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Autore: Avly    29/07/2010    9 recensioni
L'inizio di tutto...o la fine. Un nuovo campionato, una nuova avventura, vecchi e nuovi amici, e non solo...tra demoni e guardiani una nuova sfida attende i nostri blaider...ma questa volta a scendere in campo non saranno solo i bey. Scsate questa è la mia prima fic e spero che vi piaccia...premetto che dal prologo non si capisce molto, ma dopotutto è un prologo no?! Sono graditissimi i commenti, anche se negativi poichè possono aiutarmi con la narrazione. Così la storia sarà un po' di tutti. Anche se leggendo il prologo vi sembrerà di trovarvi una storia di rating superiore, non preoccupatevi! Buona lettura! PS Ho aumentato il rating da verde a giallo poichè non sono molto sicura che situazioni che si verranno a presentare siano adatte ad un rating verde...Comunque magari mi sbaglio, se lo riterrò esagerato lo abbasserò^^
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e oscurità in cui l’aveva tratta la notte

Eccomi qui! Allora prima di lasciarvi al capitolo ci tenevo a fare un augurio di buone vacanze (o prosecuzione) a tutti! Tralascio le cause del ritardo…Diciamo che non veniva come lo volevo io^^Ma ora è qui pronto e spero che possa piacervi! Il colore è per Astra, il bel Demone dell’Illusione. Un personaggio subdolo che preferisce lenire le proprie vittime con mille intrighi e sotterfugi piuttosto che con una guerra aperta. Buona Lettura!

 

Emozioni e Parole in un Labirinto di Stelle

 

La luce del Sole si chinò sul suo viso rischiarando l’alone d’ombra e oscurità in cui l’aveva tratta il Sonno. Aprì di scatto gli occhi vigili, sfilandosi dal suo letto per raggiungere le ampie tende della vetrata e scostarle leggermente.

Era giorno inoltrato, a giudicare dall’attività nelle strade, ma in quell’Hotel pareva regnare incontrastato il Sonno. Erano arrivati a Rabat alle prime luci dell’alba così tra fusi orari e notte in bianco dovevano essere ancora tutti rintanati nelle loro camere a dormire.

Sorvolò con gli occhi il paesaggio che si estendeva davanti a lei. Un mondo così diverso dall’intensa frenesia americana, un regno di colori e profumi esotici, un universo di suoni e culture differenti, un concentrato di magia e mistero. Ecco cosa ci vedeva Julia nell’osservare Rabat, mistero e un fascino senza eguali, ma tutta quella sontuosa bellezza sapeva che era solo una maschera, un drappo che copriva lo scenario di combattimenti a cui avrebbero preso parte a breve.

 

- Daichi togliti hai la grazia di un elefante quando mangi – sbottò Emily allontanandosi dal piccolo giapponese.

- Ehi Takao che hai oggi non mangi? – chiese Lai sorprendendosi di vedere il capitano dei BBA con lo sguardo perso verso la grande vetrata e con ancora il suo pranzo intatto davanti.

Samantha si scambiò una rapida occhiata con Axel per poi avvicinarsi al suo ragazzo e sedersi al suo fianco. – Che succede? – gli chiese baciandolo dolcemente sulle labbra. A differenza delle altre volte le percepì fredde, graffianti ed amare come se non volessero ricambiare quel contatto con lei. “Mi teme”. Ad un tratto sentì la mano di Takao scostarla – Scusa ero soprapensiero – la tranquillizzò lui cercando di apparire solo stanco, quando in realtà era conscio che dentro di lui si stava scatenando una tempesta, un ciclone, un uragano che devastante e violento si stava abbattendo contro la sua mente, facendo riemergere pensieri, sensazioni e ricordi seppelliti da una patina grigia e nera.

Non riusciva a togliersi dalla testa quella voce, quel dolore, quella sofferenza che aveva potuto sentire sulla pelle come se fosse suo. E quelle parole arcane e letali lo stavano dilaniando con la stessa forza di un pugnale che trapassa un corpo.

Tornare il Takao di prima. Questo dava ad intendere che lui fosse cambiato rispetto a prima, ma era ovvio stava crescendo in fondo, eppure c’era qualcosa che non andava. Come se stesse andando controvento o nella direzione opposta rispetto alla massa. Si sentiva come se le cose gli stessero sfuggendo di mano, prima i suoi amici, poi Kai e ora anche la Voce. Quella stessa voce che gli aveva detto di ritornare quello di prima…E che quindi doveva aver già incontrato perché lo conoscesse a tal punto da rimproverargli un cambiamento. Si chinò il cappellino sugli occhi alzandosi e dirigendosi verso l’uscita sotto lo sguardo preoccupato del Demone dell’Avidità che sentiva di aver perso la sua influenza sul Cavaliere dell’Aria.

“Non possiamo più attendere” disse telepaticamente agli altri tre.

“Lo vedo, quella maledetta deve aver parlato troppo” disse Ares

 “Il Tempo è loro nemico e nostro alleato” irruppe Astra. La ragazza dai corti capelli ramati era seduta su uno dei cuscini colorati accanto alle altre ragazze e teneva gli occhi fissi sulle due figure che le stavano davanti mentre sorseggiava la sua bevanda.

Le scrutava, le studiava e tentava di scorgere anche un piccolo cenno dei loro discorsi attratta dalle loro voci e dalle diverse luci che albergavano nei loro occhi.

- Allora Hilary facciamo che mi raggiungi tra un’ora? – chiese Julia rivolgendosi all’amica

La brunetta annuì gettando una fugace occhiata ad Axel che dall’altro capo della tavola parlava tranquillamente con Lai. Forse avrebbe dovuto chiedergli aiuto nella ricerca di Nike, era il suo ragazzo dopotutto, ma sentiva di volerlo fare da sola, percepiva la necessità di parlare con Nike e poi…Era come una sensazione inspiegabile ed intraducibile ma preferiva agire senza nessuno intorno.

- Perfetto, scusa vado a fare una chiamata, ci vediamo dopo – disse la spagnola alzandosi e lanciando uno sguardo strafottente ad Astra che reagì di conseguenza. Era come se un filo elettrico invisibile le collegasse, andava da un’estremità all’altra immettendo scariche di energia. Si osservarono decise per alcuni istanti ed Astra avvertì chiaramente il suo intento a farle capire qualcosa; quegli occhi verdi con scaglie dorate non mentivano, brillavano di sfida di dito puntato contro, ne era certa. Dopo che la spagnola si fu allontanata Astra si rivolse nuovamente alla Custode che con lo sguardo concentrato osservava le sue mani a palmi aperti. Era un gesto apparentemente innocuo, ma non per lei.

“Deve aver scoperto l’uso dei suo poteri curativi” azzardò Axel

“Sì, curioso; di solito i Custodi imparano col tempo i loro poteri curativi, lei invece pare li abbia padroneggiati con naturalezza visto che non la vedo particolarmente spossata” disse Astra con occhio critico. “Beh se ci penso meglio, lei li ha già usati…Solo che da incosciente” riprese la ragazza riferendosi a quanto avvenuto a Helsinki tra Kai e Raul. Allora era stata lei a curarlo, su questo non c’era alcun dubbio.

“Pensi che possa crearci dei problemi?” le chiese Axel sorprendentemente. “Da quando chiedi consigli mio caro? Di solito hai sempre una risposta a tutto” ribatté sprezzante lei. Axel ghignò appena “Non mi preoccupa la Custode in sé, ma dato che qui la Maga sei tu il mio era un parere del tutto tecnico” Astra si voltò verso il moro lanciandogli uno sguardo che solo lui riuscì ad afferrare. Ed era forgiato di ambiguità, ilarità e arroganza, aggettivi propri del Demone dell’Illusione. “No, e poi ho controllato la posizione dei Sacri Portali…Non manca molto, tra due giorni tutto sarà fatto”

“E la Guardiana spagnola?” s’intromise Ares

“Non mi piace. E’ troppo ficcanaso” rispose stizzita Astra, i cui falsi occhi vedevano ancora la sfida lanciatale dallo sguardo della spagnola. Si era schierata apertamente con i russi, ed anche se loro erano rientrati nella loro nazione, questo non rendeva Julia meno pericolosa…Dovevano sbarazzarsene.

“Sarà meglio metterla a tacere” sentenziò Axel lapidario.

“Perfetto…Ci penso io”

 

Camminava senza fermarsi per le strade di Rabat colorandosi gli occhi di tutta quella mescolanza di colori, suoni ed aromi che si presentavano tra le bancarelle dei mercatini e nelle vesti colorate delle persone. Il Sole picchiava senza pietà sui cieli di Rabat, ma Julia si muoveva abbastanza a suo agio. In Spagna il clima non era esattamente caldo come questo ma vi si avvicinava.

Continuava a pensare al suo piano, e più lo faceva più era tentata di fare marcia indietro. Era assurdo come piano, se lo ripeteva senza sosta, ma erano come parole dettate al vento; oramai aveva deciso e niente le avrebbe fatto cambiare idea.

Era consapevole di essere come un pesce piccolo in mezzo agli squali, era un bersaglio troppo facile, ma forse sarebbe riuscita a verificare la sua teoria e ad aiutare gli Squali Bianchi. Arrivò ad una piazza assolata piena di gente, riversata lì per il mercato; si mosse fino all’insegna del Caffè Maure dove tante persone con vesti colorate e sgargianti si rinfrescavano fra palme e piante esotiche. Un perfetto quadro pieno di lucciole colorate dove solo una figura si discostava dal resto dell’insieme. In un angolo particolarmente in ombra, un’esile sagoma scura gettava un’insolita sensazione sinistra a chiunque osservasse il locale da lontano…Ma non a lei.

 

- Si può sapere perché hai insistito per vedermi in un luogo tanto affollato? Non potevi venire con Rei questa sera come d’accordo? – la fulminò lui non appena gli si sedette davanti. Le parole gli uscirono acide e seccate, ma in realtà era tutta un’apparenza: non era riuscito a credere alle sue orecchie quando aveva ricevuto la sua chiamata e si era ritrovato in strada prima ancora di rendersene conto. Era stato come se un’improvvisa energia fosse scaturita sotto i suoi piedi e un’ondata di emozioni l’avesse travolto, facendo oscillare pericolosamente la sua muraglia di ghiaccio. Non gli importava di trovarsi sotto un sole cocente con indosso una lunga giacca nera e delle lenti scure, la cosa che più gli importava era essere lì…Anche se l’aveva impensierito quell’improvvisa chiamata.

- Ascoltami Yuri, io non verrò questa sera, ecco perché ho voluto incontrarti ora…Devo parlarti – parlò decisa anche se era evidente lo sforzo. Yuri avvertì il cuore stringersi in una morsa ed una miriade di pensieri presero a vorticare nella sua mente. Attese impaziente, cercando di rimanere però il più indifferente possibile.

- Ecco io…Credo che domani toccherà a me – disse lei tutto d’un fiato dopo un’attesa indicibile. Yuri per poco non ruppe il bicchiere che aveva fra le mani. Si tolse gli occhiali gelandola con lo sguardo – Ma che diavolo dici? Siete rimasti in cinque come squadre e poi ora useranno un nuovo metodo per scegliere gli incontri – disse il russo più ansioso di quello che avrebbe voluto dimostrare.

La ragazza scosse la testa – Segui il mio ragionamento: sono partita dagli “incidenti” e dai “legami” intrapresi dagli Obscuras. Se noti, è come se fossero state eliminate tutte le squadre che non hanno avuto legami con gli Obscuras, mentre sono rimaste in gara coloro che hanno un qualche rapporto con i Demoni. Takao per i BBA, Max per i PPB e Rei per via di Mao con i Baihutzu. E non può essere una coincidenza – la spagnola si fermò un istante osservando il viso di Yuri scrutarla con attenzione. Strinse involontariamente il labbro, sentendo la tensione e l’emozione crescere. Era come se il ghiaccio le scivolasse lungo la schiena, donandole istanti di brivido e piacere.

- Se i loro legami sono stati di facciata allora anche Hilary dovrebbe avere una sua utilità – obiettò Yuri pensieroso.

- In teoria, ma credo che lei sia servita ad Axel proprio per avvicinarsi a noi…Ricordi il salvataggio miracoloso ad Helsinki? Chissà perché non mi sono sorpresa che proprio Axel avesse trovato Hilary persa nella città –

Yuri rimase alcuni istanti in silenzio. Il ragionamento di Julia filava, su questo non c’era nulla da ridire…Ma perché continuava a pregare che si sbagliasse? – La Voce vi ha parlato di più di un Cavaliere, quindi perché non potrebbero essere proprio coloro che i Demoni tengono più sottocchio? – le parole di Julia rimasero ad aleggiare a lungo sopra di loro, leggere come il vento, ma agghiaccianti come la verità. – Quindi tu credi che i Cavalieri siano Takao, Max, Rei e Kai? – concluse Yuri cercando di non mostrarsi eccessivamente coinvolto dalle sue parole; lei annuì – Sì in linea di massimo credo di sì. Mi sono poi ricordata ciò che mi aveva raccontato Hilary quando conobbe per la prima volta gli Scudi Sacri tre anni fa. Allora Ozuma e gli altri cercarono di imprigionare i quattro Bit-Power nella roccia, quindi è possibile che le due cose siano collegate –

Yuri si ritrovò suo malgrado ad annuire. Non riusciva a spiegarsi il perché ma il solo pensiero che lei potesse fare la stessa fine di Garland e gli altri lo terrorizzava. Era lei a fargli uno strano effetto, riusciva a sconvolgerlo, a vedere oltre i suoi eterni errori qualcosa di buono, e l’altra sera in mezzo a tante persone, era proprio a lei che lui voleva far arrivare la sua innocenza. Quando l’aveva vista accanto a Rei, pronta a schierarsi dalla sua parte si era sentito invincibile, non aveva alcun timore, sentiva come se il suo corpo fosse nuovamente carico di energia e la sua mente per la prima volta murata di luce e non ghiaccio.

- Ehi Yuri mi sta ascoltando? – la voce di Julia venne a riportarlo alla realtà

- Dicevo, alla luce di quest’idea…Beh è facile che domani i Demoni faranno fuori l’ultima squadra di non Cavalieri, ovvero la mia – non appariva spaventata, semmai rassegnata, come se fosse certa e non lasciasse al dubbio neanche una piccola possibilità. Possibilità che neanche Yuri vedeva, ma che doveva esserci.

- Non è detto, dopotutto c’è un sorteggio –

- Invece sì. Ecco io credo che se sono riusciti in queste due tappe a far incrociare gli incontri con i loro piani, significa che possono fare affidamento anche su poteri magici –

Yuri inarcò le sopracciglia scettico. – Rifletti, in fondo sono riusciti a creare copie identiche di voi russi per incastrarvi, così come le tracce di beyblade che sono state ritrovate accanto ai New Europa che hanno fregato Boris. Perché non potrebbero anche decidere gli incontri? –

Julia sembrava avere una risposta a tutto, era evidente che ci aveva pensato a lungo e che non aveva elaborato la sua teoria su delle fantasie, ma solo su constatazioni oggettive. E questo non era un bene per lei.

La osservò ininterrottamente seguendo le scaglie di luce che le si poggiavano sulla pelle abbronzata ed i capelli ramati, creando un incantevole gioco di luci, dandogli come un nodo alla gola al solo pensiero che corresse realmente il rischio di fronteggiare i Demoni.

- Cosa hai intenzione di fare? – in ogni caso non l’avrebbe compatita, non era nella sua indole e mai si sarebbe sporto troppo oltre il baratro.

- Beh sinceramente non ho molte possibilità di scelta. Combatterò – si alzò prendendo la borsa e legandosi in una coda alta di lunghi capelli. – Rei verrà questa sera, io preferisco allenarmi. Non darò vita facile a quei maledetti – cercò di sorridere, sperando che Yuri non captasse il suo timore. Il ragazzo affondò le unghie nella giaccia irrigidendo la postura. Aveva letto paura nei suoi occhi ed era come se quella sensazione fosse sua. Era lui ad avere paura…Paura di perderla.

Lei lo guardò come se lo stesse studiando, ma in realtà si stava imprimendo nel cuore ogni particolare di quel ragazzo dal viso di porcellana con occhi di ghiaccio che riuscivano a scaldarla più delle fiamme ardenti. Sarebbe scesa in campo per lui, più che per ogni altro. – Allora ciao Yuri – disse voltandosi lentamente, facendo scomparire dalla visuale quel viso.

Lui la vide allontanarsi e sentì come una rabbia prepotente prendere possesso del suo corpo mentre si ripeteva che non voleva che se ne andasse. Scattò in avanti deciso a fermarla, tenendo gli occhi fissi sulla sua coda, oramai unica parte di lei che riusciva a vedere in mezzo a tanta gente. Scomparve dalla sua vista come il sole che tramonta, lasciando solo ombra e freddo attorno e dentro di lui.

- Julia… -

 

Corse fino all’edificio più vicino appoggiandosi alla parete per riprendere aria. Era stato più difficile del previsto. Vedere Yuri per l’ultima volta prima del match che sicuramente ci sarebbe stato, le aveva dato un misto di gioia e tristezza, stava quasi per piangere, ma si era trattenuta, perché non voleva che Yuri la vedesse come una ragazza debole…Lei era fiera, arrogante forse, ma mai si sarebbe mostrata debole…

“E ora speriamo che tutto vada come previsto” osservò rapidamente l’orologio che segnava le 15.00 e lei doveva incontrarsi con Hilary solo tra mezz’ora. Si riprese un attimo prima di riprendere a camminare a capo chino per non essere colpita dai raggi del sole.

 

- Toh guarda chi si vede. Ciao Julia…Lo sai che non è bene camminare per le vie di Rabat da sola? Si può correre il rischio di incontrare gente cattiva come quel Yuri – Julia si sentì il sangue raggelare nelle vene quando la voce vicina e velenosa di Astra le si parò davanti. – O come te – rispose sprezzante. La mora rise appena esibendo un viso angelico e doppio. – Dipende dai punti di vista -

- Che diavolo vuoi Astra? – chiese lei. Alla fine aveva funzionato. Aveva sperato che Astra venisse, solo non così presto. “Devo prendere tempo”

- Oh perché dovrei volere qualcosa da te mia cara? –

- Smettila di fingere. Io non sono uno di quelli che hai abbindolato come marionette quindi puoi anche calare la maschera Demone – lo disse a voce normale, guastando le lettere dell’ultima parola, come se pronunciarle le lasciasse un gusto dolce sul palato.

- Come vuoi – disse grave lei trafiggendola con occhi carichi di veleno e menzogna. Aveva un qualcosa di agghiacciante, spaventoso e dannatamente ingannatore in quegli occhi.

- Così hai parlato con Yuri…Ed io che credevo se ne fossero tornati in Russia. Che vi siete raccontati di bello? –

- Che vi sconfiggeremo –

- Si certo…Saremo fermati dall’invincibile squadra formata da tre Guardiani e due Cavalieri…Sto tremando di paura – rise Astra con fare divertito.

Julia sgranò gli occhi “Tre Guardiani? Ma se siamo quattro?” – Quattro Guardiani Astra –

Il Demone riportò l’attenzione sulla spagnola mentre i suoi occhi color lilla prendevano a brillare di una luce dannatamente sinistra e poche parole imprigionarono il cuore di Julia.

- Tre…Perché tu non ci sarai -

 

- Tieni Takao, Dragoon è pronto – disse Hilary consegnando all’amico il beyblade argentato  perfettamente revisionato. Takao la guardò assente ringraziandola e svanendo alla sua vista. Hilary osservò dubbiosa il punto da dove Takao era sparito chiedendosi che cosa l’avesse potuto turbare tanto. “A quanto pare qui tutti hanno un problema”

“Che possiamo chiamare crescita?” la voce di Nike le arrivò lontana. Oramai stava diventando una cosa normale parlare con lei, ed Hilary trovava emozionante e lieto parlarle, come se quella presenza riuscisse a comprenderla e capirla. “Direi di sì” disse la ragazza uscendo dalla stanza della BBA e dirigendosi verso la hall. Aveva deciso di visitare la città con l’intento di trovare Nike, doveva trovarla prima dello scadere del tempo, non sapeva che cosa glielo dicesse, ma sentiva che doveva affrettarsi.

 

- Cos’è hai tanta voglia di farmi fuori che non puoi aspettare domani? – chiese Julia cercando di prendere tempo. Non sapeva più come fare. Se si fosse messa a correre non avrebbe avuto scampo, non era certa che i poteri di Astra si limitassero a creare copie o ingannare i sorteggi e se avesse usato qualcosa di strano non avrebbe avuto scampo. Chiamare Hilary non sarebbe servito perché non sarebbe mai arrivata in tempo…Non poteva affidarsi a nessuno. “Maledizione”

- Perché dovrei attendere domani quando ti ho qui su un piatto d’argento? – disse il Demone avanzando verso la ragazza.

La spagnola avvertì la Paura prendere il possesso dei suoi arti, ma tentò di reagire. – Beh se mi fai fuori ora tutti penseranno che i Neoborg sono innocenti visto che non sanno che sono qui…E poi tutti i ragazzi sono in albergo, ci siamo solo tu ed io fuori, quindi la colpa sarà tua – rispose decisa lei convinta di averla messa al muro. Ma i suoi occhi non apparivano sconfitti, brillavano di pazzia mascherata d’innocenza e purezza.

- Oh ma non se io provo che tu ti sei vista con Yuri…A pensarci bene non sarebbe una cattiva idea farti fuori e far ricadere la colpa sul caro russo – rise lei.

Julia si sentì atterrita. Non poteva far cadere la colpa su Yuri…Doveva fare qualcosa.

Afferrò Thunder Pegasus dalla sua tasca posizionandolo nel caricatore e puntandolo contro Astra. – Se mi vuoi dovrai uccidermi lottando! – ringhiò

L’altra osservò stupita il bey prima di stringersi nelle spalle. – Che noia…Preparati –

 

Hilary si bloccò di colpo sentendo l’aria mancarle e gli occhi le divennero vitrei privi di pupilla. “Nike che succede? Non capisco” disse spaventata tenendosi le braccia attorno al collo. “Hilary corri…Fermali! Vogliono colpire uno Guardiano…Non fare che avvenga come per la Tetrade” disse Nike allarmata riferendosi ai quattro BEGA.

Hilary si portò le mani alle tempie premendole con i medi e rilassando i nervi, mentre un’energia scaturiva dal petto fino ad espandersi per tutto il corpo. Potere, energia, forza, potenza…Magia. I suoi occhi si chiusero ed il buio fu irradiato dall’immagine di un Caffè che aveva visto la sera precedente in pullman proseguendo pochi metri dopo il locale fino a spegnersi.

Hilary alzò le palpebre verso la strada e col cuore che batteva all’impazzata prese a correre.

 

- Credi forse che una stupida trottola possa fermarmi? Sono molto più forte di te -

- Certo, combatti con il potenziamento della Voce – le rispose decisa Julia

Il Demone si strinse nelle spalle – Ma quante cose interessanti che sai Julia, davvero ammirevole…Sarà meglio non avere tanta pubblicità – il mora sorrise sinistramente, mentre il respiro di Julia si stava facendo sempre più rarefatto.

- Che cos’è la Voce? – le chiese sperando di indurla a parlare.

– Non vedo perché dovrei dirtelo –

 

“Corri Hilary ti prego!” sentiva la voce di Nike farsi sempre più distante, ma lei non accennava a fermarsi. “Ci sono quasi”

 

- Per togliermi una curiosità prima di cadere nel sonno – le rispose Julia

Astra la guardò come se trovasse divertente la situazione – E chi ti dice che tu cadrai nel Sonno? Voi Guardiani non ci siete indispensabili, abbiamo bisogno della vostra energia certo, ma ne abbiamo così tanti che se ne muore uno non cambia molto – rise Astra preparando Illusion nel caricatore e pronta a lanciare.

- Tre – i secondi scandivano lentamente il tempo così come il cuore di Julia

- Due – gli occhi di Astra non tradivano alcuna pietà, ardeva di pazzia, follia e morte.

- Uno – Julia deglutì chiudendo gli occhi e ricercando gli occhi di Yuri nella sua mente.

 

- Ci sono quasi… - urtò un uomo che portava un carretto ma non si fermò, svoltò l’angolo del Caffè Maure avvertendo una forte sensazione di pericolo. Sentì l’energia ed il calore fluire dalle sue mani.

 

- Pronti…- Astra tenne le dita sul filo del caricatore ed iniziò a tirare.

“Ferma Astra!”

“Ares! Che diavolo vuoi!” gli disse Astra seccata per quell’interruzione.

“Hilary sta venendo da quella parte, devi andartene!” disse il biondo allarmato

Astra sgranò gli occhi sorpresa e sconcertata e questo sotto lo sguardo attonito di Julia.

“Ma che…” balbettò mentre spostava gli occhi alle spalle della sua avversaria.

“Vattene di lì!”

Astra trafisse Julia che avvertì come una sorta di irritazione in quegli occhi. – Sei stata fortunata – e svanì lasciando dietro di sé solo polvere e confusione nella testa di Julia.

- Julia! – la spagnola di girò di scatto incrociando gli occhi di Hilary che affannata si precipitò da lei. La brunetta ansimava ed il suo volto era imperlato di sudore; Julia la guardò un momento smarrita – Tutto bene Hila? Perché correvi? – come diavolo aveva fatto a capitare da quelle parti? Dovevano incontrarsi solo fra mezz’ora, e poi perché correva? Era stato grazie a lei che Astra era svanita?

Hilary guardò l’amica rendendosi conto di aver perso il collegamento con Nike, e la sensazione di pericolo era svanita di colpo. Forse il nemico non si era neanche avvicinato a Julia…”L’importante è che stia bene” pensò Hilary sorridendole – Non dovevamo vederci? –

 

Il resto della giornata trascorse con la stessa velocità di una giostra. Ogni personaggio rimaneva ancorato sul proprio cavallo sotto l’influsso del motore, continuava il suo corso sotto un caldo sole, unico testimone onnipresente di quell’imminente mossa che spettava alla Regina Nera. Nessun pedone poteva più intralciare i sommi disegni della fazione Nera che letale si avvicinava alla Regina Bianca, protetta solo da se stessa. I pezzi bianchi erano troppo lontani per aiutarla, o almeno così si credeva…Perché non bisogna necessariamente essere vicini fisicamente per essere vicini con la mente e col cuore.  

 

E le stelle regnavano, osservavano il lento e vivo scorrere del Tempo emozionandosi o intristendosi per ciò che vedevano, danzando attorno ad una Luna dalle molteplici facce…Bastava vederla con il proprio animo per scorgerne una diversa sfumatura.

 

Dranzer saettava confuso e letale attraverso le file degli alberi, lasciando solchi leggeri e precisi sulla terra corrosa dal Sole, che ora ricercava un po’ di respiro nell’aria notturna.

Kai osservava apparentemente concentrato il suo bey tentando di riversare nel fidato compagno solo il suo spirito di blaider e la sua determinazione, ma non ci riusciva, non trovava la concentrazione necessaria, troppi pensieri affollavano la sua mente, e non riusciva a frapporre fra questi ed il suo bey una barriera, così che Dranzer si muoveva in modo del tutto privo di logica…Come il cuore del suo blaider.

- Fortuna che ci siamo solo noi due Kai…Dranzer è confuso oggi – obiettò Rei appoggiato ad un albero vicino. Kai riprese la trottola senza dire nulla, osservando il bit della sua aquila che risplendeva come una stella nella notte. Strinse la presa. Perché non riusciva a condurre Dranzer? Perché non riusciva a distaccare la mente da tutti quei malsani pensieri che assediavano la sua mente? O meglio, perché non voleva estirparli nonostante si continuasse a ripetere il contrario?

Dranzer era confuso…E lui? Lui si sentiva come qualcuno che ha sempre avuto tutto quello che potesse desiderare, ma che per orgoglio, freddezza, o semplicemente carattere, non ha mai voluto vederlo. Perché non voleva smuoversi dalla sua coltre di ghiaccio e perché era sempre stato certo che il suo unico amore fosse il Beyblade…Perché non aveva mai voluto mescolare la sua esistenza con quella del mondo circostante.

Ma le cose stavano cambiando, erano già cambiate…Doveva solo rendersene conto.

- Se hai di meglio da fare, perché non te ne vai? –

Rei sorrise con l’intenzione di fargli capire che lui stava benissimo. – Non ho impegni, e poi questa sera la riunione è saltata visto che non solo Yuri, ma anche Crystal è svanita –

Crystal…Ecco un altro punto di ulteriore confusione. Doveva ancora parlare con lei…Doveva farlo, sentiva di voler troppo bene a quella ragazza per poterla ingannare. Non l’aveva baciata perché lo volesse, ma perché  aveva voluto dimostrare a se stesso qualcosa di inesistente.

Si volse verso il cinese cercando di mantenere la sua solita espressione fredda e neutra, ma Rei aveva come un sesto senso, come i felini avvertiva il pericolo e si preparava a riceverlo.

- Non hai niente di meglio da fare? -

- A parte vedere Takao che fissa il cielo, Max che sta attaccato al telefono, Mao che si bacia con Ares e Hilary braccata da Axel no…Non ho niente di meglio da fare – Rei sorrise, sentendo di aver già visto questa scena, solo che all’inverso. Essere amici significa esserci non solo quando siamo noi ad aver bisogno, ma anche quando sono gli altri a volere o a far finta di non volere un aiuto…E questa volta toccava a Kai.

Kai s’irrigidì appena al solo sentire il nome di Hilary ripensando a come l’aveva trattata nei giorni passati. Lei continuava a tenersi dalla parte di quel mostro, nonostante però non gli riservasse né colpe né sguardi d’odio.

- Brutto che le persone a cui teniamo siano accerchiate dal Male senza che noi possiamo fare nulla – disse ad un tratto Rei.

Kai lo osservò con attenzione, mentre anche la Luna mostrava il suo interessamento accarezzando le carni dei due giovani e l’aria non osava muoversi. – Quando vedo Mao assieme ad Ares mi sembra di sentirmi…Non so come dirlo, quasi…- rimase a far levitare la frase per alcuni secondi, come se trovasse le parole.

- Incompleto, senza uno scopo preciso, senza la voglia di far nulla se non annientare – concluse per lui Kai certo di aver pensato quelle parole, ma non di averle dette. Il russo si rimase qualche istante a sentire il suono della propria voce che gravava su di lui, senza però sentire un peso eccessivo, semmai solo una morsa dettata dall’orgoglio.

Rei gli si avvicinò sorridente – Esatto –

 

- Fammi capire, tu non sia dove ti trovi? – chiese Hilary appoggiandosi ad un tronco d’albero della pineta vicino alla spiaggia. Dopo quello che era successo la mattina, aveva passato la giornata a cercare Nike, perlustrato l’Hotel senza risultato, avvertendo la sua presenza lontana, ma comunque presente. “Esatto, se tu fossi al buio come faresti a capire se ti trovi in una stanza o in un baule?” le rispose Nike tranquilla

- Sì, ma di questo passo potresti essere pure nel cappellino di Takao! – sbottò la ragazza sconsolata. Di questo passo non avrebbe mai trovato Nike, era una ricerca impossibile, non aveva niente a cui aggrapparsi…E nessuno.

“Beh no, negli indumenti direi di no. Noi Essenze in genere privilegiamo gli oggetti metallici, i tessuti sono troppo sottili per poter contenere un potere della nostra portata” spiegò calma la voce. Hilary si rilassò qualche minuto avvertendo un lieve vento accarezzarle i capelli e la schiena lasciata scoperta dalla maglia viola che indossava.

- Come i beyblade…Potresti essere in uno dei beyblade che partecipano al torneo e che quindi ci segue da Helsinki?

“Non in un beyblade già occupato…Se ci sono due Essenze all’interno dello stesso beyblade, questo avrà una potenza doppiamente maggiore”

- Come se si combattesse due contro uno giusto? – chiese Hilary riprendendo il cammino verso l’Hotel.

 

“Maledetto cinese” Dranzer saettava aggressivo sul terreno, lasciando solchi profondi e affilati, come le stilettate che Kai riceveva dal suo orgoglio ferito e disarmato. La trottola blu scuro si diresse verso il punto in cui fino a pochi minuti prima sostava Rei e prese a girare ancor più rapidamente sollevando una nuvola di polvere, come a voler cancellare il duro colpo subito. Lo aveva ammesso, si era dato la conferma a quell’interrogativo che tanto lo dilaniava. Ora tutto seguiva un filo logico: aveva baciato Crystal per dimostrare inutilmente a se stesso di poter fare a meno di Hilary e ciò che lo aveva convinto a partire per Rabat erano state delle parole fresche e vere, pronunciate in un passato che aveva reputato non importante…Errando.

- Dranzer! – urlò con rabbia ed il suo bey saettò rapido verso il bosco.

La sua testa era piena di pensieri, immagini, suoni e sensazioni, ma tutte facevano capo solo ad una persona. Non si capacitava della possibilità. Hilary era sempre stata una sua amica, ma nulla di speciale; gentile, sincera, estroversa…Insomma tutto ciò che lui non era.

Lo aveva sempre sostenuto, in ogni incontro e decisione, anzi in alcuni casi era stata proprio lei a condurlo verso una determinata conclusione. Lo aveva salvato dall’eliminazione quando vennero ritrovati i New Europa, e non aveva mai fatto parola con nessuno circa la sua schiena…Ed era per lei se in lui l’odio per Axel aumentava e bruciava sempre di più.

Che fosse…Geloso? No, questo mai. Poteva credere di avere a cuore Hilary, ma mai e poi mai di esserne innamorato…Perché lui non amava, il Beyblade era la sua unica passione.

- Dranzer! -

 

“A che pensi Hilary?” le chiese Nike quasi in un sibilo. Doveva essere parecchio lontana.

La ragazza sorrise lasciando correre lo sguardo al manto della Notte con tutti quei diamanti luccicanti che sembravano sorriderle.

- Ma non senti i miei pensieri? -

“Sì e sento una grande emozione provenire da te”

Hilary si fermò lasciando che il vento le accarezzasse la pelle leggermente arrossata per il sole e rinfrescasse il viso accaldato. – Stavo pensando che…Vorrei che Kai non fosse tornato in Russia – Non poteva credere che lui fosse realmente tornato a casa e che non lo avrebbe più rivisto…Non poteva pensare che se ne fosse andato per sempre.

Sentiva, anzi era certa che lui fosse innocente. Kai non era un blaider scorretto, amava il bey come forse non avrebbe mai amato nessuno. Lei stessa aveva preferito lasciargli amare la sua unica passione ed aveva fatto di tutto per difenderlo la prima volta ed evitare che i Neoborg venissero eliminati. Ora Kai doveva soffrire molto, non solo aveva perso la sua vecchia squadra, ma anche il campionato.

“E’ stato trattato ingiustamente” riportò Nike

Hilary annuì. Lo pensava anche lei. Non credeva che tutti quegli incidenti fossero ad opera di Kai e la sua squadra. C’era qualcuno che muoveva le fila di tutta quella storia, un esterno, un nemico senza volto, magari una persona che non avevano mai visto…O magari sì.

 

Aprì la porta silenziosamente venendo assalita da un’oscurità perenne. Neanche la luce della Luna osava entrare nella stanza come se temesse quel luogo. “O come se odiasse me” sorrise fra sé Crystal avvicinandosi alla finestra e scostando le tende. Non vedeva molte stelle nel cielo, e quelle che vedeva erano piccole e spente, prive di quella bella luce che amava osservare di notte.

Rimase del tempo a scrutare il cielo, riflettendo, e dando nuovo sfogo alla sua coscienza che evidentemente non ne voleva sapere di lasciarla in pace. Aveva passato la giornata a camminare sola per Rabat, riordinando i suoi pensieri, ed attendendo invano l’arrivo di Kai. Ma non sapeva se sarebbe stato un bene per lei vederlo. Perché temeva che per Kai quel bacio non avesse rappresentato nulla.

- Hai già dato il nostro nuovo indirizzo ai tuoi amici Demoni Crystal? -

La rossa si scansò rapidamente osservando la figura atletica e virile di Boris fare capolino da dietro la colonna. Incrociò le braccia al petto irritata – Cos’è ora mi segui anche Boris? Mi sembrava di averti detto di lasciarmi in pace e farti i fatti tuoi – perché doveva sempre sorprenderla in un momento di debolezza e vulnerabilità?

Il ragazzo si strinse nelle spalle avvicinandosi sotto l’abbraccio argentato della luna a lei. Sembravano alleati. Si portò a pochi centimetri dalla russa che non accennava ad abbassare le armi. Gli faceva rabbia che Crystal continuasse su quella strada. Sapeva che non era una cattiva persona, ma non accettava che dovesse soffrire e sbagliare per uno che non la voleva. Non gli importava dei Demoni, egoisticamente riteneva il loro problema meno grave, reputava più importante riportare Crystal quella di prima…E non solo perché ne era innamorato.

- Dove vado o che faccio sono affari miei -

Con uno scatto il ragazzo la afferrò per le braccia sbattendola contro il muro. – No Crystal, sono anche affari nostri visto che molte delle cose che ci hanno portato qui sono state causate da te –

Crystal avvertì come una sorta di calore, in quei punti dove la pelle di Boris si era trovata a contatto con la sua, come se la Luna toccando lui, sfiorasse finalmente anche lei.

- Lasciami andare – lo disse per orgoglio, ma non perché lo voleva davvero. Boris era l’unico con cui riusciva davvero ad essere la vera Crystal, una ragazza fredda ma umana, distaccata ma con le sue paure, imperscrutabile ma con sensazioni vive ed evidenti.

- Non lo capisci Crystal che quelli ci vogliono fare fuori? –

- E tu lo capisci che non mi interessa? –

- Già perché in fin dei conti la sola cosa che ti preme è Kai non è così? Non ti importa nulla se siamo in questa situazione e se molti ragazzi sono in un letto immobili..-

Le sue parole vennero interrotte dallo schiaffo che la rossa gli sferrò in pieno volto. – Basta stai zitto! – gridò con rabbia avvertendo la mano pulsarle dal dolore come se lo schiaffo l’avesse preso lei…Rimorso.

- Cos’è la voce della verità fa male? Svegliati Crystal! Credi davvero che Kai provi qualcosa per te, e sei certa che quel qualcosa valga tutto questo? – ne era sicuro, Kai non amava Crystal, la reputava una sorella ma niente di più. Bastava vederlo per rendersi conto che le sue azioni gravitavano intorno ai suoi amici e nient’altro. I BBA ecco chi albergava nel cuore di Kai Hiwatari. Se ci fosse anche una ragazza non lo sapeva, ma non era Crystal.

- Se proprio lo vuoi sapere Kai mi ha baciata – ribattè lei acida.

Boris sgranò appena gli occhi, ma si riprese. – Davvero? E come mai non è qui con te? Crystal guarda che Kai di errori ne ha fatti parecchi e questo non è diverso –

La ragazza chinò il capo come se non riuscisse più a reggere la pressione di quegli occhi verdi, così puri e lucenti che sembravano essere come uno specchio per lei. Le mostravano la verità in tutti i suoi colori, in tutte le sue diverse sfumature, facendola affacciare davanti alla realtà, conducendola alla fine dell’intricato labirinto dell’Illusione.

Ad un tratto avvertì la presa salda di Boris sul suo mento ed i suoi occhi smeraldini tornarono ad incatenare i suoi. – Ricordati una cosa Crystal; l’ho imparata durante la “prigionia” di Vorkof, e forse è l’unica cosa per cui devo ringraziarlo: tra le tante cose che un uomo può perdere ce ne sono alcune primarie, che se vengono estirpate ti rovinano la vita, ti fanno sentire privo di certezze, spaesato e confuso, e tra queste c’è la dignità. Perdere uno di questi valori ti conduce all’Oblio e alla Pazzia. Noi avevamo perso la libertà e ce la siamo ripresa…Ma tu ora ne hai persa un’altra – e si allontanò da lei.

La Luna venne coperta dalle nuvole lasciandola priva di luce, e la Sua Luna si allontanò privandola di calore e uno specchio in cui vedersi per quello che era…

 

La Luna si mostrava armoniosamente sullo specchio d’acqua immobile che rifletteva le luci delle imbarcazioni e delle stelle, in un eterno e vivo specchio mobile. Julia lanciò per l’ennesima volta Thunder Pegaus facendolo saettare con eleganza per la sabbia e guidandolo in intricati disegni e schemi d’attacco. Stava ripassando ancora la sequenza di movimenti che aveva messo in atto con l’aiuto di Raul per l’incontro di domani, che dopo l’avventura della mattina era certa sarebbe avvenuto. Ancora non capiva come diavolo avesse fatto Astra a capire che Hilary si stava avvicinando, ma ciò dimostrava ancora che avevano dei poteri oltre la sua immaginazione.

Perse un istante la concentrazione fermandosi su quei pensieri ed il suo bey si incagliò nella sabbia. La ragazza si chinò a raccoglierlo per rilanciare – Lancio! –

La trottola viola volò per alcuni metri per poi planare sulla sabbia e riprendere il suo percorso. Doveva riuscire ad evitare i contatti troppo diretti, meglio puntare sulla velocità…Anche se così avrebbe ridotto le sue probabilità di entrare in contatto con la Voce.

Thunder Pegasus vorticò sollevando una nuvola di sabbia dentro la quale svanì per poi riemergere incendiando la sabbia sollevata in uno spettacolo di luci e fiamme. Dopo qualche istante però si fermò. Julia scosse il capo sconsolata. “Così non va, devo essere più veloce”

- Forza un’altra volta – ansimò passandosi un braccio sulla fronte imperlata di sudore.

- Non te ne serviranno neanche cento se non ti riposi –

Il cuore di Julia mancò un colpo e una ben nota morsa le attanagliò lo stomaco. – Yuri –

Il russo sopraggiunse alle sue spalle mantenendo la sua tipica espressione impassibile e fredda. La Luna pareva amare quel delicato profilo, accarezzava dolcemente quella pelle così simile a lei come se le appartenesse e gli occhi di ghiaccio brillavano almeno quanto tutte le stesse del manto stellato.

- Non ho bisogno di riposarmi, devo allenarmi -

- Sempre convinta che domani toccherà a te? –

- Sì –

Yuri si morse il labbro interno istintivamente odiando quell’affermazione come se fosse stata la firma di una condanna a morte.

La osservò mentre riponeva Thunder Pegasus nel caricatore e concentrata si apprestava a lanciare. Leggeva determinazione e forza, ma erano evidenti anche timore ed insicurezza.

Si sentì impotente davanti a tutto questo; non poteva fare nulla per evitarle quello scontro…Ma forse poteva contribuire con tutto se stesso a far svanire quell’ombra scura dal suo viso…Non voleva vederla triste.

- Alza più il braccio sinistro e fai un giro in più col corpo quando lanci – le disse prontamente lui fermandola. La ragazza si voltò verso di lui stranita come se non avesse creduto alle proprie orecchie. Yuri Ivanov la stava aiutando?

I loro occhi si scontrarono con dolcezza, lei scrutando le profondità del ghiaccio, lui annegando in quel mare di smeraldo e oro fuso.

- Fai un giro di più, così incrementerai maggiormente la velocità, ma non sporti troppo fuori asse o l’inclinazione del lanciò verrà sbagliata –

Lei annuì modificando la postura e rilanciando. Thunder Pegasus vortico rapido sul pelo dell’acqua per poi tornare sulla sabbia rapido e scattante.

Lei ripetè le varie mosse dei suoi schemi sotto lo sguardo attento e vigile di Yuri che la correggeva di tanto in tanto, senza mai smettere di tenere le braccia incrociate al petto; manette che servivano a tenerlo vicino e lontano da lei.

- Ancora una volta Thunder Pegasus…Forza D’energia! -

All’improvviso un beyblade si affiancò al suo parando l’attacco seppur con difficoltà. Julia ricercò gli occhi di Yuri che brillavano come il metallo lucido di Wolborg che roteava instancabilmente accanto al bey viola.

- Quell’attacco provalo su di me -

La spagnola sorrise posizionandosi di fronte al russo che potè vederla sorridere senza più ombre di timore. – Grazie, ma non ti lascerò mai vincere! –

Il ragazzo sorrise appena, certo che l’oscurità lo celasse – Se ti aspetti dei favoritismi perché sei un’alleata ti sbagli…E poi avevamo uno scontro in sospeso –

- Già avremmo dovuto scontrarci ad Helsinki al campionato – rispose lei

- Preparati…Tempesta di Ghiaccio! –

“Ti allenerò, se questo di può aiutare ti allenerò. Anche per tutta la notte”

E la Luna assistette felice davanti a questo scontro in cui Paura e Amore lottarono sfoderando le loro armi migliori e dando spettacolo delle loro capacità sotto le Stelle.

 

“Meglio tornare in albergo…Non voglio che Axel si preoccupi” pensò Hilary fermandosi e voltandosi nuovamente attraversando il bosco che costeggiava la zona della Necropoli.

Si sentì strana a pensare solo in quel momento ad Axel, e questo le fece male. Si stava  comportando in maniera scorretta con quel ragazzo e con se stessa. Voleva bene ad Axel, lui c’era sempre stato davanti ad ogni suo dubbio, l’aveva capita ed ascoltata…Ma riusciva a pensare a lui con la testa, non col cuore. Vedeva ancora Kai davanti a lei, ricercava ancora i suoi occhi nel buio, avvertiva ancora una meravigliosa morsa all’altezza del cuore quando veniva nominato il nome del dranzerblaider…Cose che non accadevano per Axel. Ciò significava che stava ingannando Axel e non voleva.

Forse aveva davvero creduto di riuscire a dimenticare Kai e si era buttata a capo chino fra le braccia di chi le aveva voluto bene…Ma era sbagliato; avrebbe dimenticato Kai, ma non ora e non con Axel. Il canadese era suo amico, una persona speciale, unica, gentile e meravigliosa…Ma non era Kai.

 

- Maledizione…Dranzer! – lo spronò ancora, aggredendo con rabbia l’aria e la terra, sfogando i suoi dubbi solo alla Luna, unica spettatrice di quel momento di collera.

“Siamo tuoi amici e questo lo sai”

“A te le parole amicizia e fiducia sono totalmente estranee?

“Dopotutto la squadra di Axel è veramente forte e chi lo sa magari potrebbero essere persino loro i prossimi campioni del mondo. Geloso che siano in gamba quanto e forse più di te?”

Le sue parole gli tormentavano la mente e impedendogli di concentrare tutta la sua energia sul Dranzer.

Parole, solo e soltanto parole…Suoni che si intrecciavano dandogli la sensazione che non esistesse altro rumore più importante e che uniti a due iridi color cioccolato sapevano attirarlo e fargli vivere emozioni a lui ignote.

Ma non poteva esserne innamorato.

Lei probabilmente in questo preciso istante poteva trovarsi fra le braccia di quel verme mentre lui si tormentava come mai aveva fatto.

Ad un tratto perse la concentrazione sul bey che prese a schizzare come una furia verso il centro della radura. Kai si riprese immediatamente ma il bey era fuori controllo e dopo qualche istante svanì dalla sua vista immergendosi nella boscaglia.

Il ragazzo prese a correre verso il suo bey seguendo il rumore che produceva ed il solchi sul terreno. “Ci mancava giusto questa” pensò irritato senza smettere di correre accompagnato dall’immagine di Hilary e dai raggi della Luna.

 

- Nike, quali sono gli altri poteri di cui dispongo? – chiese ad un tratto lei

“Li devi scoprire tu, comunque in genere i Custodi possiedono il Sacro Potere dei Portali, sanno impiegare l’energia bianca, che tra l’altro hai già sperimentato e poi possono gettare sguardi sul Tempo Passato. Ma non tutti i Custodi sono inclini alla Magia allo stesso modo” puntualizzò Nike

- Occhio sul passato? E poi scusa, ma io non so come ho fatto a curare quella pianta -

“E Kai”

Hilary battè le palpebre confusa a quella risposta. – Vuoi dire che ad Helsinki ho curato io Kai? E che l’immagine dell’Aquila Rosse piangente è stata dettata dai miei poteri? – chiese lei sorpresa ed emozionata allo stesso tempo. Ricordava ancora la felicità intravista negli occhi di Kai quando nell’aprire la cartellina con le sue analisi aveva letto di non avere più nulla, ed era meraviglioso sapere di essere stata lei a regalargli quell’attimo di felicità.

“Sì”

- Ciò significa che noi due dobbiamo esserci incontrate prima giusto? -

“Esatto”

Hilary ad un tratto si arrestò, avvertendo un sibilo provenire dalla foresta. Non era un animale notturno…I gufi non fanno quel verso.

“Ma che diavolo…” il rumore si faceva sempre più vicino fino a che Hilary non vide in un lampo di secondi qualcosa schizzare contro di lei. Accadde tutto in una manciata di secondi, con una velocità tale che la ragazza non si rese conto immediatamente si cosa avesse fatto.

- Barriera Sacra! – gridò mettendo le braccia incrociate davanti al petto e lasciandosi avvolgere come da una bolla di sapone che però resistette bene all’impatto con quel…Bey

“Dranzer…”

 

Corse fino al centro della radura fermandosi per ascoltare meglio. Non poteva averlo perso.

Dopo alcuni minuti un urlo squarciò l’aria e Kai prese a correre verso quella direzione con il cuore in gola ed una sensazione strana che andava crescendo.

 

“Che ci fa Dranzer qui? Non mi avrà mica voluto attaccare”

La bolla svanì ed il Bey blu cadde a terra ai piedi della ragazza che si chinò a raccoglierlo, osservando incredula la perfetta forma del disco d’attacco e inspirando a pieni polmoni l’odore di quella trottola, che sapeva di fresco e cocco, che sapeva di Kai.

Non riusciva a credere ai suoi occhi…Kai era lì a Rabat.

 

Quando lei sollevò il capo, metà di lui sperò di essersi sbagliato, ma quando incrociò quelle due splendidi iridi color cioccolato si sentì…Felice. Una semplice parola per una complicata emozione, che raramente si riesce a raggiungere. Un piccolo sprazzo di felicità che per lui valeva più di molte vittorie, uno sguardo che significava più di un titolo mondiale…Era a questo che pensava quando incrociò lo sguardo della sedicenne ancora china sul suo Dranzer.

- Kai – nominò il suo nome con incredulità e fu qualcosa di incredibile. La osservò attentamente mantenendo la sua maschera, ma crogiolandosi nell’attesa di sentirla nuovamente parlare. – Ero certa che non te ne saresti tornato in Russia – gli disse lei.

Lui lei si avvicinò tenendo le braccia incrociate davanti al petto e squadrandola quasi volesse verificare se stesse bene. – E ora mi spiego anche i strani comportamenti di Julia e Rei. Stanno recitando molto bene – continuò lei posando lo sguardo sul viso del ragazzo davanti a lei. Era qualcosa di inspiegabile ciò che provava ogni volta che incontrava i suoi occhi, come se tutto attorno a lei prendesse a vorticare ed ogni preoccupazione venisse accantonata, come sconfitta dinanzi a quel creatura apparentemente senz’anima e cuore.

I suoi occhi lo accarezzarono, sorvolando il viso chiaro con i tatuaggi blu, le labbra sottili e tese in linea retta e gli occhi così lucenti e profondi che potevano essere paragonati alle stelle di quella notte. Tutto il lui l’attirava, tutto il lui era come dolore e sofferenza. E’ un concetto contraddittorio, ma per Hilary lui non era il Bene, ma la Completezza, ciò che era il suo di Bene. Sentiva che sarebbe potuta restare lì per sempre e per qualche istante tutto ciò che aveva allontanato Kai da loro le sembrò inutile e superfluo.

- Loro stanno facendo quello che sentono, a differenza vostra che permettete agli Obscuras di controllarvi come marionette –

- Ancora con questa storia! Ascoltami Kai, mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare. Sono d’accordo con te e ci credo al fatto che siate stati accusati ingiustamente, ma non ha senso continuare ad accusare gli Obscuras. Un nemico c’è, ed è qualcuno con poteri fuori dal comune, qualcuno che vi ha teso una trappola ed ha fatto addormentare tutti i blaider, ma questi non sono gli Obscuras. Anche loro sono stati attaccati e sono in pericolo tanto quanto noi. Probabilmente a questa tappa toccherà a qualcun altro, ai PPB, ai cinesi o proprio a noi BBA! – Non aveva minimamente accennato a Nike, ma in sostanza gli aveva detto ciò che pensava.

Kai scosse il capo mentre ancora Dranzer rimaneva fra le mani di Hilary – Sei talmente annebbiata da Axel che non vedi la verità. Hai ragione toccherà a qualcuno e se non accetti la realtà dei fatti ti pentirai presto di non esserti resa conto prima della verità –

- Mi stai minacciando forse? -

A quel punto lui prese il bey dalla mano della ragazza, intrappolando per qualche secondo il suo polso nella mano – No, se vi ho seguiti non è certo per questo –

Fece una leggera pressione sulla pelle morbida della brunetta per poi lasciarla di colpo e voltarsi, nonostante combattesse contro una voce che gli diceva di riprenderla.

- Allora perché? – ad un tratto quella domanda squarciò la leggera patina di silenzio che si era instaurata fra loro e la Luna che ancora attenta seguiva le loro voci come ammaliata.

- Perché mi sono ricordato di una frase che mi venne detta qualche anno fa in un momento in cui ero stato sul punto di mollare tutto – si volse verso di lei incrociando i suoi occhi che lo osservavano confusi.

- Che senso ha far parte di una squadra, se uno scappa quando gli altri hanno bisogno di lui? Sono parole tue – disse Kai prima di riprendere il cammino e svanire sotto gli amorevoli raggi della Luna, lasciando Hilary ad osservare un cielo senza Luna perché oscurata dalle nuvole e delle stelle che splendevano come lacrime o come luci della ragione in fondo all’anima.

 

Eccoci qui! Beh lo prometto questo capitolo è l’ultimo da profonda introspezione…Era indispensabile per i prossimi due capitoli. Arrivati a questo punto credo sia impossibile che Kai non risulti OOC. Sto facendo del mio meglio e spero di esserci riuscita! Che dirvi se non che spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto e che spero lascerete un segno del vostro passaggio? Ah Buone Vacanze!!

E ora passiamo all’Angolo dei Grazie^^

 

Chelsea_: Carissima! Scusa per il ritardo! Sono felice di sapere che il trucco di Julia e Rei ti sia piaciuto e spero davvero che anche questo capitolo abbia appagato le tue aspettative! Aspetto la tua anche su questo! Baciuzzi Avly

 

_marghe 96 xD_:eccola qui la mia piccola grande recensitrice! Fortuna che non ho fatto una gaffe^//^ Ebbene sì, Yuri fa passi da gigante e speriamo che il Tempo sia dalla sua! Sui nostri meravigliosi Kai e Hilary. Beh non mi linciare se ancora non siamo arrivati alla svolta! Spero davvero che questo capitolo ti sia piaciuto e che riceverò anche su questo la tua opinione! Baciuzzi Avly

 

Inuyasha_Fede: grazie mille per aver commentato…E mi sa che questa volta il capitolo non sarà ai tuoi canoni^^ Mi spiace, ma come ho detto prima mi è stato indispensabile! Spero comunque che ti sia gradito e mi piacerebbe molto ricevere un tuo sincero parere! Baciuzzi Avly

 

Lexy90: e squilliamo le trombe per il risveglio dei blaider. Il caro Takao ce lo riprenderemo? Speriamo di sì! Carissima spero con tutto il cuore che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Confesso che faticava ad uscire bene, tanto che ci sono alcuni punti di questo che non mi piacciono particolarmente, ma meglio di così non sono riuscita a fare! Spero di ricevere la tua anche su questo! Grazie per esserci sempre! Baciuzzi Avly

 

Kamy: Si! Muah Rei mi diventa perfido! Scherzi a parte, il piano diciamo che nasce dal cuore innamorato del bravo ragazzo, che vuole solo che Mao si accorga di lui…E Julia lo sa sfruttare anche per la missione anti Demoni^^ Potrei indire un test per sapere qual è il Demone più odiato e lì saranno dolori. Grazie per tutto carissima, sono felice di sapere che i capitoli ti piacciono e spero che anche questo sia lo stesso e ti aspetto!! Baciuzzi Avly

 

Padme86: grazie infinite Pad per le tue belle parole, riempiono il cuore di gioia e spero di non averti delusa con questo capitolo. Takao rinsavisce, la reazione passata è stata causata dalla paura di perdere Samantha, inoltre il moretto memore della reazione avuta da Kai allo stadio ha davvero perso il lume. Ho cercato di dare fondo alla personalità di Takao che non è un semplice ragazzo estroverso, ma anche una persona dal cuore buono, che cerca il bene nelle persone e che vive per i propri amici…Peccato solo che non abbia capito che Samantha è una vipera…

Sono felicissima di essere riuscita a rendere i pensieri di Kai bene, confesso che temevo di non riuscirci. E questa volta? Incrocio le dita! Ora Hilary sa di essere la Custode e crede che esista un pericolo ed un nemico, a cui però da un viso diverso a quello che dà invece Kai…

Ti ringrazio davvero per tutto Pad, spero con tutta me stessa di non averti delusa!

PS: causa ritardi non ho ancora finito di leggere Phoenix Company, ma spero di riuscire a rimettermi in pari…Solo una parola “Stupenda!” Sono ancora un po’ indietro, circa al nono capitolo mi sembra, ma comunque mi piace da morire! A presto! Baciuzzi Avly

 

Linn Chan: la mia Tesor! Ci ho messo un tantino, ma come ho spiegato sopra il capitolo non veniva come volevo! A questo punto credo che i tuoi capelli siano del colore naturale…Ma solo per ora…Muah! Yuri si scioglie e col caldo di Rabat peggiora^^ Noto che parecchi hanno espresso la volontà di leggere di Axel e Samantha al rogo! Poveri piccoli^^

Ora attendiamo il giorno dell’incontro…Avrà ragione Julia oppure no? Spero tanto che il capitolo ti sia piaciuto e aspetto con ansia il tuo onesto parere (e anche il tuo aggiornamento!) Lovvo tanto! Baciuzzi Avly

 

Pilatigirls: eccole qui le mie adorate! Grazie infinite per la vostra immancabile presenza e le vostre parole! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che commenterete! Baciuzzi Avly

 

Lirinuccia: la mia meravigliosa giallista! Grazie di cuore per la tua recensione e non preoccuparti di sparare eventuali boiate^^ Sono contenta che anche tu abbia questa malattia dei colori^^ I Demoni hanno colori piuttosto intuibili e che ricordano i loro beyblade, viola Pazzia per Astra, verde acido per Ares, rosso sangue per Samantha e Nero morte per Axel!

Anche io sono per il fucsia per Mao ed il bianco per Rei mentre per Boris il viola di qualche capitolo fa…Meglio se mi fermo potrei fare un nuovo capitolo solo per questo!

La cosa che più mi dà soddisfazione oltre a sapere che la storia ti piace, è che Hilary riesci a trovarla interessante nonostante non la ami come personaggio^^ Spero tanto che questo capitolo ti piaccia, tengo moltissimo alla tua opinione ma questo già lo sai! A presto! Baciuzzi Avly

 

Lenn Chan: quando ho visto che avevi recensito ho creduto di vederci male…Grazie! Ricevere la tua opinione è tantissimo lo sai…Comunque hai ragione su Crystal, agisce il modo egoistico, ma sta pian piano capendo cosa sta perdendo ed il discorsino di Boris di questo capitolo ne è la prova! Spero che questo capitolo, in particolare la scena tra Kai ed Hilary ti sia piaciuta! A presto! Ti voglio bene ^X^ Baciuzzi Avly

 

E ringrazio tutte le meravigliose persone che hanno messo questa storia fra le seguite/preferite/da ricordare. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, e tranquilli non mangio nessuno…Forse.

 

Only for you my Friends

Avly

 

  
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