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Autore: kannuki    30/07/2010    5 recensioni
"Se avessi collaborato, invece di darmi dello psicopatico e fare ostruzionismo, non...”
“Stai dicendo che ti ho costretto?!” sibilò con un lampo negli occhi. Claire si irrigidì e strinse le labbra. “Dovevo morderti!”
Gabriel annuì e saettò lo sguardo su di lei. Era quasi furiosa. "Stai dando troppa importanza ad una cosa di poco conto.”
"Sì, forse hai ragione. Non parliamone più” disse girando il viso da un lato. Si sentiva incredibilmente stupida.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claire Bennet, Peter Petrelli, Sylar
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Brave New World'
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Claire lo guardava speranzosa e lui se la stava facendo sotto come un ragazzino. Ansia da prestazione, pensò per un istante. No. Qualcosa di peggiore che non riusciva a dimenticare. Era il motivo per cui non si avvicinava mai a lei e preferiva che fosse Claire a compiere il primo passo. Il suo incubo tornò alla mente e si scostò di molti passi.

La sorpresa fu tale che Claire ammutolì.

Stai scherzando?”

Era sarcasmo, quello? Claire lo guardò allibita.

Non penso sia il momento giusto” mormorò raccogliendo i suoi vestiti da terra. Porse gli abiti ad una statua di sale. Claire ci mise un bel po' ad allungare le mani. Quel rifiuto era inaspettato e le toglieva la voglia di chiedere spiegazioni. Sentiva salire l'umiliazione di molti gradi. L'aveva quasi supplicato di portarla a letto. “'k...” sussurrò non sapendo cosa fare. Ci pensò Gabriel a toglierla dall'impaccio abbandonando la stanza. Claire crollò a sedere e portò le gambe a se, le ginocchia quasi sotto il mento.


Bravo, perfetto!, pensò quasi tirando un pugno contro il muro. Aveva utilizzato lo scudo del sarcasmo per distogliere l'attenzione da lui e palleggiarle la responsabilità dell'intera faccenda. Quello sguardo non se lo sarebbe più tolto dalla testa. L'aveva tradita e l'aveva umiliata. Avrebbe dovuto scegliere con più cura le parole. Avrebbe potuto raccontarle il suo sogno. Gabriel alzò un sopracciglio soppesando la cosa. Poteva farlo e rimediare sberleffi a vita. Poteva togliersi quel peso di dentro e... si voltò verso la porta quando la sentì aprirsi delicatamente. Claire lo guardò appena e prese la tracolla senza alzare gli occhi su di lui. Se usciva da quella porta, non l'avrebbe mai più rivista. Muoviti, cazzo.

Claire, devo parlarti di un sogno che ho fatto” spiegò pacato “dopo capirai la mia reticenza.”

Sylar reticente era da raccontare. Claire non disse una parola e si sedette in attesa. Aveva voglia davvero di ascoltarlo o lo faceva solo per capire se soffriva davvero di una totale mancanza di sex appeal che faceva scappare gli uomini a gambe levate?

Tu mi piaci...” mormorò avvicinandosi e abbassandosi su di lei.

Però?” domandò con voce tremante.

Ho paura di farti male.”

Ah. Claire lo guardò apertamente. Aveva i lineamenti contratti e gli occhi un po' lucidi. “Non puoi farmi male.”

Nel mio incubo... tu...” Gabriel strinse i pugni. La visione del letto insanguinato gli tornò alla mente in un breve lampo. “Tu mi odiavi ed io ti costringevo a fare sesso con me...”

Tutto lì?, si chiese un po' tranquillizzata. “E poi?”

Claire, ho davvero paura di farti del male” insistette avvicinandosi fino a sfiorarla. “Era talmente reale da farmi sentire una merda anche a distanza di settimane” mormorò con voce roca “non sopporto l'idea che possa succedere davvero.”

Oh. quello cambiava le carte in tavola.

Prendimi in giro quando vuoi... ma non me la sento” rivelò imbarazzato. “La trita verità di solito ripaga...” sussurrò come se parlasse a se stesso.

Quindi... non sono io, il problema” domandò per essere davvero sicura.

No!” esclamò facendole tirare indietro la testa per la sorpresa “tu sei bellissima e mi sento... onorato di.... ricevere le tue attenzioni” mormorò guardando altrove.

Claire lo guardò battendo le palpebre, come se non avesse capito bene. “Davvero?” aveva la vocina flebile e interrogativa.

Gabriel si schiarì la voce e annuì. Fissò un punto davanti a se, poi si accorse che le stava guardando il seno e una vocetta interna gli suggerì di smetterla con le cazzate. Con un sospiro basso, posò le ginocchia a terra e appoggiò la testa sulle sue gambe, abbracciandola alla vita.

Claire lo guardò sorpresa e non mosse un muscolo. Solo dopo qualche istante, trovò la forza di toccarlo. Era troppo stupita per dire qualcosa di sensato. Vederlo in quella posizione, le scioglieva un nodo dentro. Si stava scusando di tutto il male che le aveva fatto. “E' solo un sogno” sussurrò infilando le dita fra i capelli. “Non è mai successo...” e mentre lo diceva sentiva il sangue prendere fuoco. Mosse le gambe, aprendole di un centimetro. Gabriel sospirò e alzò la testa, occhieggiandola. Labbra socchiuse, gote arrossate. Sentiva le sue dita stringerlo in maniera diversa da prima. Con un gemito la tirò a se, facendola scivolare a terra. Claire posò la schiena contro il divano e quando si infilò fra le sue gambe, scoprì quello che già sapeva. Era eccitata da morire.

Fermami...” sussurrò “questo non è un sogno.”

Non fermarti” bisbigliò col cuore in gola. “Non ti azzardare...”

La sua espressione cambiò e da eccitata, si fece tremendamente cupa. “Claire... hai già...”

Claire battè le palpebre e per qualche strano motivo lo prese come un no. Lo vide perdere qualche speranza. Sembrava ancora più preoccupato di prima. “E' un problema?”

Annuì e la sorpresa le fece sgranare gli occhi.

Non voglio vederti – è assurdo che lo dica io – ma non voglio vederti soffrire. O sanguinare” concluse a bassa voce. Un momento dopo, sentì le sue dita che gli sfioravano la guancia. Stava tremando. Sentiva la sua eccitazione crescere ad ogni parola.

Claire gli voltò il viso verso il suo e lo guardò. Aveva bisogno di essere baciata. Se la baciava, non sarebbe più riuscito a fermarsi. Ma le mani già scivolavano dietro la nuca, sotto i capelli e il suo corpo gli era addosso. L'unico bacio che le aveva dato, era stato dettato da un bieco motivo. Quello sarebbe stato diverso. Posò le labbra contro le sue e la rigidezza svanì del tutto.

Claire si sentì avvolgere da un abbraccio caldo ma era il cervello ad andare a fuoco. E' quello che si prova quando ti piace davvero qualcuno, pensò allacciando le braccia al collo. Era così sconvolgente da lasciarla intontita. Gabriel si staccò e la guardò, aveva gli occhi lucidi ed era stupito da qualcosa che aveva sentito o letto dentro di lei. Era bellissima. Era sua. Sì, Claire era sua dalla prima volta che l'aveva vista. Non avrebbe mai potuto fare del male alla donna che amava, non era mai successo. Non sarebbe accaduto, se si fosse lasciato andare.

E' solo un sogno...”

Tu sei un sogno” sussurrò accarezzandole i capelli, la voce approfondita dal desiderio. Era febbricitante ed eccitato come lei. Lo guardò mentre le spostava i capelli dal viso. Sentì prima la pressione delle labbra sulla fronte e lungo la tempia, poi il suo respiro sulla guancia e la morbidezza della bocca. Era annebbiata. E quella frase l'aveva completamente fottuta. “Gabe... ti prego..” cominciò a balbettare senza riuscire a fermarsi finchè non la baciò per la seconda volta.

Gabriel la sentì ammorbidirsi pericolosamente contro di lui e crollargli fra le braccia. La molla scattò del tutto quando la udì gemere. Perse qualsiasi reticenza e iniziò a spogliarla. No, così no, la spaventi, pensò quando vide il bottone della camicetta saltare.

Ma Claire pensò solamente che aveva un capo in meno da togliere e gli strappò la maglietta di dosso, graffiandolo con le unghie. Si fermò quando sentì la schiena fredda contro il pavimento. Lui la guardava. La faceva sentire bellissima e desiderata.

Claire... se non ti piace...”

Mi piace...”

Se non te la senti... o se cambi idea...”

Non cambio idea...” soffiò mordicchiandogli le labbra.

Smettiamo... quando vuoi... basta un no...”

Era impazzito? Le tremavano anche gli organi interni! “Finiscila di cincischiare e portami a letto!” sbottò con la voce tremante e rauca, alzandosi sui gomiti. Tre secondi dopo, l'aveva presa in braccio. Dieci secondi dopo, giaceva sotto di lui e non capiva che fine avesse fatto la lingerie che aveva addosso.

- - -

Mandy, puoi occuparti del negozio finchè non arrivo? La colazione la porto io.”

Tornò nella stanza dove Claire dormiva profondamente. Sedette accanto a lei e la guardò, raggomitolata e priva di difese. La accarezzò lungo la mandibola e sulla fronte. Scese sul collo e nell'incavo del seno. Era una tentazione e doveva frenarsi per non risultare eccessivo. Claire gli afferrò la mano e la portò sul seno, aprendo appena gli occhi. Il desiderio la stava già divorando.

Stai bene?” mormorò vicino al suo orecchio. La testa bionda si mosse di qualche centimetro. Un sì. Era troppo stanca per parlare. Le dita si contrassero attorno alla carne morbida. Non pensava fosse così bello. Travolgente. Non trovava le parole per definire l'esperienza. Eccitante, passionale... terribilmente lussuriosa. Gabriel si era sdraiato dietro di lei e l'aveva tirata a se, continuando ad accarezzarla. Ma il tocco era cambiato e lei stava languendo.

- - -

Wow. Per la prima volta nella sua vita, lei, Claire Bennet, ex cheerleader indistruttibile, aveva un ragazzo. Più grande di lei. Ex psicopatico tagliateste che aveva deciso di seguire la via della rettitudine. Che baciava da dio ed era schifosamente dolce e paziente… con un corpo stupendo e... quelle mani... abbracciò il cuscino, impossibilitata ad abbracciare il suo compagno che dormiva profondamente. Era il momento buono per sgattaiolare in bagno. Claire scivolò via in silenzio e vide il cellulare lampeggiare nel buio. Lo sguardo si fece acuto e quando lesse il nome sul display, un sopracciglio si contrasse violento. “Sì?!” rispose stupendosi del suo stesso tono acido.

Silenzio.

Sono Amanda, volevo parlare... sei Claire?”

Sì” rispose di nuovo fra i denti “Gabriel sta dormendo.”

Una risatina. Claire si sentì un po' stupida. “Perfetto. Volevo solo avvisarlo che è passato uno strano signore con gli occhiali. Doveva consegnare dei documenti e non ha voluto lasciarli a me. Sta venendo di persona.”

Claire battè le palpebre e fece una smorfia. “Riferirò.” Accidenti, avrebbe potuto cagliare il latte solo guardandolo, pensò quando la ragazza la salutò allegramente. Non capiva quella sensazione di gelosia che si era impossessata di lei. Avrebbe chiarito i suoi dubbi sotto la doccia, decise aprendo l'acqua calda.


Gabriel si svegliò di soprassalto e guardò il display della sveglia. Era tardi! Cazzo, se era tardi! Doveva aprire il negozio, doveva... si bloccò quando sentì il rumore dall'acqua. La serata gli tornò alla mente, così come la telefonata fatta a Mandy la mattina stessa e con uno sbuffo si rimise a dormire. Mh... no, aveva esaurito tutto il sonno. Aprì un occhio e guardò il posto vuoto accanto a se. Occhieggiò la porta e sollevò la coperta con due dita. Niente sangue. Si rilassò completamente e sospirò per lo scampato pericolo. Claire gliel'aveva detto che erano solo leggende metropolitane. Non si sa mai, decise portando le mani dietro la testa. Non male avere una segretaria. Poteva restarsene a poltrire tutto il giorno con lei.

Ciao...”

Gabriel la guardò in un modo che le arricciò anche le punte dei capelli. Strinse l'asciugamano in un nodo e sorrise un po' imbarazzata. “Mandy ha telefonato... ti stanno portando dei documenti.”

Ah già, pensò in un lampo. Noah doveva... spostò lo sguardo su Claire, fece due più due e stirò le labbra. La osservò mentre si sedeva accanto a lui. “Claire” sussurrò schioccando le labbra “non devi andare a lezione?”

La stava cacciando via?, si domandò perdendo il sorriso. “No...”

Amiche da vedere?”

No...”

Shopping da fare?”

Claire strinse l'asciugamano e lo fissò contraria “se vuoi che me ne vada, basta dirlo!” esclamò ferita “stronzo!”

No!” borbottò mentre scivolava via come un'anguilla “ferma, hai frainteso!”

Non ho frainteso nulla! Stronzo!” ripetè agguantando i vestiti al volo.

Il campanello suonò una volta e Gabriel sbiancò, mentre Claire si rivestiva dei jeans e della camicetta senza un bottone.

Perfetto!” esclamò lanciandogli un'occhiataccia “grazie anche di questo!” marciò decisa verso la porta con le scarpe appese a due dita e quando posò la mano sul pomello, Gabriel pensò che era finita. “Claire, non aprire quella...”

Faccio come mi pare!” esclamò spalancando la porta sul padre “sei un lurido...”

Oh. Merda! O. Cristo. Santo!

... maiale...”

Claire?!” Noah la guardò a lungo senza emettere un fiato e Claire lo fissò a sua volta con gli occhi sgranati. Non aveva più rapporti con suo padre e non voleva averci niente a che fare. Ma cavolo, quella era tosta da digerire.

Noah spostò lo sguardo dalla figlia seminuda all'uomo in boxer dietro di lei. “Ma io ti ammazzo!” esclamò travolgendo Claire sulla porta.

Gabriel sentì il naso rompersi dolorosamente, quando lo colpì con un diretto di forza non indifferente per uno della sua età. Crollò seduto tenendosi la faccia e sgocciolando sangue nelle mani. Con uno strattone rimise a posto l'osso, lasciando al fattore di guarigione l'onere di rimetterlo in piedi.

Pezzo di merda, come hai osato.... con mia figlia!”

Gabriel alzò una mano e lo fermò. “Ti ho lasciato sfogare. Ora non esagerare, vecchio” borbottò immobilizzandolo a mezz'aria. “Ricordati sempre chi sono!”

Papà, smettila!” esclamò preoccupata “e tu rimettilo giù!”

Scherzi? Non mi lascio colpire di nuovo!” esclamò frastornato “hai capito perché volevo che te ne andassi?”

Non potevi dirmi la verità?!” ribattè alzando il mento “ho pensato...” Claire si interruppe sentendo il gemito del padre. “Rimettilo giù, per favore” sussurrò scostando i capelli dal volto.

Tu devi essere impazzita del tutto” sbottò l'uomo una volta a terra “e tu... tu... brutto...”

Era talmente arrabbiato che non trovava neppure le parole per insultarlo. Gli mollò un altro cazzotto, stavolta al mento.

Papà! Smettila!” urlò afferrandolo per il braccio “non ha fatto niente di male.”

Niente di male?! Che diavolo ci fai a casa sua? Ti ha plagiata o cosa?!”

Così mi offendi” sussurrò toccandosi la faccia “ahia...”

Fa silenzio, se non vuoi prenderne un altro!” esclamò puntandogli il dito contro. “Hai commesso l'ultimo errore, Gray!”

Claire lo vide infilare la mano sotto la giacca e sbiancò.

E ora che fai, mi spari perché sono innamorato di tua figlia?!” sibilò facendo calare il silenzio nella stanza.

Davvero?” La voce era flebile e la domanda timida.

Pensavi qualcosa di diverso?” domandò con voce bassa. La ragazza continuò a guardarlo come se fosse un alieno.

Questo non cambia nulla!” sibilò Noah distogliendo l'attenzione da Claire “sei spazzatura e non ti voglio intorno a lei!”

La tua opinione non conta niente” gli fece notare seccato. Claire lo stava ancora guardando e si tormentava le mani. “Claire...”

La ragazza trasalì e lo fissò impaurita. “Io non credevo...”

Fai bene a non credergli, è un bugiardo della peggior specie!”

Claire, non ti ho mai mentito” mormorò gettandogli un'occhiataccia nel frattempo.

Sei un pezzo di merda, Gray. Il momento in cui se ne accorgerà, lo rimpiangerai per tutta la vita.”

Gabriel non battè ciglio e lo fissò dritto negli occhi “vuoi spiegarmi tu, cosa si prova?”

La domanda colpì il bersaglio e Noah smise di parlare.

Toccato un brutto tasto?” il tono era canzonatorio, ma lo sguardo era cupo.

Smettetela...” sussurrò senza guardarli “decido io, della mia vita.”

Ho passato la mia vita a proteggerti da gente come lui” le ricordò arrabbiato “ed ora...”

Grazie. Ti ringrazio!” disse velocemente “ma d'ora in poi faccio da sola.” Claire infilò le scarpe al volo e marciò verso la porta. “Prenderlo a pugni non risolve la faccenda e non mi impedirà di fare quello che voglio.”

E cosa vuoi, passare la vita con... questo...”

Non ti riguarda” sibilò gelida. Aprì l'uscio e lo invitò ad andarsene. Claire lo udì borbottare qualcosa fra i denti e sembrò proprio un epiteto offensivo. “Questo non c'era, nel tuo incubo.”

No. Nel mio incubo era morto” borbottò rimettendosi in piedi “L'unica parte piacevole, oltre la dipartita di Angela...”

Li hai proprio coinvolti tutti” disse chiudendo la porta alle sue spalle. “Che c'è per colazione?”

Gabriel la guardò un po' stupito. Si aspettava una raffica di domande, non quello sguardo accigliato.

Ah già. Hai il frigo vuoto”

Ho sempre il frigo vuoto, devo decidermi a fare la spesa” borbottò passando le mani sulla faccia per togliere il sangue.

Dovresti darti una sistemata” commentò Claire senza espressione “dividiamoci i compiti. Io penso alla colazione e tu...”

Se t'azzardi ad uscire da quella porta...” Gabriel la fissò con poca voglia di scherzare “stai scappando da me!”

No” commentò spostandosi verso l'uscio.

Sei terrorizzata, come lo spieghi?”

Non è vero” mormorò sentendo il sangue gelare lentamente nelle vene. “Sì, è vero...” singhiozzò abbassando la testa. “Mi hai spaventato...”

Volevo evitare che...”

No!” esclamò “non potevi evitare di mentire? Perché gli hai detto che sei...”

Non ho mentito” dichiarò facendole alzare la testa. Aveva le guance bagnate di lacrime e lo guardava con un'espressione perplessa. “Credimi”

Sei innamorato di me...”

Gabriel annuì, imbarazzato. “Da un po' di tempo...”

Claire sgranò gli occhi, allibita.

Dopo l'incubo, ne ho avuto la certezza” confessò imbarazzato. “Possiamo parlarne dopo che mi sarò rivestito?”

Sì...”

Non scappare...”

Non scappo.”

Appena Gabriel lasciò la stanza, Claire si lanciò fuori dell'appartamento. La osservò allontanarsi correndo e si piegò sulla finestra con un lunghissimo sospiro. Valle a capire, pensò sollevando gli occhi al cielo. Fai lo stronzo e se la prendono, gli dici che le ami e fuggono... bah, sospirò abbassando il saliscendi. Aprì l'acqua della doccia e scoprì che aveva finito tutta quella calda. Poteva fuggire quanto voleva.

Sapeva sempre dove trovarla.



Note finali: ciao ragazze, spero che anche questa fict vi sia piaciuta. Un bacione a tutte e grazie per avermi seguito fin qui.

Ps: finale aperto... voi sapete il perché! =)

  
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