Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Djanet    27/09/2005    2 recensioni
Severus ci racconta in prima persona la morte di Marie, prima assistente e poi amore della sua vita
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Oggi ho sotterrato per sempre gli ultimi brandelli del mio cuore; così non può andare avanti e giuro che non soffrirò mai più come sto soffrendo ora. Mai Voldemort!Hai capito? Non ti permetterò più di portarmi via quelli che amo perchè non amerò mai più nessuno! Marie… la mia dolce e appassionata Marie è morta. Ed è solo colpa mia. Sono alcuni anni ormai che faccio la spia per conto di Silente, ho dato anche troppo alla sua stupida guerra, compreso l’ultimo raggio di luce che illuminava la mia anima nera. Finché riesco voglio lasciare una testimonianza di quello che è successo questa notte, nel caso che Voldemort abbia capito più di quello che vuole farmi credere. Tutto ebbe inizio a luglio di quest’anno e un vento caldissimo spazzava il terreno del castello di Hogwarts, dove ormai mi sono stabilito come insegnante di pozioni. Silente, molto preoccupato per me, mi costrinse ad accettare l’aiuto di una pater. L’incontro tra di noi venne combinato per due giorni dopo nel folto della Foresta Proibita ma già sapevo che mi sarei trovato davanti una vera palla al piede. Figurarsi.. io, Severus Piton, lavorare con una ragazza? Sicuramente avrei dovuto passare il tempo a proteggerla. Quando giunsi al luogo dell’appuntamento per un attimo pensai di avere una visione. Marie aveva un fisico sottile, biondi capelli corti e occhi celesti. Il vestito nero e attillato che indossava le faceva risaltare la vita stretta … insomma, aveva tutte le curve al posto giusto. La salutai con alterigia e passai subito alle questioni pratiche :”Allora, a quanto pare lavoreremo insieme ma lo faremo alle mie condizioni. Punto primo, farai solo quello che ti dirò di fare; punto secondo, dovrai lavorare assiduamente all’occlumanzia; punto terzo non voglio eroismi, se uno di noi viene scoperto l’altro continuerà come se nulla fosse. E’ chiaro?” “Chiarissimo” rispose senza scomporsi, un punto a suo vantaggio. Tanto per testare le sue capacità la sfidai a duello e rimasi favorevolmente colpito dalla velocità e dalla precisione dei suoi incantesimi, poi le chiesi di eseguire una cruciatus su di me e lo fece senza troppi problemi. Per ultimo testai la sua abilità in occlumanzia che purtroppo era vermanete minima. “Con gli incantesimi te la cavi ma dovrai lavorare moltissimo con me sull’occlumanzia prima di poter essere presentata a Voldemort come mia assistente.” “Certo. “ “Vieni al castello con me. Iniziamo subito le lezioni” Volevo stressarla molto per vedere fino a che punto fosse resistente la sua mente, dopo tutto lo stavo facendo per il suo bene, oltre che per il mio. Arrivati nei miei appartamenti ad Hogwarts non la feci nemmeno sedere, la piazzai in mezzo alla stanza e “Legillimens!” Marie non riuscì ad evitare la mai intrusione e ben presto cadde bocconi sul duro pavimento di pietra. “Avanti, alzati. Devi sgombrare la mente quando ti attacco. Non mi dare appigli per entrare!” Andammo avanti così per due ore poi mi accorsi che era decisamente troppo stanca anche solo per restare in piedi e la spedii nel suo appartamento per riposarsi prima di riprendere l’allenamento il giorno dopo. La mattina dopo andai a svegliarla, facemmo colazione molto rapidamente e la portai nella palestra di Hogwarts. “Allora Marie. E’ necessario che tu impari anche come difenderti se ti venisse tolta la bacchetta quindi nei giorni che ci restano prima della riunione del cerchio farò quello che posso per insegnarti a combattere corpo a corpo. Oggi pomeriggio invece ti allenerai con l’occlumanzia. E non voglio sentire nemmeno un lamento.” “Non era mia intenzione farne. Cominciamo?” Lo spirito battagliero della mia piccola Marie mi piacque fin dall’inizio e man mano che le lezioni procedevano diventavo sempre più orgoglioso della mia allieva. Era una ragazza sveglia che imparava in fretta e questo mi diede la possibilità di insegnarle anche alcuni utilissimi incantesimi oscuri di grado elevato. Ogni mattina ci allenavamo in palestra e lei non si lamentava mai per quanto duramente la trattassi o per quanto lavoro le facessi fare. All’inizio lasciava la palestra piena di lividi poi divenne sempre più abile e alla fine fui io ad andarmene con un occhio nero. Fui molto fiero di lei quando riuscì a colpirmi ma lo fui ancora di più quando finalmente riuscì a respingere completamente il mio attacco mentale. Marie era una maga potente ed ero riuscito a trarre il meglio da lei nel breve tempo in cui siamo stati insieme. Durante le lunghe ore di lavoro non trovo le parole per dire quanto sforzo mi costasse aggredirla sia fisicamente che psichicamente, solo il Cielo sa quanto avrei voluto essere io al posto suo…. Però dovevo farlo; più cercavo di chiudere il mio cuore in un cassetto e di buttarne via la chiave e più mi era difficile distogliere lo sguardo da quegli occhi celesti come il ghiaccio e aggredirla come se la odiassi. Dopo dieci giorni di durissimi allenamenti Marie era diventata molto abile nel chiudere la sua mente e quindi decisi di tentare con lei la versione più potente del Legillimens. “Marie, come ti ho accennato oggi ti aggredirò con l’incantesimo di legillimens più potente che conosco. La tecnica la conosci. Pronta? Legillimens aurus!” Per un momento Marie rimase spiazzata dalla potenza dell’incantesimo, era come un’onda enorme e lei non aveva nulla per combatterla. Nella sua testa rivide alcuni ricordi dell’infanzia, di quanto aveva sofferto a causa di ragazzi sbagliati e poi con la morte dell’adorata zia. Finalmente riuscì a raggruppare tutta la sua forza interiore per respingere l’attacco e faticosamente iniziò a costruire quel muro protettivo che tante volte aveva negato l’accesso alla sua mente a me. Vedendo che stava avendo successo e che stavo retrocedendo Marie decise di passare al contrattacco e per la prima volta riuscì a penetrare nella mia testa . Vide un ragazzo pallido immerso nella lettura di un grosso libro mentre altri ragazzi giocavano a sparaschiocco e agli scacchi magici; successivamente assistette ad una riunione di mangiamorte e vide la mano di lord Voldemort profanare la bianca pelle del mio avambraccio con l’osceno marchio nero che sarà per sempre il simbolo della mia schiavitù…. E a questi seguirono diversi altri ricordi prima che riuscissi a bloccarla. Marie venne spinta indietro da una forza potente e urtò la grossa scrivania del mago facendo cadere molti oggetti strani. Quando aprii gli occhi, ancora un po’ stordito dall’accaduto, vidi la mia cara assistente in lacrime seduta a terra davanti alla scrivania e, preoccupato, mi inginocchiai accanto a lei per capire cosa fosse successo. “Marie, cos’hai?” “Niente… è che ho visto alcune immagini nella tua testa…. Mi dispiace moltissimo.” “Lo so, è parte della mia giovinezza. Ti chiedo solo di non rivelare a nessuno quello che hai visto. “ “Mai, non lo direi mai a nessuno. La solitudine che ho visto nei tuoi occhi…. Il dolore che provavi nell’essere diverso dagli altri…. Ora capisco tante cose.” “Basta parlare di me. Dopo tutto in questi giorni anche io ho visto delle immagini della tua infanzia e quindi siamo pari, no? Sono molto orgoglioso di te e dei progressi che hai fatto.” Vederla così piccola e indifesa scatenò un’emozione che non avevo mai provato, istinto di protezione. Fu in quel momento che iniziai ad amarla, o meglio, ad aprire la mia anima dannata a quel angelo che avevo incontrato. All’epoca ancora non me ne resi conto ma senza pensarci la strinsi forte a me, le feci appoggiare la testa sul mio petto e rimasi così aspettando che smettesse di piangere. Quanto fossi orgoglioso quella sera è difficile da descrivere, la mia piccola Marie era finalmente pronta. Per una sera non pensai a Voldemort e al fatto che presto avrei dovuto presentarla come mia assistente al cerchio dei mangiamorte; quanto sono stato stupido a pensare di poterla avere con me per sempre!Secondo i piani avrei presentato Marie come una assistente molto capace, decisa e interessata alle Arti Oscure, Voldemort avrebbe accettato al situazione in cambio di qualche nuovo veleno e presto sarebbe diventata un’Accolita. A tutti i costi avrei voluto evitarle l’umiliazione di ricevere il marchio nero ma, tanto per cambiare, i miei sforzi furono inutili. La riunione era fissata per le dieci di sera nel sotterraneo del castello di Malfoy; Marie stava ovviamente fingendo una calma che non provava quando indossò la veste nera che le avevo comprato per l’occasione e mise in ordine le pozioni che avremmo portato. Prima di andare la strinsi a me e le posai fugacemente le labbra sulla guancia in segno di incoraggiamento, poi la avvolsi nel mio mantello e ci smaterializzammo verso il luogo dell’incontro. Come al solito il sotterraneo era gelido, grigio e umido… un luogo molto appropriato per un consesso di uomini che ormai i umano posseggono ben poco. Un brivido istintivo percorse la schiena di Marie quando percepì l’atmosfera fredda e malvagia del luogo dove ci trovavamo ma feci in tempo solo a stringerla ancora una volta a me prima di vedere Lucius Malfoy in fondo al corridoio. “Severus, vedo che le voci che giravano erano vere… Silente ti ha portato un vero bocconcino…” “Fai silenzio Lucius, abbi almeno la decenza di stare zitto quando non conosci i fatti. La signorina è qui in veste di mia aiutante e vorrebbe essere accettata come Accolita”. “Come siamo nervosi… Non mi dire che avete solo preparato pozioni in questi giorni…” “Ti sembrerebbe poi così strano? Al contrario di te riesco a controllare i miei istinti” “Oh, lo so molto bene….molto…” Marie era restata un passo più indietro di me tenendo gli occhi bassi e cercando di farsi notare il meno possibile da quell’essere viscido che aveva osato chiamarla “bocconcino”. Ci dirigemmo rapidamente per i corridoi, tre uccelli neri che si confondono tra le ombre, fino a raggiungere una sala circolare dalla quale si dipartivano molte altre uscite. Le pareti erano ricoperte di pesanti drappi di seta nera e il pavimento era nascosto da uno spesso tappeto altrettanto nero. La poca luce delle torce danzava sulle figure incappucciate, nascondendone le fattezze più che svelarle e creando dei chiaroscuri che mettevano in risalto l’unico mobile della sala: un enorme trono di ossidiana. Io e Marie prendemmo posto nel cerchio dei Mangiamorte e attendemmo l’entrata di lord Voldemort. Il fu Tom Ridde ci fece attendere solo pochi minuti; entrò nella sala da una porta dietro il trono e si sedette con fare regale. Ora che la luce illuminava il suo viso il lieve tremito di Marie si trasformò in vera paura e per un attimo vidi la sua pelle sbiancare… Sapevo bene l’effetto che fa vedere quel viso di serpente, quegli occhi rossi e quell’ossatura così delicata da sembrare trasparente… per la prima volta. Come avrei voluto consolarla ma non ne ebbi la possibilità. Con orgoglio la vidi combattere con se stessa per ritrovare la calma prima che fosse troppo tardi. Dopo la solita processione per baciargli l’orlo della veste il nostro signore disse “Allora Severus, mi hanno detto che abbiamo una nuova possibile accolita… è vero?” “Sì mio signore. Eccola, si chiama Marie” “Vieni avanti marie, fatti guardare” Marie si avvicinò al trono andandosi ad inginocchiare vicino ad esso. Voldemort le fece ricadere il cappuccio sulle spalle e con una mano le prese il mento per poterla guardare negli occhi. Con tutto il cuore pregai che Marie resistesse all’attacco psichico e così fu. “Bene. E questa ragazza cosa sa fare di speciale per voler essere accolta tra i miei seguaci?” “Distillo pozioni molto bene mio Signore. Piton mi giudica una maga potente e con le conoscenze giuste potrei essere utile nell’esercito dei Mangiamorte” “Provami che quello che hai detto è vero e ti accoglierò come mangiamorte. Ma attenta, se fallirai anche solo una delle mie prove ti ucciderò con le mie mani” “Ma signore, veramente la signorina Marie doveva essere accolta come accolita…” “Osi forse mettere in dubbio i miei ordini Severus?” “No mio signore. Non lo farei mai.” “Bene, cominciamo… Lucius, ho bisogno di te per testare le capacità di questa maga. Voglio che vi battiate a duello.” Non so descrivere molto bene quello che vidi perché il mio animo era occupato da un unico pensiero, che avevo condannato Marie alla mia stessa schiavitù. Come ho potuto farlo? Il piano era talmente perfetto ed ecco il risultato. Ora anche quel giovane fiore sarebbe stato immolato sull’altare della guerra contro Colui che non può essere dominato e io non potevo farci proprio niente. Avrei potuto oppormi ma non lo feci visto che sotto sotto sapevo che Marie non me lo avrebbe permesso; lei è sempre stata così coraggiosa e idealista e mai mi avrebbe lasciato rovinare la copertura per salvarla. Il duello fu piuttosto lungo e Marie venne ferita più volte dagli incantesimi di Lucius ma a sua volta riuscì a colpire l’avversario con potenti schiantesimi. Avrei preferito essere sottoposto alla cruciatus che essere costretto a vedere i raggi della bacchetta di Lucius farsi strada nelle sue difese e lasciare i loro segni su quella pelle bianca che tanto avrei voluto baciare. La mia astuta maghetta però riuscì ad incastrare Lucius in un angolo e a colpirlo con la tarantallegra, un incantesimo che non viene respinto dal sortilegio scudo. Le gambe del suo avversario presero a muoversi come in preda ad una folle danza e così Marie riuscì a colpirlo più volte fino a disarmarlo e a puntargli la bacchetta alla gola. “Bene, direi che hai superato la prova. Lucius, con te farò i conti più tardi. Ora voglio testare la tua abilità con le pozioni” e fece apparire dal nulla un tavolo con tutto l’occorrente per preparare un filtro magico. “Qui ci sono le istruzioni per preparare il veleno scoppia-testa. E’ una mistura capace di far dilatare il cranio della vittima come un palloncino fino a farlo scoppiare ma solo pochi lo conoscono. Voglio che tu legga le istruzioni tre volte poi mi ridarai la pergamena e preparerai la pozione. Senza sbagliare” Il veleno scoppia-testa è una pozione particolarmente complessa ma si prepara in non più di dieci minuti. Sapevo che Marie stava affrontando una prova dura ma ebbi fiducia e come sempre lei non tradì le mie aspettative. Conoscevo al pozione a memoria e con gran trepidazione seguii i suoi movimenti precisi mentre affettava il cuore di drago spinato, tritava le bacche secche di viole magiche e pesava con cura, come le avevo insegnato io, tutti gli altri ingredienti. Ad occhio e croce aveva fatto tutto bene ma l’esito si sarebbe visto solo dopo quattro minuti di bollitura a fiamma viva. Il viso di Marie era madido di sudore mentre rimestava il paiolo attendendo i fatidici quattro minuti che avrebbero segnato la sua vita o la sua morte. Finalmente dal paiolo si innalzò un piccolo spruzzo di pozione celeste e si diffuse l’odore di alcool che segnalava una pozione ben riuscita. Entrambi sospirammo di sollievo ma subito il mio stomaco si rivoltò quando vidi la mano di Voldemort stringersi intorno al suo delicato polso come una morsa. “Bene bene bene, vedo che Severus aveva ragione… Sei molto brava. Mentre preparavi la pozione ho visto i veleni che hai sviluppato con Severus e mi sono piaciuti. Oggi mi sento veramente generoso. Ed è per questo che ti accolgo tra i miei mangiamorte. Severus, dammi il tuo pugnale.” In preda all’orrore feci come mi era stato chiesto e vidi Voldemort rivolgere la lama serpeggiante contro l’avambraccio di lei per ottenere il sangue necessario al legame. Come un vampiro avvicinò la bocca alla ferita e succhiò il sangue che ne usciva poi posò il pollice al centro del braccio e spinse forte. Marie urlò e io con lei anche se solo nel mio cuore straziato. Conoscevo bene il gran dolore che stava sopportando ma non ebbi il coraggio di fare nulla se non continuare a guardarla e, almeno così, a farle sapere che stavo partecipando anche io. Forse è stata solo una mia impressione ma credo che Voldemort mi abbia guardato nel bel mezzo del rito e abbia sogghignato. Che avesse percepito il sentimento che mi legava a Marie? Non lo saprò mai. Finalmente il rito ebbe termine ma dovetti attendere l’uscita di tutti prima di poterla sollevare dal pavimento dove era caduta e portarla in salvo a Hogwarts. Durante il tragitto non emise alcun suono ma quando arrivammo nelle sue stanze e cercai di metterla giù sul letto non volle lasciare il mio collo. “Severus ti prego, non lasciarmi sola” la voce ridotta ad un sussurro, gli occhi inondati di lacrime… come potevo non prenderla di nuovo tra le braccia e cullarla come se fosse una bambina? Il suo corpo venne scosso dai singhiozzi e tremava così forte che pensai di avvolgerla in una coperta e, seduto con le spalle appoggiate alla testiera del letto, la abbracciai e lasciai che sfogasse tutto l’orrore di quella notte maledetta. Pian piano i brividi si fecero meno intensi e le lacrime si asciugarono ma non mi mossi da quella posizione, avrei voluto prolungare quegli attimi per sempre e invece il mio tempo con lei sarebbe durato così poco! La mattina dopo mi svegliai a causa di un raggio di sole che era entrato nella stanza, Marie dormiva ancora contro il mio petto e passai almeno un’ora a rimirare il suo viso e i lineamenti che finalmente non erano più alterati dalle lacrime. Dopo un bel po’ anche lei aprì gli occhi e mi rivolse uno dei suoi splendidi sorrisi. Poi si guardò il braccio e fu come se una nuvola avesse oscurato il sole, il mio sole. “Marie mi dispiace. So cosa stai provando ora ma ti garantisco che passerà. Non ho potuto fare nulla ieri sera, sono un codardo” “No, non è vero. Non te lo avrei comunque permesso. E’ stato doloroso e orribile ma ormai è fatta e dovrò trovare il modo di conviverci.” Il suo sguardo era limpido e sereno come al solito… dolce Marie, quanto ti ho amata! “Ma sei stato qui da ieri sera?” “Sì, non potevo lasciarti sola. E’ stato troppo doloroso farlo una volta e non avrei potuto ripetere lo stesso errore” “Grazie, non so cosa avrei fatto ieri se non avessi sempre percepito che tu eri con me. Probabilmente ora non sarei qui” e inarcò il collo all’indietro in un esplicito invito… senza pensare alle conseguenze avvicinai le mie labbra alle sue e la baciai, prima quasi con paura e attento alle sue reazioni, poi con sempre più passione.. finalmente la donna che amavo mi stava dando una prova che non le ero indifferente, come avrei potuto prevedere le conseguenze del mio atto sconsiderato? Quanto sono stato stupido! Un bacio ne chiamò un altro e alla fine, prima che ce ne accorgessimo, avevamo cominciato a liberarci dalle nere vesti che indossavamo, per unirci come uomo e donna. Sentii la sua piccola mano che si insinuava sotto la mia camicia e pian piano apriva la lunga fila di bottoncini, tremavo come uno studentello alle prime armi e per qualche momento rimasi fermo e in silenzio; alla fine presi coraggio e con molta lentezza le aprii la chiusura dell’abito, pronto a ritrarmi al primo segnale da parte sua. La mia dolce Marie tremava leggermente tra le mie braccia appassionate, una sensazione stonata in un momento di tanta felicità. Con delicatezza mi ritrassi un poco e le chiesi cosa stesse succedendo. “E’ la prima volta per me e ho un po’ di paura. Però so che sarai gentile” Quella frase si fece strada nella mia mente annebbiata con la forza di un uragano, era mai possibile che mi stesse concedendo addirittura questo? Sarei stato degno di cogliere la sua purezza? Ora so che non avrei dovuto. “Marie, amore, sei sicura?” “Sì. Ti amo e voglio farlo con te” “Grazie” e una mia lacrima di gioia scese sulla sua guancia a fondersi con la sua. Non so descrivere solo con le parole la gioia che provai quella mattina; finalmente la mia miserevole vita aveva un senso e tutto il mondo sembrava più bello con Marie al mio fianco. Superato il dolore iniziale anche Marie prese a muoversi ritmicamente contro di me e per la prima volta giunse alla vetta dell’estasi e anche oltre. Quella mattina mi dedicai unicamente a lei e al suo meraviglioso corpo cercando di ricambiare, anche se solo per pochi attimi, tutta la gioia che aveva ispirato nel mio cuore. La mattina passò in fretta e, troppo presto per i miei gusti, dovemmo tornare nel mondo esterno. In sala grande ci attendeva Silente per avere un resoconto della notte precedente e, ne sono certo, per accertarsi che i suoi sospetti su un mio coinvolgimento amoroso con Marie, fossero fondati. Io indossai il solito completo nero mentre Marie optò per un paio di attillati pantaloni neri e una giacca stretta in vita verde scuro. Una collana d’argento completava l’effetto. “Come sto?” fece civettando davanti a me. “Sei magnifica. Ma lo sai che Silente mi sta sempre più antipatico? Davanti a lui non potrò nemmeno darti un bacio” “Lo faremo più tardi…” Amore mio, la tua riserva di vitalità era veramente inesauribile, dopo una notte tale nessuna donna sarebbe riuscita a gettarsi tutto alle spalle e continuare a sorridere ma tu lo hai fatto….Ti ho guardato scendere le scale davanti a me e non ho potuto fare a meno di ringraziare il destino che mi aveva donato quei momenti. In sala Grande Silente ci attendeva davanti ad un pasto piuttosto sontuoso, ci sedemmo e presi a raccontargli gli eventi di quella maledetta notte. Arrivato al momento in cui Voldemort aveva compiuto il rito vidi la tua espressione crucciarsi e una lacrima rotolò sulla tua guancia…. Sapevamo tutti che il marchio nero, almeno all’inizio, pesa come una cappa di piombo sulla tua testa ma è necessario imparare a combatterlo. Silente ebbe la decenza di lasciarci finire di pranzare in silenzio e ci disse soltanto che per il nuovo anno Marie sarebbe stata la mia assistente professoressa e che mi avrebbe aiutato nelle classi. Ero al settimo cielo all’idea che Marie sarebbe stata al mio fianco per tutto l’anno e di impulso chiesi a Silente di assegnarle l’appartamento della torre ovest, e di farmi trasferire vicino a lei. Acconsentì sogghignando sotto la lunga barba visto che aveva già percepito il mio legame con Marie. I giorni passarono tra esercizi con la bacchetta, insegnamenti di magia oscura e preparazione di pozioni. Marie era un’allieva sveglia e molto capace e sotto la mia guida vidi la sua aura magica crescere sempre di più. Le riunioni dei mangiamorte continuarono con la solita cadenza ma non accadde nulla fino alla fine di agosto. Di comune accordo avevamo deciso di non dire nulla sulla nostra relazione, per non fornire a Voldemort un’arma in più contro di noi. Alla fine della lezione io e Marie stavamo per uscire quando Lucius ci venne incontro e disse “Severus, volevo dirti che quest’anno lavoreremo molto a stretto contatto. Sono diventato consigliere della scuola e come tale sarà mio dovere vigilare personalmente sul buon andamento delle lezioni. So che la signorina Marie sarà la tua assistente, vero?” “Sì. Silente ritiene che sia necessaria la sua presenza per uno svolgimento più agevole del programma.” “A quanto pare non sei molto d’accordo… eppure è una ragazza così bella. Fossi in te non mi lascerei scappare l’occasione. Ora però devo andare. A presto bellissima Marie.” Marie represse un brivido di disgusto e disse “E ora? Se vivrà a scuola prima o poi capirà che ci amiamo. E’ il braccio destro di Voldemort ed è abbastanza viscido da riuscire a fare anche ben peggio che denunciarci a lui” “Già. Non aver paura di lui. Farò in modo che non ti accada niente. Te lo prometto” E anche questa volta non potei mantenere la mia parola. Arrivammo a Hogwarts che era ormai l’alba e dopo un sonnellino ci sistemammo per la cena di inizio anno. Marie aveva scelto un abito color pervinca che le evidenziava i capelli biondi e gli occhi chiari. La gonna era ampia, di velluto liscio e sull’orlo c’era una decorazione di perline e brillantini che era riportata anche sulle maniche e sulla scollatura. I capelli biondi erano stati annodati con grazia in cima alla testa lasciando qualche ciocca sbarazzina ad incorniciarle il viso; un trucco molto leggero completava l’opera. Era veramente perfetta. Ricordo ogni particolare di quella sera e per una volta non me ne stetti immusonito in un angolo anche se sperai nuovamente che la serata finisse al più presto. Percepii molte perplessità sulla presenza di una tale bellezza al mio fianco e che oltretutto stava allegramente facendo conversazione… Certo, loro sono abituati a vedermi come il professore severo che pretende l’impossibile ma lo faccio solo per spingerli a migliorarsi. Vedermi al fianco di Silvie fece rimanere molte bocche aperte ma decisi di rimandare le spiegazioni al giorno successivo. Dippet fece un discorso piuttosto breve e poi finalmente iniziò la cena. Le portate erano come al solito squisite ma la mia completa attenzione era per la donna che avevo al fianco e così finii per mangiare piuttosto poco. La festa ebbe finalmente termine e i prefetti si alzarono da tavola per condurre i nuovi arrivati ai rispettivi dormitori e finalmente potei alzarmi da tavola e, presa Marie sottobraccio, la condussi verso i nostri appartamenti. Più di un serpeverde rimase ammutolito dalla situazione ma per lo meno ebbero il buon gusto di non fare domande. Giunti finalmente nell’appartamento in cima all’alta torre Marie mi sfiorò le labbra con le sue, leggera come una farfalla e mi chiese di aspettarla in camera mia. Nell’attesa accesi il grosso camino con delle fiamme magiche tiepide e posizionai alcune candele intorno al letto a baldacchino di pesante velluto verde. Dopo pochi minuti Marie apparve sulla porta che collegava le nostre camere, bella come non mai. Per l’occasione aveva indossato una lunga camicia da notte nera con inserti di pizzo sull’orlo e sulla scollatura che mostrava provocante uno spettacolo a cui nessuno avrebbe saputo resistere. Quasi con reverenza allungai una mano a sfiorare la sua guancia di seta, delicatamente come se avessi paura che si spezzasse sotto le mie forti dita. “Marie, sei un angelo che è venuto a salvarmi dall’infermo più profondo. Potrò mai ripagarti della gioia che mi dai?” “Amami, come sai fare tu. Voglio solo questo, stringimi forte e fa che non debba lasciare mai il rifugio sicuro delle tue braccia”. Anche quella sera, come molte altre prima di essa, la passione ebbe il sopravvento e insieme volammo verso le vette del piacere, fusi in un unico individuo, corpo e spirito. La mattina dopo avevamo la prima lezione di pozioni, quindi fu piuttosto duro alzarsi presto e lasciare il nostro caldo e comodo letto ma così volevano le regole. Ancora ricordo l’abito che hai scelto quel giorno, un completo nero molto simile al mio ma la giacca corta lasciava intravedere una candida camicetta di seta che lasciava scoperta la gola. “Ti ho già detto quanto ti amo oggi?” “Mmmh, penso di no. E io?” “Allora per farmi perdonare ho qui una piccola sorpresa che spero ti porti fortuna. Girati e chiudi gli occhi” Dopo essermi assicurato che non stessi spiando presi da una tasca del mantello la collanina che avevo preparato e te la allacciai. “Severus, ma è stupendo!” Il ciondolo riproduceva un drago nei minimi dettagli e dietro c’erano incisi i nostri due nomi. “Era di mia nonna e me lo ha dato perché lo regalassi alla donna che avessi scelto. A lei ha portato fortuna e spero che ne porti anche a te” “Grazie amore, grazie” “Ora però dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi”. La prima lezione era con i grifondoro del sesto anno e i serpeverde. Quella mattina entrai come al solito facendo schioccare il mantello dietro di me e dissi con un tono che non ammetteva repliche :”Ragazzi, questa è la mia nuova assistente Marie Kinkaid. In mia assenza voglio che le ubbidiate come fareste con me. Ora, ecco gli ingredienti della pozione su cui vi eserciterete oggi. Cominciate” Fatto apparire l’elenco alla lavagna mi misi a camminare tra i banchi facendo i soliti caustici apprezzamenti sulle pozioni dei miei allievi. Come sempre i serpeverde lavoravano abbastanza bene ma tra i grifondoro l’unica che avesse iniziato ad apprezzare la mia sottile arte era la sign.na Hidaho. La pozione in questione, una volta pronta dopo 30 minuti di bollitura, sarebbe dovuta risultare blu elettrico ma delle molte fialette che si accatastarono sopra alla mia cattedra solo una decina erano del colore giusto, molte spaziavano nei più disparati toni del celeste-turchese e una spiccava per un bel colorito rosso carminio. Neanche dovetti guardare per rendermi conto che il proprietario della fiala era il sig. Paciock. ( un parente di Neville…) “Sign Paciock! Mi vuol dire cortesemente cosa sarebbe questa? Come le devo dire che la polvere di cuore di drago va aggiunta contemporaneamente all’acqua ? Per punizione si prepari ad essere interrogato.” “Professor Piton, potrei parlarle un attimo?” hai chiesto dal fondo dell’aula Chiunque altro avrebbe subito la mia ira ma colsi subito l’occasione per appartarmi con te anche se solo per un secondo. “Severus, per favore. Paciock potrebbe migliorare moltissimo se solo avesse meno paura di te. Mi permetti di interrogarlo? Forse lontano dai tuoi sguardi saprà cavarsela meglio” e mi hai rivolto uno sguardo malizioso “A quanto pare conosco qualcuno che non la pensa alla stessa maniera… E sia. Interrogalo pure. Dopo tutto non posso rifiutarti nulla. Dove finirà la mia reputazione?” I due rientrarono in classe e Severus annunciò: “Paciock, verrai interrogato dalla mia assistente mentre io illustrerò alla classe gli errori più comuni che si commettono con questa pozione.” Lo sguardo terrorizzato del ragazzo si posò su di te ma gli hai regalato uno dei tuoi stupendi sorrisi e lui si è un po’ calmato. “Vieni Neville. Mettiamoci in fondo all’aula così non disturbiamo i tuoi compagni. Prima domanda: cosa ottengo se metto insieme acqua, 50 grammi di artemisia, un bezoar di 25 grammi e 75 cc di succo dell’aconito?” “Mmmh… una pozione per curare dal veleno la cui azione è aumentata dal potente effetto soporifero dell’artemisia.” “Giusto. Vediamo questa; dimmi tutti gli effetti della polvere di scaglie di drago nelle pozioni restringenti” “La polvere di scaglie di drago permette di abbassare il tempo di ebollizione della pozione e la temperatura che sarebbe necessaria per far amalgamare i petali di rose secche con il quarzo.” “Bravo…. La tua interrogazione si protrasse per almeno un’ora e mentre spiegavo alla classe non potevo fare a meno di guardarti e di notare la trasformazione subita da Paciok; quando lo interrogo io di solito si mette a tremare come una foglia mentre con te dimostrava la stessa sicurezza degli altri. Mezzora prima della fine ti ho visto portarlo al suo banco e fargli preparare da capo la pozione. Mai sorpresa fu più grande quando mi hai portato una fialetta piena di liquido color blu elettrico proveniente dal paiolo del ragazzo. “Professore, ho ritenuto opportuno far rifare al sig. Paciock la pozione e questo è il risultato. L’ho anche interrogato su questi argomenti e si è dimostrato piuttosto preparato. Io assegnerei qualche punto a Grifondoro.” “Se lo dice lei. Diciamo 10 punti a Grifondoro per questo insperato successo” A quel punto, guardando le espressioni dei miei allievi fui certo che la mia reputazione si era incrinata per sempre. Finalmente dopo pranzo e altre tre ore di lezioni riuscimmo a tornarcene ai nostri appartamenti con l’idea di dormire un po’ in previsione della riunione del cerchio che era prevista per quella notte stessa. Le cose ovviamente andarono in modo diverso, più piacevole ma meno riposante. Giunti a destinazione ci mescolammo con gli altri Mangiamorte che stavano entrando e ci disponemmo per il cerimoniale di entrata dell’Oscuro Signore. Voldemort arrivò come al solito per ultimo, si dispose in mezzo a noi e fece un annuncio “Oggi niente cerimoniale. Abbiamo altro a cui pensare. Irina Novaskova ci ha traditi e quindi deve essere fermata. Il qui presente Lucius l’ha vista parlare con un uomo che sappiamo essere collegato con il ministero della magia e quindi sarà suo l’onore di ucciderla insieme alla nipote che ora abita da lei. Lucius, prendi con te due uomini e domani sera va e ferma quella traditrice. Severus, ho bisogno che tu resti qui fino a dopodomani, ho scoperto un antico libro che potrebbe contenere delle pozioni importanti per me e voglio che tu lo studi e mi faccia rapporto su quello che hai scoperto. Prima che tu me lo chieda non è possibile spostarlo visto che si tratta del “Grande libro degli alchimisti” e, se lasciasse l’atmosfera controllata della mia biblioteca, si sbriciolerebbe a causa dell’età.” “Sì mio signore. Come desideri” risposi ma dentro di me ribolliva la rabbia e la paura di essere costretto a lasciare Marie da sola per più di un giorno. “Mio Signore, posso appartarmi per qualche minuto con la mia assistente per indicarle il programma da svolgere in mia assenza?” “Ok ma fai presto” Con poca grazia presi Marie per un braccio e al condussi in una stanzetta laterale dove schermai la porta con un incantesimo di imperturbabilità “Amore, va a casa, avverti Silente che sono stato trattenuto e spiega le pozioni iper dilatanti senza di me.” “Ma tu..? Cosa succederà? E chi andrà a salvare la povera Irina? Da quando sono entrata nell’Ordine della fenice è stata sempre così gentile con me” “Albus troverà il modo di avvertirla. Non voglio che tu faccia nulla di diverso da avvertirlo, ok? Non potrei perdonarmelo se ti accadesse qualche cosa. Ora dammi un bacio e andiamo” Le nostre labbra si incontrarono con foga e parvero non volersi più dividere fino a quando non ti allontanai con un braccio e ti dissi ancora una volta : “Ti amo, ora torna a casa” Sei tornata da Albus subito? Io credo proprio di no. Dallo sguardo birichino dei tuoi occhi avrei dovuto capire che nella tua matta testolina stava formandosi la pazza idea di andare ad avvertire Irina da sola. Eppure lo hai fatto. Non so bene come ma sei riuscita a portarla via un attimo prima che Lucius arrivasse sulla scena ma a quanto pare sei stata poco attenta. Nella foga di aiutare Irina a scappare con la nipote di appena un anno hai perduto l’anello che ti avevo regalato in occasione del nostro primo mese insieme. Come se non bastasse non avevo fatto incidere nulla su quel cerchietto d’oro perché volevo che il tuo vero anello di fidanzamento fosse speciale. Se solo avessi scritto da qualche parte anche il mio nome ora sarei morto anche io e saremmo di nuovo insieme, per l’eternità. Ma aspettami amore, non manca poi molto alla mia cattura da parte delle forze di Voldemort. Neanche ventiquattro ore dopo Voldemort mi ha chiamato a se nella sala delle udienze. “Allora Severus… Come sta andando la pozione che ti ho chiesto?” “Magnificamente mio signore. Sarà pronta tra sei ore circa.” Dentro di me cominciavo già a sospettare, Voldemort non chiama mai per scambiare quattro chiacchiere. “Come certamente saprai Lucius è tornato dalla missione a casa di Irina ma per qualche strana ragione non ci è riuscito. Sai spiegarmelo?” “No mio signore” risposi con il cuore in gola. “L’unica cosa che è riuscito a fare è stata riportarmi questo piccolo anellino che ha scovato per caso in terra, a casa di Irina. La pietra è un opale luminescente e come puoi notare sta brillando di rosso, un colore molto strano per una semplice maga.” Quando Voldemort mi porse l’anello mi sentii morire ed ebbi la certezza assoluta che per noi fosse finita. Amore, perché non mi hai rivelato di essere una fata? Se solo lo avessi saputo non avrei mai scelto un opale luminescente che si colora di rosso solo se la fata cui appartiene lo perde. Come ho fatto ad essere così sciocco? Ormai non potevo fare più nulla, se non negare fino all’ultimo. “Già, a quanto pare Silente si serve anche delle fate a questo punto. Se me lo lasciasse portare in laboratorio potrei forse scoprire la traccia magica della fata e individuarla più facilmente. “Non occorre Severus. Grazie della disponibilità. Torna pure ad occuparti della pozione” Quando lasciai la sala mi accorsi della presenza di un paio di Mangiamorte che mi seguirono fino al laboratorio e lo sprangarono dietro di me. Ormai potevo solo sperare che Albus fosse abbastanza perspicace da capire il pericolo e tenerti al sicuro. Quanto mi sono sbagliato anche in questo caso! Come ogni fata sei dotata di una naturale acutezza dei sensi e questo ti ha permesso di contravvenire agli ordini e di presentarti alla riunione mensile, pur di non far scoprire la mia copertura. Come al solito Voldemort ci riunì nella sala delle udienze e ci informò degli avvenimenti: “Fedeli servi, forse saprete che c’è un infiltrato in mezzo a noi, una donna che in realtà lavora per l’odiato Albus Silente. Grazie a Lucius sono stato in grado di individuarla e ora riceverà la giusta punizione.” All’udire quelle parole quasi non mi ressi in piedi e dovetti appoggiarmi alla colonna dietro di me; sapevo che Voldemort stava osservando al mia reazione ma non riuscii a nasconderla. Ormai era chiaro che il tuo destino, mia dolcissima Marie, era segnato. Dietro di te comparvero improvvisamente due muscolosi Mangiamorte che ti afferrarono per i gomiti e ti gettarono in malo modo davanti a Voldemort. “Marie, mezza fata, sei una sporca traditrice. Non negarlo. Questo anello è stato trovato a casa della traditrice e porta il marchio del tuo sangue ibrido. Dimmi dove l’hai portata e forse ti concederò una morte veloce.” “Lavoro da sola. Irina era una brava donna e ho deciso di salvarla.” “Menti! Crucio!” Il dolore ti assalì impetuoso ma hai resistito eroicamente. Poi improvvisamente nella mia mente è rimbombato il tuo potente messaggio: “ Salvati amore. Stai zitto e vivi anche per me fino a che non ci rincontreremo”. Non so dove ho trovato al forza di eseguire il tuo ultimo desiderio ma le mie labbra sono rimaste serrate. Dopo un tempo che mi parve lungo una vita intera udii Voldemort dire “Bene, ti credo. Preparati a morire traditrice, e sii di esempio per tutti gli altri” e alzò la bacchetta. In quell’istante mi scoccò un’occhiata di traverso ma non seppi riuscire a stare zitto. Se proprio dovevi morire sarei stato io a farlo. “Mio signore, sarebbe un’ottima maniera di sperimentare il mio ultimo veleno. Così dovremmo evitare di trovare altre cavie” “Hai ragione Severus. Procedi pure” Con mani tremanti presi da una delle mie innumerevoli tasche una fialetta di liquido verde smeraldo e mi inginocchiai davanti a te. Non dimenticherò mai i tuoi stupendi occhi fissare i miei con quell’espressione di calma accettazione. La fialetta passò dalla mia mano alla tua e per un breve momento ci sfiorammo in un ultimo doloroso addio. Rapidamente hai bevuto la pozione e sei caduta a terra, morta. In quel momento ho creduto di non riuscire più ad alzarmi ma una vocina, sorprendentemente simile alla tua mi continuava ad urlare di alzarmi e di non rendere vano il sacrificio della mia unica ragione di vita. A fatica sono riuscito a riguadagnare la posizione eretta e mi sono inchinato a lord Voldemort. “I miei complimenti Severus, è veramente potente. Per favore, occupati tu del corpo. La riunione è terminata” Con infinita cura ho preso tra le braccia il tuo corpo e mi sono smaterializzato portandoti con me fino al castello di famiglia dove ti ho deposta nel mausoleo, protetta da un incantesimo blocca tempo. Ormai la mia mente è vuota, l’anima ha lasciato il corpo per seguirti e io sono costretto a vivere qui fino a quando la morte, pietosa alleata, non mi verrà a prendere per riunirci ancora una volta. Non so cosa farò di ciò che resta di me ma è certo che non amerò più nessuna donna e il tuo ricordo resterà puro ed incontaminato dentro di me. Ormai è l’alba e io devo andare, spero solo che i miei “fratelli” mangiamorte mi trovino presto e pongano fine a questa miserabile vita. Lascio qui il mio diario, nascosto sotto la tua tomba, amore mio. Arrivederci a presto mia bellissima Marie!
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Djanet