Fumetti/Cartoni europei > Winx
Ricorda la storia  |       
Autore: Luine    06/07/2010    4 recensioni
[…] qualcosa diceva a Bloom che non era così e che la minaccia che stava incombendo su di loro non era terrestre, ma magica e non erano gli Stregoni. Qualcosa di più antico e più familiare. Non sapeva come poteva avere questa sensazione, ma preferiva scoprirlo nelle sembianze di una fata,[...]
Un nuovo nemico minaccia Alfea e la Terra, Roxy è stata attaccata e solo lo Scettro di Domino può salvarla. Cosa accadrà? E chi è il nuovo nemico delle Winx? Scopritelo leggendo!
(Ambientata tra le puntate 13 e 14 della quarta serie)
Fanfiction vincitrice dei premi Best Long Fic e Best Work-In-Progress nel Ventinovesimo Turno di Never Ending Story Awards
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Oritel, Roxy, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1.

Il dubbio di Roxy



Era una calda mattinata di fine Aprile a Gardenia; soffiava una leggera brezza che entrò nella cucina sopra il negozio di cuccioli magici, il Love & Pet, accarezzando il volto di una sonnacchiosa Musa che, appoggiata una guancia su una mano, sbadigliava oziosamente, mentre i suoi occhi si spostavano su Tecna che leggeva avidamente il giornale.

Ehi, siamo citate!” esclamò allegramente quest'ultima, indicando un punto all'interno della pagina.

Eh, cosa?” Stella piombò in cucina, lasciando cadere i bigodini che stava tentando di sistemarsi tra i capelli: da che i terrestri avevano cominciato a credere nell'esistenza delle fate, non faceva altro che spuntare dai posti più impensabili per ascoltare ciò che i media avevano da dire sul Winx Club. Chissà come, era sempre in prima linea, non appena sentiva una parola che somigliava vagamente al nome del suo gruppo di fate. “Chi ci ha citate? E che ha detto? E che...”

Buongiorno, Stella!” ridacchiò Aisha, impegnata nella preparazione della colazione. Ma la fata del Sole e della Luna non aveva risposto, si era piazzata dietro Tecna, chiedendo, convulsamente: “Dov'è? Dov'è? Dov'è?”

La fata della Tecnologia sospirò, tirò via dal quotidiano la pagina che parlava di loro e la passò a Stella che, con eccessiva veemenza, gliela strappò di mano e si gettò sul piccolo divano che aveva tanto insistito perché venisse sistemato in cucina.

Qualequalequale? Ehi... Tecna?”

Parla di un parco divertimenti!” sospirò l'interpellata, voltando pagina: forse, finalmente, sarebbe riuscita a finire di leggere il giornale.

Gli occhi di Stella rotearono sulla pagina, non ascoltò Bloom che entrava in cucina e che salutava, stiracchiandosi, le sue amiche, tanto era impegnata nella lettura dell'articolo. Musa rispose al saluto della Fata del Fuoco del Drago con un altro sbadiglio.

Ehi, Musa, sembri distrutta!” ammise quest'ultima, posandole una mano sulla spalla, preoccupata. “Che è successo?”

Musa si passò una mano tra i lunghi capelli neri e sospirò. “Ho studiato fino alle quattro la canzone che devo preparare per domani!” ammise. “Non mi sono resa conto del tempo che passava e così...” non completò la frase, ma lasciò bene intendere il finale. Bloom sorrise in modo comprensivo, mentre i loro cuccioli magici spuntavano da sotto il tavolo, rincorrendosi tra loro e ridendo gioiosi.

Devi essere davvero molto stanca!” esclamò, sedendosi accanto a Stella che continuava a fissare la pagina, la fronte corrugata e un'espressione concentrata stampata sul volto. “Tra la tua carriera musicale, il Love & Pet e il nostro dovere di fate, ti stai davvero esaurendo!”

Musa sorrise. “Sto bene, dico davvero! Ehi, piano!” esclamò, rivolgendosi ai cuccioli che avevano cominciato a litigarsi le orecchie del povero Kiko. Prese tra le mani Coco, il paperotto, e gli accarezzo le piume scure che gli spuntavano dalla testa. “Tengo molto alla mia carriera e non voglio arrendermi alla prima difficoltà!”

Certo, ti capisco perfettamente!” asserì Bloom.

E se avrai bisogno di una mano” aggiunse Aisha, sistemandole davanti un piatto carino di uova e pancetta. “noi saremo al tuo fianco!”

Musa sorrise, in direzione di quest'ultima. “Siete delle vere amiche!”

Puoi dirlo forte!” esclamò la fata dei Fluidi, rivolgendole una strizzatina d'occhio. Si voltò di nuovo, per distribuire la colazione a tutte le altre. “Allora, queste sono per Tecna, queste per Bloom, queste per Stella, queste per Flora...” si guardò intorno, cercandola. “Ehi, ma dov'è Flora?”

Senza alzare gli occhi dal suo giornale, rispose Tecna, col tono di una solerte segretaria: “E' andata con Helia a fare una passeggiata sulla spiaggia. Credo che ne avranno ancora per un po'.”

Okay, allora le terrò la colazione in caldo.” decise Aisha, aprendo il forno e sistemandovi il piatto con la colazione della fata dei Fiori.

Ormai si poteva dire che si fossero ambientate sulla Terra e che la convivenza, per quanto fosse sempre stata difficile, anche ad Alfea, per quanti litigi potesse aver portato l'improvviso cambio di abitudini, per via del bisogno di lavorare e di non sprecare il loro denaro, non portava loro grandi problemi. Anzi, si erano organizzate alla grande: ognuna aveva due giorni al mese in cui preparare la colazione, pulire la casa e mettere in ordine, ritirare la posta. Erano in sei e, anche se pulivano la casa due volte la settimana e due dovevano lavorare due volte nello stesso mese, decidevano a sorteggio ogni volta. Stella era l'unica che si lamentava del metodo, quando toccava a lei.

L'unico problema che davvero avevano era che avevano poco tempo da passare coi loro ragazzi ultimamente, tra il lavoro e le varie incombenze che avevano avuto combattendo. Aisha sentiva di vedere davvero poco Nabu, anche se, ormai, erano promessi sposi.

Oh, non è niente di che!” sospirò Stella, posando la pagina di giornale sul bracciolo accanto a cui era seduta. “E io che credevo che parlassero di me! Dice solo che, per la nuova attrazione, di più magico di questa, ci siamo soltanto noi!”

Bloom ridacchiò. “Il che non è falso!”

Oh, lo so!” rispose Stella, ancora molto delusa. “Ma avrebbero potuto invitarci come madrine per l'inaugurazione, avrebbero potuto chiederci di dare il nostro tocco magico, oppure...”

Non credi di andare troppo in là con la fantasia?” domandò Musa, con un ghigno.

La fata del Sole e della Luna chiuse gli occhi e si portò una mano al petto, con fare solenne. “Dico solo che dovrebbero tenerci maggiormente in considerazione! Non credo di sbagliare, dicendo che abbiamo fatto il bene di molte persone... almeno un ringraziamento...”

Ma Bloom le impedì di continuare, quando posata la forchetta nel piatto, le strinse gentilmente una spalla con la mano. “Noi non facciamo del bene per avere un tornaconto.” dichiarò, con aria severa. Le guance di Stella si imporporarono di vergogna e i suoi occhi si abbassarono sulle sue mani strette a pugno sui pantaloncini del pigiama color pesca.

Non sto dicendo che dovrebbero tutti acclamarci come salvatrici del mondo – anche se lo siamo.” aggiunse, come per fugare ogni dubbio. “Dico solo che dovrebbero chiamarci anche per gli avvenimenti mondani, non solo quando ci sono problemi da risolvere!”

E' il nostro compito di fate!” le fece notare Aisha, molto meno gentilmente di Bloom. “Siamo fate Guardiane, non dimenticarlo!”

Io non lo dimentico!” esclamò Stella, offesa. “Dico solo...”

Abbiamo capito, Stella...” sospirò Tecna che ormai aveva rinunciato alla lettura del suo giornale. “Vuoi anche divertirti, oltre che fare del bene, giusto?”

Sì, è così!” ammise la fata, annuendo con forza. “E, dato che siamo così famose, è giusto che ci invitino alle occasioni mondane!”

Musa sbuffò, divertita. “La nostra Stella non cambierà mai!” scoppiò a ridere e Bloom non poté fare a meno di rimanerne contagiata. Ben presto, le risate riempirono la stanza e i cuccioli magici e Kiko guardarono le loro padrone sconvolti, non riuscendo bene a capire che cosa stesse succedendo.

Bloom fu la prima a riprendersi, riscossa dal campanello che suonava. Posò il piatto sul tavolo, tra Tecna e Musa. “Vado a vedere chi è!” annunciò, allegramente. Così aprì la porta a: “Roxy!” esclamò, stupefatta, non appena vide la ragazza dai lunghi capelli violetti. Abbassò lo sguardo e così vide anche il cane dal pelo raso marrone e le zampe lunghe che la accompagnava. Si piegò, posando le mani sulle ginocchia. “Ciao anche a te, Artù!”

Ciao, Bloom!” rispose, cordiale, il cane. Stupefatta, Bloom si raddrizzò.

Hai fatto grandi progressi, Roxy!” esclamò. La ragazza sorrise, orgogliosa.

Puoi dirlo forte!” disse. “Pensa che ho fatto l'incantesimo prima di partire da casa.” ridacchiò. “Dovevi vedere mio padre, quando Artù lo ha salutato: ha lanciato le frittelle in aria e se le è ritrovate tutte sui capelli! Pensa se lo facesse anche al lavoro...”

Anche Bloom ridacchiò. “Sì, immagino che sarebbe un problema. Forse è meglio che Artù non parli, in certi momenti!”

Non ti preoccupare.” rispose lui, dandosi importanza. “So bene che non devo parlare in presenza degli esseri umani... non ancora, almeno!”

La voce di Stella interruppe quello scambio di battute. “Bloom, chi è?” chiese, leggermente annoiata. La sua testa fece capolino dall'arco della porta

Oh, ma sei tu, Roxy!” esclamò, sgranando gli occhi e mostrando una grande preoccupazione. “Sei in anticipo...”

Roxy chiuse gli occhi, sorridendo. “No, a dire il vero sono anche in ritardo!”

Bloom guardò l'orologio a pendolo che stava accanto alla porta di cucina, dalla quale stavano uscendo anche le altre Winx. “Sono già le dieci!” esclamò.

Già...” rispose Roxy. “mi avevate chiesto di aiutarvi a sistemare il negozio e di venire alle nove e mezza!”

Bloom ridacchiò. “Sì, siamo delle smemorate! Vieni, accomodati!” si fece da parte e lasciò entrare Roxy e Artù.

Si accomodarono in cucina, dove nell'aria aleggiava il buon odore delle uova fritte da Aisha.

Vuoi qualcosa da mangiare?” chiese quest'ultima, già tirando fuori un vassoio carico di biscotti e versando del latte in una tazza. L'ultima fata della terra aveva creduto che Flora fosse quella più materna, ma anche le altre non scherzavano: erano sempre pronte a coccolarla e ascoltarla, soprattutto Bloom, che le stava insegnando così tanto, ad avere fiducia in se stessa sopra ad ogni altra cosa.

Doveva essere molto grata ad ognuna di loro e cercava sempre in tutti i modi di ripagare quelle ragazze meravigliose. Decise di prendere qualche biscotto e ne divise due con Artù.

Dopo aver finito di sistemare il negozio, che facciamo?” volle sapere, addentando l'ultimo che aveva accettato.

Beh, potremmo fare una passeggiata!” propose Tecna, che sorrise. “Dopotutto, una pausa ce la meritiamo!”

Andiamo al Frutti Music Bar?” chiese Stella, rientrando e sistemandosi i capelli dietro la testa. Si era cambiata e, adesso, indossava un vestitino aderente arancione che risaltava le sue curve.

Pensavo di fare qualcosa di diverso, in realtà...” rispose Roxy, accarezzando la testa di Artù; un alone di luce verde brillante circondò il suo corpo e, un attimo dopo, si dissolse. La fata sospirò, dimenticandosi di cosa stava dicendo. “Ecco, è finito l'effetto dell'incantesimo.”

Kiko si avvicinò a lei e le toccò leggermente la caviglia; la ragazza lo prese in braccio e cominciò a grattargli delicatamente la pancia: era un po' demoralizzata e il coniglio se n'era reso conto.

Non te la prendere!” le consigliò Musa, posandole una mano sulla spalla, anche lei intuendo il motivo della sua tristezza. “Prima o poi l'effetto durerà molto più a lungo!”

Lo spero tanto, Musa!”

Il grande difetto di Roxy, tutte le Winx erano d'accordo, era proprio quello di scoraggiarsi alla prima difficoltà. Se qualcosa andava storto, subito pensava di non essere all'altezza, di non essere in grado di farcela. La guardarono tenere gli occhi chiusi, mentre ripercorreva a memoria, con le dita, la pancia di Kiko.

Non devi metterti a confronto con noi, Roxy.” disse Musa, posando entrambe le mani in grembo. “Tu sei, ehm... diciamo... appena nata! Noi siamo fate diplomate, abbiamo ricevuto un'istruzione alla scuola per fate...”

Alfea, giusto?” chiese conferma la ragazza, alzando lo sguardo su Musa, che annuì.

E' proprio così.”

Vorrei poterci andare anch'io...” mormorò, come se avesse avuto paura di poter esprimere il suo pensiero a voce più alta.

Ci andrai.” disse Aisha, rassicurante, chinandosi su di lei. “La preside Faragonda sarà felice di avere tra le sue allieve l'ultima fata della Terra!”

Roxy sorrise timidamente. “Lo pensi davvero?”

Certo!” sbottò Stella, mettendosi in mezzo a Musa e Aisha e facendo in modo di avere la giovane fata davanti agli occhi. “Lo pensiamo tutte! Adesso, per piacere, ci dici che cosa vuoi che facciamo dopo aver sistemato il negozio, se non andiamo al Frutti Music Bar?”


§


Roxy aveva pensato ad un viaggio in collina, dove avrebbero potuto ammirare lo spettacolo indetto dal Club degli Amanti degli Aquiloni di Gardenia; una gara in cui i partecipanti avrebbero potuto far volare gli aquiloni creati da loro. Il vincitore, indicato da una giuria, avrebbe avuto il diritto ad una vacanza di una settimana su una meravigliosa spiaggia tropicale.

Oh, come vorrei andarci io!” sospirò Stella, guardando il cartello affisso sopra al bungalow che ospitava la sede del Club. Guardò Roxy, avidamente. “Me la merito una bella vacanza, dopo tanto lavorare, lottare e aiutare! Allora? Dove posso costruire un aquilone? Voglio assolutamente andare in questa spiaggia topica!”

Tropicale, Stella!” la corresse Tecna, anche lei molto interessata al volantino.

Oh, fa lo stesso!”

Roxy rispose limitandosi a ridacchiare. “Devi costruirlo, il tuo aquilone!”

Stella rimase interdetta.

E devi anche iscriverti al Club, se vuoi partecipare.” continuò la fata della Tecnologia che scrollò le spalle: “Sempre che tu sappia costruirti un aquilone, Stella!”

La fata sembrò delusa. Sospirò e le guardò le sue amiche che, incuranti del premio che sarebbe spettato al miglior aquilone, stavano guardando lo spettacolo dato dalla città che si stendeva sotto i loro piedi, molti metri più in basso. Tutta la baia di Gardenia, poi, sembrava particolarmente luminosa: erano mesi che non c'era un sole così caldo.

Musa inspirò profondamente l'aria. “Sta tornando l'estate!” dichiarò.

Per certi versi, sembra quasi di essere su Solaria!” esclamò Stella, stiracchiandosi e dimenticandosi in un baleno della propria idea di costruire un aquilone.

Cos'è Solaria?” volle sapere Roxy, avvicinandosi a lei.

Stella abbassò immediatamente le braccia e chiuse gli occhi, assumendo un'espressione dolce. “E' un pianeta, mia cara. Il pianeta del Sole e della Luna.” si posò una mano sul petto per indicarsi. “Davanti a te hai la principessa di Solaria!”

Principessa...” soffiò incredula Roxy. Poi sogghignò ed aggiunse: “Ora ho capito perché sei così smorfiosa!”

Quelle parole fecero diventare Stella paonazza. Sgranò gli occhi, guardando l'ultima fata della Terra come se le avesse sputato addosso. “Che cosa hai detto?” gridò. Fece un balzo in avanti e Roxy cominciò a correre, invogliata dallo sguardo furente di Stella. “Fermati subito!” gridò quest'ultima, alzando un pugno al cielo. “Se ti prendo te la faccio pagare!”

Cominciarono così ad inseguirsi e le loro risate seguirono tutti coloro che erano fermi sulla collina in attesa dell'inizio della gara.

Aisha le guardò e un debole sorriso increspò le sue labbra carnose. I suoi pensieri, però, erano rivolti a Nabu e al rifiuto dei ragazzi di partecipare alla gita fuori porta.

Avrebbero dovuto esserci anche gli Specialisti!” sospirò.

Flora le posò una mano sulla spalla. “Dovevano lavorare.” provò a consolarla, anche se sapeva che non sarebbe bastato per togliere quel peso dal cuore di Aisha: Nabu le mancava molto, tutte lo sapevano; negli ultimi tempi, da quando le persone avevano cominciato a credere nelle Fate, con il lavoro e tutto il resto, si erano un po' persi di vista. Per lo stesso motivo, Helia aveva creato una piccola occasione per stare insieme, prima del lavoro. “Lo so quanto tenevi a vedere Nabu!”

Almeno tu hai passato qualche momento piacevole con Helia...” rispose Bloom, anche lei piuttosto scontenta. Teneva gli occhi puntati sulla baia e tutte poterono notare la sua tristezza. “Sento che non stiamo più insieme come un tempo. E'... come se... come se lui fosse tornato ad essere il re di Eraklyon.”

Già, la nostra Flora è stata fortunata ad averlo avuto per tutta la mattina. Sulla spiaggia.” aggiunse Musa, sogghignando.

Le guance di Flora si imporporarono, mentre le sue labbra si curvarono in un dolce sorriso.

Già...” Stella, attirata dall'argomento ragazzi, aveva dato tregua a Roxy e si era avvicinata a loro, guardando Flora con una punta di sospetto. Si strinse nelle spalle e si piegò sulla fata dei fiori, tirando fuori un sorrisetto malizioso molto simile a quello di Musa. “Allora, zozzoni, cosa avete fatto su quella spiaggia, eh?”

Il volto di Flora divenne paonazzo. “Ma... ma di che parli?” chiese, guardandosi intorno, in cerca di un aiuto da parte delle altre. Ma nessuna, neanche Roxy, sembrava disposta a mettere una buona parola per lei che fermasse Stella, tutte avide di sapere esattamente come lei: era lei l'unico legame che, per il momento, avevano con i loro Specialisti.

Parlo di te e Helia!” rispose la fata del Sole e della Luna, indicandola con un falso fare accusatore. “Sei tornata a casa così raggiante che ho subito pensato a...”

Flora si nascose il viso tra le mani, profondamente imbarazzata. “Ragazze, vi prego, non guardatemi così!” pregò. Ci fu un lungo silenzio, interrotto dalla risata cristallina di Bloom.

Ok, dai ragazze, non diamo il tormento alla povera Flora!”

Ma non è giusto!” protestò Stella. “Io sono curiosa!”

Anche Musa annuì e sorrise a Flora, in modo rassicurante. “Non importa. Se la nostra amica vorrà dircelo, sa che noi siamo qui e che siamo più che disposte ad ascoltarla.”

Propongo un mega abbraccio di gruppo!” gridò Stella, afferrando Flora per le spalle. Tutte quante si fecero avanti e si tennero strette.

Coraggio, Roxy, vieni anche tu!” la invitò Bloom.

La ragazza si guardò attorno, come per capire se la Winx si stesse rivolgendo a lei o a qualche altra Roxy. Artù, al suo fianco, la spinse con il muso verso le fate abbracciate, per spronarla ad accettare l'invito di Bloom. Dubbiosa, la ragazzina fece un passo avanti, ma non osò andare oltre.

Stella fu la prima a sciogliere l'abbraccio. “Cosa c'è? Perché non vuoi abbracciarci?”

Ecco...” Roxy si torse le dita, gli occhi bassi, incapace di rivolgerli a lei o a qualunque altra delle sue nuove amiche. “io... non credo di entrarci!”

E perché no?” volle sapere Aisha.

Io...” Roxy prese tempo inspirando profondamente, poi esplose: “io non sono una Winx!”

Stella e Bloom si scambiarono un'occhiata, la prima dubbiosa, la seconda intenerita. Si avvicinò a Roxy e le posò affettuosamente le mani sulle spalle. Scosse la testa e la guardò con aria materna. “Tu sei una di noi!” le disse, piano. “Sei una fata e una nostra carissima amica.”

La ragazza si irrigidì. “Ma io non c'entro con voi.” ribatté, ancora tenendo gli occhi bassi. “Voi siete un gruppo e io... io stono.”

Bloom non seppe cosa rispondere: era confusa, preoccupata da quelle parole. Le dispiaceva che lei ancora avesse delle riserve a considerarsi una di loro, parte integrante del gruppo. Persino le altre erano un po' turbate.

Io... scusatemi, devo stare un po' sola.” così Roxy tagliò la conversazione. Scivolò via dalle braccia di Bloom e scappò via. Artù guardò da lei alle sei fate e poi, senza indugiare, seguì la sua padrona che andò a rifugiarsi nella boscaglia.

Bloom provò a richiamarla, credendo di essere stata lei a far qualcosa di sbagliato, ad aver detto qualcosa che avesse, inavvertitamente, ferito la fata degli animali. Aisha le impedì di seguirla.

Scosse la testa.

Ma... Aisha...” provò a protestare.

Adesso è confusa.” le disse. “Essere una Winx la spaventa. Vedi...” chiuse gli occhi e tacque, cercando la forza per continuare. Quando la trovò, guardò la fata del fuoco del drago dritta negli occhi. Parlò sicura, ma con una punta d'amarezza: “All'inizio, anche io ho avuto molti problemi. Non mi sentivo accettata e parte di voi, avevo paura che, prima o poi, mi avreste abbandonata, perché il vostro legame era troppo forte! Si sente un'intrusa, dobbiamo cercare di capirla.”

Ma non dovremmo spiegarle che lei è già parte del gruppo?” domandò Flora. “Voglio dire... io credo che lo sia sempre stata!”

Lasciamola un po' sola. Sarà più facile parlarle, quando si sarà calmata.” consigliò Aisha.

Bloom annuì: adesso aveva capito. I suoi occhi osservarono i fili d'erba del terreno che si muovevano lentamente con il passaggio della brezza. Si sentiva triste: erano andate lì per passare un pomeriggio diverso, per divertirsi e, invece, si trovavano nel mezzo di quella nuova difficoltà.


§


Roxy arrivò nel boschetto oltre la radura utilizzata per la gara di aquiloni e si fermò per riprendere fiato. Era fuggita di fronte ad un semplice abbraccio. Era fuggita perché si era sentita in imbarazzo: quelle ragazze, con lei, erano sempre state molto dolci e gentili, disponibili. L'avevano protetta contro gli Stregoni del Cerchio Nero, le avevano insegnato il poco che sapeva della magia e l'avevano sempre spronata a dare il massimo.

E, ora, la ammettevano anche nel loro gruppo.

Solo che lei non si sentiva degna di quel gruppo! Quelle grandi fate, sempre così coraggiose e grintose che non si arrendevano di fronte a niente, neanche alla più piccola difficoltà dicevano che lei era parte del gruppo. Non si rendevano conto di essere... semplicemente troppo rispetto a lei? Lei non era così: come poteva essere parte di un gruppo di persone, di fate, tanto meravigliose ed essere tutto l'opposto?

Si appoggiò con la schiena ad un albero e scivolò a sedere. Si strinse le gambe al petto, nascondendo la testa tra le ginocchia: se ne avesse parlato con Bloom, lei le avrebbe detto che era coraggiosa e che sapeva fare cose meravigliose. Per Roxy erano parole vuote, senza alcun fondamento. Lei non era in grado di guardare un nemico in faccia e di combatterlo.

Contro gli stregoni era stato diverso: avevano attaccato suo padre. Per un momento si era sentita davvero forte, tanto che era riuscita a trasformarsi. Ma adesso, a distanza di alcune settimane, aveva cominciato a credere che fosse stata tutta una enorme casualità.

Giocherellò col Cerchio Bianco che portava al dito. Lo guardò: non era certa di meritarlo, a volte addirittura di non poter essere l'ultima fata della terra.

Era stata tanto felice quella mattina, quando aveva fatto parlare Artù, credendosi di aver fatto chissà che cosa.

Artù... il suo fedele amico animale era lì davanti a lei da un po' e le stava scodinzolando, in cerca di un po' d'attenzione e un segnale che gli facesse capire che la sua padrona stava bene. Roxy gli sorrise mestamente e allungò una mano per dirgli di avvicinarsi. Così lui si accomodò ai suoi piedi e si lasciò coccolare.

Sai, Artù, non credo di essere all'altezza.” a lui lo disse, perché solo lui riusciva a capirla davvero. Ripeté l'incantesimo che gli avrebbe permesso di parlare, così che potesse sentire la sua risposta.

Perché dici questo?” volle sapere quindi, perplesso, non appena la luce verde dell'incantesimo si dissolse. “A me sembri una fata molto in gamba!”

Io non mi sento così.” mormorò la ragazza. “Le Winx sono così diverse da me...”

Ognuno è fatto a modo suo, Roxy.”

Lei chiuse gli occhi. “Non mi consola molto.”

Ma è così.” Artù la guardò negli occhi e a Roxy sembrò che le avesse sorriso e anche in modo rassicurante. “E quando te ne accorgerai, capirai quanto sei forte!”

Anche Roxy sorrise, intenerita. “Sei molto dolce, amico mio!” lo abbracciò e lui passò una zampa dietro la sua spalla.

Improvvisamente, un qualcosa interruppe quell'idilliaco momento. Fu Roxy la prima a percepire che stava accadendo qualcosa, che quel pacifico boschetto di collina non era più un posto sicuro. C'era qualcosa di oscuro che serpeggiava tra le chiome degli alberi e che riusciva ad insinuarsi oscuro nella sua coscienza. Qualcosa di pauroso.

Si alzò in piedi.

Lo senti anche tu, Artù?” chiese, guardandosi intorno.

E' strano...” il cane annusò l'aria. “E' qualcosa di terribile, ma non sento la presenza di nessuno!”

Roxy guardò a destra e a sinistra, tra i rami più alti degli alberi, ma non vide niente. Sentiva solo quella paura ed eccitazione che precedeva un combattimento con gli Stregoni del Cerchio Nero. Eppure, qualcosa le diceva che non erano loro, adesso, a tenerla in trappola.

Dove sei?” chiese, all'aria. Stava tremando come una foglia e avrebbe tanto voluto scappare. C'era una forza, però, che si opponeva fieramente al suo desiderio. Era follia? O forse la paura stessa a paralizzarla? Si voltò di scatto, non appena sentì il fruscio delle foglie.

Chi sei?” domandò, con voce tremante e un po' stridula.

Quell'immobilità la inquietava; c'era un silenzio innaturale e neanche il vento soffiava più. Neanche Artù parlava. Sembrava che non ci fosse che Roxy in quel nuovo e oscuro mondo. Sola, indifesa.

Sentì una risata, una risata cattiva, di donna. Era intorno a lei, sopra di lei, dentro di lei.

Provò a scappare, gridò, ma non servì a niente.

Inciampò in qualcosa, in una radice, forse. Sentiva solo il dolore sordo del proprio ginocchio che aveva battuto a terra e quell'inquietudine che, invece di allontanarsi grazie a quella corsa, era cresciuta, come se lei fosse caduta in una vasca piena di quel sentimento liquido.

Di nuovo quella risata sinistra echeggiò nell'aria.

In lontananza, cominciò a materializzarsi una figura alta, avvolta in un mantello di fumo nero dal quale si spanse un odore pestilenziale.

Chi sei?” provò a chiedere Roxy, posandosi una mano davanti alla bocca e al naso, per evitare di respirarlo. Una cosa era certa: quello era l'odore della morte.

Tu mi conosci bene.” rispose la voce, sibillina. “Sei stata tu a chiamarmi.”

Non so di cosa tu stia parlando!” gridò la ragazza. Una forte rabbia si impadronì di lei, una rabbia che riuscì a farla alzare in piedi, a fronteggiare quella figura lontana; l'odore, però, non se ne andava ed era quello ad indebolirla, a tenerla malferma sulle ginocchia che tremavano.

Ma certo che lo sai...” rispose la voce, suadente. “Lo sai, perché se tu non mi avessi chiamata, non sarei arrivata.”

Beh, io non ti credo!” la sfidò Roxy, puntandole un dito contro. “Non avrei mai potuto evocare una creatura immonda come te!”

Sei proprio come tutti gli altri...” tagliò corto la voce, con un sospiro.

Che cosa vuoi da me?”

Credevo che fosse chiaro...” Roxy percepì il tuo sorriso dietro quel suo manto di fumo e le si rizzarono i capelli in testa.

Reagì in ritardo a causa di quell'odore terribile che le annebbiava la vista: la figura scattò in avanti, verso di lei, così veloce che Roxy ebbe difficoltà a vederla. Quella la investì in pieno e la attraversò all'altezza del cuore. La fata sentì un gran freddo invaderla, prima che il mondo intorno a lei diventasse nero.





Tempo fa avevo cominciato a scrivere questa fanfiction, in attesa della seconda parte della quarta serie. Non l'ho mai conclusa, ma spero che almeno pubblicandola riuscirò a trovare la motivazione per finirla. Ho quattro capitoli, di cui due da rivedere, per il resto, è ancora tutto da scrivere, ma la trama è già tutta in questa testolina. Bisogna aspettare e sperare. :)


Giusto perché non ho mai avuto modo di ringraziare coloro che hanno commentato l'altra mia fanfiction su questo fandom (Quando una strega è in libertà vigilata...), lo faccio subito. Quindi, oltre a mileybest e BAbyDany94, un ringraziamento speciale va a FairyFlora che ha fatto tanti complimenti alla fic e mi ha inserito tra i suoi autori preferiti, e a bellina97 che ha commentato in tempi recentissimi. :)

Ancora una volta grazie, per quella fic. Ha totalizzato sette preferiti, un ricordato e un seguito e per essere la mia prima fanfic, per me vuol dire tanto, anche se confrontata con altre storie è solo una goccia nel mare.

Vi lascio con questa nuova avventura. E speriamo che sia – a questo punto – all'altezza della prima.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: Luine