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Autore: MirkoCullen96    29/07/2010    8 recensioni
quesa one-shot è nata da un momento di totale tristezza. Bella è una 18enne che, essendo estate, decide di lasciare la sua città ed andare a trovare suo madre. sul volo Bella conoscerà Edward ma la loro, non sarà una storia d'amore a lieto fine.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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“cavolo, cavolo, cavolo!! Sono in ritardo!” pensai sentendo una voce avvisare che l’aereo per San Francisco stava partendo.
< <  buon viaggio e arrivederci. > > mi disse cortese una signora che mi diede il biglietto. Io mi limitai a farle un sorriso appena accennato. Non ero mai stata un ragazza molto loquace. In fondo come biasimarmi? Abitavo sin dalla nascita in una piccolissima città chiamata Forks nello stato di Washington, avevo 18 anni e mi chiamavo Isabella. Un nome orribile scelto, ovviamente, da mio padre Charlie Swan, il capo della polizia.
Ogni estate passavo 2 o 3 settimane da mia madre, a Phoenix, e quel giorno, il 23 giugno, stavo partendo per rivedere dopo tanto tempo mia madre. Amavo stare con lei … passare le mattine in cucina per imparare nuove ricette … prendere il sole tutti i pomeriggi chiacchierando e  la sera dopo la cena guardarsi un bel film strappa lacrime con i popcorn fatti in casa. Sicuramente era molto più divertente che stare tutto il giorno seduta sul divano o sul computer come facevo da mio padre. A Forks non avevo molti amici …. Si bè, a scuola pranzavo con alcuni miei compagni di corso ma … non uscivo quasi mai con loro. Tutti dicevano che io ero strana, ma io mi definivo soltanto autonoma.
< <  gradirebbe qualcosa da bere signorina?  > > una hostess bionda ed alta mi distolse dai miei pensieri.
< <  emm … no, grazie.  > > adesso ero seduta su un sedile scomodissimo dell’aereo. Fortunatamente avevo ben pensato di prendermi il mio amato mp3 ed il mio libro preferito: Cime Tempestose. L’avevo letto circa 2 miliardi di volte, ma non mi stancavo mai di rileggere quei bellissimi versi che mi riempivano il cuore.
< < Cime Tempestose? > > sentii improvvisamente una voce di fianco a me. Mi girai lentamente distogliendo lo sguardo dal libro con malavoglia. Esattamente due sedili vicino a me si trovava un ragazzo. Era alto, molto alto, almeno 1 metro e 80 guardando le gambe ed il busto. Aveva un corpo snello ma dalla camicetta celeste che indossava, si intravedevano dei muscoli incredibili. I lineamenti del suo viso era molto delicati con una bocca sottile e rosea e un paio di occhioni verdi mi fissavano brillanti. La cosa che più attirava il mio sguardo erano i suoi capelli: non capivo se fossero biondi o castani, diciamo una via di mezzo. Erano ramati. Lunghi e folti, sembrava che sfilassero sulla sua testa, lucidati da un sottile strato gel per capelli. Squadrandolo bene sembrava avesse la mia stessa età o qualche anno in più …
< <  già …. > > “ ma che cazzo Bella non potresti farti uscire da quella bocca qualcosa di meglio di un semplice “ già”?!” mi accoltellai mentalmente.
< <  è forte quel libro! L’ho letto per la prima volta a scuola e poi me ne sono letteralmente innamorato …  > >  disse eccitato e sporgendosi sul sedile di fianco al mio.
< <  io l’ho letto per la prima volta a 10 anni … e diciamo che non me ne sono mai separata! > > “ Evvaii! Sono riuscita a formulare un frase di senso compiuto con uno sconosciuto!”
< <  una vera e proprio dipendenza!! > > disse passandosi una mano tra i capelli e scoppiamo a ridere.
< <  non saprei come chiamarla diversamente!! > > dissi  piegandomi dalle risate.
< <  ehi … comunque io sono Edward …  > > mi disse porgendomi una mano. Di primo impatto rimasi incantata a guardargli la mano ma poi gli e la porsi pure io.
< <  Isabella Swan  > > dissi stringendogliela. Lui mi fece un sorriso sghembo.

***

Erano passate ore, io avevo riposto il mio libro e l’mp3 ed Edward aveva riposto il suo giornale per parlare con me. In un’ora praticamente ci conosciamo come se fossimo amici da una vita. Lui abitava a Seattle e condivideva la sua casa con 4 fratelli ed i suoi genitori. Aveva 24 anni ed aveva appena finito l’Università laureandosi come dottore e stava andando anche lui a Phoenix per trovare lavoro in un qualche studio medico come tirocinante. Amava leggere e scrivere, soprattutto scrivere dato che aveva gia pubblicato ben 3 libri nonostante la giovine età.
< <  wow!  Vorrei tanto anche io scrivere qualcosa ma … sono decisamente negata. > > gli dissi rassegnata.
< <  ma non ci hai mai provato?  > > chiese aggrottando le sopracciglia.
< <  no e non credo ci proverò mai! Io so solo leggere … anche a scuola non sono mai stata brava con i temi! > >
< <  c’è sempre una prima volta …  > > disse.
< <  ne sei sicuro? > > dissi scoppiando a ridere.
Stavo per dirgli che avevo fame quando avvertimmo uno strattone. Tutti ansimarono.
< <  ma che … ?  > > dissi ed ecco un altro strattone.
< <  porco … !! > > sentii da dietro.
< <  Edward che succede?! > > ero spaventatissima. Il cuore mi batteva a mille e stavo sudando.
La risposta di Edward non arrivò, ma non fu un problema perché la trovai da sola, la risposta. Dal finestrino abbassato intravidi qualcosa, allora alzai la piccola tapparella e …. fu l’Inferno. Fuori non vedevo altro che nuvole ma non era quello che mi interessava: esattamente davanti al finestrino, dove poco prima c’era il motore, c’erano solo fiamme. Il motore ormai non esisteva più ed al suo posto lingue di fuoco divampavano impadronendosi sempre più della grossa ala che in quegli attimi mi sembrava così fragile ed indifesa.  Quando mi girai avevo le lacrime agli occhi e notai che Edward guardavo lo scenario con la mia stessa espressione terrorizzata.
Improvvisamente un altro strattone e l’ala volò via. L’aereo pur continuando ad andare avanti si inclinò verso la parte che prendeva fuoco ed improvvisamente dal tettuccio scesero delle maschere per l’ossigeno.
< <  devi metterla Bella!! > > disse Edward urlando. Io mi ero bloccata. Non sapevo più che fare. Ogni singola parte del mio corpo era immobile, come se si volesse sottrarre ai miei comandi.
< <  Bella metti quella cazzo di mascherina!! > > disse mentre una parte dell’aereo parti via. Edward era in bilico: si, era seduto sul suo sedile, ma dall’altra parte c’era il vuoto. Una folata d’aria ci inondò ed i suoi splendidi capelli si scompigliarono del tutto. Avevo paura. Avevo terrore.
< <  adesso chinati!  > > mi disse dopo che, finalmente, mi ero decisa a mettere la mascherina. Fu in quel momento che mi guardai intorno: era esattamente come una delle classiche scene rallentate di un film …. Vedevo ogni singolo particolare; gli spaventati, sorpresi ma anche rassegnati occhi delle persone mi facevano paura. Quasi tutti piangevano sotto quella maschere gialle e riuscivo a vedere anche le hostess che, nonostante anche loro fossero impaurite, cercavano invano di calmare i passeggeri. Mi pareva quasi di percepire anche le emozioni di tutti li dentro. Ovviamente c’era soltanto terrore. Ogni cosa era legata a quel sentimento.
< < ti fidi di me?! > > disse Edward chinandosi ed abbracciandomi.
< < si! > > dissi scoppiando a piangere. La sua stretta diventò sempre più forte e avvicinammo i nostri visi fino a sfiorarci.
“ non ho neppure salutato i miei genitori … non voglio morire, NON VOGLIO!“
Ancora un piccolo sobbalzo e tutto finì.






  
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