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Autore: Globulo Rosso    30/07/2010    6 recensioni
Uomo e donna.
Sorella e fratello.
Padre e figlio.
Qualcosa che non era spiegabile con il raziocinio, come aveva detto l’Haruno, ma che assomigliava maledettamente ad un corpo umano.
[Prima classificata al contest Team Contest-Special Team 10, indetto da Rota23 su EFP]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Commento (facoltativo): Cercando di impostarlo un po’ come la fic che precede questa, ho affidato a questo team un ruolo specifico, che ha a che fare con una funzione del corpo. E’ una metafora classica, ispiratami per lo più dagli studi che sto facendo in previsione per l’esame di medicina, e dunque, bè, ci ho messo un po’ del mio amore. Sakura esprime un suo parere senza che nessuno gliel’abbia chiesto, e poi, mentre i tre se ne vanno da lei e si dirigono al chiosco per mangiare, ripensano alle parole della ragazza. Fanno finta che quelle parole non li abbiano toccati, ma in fondo l’hanno fatto. Spero sia abbastanza chiaro : D Bene, buona lettura.

 

 

Il sangue, il cuore e i polmoni.

 

Loro non si erano mai considerati da quel punto di vista.

Le loro menti non avevano indugiato su quella particolare affermazione, ma si erano limitati chi a sbuffare, chi a sorridere, chi ad annuire.

Però dopo, quando Ino, Shikamaru e Chouji passeggiavano insieme sotto il cielo notturno di Konoha,  qualche pezzo del lungo discorso di Sakura li fece riflettere.

Il loro era davvero un Team - corpo?
Shikamaru era il sangue? Ino era il cuore? Chouji era i polmoni?

Sì, Sakura aveva esplicitamente indicato quelle tre parti del corpo umano, e non aveva associato la mente a Shikamaru, come banalmente avrebbe fatto chiunque.

Aveva argomentato, tra un sorso di tè e un altro, ciò che ella pensava.

Era invidiosa, aveva confessato, invidiosa della loro capacità di comprendersi. Un tale affiatamento superava qualsiasi relazione umana che avesse mai visto.

C’era di tutto, tra quei tre.

Shikamaru e Ino erano come uomo e donna, lui che viveva di lei, con lei e per lei. Ino e Chouji erano come sorella e fratello. Lei che viveva desiderando per il ragazzo una felicità tale da completare il suo immenso animo nobile. Chouji e Shikamaru erano come padre e figlio. Il primo cercava di aiutarlo, di reggerlo nei periodi in salita della sua esistenza.

Uomo e donna.

Sorella e fratello.

Padre e figlio.

Qualcosa che non era spiegabile con il raziocinio, come aveva detto l’Haruno, ma che assomigliava maledettamente ad un corpo umano.

Inizialmente, Ino aveva dato colpa agli studi medici dell’amica, i quali, secondo il modesto parere della Yamanaka, le avevano obnubilato la mente tanto approfonditi erano.

Invece ci aveva ripensato, sotto il cielo, con loro.

“Ino, dai. Come fai a non capire? Chouji è ossigeno. Permette al cuore, cioè tu, di pompare sangue, ovvero Shikamaru.Cuore perché non possiamo non ammettere che tu non sia quella più avventata, eh? Dei tre intendo. Impulsiva, ipersensibile, ecco. A volte mi chiedo se invece non dovresti assomigliare ad un grosso sederone. Di fatto ragioni con quello.”

Scrollò le spalle,irritata. L’odore acre della sigaretta di Shikamaru che le saliva su per le narici e raschiava la gola. Il respiro lento di Chouji e ancora quelle parole che le risuonavano nel cervello. A parte l’ultimo insulto, il resto era convincente. Non si poteva dire che Sakura non avesse delineato le loro personalità a dovere.

Chouji parve udire i suoi pensieri e ridacchiò, concentrandosi sulla frase dell’Haruno. Lui, a differenza di Ino, aveva pensato che quella frase illogica fosse dovuta alla semplice tensione sessuale repressa che vigeva tra lei e l’Uchiha.

Ora rimuginava, proprio come la compagna di Team.

“Ma come, Chouji? Almeno tu! Sei ossigeno perché porti loro speranza. Aiuti Shikamaru a rimanere ben saldo sui suoi piedi. Ino, poi, lei è quella che ha bisogno di te più di chiunque altro. Tu la comprendi, perché la rassicuri. Come un fratello. I polmoni servono a questo, che credi? A raccogliere ossigeno.”

Il volto illuminato da un sorriso, gli occhi al cielo e le mani in tasca.

Shikamaru lo guardò, e come se avesse pensato lui stesso invece che l’amico, continuò a ripercorrere il discorso di Sakura, proprio da dove Chouji l’aveva lasciato.

Dal canto suo, Shikamaru non accusava né lo studio né l’Uchiha per l’affermazione estemporanea di Sakura, bensì tutto il mondo che credeva che l’Haruno fosse tanto intelligente da permettersi aforismi simili.

Comunque, nonostante l’aria seccata, sotto quel cielo, con Ino a braccetto e Chouji accanto a lui, pensò a quello che Sakura aveva detto loro, poco prima.

“E io che ti credevo intelligente, Nara. Invece guarda, devo spiegarti tutto! Tu sei sangue perché sei la loro linfa. Dopo Asuma… bé – e qui, se lo ricordava chiaramente, la voce di lei si era incrinata, quasi in imbarazzo -  li senti parte di te.”

Sorrise anche lui, e continuò a rimuginare.

“ Sembri un animale, Nara, non immagini neanche. Li proteggi da lontano come se fossero la tua famiglia, fiutando pericoli esterni e magari, anche, inesistenti. Sei paranoico.

Però, sei indispensabile tu per loro quanto loro per te. Come ben saprai, il sangue senza ossigeno non vive. L’ossigeno non ha utilità se il cuore non pompa sangue. Il cuore non batte se non ha né uno né l’altro.”

In fondo era vero, qualche punto all’Haruno glielo concedeva. Loro tre erano un corpo soltanto. Un unico organismo gettato nel mondo di cenere e morte e abbandonato a se stesso. Non poteva che sopravvivere, quell’essere, con l’aiuto della speranza, dell’istinto e dell’ autoconservazione.

Un trio compatto, legato scientificamente. Proprio come aveva detto l’Haruno. Ammettere che aveva ragione gli costò un sospiro e un’alzata di spalle.

Per quanto il discorso dell’Haruno fosse gestito in completa leggerezza, inconsciamente quei tre avevano sempre pensato di essere una cosa sola.

Il Team 10 era fatto di sangue, di polmoni e di cuore.

“Dai, andiamo a mangiare, ragazzi. Non vorrei mai che il mio cuore e i miei polmoni morissero, perché io morirei con loro.”

 






Disclaimers: Naruto e i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishimoto e di TV Tokyo. Non intendo avvalermi della maternità di essi. Utilizzati senza alcuno scopo di lucro.

Note Globbose!
Questa fic é arrivata prima al contest di Rota, ovvero Team Contest-Special Team 10.
Devo dire che arrivare primi ai contest indetti da gente che vale, mi fa gonfiare il petto d'orgoglio. Diciamo che aumenta la mia autostima, mi fa stare meglio. Ringrazio Rota per il giudizio, sempre molto preciso, e la ringrazio soprattutto per essersi sorbita questa fic.
Faccio i complimenti anche alle altre partecipanti, e postate le fic, che vengo a commentare di filato!
Alla prossima! : D
Glob ò-ò

  
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