questa cosa abbia un nucleo della dimensione magica.»

Stella si rimise dritta, lasciando andare Bloom, e tirò nuovamente su col naso. «In che senso?»

«Nel senso che qualunque cosa fosse, proveniva da lì.»

«Dalla dimensione magica?» Aisha scosse la testa. «Cos'è successo?»

Bloom corrugò la fronte. «Forse è meglio proseguire. Lo chiederemo a Faragonda quando avremo recuperato Roxy!»

Tutte le Winx annuirono e seguirono la fata del fuoco del drago lungo la via che avrebbero preso se non fossero state fermate da quel contrattempo. Mentre volavano più velocemente che potevano, guardandosi intorno e cercando la fata della Terra, Bloom si ripromise di ringraziare Roxy: era stato merito suo se si era salvata e aveva trovato la forza per reagire. Ora doveva solo salvarla da qualcosa che proveniva dalla dimensione magica. Il suo pensiero andò di nuovo alle Streghe Antenate e si chiese quanto c'entrassero loro in tutta quella faccenda.

«A cosa pensi, Bloom?» volle sapere Stella.

La fata del fuoco del drago scosse la testa. «Niente di particolare, Stella. Sono solo preoccupata per Roxy.»

«Vedrai che andrà tutto bene.» la consolò Musa.

Bloom annuì. Era già pronta: se le avesse attaccate un altro nemico invisibile, forse, stavolta avrebbe avuto con sé le sue amiche e un po' di esperienza alle spalle. Sapevano due cose importanti: che la paura li alimentava e che venivano dalla dimensione magica. Questo avrebbe potuto aiutarle. O almeno era quello che sperava.

«Guardate! Eccole lì!» il grido di Tecna le fece alzare gli occhi verso la radura circolare e le fece vedere qualcosa che la atterrì: il corpo disteso di Roxy, sul volto un'espressione di puro dolore. Ma non era l'unica cosa inquietante e spaventosa: inginocchiato accanto a lei, c'era qualcuno e non era proprio invisibile.

A Bloom non diede nessuna sensazione, se non di ostilità: dalla corporatura, sembrava un ragazzo, ma il suo volto era nascosto dal cappuccio di un mantello bianco che ricopriva tutto il suo corpo, tranne un paio di stivali lucidi e neri.

«Roxy!» gridò, sgranando gli occhi. La testa del ragazzo scattò verso di lei e, per un secondo, a Bloom parve che stesse guardando verso di lei e, insieme alle altre, quasi si fossero messe d'accordo, scagliò contro di lui una magia.

Il suo grido esplose nell'aria e venne scaraventato lontano, contro un albero su cui scivolò fino a terra.

Bloom e le altre si avvicinarono, caute, e lei fissò a lungo, senza dire una parola, stringendo gli occhi in un modo che sperò essere abbastanza minaccioso, così da indurlo a reagire e a rivelare chi fosse. Non si era fatto molto male, si stava lamentando e aveva sollevato una mano fasciata da guanti bianchi per portarsela dietro la nuca.

Si avvicinò ancora, e insieme alle Winx pose un muro tra lui e Roxy che, ancora, giaceva a terra, svenuta.

«Avanti, parla!» lo esortò, in tono autoritario. «Chi sei e che cosa le hai fatto?»


Salve, ragazze!

Eccomi tornata col secondo capitolo.

Una settimana fa mi sono rivista il film delle Winx, c'erano un sacco di parti che non mi ricordavo, peccato solo che mi ricordassi giusto il finale. XD Tutta questa manfrina per dire che mi è tornata un po' di ispirazione (infatti ho finito capitolo cinque e sto cominciando a scrivere il sei). *.*

Adesso passiamo alle risposte alle recensioni:


Wingiudi: come vedi, eccomi qui col secondo capitolo, che spero sia stato di tuo gradimento. :) Ho un po' riflettuto sul fatto che non esistessero fanfiction su Roxy e devo dire che penso di sapere perché (oltre al fatto che siamo un po' tutte innamorate della coppia più movimentata della serie, certo XD ): Roxy può non stare molto simpatica, io stessa, riuscivo a digerirla a stento, ma poi ho anche pensato che lei, poverina, è così insopportabile perché insicura. Diciamo che mi sono ritrovata a capirla: lei è l'ultima fata della Terra, ha un enorme responsabilità sulle spalle quando, fino ad un momento prima era una normale adolescente; già da ciò che ho scritto nel capitolo precedente, mi pare proprio che tenda a confrontarsi con le Winx, che sono fate diplomate e molto esperte, mentre lei è alle prime armi. Diciamo che segamentalizza un po', che farebbe meglio a godersi la vita. XD


FairyFlora: ah, allora non sono stata l'unica a rimanere delusa dalla serie! L'ho trovata molto diversa rispetto alle altre tre e al film che, come dicevo, ho rivisto da poco. Diciamo che mi è sembrato che il nuovo “messaggio” che gli sceneggiatori abbiano voluto trasmettere non è tanto quello del dovere dei buoni di combattere il male, anche a scapito del proprio bene personale, ma quello di divertirsi e di pensare innanzitutto proprio a quest'ultimo, piuttosto che portare a termine il compito di fate guardiane come sarebbe giusto per delle eroine del loro calibro. Ogni volta che c'era un nemico da combattere (o almeno lo facevano la stragrande maggioranza delle volte) c'era una che diceva: “sì, però... andiamo a divertirci prima, ci pensiamo dopo”. Insomma, che razza di insegnamento vogliamo dare alle generazioni future, a queste bambine che crescono con loro? Divertiamoci e combattiamo solo quando non ne possiamo proprio fare a meno? U.U Okay, dopo questo mega papiro prolisso, ti ringrazio per la recensione e per i tanti complimenti. Mi auguro che questo capitolo sia di tuo gradimento. A presto! ^^


mileybest: grazie, sei molto gentile per tutte le tue belle parole. ^^ Mi fa piacere che segui anche questa storia. Speriamo che, andando avanti, non ti deluda. Ho in mente un paio di sorpresine che spero vengano gradite e in questo capitolo c'è già un assaggino. Chi si nasconderà sotto il cappuccio bianco? XD Alla prossima!



Ringrazio, inoltre:


  • Rick86 per aver inserito questa fanfiction e “quando una strega è in libertà vigilata...” tra le sue preferite (anzi, mi scuso per essermi dimenticata di citarla nel capitolo precedente);

  • FairyFlora per averla inserita nelle sue storie da ricordare e nelle sue seguite;

  • mileybest per averla inserita nelle sue seguite.


  
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