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Autore: Ludoangel    26/07/2010    4 recensioni
L è chiamato a risolvere un caso molto importante, forse il più importante della sua vita… ma stavolta, per farcela, non basterà soltanto il suo genio e la sua abituale fortuna: la cosa sarà molto più difficile, perché dovrà dichiararsi a Misa… [Pairing: LxMisa] Frutto di due ore di sclero, ispirato dalla canzone “2 di picche” dei Gem Boy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Avviso: Questa fanfiction è davvero inclemente nei confronti del povero L. Se siete suoi fan (anche io lo sono), vi prego di non prendervela con me e non uccidermi per tutte le brutte figure che farà. E’ stato difficile anche per me scriverle, ma spero riusciate a divertirvi anche voi!]

[Dedicata a Luca, perchè fa sempre tanto per me. Questo è il mio modo per ricambiare!!]

 2 di Picche

L si morse con rabbia l’unghia del pollice desto.

Accidenti, pensò, possibile che uno come lui non riuscisse a fare una cosa così stupida??

Chiunque al suo posto ci sarebbe riuscito… chiunque! Chiunque meno il più grande detective del mondo!!

Forse aveva ragione Watari a tentare di scoraggiarlo e farlo desistere per quest’impresa impossibile… se…

L scosse la testa. No, lui ce la doveva fare. Era una questione di orgoglio: se non si fosse dichiarato a Misa, sarebbe rimasto ferito nell’orgoglio.

Insomma, Misa doveva saperlo, così avrebbe almeno moderato un po’ il suo atteggiamento spasmodico e maniacale nei confronti di Light.

L pensò a quanto fosse stupido che il più grande detective del mondo – ormai era quasi abituato a pensare a sé stesso in questi termini – si fosse innamorato – se di amore si trattava – di uno dei suoi peggiori nemici. Era convinto che, se non avesse fatto abbastanza attenzione, Misa avrebbe potuto ucciderlo da un momento all’altro. Perché lei era il secondo Kira, senz’ombra di dubbio.

Ora se ne stava ingobbito, con le mani in tasca e Light ammanettato di fianco, aspettando l’arrivo di Misa. E finalmente Misa arrivò.

“Ci devo provare” Si disse Ryuzaki. Tutta la prima serie di Death Note passata a rincorrere quell’adorabile creatura… e adesso che finalmente l’occasione c’era… doveva provarci.

-Ehi, Amane-san…- Iniziò. Si avvicinò e Light barcollò dietro di lui.

-Ciao.- Salutò educatamente il ragazzo. Ryuzaki lo guardò con odio furibondo. Perché aveva aperto bocca? Vide la sua opportunità vacillare e…

-Light-kun!!!- Urlò la biondina, scaraventandosi con tutto il suo peso al collo del malcapitato e riempiendolo di baci. Ryuzaki sospirò tristemente. Addio alla suo buona occasione.

Fu costretto a passare un pomeriggio intero in compagnia dei due piccioncini. Beh, per lo meno c’erano i dolci.

Ad un certo punto, Light lo trascinò in bagno a forza.

-Ehi, Light-kun! Che ti prende? Stimolo improvviso?- Chiese L.

-No, no! Piuttosto, volevo parlarti… di Misa…-

L lanciò un’occhiata di traverso all’altro. Si volevano forse sposare?! No, impossibile, erano troppo giovani… certo, Light era maggiorenne e…

-Dimmi.-

-Ho visto come la guardi, sai?-

-Ah, sì? E come la guardo?-

-Non fingere con me!- Light gli diede una gomitata nelle costole. –Se ti vuoi dichiarare, posso aiutarti a farlo!-

-Davvero?- Ryuzaki vide crearsi un’altra buona occasione. Dopotutto, poteva fidarsi di Light… oppure no?

-Certo! Allora, adesso vai lì da lei, e le chiedi se stasera viene a ballare. Ok?-

-Ballare?!- Ripeté incredulo Ryuzaki. –Ma io non so ballare!-

-E chi se ne frega?! Allora chiedile se viene a prendere un caffè con te… qualcosa del genere! Capito?-

-No.-

-Vai!-

Light se lo trascinò dietro e i due tornarono a sedersi sul divano del salotto.

-Allora? Tutto bene adesso?- Sorrise Misa.

-Ryuzaki ti deve dire una cosa.- Riferì Light, propinando un calcio sugli stinchi del compagno.

-Ehm… ahia, Light-kun!- Gemette Ryuzaki. Poi, vedendo lo sguardo furente di lui, decise di prendere il coraggio a due mani e farsi avanti. –Ascolta, Misa-san… ehm… ti va se stasera noi… ehm… andiamo a prendere un caffè insieme?-

Il sorriso svanì dal volto della biondina. L si morse il labbro. Era un buon segno? Dall’espressione di Light sembrava di no.

-Oh, ehm… Ryuzaki, mi spiace… ecco, io stasera devo studiare…- Farfugliò lei.

-Ah? Che cosa studi? Posso aiutarti, se vuoi.- Ryuzaki colse l’occasione al volo… il suo argomento preferito: lo studio. Ma lei ignorò questo palese tentativo di conversazione per proseguire sulla sua strada.

-Devo lavarmi anche i capelli… ho un sacco di cose da fare!-

-Ah…- Ryuzaki e Light sospirarono all’unisono.

 

Sei giorni dopo, sotto consiglio di Light, Ryuzaki provò a telefonare a Misa.

-Pronto? Sei tu, Light-kun?-

-Ehm… no, non sono Light, sono Ryuzaki. Volevo chiederti…- L lanciò un’occhiata al compagno alla sua destra, che annuì vigorosamente per incoraggiarlo. -…se magari volevi uscire con me, magari stasera. Se non hai altri impegni, eh…-

-Oh, scusa… sto davvero malissimo, mi sento morire…-

-Ah… beh, mi dispiace. Grazie comunque. Ciao.- Ryuzaki abbassò la cornetta ignorando Light e Matsuda che, dietro di lui, sventolavano una carta da gioco. Più precisamente, un due di picche.

La mattina dopo, però, Misa si presentò da loro e saltò al collo di Light, ridendo e parlando a vuoto come al solito.

Ryuzaki la guardò male. Si era ripresa davvero bene dalla sua malattia. Quando lo fece notare a Light, in bagno, lui scoppiò a ridere e gli ficcò qualcosa in mano. La solita carta da gioco, il solito due di picche.

 

Per un attimo, Ryuzaki s’illuse.

Tre giorni dopo averla chiamata per uscire, la incontrò per strada. L stava portando fuori Light, che come un cane aveva diretto all’ora d’aria e al giretto quotidiano nel parco (fortunatamente, però, Light non faceva i suoi bisognini accanto a un palo ma nei bagni pubblici, se proprio doveva). Così, mentre vagavano senza un’apparente meta precisa, avevano incontrato Misa e le sue amiche, tutte quanti gothic lolita come lei, di ritorno dallo shopping, che ridevano e chiacchieravano con le loro vocette stridule.

Appena Misa si accorse chi aveva incrociato, corse da loro e li presentò alle sue amiche come “il mio fidanzato” e “quello lì che sta sempre appiccicato al mio fidanzato”. Stranamente le ragazze non si insospettirono per la manetta che li univa (i giapponesi non badano certo a simili minuzie!), e anzi iniziarono a chiacchierare con loro come se si conoscessero da tempo.

Forse Misa era di natura crudele e sadica. Forse se lo voleva semplicemente togliere dalle scatole una volta per tutte. Forse voleva far ridere Light. Forse aveva fatto una scommessa con le amiche. Forse…

L non riuscì mai a capire come fosse andata, fatto sta che Misa gli disse le testuali parole:

-Sai, Ryuzaki, sei proprio il tipo d’uomo che s’incontra una volta nella vita…-

L s’illuse che magari lei lo ricambiasse. Almeno, se ne illuse finché non finì la frase.

-…se diventano due, hai molta sfiga.-

Ryuzaki non colse la sfumatura tra le righe. E perché le sue amiche lo guardavano e ridevano?

-Vieni da me, stasera, non c’è nessuno.- Sorrise Misa, e gli fece anche l’occhiolino.

Quella sera, L andò da lei. Al suo fianco, Light rideva come un matto e sventolava ancora quella maledetta carta.

E infatti, non c’era nessuno. Nemmeno Misa.

 

-Basta!- Esclamò Light, una settimana dopo. –Sei troppo depresso, Ryuzaki! Non si può lavorare con te in queste condizioni! Adesso devi trovare un modo per conquistare Misa, ma te lo trovi da solo, perché i miei piani vanno sempre a rotoli!-

E così Ryuzaki passò alla cosiddetta “fase conquista”. Andò in giro per il quartier generale e pose a tutti la domanda “Come si fa a conquistare una donna?”. Raccogliendo tutte quante le risposte, mise insieme il “suo” piano.

Spedì a Misa un completo intimo comprato in un negozio lì vicino. E aspettò.

Poi, una sera, Misa lo chiamò. Ryuzaki sperò che finalmente si fosse accorta di lui, avesse deciso di dargli una possibilità… e invece no. Voleva soltanto dirgli:

-Vorrei cambiarlo, hai lo scontrino, per favore? A Light-kun non piace quel colore.-

Ryuzaki svenne, e in quel momento desiderò con tutte le sue forze di morire.

 

-Ehi, Ryuzaki! Ma com’è andata a finire con Misa?- Ridacchiò Matsuda, facendosi aria con l’ormai famosa carta del due di picche.

-Non me lo chieda, la prego, Matsuda-san.- Sospirò Ryuzaki.

-Te lo dico io com’è andata a finire: lei gli ha dato un nuovo due di picche.- Rispose Light, strappando via la carta dalla mano di Matsuda e disponendola sul tavolo con tutte quelle che avevano raccolto in quel tempo. Ormai la cifra ammontava a ben sedici carte (perché L ci aveva provato molte più volte, ma l’autrice, per amor suo, ha deciso di tagliare tutti i tentativi minori e riportare solo quelli più clamorosi), che equivaleva a sedici due di picche da parte della biondina.

-Ho deciso: l’amore…- Ryuzaki sospirò ancora. –...l’amore non fa proprio per me.-

-Il migliore detective del mondo morirà solo come un cane!- Ridacchiò Matsuda, ma si beccò un bello scappellotto sulla nuca da parte del signor Yagami, che leggeva il giornale seduto poco più in là.

-Piantala di spoilerare, Matsuda-san!- Gridò Ryuzaki. –Forse c’è qualcuno che ancora non ha visto Death Note fino alla fine.-

-Ok, quindi adesso che non t’interessa più Misa possiamo tornare al caso Kira?- Light si stiracchiò. La catena delle manette tintinnò appesa al suo polso.

-A proposito di questo… lo sai che tu e Misa siete i due Kira, vero?- Ryuzaki si chinò sul computer e iniziò a battere sui tasti. –Devo solo trovare le prove…-

Light sbuffò.

-Quasi quasi lo preferivo prima, in versione “sfigato innamorato”…-

 

Fine

 

Note dell'autrice: Grazie per aver resistito fin qui… il finale è penoso, lo so, ma il fatto è che ne avevo due: nel primo, cioè questo, tutto tornava normale, mentre nel secondo Misa chiamava L e lo invitava a uscire con lei. Ma la coppia LxMisa non mi ha mai appassionato più del necessario, quindi ho ritenuto opportuno chiudere la fic con un finale non troppo “felice” per loro… e poi si sa che quella stupida di Misa preferisce Light… ma che cavolo di gusti ha?! Grr, che odio! Lasciamo perdere va’…

Questa fic è ispirata dalla canzone “2 di picche” dei Gem Boy, consiglio a tutti di ascoltarla!

  
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