Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Bianca    27/07/2010    5 recensioni
Questa fanfiction è dedicata alla mia mamma. Questo è stato il sogno che ho fatto dopo che... beh mi avete capita. Qui ve lo mostro raccontandovelo. Non sono una brava scrittrice, anche se scrivere mi piace molto, ma almeno ci ho provato, per la mia mamma che leggeva sempre le mie storie, che scrivevo per lei.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vagavo per l’ospedale, notando gli sguardi indiscreti della gente su di me. Mi chiesi cosa avessi di tanto strano da suscitare una così grande curiosità. Solo perché ero uscita fuori, mentre pioveva a dirotto, così da inzupparmi dalla testa ai piedi non era una cosa immonda.
Sospirai, apprestandomi a salire le scale. Sfortuna delle sfortune l’ascensore era rotto. Mi appoggiai al passamano e iniziai a trascinarmi verso il piano superiore. In quei giorni non mi andava neanche di camminare. Ero uscita fuori, perché così le lacrime che sgorgavano dal mio viso sarebbero sembrate semplici gocce di  pioggia.
Mentre salivo le scale, pensai a quale scusa inventare, per giustificare il fatto che fossi uscita, dato che pioveva a dirotto. Non mi venne nulla in mente. Neanche avevo la testa per ragionare. Sbuffai. Mi trovavo in una brutta situazione, molto brutta.
Finalmente raggiunsi il piano inferiore. Notai, che vicino al reparto terapia semi-intensiva c’era un’aula congressi. Mio zio aveva spiegato, che erano venuti medici stranieri per una specie di caso particolare.
Mi massaggiai le tempie. Avevo una confusione allucinante in testa. Aprii la porta della stanza in cui si trovava e la vidi: mia madre. Dormiva. Le erano state messe due flebo e accanto avevano posizionato l’elettrocardiogramma. Erano due anni che la vedevo in quello stato. Scossi la testa pensando che in quei due anni aveva solo sofferto. E adesso era arrivata al capolinea. Tra poche ore si sarebbe spenta ed io avrei perso mia madre a quindici anni. Brutto. Se pensavo a tutte le volte che mi ero illusa che si potesse salvare, mi veniva la voglia di distruggere tutto. Rabbrividivo al solo pensiero, che non l’avrei mai più rivista. Non mi avrebbe più sorriso, sgridato, coccolato, non avrebbe mai più pronunciato il mio nome, ma soprattutto l’avrei persa per sempre.
Trattenni un gemito e una lacrima solcò il mio volto. Sospirai e mi sedetti accanto a lei. Le accarezzai il volto. Com’era bella la mia mamma. Anche se il tumore l’aveva sovrastata la sua bellezza era rimasta intatta. Nel tentativo di darle un bacio sulla fronte, mi cadde il cellulare dalla tasca. Mi chinai per prenderlo, mentre mi asciugavo le altre lacrime che scorrevano. Per fortuna non si era rotto. Mi accorsi di un particolare. Avevo lasciato lo sfondo dove c’era Edward Cullen. Il protagonista di un romanzo, che avevo letto milioni di volte. Era una storia bellissima, e lui era un vampiro, buono. Se ripensavo a suo padre che trasformava la gente in vampiri per farli sopravvivere, speravo che la stessa cosa succedesse alla mia mamma. Ma poi mi ricordavo che era solo un personaggio del mondo di fantascienza, e che era inutile che mi perdessi in simili pensieri.
Uscii dalla stanza, avevo bisogno di un po’ d’aria. Mi guardai intorno e rimasi perplessa e stupita dalla visione che mi si mostrò davanti. C’era un ragazzo, dai capelli bronzei e gli occhi dorati, che era appoggiato allo stipite della porta dell’aula congressi. La sua pelle era diafana, e la sua bellezza statuaria. Mi chiesi se fosse solo un caso, o quello fosse veramente Edward Cullen. Lui alzò lo sguardo e si accorse di me. Mi guardò in modo interrogativo, e poi mi rivolse un sorriso apprensivo e nei suoi occhi lessi un po’ di rammarico.
Scossi la testa. La malattia della mamma stava facendo andare di matto anche me. Mi girai e diedi le spalle a quel bellissimo ragazzo. Se quello era veramente Edward sarebbe stato fantastico, sarei corsa da lui e gli avrei chiesto di trasformare la mia mamma. Ma a cosa pensavo? Dovevo aprire gli occhi e rimanere con i piedi per terra.
Passarono alcuni giorni e la mamma si spense. Il mio dolore mi squarciò l’anima, ma l’unica cosa che mi rendeva felice era che ora non soffriva più. Passò tutto così in fretta, le lacrime, le condoglianze e il funerale. Fui felice di ritornare a casa. Ero troppo stremata dal dolore, così mi ero distesa sul mio letto, decisa a non alzarmi per i prossimi mille anni. Mi stiracchiai, posando la mano sul cuscino, però, toccai qualcosa di strano. Lo esaminai con le dita Era una piccola busta da lettere. Me la portai davanti agli occhi. Mon mi sembrava quella per il funerale, era diversa.
Curiosa, la aprii. C’era un biglietto, lo lessi tutto d’un fiato.

 

Cara Any (ti chiamo con il tuo diminutivo perché è carino),
Credo che tu non sappia chi sia io, ma spero tu possa capirlo. Voglio iniziare col dire che non è semplice stare a guardare qualcuno che perde la vita, senza che noi possiamo fare nulla. Anch’io ci sono passato. Ti senti frustrato e provi un’angoscia terribile dentro di te. So quanto dolore tu stia provando e me ne dispiaccio, perché non posso fare nulla per aiutarti.
Comprendo il desiderio di volere la tua mamma lì con te, anche sotto una forma diversa, ma io sono sicuro che se anche tu non la potrai vedere, lei sarà sempre lì con te. Ti guarderà crescere, piangere, sorridere. Non la perderai mai, perché avrai sempre la consapevolezza che la sua anima vive in te. E’ una promessa. 

 

P.S. mi dispiace di non averti potuto accontentare, ma è meglio così credimi, perché le cose sarebbero state più difficili sia per te che per lei.
Con affetto… un tuo amico.

 

Le lacrime scesero senza pudore dal mio volto. Singhiozzai, e sussurrai: << ti voglio bene, mamma >>, emisi un gemito, << mi manchi tanto >>. Con una mano mi asciugai le lacrime e osservai il biglietto appena letto. Un leggero sorriso si fece largo sul mio volto. Se lui poteva esistere, era sicuro che la mia mamma vivesse in me. Ormai ero convinta che tutto fosse possibile nella vita. << Grazie Edward >>, mi portai al petto il biglietto. << Grazie di cuore >>.
E anche se la piccola Any non lo poté vedere, al di fuori del suo balcone un ragazzo dagli occhi dorati sorrideva, nel vedere la sua pro nipotina, che era uguale alla sua amata sorella, scomparsa anni fa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa fan fiction è dedicata alla mia mamma. Anche se non sono una brava scrittrice. L’ho voluta pubblicare lo stesso. Volevo farle un mio ultimo regalo. Spero vi piaccia.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Little Bianca