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Autore: Andrammelk    31/07/2010    0 recensioni
E' un racconto d'avventura in cui un guerriero si allena duramente con il suo compagno per vendicare il suo maestro ucciso in una battaglia contro un temibile mostro sconosciuto... Lasciate commenti e votate mi raccomando!!! spero di essere all'altezza delle vostre aspettative, vostro Andrammelk!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Sole batte con insistenza sul villaggio immerso nel verde.

Il mezzogiorno è passato da poco, e il profumo dell'erba si solleva dai prati fioriti, mentre i grilli friniscono intensamente nell'afa pomeridiana.
Nel villaggio tutto è tranquillo. Una donna chiude i battenti della bottega e si rifugia nel fresco dell'edificio, un'anziana signora siede compassata all'ombra di un grande albero. In piazza, il guardiano suda copiosamente nell'armatura, detergendosi di continuo la fronte con un fazzoletto.

"Fa così caldo che potrei fondere il metallo all'aria aperta" pensa il fabbro, posando il grosso martello sull'incudine.

Solo davanti alla taverna di Octavio, ai tavoli ombreggiati da una tenda, c'è un po' di vita.
Yohmis, esperto nell'arte del camuffamento e nell'uso dei pugnali, scaccia con indolenza una mosca dal bordo del boccale. Asal, suo amico fidato, guerriero dalle membra d'acciaio, sorseggia con sguardo assente della birra scura.

"Che noia..."
"Che terribile noia" gli fa eco Yohmis.

Al tavolo vicino, seduta da sola ed in un cupo silenzio, la negromante Saalem fissa con insistenza un punto nel vuoto di fronte a sé. Non vi è alcuna mosca che le ronzi attorno.
La maestra di guarigione Faerya discute animatamente con Octavio sugli effetti che la birra ha sul corpo e sullo spirito, ma é l'unica scintilla di vitalità che anima l'immobilità pomeridiana.

"Tre anni..." mormora Yohmis.
"Come?" fa Asal, riscuotendosi dal torpore.

"Sono ormai tre anni che abbiamo deciso di uscire dal villaggio. Che abbiamo tentato, e siamo riusciti, a diventare qualcuno. Ricordo quando, per la prima volta, ci avventurammo in quella valle, e gli orchi ci tesero un'imboscata. O quando scoprimmo quella landa desolata, abitata da spiriti di fuoco e guerrieri alti nove piedi."

Asal sorride, malinconico.

"E la terra dei giganti? Il terrore che si impadronì di noi quando, entrando in quell'antica torre, un'orda di demoni ci attaccò?"
"Vero... ma ora? Sono passati tre anni, e tutto è stato scoperto. Ogni nemico affrontato e sconfitto. Per noi è venuta l'ora di appendere la spada."

Asal fa una smorfia.

"Non dire così. Già molti dei grandi hanno abbandonato queste terre, convinti che la foresta degli alberi fantasma fosse l'ultimo luogo da scoprire. Non puoi andartene anche tu."
"Che senso ha rimanere, ormai? Il duello non mi basta più!"

Un ringhio sommesso interrompe di colpo la loro conversazione.
Stupefatti, i due si voltano verso l'ingresso del villaggio, dove si staglia un'ombra imponente.
Un lupo di grandi dimensioni avanza verso di loro, facendo scricchiolare i sassolini sotto le zampe massicce. Una corazza lucente lo protegge, e le grandi fauci colanti sono spalancate per il caldo. Sul suo dorso, coperto di sangue ma vivo e con una fiera luce negli occhi, siede Tantios.
Guerriero valoroso, rapidissimo e letale con la spada, era sparito giorni prima per una meta ignota. Ed ora rieccolo, in fin di vita, a cavallo di una creatura mai vista.

"Tantios! Maestro!!!" esclamano i due sorpresi, mentre Faerya si precipita a curarlo.
"Cosa vi è successo? Cos'è quel lupo?"

Il guerriero sorride, mascherando una smorfia di dolore.

"Questa, amici miei, è la scoperta che ho fatto. Ho dovuto sottrarre le rocce magiche ai guerrieri di fuoco, e raccogliere le lacrime di una dea ai margini della foresta rossa. Ma ho ottenuto la chiave, e sono entrato in un luogo dimenticato da millenni. Un intrico di gallerie abitate da creature di potenza inimmaginabile, da assassini nascosti nell'ombra e antichi resti di una civiltà ormai perduta. E là, tra le fredde gallerie e le luci spettrali, c'è lei."

Saalem non volta nemmeno il capo. La sua voce è fredda, tagliente.

"Lei?" chiede.

Tantios sorride ancora, respirando rocamente.

"Sì, lei. La strega." e con un sussurro, morì...
   
 
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