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Autore: Dors    25/09/2005    8 recensioni
Una ragazza Italiana, che non crede alla magia finirà in una scuola molto particolare...
Genere: Avventura, Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscii da scuola alle 2 meno 10 come al solito. Una pallosissima giornata fra sonetti di Shakespeare, divina commedia e logica di Aristotele.
Salutai qualche faccia che non ero del tutto sicura di conoscere e mi diressi al cancello principale sospinta da una folla di Liceali urlanti.
Dentro di me la mia coscienza masochista continuava a ripetermi che in fondo dovevo resistere solo altri due anni in quella scuola di ..., la
mia mente razionale invece stava prendendo in seria considerazione l'idea del suicidio, o la carriera del serial killer stile Jack lo squartatore.

Il mio nome è Cassandra. Ora mi spiegate per quale motivo due persone sane di mente (almeno credo) dovrebbero dare questo nome ad una povera
bambina italiana che non ha neanche chiesto di nascere? Nessuna risposta? Lo sospettavo. Non c'è in realtà un buon motivo per cui certe cose accadano,
o che capitino a certe persone come nel caso della storia che sto per raccontare, in realtà non credo ci sia una spiegazione per niente.

Non volevo spaventarvi con una premessa prolissa, anche se è la mia specialità, giuro.

Tornando a noi. Dunque. Ah si... allora...fuori scuola.

Tornai a casa, mi buttai sul letto, pranzai, regalai un dolcetto all'arsenico a mia sorella...e la giornata scorreva tranquilla : uno di quei giorni
che sembra essere un continuo deja-wo tanto rispecchia la tua routine. Invece dopo essere entrata nel mondo dei sogni mi resi conto che di normale
quel giorno non aveva propio niente.

Il sonno non fù disturbato anzì...mai dormito così bene...forse il risveglio un pò più problematico.
La luce filtrava attraverso le serrande semi chiuse della finestra, aprii gli occhi.
Dapprima credetti di essermi risvegliata nel mio letto ma quando mi abituai alla luce e misi a fuoco la stanza realizzai che non era la mia.
In piedi davanti a me c'era un ragazzo dai capelli neri e un' aspetto trasandato che mi fissava con gli occhi sbarrati ( di uno splendido colore verde :-))
Mi misi a sedere " Saalve"mormorai ancora assonnata"Sto ancora dormendo"
Il ragazzo afferro una bacchetta di legno e me la puntò contro." Who are you?!"
"M**da! E ti pareva che non potevo sognare qualcosa di più facile! Perchè l'inglese!" brontolai.
"Stop.Don't move"ordinò il moro, non aveva un'aria molto felice.
Alzai un sopracciglio scettica, non sembrava in posizione di poter ordinare niente.
Il ragazzo agito la bacchetta pronunciando delle parole in latino, da quella sprizzò un fascio di luce rossa che mi prese in pieno.
Non mi ferì non era quello il suo intento.
"Chi sei?!"chiese il ragazzo in italiano. "Io...Cassie...ma perchè la gente nei miei sogni dev'essere così stupida!?"sbottai pizzicandomi un braccio.
"A questo punto dovrei svegliarmi credo"dissi "Perchè non mi sveglio!?"
Il ragazzo agguantò la cornetta del telefono sul comodino componendo un numero. "Pronto. Cerco Hermione."attese un attimo "Hermione.Posso chiederti che ci fa
una ragazza italiana nel mio letto?....NO! Cosa hai capito io non...ci è finita lei non...LA VUOI SMETTERE DI URLARE???FAMMI PARLARE. Allora:
Stamattina mi sono svegliato e poi è apparsa questa tizia nel letto.Le ho fatto un incantesimo per farle capire la nostra lingua e ..."
" Guarda che io lo so l'inglese!!"
"...si parla anche in inglese...purtroppo. Come diamine faccio???...Hermione...aspet..ehi...AH Ron viene qui a prendermi e quando? FRA DIECI MINUTI?? E QUANDO
PENSAVI DI DIRMELO?? Ora devo chiudere...ciao"
"Hai finito? PErchè adesso vorrei tanto svegliarmi domani ho il compito di chimica!"protestai, il mio braccio era diventato rosso a causa dei pizzichi.
"Non stai dormendo"
"SI invece"
"No"
"Oddio"
"Esatto"
"OMIODDIO(e sono pure atea)!"
"Calma. Ora ti rispediamo in italia."
"Dove cavolo siamo??!"
"Inghilterra, londra privet drive..."
"...numero 5? sono finita nella casetta di Harry potter? Dai smettila di sparare ca****te e dimmi dove siamo"
"Io te l'ho detto."
" Sapevo che sarebbe successo prima o poi: sono pazza"
" Ti dispiace vestirti. Vorrei evitare equivoci per quando arriveranno i miei amici."
Guardai il mio pigiamo, poi "harry" "E che mi metto, genio?"
" Potrei prestarti una maglia e un pantalone..."
" Gia perchè se i tuoi amici mi vedono qui con adosso i tuoi vestiti li eviti tranquillamente gli equivoci"

Il ragazzo mi guardò rabbioso "NON E'CERTO COLPA MIA SE SEI FINITA QUI!!"
"Ah, quindi la colpa è mia??"ribattei.

Sentimmo qualcuno tossicchiare sull'uscio della porta, ci girammo.
Un ragazzo alto e rosso ci guardava allibito"Io...non credevo che avessi compagnia...s-scusate...torno più tardi" balbettò assumendo la stessa tonalità dei capelli.
"FERMO"gridammo io ed Harry all'unisono.
"Lei...è...veramente non lo so"disse confuso il moro.
"Mi sono trovata qui per sbaglio, ok? Non ci volevo venire qui." Ron aggrottò le sopracciglia"Mi stai dicendo che si è materializzata?"chiese.
"Non proprio...dovremmo chiedere a Silente" "Oh cielo sono finita in un libro!!" I due mi guardarono con aria interrogativa"Cosa intendi?" "Prima di capitare qui voi due eravate solo dei personaggi di un libro, non dovreste esistere! Cioè Hogwarts, Silente, Sirius Black...non esistono...nel mio mondo
solo nel libro" spiegai. "La Cooman porta una sfiga pazzesca"commentò Ron.
"Vengo dall'Italia in un mondo dove la magia non esiste e vorrei tornarci!"dissi incrociando le braccia.
"Dall'Italia? E com'è che parli inglese?"indagò il rosso.
"Harry mi ha fatto un incantesimo. E comunque io lo so l'inglese!"precisai.
"Portiamola alla tana. Chiederemo a Papà cosa fare. Fred e George ci aspettano giù con Lupin"

Mi misi controvoglia i vestiti stropicciati dello sfregiato e raggiunsi la banda di matti fuori al vialetto continuando a ripetere a me stessa quanto fosse assurdo tutto
questo: non servì a consolarmi a dir la verità.

"E lei chi è?"chiese un uomo che supponevo fosse Lupin.
"Che palle! Ma ogni volta devo ripetervi la storia!" sbottai.

  
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