Il suo fratellino
poteva sentire ciò che provava la sorella…
perché erano come una sola cosa…e una
cosa sola…
“Mamma,come va a finire la
storia?” chiese la bimba a sua madre,la sera stessa
in cui fu uccisa “La principessa si
salva dal mostro cattivo?”.
La madre della piccola sorrise e
annuì.
“Un giorno,figlia mia,potrebbe
capitare che tu venga presa dall’orco cattivo…”
“Dici sul serio?Ho paura…” mormorò 18 mettendosi con il
viso sotto le coperte.
“Ascoltami bene…dovesse venir
quel giorno,in cui tu verrai presa dall’orco,prega,
perché un giorno il principe verrà a
salvarti.”
Gli occhi della bambina si illuminarono.
“Un principe?Come sarà?Bello?” chiese incuriosita
scoprendo il visino da sotto le coperte. La donna si mise a ridere.
“Devi sapere che quando arriverà,non
sarà molto importante l’aspetto. La sua vera bellezza,quella
del tuo principe,risiederà nella sua anima.”
“E questo principe arriverà
presto?” domandò incantata.
“A suo tempo,bambina mia…a suo
tempo…” si alzò e le diede il bacio della buonanotte.
“Ti voglio tanto bene,mamma…” le
disse prima di coricarsi.
“Anche io te ne voglio…” rispose
la donna.
Poche ore dopo,la sua mamma venne
uccisa,e così suo papà.
Non lo sapeva,ma non li avrebbe
più potuti rivedere…
“Allora,17 e 18…è ora di
alzarsi!!!” urlò Gero spalancando la porta della
camera,facendo entrare un mare di luce.
17 si tenne gli occhi
abbagliati,cominciando lentamente ad alzarsi.
La piccola 18 si svegliò di colpo,con
espressione stordita.
“Signore,ti prego,facci dormire
ancora un po’…” chiese a bassa voce 17.
“Scherzi?Non siete mica in vacanza…in piedi,lavativo!” gli intimò facendo schioccare la cinghia.
Entrambi obbedirono spauriti,nel timore di venir
picchiati.
“Oggi è venuta a trovarmi una
persona…comportatevi bene!”.
Così dicendo gli condusse in laboratorio. E davanti a loro c’era l’ospite.
Aveva dei capelli bianchi e la pelle molto chiara,sebbene la sua età fosse ad occhio
e croce molto giovane,circa 16
anni. Degli occhi rossi spiccavano su tutto.
“Caro amico mio…questi sono i bimbi…17 e 18…” spiegò spingendoglieli
vicino.
“Buongiorno…” mormorarono i gemelli timidamente.
“Così sono loro i due…” appurò il tizio “…hanno ancora
molto da imparare,ma spero che i miei appunti le siano
utili.”così dicendo passò al dottore un rotolo di progetti.
“Grazie,Ghiller…la
tua genialità sarà utilissima…”.
Il ragazzo albino sorrise. “Ma le pare,dottor
Gero…!”
Poi,se ne andò molto lentamente.
“Finalmente posso iniziare…” ridacchiò Gero guardando i
bambini con occhi
malvagi. Così si avviò nel suo studio e si chiuse al suo
interno.
“Non mi piace quel uomo…” abbozzò
17 carezzando la testa di sua sorella.
“Lui è molto cattivo…” mormorò la bimba abbracciando il
gemello.
“Non devi aver paura. Presto papà ci
porterà via…” la rassicurò.
“Noi due siamo una sola cosa…se tu stai male,sto male anche io…”.
18 allora accennò un sorriso,e lo
prese per manina.
“Andiamo a mangiare,fratellino…”
I gemelli allora andarono da 6,che
stava seduto su di una sedia.
“Ciao amico!” lo salutò 18,ormai
sicura della sua bontà.
“Ah…c…ciao…” balbettò l’androide
non abituato a venir salutato così allegramente.
17 lo guardò perplesso.
“Sorella…anche lui è un cattivo…” le sussurrò nell’orecchio “…e lo saluti come se fosse un amico?”.
La sorellina lo corresse. “No,in fondo in fondo è una brava persona…non è cattivo!” disse
voltandosi verso di lui.
“Gero non ha mai amato i bambini…io invece li trovo assai
importanti,perché tutti noi adulti lo siamo stati,al
nostro tempo.” rispose Roku,
posando sul tavolo
un piatto con del cibo. “Mangiate,è ancora caldo.”
I fratelli iniziarono a mangiare,senza
troppi complimenti.
“Che ti dicevo?” gli domandò 18.
17 si ricredette un attimo “Allora è solo il dottore
l’orco cattivo…spero ce ne andremo presto…” concluse.
Bambini. Così ingenui per comprendere la verità.
6 li guardava da lontano,con un
nodo alla gola.
---Non potrete mai più uscire da qui---
pensò.
---E le vostre sofferenze non sono
ne’ancora iniziate---
Fare qualcosa.
Aiutare i bambini.
Portarli al sicuro.
Roku non poteva fare nulla. Lui era
stato costruito per obbedire al dottor Gero.
Il suo corpo non poteva far nulla,e
solo la mente poteva ribellarsi.
Anche se avesse voluto salvarli,non
avrebbe potuto muovere un muscolo.
Così Gero aveva comandato.
“Spero solo siano forti…” concluse per poi dirigersi verso
il laboratorio.
Lì Gero stava scribacchiando su dei grandi fogli. Aveva
un’aria concentrata.
“Vieni pure avanti,6…c’è qualcosa
che devi dirmi?” domandò lo scienziato
non staccando gli occhi dal lavoro
che stava facendo.
L’androide gli si avvicinò con
discrezione.
“Vorrei proporle una cosa,dottore…”
“Dimmi pure…”
6 abbassò lo sguardo,timoroso
della reazione che avrebbe avuto.
“Vorrei proporle una cosa…faccia uscire ogni
tanto questi poveri bambini,la prego. Non solo perché stare qui
peggiorerebbe la loro salute,ma anche perché
così lei potrebbe lavorare meglio…”
Gero smise di scrivere.
Rivolse gli occhi glaciali verso la sua creatura e
sorrise.
“Caro 6…mi pare che ieri tu mi abbia chiesto di non farti
più uccidere nessuno.
Oggi mi chiedi di far uscire ogni tanto
17 e 18…
Mi pare che tu mi chieda troppe cose. Non posso esaudirle
entrambe…”
L’androide allora ci pensò su un
attimo.
“Se vuole continuerò a
uccidere…ma la prego…esaudisca questa richiesta…”
Il tono di voce era estremamente
sottomesso,e gli occhi non si staccavano un attimo dal pavimento.
Gero si alzò e gli diede una pacca sul petto.
“Va bene…accordato!”
disse semplicemente.
Il cuore di 6 ebbe una strana sensazione di calore.
Felicità.
“Porta pure fuori i bambini,ma in
cambio dovrei continuare a fare pulizie…”
così dicendo,il dottore si rimise al
lavoro.
“La ringrazio infinite,dottore…”
concluse,allontanandosi.
I bambini stavano finendo la colazione,e
vennero chiamati dall’androide.
“Allora,bambini…vi va di fare un
giro in città?” domandò con un raro sorriso.
17 e 18 si alzarono. I loro visi brillavano di gioia.
“Certo!Quando si parte,zietto?”
chiese 18 affettuosamente.
“Per voi,anche subito…”
I bambini sorrisero. Potevano stare lontani da quel luogo
schifoso.
Era un ottima notizia.
Una volta che si furono preparati,i
bimbi aspettarono 6.
Questi si era messo una giacca
per coprire il corpo metallico,per non destare sospetti. Così si misero fuori dalla grotta,e salirono in spalla all’androide.
“Si parte!!!” urlarono i gemelli
all’unisono.
Quando 6 si alzò in volo,gridarono
divertiti,più che spaventati.
“Ma sai volare!!!Allora sei un
angelo?” domandò 18 stupita.
Roku non rispose.
Iniziò a pensare.
Aveva avuto il consenso per portare fuori i bimbi,tuttavia,a caro prezzo:
le sue mani si sarebbero ancora
sporcate di sangue.
Avrebbe ancora ucciso. E lui non
voleva farlo ancora…
La vita di due bimbi innocenti valeva più di quelle che avrebbe
ancora stroncato?
Ogni essere vivente è importante.
Ma non poteva sottrarsi al suo
destino. Doveva farlo,se non voleva venir distrutto.
Così doveva essere.
E così sarebbe stato,fino alla
fine dei suoi giorni…
Un ultimo pensiero balenò la sua mente.
Verrà il giorno in cui noi saremo
giudicati?