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Autore: Rota    28/07/2010    2 recensioni
Dopo la scuola, dopo ore e ore di lezioni chini sui banchi di scuola a fingere attenzione o palesarla in maniera sincera, normalmente ogni ragazzo e ogni ragazza si lasciava andare a semplici e piccoli atti che rilassassero finalmente le membra e liberassero totalmente le loro persone dell’oppressione esercitata da insegnanti e materie da studiare.
Chi rideva, chi iniziava a correre senza un motivo, chi sorrideva incessantemente, chi altro e altro ancora. Dopotutto, a sedici anni è normale essere un poco stupidi.

**Partecipa al Fanon Fest di Fan Wolrd**
[Dedicata a XShade, per il suo compleanno *passato ù.ù''* (L)(L)]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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dopo la scuola Fandom: Harry Potter
Pair: SiriusRemus
Prompt: Dopo la scuola
Note: Mi sto impegnando a scrivere su questa coppia, lo giuro. Qui siamo ancora ai tempi della scuola, quando erano baldi e giovani. E’ banale, terribilmente banale. E’ poco slash, per usare un termine di paragone coi manga sarebbe “shonen ai” e non “yaoi”. Ma, cribbio, io ci ho tentato ò_ò Siate pietose, ecco >_>’’
Ah, gradirei e molto consigli sull’IC effettivo o meno dei personaggi. Io per scrupolo ho messo l’avviso OOC, perché è la prima volta che mi destreggio con sti due pirla >_>’’ Se riuscite, mi fate un GRANDISSIMO favore <3<3









**Dopo la scuola**
Viene il pomeriggio, viene la sera e viene la notte







Dopo la scuola, dopo ore e ore di lezioni chini sui banchi di scuola a fingere attenzione o palesarla in maniera sincera, normalmente ogni ragazzo e ogni ragazza si lasciava andare a semplici e piccoli atti che rilassassero finalmente le membra e liberassero totalmente le loro persone dell’oppressione esercitata da insegnanti e materie da studiare.
Chi rideva, chi iniziava a correre senza un motivo, chi sorrideva incessantemente, chi altro e altro ancora. Dopotutto, a sedici anni è normale essere un poco stupidi.
Certamente, era quasi singolare vedere qualcuno che, dopo aver svolto il proprio dovere da bravo studente diligente e ligio, si appartava in un angolo del giardino, apriva un libro e, con l’intento specifico di isolarsi dal mondo, cominciava a leggere e ripassare la lezione. E diveniva ancora più singolare quando, questo individuo, continuava nella sua attività nonostante le rumorose, vitali e chiassose personalità che gli stavano tutt’attorno.
Singolare, per non dire bizzarro – per non dire peggio.
-Lunastorta, metti via quel libro! Se non te ne fossi accorto, le lezioni sono finite!-
James aveva sempre un modo assai particolare di dire le cose: le mescolava al riso, all’ironia spicciola di chi sa di avere tanto seguito. Non che gli desse realmente fastidio che Remus passasse il suo tempo come voleva – magari sì, almeno un poco – ma sentiva come obbligo morale puntualizzare sempre il suo punto di vista.
Così, Remus sospirava alzando appena gli occhi dal testo aperto tra le sue braccia, borbottando qualcosa a bassa voce.
-Finisco il capitolo e chiudo…-
Non era vero, non era affatto vero, ma almeno James poteva alzare le spalle e riprendere quel che stava facendo lasciando che Lupin facesse altrettanto a sua volta.
Senonché qualcuno non si metteva in mezzo, con molta meno grazia e finezza del signor Potter, che già di tali virtù ne elargiva in abbondanza.
-Ma non ti stufi a essere sempre così?-
Remus alzava completamente gli occhi, a quel punto, fissando uno sguardo perplesso sulla figura di Sirius.
-Così come, scusami?-
L’altro agitava le braccia, gesticolando ampiamente.
-Così… così! Sempre sui libri, sempre a chinare la testa davanti ai professori, sempre a studiare… Non è assurdamente noioso?-
Si guardarono, a lungo. L’uno con una verità intelligibile dipinta in volto, l’altro con la sola voglia di essere lasciato in pace e continuare il suo lavoro.
Senza dire più nulla e con un rapido gesto, Black prese il libro a Remus, squadrandolo decisamente male. Sorrise quando lesse quanto ci stava scritto sopra, con chiaro intento canzonatorio.
-Luoghi e metodi per scovare un Doxy… Ma seriamente ti interessi di queste cose?-
Remus sospirò rassegnato, cercando di riacchiappare il proprio libro – inutilmente, dal momento che Sirius non glielo lasciava prendere: si divertiva a guardarlo mentre allungava le mani verso di lui, rincorrendo ogni suo gesto nel disperato tentativo di riprendere ciò che era suo, quasi si compiacesse di vedere nella sua espressione qualcosa che non fosse malinconia o mera noia.
-Studiare può anche non essere sempre piacevole. Ma rimane un dovere, per gli studenti. Per cui io studio tutto ciò che devo studiare…-
Sirius e James risero apertamente, chi più forte chi un po’ meno, guardando con un filo di commiserazione il giovane compagno.
-Sempre bravo e ligio, Lunastorta…-
Remus non disse nulla, ma i suoi movimenti furono fin troppo rigidi quando – finalmente – riuscì a prendere il libro tra le mani di Sirius e quando ricominciò a leggere con lo sguardo basso.
Ma, nonostante tenesse gli occhi caparbiamente sulle parole del libro, lasciandoli scivolare sulle frasi ivi scritte e si concentrasse sul loro significato ultimo, non poté ignorare  lo sguardo che si era fissato sulla sua persona – e pareva ben intenzionato a non guardare altro.


Dopo la scuola, la giornata scorreva velocemente, specialmente quando il sole calava a picco oltre l’orizzonte, adombrando ogni cosa con un manto scuro e languido.
Hogwarts era sempre illuminata da mille e più luci, tante candele e tante lampade ad olio che svolazzavano contro le pareti e lungo i corridoi, lanterne quasi allegre nelle pressanti notti inglesi. Ma di rumore, certo, non c’era bisogno di aggiungerlo proprio.
-Ramoso, passami il sale! Questo polpettone non sa di nulla!-
La vivacità – così la si doveva definire se non si voleva attribuire malizia a dei poveri studenti ignari – era una caratteristica peculiare di ogni Casa nel momento del pasti. In particolar modo al tavolo dei Griffondoro, in particolar modo attorno alla congrega di Potter e Black.
Ci si divertiva non tanto a vedere volare il cibo da una parte all’altra del tavolo – cosa quasi normale, a dire la verità – quanto a veder fare capriole a pezzi di formaggio grossi quanto un pugno o chicchi scuri di uva che saettavano da una parte all’altra come proiettili. Tutto ciò pareva fonte di un’accesa allegria contagiosa.
Anche il salino dovette fare circa cinque capriole mortali prima di finire tra le dita di chi l’aveva elegantemente richiesto, tra l‘ilarità generale.
Remus borbottò, fissando il proprio sguardo sulla mano di Sirius che salava con generosità un innocuo pezzo di carne.
-Potreste anche tentare di stare un poco tranquilli, almeno a tavola…-
Un pezzo di pane gli volò a tre centimetri dal naso, facendogli rendere conto quanto stupida fosse la sua pretesa di essere ascoltato. Eppure, quando il suddetto pezzo di pane tornò a vorticargli vicino, lo prese a mezz’aria e lo portò sul tavolo lentamente, sospirando ancora una volta.
Riprese a mangiare, adocchiando la bacchetta di Sirius poco distante dal suo gomito che, con piccoli e mirati movimenti, stava formulando qualche altro scherzo ai danni del bicchiere di una povera studentessa qualche posto più in là. Prima che questi scoppiasse tra le mani della povera giovane, inondandola completamente di succo di zucca, riuscì immobilizzarla sulla superficie del tavolo con una leggera pressione della mano in modo tale che l’incantesimo si ruppe.
Black nascose allora la bacchetta sotto la propria divisa, guardandolo male.
-Sempre mettere i bastoni tra le ruote, tu! Non è possibile neanche divertirsi un po’?-
Lupin continuò quel che stava facendo, dimenticandosi casualmente di guardare l’altro. Un poco rigido nelle sue mosse, prese a tagliare col coltello quanto stava nel proprio piatto.
-Dimmi cosa c’è di divertente nel cercare a tutti costi di finire in punizione!-
Sirius sbuffò, decisamente contrariato, guardando altrove per non dover abbaiare qualcosa di veramente cattivo. Senonché una nuova consapevolezza – sfrontata – gli curvò le labbra sottili in un sorriso malizioso, e quindi i suoi occhi grigi tornarono a posarsi sulla figura di Lunastorta.
Aveva un che di particolarmente fastidioso, nel tono saccente e strafottente col quale si rivolse all’altro – tale da fargli irrigidire visibilmente lo sguardo.
-Ti stai forse preoccupando per me?-
Lupin si limitò ad un’alzata di spalle fatta con sufficienza – sicuramente non gliela avrebbe data vinta, assecondando ogni sua frecciatina.
-In realtà no. Sto solo facendo il mio lavoro di prefetto!-
Ancora, Sirius tentò di punzecchiarlo, sbraitando ad alta voce quasi dovesse farsi sentire da tutta la Sala. Sul serio, quel ragazzo e la discrezione non si erano mai incontrati…
-Lo chiami lavoro, ora? Mica sei la nostra balia!-
Remus finalmente era riuscito a tagliare quel pezzetto particolarmente ostico di carne, infilzandolo con i denti della sua forchetta. Prima di occupare la propria bocca con quel maledetto boccone, soffiò piano, col tono più gentile che gli era possibile.
-Non sfidarmi su certe quisquilie lessicali…-
Il solo motivo per cui Sirius non replicò fu che James, dall’alto della sua immane furbizia, aveva fatto davvero scoppiare il bicchiere in mano alla povera disgraziata di turno, scatenando un’ilarità generale e l’ira dei professori ivi presenti.


Dopo la scuola, la notte arrivava davvero presto, portando un sonno pesante e la voglia incredibile di raggiungere letto e lenzuola. Questo, almeno, ai più fortunati. A chi, quando chiudeva le palpebre alla ragione, non si preoccupava minimamente delle conseguenze; a chi non aveva timore e sapeva con certezza di potersi risvegliare nel proprio letto vicino ai propri compagni.
Remus si ritrovò a sospirare, seduto com’era alla propria scrivania, guardando il cielo terso che si palesava alla finestra davanti a lui. La Luna piena sarebbe arrivata non troppo tardi, portandosi dietro notti terribili e infami.
-Ehi! Non vieni a letto? Ancora a ripassare?-
Il ragazzo si voltò verso James, già sul primo gradino della rampa che portava a dormitori maschili. Nella Sala Comune, ormai, non c’era praticamente più nessuno.
Lupin riuscì a sorridere, sopprimendo a forza uno sbadiglio.
-Ho da finire ancora qualche cosa, poi vi raggiungo…-
Certo, in quel momento avrebbe anche finito di svolgere ogni tediosa faccenda legata alla scuola, se solo non avesse passato la serata nell’ufficio del Preside, a sorbirsi una ramanzina assieme ai suoi compagni sul fatto che era alquanto discutibile trovare divertimento nell’inzuppare da capo a piedi una compagna di corsi – l’aveva sempre pensato, lui, ma ribadire l’ovvio in certe situazioni non aveva prettamente senso.
James alzò le spalle, salendo infine le scale e lasciandolo solo.
Circa.
-Lunastorta, solo tu hai la voglia di stare sveglio fino a tardi per studiare!-
Remus tornò a guardare il cielo scuro, preso da un evidente sconforto.
-Mi sembra di averti già detto che lo ritengo un dovere e non un piacere… Come tale, è necessario che io lo porti a compimento…-
Non finì la frase, sobbalzando invece nel ritrovarsi in parte all’improvviso la figura del compagno.
-Sì, sì, certo. Tutte belle parole! A che serve studiare così tanto? Se non ci arrivi con un’ora di studio, è stupido pensare di arrivarci in tredici!-
Oltre che la grazia, la delicatezza e la discrezione, persino la logica pareva fuggire la mente del giovane Black; ormai Remus era certo di ciò.
Cercò di sorridere, mentre portava la mano alla nuca.
-Posso sempre tentarci…-
Tutto ciò che ottenne fu un’occhiata scettica – e Sirius che guardava male i vari volumi sparsi sul tavolo.
-Ti diverte così tanto perdere tempo?-
-E in che altro modo dovrei impiegare il mio tempo, scusa?-
Sirius tornò a sorridere, piegando le labbra alla malizia. Con un’occhiata veloce si guardò attorno, poi, constatando che non c’era nessuno nei paraggi, si avvicinò col viso all’altro.
-Te lo devo proprio dire io?-
Remus arrossì quasi di colpo, voltando il viso in ogni direzione possibile che non fosse proprio la sua e domandandosi per quale diamine di ragione Sirius dovesse sempre andare a parare su certi argomenti imbarazzanti.
Sentì la mano di Black posarsi sul suo braccio, in un contatto un po’ goffo – un po’ pretenzioso, a dire il vero. Spostò appena di lato il viso, giusto per ritrovarsi la bocca dell’altro contro la propria.
Le labbra di Sirius sapevano muoversi certamente con maggior esperienza delle sue – così come la sua lingua pareva non avere incertezze quando si muoveva alla ricerca della sua – e di sicuro tutto l’impeto con quale si accingeva a baciarlo ogni santa volta era un elemento che metteva abbastanza soggezione nella timida e discreta persona di Lupin. Senonché, anche in un bacio in bilico su una sedia traballante come quello, Remus trovava piacevole trovare il giusto equilibrio per permettere che il contatto continuasse il più a lungo possibile, lasciando in eventuali ricordi futuri solo sensazioni piacevoli ed alcuna traccia di imbarazzo.
Sirius sorrise, quando si allontanò di qualche soffio dall’altro.
-Dimmi… Così non occuperesti il tempo in maniera più piacevole?-
Anche Remus si ritrovò a sorridere, nonostante il rossore sulle guance e nonostante ricordasse bene la mole di lavoro che ancora doveva svolgere.
-Più piacevole di sicuro, però non è molto utile…-
Sirius sogghignò, sorridendo in maniera quasi ferina.
-Mi occuperò personalmente di farti sprecare più tempo prezioso possibile, allora!-
Remus alzò gli occhi al soffitto, sogghignando a sua volta.
-Come se già non lo facessi abbastanza…-
Lupin zittì subito l’altro, aggrappandosi alle sue spalle velocemente, prima che questi sfruttasse la possibilità di intavolare una discussione che non avrebbe avuto fine.
   
 
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