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Autore: laFrantz    27/07/2010    3 recensioni
Una slash come tante. Ma la coppia è inusuale perché registra due opposti.
Forse Severus Sirius? Naaa... Allora Severus/Harry? Per carità! Severus/Fred Wesley? Ok, tu stai degenerando sorella.
Mi riferisco alla coppia Severus Piton/Gilderoy Allock.
La storia è ambientata dopo il settimo libro, ipotizzando che Piton non sia mai morto. Non è una storia comica; oddio, Allock, però, è un po' ridicolo.
A puntate. Non preoccupatevi per il numero elevato di capitoli: sono piccolini.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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   Si era svegliato tre notti fa in una situazione di onirica confusione, al punto che non era riuscito a formulare nessuna idea se non stupore: stupore nella scoperta di recepire ancora degli input esterni – estremamente ovattati e limitati, ma presenti -, e, conseguentemente, trarne la strabiliante conclusione che era ancora vivo.
   Eccitazione, prurito alla nuca, forse una lacrima di sfogo. Poi era ritornato al sonno.

   La notizia della sopravvivenza di Severus Piton aveva reso felice qualche anima,e, per lo più, ne aveva deluse molte altre.
   Indubbiamente il giovane mago aveva dimostrato lealtà alla causa tale da accettare il sacrificio della propria vita, sia fisicamente parlando, sia tenendo da conto che aveva passato all'incirca vent'anni tra l'attesa totalizzante e l'azione, rinunciando a far fruttare gli anni più importanti della sua vita. Era per altro innegabile che ulteriore e più pressante sacrificio sarebbe stato l'elezione volontaria ad Assassino e, conseguentemente, capro espiatorio di più di una generazione - la sua e quella dei suoi studenti-, vessata sin dall'adolescenza dal terrorismo interno di Lord Voldemort. Si aggiunga, poi, l'auto-emarginazione dagli affetti più cari (il suo mentore ucciso, i suoi colleghi imbrogliati, ma anche i suoi amici di una vita – per lo più mangiamorte- traditi), a cui difficilmente sarebbe potuto ritornare se non al costo della presa di coscienza di una lacerazione di quei rapporti oramai insanabile.
   Il suo profilo, inoltre, riporta coraggio e insormontabile abilità sul campo.
   Ma, non erano, in fin dei conti, proprio quest'ammasso di qualità recentemente rivelate, a rendere alcuni, molti, guardinghi?

   Si rifletteva, nei piani alti, quanto in quelli bassi, su tali virtù: ipotizzandone la vericidità – e ciò accadeva raramente – si temeva che ad animare queste fosse un atteggiamento fanatico (ricordiamo che non a tutti era nota la vicenda biografica del mago, segnata da esperienze strazianti e prese di coscienza cocenti sulle proprie colpe e il proprio dovere). Quando poi erano totalmente messe in discussione, subito si iniziava a tremare che i magistrati di questa seconda inchiesta post-caduta si macchiassero nuovamente di cecità e permettessero a pericolosi elementi di rimanere in libertà: in questo caso, però, non si trattava più di un paio di componenti della famiglia Malfoy, certamente gente torbida, ma comunque utile alla società, o, quantomeno, a un certo tipo di società, non di molto dissimile da questi, pur non essendo mangiamorte. Perché, se di un Malfoy e dei suoi intrighi c'erano sempre bisogno, non si poteva dir ugualmente dell'utilità di Severus Piton; senza contare che non ci si poteva neanche affatto fidare di uno che era riuscito a ingannare fin anche l'Oscuro Signore.
   Diamine, fosse almeno morto ne avrebbero fatto un eroe, un padre della patria, un dio, che, dopo tutto, i morti possono essere felici alleati.
   Ma Piton, vivo, innocente – la sua discolpa era stata affermata dal Ministero della Magia, seppur a denti stretti - e libero come uccel di bosco preoccupava.

   Che colpo di testa aspettarsi da lui, una volta rimesso in forze?

   Fu un bene per lui l'esser ricaduto subito nel sonno: non erano le sue condizioni felici.
   Innegabilmente la scossa c'era stata e, ritrovatosi dopo una lunga veglia, con il collo immobilizzato chissà per quanto, un tubo in gola, e il restante del corpo in una prostrazione imbarazzante per un uomo dinamico come lui, ne avrebbe patito. Ma gli antidolorifici non gli permisero di capire la gravità della sua situazione, sicché poté riaddormentarsi.
   Ebbe modo tre giorni dopo di preoccuparsi per la pesantezza del suo corpo e l'insensibilità dalla parte superiore del busto in poi. I tentativi di alzare le braccia per controllare lo stato delle sue mani (preoccupazioni da pozionista, probabilmente) allarmarono gli addetti al reparto del San Mugo dove stazionava e, avvertiti i medici, fu da questi subito circondato: alleggerirono un po' i suoi oppiacei e fu capace lentamente di comprendere dove fosse, come fosse e quante dita avesse (ancora tutte e dieci e ciò lo appagò non poco).
   Di lì in poi la ripresa avvenne rapida, come se una volta sveglio avesse preso coscientemente la decisione di rimettersi e, quindi, avesse ordinato a se stesso, imperioso come al solito, di fare del proprio meglio e in fretta.

 
   «Mi devi scusare, ma i medici mi han detto che sei reticente a veder uno psicologo e mi han chiesto di buttarti lì qualche domanda, facendo finta di nulla.».
   «Molto educato nei confronti della mia intelligenza.» la voce era sottile, ma gracile, finalmente presente dopo il forzato silenzio.
   «Gliel'ho fatto notare, ma non nego che la loro curiosità sia anche la mi: di conseguenza vorrei sapere se hai davvero rimosso quanto accadutoti alla Stramberga.» Minerva McGrannit fu quanto più gentile potesse, ma non era la prima, probabilmente non sarebbe stata l'ultima, volta che gli rivolgevano la stessa domanda, e Severus iniziò ad irritarsi.
   «Questo, invece, è maleducato nei confronti della mia sincerità e coerenza. Ho già risposto di non ricordare nulla, e tutte le volte...» un attimo di pausa per le corde vocali « tutte quante mi han rivolto sguardi stupiti: non credono che io sia umano e reagisca da tale davanti a uno shock.».

   «Sei un uomo molto controllato e, recentemente, alcuni si son fatti di te un'immagine alla eroe classico che sfida insensibile e beffardo il pericolo. Effettivamente il fatto di scoprirti umano delude molti fans. E qualche ammiratrice.» il tentativo di metterlo di buon umore fu premiato con un ghigno dei migliori.
   «Hogwarts, leggo, è a pezzi.»

   «Non quanto si creda. Ritornerà presto in piedi.» l'orgoglio per quelle mura era condiviso e non ci fu bisogno di ulteriori rassicurazioni. Ma aleggiava in quel discorso un particolare amaro.
   «Non con me. Io sarò escluso. Ostracizzato.» Minerva McGrannit guardò Severus Piton sdraiato in un letto d'ospedale, debole come non l'aveva mai visto, e gli restituì uno sguardo sincero, ma inamovibile. «Meritatamente. Avevo messo da conto ciò: avrei rinunciato alla vita, perdere un lavoro non sarà più tragico.»
   «Sono dispiaciuta che ti sia stato chiesto tutto questo da Silente. Non mi aspettavo una simile insensibilità da lui, e che tu ne paghi il dazio è un'infelice necessità.»: d'altronde un assassino, pur anche con tutte le attenuanti del mondo, non più esser premiato con un impiego statale in una scuola. Anche questo aveva richiesto la causa perorata da Silente: l'obbligo all'abbandono della sua vita semplice e sicura, più della metà trascorsa nell'ovatta millenaria di quelle pietre che costituivano le pareti e i soffitti di Hogwart, scuola di magia e stregoneria. E casa. 
   L'impatto con questo sinceramente dispiaciuto, ma determinato licenziamento abbatté l'uomo che presto chiese di riposare in pace. E da solo.

   
 
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