Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Walnut    02/08/2010    3 recensioni
Il sole fuori cominciava a tramontare, tingendo il cielo con lingue di fuoco rosse che combattevano con sprazzi azzurri di cielo, che coraggiosi tentavano di sovrastare le fiamme che via via prendevano il sopravvento.
Il rosso danzava sopra le loro teste in un ballo ammaliante e peccaminoso, che catturava tutti nel suo continuo e lento scorrere.
[...]Si girò e sbuffo, poi prese la via per i sotterranei e iniziò a camminare spedita verso essi.

Prima classificata al "Questo amore... (Prevert)" contest, indetto da Vogue sul forum di EFP.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dedicata all'amanteH Vogue,
che sa il TeTesco e mi corregge le parole,
che indice Contest meravigliosi e mi permette di partecipare,
che ha compiuto 19 anni ieri e diventa sempre più grande.
Auguri per la millesima volta!
L'amante Vì,  ♥ 

MogliaH, non esserne gelosa,
la prossima è per te  :)

 

La danza del Sole

[ Questo amore così vero ]

 

Il movimento delle persone nei corridoi di Hogwarts era quasi ipnotizzante.

Gamba destra, gamba sinistra, braccio, testa, risata, gamba destra, gamba sinistra, insulto.

Un continuo ripetersi di azioni quotidiane scandito dal tempo e dall'ora della giornata.

Il sole fuori cominciava a tramontare, tingendo il cielo con lingue di fuoco rosse che combattevano con sprazzi azzurri di cielo, che coraggiosi tentavano di sovrastare le fiamme che via via prendevano il sopravvento.

Dalle vetrate la luce arrivava distorta, leggermente più chiara, e strisciava nel pavimento come un serpente, arrancando sempre più verso il buio e l'oscurità.

Pansy Parkinson guardò la striscia di luce rossa avvicinarsi al suo piede lentamente, come se stesse chiedendo perdono.

Per lei, quella striscia invece rappresentava solo la fine di un'altra giornata ad Hogwarts; rappresentava l'arrivo della sera e dei compiti che doveva svolgere.

Le ronde notturne erano sempre stancanti, monotone, interminabili. Da un po' di tempo a quella parte erano diventate ancora più stancanti. Quando andava a letto la sera era sempre confusa e disorientata, a malapena riusciva a salire fino al dormitorio femminile e ad arrivare al letto.

Sono gli esami”, diceva a chi la vedeva in quello stato. Le persone annuivano, troppo prese da altre cose per approfondire le parole della ragazza, e se ne andavano, e il circolo ricominciava.

Guardò fuori dalla finestra e vide che alla fine la purezza del cielo era stata vinta dalla passione del fuoco del sole.

Il rosso danzava sopra le loro teste in un ballo ammaliante e peccaminoso, che catturava tutti nel suo continuo e lento scorrere.

Fra poco sarebbe stata ora di cena e tutti sarebbero scesi dai loro dormitori. A dirla tutta, quella sera, le mancava la voglia di mangiare, era troppo stanca per farlo. Si sarebbe riposata prima della solita ronda.

Si girò e sbuffo, poi prese la via per i sotterranei e iniziò a camminare spedita verso essi.



L'aria fredda di Febbraio incombeva su di loro come una presenza oscura. Penetrava nei loro indumenti e nelle loro teste come un incantesimo. La neve scendeva in fretta dal cielo, come se sentisse il bisogno di ricoprire il tutto il più velocemente possibile. Il giardino, alla luce della luna piena di quella sera, rifletteva e mostrava figure irreali ridere e scherzare nella neve. Muoversi come spinte da un ritmo muto ma presente nell'aria, un ritmo impossibile da ascoltare, ma che tutti riuscivano a coglierne l'essenza. Inafferrabile.

Pansy si strinse ancor più nel suo maglione di lana invernale e proseguì dritta per il corridoio nero e tremante dal freddo. Fortunatamente, in quella parte del castello c'erano quelle grosse vetrate a illuminare la strada. La luce della bacchetta era alquanto scomoda, doveva ammettere.

Un rivolo di freddo le scivolò lungo la schiena fino ad arrivarle ai piedi. Sfregò le mani una contro l'altra per scaldarle e butto fuori dalla bocca un po' d'aria calda.

Non vedeva l'ora che quella stramaledetta ronda finisse. Non desiderava altro.

Sognava ad occhi aperti il suo letto a baldacchino dove avrebbe potuto finalmente riposare.

Solo un'altra ora. Solo un'altra fottutissima ora.”, si disse.

Camminò spedita fino ad oltrepassare le grosse finestre di vetro, addentrandosi ancor più nel freddo del castello e dirigendosi verso i Sotterranei.

Alla luce della sua bacchetta, le sottili ragnatele bianche dei ragni, ammassate l'una sull'altra, splendevano, tanto da sembrare vernice fresca spennellata sul muro. Per quanto fossero disgustose erano sempre un bello spettacolo. Ne guardò una e intravide un ragno muoversi lentamente sopra di essa, dirigendosi verso la preda caduta in trappola.

Si stava per avvicinare per guardare meglio la scena, quando fu distratta da un rumore proveniente dalla stanza davanti alla sua. L'aula di Pozioni di Piton.

Strinse più forte la bacchetta prendendo coraggio. Chi diavolo poteva essere a quell'ora in quella stanza? Un brivido le oltrepassò le membra, come per avvertirla del pericolo.

Prese un grosso respiro e, arrivata all'entrata dell'aula chiusa, appoggiò l'orecchio su essa. C'era qualcuno – o qualcosa – dentro la stanza che trafficava freneticamente con qualcosa, e, a quel che le sembrava, era molto agitato.

Riprese ancora fiato e puntò la bacchetta sulla porta.

Alohomora”

 

[ Questo amore così vero ]



Nascosto nell'oscurità, dove i raggi del Sole non potevano raggiungerlo, osservava la scena rapito, ammaliato.

La guardò camminare velocemente verso i dormitori, chiedendosi cosa ci andasse a fare a quest'ora.

Il ticchettio delicato delle scarpe sul pavimento; la gonna accorciata; i capelli al vento, neri come l'inchiostro dei sogni, che ondeggiavano al tempo della sua camminata.

Era diventata il suo sogno proibito. Il suo incubo oscuro. La sua eclissi nella tempesta.

Quello di cui non aveva tenuto conto però, era quello che lei provava per lui. Quel maledetto l'aveva incantata con i suoi occhi e i suoi modi, ma lei ancora non aveva capito che per lui lei era meno di niente.

Si alzò in piedi e iniziò a seguirla. Ripercorsero assieme i Sotterranei di Hogwarts, che con occhi ammonitori guardavano entrambi, scesero le scale che portavano ai loro dormitori, dove i quadri al loro passaggio li salutarono con garbo, ed entrarono finalmente nei dormitori.

Pansy si girò verso di lui, con fare scocciato. Inarcò un sopracciglio e schioccò la lingua nel palato.

“Perché mi stai seguendo?”

“Volevo vedere dove andavi a quest'ora. Fra un po' si cena e dopo abbiamo la ronda, mi preoccupavo per la tua salute; pensavo stessi male.”

Pansy fece per ribattere, ma fu interrotta dal rumore delle porte aperte, che stavano ad indicare le persone pronte ad andare a cena.

Volse lo sguardo il alto, verso la scalinata alla sua destra, e lo vide scendere le scale, sempre col suo sguardo indifferente, la sua camminata misurata, la sua camicia aperta fino al terzo bottone. Al suo sguardo Pansy si girò, e lo vide anche lei.

Notò che gli occhi di Pansy si illuminarono, e poté sentire dentro di lui qualcosa ruggire arrabbiato.

Draco Malfoy, seguito da Blaise Zabini, passò accanto a loro, rivolgendo un cenno annoiato a entrambi, troppo stanco dopo l'allenamento di Quidditch.

Non ce l'aveva con lui, oh no, lui era suo amico dopotutto; solo che in quel periodo aveva sentito il bisogno di staccarsi un po'. Solo questo e nient'altro.

Ghignò abbassando la testa per non farsi vedere. Chi voleva prendere in giro?

Lui stesso? Non si può ingannare se stessi. Cercare di ingannare se stessi è una cosa da stupidi, e lui non era uno stupido.

“Allora, Pans, vieni sì o no?”

Raggirare se stessi era più facile.


[ Questo amore così bello ]



Diavolo, mi hai fatto prendere un colpo idiota!”

Theodore Nott, Serpeverde, suo compagno di casa, rise nell'ombra. Sdraiato su un banco vicino a un calderone, sorseggiava qualcosa da un bicchiere. Pansy non seppe riconoscerlo subito, ma dall'odore che emanava la sostanza capì subito che si trattava di qualcosa di alcolico.

Pans, tranquillizzati. Chi ti aspettavi ci fosse? Il troll cattivo?”

Theo rise sotto i baffi, silenziosamente. Pansy rafforzò la presa sulla bacchetta, arrabbiata, ma quando poi si ricordò che quello era solo Nott, l'abbassò, riponendola nella tasca della divisa.

Non ho tempo da perdere con te e le tue cretinate, e neanche tu dovresti averlo. E siccome non sono il tipo da sbrigare il lavoro da sola, a meno che non vuoi che faccia rapporto a Piton, ora tu alzi quel culo che ti ritrovi e torni a fare la ronda con me!”

Theo alzò il bicchiere come per fare un brindisi, poi finì di bere il suo contenuto in un sol sorso.

Come vuoi tu, mia padrona.”

Si alzò dal tavolo barcollando leggermente, e, ridendo, le si avvicinò. L'odore di Fire-Whisky era inconfondibile. Ogni particella del suo corpo era inondata da quella bevanda forte e bruciante.

Pansy ne era disgustata. Non poteva sopportare la vista di un povero cretino ubriaco girare nei corridoi da solo, tanto più se Nott. In quei tempi aveva notato uno strano avvicinamento nei suoi confronti da parte sua, un avvicinamento che non le piaceva affatto. Tutti conoscevano Nott: bravo e gentile con i professori, indifferente verso la vita ad Hogwarts, ma Serpeverde fino al midollo.

Pansy sentì il bisogno di uscire da quella stanza. Ora. All'istante.

Theo, finiscila e... andiamo.”

Dai Pans, vieni qui, non fare la ragazzetta candida e casta. Tutti sanno quello che combini...”, rise apertamente, “non potresti concedere qualcosa anche a me?”

La mano di Theodore si appoggiò al suo fianco in un gesto che poteva sembrare tutt'altro che fuori dal normale, ma non era così. Pansy scostò la sua mano bruscamente.

Non dire stronzate, Nott. Finiscila e andiamo, ora.”

Theo l'accarezzò sul collo con la mano, mentre con l'altra si teneva appoggiato al muro.

Theo, smettila. Smettila subito.”

Ma io mi sto divertendo così tanto!”

Ho detto smettila, ora. BASTA, VATTENE”


[ Così felice ]


Pansy diede uno spintone energico a Theodore, che andò a sbattere contro un tavolo.

Scattò in avanti dal dolore provocato dalla botta contro lo spigolo del tavolo e automaticamente la sua mano volò alla parte lesa.

Si girò verso di lei con uno sguardo furioso, irato.

Pansy si spaventò, capendo cosa passava in quel momento nella testa di Nott, e con un movimento veloce arrivò alla maniglia della porta, cercando di aprirla.

Colloportus!”

La mano di Pansy si ritrasse velocemente, come scottata. Si girò verso Nott terrorizzata.

Che diavolo vuoi da me, Nott!?”

Te l'ho detto: voglio solo divertirmi.”

Io no, perciò apri questa maledetta porta. Subito!”

Altrimenti?”
“Piton ti farà fuori, non tollera certe cose.”

Piton non lo verrà a sapere se starai zitta.”

Piton viene a sapere ogni cosa, Nott.”

Ti assicuro che questa volta resterà all'oscuro di tutto, mia cara.”

Nott si avvicinò a Pansy lentamente, misurando i passi. Pansy aveva paura, molta paura, non ne aveva mai avuta tanta. Le mani le tremavano energicamente e il cuore non cessava di batterle nel petto come un martello. Sentì il respiro farsi più veloce.

Quell'attimo di distrazione le fu fatale; non avrebbe dovuto perdersi nei suoi pensieri.

Theodore la raggiunse con uno scatto e le bloccò la mascella mettendole una mano in faccia.

Non fare troppe storie.”

La baciò con furia e dolore, con una passione malefica e con necessità. Dio come aveva bramato quelle labbra rosse e carnose. Solo lui sapeva quanto la desiderasse ardentemente.


[ Così gioioso ]


Pansy provava dolore, angoscia. Ma la paura le superava tutte. Doveva liberarsi. Trovò la lucidità improvvisamente, grazie all'adrenalina che le era salita in corpo con quel bacio. Lei non voleva tutto questo.

Con un calcio si liberò dalla stretta ferrea di Theo e lo spinse lontano da lei; lui si rialzò con un gemito.

Un potente schiaffo voltò la faccia di Pansy, facendola cadere a terra. Ora sentiva calde lacrime rigarle il viso sottile e bianco.

Theo la prese per i capelli con forza, tirandole la testa per guardarla negli occhi.

Io ti sto dando tutto, TUTTO! Quello che non puoi avere te l'ho messo in un piatto d'argento e tu lo rifiuti così?”

La lasciò e Pansy sbatté fortemente la testa sul pavimento freddo e sporco dell'Aula.

Un gemito le uscì spontaneo dalla bocca.

Non la passerai liscia... domani... domani vedrai.”

Theo rise.

Non vedrò niente domani, non preoccuparti.”

Le accarezzo la testa e sentì qualcosa di freddo bagnargli la mano.

Il liquido rosso macchiava la sua mano ossuta e biancastra, brillando alla tenue luce della Luna fuori dalla finestra.

Quello fu il turno di Theo di spaventarsi. Ora era davvero nei guai, doveva fare qualcosa e in fretta. Digrignò i denti dalla rabbia e guardò Pansy cercare di rialzarsi.

Doveva fermarla.

La baciò un'ultima volta, cogliendola di sorpresa, poi le accarezzò ancora il collo guardandola negli occhi. Non aveva più il controllo di se stessa.

Sta tranquilla, è tutto finito. Domani non ti ricorderai più niente.”

Le mise una mano fra i capelli.

Non piangere, non c'è né bisogno.”

Si allontanò di poco da lei e sorrise.

Buonanotte piccola.”

Pansy singhiozzò.

Oblivion!”


[ Così irrisorio ]


“Nott, si può sapere che accidenti vuoi?”

“Niente, te l'ho detto.”

“Non vengo a cena, non sto bene. Sparisci!”

“Ehi, vacci piano con le parole!”

“Si può sapere perchè mi segui continuamente? Non hai una vita sociale? Draco ti ha rimproverato e tu ti sei offeso, per caso?”

Theo sputò per terra, trasformando la sua faccia in un ghigno.

“Draco, Draco... Draco. Dimmi Pans, quante volte ti ha calcolato, Draco? Gli stai sempre dietro come un cagnolino e lui non ti si fila nemmeno. Se la fa con la Mezzosangue, invece, non è divertente?”

Pansy provò a ribattere.

“Ah, Draco, troppo occupato per stare dietro a una stronzetta come te, non è vero?”

Pansy gli tirò uno schiaffo in pieno volto. Il Ciaf rimbombò nella stanza come un urlo.

“Finiscila e vattene, Nott.”

Theo la prese per il collo e la spinse contro il muro.

Fu come un flashback.

Pansy vide un'immagine affacciarsi nella sua mente feroce e aggressiva. Un lampo e nero, nero e nero. La faccia di Nott deformata e con un sorriso amaro sul volto, se stessa in lacrime e le mani di Theo dietro il suo capo.

Le si bloccò il respiro in gola. Non capiva tutto ciò. Cos'erano quelle immagini a lei sconosciute? Cos'era quello che vedeva.

Un dolore alla testa la colpì e si portò istintivamente una mano al taglio che si era ritrovata qualche giorno fa in testa, quando si era risvegliata nell'Aula di Pozioni da sola, in piena notte.

Theo la guardò e rise.

“Non capisci proprio?” le alitò in faccia “Tu sei mia, MIA, e di nessun altro.”

“Cosa stai dicendo, lasciami. Lasciami!”

“NO, accidenti. Capiscimi, perchè non mi capisci?”

“Nott... Theo, lasciami!”

Theo la lasciò improvvisamente, respirando a pieni polmoni.

Le si avvicinò ancora, questa volta più lentamente, arrivandole all'orecchio.

“Quando un sentimento è vero, neanche un incantesimo può distruggerlo. Un giorno capirai...”

La guardò e si girò ridendo. Scomparve dietro la porta del dormitorio lasciando un immenso vuoto a Pansy.

Scivolò a terra mentre un presentimento oscuro si impossessava di lei. Scivolò a terra come quella sera in cui si era ritrovata nell'Aula di Pozioni, sola.

La sua risata le rimbombava ancora nell'orecchio come un'eco malvagio, cattivo, pronto a impossessarsi di lei.

Si accucciò sul pavimento e attese l'arrivo della ronda.

Fuori, le ali della notte avevano oscurato la danza del Sole.



[ Questo amore così vero

Questo amore così bello

Così felice

Così gioioso

Così irrisorio ]


Fine

 

N/A

Questa FF ha partecipato al "Questo Amore... (Prevert)" di Vogue sul forum di EFP, classificandosi prima, con mia grande sorpesa e Cioia!
Per il Contest, dovevamo scegliere una strofa della poesia di Prevert - quella che io ho scelto è stata: Questo amore così vero, Questo amore così bello, Così felice, Così gioioso, così irrisorio, e un personaggio assegnatoci tramite un numero. Il mio era Pansy Parkinson. Inoltre si potevano prendere dei promt. Le mie scelte sono ricadute su: Oblivion, Aula di Pozioni, Fire-Whisky
 e Paura.
Inutile dire che sono stata molto felice di questo podio, visto i casini che ho combinato con questa FF.
Ringrazio di cuore la mia giudiciaH amanteH, a cui la FF è dedicata visto che ieri era il suo compleanno, quindi pretendo che le facciate gli auguri. Non ci sono vie d'uscita!
Auguri ancora, amanteH, anche se ormai sarai stanca di sentirmi! Auguri, auguri, auguri, auguri, auguri, AUGURI! :D

Colgo l'occasione di fare i complimenti anche alle partecipanti del Contest, alle podiste e sempre a Vogue per la velocità dei suoi giudizi.
Penso di aver detto tutto.
Mi dileguo con la speranza che quello che ho scritto vi sia piaciuto!
Salutozzi, la vostra Kartoffen patatosa e taroccata, .

P.S: L'acceno Dramionesco è pura genialità, vè? :D

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Walnut