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Autore: Tsu_Chan    29/07/2010    2 recensioni
Non ho mai avuto problemi con le donne, ho sempre avuto chiunque mi fosse passato per la testa, tranne persone morte ovviamente... dicono che posso conquistare anche un uomo... ma questo fino a che mi sono interessato a ragazze piccole, dolci, gentili e delicati... fino a quando non sono stato io ad essere messo al muro. Fino a quando non ho incontrato una come te...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Reita
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Aprile 2010... 9° Giorno Atto II
Il locale nel quale siamo finiti non è quello dove intendevo andare inizialmente ma per cause superiori a me l’altro locale ci ha dato buca: abbiamo girato 20 minuti per trovare un dannato parcheggio e quando siamo arrivati alla fine davanti alla porta del locale siamo stati malamente mandati via.
‘Festa  privata.’
‘Come festa privata ?’
‘Hanno riservato tutto il locale mi spiace.’
Non vi dico che lunga serie di insulti e scapaccioni mi sono preso appena siamo risaliti in macchina, potevo restarmene a casa, l’ho detto che sei inutile, preferivo farmi ricoverare per una lavanda gastrica anziché stare qui! Ecco questi commenti hanno ufficialmente fatto scendere la mia autostima sotto il livello minimo mai esistito: ma dico anche io che cosa combino, forse la serata stava catalizzando come si deve e riesco con la mia incapacità a trovare l’unico locale della terra in cui si tiene una festa privata proprio quella sera. Un attimo … NON è COLPA MIA! Come diavolo facevo a saperlo, certo che non è colpa mia, è stato un caso un evento fortuito che ci ha colti in contropiede tutto qui. Da quando questa qui riesce anche a scaricarmi colpe inesistenti! E da quando io non reagisco, fosse stato uno dei ragazzi lo avrei appeso al muro.
Anzi dovrebbe farmi i complimenti che mi sono ricordato di questo posto, che per quando lo ammetto sembri equivocabile, è pur sempre un bel posto.
‘Mi dici come mai conosci un posto del genere ?’
‘Oh emh … Urupon ci porta le sue nuove fiamme e a volte ci permette a fare baldoria qui …’
‘Ah, mi vuoi dire che Uruha ha una sua stanza riservata in un locale e che tu la stai solo sfruttando in qualità di suo amico ?’
‘Ovvio!’
‘Chissà perché chissà perché ci credo un po’ poco.’
Prende dal tavolino che abbiamo di fronte il suo bicchiere contente uno strano cocktail di cui non ho capito bene il contenuto ma che ha un forte odore di menta, tipo il colluttorio, e tira un lungo sorso per poi fermarsi un attimo a fissare il rimanente liquido nel bicchiere trattenendo il fiato.
Io dico sul serio sulla storia di Urupon ma a quanto pare non è troppo propensa ad ascoltarmi in queste condizioni. Daa chissene importa per una volta, fregatene altamente di quello che questa sacrosanta creatura!
‘Come mai ti è venuta quest’idea di uscire ?’
No! Oddio e ora che le dico, non sono preparato a questo, l’ho fatto perché volevo farlo tutto qui senza un perché preciso, meglio buttarla sul ridere.
‘Perché vol …’
Cazzo che occhi cattivi che ha! No meglio non scherzare, inventiamoci qualcosa di serio è cervellino mio, andiamo ti chiedo questo sforzo, poi fino a domani ne faccio a meno: lavora ora 5 minuti e poi ti do un’intera giornata di riposo. Magari ti porto anche a vedere uno di quei film senza trama in cui ci si picchia e basta. Ora però ti prego lavora!
‘Perché volevo augurarti buona fortuna per domani!’
‘E perché non hai inviato anche le altre?’
Oddio ma cosa sei tu, ammettilo fai parte della polizia, della squadra speciale, della CIA, del FBI, dell’interpool ! Non lo so perché non ho invitato le altre, ma secondo te! Forse un pelino pelino perché ci volevo provare con te, no genio?
‘Perché diciamo che è più un augurio tra appartenenti allo stesso reparto.’
‘Reparto? Cos’è la maternità dell’ospedale ?’
‘Ma no in senso!’
Mimo i gesti che servono per gli accordi basilari del basso e le sorrido tentando di non far vedere che mi sto arrampicando sui muri.
‘Capito ora? Tra colleghi di basso intendo.’
‘Ah, ora comprendo. Possiamo mettere un po’ di musica.’
Oddio l’ho passata sul serio.
Mi alzo in piedi passandomi una mano nei capelli e agitandoli come anti stress, tanto oramai saranno conciati da sbattere via e mi avvicino allo stero appoggiato al muro accanto alla porta d’ingresso alla piccola sala rotonda tutta violacea, rossiccia e nera: si insomma un luogo che sembra più buono ai riti satanici che a rimorchiare ragazze. Io continuo a dirlo a Uruha, me falla ridipingere che ne so tutta di rosso, ma anche muccata sarebbe meglio di così! Si a macchie nere su sfondo bianco sarebbe decisamente meglio. Sapete com’è figo portare la ragazza di turno in una stanza di quel colore con la moquette magari verde, lunga e magari al posto dei divanetti delle balle di fieno, e di sottofono i campanacci di una mandria di mucche al pascolo: vi do 3 a 1 che come minimo si riceve una risata in faccia e se una è più suscettibile anche uno schiaffo.
‘Allora cosa propone dj?’
‘Propongo il tasto di avvio e quello che è già caricato!’
Sperando che non parta una musichetta sdolcinata.
Ok premo, tutti pronti: ci vediamo all’inferno, dite a mia mamma che le voglio bene e a Kai che non gli lascio la macchina percui di tenere giù le mani.
Parte una musica lenta un pianoforte, oddio sono veramente morto che razza di cd ha messo su quel beota, l’ultima volta, la custodia deve essere qui da qualche parte di solito le tiene dietro al registratore perché a suo parere nessuno andrebbe a cercare dei cd li e quei piccoli dischi sono il suo segreto personale per la conquista del mondo femminile: una volta ha anche detto che se cadessero nelle mani sbagliate sarebbe la fine …
‘I’m walking in the rain …’
A ecco perché l’avevo già sentita, ma che razza di ragazza si farebbe sedurre da una canzone degli X-Japan andiamo: bravi ma non ha certo delle sonorità adatte a queste situazioni.
‘Scusa cambio subito cd …’
‘Karamitsuku koori no zawameki Koroshi tsuzukete samayou itsu made mo … Until I can forget your love’
Oddio dimmi che non è lei a cantare! Cioè se è lei devo ammettere che ha una bella voce, non tiene quella di Toshi-senpai è vero però è bella comunque. Forse un po’ acerba però buona … oddio ho una ragazza sdraiata su un divano in una stanza privata che canta, probabilmente alta di alcool in quanto è già al terzo cocktail e io sto qui a pensare se ha si o no la voce matura.
‘La conosci ?’
‘Conoscerla … Endless Rain- X-Japan … è una delle mie canzoni preferite. Come facevi a saperlo?’
‘Emh … io… in verità …’
ODDIO URUHA TI AMO! La prima volta che mi passi sotto mano ti stampo un bacio di quelli che piacciono alle fan! Anzi ti regalo un anello, ti chiedo di sposarmi e poi ti mollo sull’altare … EVVIVA! Almeno questa è andata bene!
TLACK!
Credo di aver stretto troppo in mano il cd che stavo per cambiare, perché dal suono prodotto si deve essere rotto: continuo a ridere come un’ebete e nascondo la mano dietro la schiena con far indifferente.
‘Me lo hanno detto le ragazze ...’
‘L’unico a sapere che mi piace questa canzone era Eichiro … le ragazze non lo sapevano.’
EEEE… figura di merda colossale.
‘E va bene è un cd lasciato da Urupon era già su e l’ho solo fatto partire …’
‘A beh poco importa ora siete in due a saperlo.’
Con un tonfo si lascia andare la testa scomparendo sdraiata dietro al tavolino, forse dovrei dire qualcosa di carino mi sembra di averla fatta deprimere: le montagne russe, le donne sono delle montagne russe continui alti e bassi e non sai mai quando arrivi al giro della morte fino a che non sei a testa in giù. Giro della morte ma che cazzo dico!
‘Ti ho detto l’altro giorno perché ho iniziato a suonare ?’
‘No.’
‘Vieni qui, non ti vedo mi sembra di parlare con un muro così .’
Lascio cadere sul tavolo i pezzi del cd che mi sono rimasti in mano e cerco un posto dove sedermi dato che il divano è totalmente occupato da una specie di ghiro che lo occupa completamente, se mi siedo per terra faccio prima va. Mi siedo con le gambe distese sotto al tavolino, la schiena e le braccia appoggiate al divano in modo da incastrarmi nello spazio che Tomoyo lascia libero dalla sua presenza,  in pratica tra le sue braccia e sue gambe rannicchiate.
‘Racconta, sei brava a raccontare storie.’
‘Passami il mio giubbetto.’
Il suddetto giubbetto si trova proprio sopra al tavolo davanti a me, ma anche lei se allunga benissimo un braccio ci potrebbe arrivare senza problemi, scroccona: nonostante aver sbuffato mentre mi tiro su afferro una manica e gli lancio il giubbetto in pelle nera addosso senza fare troppa fatica. Lei si mette ad armeggiare con una tasca interna e ne tira fuori un foglietto tutto spiegazzato e con qualche macchia di bagnato.
‘Beh è un po’ imbarazzante ma vedi quando ero più piccola … ’
‘Tu sei piccola.’
‘Zitto! Quando avevo si e no 15 anni dicevo, Hide il chitarrista degli X era il mio unico idolo: mi piaceva molto, amavo le loro canzoni e a volte isolavo il resto dei suoi per ascoltare solo la sua chitarra. E pur sapendo bene che è morto da un po’, il mio sogno era quello di incontrarlo almeno una volta. Si lo so sono pazza non dire nulla’
Io non volevo dire nulla per una santissima volta.
‘Così mi sono puntata che volevo a tutti i costi imparare a suonare la chitarra come lui: lo feci e insieme segui anche un corso di canto.’
‘è questo il motivo, perché seguivi il tuo idolo ?’
‘No il mio obbiettivo e lo è tutt’ora è questo …’
Mi allunga il foglietto che tiene in mano e mi da un paio di minuti per leggere: pochi versi scritti da una mano femminile non ancora matura e subito sotto di loro pochi accordi di chitarra anche quelli molto rozzi ma che una volta aggiustati e accompagnati dovrebbero risultare molto piacevoli. In pratica una canzone a livello molto amatoriale.
‘Il mio obbiettivo a tutt’ora è riuscire a farmi conoscere a sufficienza con una band, riscrivere quella canzone e cantarla.’
‘Una canzone per Hide, ma è una sciocchezza solo pochi la apprezzerebbero.’
Si mette a ridere come farebbero i bambini piccoli, senza peso con tranquillità.
‘Ti ho detto no che il mio sogno è incontrarlo. E non credo ci sia un altro modo per incontrarlo se non fargli sentire questa canzone. È un messaggio diciamo.’

Dovrei trovare parole per caso dopo una cosa del genere. Non basterebbero. È la cosa più bella, lo scopo più unico che io abbia mai sentito avere nella vita. Riguardo il foglietto che tengo in mano e sorrido, mi viene quasi voglia di piangere.
‘A dire il vero ho anche i capelli rosa proprio come tributo ad Hide: ho sempre amato i suoi capelli. Anche questa è una forma di ricordo. ’
Cala un silenzio molto imbarazzato, ora tocca a me dire qualcosa chissà che idea sbagliata si può fare:magari che la reputo uno grande stupida a crede a cose del genere, quando uno è morto è morto però … non è così che la penso ora. Tutto ciò ha un senso e anche un bel senso, un senso profondo: alla fine sarebbe una canzone come lo è Reila, una canzone importante.
‘Ho capito mi reputi una stupida. Scusa non ti annoio più con queste cose idiote.’
Allunga una mano e tenta di riprendersi il foglietto che tengo ancora in mano sporgendosi dal divano senza tenersi con le braccia, da vera sbruffona quale è.
‘Aspetta io non …’
Allontano il braccio in modo che non possa arrivare e afferro con l’altra mano il suo braccio.
‘Ridammelo.’
‘Aspetta ascolta …’
‘E piantala !’
Mi si aggrappa alla maglia e si tira su del tutto appoggiandosi completamente a me per arrivare alla mia mano destra che intanto sta tentando di correre via il più lontano possibile da questa belva.
‘Ridammelo.’
‘Ma se non siamo nemmeno arrivati al primo bacio vacci piano.’
‘DEFICIENTE!’
Con un ultimo scatto si pesa del tutto su di me riuscendo ad afferrare il foglietto, ottenendo però di farmi sbilanciare a finire giù di lato, lei insieme a me: o per meglio dire io sotto schiacciato tra il pavimento e lei che se ne sta al morbido sdraiata sopra di me lamentandosi di chissà quale botta ha preso mentre cadeva dal divano.
‘Ahi ahi ahi… AHI!’
‘Ehi tutto bene ?’
‘E insomma, mi sono giocata un gomito.’
‘Avrai picchiato il nervo contro il tavolo, coraggio alzati e  fammi vedere per sicurezza.’
Al posto di alzarsi questa si gira verso di con il volto, distendendosi completamente su di me come se fossi un materasso.
‘Prima ridammi il mio foglio prego!’
Emh vi dico che è così vicina che riesco a sentire il profumo della menta del cocktail che non ha ancora finito di bere.
‘Ti muovi!’
Mi tira una gomitata tra le costole facendomi sputare l’aria che avevo nei polmoni, sputarla proprio in faccia sua che chiude gli occhi  come se fosse contro vento.
ODDIO CHE HO FATTO DI MALE!
‘Scusa, tieni … Comunque.’
Le metto una mano sulla schiena per impedirle di tirarsi su: Reita la tigre si fa vedere finalmente, dio quanto ci ho messo a svegliarmi! Lei mi guarda leggermente male, non tanto come al solito però, sta a vedere che in fondo la situazione non le dispiace affatto.
‘Volevo dirti che quello che mi hai detto è bellissimo e stupendo, non conosco nessuno con un obbiettivo come il tuo perché …’
‘Perché poche persone farebbero una cosa così stupida.’
‘No perché poche persone avrebbero il coraggio di fare tanto lavoro per questo.’
Indico il foglietto che ora tiene lei in mano.
‘Insomma e se poi dopo tutto il lavoro che avete fatto per arrivare qui tu riuscissi a pubblicare quella canzone per davvero, sarebbe magnifico, un sogno che si realizza. Ma se dopo che uscirà quella canzone fallirete, se nessuno vi ascolterà più ? Praticamente il lavoro di una vita andrà a farsi benedire, nessuno avrebbe mai il coraggio di rischiare così tanto per … per una persona morta nel 1998! Trovo meraviglioso tutto questo! E soltanto una persona meravigliosa potrebbe fare una cosa così.’
Gli occhi le si illuminano e mi sorride ancora con quel sorriso da bimbetta, forse l’unico vero che ha.
Con uno schianto si sente la porta che si apre e sbatte contro una sedia vicino al registratore, che fa saltare un pezzo di canzone creando un effetto molto simile a un singulto.
‘Bene signorina questa è la nostra stanza riservata per stasera che ne dice, mia nobile damigella?’
‘è bellissima.’
Oddio! Ma quel deficiente non doveva essere fuori insieme alle altre delle Aka, butto un occhio all’orologio che tengo al polso del braccio con il quale tengo ferma Tomoyo mentre con l’altra le faccio cenno di stare giù e fare silenzio. Mezzanotte e mezza … Dio Uruha che ci fai in un locale a quest’ora, con una ragazza poi! Non potevi arrivare in un momento peggiore.
‘Uruha ci sono dei piedi che escono dal tavolino.’
‘Uh?’
Sento dei passi che vengono verso di noi e inizio a pregare santi e madonne, speriamo non mi uccida.
‘Ehy ma non sapete che questa è una stanza privata! Eh? Reita ? Tomoyo?’
Da dietro le spalle di Urupon spunta la testolina di una ragazza che ci guarda con gli occhi sognanti.
‘Sei veramente Reita, oddio che piacere.’
‘Misery tesoro perdonami per questo inconveniente ora mando via questi due e ne riparliamo ok ?’
‘Ma no perché possono restare, facciamo una seratina in compagnia!’
Con uno scatto Tomoyo salta su afferra il giubbetto e si catapulta fuori dalla porta come un razzo lasciandosi dietro il biglietto con la canzone e un urlo.
‘Riportami subito a casa!’
‘Emh scusate se non rimango ma, devo riaccompagnarla a casa.’
Mi alzo aiutato da Urupon e gli lancio un occhiataccia.
‘Io e te parliamo domani, mi hai rovinato la serata, sai quanto ci ero vicino, dico lo sai!’
Prendo le chiavi della macchina dal tavolo, il cd che ancora gira nello stereo e le corro dietro: in macchina non una parola e Tomoyo continuava a guardare fuori dal  finestrino senza considerarmi, sono sicuro però di averla vista asciugarsi una lacrima. La riaccompagno a casa sua, ma non salgo la lascio al cancelletto e lei entra con passo veloce tenendosi il giubbetto di pelle stretto al petto come un pupazzo.
Anche stanotte non credo che dormirò, anzi non vado nemmeno a casa continuo a girare in macchina con il cd degli X-japan che ho rubato a Uruha che gira a palla, fino a che non finirò la benzina e non dovrò chiamare un carro attrezzi. Anche volendolo l’ultima immagine della serata è troppo brutta per riuscire a fare sogni tranquilli: una ragazza forte come lei che stringe un giubbetto di pelle come se fosse qualcosa in grado di proteggerla è un’immagine che non lascerebbe nessuno indifferente. Nemmeno me.

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x Misery= so che è pochissimo ma spero comunque ti abbia fatto piacere, poi tanto ti faccio tornare più avanti.
x Tina= prometto che escogiterò qualcosa anche per te!
Per il resto come al solito molte grazie per il sostegno che mi date, grazie a chi ha messo questa storia tra i preferiti e chi la legge anche senza commentare, siete tutti improtanti! Chiedo perdono per l'errore nel titolo del capitolo scorso... nel menù a tendina con i vari capitoli figurava come 9 aprile... in realtà è il 3 aprile ho fatto confusione con il numero dei giorni... scusate...
*Darky

Let me forget all of the hate, all of the sadness [Endless Rain- X-Japan canzone d'ispirazione del capitolo]
   
 
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