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Autore: kamomilla    26/09/2005    32 recensioni
Vacanze Weasley. Cosa c'è di più romantico di una passeggiata sulla spiaggia, se non un dolce regalo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’AMORE STA IN UNA CONCHIGLIA

L’AMORE STA IN UNA CONCHIGLIA

 

 

 

 

 

Ginevra Weasley si rigirò sull’asciugamano colorato, esponendo la schiena bianca, guarnita da qualche graziosa lentiggine qua e là, al sole cocente.

Hermione distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo posò sull’amica.

-Vuoi che ti metta la crema?- le domandò distrattamente. L’altra ragazza lanciò uno sguardo verso il mare azzurro dinanzi a loro.

-Dove sono gli altri?-

-I ragazzi sono andati a fare un giro, mentre i tuoi si sono ritirati in albergo. Hanno detto che andavano a riposarsi. Harry è sparito.-

L’attenzione di Ginny si risvegliò all’istante.

-Che vuol dire sparito? Non è con Ron e i gemelli?-

-No, ha detto che aveva bisogno di stare da solo. E lo capisco benissimo, i tuoi fratelli vanno in giro a trasfigurare i poveri granchietti che trovano sulla spiaggia. Li fanno diventare pesci rossi e quelli se ne stanno lì a boccheggiare impotenti. È incredibile, non hanno rispetto per niente! Comunque, te la metto o no questa crema?-

La rossa scattò a sedere.

-No, grazie, credo che andrò a fare un giro, a vedere se trovo una qualche conchiglia.-

Hermione si abbassò gli occhiali scuri sulla punta del naso per poter guardare Ginny negli occhi.

-Senza crema non vai da nessuna parte, Gin. Sei bianca come il latte, se non usi la protezione va a finire che ti scotti e devi passare tutto il tempo in camera, rossa come un gambero. Vuoi davvero rovinarti la vacanza?-

-No, ma…

-Allora fatti spalmare per bene, vieni qui.-

La ragazza si sistemò sbuffando davanti alla mora e raccolse i capelli in una coda alta.

-Fai in fretta, Herm.- mormorò scrutando l’orizzonte. L’amica recuperò un barattolo bianco dalla borsa da spiaggia rossa formato Mary Poppins della signora Weasley.

-Stai tranquilla, Gin, che il tuo bello non scappa.-

-Il mio… ma che dici?-

-Harry non sarà lontano. Odia camminare quando è nervoso.-

-Come fai a sapere che è nervoso?- domandò Ginny raccogliendo le gambe tra le braccia ed appoggiando il mento sulle ginocchia.

-Oh, tesoro, quando Harry dice che vuole stare da solo è sempre nervoso. Lo conosci ormai, no? In questo momento sarà abbarbicato su qualche scoglio a guardare il mare e a darsi la colpa per tutto quello che succede. Ultimamente si sta chiudendo sempre più in se stesso. Mi dispiace che stia reagendo in questo modo.-

L’altra ragazza sospirò.

-Dispiace anche a me. Ma non possiamo farci niente, purtroppo.-

Hermione finì di spalmare la crema e le diede un buffetto sulla spalla.

-Io non posso fare niente, Ron non può fare niente. Tu puoi fare qualcosa, Gin. Tu puoi dargli quello di cui ha bisogno. L’amicizia la rifiuta, ma forse l’amore…

Ginny fece per negare, ma si bloccò. Era inutile fare finta di non essere ancora follemente, disperatamente ed irrimediabilmente innamorata di Harry Potter.

-Lui non vuole neppure l’amore, Hermione.- sussurrò invece tristemente. –O forse… non lo vuole da me.-

-Non dire sciocchezze, Ginny! Sul fatto che tu sia perfetta per lui, su questo non ho alcun dubbio. Il problema è che Harry non riesce a capire che non è Dio, che non può fare tutto da solo e che soprattutto non può stare da solo. È umano come tutti e come tutti ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto.-

-Ma io non so più cosa fare, ‘Mione! Io ho cercato di fargli capire che vorrei aiutarlo, che…

-Credo che tu debba semplicemente fargli capire che non hai intenzione di abbandonarlo. Lui non vuole aiuto. Accettare l’aiuto di qualcuno vorrebbe dire investirlo di responsabilità e lui non vuole questo. Non vuole che ci vadano in mezzo altre persone, anche se dovrebbe capire che in realtà quello è inevitabile.- sospirò pesantemente, come se quel solo pensiero le mettesse addosso una stanchezza incredibile. –Comunque, credo che tu dovresti stare lontana dalla faccenda della Profezia, dal lavoro che deve svolgere e da tutto quello che riguarda Tu-Sai-Chi, ma dovresti stare vicino a lui. Credi di poterci riuscire?-

Ginny si voltò sorridendo verso la mora.

-Se lui mi accetta, Herm, io posso fare qualsiasi cosa.-

L’amica la fissò sgranando gli occhi e stringendosi le mani contro il petto.

-Oh, Ginny, come sei dolce così innamorata!- esclamò sospirando con aria sognante.

La rossa si alzò e si legò il pareo, azzurro come i suoi occhi, in vita.

-Anche tu lo sei.- mormorò sottovoce recuperando le ciabatte, seppellite sotto la sabbia da Fred e George.

-Cosa?!- mugugnò Hermione arrossendo.

-Andiamo, Herm, non puoi venirmi a dire tutte quelle cose su Harry e poi pretendere che io ignori la tua cotta colossale per mio fratello.-

-Ma che stai dicendo?-

-Tu mi capisci al volo e la cosa è reciproca. Quindi, ho capito che il mio caro fratellino ha fatto breccia nel tuo cuore. E ti assicuro che tu hai molte più possibilità di me. Io devo far capire ad Harry che posso stargli vicina, che non mi farà soffrire, che lo capisco. Tu devi solo far capire a Ron che ti piace davvero, che i segnali che gli mandi esistono, che non se li sta sognando. Eh, con i ragazzi tonti è sempre più facile! A te basta solo una semplice chiacchierata chiarificatrice.-

Hermione tornò a dedicarsi al libro che aveva in mano.

-Non sai quello che stai dicendo, Gin. Adesso vai a cercare Harry, prima che mi arrabbi e mi metta ad elencarti tutte le cose che dovrei fare per aprire gli occhi al tuo caro fratellino. Altro che semplice chiacchierata chiarificatrice!-

 

 

 

 

 

Ginny s’inerpicò sull’ennesimo scoglio, maledicendosi per aver indossato quegli infradito neri, che erano tanto carini, ma con l’inconveniente di avere ben sette centimetri di zeppa. La facevano sembrare più alta, la slanciavano e le facevano un bel piede, certo, ma su quella superficie sconnessa rischiavano di farle rompere una gamba.

Inoltre, Harry non si trovava da nessuna parte. Stava camminando da una buona mezz’ora e del ragazzo nemmeno l’ombra.

Un’ora, tre spiaggette, molti scogli ed altrettante imprecazioni dopo, la ragazza notò una sagoma scura appollaiata su un grande masso piatto a picco sul mare. Riconoscibilissimi gli scarmigliati riccioli ribelli di Harry Potter.

Ginny restò immobile a fissarlo, affascinata dal movimento causato dal vento della maglietta che il ragazzo portava appoggiata sulle spalle. Harry era un bel ragazzo, lo dicevano in molte. Non particolarmente muscoloso, ma alto e ben fatto. Gli occhi verdi, grandi e profondi, ed i capelli scuri che non stavano mai a posto. Il fascino della cicatrice e la reputazione del ragazzo che infrange le regole. A scuola era una preda ambita, osservato, spiato e adorato da decine e decine di ragazze di qualunque Casa o età.

Eppure non erano le cose che attiravano tutte le altre a piacere a Ginny. No, lei notava altro. Amava quando lui tentava di sistemarsi i capelli, ad esempio. Oppure quando si toglieva gli occhiali e si stropicciava gli occhi. Quando, dopo le partite di Quidditch a scuola, le dava un buffetto sulla guancia e le diceva che era stata brava, sia che avessero vinto o perso. Quando arrivava alla Tana per passare l’estate con loro e sporgeva la testa in camera sua, salutandola. Quando era sovrappensiero e si accarezzava inconsapevolmente la cicatrice, mormorando sottovoce. Le sue risate sincere e cristalline, che ultimamente aveva sentito davvero raramente.

Adorava tante piccole cose, che per la maggior parte delle persone potevano essere insignificanti, ma che per lei contavano tantissimo.

Si avvicinò di soppiatto, cercando di non far rumore. Quando gli fu alle spalle si accucciò per saltare sul masso dove lui si trovava, ma mise male un piede e cadde sul fondoschiena, scivolando fino a lui. Harry si girò di scatto e non appena riconobbe Ginny scoppiò a ridere.

-Gin, ma che hai fatto?!-

Lei gli lanciò un’occhiataccia e prese a massaggiarsi i punti dolenti, ovvero il sedere e la caviglia destra.

-Non c’è niente da ridere, Harry!- lo riproverò rabbiosamente. Aveva fatto una figuraccia incredibile. Il moro si calmò e l’aiutò ad alzarsi.

-Scusami, è che sei buffa. Perché arrivi dagli scogli?-

-Io… volevo fare un giro, Hermione mi ha detto che di qua c’erano delle belle spiaggette per fare il bagno, così sono venuta, poi ti ho visto, ma questi cavolo di infradito… e ti sono caduta addosso. Racconto emozionante, no?- disse Ginny, passandosi una mano tra i capelli e pregando il proprio cervello di riprendere il controllo della lingua. Era incredibile, qualche anno prima davanti a lui non riusciva a spiccicare parola ed ora si lanciava in stupidi sproloqui.

-Sì, ma perché ti sei arrampicata sugli scogli? C’è il sentiero, qua sotto.-

La rossa spalancò la bocca.

-Il… sentiero?-

-Già, un comodissimo sentiero di sabbia. Io sono venuto da lì. Davvero non l’hai visto?-

Lei scosse la testa, sempre con la bocca aperta.

-Santo cielo, Gin, stai diventando sempre più simile a tuo fratello. Fossi in te inizierei a preoccuparmi.- disse Harry annuendo con aria grave.

-Ehi, non offendere!-

-Scusa, dai, lo sai che non direi mai qualcosa di cattivo sul mio migliore amico Ron.-

-No, non offendere me!-

Scoppiarono a ridere e poi il ragazzo passò un braccio attorno alla vita di Ginny, procurandole un brivido.

-Harry… che fai?-

-Ti fa male la caviglia, no? Ti aiuto a scendere. Così ti faccio vedere il sentiero.-

Il dolore al piede si era ormai esaurito, ma la ragazza si guardò bene dal dirglielo. Invece, si aggrappò di più al moro.

Scesero fino alla spiaggetta e si sedettero sulla riva, contemplando il mare.

-Allora… io ti ho già raccontato di come sono arrivata a caderti addosso. Tu, invece, cosa ci fai qui?-

-Oh… come te, una passeggiata.-

-E perché non sei andato con gli altri?-

-Con chi, con Ron e gli ammazza-granchi? No, grazie, preferisco stare da solo. Cosa di cui, comunque, avevo già bisogno di mio.-

Ginny si morse il labbro inferiore.

-Quindi… io ti disturbo.-

Harry le scompigliò affettuosamente i capelli.

-Non dire cavolate, Gin. Tu non disturbi. Neanche Ron ed Hermione disturbano, ma… sono assillanti. Credono sempre che io stia male, che abbia bisogno di parlare, di Sirius, di Voldemort e di cose alle quali nemmeno penso. Certo volte… voglio solo che stiano zitti.-

-Lo fanno perché ti vogliono bene, Harry. Perché gli importa che tu stia bene.-

Il ragazzo sospirò.

-Come se non lo sapessi. Ma mi danno fastidio lo stesso. Tu… tu invece no. Forse perché tutte le storie in cui sono ficcato ti toccano poco, perché ti interessano ancora altre cose. Cose che potranno sembrare banali, come l’ultima canzone delle “Fate in Vacanza”, o i pettegolezzi del “Settimanale delle Streghe”. Tu sei…

-Una ragazzina.- concluse Ginny acidamente.

Harry la scrutò, distendendo le gambe sulla sabbia.

-Una ragazzina, sì. Una ragazza di sedici anni che ha a che fare con i ragazzi ed i compiti. Sei questo. E tu neanche immagini quanto vorrei essere come te. Io ci provo, ti assicuro. Provo a preoccuparmi del tema di Pozioni, ma c’è sempre qualcuno che mi ricorda chi sono. Tu non lo fai. Non so perché. Non lo fai e basta. Grazie.-

Ginny alzò gli occhi su di lui, con un groppo in gola. E così lo aiutava senza neanche sapere di farlo. Voleva continuare a farlo stare bene.

-Davvero? Beh… allora sai cosa ti dico? Ti racconto qualcosa. Qualcosa della vita di una ragazzina.-

Harry annuì, intrecciando le braccia dietro la testa.

-Va bene, ti ascolto. Argomento?-

-Ehm… problemi di cuore.-

-Oh, confessioni piccanti!- ridacchiò il ragazzo.

-Mica tanto.- mormorò Ginny facendo una smorfia e pregando mentalmente Merlino, Morgana e la Fata Turchina di darle la forza di andare fino in fondo a quello che aveva intenzione di dire.

-Ecco… c’è un ragazzo che mi piace. Lui…

-Chi è?- domandò subito Harry, curioso.

-Non te lo dico.-

-Dai, Ginny! Sono io, il tuo amico Harry… a me puoi dirlo!-

-Non lo sa nessuno, nemmeno la mia più cara amica, tu non sarai il primo. E comunque è irrilevante, ascoltami e basta.-

-Okay, continua.-

-Allora… lui è molto carino, quindi ha un sacco di spasimanti. Anch’io gli sto attorno, anche se cerco di comportarmi diversamente. Sai, per farmi notare.-

-Tecnica da ragazze, non ne so niente. Ti ha notata?-

-Sì. Anche perché conosco molto bene i suoi più cari amici. Purtroppo lui mi vede solo come un’amica. E questo è il problema, perché io non so come fargli capire che per me non è solo un amico.-

Harry sbuffò.

-Forse dovresti dirglielo. Sai, noi ragazzi non capiamo tutti i significati nascosti che voi disperdete con le vostre frasi allusive ed i vostri modi di fare strani.-

-Beh, neanche voi ragazzi fate mai capire niente. Se io vado da lui e gli dico che mi piace, e lui mi risponde che io invece non gli piaccio, cosa succede? Ficco la testa sotto il letto e non la tiro più fuori.-

-Ma dai, Ginny!- sorrise Harry dandole una spintarella. –Una bella ragazza come te ha la coda dietro. Se lui ti respinge, tu te ne trovi un altro.-

Ginny sospirò.

-Non è così semplice, Harry. Io… sono innamorata di questo ragazzo.- confessò e si sorprese di quanto fosse facile dirlo a quel modo. –Mi piace da morire. Voglio stare con lui. Con lui e con nessun altro.-

-Va bene. È l’uomo della tua vita, lo ami e non puoi rinunciare a lui per nulla al mondo. Allora… aspetta che sia lui a fare la prima mossa.-

La ragazza inarcò un sopracciglio.

-Così aspetto altri sette anni!- gli lanciò un’occhiataccia. –Non è molto sveglio.-

-Accidenti, allora sei proprio messa male. Molto male. Ma non ti scoraggiare, tu continua a provare.-

Ginny si passò una mano sugli occhi, disperata. Harry non aveva capito niente. Niente di niente. Aveva parlato invano per un’ora. Aveva sperato che capisse, soprattutto dopo quell’accenno piuttosto esplicito sul suo legame con i suoi più cari amici, ma lui non aveva capito. Non aveva capito che era innamorata di lui! Evidentemente era veramente addormentato. O molto, molto tonto.

-Senti… forse te lo posso dire chi è.- sussurrò sottovoce. Il moro si alzò a sedere, un luccichio negli occhi.

-Davvero? Dai, fuori il nome!-

-Ecco… è…

-Gin guarda! Guarda là!- esclamò all’improvviso Harry, scattando in piedi e correndo verso il mare. Ritornò poco dopo, con in mano una conchiglia grande quanto la scarpa di un bambino.

-Scusa, Ginny, ma ho visto questa e sono dovuto andare a prenderla. È bellissima, non credi?-

La ragazza lo fulminò con lo sguardo.

-Credo che tu sia un maleducato insensibile! Ti stavo parlando, Harry!-

-Dai, ti ho chiesto scusa. Allora, chi è?-

-Ora non te lo dico più! È passato il momento, hai perso il treno. Mi spiace, ma non te lo dico.-

Il moro si risedette accanto a lei.

-Dai, come sei! Forza, dimmelo, ora ti ascolto.-

Ginny gli strappò di mano la conchiglia e si distese sulla sabbia.

-Troppo tardi.-

-Va bene, allora non dirmelo. Piuttosto, sai cosa dicono i babbani riguardo alle conchiglie come quelle?-

-No, cosa dicono?- chiese lei con voce annoiata.

-Che se le metti contro l’orecchio puoi sentire il rumore del mare.-

Ginny ci provò, ma con scarsi risultati. Appoggiò la conchiglia sul petto.

-Io non ho sentito niente.-

-Perché non hai ascoltato bene.- ribatté Harry stendendosi ed avvicinando l’orecchio sull’apertura della conchiglia. Ginny trattenne il fiato e represse un brivido quando sentì i capelli del ragazzo sfiorargli il seno destro.

-Io… sento qualcosa, ma… non sembra il mare.-

La ragazza deglutì.

-Infatti. Quello è… il battito del mio cuore.-

Harry la scrutò, poi tolse la conchiglia e si appoggiò direttamente al suo petto, pelle contro pelle.

-È vero! Ma stai bene, Ginny? Batte fortissimo!-

-Stupido.-

-Stupido?-

-Sì, stupido. Batte sempre così quando sono con te.-

-Cosa… oh.- il significato di quelle parole raggiunse il ragazzo. –Oh.- ripeté flebilemente. La scrutò, socchiudendo appena gli occhi. –Ginny…

-Perché non ti piaccio, Harry? Perché non puoi vedermi come una ragazza vera, invece di continuare a vedere la stupida, timida, impacciata sorella del tuo migliore amico?!- sbottò furiosamente la rossa scattando in piedi.

-Ginny, io… ti vedo fin troppo come una ragazza vera, credimi. Ma… non voglio legarmi. Non posso legarmi.-

-No! La verità è che sei un codardo, Harry! Non vuoi esporti, così ti nascondi dietro alla tua stupidissima cicatrice!-

-Ginny! Io non voglio esporre altri se non me! Se potessi taglierei i ponti anche con Ron ed Hermione. Ma non posso. Loro ci sono dentro quasi quanto me, ormai. Non riuscirei a convincerli a lasciar perdere tutto. Ma tu… non lo capisci? Merlino, non capisci.-

-Non che non lo capisco! E sai perché? Perché sono una ragazzina. E sono cocciuta e testarda e non me ne frega niente di tutte quelle storie sul fatto che non ti vuoi legare, mi frega solo… cazzo, mi importa solo di te.-

A quelle parole Harry si bloccò, le labbra serrate, le mani sui fianchi, l’espressione abbattuta.

-Anche… anche a me importa di te.- sussurrò passandosi una mano tra i capelli.

-Ma come? Come al salvatore del mondo magico importa dei suoi protetti o come ad un normale ragazzo di diciassette anni importa di una ragazza che gli piace?-

-In… tutti e due i modi.-

-Beh, Harry, devi scegliere. Dato che per te le due cose non possono andare d’accordo, ne devi scegliere una. Non sono più disposta ad essere in dubbio.-

Il moro sospirò, rigirandosi la conchiglia tra le mani. Spostò il peso da un piede all’altro. Fece un passo avanti.

-Tu… tu mi vuoi come un ragazzo normale, ma io… io non lo sono. Posso provarci. Per te, posso. Ma devi avere pazienza.-

Ginny sorrise e gli gettò le braccia al collo.

-Ne ho. Ne ho tantissima!-

-Beh… allora proviamoci. Però io non ne so molto di ragazze e…

La ragazza scoppiò a ridere e lo zittì con un bacio a fior di labbra, che non ci mise molto a farsi più profondo.

Si staccarono dopo qualche minuto e si guardarono, leggermente imbarazzati.

-Gin, forse è il caso di tornare. È tutto il pomeriggio che siamo fuori e potrebbero preoccuparsi.-

-Certo, andiamo. Così mi fai vedere il sentiero.-

S’incamminarono, ma all’improvviso la ragazza si staccò dal fianco del ragazzo e tornò indietro. Corse di nuovo dal moro e gli mostrò la conchiglia.

-Questa la tengo. Per fortuna che l’hai vista. Altrimenti probabilmente non sarei mai arrivato a dirti… quello che ti ho detto.-

-A proposito, non mi hai ancora detto di chi parlavi. Sai, quel ragazzo che ti piace.-

Ginny lo guardò come se fosse impazzito e lui scoppiò a ridere.

-Scherzavo! Lo so che sono io, scema! Va bene che hai detto che non sono molto sveglio, ma non sono così tonto.-

Lei gli allacciò un braccio attorno alla vita ed appoggiò la testa sulla sua spalla.

-Ne sei sicuro?-

 

 

 

 

 

Una nuvola si sabbia ricoprì Hermione ed una volta che si fu dissolta lei poté distinguere i capelli rossi del proprio migliore amico.

-Ronald, accidenti, un po’ di grazia nel sedersi!-

-Herm, hai visto che scivolata?- chiese il ragazzo ignorando le lamentele dell’amica.

-No, dato che la tua scivolata mi ha fatto andare la sabbia negli occhi! Dove sono i tuoi fratelli?-

-Fred è con Shana e George con Micelle. Si sono trovati due ragazze gemelle. Facevano impressione, così me se sono andato. Harry e Ginny?-

La mora indicò la coppia che si avvicinava dal sentiero, teneramente abbracciata.

-Pare che finalmente il nostro eroe abbia ceduto al fascino Weasley.- mormorò Hermione tornando a leggere il libro che aveva sulle ginocchia e sperando che il ragazzo non si lanciasse in una delle sue paternali senza fine sulla giovane età della sorella. Attese, ma dall’amico non arrivò alcuna sfuriata. Lo guardò con tanto d’occhi.

-Ron… Harry e Ginny, insieme. Insieme.-

Lui afferrò un panino al salame, premurosamente preparato da mamma Weasley, e lo addentò.

-Sì, ho capito.- annuì masticando con la bocca aperta.

-E… non ti da fastidio?-

-Oh… no. Cioè, sì, ma farò finta di no. Sai, Ginny ormai è grande. E se può dare una mano ad Harry e farlo stare meglio per me va bene. E poi lo sai com’è lui, è timido ed imbranato con le ragazze, non c’è da preoccuparsi. Inoltre, il suo migliore amico sono io, quindi, se mai volesse andare più in là del bacio, si confiderebbe con me. Ed io lo ucciderei. Semplice!-

Hermione annuì.

-Ma certo, semplice. Hai tutto sotto controllo.-

-Come sempre.- le sorrise. –Ah, senti, io ho… un regalo per te.-

-Un… regalo? Davvero?-

-Sì, una cosa da niente, ma… ho pensato che ti sarebbe piaciuta.- estrasse qualcosa dalla tasca del costume. –Tieni.-

La mora osservò quello che lui le aveva messo in mano.

-È una conchiglietta bianca.-

-Già. Carina, no? È di quelle con cui si possono fare le collane. Ti piace?-

-Certo che mi piace. Grazie. Ma come mai me l’hai regalata?-

-Perché… ecco, perché… così.- mormorò lui in difficoltà. Hermione sorrise dolcemente. Ginny si era buttata, doveva farlo anche lei.

-Va bene, Ronald. È arrivato il momento. Ginny mi ha consigliato una chiacchierata chiarificatrice, ma tu non sei tanto più sveglio del tuo migliore amico, quindi passo ai fatti, che è meglio.-

Il rosso la fissò confuso.

-Il momento di fare cosa?-

-Questo.-

Si chinò e lo baciò sulle labbra, lievemente. Poi si staccò e gli sorrise.

-Mi piaci.- confessò allegramente.

Ron si sfiorò le labbra con un dito, basito.

-Mi hai… baciato.-

-Sì.-

-Perché ti piaccio.-

-Sì.-

-E perché ti ho regalato la conchiglia.-

Hermione sorrise.

-Anche.-

-Ah… e se io ti do un’altra conchiglia tu mi dai un altro bacio? Cioè, funziona così?-

-Beh… funziona anche senza conchiglia.-

Le labbra di Ronald si aprirono in un sorriso a trentadue denti.

-Allora ne approfitto!-

 

 

 

 

 

Hermione si sedette sul letto di Ginny, la conchiglia bianca in tasca ed il sapore di Ron ancora sulle labbra.

-Gin… dormi?-

La rossa si rigirò tra le lenzuola.

-No, sono sveglia. È tardissimo, dove sei stata?-

L’amica le diede un pizzicotto sul braccio.

-Zitta, furbacchiona, che sono stata fuori giusto per fare un favore a te.-

Ginny fece finta di non capire.

-Di cosa stai parlando?-

-Hi visto Harry venire qui in camera da te e così mi sono tenuta alla larga. Inoltre l’ho incontrato ora fuori dalla porta. È arrossito come non so che cosa e quasi non mi ha salutata. Devo dedurre che…

-No!- esclamò la rossa imbarazzata. –Non abbiamo fatto quello che pensi tu! Ci siamo solo coccolati un po’.-

-Certo, lo so. Non stavo insinuando niente, solo che siete stati insieme. E poi… aspetta, cos’è questo bozzo sotto il cuscino?-

La ragazza arrossì leggermente, tirando fuori l’oggetto.

-È una conchiglia che mi ha regalato Harry.-

Hermione arricciò il naso, scoppiando a ridere.

-È incredibile, quei due hanno anche le stesse idee!- tirò fuori il regalo di Ron. –Tuo fratello mi ha regalato questa.-

Ginny scosse la testa incredula.

-Che scarsa fantasia.- strinse gli occhi, scrutando la mora. –Aspetta… ti ha fatto un regalo… Merlino, tu sei stata con mio fratello! Vi siete messi assieme!-

Hermione si alzò, facendo una giravolta su se stessa e lasciandosi cadere sul suo letto.

-Già.-

-Semplice chiacchierata chiarificatrice?-

-Ehm… più o meno.-

Ginny si appoggiò su un gomito, fissando l’altra ragazza.

-Gli sei saltata addosso.-

-Ehm… più o meno.-

-Ognuno ha il suo metodo.- commentò la rossa ghignando.

Hermione ridacchiò.

-Immagino di sì.- sbadigliò sonoramente. –Gin, ti fa niente se dormiamo? Sono stanchissima!-

-No, non mi dispiace affatto.- si sistemò sotto le coperte leggere. –Prima mi addormento e prima sogno Harry.-

-Mi sembra giusto.-

Restarono in silenzio per un po’, ognuna immersa nei propri pensieri.

-Herm, posso chiederti un’ultima cosa?-

-Certo, Ginny.-

-Se dico che l’amore sta in una conchiglia, sembro una ragazzina scema?-

-No. Anche perché… sono perfettamente d’accordo con te.-

 

 

 

 

 

*

Harry si rigirò nel letto, ascoltando il respiro irregolare dell’amico.

-Ron?-

-Eh.-

-Io e Ginny ci siamo messi assieme.-

-Anche io ed Hermione.-

-Forte. Senti, ti da fastidio che tua sorella stia con me?-

-No. Ti spiace di me ed Hermione?-

-No.-

-Bene.-

-Già. Sai, a Ginny ho regalato una conchiglia.-

-Anche io ad Hermione.-

-Forte.-

-Già.-

-Buonanotte.-

-‘Notte.-

*

 

   
 
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