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Autore: Youki    25/09/2005    3 recensioni
Vento di battaglie per Inuyasha e i suoi amici. La guerra per i frammenti della Shikon no Tama continua, ma le vicende del passato tornano ad intrecciarsi con il presente e la tela di Naraku, ordita 50 anni prima, ancora una volta allunga le sue maglie sul futuro dei nostri amici. Ma non saranno soli a combattere...qualcuno sta tornando dal passato solo per combattere al fianco di Inuyasha. COMPLETA, posterò il più regolarmente possibile!
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Nuovo personaggio, Sango, Sesshoumaru, Shippou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 8

Lo scontro sanguinoso: nè vincitori nè vinti (Part II)

di Youki

(htpp://www.youki-laportadellalba.splinder.com)



****

Kagome ancora non credeva ai suoi occhi. Sayouki era divenuta una full youkai, non c’era altra spiegazione! Però in qualche modo era intervenuta al momento giusto per salvare Inuyasha. La giovane si avvicinò all’hanyou ferito e, cercando di muoverlo il meno possibile, tentò di fargli riprendere conoscenza.
-Inuyasha!...Inuyasha, ti prego, rispondimi....-
-Ka...Kagome...- il flebile sospiro di Inuyasha le fece sciogliere il nodo che aveva in gola e silenziose lacrime ricominicarono a rigarle il volto. L’hanyou stentava a tenere aperti gli occhi e non riusciva ad alzarsi: quel movimento non faceva altro che peggiorare la sua situazione, già critica.
-Non sforzarti, Inuyasha...- sussurrò la ragazza abbracciandolo, incurante del sangue che la lordava.
-Ma...cosa è successo?-
-Sesshomaru stava per colpirti con la Falce...ma Sayouki ha attraversato in qualche modo la barriera ed è intervenuta...-
-Sa...youki?- c’era una nota di stupore e preoccupazione nella voce spossata di Inuyasha. Anche lui percepiva quell’aura terribile...Cercò di nuovo di sollevarsi a sedere, ma un fiotto copioso di sangue caldo andò ad arrossare ulteriormente il suo kariginu.
-Sì...Credo che voglia fronteggiare Shessomaru...ma...è cambiata...-
La yasha entrò nel campo visivo assai ristretto dell’hanyou che, in un soffio, esalò:
-Full youkai!!-
La visuale sfocata di Inuyasha aveva sovrapposto all’immagine attuale quella di cinquanta anni prima, in cui Sayouki, terribile visu, afferrava Hirofumi e in pochi secondi ne inceneriva la volontà. Lo sguardo feroce e spietato, il tatuaggio sotto l’occhio destro, zanne e artigli cresciuti a dismisura...Per la seconda volta in vita sua Inuyasha vide la Dama dei sogni al massimo delle sue potenzialità.
E ne ebbe paura.
-Dobbiamo fare qualcosa!- esclamò l’hanyou, agitandosi allarmato -In quelle condizioni lei...lei è fuori controllo!-
Kagome si guardò attorno in cerca di scampo. Anche lei aveva percepito la pericolosità della nuova arrivata e l’unica cosa a cui poteva pensare era di portare in salvo Inuyasha. Solo allora notò che, nel punto in cui era apparsa Sayouki, la barriera era ora ben visibile e si agitava come un mare di aria liquida in tempesta che pian piano andava acquietandosi.
-Guarda Inuyasha! Quello è il punto in cui è apparsa Sayouki!-
-Se è così...- l’hanyou si interruppe, stringendo i denti per il dolore che lo trafiggeva ad ogni movimento. Kagome lo fece riadagiare e terminò per lui:
-...Là ci dovrebbero essere anche Sango, Miroku e Kirara!- o almeno lo sperava.
-Devi colpire la barriera con una delle tue frecce e distruggere l’illusione di Naraku! E’ l’unico modo e solo tu puoi farcela!- la incoraggiò Inuyasha. ‘E se ci riunissimo agli altri forse avremmo una possibilità nel caso dovessimo affrontare Sayouki...’ fu il pensiero inespresso che seguì.
Kagome tentennò, incerta di poter fare quanto richiesto, ma guardando Inuyasha steso a terra in una pozza di sangue, dovette farsi forza.
Devo farcela! Inuyasha ha rischiato la sua vita per me in più di una occasione! E se ora lui ripone la sua fiducia in me...io non posso deluderlo!!’
Senza lasciare all’hanyou il tempo di ribattere, Kagome, prese coraggio, tese l’arco e si concentrò, cercando di non far caso allo scontro furioso che stava cominciando alle sue spalle.
-So che ce la puoi fare, Kagome!- la sostenne flebilmente Inuyasha, tenendo sott’occhio lo svolgersi del combattimento in cui Sayouki e Sesshomaru si stavano scontrando senza esclusione di colpi. Sayouki era riuscita a recuperare la Falce sfuggita di mano a Sesshomaru e ora lui aveva come unica arma la sua spada, Tokijin, ma il combattimento era alla pari, tanta era la potenza fornitagli dal grosso frammento della Sfera.
Kagome mirò ad un albero che si trovava proprio nel punto in cui la barriera ancora tremolava e scagliò il dardo che, sfavillante di energia spirituale, centrò il tronco...ma non provocò altro che un’ulteriore increspatura dell’aria attorno. Però...
Come piccole onde le increspature provocate dalla freccia di Kagome si espandevano sempre più e qualcosa cominciava a mutare nella tessitura della kekkai.
-Guarda, Inuyasha!-
Oltre il velo d’illusione ora erano visibili le sagome confuse di due persone.
-Sono Sango e Miroku...- constatò l’hanyou.

****

-Miroku! Hai visto?!- Nel boschetto verdeggiante la cacciatrice di youkai si rivolse speranzosa al bonzo accanto a lei, anch’egli impotente spettatore di quanto accadeva oltre il velo illusorio. L’albero proprio dietro di loro portava il segno profondo di una freccia conficcata nel tronco, lunghe schegge di corteccia erano esplose all’invisibile impatto e giacevano ora sparse a terra.
-Sì, Sango!! Kagome sta cercando di infrangere la barriera! E ci sta quasi riuscendo!-
Entrambi videro chiaramente Kagome esclamare qualcosa e rivolgersi ad Inuyasha, indicando proprio loro col dito.
-Ci ha visti, Miroku!- Sbracciandosi, Sango cercò di incoraggiare l’amica a ritentare. -Devi farcela, Kagome!! Devi farcela!-
Lo sguardo del bonzo corse a Sayouki e Sesshomaru, impegnati nello scontro e poi ad Inuyasha, steso a terra in lago di sangue.
-Non può fallire...o sarà la fine!- disse rabbrividendo.

****

-Ritenta Kagome...- la voce di Inuyasha era quasi inudibile alle sue stesse finissime orecchie -Ritenta, ce l’hai quasi fatta!- Non le disse che doveva assolutamente farcela, perchè, in caso contrario, molto probabilmente si sarebbe trovata da sola ad affrontare Sayouki. Non voleva dar voce a quel terribile presentimento che gli diceva che la yasha non si sarebbe più fermata davanti a niente, perchè quella, lo sapeva, non era più Sayouki. E lui non avrebbe avuto la forza di sollevare nemmeno un dito in difesa di Kagome.
Kagome annuì e, decisa, incoccò un altro dardo.
Questa volta la freccia sfolgorò accecante come un lampo e quando colpì il bersaglio, riuscì nel suo intento.

****

Un grido di Sango accompagnò la comparsa della freccia di Kagome al di là del velo, conficcata nell’albero già prima scalfito. Kagome era riuscita ad attraversare la barriera, che ora si stava lacerando! L’illusione cominciò a dissolversi, rivelando il paesaggio per quello che era e Miroku e Sango si ritrovarono improvvisamente in quella terrazza rocciosa e morta, assieme a Kirara, a pochi passi dai loro compagni.
-Kagome-chan!- gridò la taijiya correndo subito dalla ragazza -Ce l’hai fatta!-
Kagome si abbandonò all’abbraccio dell’amica, provata dalla tensione e dall’uso dei propri poteri spirituali.
-Oh! Sango!- singhiozzò.
Intanto Miroku era corso a soccorrere Inuyasha.
-Inuyasha! Come ti senti?-
-Miroku...- rispose in un gemito l’hanyou -...E’ troppo forte...Non sono stato in grado di fare nulla...-
Il bonzo guardò gravemente l’amico e poi spostò l’attenzione sulla battaglia, che si era allontanata dal punto in cui si trovavano.
-Adesso Sesshomaru sta affrontando Sayouki e pare che lei riesca a tenergli testa...-
-Signorino Inuyasha!- Myoga spuntò dal nulla come solito, sorprendendoli tutti. La situazione era alquanto pericolosa e non era da lui farsi vivo proprio in quei frangenti. -Ora capite perchè non ero d’accordo ad accoglierla nel gruppo?! Se quella è davvero la Dama dei sogni, allora è anche l’erede di Hirimi la Sanguinaria!-
-Ehi, vecchio, si può sapere da dove sbuchi fuori?- gracchiò irritato l’hanyou, con enorme sforzo. Non era una novità per lui, che la nonna di Sayouki fosse la sanguinaria Hirimi. L’amica gliene aveva parlato anche recentemente. Il problema non era quello.
-Signorino Inuyasha! Ma voi siete gravemente ferito!- sbottò la pulce, costernata, saltandogli sul ginocchio.
Il giovane avrebbe voluto scacciarlo malamente, ma il gesto rimase solo a livello di intenzione, perchè non era in grado di muovere un muscolo. Potè solo ribattere acidamente che se non fosse stato per Sayouki ora sarebbe morto.
-Se avessi dovuto aspettare il tuo intervento, invece...- lo rimbrottò.
Myoga aveva già la risposta pronta:
-Ma io ero impegnato a cercare notizie...Ero preoccupato per l’arrivo di quella Sayouki...Ero preoccupato per voi! Sapevo che non mi avreste mai dato ascolto e che non avreste mai allontanato dal gruppo la Dama dei sogni se non vi avessi portato delle prove.-
-Prove di che genere?- chiese turbato Miroku, all’unisono con Kagome:
-Prove su cosa?-
Il vecchio demone pulce parve improvvisamente quasi imbarazzato.
-All’inizio non ho insistito tanto perchè non ne ero del tutto certo, ma ora non ci sono più dubbi. Avevo sentito diverse storie su di lei...sulla spietata Dama dei sogni...e...e...sul signorino Sesshomaru...
A quelle parole Inuyasha sussultò e Kagome ricordò improvvisamente qualcosa di cui le aveva accennato Sayouki...

****

La yasha e lo youkai si stavano affrontando senza esclusione di colpi, entrambi totalmente privi di controllo e completamente presi dal furore dello scontro, guidati dall’unico sentimento cosciente che ancora li animava: la sete di sangue.
Le lame cozzarono di nuovo stridendo orribilmente e una nuova esplosione eruppe nell’aria, sollevando schegge di pietra e una nuvola di polvere grigia. Il nero manto di Sesshomaru era ormai lacero e sul suo abito chiaro risaltavano alcune chiazze rosse, dove Sayouki era riuscita a raggiungerlo con la lama della Falce o con i propri artigli. Ugualmente, anche la yasha era ferita in più punti, ma entrambi, insensibili al dolore, continuavano a scagliarsi senza sosta l’uno contro l’altra, senza proferir parola, lasciando il dibattito alle armi.
In un ultimo, poderoso affondo, Sesshomaru riuscì ad incrociare la propria lama con quella della Falce; bloccandola e concentrando su di essa tutto il suo potere, riuscì a spezzarne, infine, la lama scarlatta. Furente, Sayouki gettò di lato l’arma ormai inutilizzabile, ignorando il frammento che ne era fuoriuscito e si preparò a combattere a mani nude.

****

-Perdonatemi se non ve l’ho detto prima...ma voi signorino eravate così convinto della sua lealtà che temevo di sbagliarmi...- Myoga guardò serio l’hanyou che, aiutato da Miroku, era ora riuscito a mettersi a sedere. Sango aveva recuperato per lui Tessaiga, che era di nuovo assicurata al suo fianco.
-Dicci tutto quello che sai, vecchio.- ordinò tetro Inuyasha. Ora avrebbe finalmente saputo cosa fosse accaduto tra Sayouki e Sesshomaru tanti anni prima.
Il piccolo youkai annuì gravemente incrociando tutte e sei le braccia e cominciò a narrare la sua storia.
-Prima che voi nasceste, oltre 600 anni fa, imperversava nella nostra regione una terribile yasha che seminava il terrore sia tra gli umani che tra gli youkai minori. Nominalmente ella ricopriva il ruolo di Dama dei sogni, ma avrebbe piuttosto dovuto chiamarsi Dama degli incubi...Fu vostro padre ad affrontarla e ad esiliarla dalle sue terre...-
-La esiliò? Perchè non la uccise?- chiese interessato Miroku. Prima di conoscere la madre di Inuyasha, Inu-Taisho non era certo un tipo compassionevole e il giovane non capiva come avesse potuto lasciare in vita una simile nemica...
-Non so bene cosa accadde...io non ero presente allo scontro...-
-Strano...- riuscì a commentare disgustato Inuyasha.
Dopo aver scoccato all’hanyou un’occhiata torva, il vecchio riprese:
-Comunque quella yasha, Hirimi era il suo nome, non si fece viva per diverso tempo finchè un giorno...Voi eravate appena nato, quando tornò. Gli abitanti dei villaggi attaccati vennero a chiedere aiuto a vostro padre. Inu-Taisho si mise così in cerca dell’antica nemica e ne seguì agevolmente le tracce, passando da un villaggio distrutto all’altro, senza tuttavia riuscire mai a scovarla. Quando giunse la notizia quella notte, vostro padre accorse immediatamente sperando di sorprendere la sfuggente Hirimi e affrontarla una volta per tutte: il villaggio era ancora in fiamme quando lui arrivò, ma, scoprì sorpreso, non v’era più traccia di lei, nonostante qualcosa della sua aura e del suo odore aleggiasse ancora nei paraggi.
Davanti a lui, dove si era aspettato di trovare Hirimi la Sanguinaria, stava invece una giovanissima yasha dallo sguardo triste e dagli occhi color del ghiaccio.
“Mia madre non farà più del male a nessuno.” Gli disse semplicemente...E infatti nessuno ne sentì più parlare.
Vostro padre volle invitare a fermarsi a palazzo quella giovane, che disse di chiamarsi Rie, ma ella, dopo un brevissimo soggiorno, si dileguò senza lasciare traccia e non sapemmo più nulla neppure di lei. Devo confessare che ci sentimmo tutti molto sollevati, nonostante Rie fosse una fanciulla così bella e gentile...Certo è che Hirimi non fu semplicemente scacciata dalla figlia...-
Tutti trattennero per un attimo il fiato, inorriditi.
-Stai dicendo veramente che questa Rie avrebbe ucciso la propria madre??- sbottò Kagome.
-Ehm...Non che non gliene fossimo stati grati...Hirimi era davvero malvagia...Ma come potevamo fidarci di lei, sapendo quello che era stata capace di fare? E se poi fosse diventata come la madre? In fondo...il sangue non mente...-
Inuyasha non potè fare a meno di sentire una fitta dolorosa quando il suo sguardo si posò sulla yasha che combatteva contro Sesshomaru.
-Rie...Era la madre di Sayouki.- confermò a denti stretti.
-E, dunque, Hirimi sua nonna.- concluse Myoga, facendo poi una lunga pausa per lasciare che gli altri assimilassero tutte le implicazioni. Poi riprese:
-Cinquant’anni fa, seppi che la Dama dei sogni era tornata nella nostra regione...e che viaggiava al fianco di Sesshomaru...- Inuyasha strinse i pugni aspettando il peggio, che non tardò a venire: -...E udii anche voci che dicevano che...era divenuta...la sua compagna...-
-Co-Compagna?- Kagome arrossì e la voce le uscì stridula.
“C’era un tempo in cui credevo di essermi innamorata di Inuyasha, ma poi tutto cambiò, quando incontrai LUI...e mi resi conto di cosa significassero amore e passione...” brandelli di conversazione le ritornarano chiaramanete in mente e riemersero dalla sua memoria anche le parole che, nascosta nel bosco, aveva udito scambiarsi Sayouki e Inuyasha: “Sei mai tornata da lui?” “No. Mai...”
Lo sguardo torvo ma non sorpreso dell’hanyou confermò i suoi dubbi: Inuyasha lo sapeva! Era Sesshomaru l’uomo di cui si era innamorata Sayouki tanti anni prima...Ma poteva essere tanto terribile questo fatto? E ora...cosa sarebbe successo?
Tutti gli sguardi tornarono a rivolgersi ai due combattenti impegnati in un corpo a corpo feroce.
Inuyasha non sapeva più cosa pensare: quello che da sempre aveva sospettato era dunque vero. Cinquan’anni prima, Sayouki l’aveva abbandonato e si era alleata con il suo odiato fratello...spontaneamente, per così dire...L’aveva abbandonato, sì, ma poi era tornata...per poi saparire di nuovo dopo lo scontro con Hirofumi. E, rediviva, cinquanta anni dopo, si era unita alla loro piccola compagnia come se nulla fosse mai accaduto e lui, da vero ingenuo, aveva pensato che fosse di nuovo tutto a posto, come ai bei vecchi tempi...finchè...
-AAHH!-
Il grido acuto di Sayouki attirò di nuovo la sua attenzione sul presente.

La yasha era stata ferita da un colpo ben assestato al fianco, e sanguinava copiosamente. Anche lo youkai non era messo meglio e il sangue gli colava in rivoli lungo il braccio e gocciolava a terra creando piccole pozze quando si fermava a riprendere fiato.
Per la prima volta Sesshomaru storse la bocca in una parodia di sorriso e parlò mentre avanzava barcollando, stremato:
-Proprio come ai vecchi tempi, Sayouki! Avevi anche tu nostalgia del passato, vero?-
A quelle parole, qualcosa scattò nella mente della giovane, che, da un angolo oscuro della sua anima, osservava impietrita lo svolgersi degli eventi. Quelle parole...la voce era quella di Sesshomaru, ma le parole...venivano direttamente da Naraku! Una rabbia cieca esplose nella sua testa e la sua coscienza si divincolò, scalciando furente, per liberarsi della prigionia.
In tutti quegli anni aveva cercato di fuggire dai ricordi, di dimenticare i propri sentimenti...ma solo la lontananza e l’autocontrollo le avevano permesso di non pensare più a Sesshomaru. Ora, in quella condizione in cui ogni controllo era perduto e ogni emozione scuoteva la sua anima con la violenza di un ciclone, ritrovarsi così improvvisamente conscia della vicinanza dello youkai, la fece almeno parzialmente rinsavire.
Finalmente vide ciò che aveva davanti. Quello non era più Sesshomaru.
Come lei stessa fino a un attimo prima, anche lui era rinchiuso da qualche parte dentro quel corpo, incapace di agire secondo la propria volontà, vittima delle trame di Naraku.
Sayouki conosceva abbastanza lo youkai per sapere che avrebbe preferito morire piuttosto che essere la pedina delle trame di quel maledetto che lo aveva reso schiavo sicuramente con l’inganno.
La giovane lasciò che tutto il suo dolore, la sua rabbia e la sua frustrazione prendessero consistenza in un grido, il grido devastante di una banshee, che penetra nell’anima e priva della vita. Come un canto doloroso quel grido acuto si levò dalla sua gola e si librò sul campo di battaglia, prendendo sempre più forza e crescendo sempre più di tono.

Sango gridò di dolore e a lei fecero eco Miroku e Kagome, che cercarono di tapparsi le orecchie, mentre gli altri, Inuyasha, Kirara e Myoga, si sontorcevano a terra ancor più dolorosamente colpiti per il loro fine udito.
-Presto, Kagome!- gridò Miroku -Prima che sia troppo tardi! Il Bastone!-
Ricordando la barriera che era riuscita a creare contro Sesshomaru, la ragazza, in un tentativo disperato, afferrò con entrambe le mani il Bastone e pregò con tutta se stessa che lo scudo protettivo si rimaterializzasse. Fortunatamente dalla sommità del Bastone sacro si irradiò una luce bianca soffusa che si fece via via più intensa e che li avvolse completamente, isolando i suoni provenienti dall’esterno. Improvvisamente i sei furono liberi da quella tortura e poterono osservare lo svolgersi della scena, rimanendo incolumi.

Sesshomaru si accasciò su se stesso, cercando invano di coprirsi entrambe le orecchie con l’unica mano. Non poteva sopportare oltre quel suono che gli penetrava nel cervello e gli faceva sanguinare i timpani. Sentiva la testa ronzargli, il dolore aveva ormai superato ogni limite sopportabile e l’unico pensiero coerente che lo youkai potesse formulare era una preghiera che quel suono smettesse.
Improvvisamente l’avversaria lo assalì e Sesshomaru si ritrovò con le spalle al muro, schiacciato contro la parete di roccia. Le mani artigliate della yasha si chiusero attorno al suo collo, stringendo, graffiando...ma lui non potè muovere un dito per impedirlo, privato di ogni forza da quel grido terribile che continuava ad uscire dalla gola dell’avversaria.
Poi tutto ad un tratto qualcosa di spezzò e quel tormento cessò.
Nelle mani della yasha erano rimaste le due metà dell’anello di Catena che fino a quel momento era chiuso attorno al collo di Sesshomaru, e il giovane fu nuovamente padrone di se stesso, del suo corpo, della sua mente e dei suoi occhi, che finalmente videro e riconobbero Sayouki.
Cosa ci faceva lì? E perchè stava combattendo contro di lei? Si sentiva così debole...
L’ultima cosa che ricordava, era di aver parlato con Naraku che, come promesso, gli aveva portato la Falce, quell’arma fantastica che ora vedeva giacere a terra spezzata e aveva insistito per fornirgli anche quello strano collare, in cui era incastonato quel grosso Shikon no kakera...Non ricordava di aver mai accettato...

-Non ho bisogno del tuo aiuto per liberarmi di quel mio insulso fratello- aveva detto Sesshomaru a Naraku quando si era ripresentato a lui con una nuova proposta di collaborazione. Lo youkai aveva riso sotto la sua pelle di babbuino, mentre Jaken sbraitava circa il modo adeguato di rivolgersi al suo padrone. Sesshomaru aveva messo a tacere il servo in malomodo, come sempre, mentre Naraku, insistendo a spiegargli almeno le proprie intenzioni, aveva catturato il suo interesse. Un’Arma sacra? Una Falce in grado di dannare l’anima del condannato a morte? Sarebbe stata la migliore vendetta nei confronti di Inuyasha...Ucciderlo e fare in modo che la sua indegna anima vagasse per sempre nella dannazione! Aveva dunque infine accettato l’accordo, ma quando in seguito Naraku gli si era ripresentato dinanzi, Sesshomaru ricordava di essersi rifiutato di sfruttare nuovamente il potere della Shikon no Tama.
-Non credo che rifiuterai la mia offerta, quando avrai visto questo...- aveva subdolamente commentato, porgendogli una mano.
Il frammento che Naraku gli aveva mostrato era così grosso da suscitare un moto di stupore persino nel glaciale Sesshomaru.
-E questa volta non dovrai nemmeno inserirlo nel tuo corpo - aveva continuato -Perchè ho trovato un modo per sfruttare ugualmente il suo potere. Il metallo di questo collare, - e così dicendo aveva mostrato un anello di lucido metallo sanguigno -è in grado di trasmettere a pieno il potere della Shikon, senza che il frammento sia direttamente a contatto con il corpo...Guarda...-
Sesshomaru aveva osservato lo youkai porre il frammento a contatto con quello strano collare e non aveva battuto ciglio quando i due oggetti si erano spontaneamente fusi a formare il singolare gioiello.
-Vedo che sei ancora titubante, ma facciamo una prova. Se non sarai soddisfatto faremo a modo tuo...-
L’ultima cosa che Sesshomaru ricordava era che aveva afferrato, sprezzante, il collare e lo aveva avvicinato al volto per studiarlo meglio, tenendo d’occhio l’infido youkai e...e poi le sue mani, di propria iniziativa, lo avevano avvicinato al collo...esso si era aperto...e poi richiuso sulla sua gola.

Poi il vuoto assoluto, fino a quel momento.
Vide Inuyasha che si reggeva a stento a sedere, coperto di sangue, e la ragazza umana, Kagome, anch’essa ferita e insanguinata e gli parve di ricordare qualcosa del combattimento che li aveva ridotti così...i suoi ricordi di quegli ultimi giorni erano confusi e nebulosi, come se lui fosse semplicemente stato disinteressato spettatore della propria vita e delle proprie azioni.

****

-OH!- gridò allarmata Kagome -sento avvicinarsi la Scure...con il frammento della Sfera! No! Aspettate! I frammenti sono due! Sono velocissimi!-

Gli eventi si svolsero così in fretta che nessuno dei presenti si rese conto di quanto stava accadendo, e tantomeno fu in grado di intervenire.
Con un sibilo di morte, l’enorme Scure sacra passò roteando in volo a pochi metri dal gruppetto, lanciata dalla invisibile mano di Naraku e diretta inconfutabilmente verso i due youkai ai piedi della parete rocciosa.

****

Sesshomaru, ora pienamente cosciente, incontrò gli occhi gelidi di Sayouki, ancora dinanzi a lui, con le braccia tese in avanti e con in mano le due metà del collare. Ricordi e sentimenti che non avrebbe mai creduto di poter riesumare, tornarono, prepotentemente vivi, in tutta la loro violenza. D’un tratto lo youkai percepì, nonostante i timpani martoriati, un sibilo inquietante, ma non fece in tempo a rendersi conto di cosa fosse, perchè esso terminò immediatamente in un tonfo sordo.
Gli occhi di Sayouki si spalancarono per la sorpresa e la piccola bocca snudò le zanne insanguinate in un rantolo strozzato, mentre la yasha veniva violentemente sbalzata in avanti.
Per riflesso Sesshomaru fece un passo e prontamente l’afferrò, stringendola a sè con l’unico braccio: solo in un secondo momento, sbilanciato dal peso, si rese conto che una enorme scure dalla lama scarlatta era conficcata profondamente nella sua schiena. Un gorgoglio incoerente uscì dalle labbra sottili della giovane e, riportando l’attenzione sul suo viso esangue, Sesshomaru vide che Sayouki aveva ripreso le sue normali sembianze di hanyou. Inaspettatamente, quelle labbra insanguinate si piegarono in un debole sorriso e dagli occhi chiusi sgorgarono calde lacrime che andarono a mischiarsi con il rivolo scarlatto che le scendeva da un angolo della bocca.
-Ouh!- fu solo un sospiro stupito quello che gli uscì come un soffio dalle labbra, ma tanto bastò perchè Sayouki aprisse gli occhi e leggesse nel suo sguardo quello che aveva sempre desiderato.
Nemmeno lui l’aveva mai dimenticata. Nonostante tutto.
Con estrema delicatezza, Sesshomaru si inginocchiò a terra e, sempre sostenendola con il suo corpo, divelse la lama dalla sua schiena: dallo squarcio schizzò un rosso fiotto di sangue.
Sayouki non emise il minimo suono...ormai era oltre la soglia del dolore e tutto quello che contava per lei era il corpo di Sesshomaru stretto contro il suo. Quando lui pronunciò il suo nome, poi, Sayouki decise che avrebbe anche potuto morire.
-Sayouki...- se non fosse stato impossibile, si sarebbe detto che la voce dello youkai era incrinata dall’apprensione.
La hanyou sorrise di nuovo, ma presto quel sorriso si trasformò in una smorfia di dolore e di rabbia quando, ormai priva di forze, si accorse che i due pezzi del collare che teneva ancora in mano avevano preso vita e si stavano divincolando nella sua stretta. Spossata e rassegnata, Sayouki non potè far altro che lasciarli andare. Capì allora in pieno il piano di Naraku, ma era troppo tardi...e si augurò di morire lì, nell’abbraccio di Sesshomaru. I due frammenti di metallo si mossero come dotati di vita propria e le si chiusero ai polsi, mentre la mente le si offuscava di nuovo e la volontà cominciava ad abbandonarla.
Sesshomaru sospirò e, senza più forze, si abbandonò con la schiena contro la parete, tenendola stretta a sè mentre un ronzio insistente si insinuava nella sua testa.
Ma quel ronzio non era dovuto alla stanchezza: erano i saimyosho, gli insetti velenosi di Naraku, venuti per conto del loro padrone ad appropriarsi del bottino. L’intero sciame sorvolò ronzando il campo di battaglia, oscurando il cielo già di per sè plumbeo e infine si diresse senza indugio verso Sayouki e Sesshomaru.
Neutralizzando i flebili tentativi di difesa dello youkai, gli insetti strapparono la giovane donna dal suo abbraccio, sollevandosi poi di nuovo in volo, sempre più in alto.
Ripresisi dallo shock, Kagome e gli altri tentarono di combatterli, di fermarli, ma fu tutto inutile.
Poi, improvvisamente, la voce di Kagome risuonò come uno squillo di tromba gridando un avvertimento:
-IL SECONDO KAKERA! E’ QUI!-
Ed esattamente nello stesso istante una esile figura argentata piombò come un fulmine nella radura:
-KOORIHIJIN!!! (lame di ghiaccio)-
Un’ondata di affilate schegge azzurrine volò a raggiungere la coda dello sciame ormai alto in cielo. Decine e decine di api caddero a terra congelate, frantumandosi in mille pezzi nell’urto, ma il grosso riuscì a scamparla, portando via Sayouki, la Scure e i frammenti della Sfera.
Un grido acuto e disperato fece gelare il sangue a tutti i presenti: non era il grido lacerante di una banshee, ma l’effetto fu altrettanto stordente.
-NOO!! MAADREEEEEEEEEEEEE!!!-
Ma l’eco si spense in fretta e nessuna risposta giunse a quella invocazione.




Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
hanyou: mezzodemone.
youkai: demone.
yasha: demone femmina (ma ci sono pareri contrastanti, quindi non fidatevi troppo...)
saimyosho: insetti velenosi al servizio di Naraku
kekkai: barriera
kariginu: abito da caccia, l’abito rosso di Inuyasha.
Shikon no kakera: frammento della Sfera dei Quattro Spiriti.
Shikon no Tama: Sfera dei Quattro Spiriti.
youkaitaijiya: sterminatrice di youkai.
taijiya: sterminatrice, cacciatrice.


********************
Miei cari lettori, scusate il ritardo con cui ho postato questo capitolo, ma i tempi si fanno piuttosto duri...Spero di rifarmi con il prossimo e di avervi incuriosito un tantino data la fine di questo capitolo! Commentate pure ^_-.
Alla prossima, Youki
  
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