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Autore: GT 18    26/09/2005    3 recensioni
Da piccole le bambine credono nel Principe azzurro. Questa convinzione,in realtà, serve a mascherare i dolori che si nascondono dietro certi eventi. 18,da piccola,per me rappresenta l'icona ideale: "Sin da quando ero una bimba piccola,i miei genitori mi raccontavano che se un giorno io fossi stata presa dall’orco cattivo, di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi…"
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il servo dell’orco cattivo,che non era affatto malvagio,portò

Il servo dell’orco cattivo,che non era affatto malvagio,portò

i fratelli in un villaggio. Era in corso una fiera…

 

“Stiamo arrivando.” fece notare Roku mentre all’orizzonte appariva la

città.

I gemelli guardavano il luogo felici.

Se ne erano andati,anche se per poco.

Via da quel brutto posto.

Via dall’orco cattivo…

Non si può comparare con nulla al mondo la felicità di andarsene dalla propria prigione.

Anche l’androide pareva più sereno. Il laboratorio del suo creatore era come avvolto in un’atmosfera soffocante e grave. Una sorta di camera a gas,se si volesse

comparare a qualche arnese di supplizio.

Come ci si poteva vivere?

“Meno male che mi ha permesso di fargli uscire. Non so quanto avrebbero potuto

resistere senza prendere una boccata d’aria.” pensò apprestandosi ad atterrare.

17 fu il primo a scendere,ed era esterrefatto.

“Ma non è un trucco!Sei un mago,per caso?”

Se così lo vuoi chiamare…” rispose 6 non troppo seriamente.

Erano atterrati in una strada sterrata,ad un centinaio di metri dalla città.

Sin da lì si udivano musica e risate.

“Oh…qui deve esserci una festa!!!” esultò la bambina.

Così prese per mano il suo amico e iniziò a camminare verso la musica.

Anche il fratello imitò 18,e la prese per manina.

 

Da quanto tempo non sentiva una musica,6.

Si ricordava,che,prima di andare in coma,sua madre gli aveva regalato un carillon.

Gli piaceva un sacco ascoltare la dolce melodia che produceva.

Anche ora poteva ricordarsela.

La città del nord era in festa. Forse era un festival per chissà quale evento storico,

o magari un festeggiamento ideato per i bimbi piccoli.

L’unica cosa certa era l’atmosfera che si respirava.

Ovunque si percepiva felicità,voglia di vivere.

L’esatto contrario di ciò che si provava a stare nella base di Gero.

“Che…Che bello!!!” urlò la bambina vedendo stelle filanti ovunque.

“Guarda la!!!” disse il fratello,indicando un gruppo di artisti di strada.

I due fratelli iniziarono a ridere,a metà strada tra lo stupore e il divertimento.

6 si mise ad osservare l’ambiente.

Si sentiva strano in mezzo a tutta questa allegria.

Lui non riusciva davvero a sorridere,in ogni modo.

Ma poi dovranno tornare la…” pensò.

Non voleva tornassero dal dottor Gero. Non voleva tornarci nemmeno lui.

“Sarebbe così facile fuggire…ma non posso…dio,come mi maledico per questo…”

A lui non importava di fuggire o meno.

Ma avrebbe voluto far scappare i due.

Se solo loro fossero riusciti a fuggire…

 

“Ehi,6!!!Vieni a vedere!” lo chiamò 18 strattonandolo per una manica della giacca.

Vi era una sfilata per le strade. Donne e uomini sfilavano in sfarzosi e vaporosi abiti 800eschi. Tutt’intorno vi era pioggia di coriandoli e di stelle filanti,che colorava il paesaggio dei mille colori dell’arcobaleno.

L’androide si mise a fissare tutto ciò incantato.

Tutto era così bello.

Avrebbe voluto che il tempo non passasse mai.

Che si fermasse.

Ovunque vi erano giocolieri e uomini sui trampoli,che rallegravano con numeri

acrobatici il pubblico. Uno spettacolo per gli occhi.

E anche per la mente.

“Sono delle principesse!” commentò entusiasta 18,mentre seguiva la sfilata con

gli occhi spalancati.

 

La festa terminò dopo alcune ore,e i tre camminarono per le strade.

La gente stava tutta tornando a casa,sulle strade vi erano residui di coriandoli che

davano un vistoso colorito.

“Vi siete divertiti?” domandò 6 ai fratelli.

“Moltissimo!!!” risposero all’unisono i due,sorridendo.

Era la prima volta che vedevano uno spettacolo simile. Ne erano rimasti incantati.

“Sai,6…tu non sei così cattivo come sembra…” ammise 17 grattandosi la guancia.

L’androide fece un cenno positivo “Tu sei la seconda persona che me lo dice…”

Si misero in cammino verso l’uscita della città,prendendo la strada dei campi.

“Dobbiamo proprio andare?” domandò 18 rattristata

“Si sta facendo tardi…” rispose 6,anche lui un po’ triste.

Passarono per un immenso campo fiorito.

I fiori erano tutti blu,e parevano un mare da quanto erano numerosi.

La bimba si fermò assieme al fratellino ad osservarli,con la bocca aperta.

Senza aggiungere altro si buttarono a terra e rotolarono giù per la collina,finendo

in mezzo ai fiori.

L’androide corse subito dai due,e li trovò sorridenti in mezzo al campo.

“Ma che combinate?” chiese,più curioso che spazientito.

“Prova anche tu,6!!!Ti diverti tanto tanto!!!” suggerirono i gemelli.

Poco dopo 6 rotolò giù per la collina come loro due,e finì tra i fiori con la pancia all’insù. Provava una sensazione così piacevole che gli sfuggì un sorriso.

“Bello,vero?” domandò il bimbo rotolandogli vicino.

“Avete ragione!” ammise questi dopo essersi tolto un paio di petali dalla bocca.

“Ti prego!Non torniamo in quel brutto posto!Restiamo qui un altro po’!!!

scongiurò 18.

Non voleva in nessun modo tornare la. Era così felice fuori…

6 ci pensò su. Poi voltò la testa verso la bambina e annuì. “Certo!”

 

“C’erano tanti bambini come noi la alla festa…” fece notare 18,mentre con suo fratello e 6 guardava le nuvole,sdraiata nel campo.

“Sì…erano moltissimi…” accordò questi.

La bimba fece un profondo sospiro,e mormorò in tono triste

“Loro erano con mamma e papà. Come li invidio…vorrei che la mamma fosse qui.

L’androide venne gelato da quelle parole. Ogni volta che saltava fuori questo discorso,gli si gelava il sangue nelle vene.

Quei bambini nutrivano una speranza vana,eppure ne erano così convinti…

Era così triste. Così dannatamente crudele.

“Vedrai che papà ci verrà a prendere e darà una bella lezione a quel cattivo!”

la rassicurò 17,stringendo i pugni con determinazione.

 

Innocenza.

Così innocenti da credere i loro genitori ancora vivi.

Tanto innocenti da venir quasi presi per stupidi.

Quando sarebbe giunto il momento di dire la verità,che reazione avrebbero avuto?

Per ora lui non ne aveva il coraggio. Non ora che erano così felici.

Non ora.

Ma allora quando…?

Forse mai.

 

Venne l’imbrunire. Le nubi si addensarono assumendo un colore rosso.

6 odiava quel colore.

Ovunque lo vedesse,gli veniva a mente il sangue.

“Meglio se torniamo…non vorrei che il dottore si incavoli.” consigliò questi

alzandosi molto lentamente.

I gemelli lo imitarono,con in volto tutta la tristezza che potevano esprimere.

Tornavano dall’orco.

Alla loro “Casa”…

Alla loro prigione.

Il loro amico li prese in braccio e si involò verso la base.

“Dio mio…come vorrei che tutto sparisse…” pensò ricordando ogni brutta cosa.

Che bello sarebbe stato se Gero non ci fosse mai stato.

Anche a costo di restare solo loro tre…tutto sarebbe stato perfetto.

 

Ma anche se i sogni sono belli,sono sempre e solo sogni.

Ribellarsi al suo creatore…una cosa che desiderava ardentemente,ma che non poteva fare. E ogni giorno si dannava per questo.

Ogni singolo giorno.

Quando arrivarono a “Casa”,trovarono ad accoglierli l’orco.

Teneva la cinghia di cuoio nella mano sinistra,e la destra era stretta a pugno.

Il suo volto era una maschera di rabbia.

I bambini si misero dietro la gamba di 6,impauriti.

“Caro figliolo…mi deludi…” enunciò velenoso.

“Ti ho permesso di farli uscire ogni tanto,e tu che fai? Li tieni fino a tardi!

E se fossero scappati?Immagini cosa comporterebbe ciò??!”.

Il suo tono di voce si fece aggressivo,e in meno di un secondo afferrò per un braccio 18.

“Lasciami!!!Mi fai male!!!” urlò la bimba mentre l’orco la tirava per i capelli.

Non ebbe nemmeno il tempo di difendersi che venne colpita alla schiena da

una cinghiata.

Un urlo disumano uscì dalla sua bocca,mentre la sua piccola schiena si tingeva di rosso…

“SORELLINA!!!!”

17 cercò di andarle incontro,ma Gero si frappose,con un ghigno insano.

“Ne ho anche per te,bimbo mio!!!”

senza aggiungere altro lo colpi al braccio,ferendolo tanto da farlo sanguinare.

Mentre 18 piangeva disperata cercando di lenire il dolore,17 chinò la testa,

tenendosela tra le mani. “Basta!!!Non ci faccia più male!!!”.

Gero a quel punto cambiò espressione.

Si rimise con naturalezza la cintura e sorrise.

“Certo che non voglio farvi male…voi siete così preziosi per me…non posso permettermi di danneggiarvi…”.

Poi rivolse lo sguardo a 6.

Aveva osservato impotente a quello spettacolo irreale.

Il suo occhio organico stava facendo scendere una lacrima.

“Spero voi abbiate capito la lezione…se volete uscire,cercate di tornare prima del tramonto…altrimenti dovrò ricorrere alla cinghia!”.

I gemelli obbedirono singhiozzando,e non si mossero di un millimetro.

“Beh…vuoi dirmi qualcosa,Roku?” domandò poi avvicinandosi.

L’androide cercava come poteva di mascherare i suoi sentimenti.

Per un attimo gli balenò nella mente un chiaro pensiero.

 

Lo ammazzo.

 

Ma questo non era possibile. Per quanto desiderava farlo,il suo corpo non

rispondeva a simili stimoli. Così era stato programmato:

Non torcere un capello al proprio creatore.

Gero sapeva bene cosa provasse in quel momento,e gli diede un buffetto sulla

guancia. Un gesto tanto arrogante da fargli ribollire il sangue.

“Avanti,6…porta i bimbi a letto…domani si comincia…”.

Così dicendo Gero se ne andò nella sua camera.

Rimasero solo i bambini e l’androide.

18 si tolse la maglietta. Sul suo dorso vi era un taglio abbastanza fondo,circa mezzo

centimetro,tutto sanguinante.

Perché ci fa questo?Siamo bambini cattivi?” domandò piangendo a dirotto.

“6…perché non hai detto qualcosa?” chiese 17 sconvolto.

L’androide emise un gemito secco.

Il suo volto era contorto dal dolore. Stringeva il labbro tra i denti e dall’occhio

uscivano delle lacrime copiose.

Si poté udire un singulto,simile a quello di un bambino.

Le sue gambe crollarono e si ritrovò in ginocchio.

 

“Mi dispiace!!!Mi dispiace così tanto!!!” urlò sbattendo i pugni a terra.

“Se vi è successo questo è solo per colpa mia!!!Mi dispiace così tanto!!!”.

Il suo pianto fu bloccato da un paio di manine che si posarono sui suoi occhi.

Erano i due fratelli,che gli erano andati incontro.

“Non importa…” iniziò 17 tirando su il naso.

“Non è colpa tua…oggi è stata una giornata bellissima,grazie a te…non devi incolparti…è quel uomo cattivo il colpevole di tutto…” concluse 18 con le

lacrime agli occhi.

Le parole dei due bimbi lo toccarono al cuore.

Di istinto li abbracciò,continuando a singhiozzare.

 

Vi prometto che vi farò uscire da qui,un giorno o l’altro…

pensò 6 mentre sentiva i cuoricini dei bimbi vicino al suo.

 

Quella notte 17 e 18 dormirono accanto a lui. Così l’orco non poteva picchiarli.

 

Il bambino che era in lui non se ne era mai andato.

Ogni volta che certe cose accadevano,poteva sentirlo piangere.

Non aveva mai voluto obbedire a Gero.

Se avesse potuto,sarebbe fuggito subito da quel Limbo.

Ma non poteva. Mai avrebbe potuto.

 

Sognare è così dannatamente crudele,a volte…

 

  
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