Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Mizar    25/07/2010    12 recensioni
In un universo alternativo, dove la Rowling non ha ammazzato metà dei personaggi, Remus e Sirius vivono felicemente sposati. Una sera Il licantropo è chiamato al castello di Hogwarts e Sirius si ritrova solo con il piccolo Teddy che vuole una favola.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di pubblicazione e copyright.



Mi leggi una favola?




Teddy Lupin era un bambino adorabile.
Aveva ereditato dal padre quel visetto angelico e quel sorriso disarmante che mascheravano alla perfezione il suo animo Malandrino.
Nonostante avesse solo tre anni sapeva benissimo che, quando sgranava i suoi bellissimi occhioni grigi, retaggio cromosomico dei Black, e arricciava il nasino pieno di lentiggini, nessuno poteva resistergli e n’approfittava vergognosamente.
Da mamma Tonks aveva preso la vocetta melodiosa e quella erre pizzicata che mandava in brodo di giuggiole nonne e zie, le quali non finivano mai di coccolarlo e viziarlo perché, poverino, era figlio di genitori separati e suo padre era un licantropo, degenerato.
A dirla tutta, se Remus aveva qualche problema peloso e omosessuale, mamma Ninfadora, un Auror pazza che vestiva come le sorelle Stravagarie e seguiva alla lettera i consigli del suo mentore Malocchio Moody, non era certo da meno. Sempre impegnatissima in missioni a dir poco suicide, il tempo di dedicarsi a Teddy non lo aveva di certo, perciò il piccolo viveva tra casa del padre e quella della nonna materna, Andromeda Black in Tonks.
Quella sera era a casa di papà, affidato alle cure di Sirius, perché Remus era stato convocato d’urgenza ad Hogwarts.
“Papino Paddy, mi lacconti una favola?”
chiese trotterellando verso il letto, infagottato nel pigiamino azzurro di flanella decorato con boccini dorati.
Figurarsi se Sirius Black avrebbe mai potuto opporsi ad un desiderio del figlio del suo uomo, che con voce flautata lo chiamava papino Paddy.
“Certo, Teddy, quale vuoi sentire?”
“Quella di Cappuccetto Losso. Papino Lemi mi aveva plomesso di laccontalmela stasela”, affermò sicuro e Sirius trasecolò.
Non conosceva assolutamente quella fiaba babbana. Per la verità non conosceva molto neppure quelle magiche, ma qualche nebuloso ricordo dell’elfa baby sitter di Grimmauld Place lo conservava.
“Piccolo, non potrei raccontarti qualche altra cosa, che so, le avventure dei Malandrini…”
“Noooo”, si lagnò Teddy, sporgendo il labbro inferiore e cominciando a tirare su con il nasino.
Sirius sapeva, per esperienza, che presto sarebbero seguite le lacrime, inframmezzate da invocazioni disperate della mamma e di papà Remus, che il bimbo chiamava papino Lemi.
“Senti, Teddy, io non conosco quella favola, ma se fai il bravo e non piangi ti lascio mangiare un’altra porzione di gelato. Contento?”
“Sì”, rispose subito Teddy, che era di una golosità mostruosa. Così i due scesero ancora in cucina e, dopo che il piccolo ebbe spazzolato via tutto il gelato della confezione, che era ben di più di una porzione, Sirius lo prese in braccio per riportarlo nel lettino.
Appena gli ebbe rimboccato le coperte, però, il piccolo ricominciò a fare il musetto.
“Papino Paddy, io non voglio stale qui tutto solo.
Pelché non mi fai un po’ di compagnia? Se non sai la favola di Cappuccetto Losso puoi semple leggelmela dal libro che sta nel cassetto del mio comodino”.
Sirius lo guardò con fiero cipiglio.
Già non gli bastava Moony che riusciva sempre a metterlo nel sacco.
Adesso gli ci voleva pure quel cucciolo di Malandrino!
Teddy gli sorrise incoraggiante e lui, sospirando, capì d’essere perduto.
Amava troppo quel bambino così simile a suo padre.


“C'era una volta una cara ragazzina chiamata Cappuccetto Rosso perché amava indossare sempre una mantellina di questo colore.
Un giorno sua madre le disse:
- Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Mettiti in via prima che faccia troppo caldo; e, quando sei fuori, va' da brava, senza uscir di strada perché il bosco è pieno di pericoli”.

“Papino Paddy?”
La vocina di Teddy interruppe la lettura di Sirius.
“Pecchè quella mamma manda la sua bambina nel bocco se è pelicoloso? Non poteva andalci lei che ela più glande e folte?”
“Hai mille ragioni, Teddy mio”, rispose Sirius pensieroso.
“Si vede che era una madre snaturata”.
“Come la tua mamma?”
“Sì amore, ma adesso continuiamo con la favola, che m’ha messo addosso un’apprensione. Dunque...

Quando giunse nel bosco, Cappuccetto Rosso incontrò il lupo, ma non sapendo che fosse una bestia tanto cattiva, non ebbe paura.
- Buon giorno, Cappuccetto Rosso, - egli disse.
- Dove vai cosi presto?
- Dalla nonna.
- Dove abita la tua nonna?
- Nel bosco, sotto le tre grosse querce, rispose l’ingenua bambina.
Il lupo pensava: " Questa bimba tenerella è un grasso boccone, e anche la vecchia immagino sia ben pasciuta; Se sono furbo, le acchiapperò tutt'e due e le divorerò".


“Papino Paddy… Ma pecchè il lupo voleva mangiale la bimba?”
“Mah! Non saprei proprio Teddy. Forse era un Mannaro.”
“Come il mio papà?”
Gli occhi di Teddy erano grandi come due piattini da the e Sirius s’affrettò a rettificare.
“Noooo, che dici. Remus non mangerebbe mai nessuno. Ma ti pare che uno come lui farebbe certe cose?”
“E allola il lupo della favola pecchè lo vuole fale?
“Perché era un lupo mannaro cattivo, come quelli che durante la guerra stavano dalla parte di Lord Voldemort”.
“Papino, secondo me è meglio se chiamiamo la mamma e glielo diciamo. Lei è un Aulol!”
“Prima di fare intervenire gli Auror forse dovremmo leggere un’altro po’ di favola, giusto per sapere come va a finire… Allora, dove eravamo rimasti?

Il lupo, con una scusa, distrasse Cappuccetto Rosso e poi andò a casa della nonna e la mangiò.
Poi si mise le sue vesti e la cuffia, si coricò nel letto e si tirò le coperte fino al muso.”


“Voglio la mia mamma…”
La vocina di Teddy riecheggiò tremula nella stanza.
“Cledo sia meglio avvisale gli Aulol a questo punto”, singhiozzò disperato.
Sirius lo prese tra le braccia e cercò di consolarlo, ma era così agitato anche lui.
Che razza di libri leggeva a suo figlio quel matto di Remus?
“Senti Teddy, penso che la bambina non sarà così scema da andare a farsi mangiare dal lupo. Probabilmente non c’è bisogno delle forze dell’ordine”.
“Ma il lupo s’è mangiato la nonna”, gli fece notare il bimbo, piuttosto preoccupato.
“Magari era una nonna cattiva come nonna Walburga. Lo dici sempre che ti sta antipatica, quando il suo quadro ti chiama traditore mezzosangue”.
Queste parole fecero riflettere il bambino. Alla fine, se un lupo si fosse mangiato quell’arpia del ritratto, a lui non sarebbe dispiaciuto troppo.
Un po’ rincuorato si mise il pollice in bocca e poi, accoccolandosi meglio tra le braccia del suo secondo papà, s’apprestò a sentire il seguito della storia.

“Cappucetto Rosso arrivò a casa della nonna e, felice, entrò.
- Buon giorno nonnina, disse, ma non ebbe risposta.
Allora s'avvicinò al letto.
La nonna era coricata, con la cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.
- Oh, nonna, che orecchie grosse che hai? Si meravigliò la bimba
- Per sentirti meglio, amoruccio mio.
- Oh, nonna, che occhi grossi che hai?
- Per vederti meglio, amoruccio mio.
- Oh, nonna, che grosse mani che hai?
- Per meglio afferrarti, gridò il lupo uscendo dal giaciglio”


“Haaaaaaa!
Lo avevo detto io che dovevamo chiamale gli Aulol”, ululò il piccolo Lupin, in lacrime.
“Hai ragione, amore, meglio spicciarsi”, rispose trafelato Sirius, agitando la bacchetta magica e facendo comparire il suo Patronus.


Quando Remus rientrò a casa, quella sera, si ritrovò i sigilli alla porta e tutta la squadra Auror del sedicesimo distretto in giardino.
“Cos’è successo?” boccheggiò, sentendosi svenire al pensiero di Sirius e Teddy.
Ninfadora gli venne incontro, arrabbiata più che mai e, sventolandogli un libro di favole sotto il naso, sbottò:
“Disgraziato di un licantropo, come hai potuto lasciare in giro un libro maledetto, sapendo che ospitavi il nostro prezioso figlio?!”
“M-maledetto?” chiese sempre più pallido Remus.
“Certo! Mio cugino ci ha allertati un’ora fa. Dice che questo è un libro stregato, come il diario di Tom Riddle, e che una povera bambina è in pericolo. Stiamo setacciando tutti i boschi d’Inghilterra.”
“Q-quale bambina?”
“Una certa Cappuccetto Rosso!”


Note autrice: Immagino sia il caldo che mi gioca brutti scherzi e mi fa essere ancora più sciroccata del solito.
Abbiate compassione voi che leggerete e una piccola recensione lascerete...

   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mizar