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Autore: Antalya    25/07/2010    1 recensioni
“Evelyn..hai bisogno di pace e tranquillità, staccati da questo mondo fatto di cellulari e citofoni e fai in modo che le tue orecchie possano ascoltare il suono del nulla…” l’avevo guardata un po’ scioccata al suo dire. “Viky…da quando ti sei sposata con il filosofo…mi stai diventando filosofa a tua volta?” le domandai stranita ma atterrita dal fatto che infondo…aveva ragione. Evelyn è una studiosa impegnata in alcune ricerche ma dopo una discussione con la sua amica decide che è davvero arrivato il momento di trovare la pace e la tranquillità che merita e lo fa trasferendosi in un casolare in Irlanda ma li... potrà stare tranquilla?anche se un uomo misterioso apparirà nella sua vita stravolgendola?è questo che vuole? Lo scopriremo passo dopo passo....
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chi non conosce il male non ne sospetta alcuno
Ben Jonson

Da qualche giorno il cielo sembra più blu e la natura si manifesta in tutta la sua bellezza, con i suoi colori, i suoi animali e la sua immensa saggezza.

Davanti alla finestra, sul davanzale c'è un pettirosso che sta beccando le briciole di pane che ho messo li per l'occasione e Charlie curioso se ne sta in disparte a guardarlo mentre becca allegramente.

“Ehi, tutto bene?” una voce mi desta dal mio pensiero e subito mi volto verso Ray sorridendogli e prendendo una mano tra le mie.

“Si, sto benissimo, stavo guardando il pettirosso...”

“C'è un pettirosso?” domanda allungando il collo con curiosità.

“Si... o meglio c'era Charlie lo ha fatto volare...”

“Curiosone...” risponde lui ridendo e mangiando l'ultimo pezzetto di torta alle mele.

“Ascolta, io devo andare dall'avvocato, mi sono ricordato che devo fare una cosa assolutamente...tu stai qui?”

“Eh...in realtà volevo andare a fare qualche compera in città...mi servono dei vestiti nuovi, questi non mi stanno più bene!”

“Facciamo così... vieni con me, ti lascio al negozio e poi vengo a prenderti poco dopo che dici?”

“Va bene...ci sto!”

“Perfetto!” mi alzo lentamente sentendo il solito dolore alla schiena e alle gambe e mi tengo al tavolo mentre riacquisto la posizione eretta trionfante.

“Comincia a diventare pesante eh?”

“Zitto tu... sono io che lo porto!” ribatto scherzando “Non ho bisogno della tua compassione!”

“Ma io non voglio darti quella...” risponde alzandosi e prendendomi il viso tra le mani con un movimento lento e delicato così come il bacio che mi lascia sulle labbra.

“Andiamo va...!”

“Si!” rispondo prendendo la borsa e gli occhiali da sole, felice che finalmente qualcosa gira nel verso giusto in questa vita così strana e piena di avvenimenti stravolgenti.

 

 

***

 

...And you feel like no-one before
You steal right under my door
And I kneel ‘cos I want you some more
I want the lot of what you got
And I want nothing that you’re not...

 

Ray guida la macchina canticchiando con un gran sorriso la canzone del gruppo più amato in Irlanda, gli U2 e per l'esattezza sta cantando una canzone molto bella che il cantante ha scritto per la figlia, Original of the Species, dove le parla con l'amore di un padre e l'amore di un uomo che sta vedendo crescere in fretta la sua bambina.

“Ehi... credo che la canterò alla bambina!” dice d'un tratto voltandosi sorridente e portando una mano sul mio pancione.

“Ma chi ti dice che sia femmina?”

“Chiamiamolo pure sesto senso maschile!”

“Ah... beh credo che invece sia maschietto...”

“E come fai a dirlo?”

“Sesto senso femminile!” Ray scoppia a ridere di botto stringendomi la mano fino a farmi male, incredibile come quest'uomo possa diventare bello quando è rilassato e felice come adesso.
Si ferma poco dopo presso il negozio e scende ad aprire la portiera della macchina canticchiando ancora quella canzone.

“Divertiti e compra tante cose belle...”

“Va bene...”

“Ci vediamo fra un ora...”

“Va bene...”

“Ti sei incantata?”

“Va bene...” non posso fare a meno di sorridere e lasciare sulla sua guancia un bacio mentre lo lascio per entrare dentro il negozio.

 

 

E' incredibile la quantità di cose che servono per un bambino solo, sono tantissime e coloratissime e  troppe da tenere a mente. La commessa non fa altro che mettere sul banco una serie di prodotti che non pensavo manco esistessero

“Ecco la macchinetta per fare l'omogeneizzato in casa, la macchinetta per sterilizzare i ciucci, la macchinetta per tirare il latte dal seno e mantenerlo fresco per il bambino, la macchinetta per pulire e igienizzare i biberon, la macchinetta per lavare i bavaglini e renderli asettici...” la signorina continua a dire mille cose ma io mi sono già persa alla prima macchinetta.

“Credo che sia il caso di tornare con mio marito...” dico stonata mentre mi allontano a gambe levate da quella specie di Shuttle umano.

Riprendo il mio cammino e tra gli scaffali trovo alcuni bavaglini, ciuccetti, un set di biberon molto utile, li prendo e li metto nella sacca ma decido di non comprare nulla di abbigliamento, voglio prima sapere che cosa è.

Cammino per gli scaffali quando sento una voce dietro di me molto familiare e irritante tanto che mi sento accapponare la pelle sul braccio.

“Salve Evelyn!” mi volto piano piano e mi ritrovo a fissare i capelli biondi e quel ghigno conosciuto.

“Worren... che cosa vuoi?”

“Vedo con piacere che siamo in vena di compere... e in tutti i sensi...”

“...”

“Evelyn non devi nascondere a me la verità... so per certo che aspetti un figlio da Ray, spero che non venga su come lui ma che prenda la tua bellezza!” afferma, allungando la mano per toccarmi la guancia.

“Toccami e te ne pentirai!”

“Ma come siamo bisbetiche...” afferma infilandosi le mani in tasca e guardandomi con aria viscida.

“Non voglio fare del male a nessuno e non voglio passare alle minacce o ai fatti però adesso la cosa diventa una questione d'onore. Voglio che tu dica a Ray di vendermi la proprietà.. per il bene tuo e del bambino!” una fitta mi passa nel costato al sentire quelle parole di minaccia e subito porto la mano a toccare la pancia.

“Tu...”

“Hai capito benissimo tesoro...non fare la furba... se parli e io scopro che mi hai messo addosso la polizia ti farò pentire di essere nata...” un sogghigno sul volto. Ora si avvicina sfiorandomi i capelli legati alla ben che meglio.

“Se non vuole sentire ragioni da te... allora è il caso che io mi prenda cura di te!” afferma allontanandosi lentamente da me e dal negozio lasciandomi in preda al terrore.

 

 

**

 

Entrando nell'ufficio legale mi ricordo piccole cose, come ad esempio la discussione con l'avvocato, le carte pronte per la firma, l'odore della carta da parati e della colla dei fogli volanti e anche l'odore del tabacco del sigaro dell'avvocato.

“Signor Olsen, che piacere rivederla, non pensavo tornasse ancora qui... o meglio che se ne ricordasse...”

“Ah signor Tynwi... invece ho ricordato e anche se non ricordo, i vostri fogli sono troppo dettagliati per poter dimenticare...”

“Allora ha pensato alla proposta che le ho fatto?”

“Si, ci ho pensato e ho trovato l'uomo che fa per me...”

“Davvero? Ne sono felice, è chiaro che è bene fidarsi di persone che possono solo darci buoni risultati!”

“Si, penso che questo Detective sia il massimo nel suo campo e poi lo conosco benissimo!”

“Ah bene...”

“Si... ho pensato che ha ragione. Gli incidenti avvenuti in questi ultimi due anni non possono essere coincidenze, sono atti deliberatamente voluti e un investigatore può solo capirne di più. La rete delle amicizie di Worren sono tante e svariate... siamo sotto controllo continuo!” è la prima volta che ammetto di aver bisogno di aiuto ma adesso so che posso contare sull'uomo che mi aiuterà a proteggere la mia famiglia..

L'avvocato mi guarda annuendo e non posso fare a meno di sentirmi sollevato e rincuorato dal saper fare la cosa giusta.

“Bene Signor Olsen... credo che sia il caso di chiamare il vostro uomo!” mi alzo ed ora mi sposto verso la finestra mentre la mano recupera il telefonino e il numero viene composto.

Pochi squilli e dall'altra parte si sente un voce chiara e familiare.

“Ray, come mai mi chiami a questo numero?”

“Ho bisogno del tuo aiuto... Jos...” spero solo di fare la cosa giusta.

**Note Autrice**
Scusate il ritardo nello scrivere il capitolo ma anche io mi sono presa una vacanzina. Ho voluto dare una smossa, il racconto è proprio nella fase centrale e spero che quanto verrà fatto dopo vi piaccia quanto vi sta piacendo ora la mia storia.
Grazie per avermi seguito e per aver scelto di seguire la mia storia.
Commentate, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e cosa pensate del racconto.


   
 
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