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Autore: elyxyz    29/07/2010    33 recensioni
“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono
io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero
troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Regalino speciale: oggi, doppio aggiornamento

Regalino speciale: oggi, doppio aggiornamento! ^_______________________^

Merlin e anche una RPS Bradley/Colin!

 

Note: il seguente scritto inizia a contenere lievi (e confusi XD) riferimenti slash; più avanti si avrà lo slash più definito.

 

Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto. Colpito dall’incantesimo del malvagio Ardof, il nostro mago farà i conti con una sconvolgente novità: egli si risveglia trasformato in una donna.
Solo Gaius conosce il suo segreto e, finché non troverà il modo di tornare normale, dovrà inventarsi delle scuse plausibili e prendere il posto di se stesso al servizio del principe. Come riuscirà a conciliare questa ‘nuova situazione’? Come si evolverà il suo rapporto con Arthur?

 

 

Grazie di tutte le recensioni ricevute. *inchin*

Spero che la storia rimanga all’altezza delle vostre aspettative!

Vorrei dedicarla a quelle persone che hanno recensito il precedente capitolo:

Benzina, bilancina92, Orchidea Rosa, lynch, _ichigo85_, Archagel06, saisai_girl, Yuki Eiri Sensei, _Saruwatari_, Tempest_the_Avatar, GiuLy93, damis, GiulyB, Dasey91, miticabenny, _Mars (ciao! Hai ricevuto la mail di ringraziamento?), bollicina, Rinalamisteriosa e chibimayu.

E a quanti commenteranno (SE vi va di recensire anche dei capitoli più indietro di questo, il vostro parere non andrà perduto!).

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

The He in the She

 

(l’Essenza dentro l’Apparenza)

 

 

 

Capitolo XX

 

 

Quel lunedì, decimo giorno, Merlin si sentì finalmente orgoglioso di sé, come non succedeva da tempo: si era infatti vestito e fatto la treccia completamente da solo.

Seguendo passo passo i consigli che Gwen si era premurata di insegnargli, aveva piegato la magia al suo volere, in un risultato niente affatto male.

E, anche se era in un ritardo immane, nulla avrebbe scalfito la sua fierezza.

Linette sorrise a se stessa riflessa nel piccolo specchio e si diresse fuori, per fare colazione con il suo mentore.

 

“Cos’è quella cosa che ti penzola dal collo? Uno scopettone?” le chiese Gaius, quando uscì dalla cameretta, pronta di tutto punto.

 

L’euforia di Merlin si sgonfiò come una bisaccia bucata.

“La mia treccia, dite?” gemette. “Non va bene?”

 

“Solo se intendi pulirci i pavimenti!” lo canzonò il vecchio medico, che poi però ebbe pietà del figlioccio e si offrì di rifargliela.

Appena ebbe finito, gli consegnò un tozzo di pane che il ragazzo avrebbe mangiato strada facendo verso le cucine e lo spedì a svegliare di fretta il principe.

 

 

***

 

 

Da una delle finestre del corridoio, Merlin guardava Arthur che si allenava con i suoi uomini, dentro al campo dei combattimenti.

Ormai mancava poco alla Cerimonia di Investitura dei nuovi cavalieri e al Torneo annuale che ne sarebbe seguito.

Il principe ci stava mettendo anima e corpo per prepararli al meglio, per dare lustro all’onore e alla gloria di Camelot, anche se poi si sapeva già che avrebbe vinto lui, perché era di gran lunga il miglior Campione della corte e di tutti i regni confinanti.

Lo stregone, dal canto suo, pregava solo che l’Asino non si facesse male, durante le prove o nelle gare vere e proprie. Ultimamente avevano smesso di usare le armi da addestramento, e bastava davvero un nonnulla, un attimo di distrazione, e ci si poteva ferire anche gravemente.

 

Quantunque, a ben vedere, quello era il male minore.

 

Erano trascorsi ben tre giorni dalla morte del cospiratore, e di Ardof nessuna traccia.

Il mago continuava a tenersi vigile, ma era obiettivamente impossibile restare attaccato al mantello del principe ogni minuto della giornata.

Per questa ragione era più sereno sapendolo laggiù, nell’arena, dove poteva controllarlo con un’occhiata veloce, mentre compiva gli altri mille incarichi che doveva portare a termine in qualità di valletto.

 

Quel Sir Martin, poi, sembrava che riuscisse a mettere il suo signore seriamente in difficoltà. Era dai tempi dello scontro con Lancelot, che non vedeva quel ghigno soddisfatto – Merlin riusciva a scorgerlo sin da lì – sul volto del suo padrone.

Arthur aveva trovato un avversario degno della sua attenzione, dopotutto.

Questo lo avrebbe reso ancor più competitivo e assillante, ma almeno sarebbe rimasto fuori dai guai, secondo lui. E tanto gli bastava.

 

A conferma dei suoi pensieri, l’erede al trono ingaggiò una serie di affondi particolarmente ossessivi e sfiancanti, che alla fine soggiogarono l’avversario.

 

Lo stregone li osservò terminare lo scontro, in cui il principe aveva come sempre dominato, e ne apprezzò lo spirito sportivo, quando lo vide allungare una mano per aiutare Sir Martin a rialzarsi da terra e concludere il duello con un’amichevole pacca sulla spalla.

Istintivamente sorrise, orgoglioso di lui.

 

“E’ abile. Bisogna riconoscerlo.”

 

Il mago sussultò, spaventato dalla voce al suo fianco.

Lady Morgana gli si era affiancata, silenziosa, e lui non se n’era minimamente accorto. Si rimproverò mentalmente per questo errore. Come aveva fatto a non sentirla?

E... se invece di lei... ci fosse stato un nemico?

 

“Milady.” La salutò, chinando il capo, impacciato.

 

“Mio fratello ha un sacco di difetti, ma è un maestro nell’arte della spada.” Ripeté ella, a beneficio della sua interlocutrice.

 

“Se lo pensate davvero, dovreste dirglielo, al mio padrone farebbe sicuramente piacere ricevere il vostro elogio.” Le suggerì il servo, con la prima risposta che gli venne in mente.

 

“Oh! Non sia mai!” rise l’altra, sistemandosi uno dei riccioli mori dietro l’orecchio. “E’ già un principino boriosetto per conto suo, non servono di certo le mie parole per renderlo ancor più presuntuoso!”

 

Anche Merlin, abbassando un po’ le sue difese, si ritrovò a sorriderle, annuendo.

Gli mancavano quei momenti in cui, mentre era ancora maschio, gli era stato concesso di scherzare con lei, benché non fossero mai stati amici intimi.

Ora invece era tutto più complesso, ricordò, preoccupato dei poteri latenti della strega.

 

Il valletto si mosse a disagio, quasi nervoso, rammentando i suoi propositi di starle alla larga, e l’altra sembrò reagire di conseguenza e si fece un po’ più seria, lanciando alla serva un lungo sguardo, in cui sembrava quasi riuscisse a leggerle dentro.

“E’ difficile lavorare alle sue dipendenze.” Le disse di colpo, come dato di fatto.

 

Lo scudiero sembrò riluttante a intavolare una conversazione con lei, ma alla fine gli parve scortese non dare risposta. Stiracchiò le labbra, pressoché inconsciamente.

“Alle volte è complicato, ma in fondo ha un buon cuore.” Considerò, riferendosi al principe, non alla situazione.

 

“Già.” Convenne la nobildonna.

 

“Ora devo andare. Scusate, Mia Signora.”

Il servitore si piegò a raccogliere la cesta di biancheria che stava trasportando, sperando di separarsi dall’altra prima che…

 

Linette?”

 

Mh?” egli si girò verso la donna.

 

“Mi rammarico che tu non sia potuta venire alla riunione di sabato…

 

Merlin si finse costernato. “Sì, è dispiaciuto moltissimo anche a me.”

 

“Ma comprendo che, quella battuta di caccia all’alce fuori stagione, fosse un evento più unico che raro, perciò Arthur non ha potuto fare a meno di te…

 

Battuta di caccia all’alce?! Il principe era forse impazzito?

“Già, è andata proprio così.” Confermò, arrossendo di vergogna.

Quella testa di legno! Non poteva trovare una scusa un po’ meno idiota o palesemente falsa?

 

“Del resto noto che, sostituendo Merlin, tu sia diventata indispensabile per il mio fratellastro.”

 

“Faccio del mio meglio.” Rispose, chinando il capo con umiltà.

 

“Perciò, verrai sabato prossimo?” Morgana lo colpì a tradimento.

 

“Sabato? Oh, no! No, no. No!” balbettò lui, arrossendo. “Sabato prossimo non si può!”

 

“Perché?” si incuriosì l’altra.

 

“Perché… E’… è giorno di bucato!” improvvisò.

 

Gwen non lava di sabato, lo fa il martedì e venerdì.”

 

“Ma il principe è un disastro, sporca il doppio delle cose che indossate voi, il sabato faccio il bucato raddoppiato!”

 

Ah.” Sospirò Morgana, non del tutto persuasa. “Vuol dire che, facendo un’eccezione, cambieremo giornata. Il martedì?”

 

“Milady, vi supplico, no! Non datevi tanto disturbo per me, vi scongiuro…

 

“Il lunedì?” Insistette la protetta del re.

 

“Il lunedì raccolgo le erbe nei campi per Gaius, non… da mattino a sera!” precisò, a scanso di equivoci.

 

“Ah, sì?” S’interessò la nobildonna. “E allora, ti prego, in via del tutto eccezionale, di indicarmi un giorno a tuo favore, mia cara.”

 

Merlin sospirò mentalmente affranto, ma poi dovette capitolare e cedette.

“Giovedì pomeriggio. Ho un pochino di tempo libero. Ma poco poco. Pochissimo.

 

“Oh, perfetto!” gioì, entusiasta, la protetta del re. “E non mancare!” la minacciò scherzosamente. “Altrimenti verremo tutte ad insediarci nelle camere di Arthur e costringeremo anche lui a partecipare!”

 

Il mago si figurò l’evento e le ripercussioni catastrofiche che avrebbero avuto sull’umore del Somaro Reale e rabbrividì.

“Non mancherò!” giurò, mentre si allontanava da lei, e già si angustiava su ciò che lo attendeva.

Se non altro, si disse, in mezzo a tutte quelle dame, Morgana non avrebbe potuto rivolgere a Lin domande troppo personali o creare eccessivi danni. Bisognava però modellare un canovaccio verosimile della sua vita precedente l’arrivo a Camelot, ed aveva solo tre giorni per farlo.

 

Merlin non sapeva ancora che, sul più bello – si era infatti inventato una risposta adeguata per ogni possibile e probabile quesito –, avrebbe ricevuto da Gwen l’avviso che il raduno di ricamo era saltato a causa dell’indisposizione della sua signora e sarebbe stato rimandato al giovedì successivo, per favorire nuovamente la presenza di Linette.

 

 

***

 

 

Dopo l’incontro con Morgana, Lin era corsa negli appartamenti del principe per sfuggire ad altri fatali incontri e per portare avanti le sue mansioni. E anche per riflettere sullo scambio di poco prima, a dirla tutta, ma – pur guardandola da ogni angolazione – non le sembrava di aver detto nulla di compromettente, quindi si rilassò.

 

Forse si rilassò anche un po’ troppo, perché – distratta com’era – aveva chiuso nel canterano, oltre ai vestiti puliti appena tolti dalla cesta, perfino la punta della sua treccia.

Accorgersene fu doloroso e pure vagamente umiliante: non aveva fatto neppure mezzo passo d’allontanamento che un violento strattone l’aveva trattenuta.

 

Il mago, poverino, aveva guaito per la sofferenza e, imprecando sonoramente contro Ardof e il Destino, aveva riaperto il cassetto-trappola, constatando che il laccio si era sfilato e il nodo si era sciolto.

 

Merlin sospirò esasperato. Girare così per il castello era fuor di discussione.

Ma francamente non aveva il coraggio di tornare a casa, per chiedere a Gaius di rifargliela.

Sicuramente il vecchio maestro lo avrebbe aiutato, però lo avrebbe fatto solo dopo averlo deriso, prendendosi gioco di lui. E lo stregone non voleva che accadesse.

Il suo secondo pensiero fu di chiedere all’amica, ma Gwen era sicuramente con Lady Morgana in quel momento. E non poteva assolutamente andare a chiamarla.

Non gli restava altro che doversi arrangiare. In qualche modo.

 

 

***

 

 

Checché ne dicesse il guaritore di corte, a lui quell’intreccio pareva più che dignitoso.

Merlin controllò il proprio operato nel grande specchio del principe e decise con sollievo che poteva andare, visto che i dieci tentavi precedenti – con un centinaio di capelli strappati – erano finiti a vuoto.

E adesso doveva affrettarsi, perché era nuovamente in ritardo su tutto.

 

Benché Gaius, a suo tempo, gli avesse severamente proibito di usare la magia per delle faccende di poco conto – e lui generalmente gli avesse dato retta –, da quando si era trasformato in Linette aveva fatto ampio uso di incanti magici, per impressionare favorevolmente l’Asino e farsi assumente a pieno servizio e per compensare l’aggravio dovuto alle gonne e al disagio complessivo.

Certo, non poteva fare tutto magicamente, perché era davvero troppo rischioso.

 

Perciò, ripromettendosi mentalmente di diminuirne l’uso con equilibrio, riordinò il letto sfatto e i tendaggi del baldacchino con due incantesimi di fila.

Riempì, con un terzo sortilegio, metà della vasca che sarebbe servita dopo e ordinò a due scope di spazzare la pavimentazione, mentre lui si accingeva a richiamare a sé lo spazzolone per lavarla.

 

 

***

 

 

Lin se ne stava china sul pavimento delle stanze del principe e strofinava energicamente per terra.

Per questa ragione non si accorse subito della nuova presenza che era entrata, se non nel momento in cui il portone sbatté di malagrazia, chiudendosi, e facendola sussultare.

 

“Sire!” esclamò allora, quando all’improvviso Arthur comparve dinnanzi a lei. “Che ci fate qui?”

 

“Generalmente qui ci vivo.” Le rispose, di malumore.

 

Merlin abbandonò momentaneamente il bruschino e, infastidito da una ciocca che gli penzolava davanti al naso, se la tirò all’indietro.

“No… intendevo… a quest’ora non dovevate essere ancora all’allenamento?”

 

“Ha iniziato a piovere, abbiamo sospeso.” Brontolò l’erede al trono, lanciando uno sguardo torvo in direzione della finestra. “Nel bel mezzo del mio duello, per giunta.”

 

Lo scudiero avrebbe dovuto ricordargli che il suo duello durava solitamente per tutta la sessione d’allenamenti, per diverse veglie, e che la pioggia non badava di certo ai regali comodi suoi. Ma se lo tenne per sé.

“Quindi…” si risolvette, asciugandosi il sudore che gli imperlava la fronte. “Volete che vi prepari il bagno?” gli chiese, sollevandosi in ginocchio dalla posizione a carponi.

Fu allora che si accorse che Arthur lo guardava in modo strano.

 

“Oh! Ma tu, tu…!” si animò il nobile, allargando le pupille. “Incredibile!” esclamò, sorpreso.

 

“Eh?” il servo ondeggiò, a disagio.

 

“Alt! Non ti muovere!” Gli ingiunse, come se avesse avuto un’improvvisa folgorazione, mentre sul suo aristocratico volto la meraviglia lasciava posto ad una neonata comprensione.

 

“Maestà?” il mago lo scrutò dubbioso, e vagamente sconcertato, mentre il principe gli si avvicinava e si piegava sui talloni davanti a lui.

 

Allorché il suo signore allungava piano le mani verso il suo viso, Merlin si ritrovò a deglutire a vuoto, ascoltando il cuore battere forsennato, per una ragione che non comprendeva. Stupore, forse?

Ma-ma che…” balbettò, sentendo le guance andare a fuoco.

 

Shhh…” sussurrò l’altro, accarezzando con cautela gli zigomi, quasi fosse stata una creatura rara, da non spaventare.

Arthur sorrise alla sua valletta, sfiorandole con gli indici la punta delle orecchie.

“Mai vista cosa più strana! Allora è davvero un difetto di famiglia!” esclamò, ridendo divertito.

 

Fu come cadere in una vasca gelata.

Merlin boccheggiò, mescolando lo smarrimento che sentiva dentro a qualcosa che non avrebbe mai chiamato delusione.

Si ritrasse di colpo da quel contatto, come se fosse stato ferito.

Imbronciandosi, offeso, sussurrò: “N-non sono un fenomeno da baraccone...

 

L’erede al trono si lasciò scivolare a terra, completamente dimentico dell’irritazione per le esercitazioni saltate. E fissava con un’insistenza rasente la maleducazione i lati della testa della sua serva.

“Oh, dai, non ti arrabbiare!” la blandì, increspando le labbra.

 

Il mago stava per dirgli il fatto suo, perché non avrebbe tollerato di venir ancora deriso, non dopo la delusione appena ricevuta da lui, in quello che... in quello cosa? Si ammonì. Non era successo niente, non doveva succedere niente! Quello lì era l’Asino. Lasciamolo ragliare, così la smetterà in fretta. Si suggerì.

 

Sei arrabbiata?” s’interessò il principe, senza smettere di sorriderle.

 

Linette scosse il capo, negando. Ma non si fidò a rispondere a voce, perché se avesse aperto la bocca gli avrebbe detto come la pensava sul serio.

 

“Mi piacciono.” Riprese il nobile, a sorpresa. “Anche quelle di Merlin.

Sono buffe, ma piacevoli. Danno carattere.”

 

“Smettetela di burlarvi di me, è la peggior scusa che io abbia mai sentito!” sbottò lo stregone, irritato.

 

“Oh, Lin-Lin!” rise lui, chiamandola così per imbonirla. “Fra noi due, quello suscettibile non dovrei essere io?”

 

Fu allora che Merlin si lasciò scappare un piccolo sorriso, annuendo. “Certo! Perché siete un Asino, anche se di quelli reali!” lo punzecchiò.

 

Arthur fece una smorfia, un po’ meno allegra. “Tu e tuo cugino condividete troppe cose…

 

“Voi avete chiesto, e io ho risposto.” Ribadì il servo, riacquisendo un po’ di terreno.

 

“Orecchie grandi e lingue lunghe. Ecco cosa siete!” brontolò l’erede al trono, risollevandosi da terra.

 

La sua valletta lo imitò, anche se non aveva ancora terminato di lucidare i pavimenti.

Di sfuggita, ella intravide la propria immagine allo specchio. Gwen sarebbe morta di disonore, se fosse stata al suo posto, considerò, realizzando che, nella foga di pulire, le si era allentata la treccia, e le sue prominenze – solitamente ben celate nell’acconciatura stretta – spuntavano vistose tra i capelli.

 

Pazienza.

Adesso che anche il Nobile Somaro le aveva viste, ormai il danno era fatto, e non aveva più senso impazzire per nasconderle.

 

E, stranamente, si sentì più leggero.

 

 

 

Continua...

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio a Tao, che sopporta i miei scleri. X3

 

Note: Ok, parto da quello che, ne sono certa, vi sta più a cuore: quando avremo il Merthur?

Come ho detto nell’avviso iniziale, il nostro povero, scombussolato Merlin comincia a sentire qualcosa che non dovrebbe per il suo principe.

E’ qualcosa di inconscio, che sta pian piano riaffiorando e non si può arrestare.

Per adesso, Merlin cerca di negare e fa finta di nulla. Illuso.

Per di contro, Arthur si ritroverà a fare i conti con Linette e con certi turbamenti che, da bravo Asino, anche lui negherà di avere.

E’ bene chiarire perciò che, se si guarda dal POV di Merlin, presto lui si accorgerà che prova dei sentimenti per il principe e lì inizia lo slash (Merlin è rinchiuso in un corpo di donna, ma rimane un maschio che si scopre innamorato di un altro maschio).
Questa fase però, vista dal POV di Arthur, è HET, non può essere altrimenti.
Lui vede in Linette tutto ciò che ama di Merlin e in più lei è donna, perciò non deve neppure farsi scrupoli da “un cavaliere non ama un altro maschio”.
Prima della fine della fic, comunque, voglio rassicurare che avremo lo slash.

 

Ho reso bene la delusione di Merlin? Chissà cosa si aspettava che capitasse… ma non potevo non inserire le sue enormi orecchie almeno in un capitolo! XD

 

E ora avete finalmente la spiegazione del perché Merlin non si vestisse da solo, con la magia, fin da subito. Sperava che Linette restasse poco, e non voleva studiare formule inutili, perché era già troppo preso da altre faccende più serie… e non dimentichiamo che nel primo capitolo lui e Gaius avevano detto a Guinevere che Linette non era avvezza ad abiti, acconciature e usanze di corte!

In realtà, la presenza mattutina di Gwen mi è servita per altri scopi di trama, così come il fatto che lei torni a tradimento per acconciare i capelli, obbligando il mago a dormire ancora con abiti femminili. Senza saperlo, Gwen gli ha fatto un mezzo favore, credetemi! (ma solo mezzo… non di più.)

 

E che ne dite di Morgana?

Vi ricordo che, i Raduni di Cucito a Camelot, io li immagino come dei pigiama-party del Medioevo! XD

 

 

Precisazioni al capitolo precedente e domande varie: (a random)

- Sì, senza dubbio Merlin ha più vantaggi come donna, e potrebbe decidere di non tornare in sé! XD

- Il fatto che Arthur si sia permesso di sollevare Linette per i fianchi è meno scandaloso di quello che sembra.

Nel telefilm si vede, in più occasioni, che il principe (soprattutto, ma non solo) solleva o afferra varie dame per aiutarle a salire o scendere da cavallo, perciò non credo fosse da considerarsi un comportamento disdicevole da parte sua; per Merlin, invece, temo sia stato imbarazzante! ^.^

- Uhhh… il comportamento di Gwen scatena in voi reazioni contrastanti, eh? (o la si ama, o la si odia…)

 

 

Nell’anticipazione abbiamo una nuova avventura: uno dei capitoli che amo di più in assoluto.

Mi sono divertita da matti a scriverlo, è uscito lunghissimo e lo dividerò in tre parti.

Vi dico solo una cosa: Arthur, quella mattina, invece di svegliarsi con la voglia di andare a caccia, avrebbe fatto meglio a girarsi dall’altra parte e riprendere a dormire!

 

Lin, aprendo gli occhi e trovando il suo signore lì, di fronte a sé, scattò a sedere, guardandosi attorno spaesata. “Maestà!” ansimò, scombussolata. “Va a fuoco il castello?!” domandò, senza accomodare la veste che Gwen le aveva fatto comprare per costrizione.

 

Guardandole il seno che si intravvedeva dalla scollatura slacciata, per la prima volta da che era sgattaiolato lì, il principe realizzò che, forse, non era stata un’idea veramente geniale recarsi lì dentro, come gli era parsa così, su due piedi, quando l’aveva formulata.

 

 

Un’ultima cosa: un grazie enorme a chi ha letto e commentato la mia ficTrue love’s kiss”, sono davvero contenta che vi sia piaciuta! Vi confesso che siete riusciti a commuovermi, con tutto quell’affetto ed entusiasmo! ^////^


L’altro aggiornamento di oggi sulle fic RPS Bradley/Colin è “Gossip Kiss (Qualcosa di cui sparlare)

Pierrefonds, aprile 2010.

La storia è ambientata durante la prima sessione di riprese della terza stagione del telefilm “Merlin” e prende spunto da alcune discussioni riportate da chi ha presenziato alle registrazioni al castello.

“Finiranno mai di inventare cose su di noi?”

 

Un grazie di cuore a chi commenterà.

 

 

Infine: Ho raggiunto stamattina le 270 preferenze come autrice tra gli utenti di EFP, e molti vengono da questo fandom.
Grazie della fiducia. *inchin*

 

 

 

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Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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