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Autore: _Lethe    01/08/2010    3 recensioni
Solo due parole gli aveva lasciato, vicino al sangue che imbrattava il cuscino e che le sgorgava dalla tempia. “Sii felice” Ma come poter essere felice?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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odore

La notte accompagnava ogni suo passo, lo accoglieva nel buio silenzio ormai spezzato. I capelli neri gli gocciolavano sul viso, ma non se ne curava. La pioggia ormai era parte di lui e lui non riusciva più a sottrarsi a quel profumo che le dolci gocce portavano giù dalle nubi, giù dal Paradiso, direttamente all’Inferno.
Quel profumo. L’unico ricordo rimastogli di lei. L’aveva consumato, bruciato dal profondo, ma ormai non riusciva più a saziarlo, ad ogni temporale era lì, nel parco, ad inebriarsi di lei.
Lei che ormai non c’era più.
È facile piangere sotto la pioggia. Le lacrime si confondono sul viso, acque salata e acqua dolce.
Se n’era andata, lasciandolo solo con il suo volto negli occhi ogni volta che li chiudeva, con il suo sapore sulle labbra, col suo odore tra le lenzuola, che svanì troppo presto, troppo presto…
Ma quando una notte di tempesta aveva sentito ancora quel profumo, non poteva crederci, il tempo l’aveva portato via, lontano, eppure era lì, che alleggiava nella sua stanza come un fantasma.
Era per caso tornata? Impossibile, lo sapeva, ma il desiderio, la speranza, riaffiorarono subito nel suo cuore straziato.

Fissò la finestra aperta e capì.

La pioggia gli aveva fatto un regalo, gli aveva donato un’arma a doppio taglio, la sua nuova droga.
Ora alzò gli occhi verso la luna che timidamente sbucava dalle nuvole grigie, tentando di illuminare quel mondo cupo e triste, cercando di illuminargli il cuore. Tutte le notti ci provava. Invano.
Pensava ai suoi occhi mentre guardava il cielo. Le sue iridi grigie con quelle pagliuzze bianche che si muovevano a volte, come le ali di un gabbiano che esegue la sua ultima danza tra le onde del mare burrascoso che si appresta ad inghiottirlo.
Solo due parole gli aveva lasciato, vicino al sangue che imbrattava il cuscino e che le sgorgava dalla tempia.

“Sii felice”

Ma come poter essere felice?
Così tormentato dal suo ricordo vagava esule per le strade di Londra, perennemente bagnate.
Aveva scelto l’Inghilterra, il paese della pioggia, per starle acanto, per averla accanto.
Era scappato durante il funerale, scappato da quel paese di cui il sole era padrone.
Ogni notte, la stessa ora in cui l’aveva trovata nel letto, gli occhi sbarrati privi di vita, prendeva in mano la pistola con cui si era tolta la vita, stufa di questo mondo crudele e incompresa, e rifletteva, ogni notte voleva ricongiungersi a lei, starle vicino per sempre, ma quel profumo lo legava alla vita, avvinghiandolo nelle sue spire, come un serpente con al sua preda.

Ma quella notte no, non avrebbe ceduto.

Ormai non aveva più niente che quella folle pioggia avrebbe potuto sottrargli, la sua anima era come un tizzone ormai spento che aveva bruciato per molto tempo tra le fiamme del camino, di lui rimaneva solo cenere.
Un ultimo sguardo alla luna. Lei sa che brucerà in eterno, lei piange per lui, ma non sarà solo.
Chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare per l’ultima volta il volto dalle lacrime delle nubi, anche loro non vogliono lasciarlo andare. Inspirò ancora il suo profumo, lo accolse nella sua anima.
Sollevò la pistola e sorridendo volò da lei, libero dalla sua prigione, finalmente felice.

  
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