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Autore: Archangel Rachel    01/08/2010    5 recensioni
Tutti ad Hogwarts conoscevano l'odio che intercorreva tra James Potter e Severus Piton. Tutti, a quanto pare, sbagliavano.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima fanfiction che scrivo in vita mia. E' nata per un contest organizzato dal mio forum, ed era destinata esclusivamente a quello, poi però mi ci sono affezionata ed ho deciso di sottoporla anche ad altri pareri. Il pairing è insolito, è vero, ma in qualche modo funziona. Spero che vi possa piacere e, vi prego, lasciate perdere i piccoli errori di cui sarà cosparsa (a proposito, se qualcuno volesse fare da correttore sarebbe bene accetto ^^).

Buona lettura

Rachel



->>N.B. I personaggi della fanfiction non sono frutto della mia fantasia, ma di quella di J.K. Rowling e sono protetti da copyright. Le parti contrassegnate con l'asterisco sono state prese direttamente dal libro "Harry Potter e i Doni della Morte" e sono state da me modificate senza alcuno scopo di lucro.




Sempre





Ti odio


"Ahahah! Bel colpo Ramoso!"

disse Black, dando all'amico una gran pacca sulla schiena.

Severus rimase a terra, completamente ricoperto da un maleodorante liquido verde, identificabile come "bava fresca di lumache", guardandoli con odio.

"Aspetta...tu"

ansimò rabbioso, rivolgendosi a Potter.

"aspetta... e vedrai!"*

Tra le mani stringeva convulsamente i libri, anch'essi imbrattati. Non avrebbe potuto comprarne di nuovi. Avrebbe dovuto tenere quelli, macchiati e puzzolenti. Già, lui non era James Potter, non era ricco.

"Aspettare cosa?"

chiese gelido Black

"Che cosa farai, Mocciosus, ci userai per soffiarti il naso?"*

Il corridoio, nel quale nel frattempo si era radunata una piccola folla di spettatori, si riempì di risate. Anche Potter era scoppiato a ridere, seguito da Peter Minus, un inutile parassita che non si staccava un attimo da lui. L'unico che non sembrava divertito era Remus Lupin che, con aria imbarazzata, cercava di convincere i suoi amici che si era fatto tardi e che era ora di andare. Tra i quattro era l'unico che riusciva a non odiare. Forse.

"Questa era proprio buona, Felpato!"

esclamò Potter mentre ancora rideva, circondando le spalle dell'amico con un braccio.

Quando si volsero e se ne andarono, di conseguenza la folla che assisteva alla scena si disperse, conscia che non ci sarebbe stato più nulla da vedere. Dovevano essere abbastanza soddisfatti delle loro gesta visto che non avevano aggiunto ulteriori umiliazioni. Di solito un brutto tiro come quello era solo l'antipasto prima della portata principale. Rimase a terra, solo e ricoperto di viscidume, guardando i quattro allontanarsi come se niente fosse, come se la sua dignità non fosse nulla in confronto al loro divertimento. Li odiava. Odiava Black per la sua arroganza, odiava Minus per il suo essere un patetico leccapiedi e, si, odiava anche Lupin ed il suo inutile, finto perbenismo. E poi odiava...Potter. Lo odiava per quello che gli faceva da ormai quattro anni, perchè aveva tutto e tutti ai suoi piedi senza meritarlo, perchè, nonostante non avesse bisogno di farsi notare, lo faceva comunque, divertendosi ad infangare il nome di un innocente. Lo odiava per la sua disordinata bellezza, per la sua innata sicurezza, per essere allo stesso tempo atletico, intelligente, affascinante e ricco. Lo odiava per essere tutto ciò che lui avrebbe voluto essere, lo odiava per il solo fatto che una persona così potesse esistere. Che una persona così potesse esistere e lui non potesse parlarci, toccarla, averla vicina. Averla per sè per colmare tutto ciò che lui poteva essere. Amava tutto ciò che era James Potter. Lo amava così tanto da detestarlo con tutto il cuore. Si alzò lentamente, i vestiti umidi ed appiccicosi ed il viso imbrattato. Meglio così: nessuno avrebbe notato le sue lacrime silenziose tra lo sporco.



***



"...e poi gli ha fatto volare in testa un intero secchio di bava di lumache! Dovevate esserci ragazzi!"

raccontava Sirius con entusiasmo.

Alcuni studenti della loro casata ascoltavano divertiti, un pò seduti sul divano ed un pò sul tappeto, davanti al fuoco.

"Wow! Sei forte James!"

commentò uno di loro, del secondo anno.

Solo quando sentì pronunciare il suo nome e l'attenzione fu portata ufficialmente su di lui si ricordò di sorridere. Un sorriso che ostentava spavalderia, che sottolineava quanto orgoglioso fosse delle sue gesta, mentre in realtà non ne andava affatto fiero. Quando Sirius riprese a blaterare e lo sguardo dei ragazzi tornò di nuovo su di lui, il sorriso scomparve insieme ad ogni traccia di divertimento. Fissava il fuoco, in silenzio, il boccino che di solito si divertiva a lasciar fuggire e riprendere al volo stretto nella mano. Ripensava a pochi minuti prima, a quello che era avvenuto nel corridoio del primo piano, eppure non lo faceva con scherno o fierezza. Lo faceva con rabbia e frustrazione. Si alzò dal divano e dette le spalle a Sirius.

"...e poi io gli ho det...hey, Ramoso, dove vai?"

chiese il moro, interrompendo il suo racconto.

"Sono stanco."

rispose James, incamminandosi verso le scale.

Gli rivolse uno sguardo, insieme ad un falso sorriso.

"Ci vediamo dopo, ok?"

Senza attendere risposta salì le scale che l'avrebbero portato al dormitorio, l'espressione seria, così diversa da quella che si sforzava di mostrare agli altri. Poggiò una mano sulla maniglia della porta, fermandosi un attimo prima di aprirla. Sapeva cosa avrebbe trovato in quella stanza, da solo, e sapeva che, ancora una volta, non avrebbe avuto il coraggio di affrontarlo. Aprì la porta con decisione ed entrò, lasciando che si richiudesse con un tonfo secco. Raggiunse il suo letto e vi si lasciò cadere sopra, disteso, e subito la sua mente tornò, ancora una volta, a pochi minuti prima. Severus che camminava, Sirius che lo vedeva e che proponeva uno scherzo, e lui che, quasi come a comando, gli faceva volare addosso un secchio incustodito di bava di lumache. Strinse convulsamente la coperta rossa e oro nel pugno, le labbra tirate in una smorfia d'odio. Lo detestava. Odiava il suo essere un odioso Serpeverde, odiava la sua incapacità di difendersi ad ogni brutto tiro che gli giocavano, odiava il suo sguardo rabbioso ogni volta che si incrociavano. Odiava il suo essere timido, asociale, poco affascinante e povero allo stesso tempo ed odiava il fatto che potesse essere così sè stesso come e quanto voleva, senza deludere le aspettative di nessuno. Ma, soprattutto, odiava il fatto che tutto questo a lui piacesse, odiava il desiderio di averlo vicino per poter essere davvero sè stesso, senza deludere nessuno, odiava trovarlo bello, anche se poi tanto bello non era. Amava tutto ciò che Severus Piton rappresentava, e per questo lo detestava dal profondo del suo cuore.
  
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