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Autore: Fuffy91    02/08/2010    1 recensioni
Quando la portiera del guidatore si spalancò e ne fuoriuscì Carlisle in persona, i capelli biondi brillanti alla luce del sole, ora oscurato da nuvole gonfie di pioggia, il viso incredulo e teso, in paradosso con l’accentuarsi del sorriso cortese del vampiro sconosciuto, che avvertii due braccia familiari e decise, scostarmi al mio fianco ed imprigionarmi protettive. Mi voltai e, se avesse potuto, il mio cuore avrebbe avuto sicuramente un tuffo... Cosa succede??? Da cosa è causato lo sgomento di Carlisle, e Bella, come mai è così tesa??? Se volete saperne di più, cliccate e vi assicuro che non ve ne pentirete!!! Baci baci, Fuffy91!!!^-*
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie di donne...di vampire!^^'
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Capitolo 12

Bella.

 

Diana era lì, ferma al centro della raduna, il vento che sferzava intorno a lei, smuovendole i capelli ricci e bagnati, come il tessuto leggero del suo abito azzurro, incollato alle sue membra, evidenziandone ogni longilinea forma.

Sembrava la ninfa Ermione, cantata dal celebre poeta decadente italiano, D’Annunzio, nella sua celebre lirica La pioggia nel pineto. Edward aveva insistito che la leggessi, recitandola per me, sussurrandomene ogni singolo verso all’orecchio, durante una tenue ed assolata giornata, nella nostra raduna fiorita, mentre Renesmee, allora undicenne, dormiva sul mio grembo, sorridente.

Eppure, il volto etereo di Diana, non era sorridente come Ermione con il suo amato. Un’espressione triste e desolata le conferiva un’aria malinconica, difficile da dissipare. I suoi occhi dorati, luccicavano come gemme preziose, nel buio cupo del temporale.

William si alzò di scatto dal terreno scivoloso, osservandola tra l’incantato ed il sorpreso. Diana ricambiò il suo sguardo, senza tuttavia rinunciare alla sua antica malinconia.

Darius, dal canto suo, si era immediatamente ripreso dal colpo ricevuto dalla sua amata, avanzando, leggiadro ma fremente, verso di lei. Un sorriso gli illuminava, ora, il volto d’arcangelo. William, alla sua iniziativa, ringhiò sibilante, le iridi scure dei suoi occhi tremarono di furia. Ma questa si placò, nel momento in cui Diana, alzando lieve il palmo della mano destra verso Darius, ne bloccò il passo con il suo potere telepatico, immobilizzandolo, quasi facendolo scontrare con uno specchio invisibile. Il sorriso scomparve dalle sue fini labbra rosse, e un’espressione d’incredulità si dipinse sul suo viso.

Diana sospirò, portando lo sguardo al suolo, come ad analizzare i fili d’erba che si incollavano alle sue caviglie.

“ Cosa c’è? Che le prende?”

Chiese Emmett, scrutandola aggrottato.

“ Sembra così triste.”

Aggiunse accorata Esme, portandosi una mano stretta a pugno al petto muto.

“ I suoi pensieri sono confusi. Vorrebbe parlare con Darius, ma è intimidita da William.”

Spiegò Edward, attento ad ogni suo pensiero.

Lo osservai, sbalordita.

“ Intimidita?! E per quale motivo?”

Alice rise leggera, sorridendomi.

“ Perché William scatena in lei, sensazioni del tutto sconosciute, ma così potenti da stordirla.”

“ E’ innamorata di lui, ma non riesce ancora ad ammetterlo a se stessa.”

Continuò Jasper, assottigliando lo sguardo, forse concentrato sulle sue emozioni.

“ E’ il sangue di Darius. Blocca ogni suo tentativo di far affiorare i ricordi di lei e William, sepolti nella sua memoria.”

Concluse Edward, lo sguardo ancora vigile.

“ Se è così, allora non c’è soluzione.”

Disse Rosalie, asciutta.

“ Non è detto.”

Disse Edward, di rimando, facendomi sorridere orgogliosa della sua mente brillante.

“ Tutto dipende da William. Deve essere lui ad aiutarla a ricordare.”

Disse Alice, subito dopo. In seguito, fu solo il rombare della pioggia incessante a riempire il silenzio sceso fra di noi.

William tentò di avvicinarsi, ma ogni suo tentativo venne soffocato sul nascere da Diana, che lo bloccò con la forza del pensiero.

“ Non avvicinarti.”

Gli intimò, decisa ma con voce soffice.

William sussultò a quelle parole, per poi continuare determinato, stringendo gli occhi e serrando le labbra, cercando di avanzare verso di lei.

“ No.”

Diana strabuzzò gli occhi, incredula, per poi rinforzare il suo potere, che sembrò rallentare al minimo cosmico i movimenti di William, che si vide tendersi all’indietro. Diana era davvero forte.

“ Fermati. O ti spezzerai.”

Non era una minaccia la sua, piuttosto una supplica.

Ma William la ignorò, stringendo i pugni ed avanzando di un solo passo, il petto rigido e le gambe vibranti, quasi pronte a cedere. Stava compiendo uno sforzo immane, per resistere alla barriera invisibile di Diana.

“ Sono stato…lontano da te, troppo a lungo. Ora non sarà certo mezzo metro… a impedirmi di riabbracciarti.”

Ogni parola, un ansito, che sembrò quasi perdersi nel boato del temporale, che continuava ad infuriare, sferzando i loro corpi con una raffica di pioggia gelida, ma non quanto la loro pelle.

Diana sembrò colpita dalla sua determinazione e dal tono gentile della sua voce tenebrosa, tanto che, il suo stupore, allentò la sua difesa, facendo compiere un altro passo a William, che sorrise, le spalle scosse da un tremito involontario.

Diana sussultò a quel sorriso, per poi raddolcirsi e ricambiarlo, quasi timida.

Darius si indispettì a quello scambio di tenerezze, proprie solo degli innamorati, richiamando l’attenzione di Diana.

“ Non ascoltarlo, Diana.”

Le disse, facendola voltare di scatto. Il mezzo sorriso di William, si tramutò in una smorfia rabbiosa.

“ Lui ti sta mentendo. Vuole solo portarti via da me.”

Aggiunse Darius, la voce morbida e suadente, da incantatore di serpenti, con un sorriso seducente ad incorniciare il quadro d’illusione.

“ Non permetterglielo, angelo mio. Vieni.”

La incitò, sollevando di poco le braccia dai fianchi, come in preghiera.

“ Vieni da me. E tutto tornerà alla normalità.”

Diana lo osservò quasi titubante, per poi cedere all’incantesimo del suo sguardo ammaliatore, e tendere le braccia verso di lui, avanzando dalla sua parte. Darius le andò incontro, più sciolto e libero nei movimenti, sintomo che la barriera telepatica di Diana, si era dissolta, a differenza di William, ancora incapace di muoversi.

“ Diana.”

La richiamò lui, la voce tenebrosa e sommessa, ricolma di inspiegabili sentimenti.

Diana si fermò prima che le braccia di Darius potessero avvolgerla possessive, quasi in attesa che William continuasse.

“ Non ti chiederò di seguirmi, né ti costringerò a farlo. Per il semplice fatto, perché tu non sei un burattino da manipolare o un trofeo da conquistare e sfoggiare agli invidiosi.”

Diana sembrò colpita da quelle parole, tanto che si voltò verso di lui, che era immobile, ritto e con lo sguardo fermo e deciso, sul suo volto da ragazzo.

“ Io ti amo, non smetterò mai di dirtelo. E anche se tu non mi accetterai, in questa vita, aspetterò che ne venga un’altra e se nemmeno allora mi vorrai, allora ne attenderò un’altra, e un’altra ancora.”

Ora Diana dava le spalle a Darius, che stava trucidando con lo sguardo nero d’odio il suo avversario, completamente perso in quello limpido e smarrito di lei.

“ Sono pronto ad aspettare anche all’infinito, piuttosto che rinunciare a te.”

Diana trasalì a quelle parole, strabuzzando gli occhi, quasi incredula.

Eppure, gli occhi di William, non davano adito ad alcuna menzogna. Era sincero. Sincero, come lo può essere solo un tenero innamorato.

 

 

Diana.

 

Non riuscivo a crederci. Che davvero quel vampiro mi amasse a tal punto da sacrificarsi, affannandosi alla ricerca disperata di un solo accenno di ricambio, da parte mia, al suo sentimento?

La mia mente negava con fermezza, eppure il mio cuore mi suggeriva di credere alle sue parole. Il mio stesso corpo, d’altronde, era come attratto dal suo, come un ago che ruota intorno ad un campo magnetico, fino a quando non è pronto a cedere alla sua forza irresistibile, incollandosi ad esso.

Io ero l’ago e William il mio campo magnetico. Ero destinata ad andargli incontro, abbracciarlo e a rimanere imprigionata fra le sue forti braccia? Ripensai a quei brevi momenti nel bosco, quando mi aveva stretta a sé e mi aveva baciata con impeto e dolcezza. In quell’istante, mi ero sentita così bene, quasi come se, fin ad allora, fossi vissuta in una bolla di equilibro e di stasi, ed in seguito,

venissi avvolta da un velo di caldo affetto, destinato a farmi precipitare in un baratro di sensazioni sconosciute.

Osservai i suoi occhi scuri ed abbaglianti di determinazione, capaci di provocare un tumulto nel mio cuore fermo. Poi, scesi ad ammirare il suo naso dritto e perfetto, e più giù, il declino dolce della bocca. Il ricordo di quelle labbra rosse ed ora bagnate di pioggia, che avevano toccato più volte le mie, scatenò un brivido lungo le membra irrigidite, che mi scaldò l’anima, ormai irrimediabilmente danneggiata. Tra le sue braccia, però, il mio essere spezzato, che, in quelle di Darius, trovava solo un facile sollievo alla bruciante cicatrice che lo solcava, riusciva a ricucire i suoi lembi strappati, cancellando ciò che li aveva divisi.

Era una sensazione, questa, che stranamente sentivo di aver già sperimentato, in passato. La mia nuova vita, era iniziata tra il dolore della trasformazione, il sorriso innocente e rassicurante di Darius ed un’esistenza al suo fianco. Ma tutto questo si era interrotto bruscamente, al sopraggiungere della famiglia Cullen, così uniti ed amorevoli l’uno con l’altro, e di William, da subito così sincero e privo di vergogna nel rivelarmi il suo amore.

I suoi occhi erano neri di fame e rabbia, ma sapevo che quest’ultima non era rivolta a me, ma al vampiro posto alle mie spalle, nelle cui iridi scarlatte, ora, ne ero convinta, si rispecchiava unicamente la mia immagine.

Quando un nuovo lampo squarciò il cielo, mi resi conto che mi trovavo non solo tra due fuochi, pronti ad appiccare un incendio di lotta, ma, soprattutto, ero stata posta di fronte ad una scelta, anche se silente e che, a malincuore, ero costretta a compiere.

Da una parte c’era Darius, che per me rappresentava la sicurezza e una vita vissuta nell’agiatezza e priva di alcun pericolo, perché sapevo che lui mi avrebbe protetta sempre e comunque. Ero importante per lui, quanto lui fosse caro a me.

Dall’altra parte, invece, c’era William, che per me costituiva l’ignoto, il pericolo, un’intera esistenza che ancora non avevo sperimentato, ma non per questo ricolma di sfiducia. La cosa che più mi spaventava, era che avrei potuto volare al suo fianco, accogliere le sue mani che stringevano il mio corpo al suo, ricevere i suoi sorrisi, gustare i suoi baci e scoprire quale era il colore reale dei suoi occhi, senza aver timore di nulla. Stranamente, non avevo paura di William come persona, come essere, ma di quello che riusciva ad evocare in me.

Ero convinta, che avrei finito per innamorarmi di lui, ammesso che non lo fossi già. Quel nuovo ed improvviso pensiero mi scioccò più di qualsiasi altro. Possibile che fossi davvero innamorata di William? Ma come era possibile? Io non lo conoscevo nemmeno, nonostante lui avesse sempre affermato il contrario. Da qui, nacque una nuova riflessione. Perché? Perché era così convinto di avermi già conosciuto, di aver già sperimentato il sapore delle mie labbra, il calore del mio corpo, la morbidezza dei miei capelli, come lui stesso aveva accennato nella foresta, quando l’irrazionalità lo aveva travolto?

Possibile che davvero, lo avessi già incontrato, nella mia vita umana? Non seppi darmi una risposta, perché non ricordavo nulla di quella vita, all’infuori di mia madre. Tutto era ricominciato con Darius, e solo Darius aveva iniziato ad avere un’importanza per me. Ma, in effetti, come era possibile che mi fossi immediatamente affezionata a lui? Così, all’improvviso, senza una conoscenza preliminare.

Mi voltai ad osservarlo sorridermi complice, mentre la mia mente navigava su sentieri oscuri e mai intrapresi prima.

Ora che ci pensavo bene, al momento della mia rinascita, non mi ero mai chiesta del perché avessi nutrito immediatamente di una fiducia incondizionata in lui. In fondo, per me, era pari ad un estraneo. A quei pensieri, la mia mente cominciò a ribollire, fino a scatenare una terribile emicrania, che mi fece cadere inginocchiata al suolo.

Sentii distintamente qualcuno urlare il mio nome ed un suono agghiacciante echeggiare intorno a me. Bastarono pochi attimi, per comprendere che fossi io a produrlo, sotto forma di un urlo acuto e continuo. Perché urlavo? Che stessi soffrendo? Eppure gli ingranaggi della mia mente, continuavano a funzionare attivi.

Ripensai ancora al mio passato. Avevo fatto di tutto per rendere felice Darius e, fino ad allora, avevo creduto che anche lui avesse fatto altrettanto. Ma, in realtà, mi accorsi che, la mia, era una verità fittizia. Avevo voluto vedere, solo quello che desideravo vedere. Quante volte avevo cercato di far rinsavire Darius, di persuaderlo a non uccidere, a vivere in pace con gli essere umani, di non nutrirsene per puro egoismo. Ma lui non mi aveva mai ascoltato, ed ora il ricordo di quei sorrisi puri ed innocui, si tramutavano in ghigni calcolati.

Ancora quel urlo agghiacciante, ma era così lontano da me, che non me ne curai. Sentii l’erba pungere sotto le mie dita, accarezzarmi i capelli, sparpagliati al suolo, bagnati di pioggia, che continuava a cadere. Ma i miei occhi non riuscivano a seguire i movimenti delle gocce, le mie guance non le avvertivano scivolare lungo il profilo del mento. Ero diventata insensibile a tutto ciò che mi toccasse, mi parlasse, mi ascoltasse. Non sentivo nulla, al di fuori dei miei pensieri, che continuavano a vorticare nelle mia mente, mai stata così lucida ed attenta.

All’improvviso, tutto mi fu chiaro, come i primi raggi del sole primaverile, che fanno rinascere un fiore appassito, a causa del gelido inverno.

Ciò che avevo vissuto finora con Darius, era stato l’inverno nella mia giovinezza di vampira.

Capii che mi aveva mentito, sempre, anche quando cercava di essere sincero ed umile. Ma l’umiltà non si può acquisire o barattare con un po’ d’affetto e con essa, la sincerità.

Anche Jiulian, Hector, Valentine, che dovevano costituire una nuova famiglia per me, in realtà, erano fantocci destinati ad arricchire l’universo di bugie in cui Darius mi aveva imprigionata.

Mi aveva mentito ancora, riguardo a Valentine. L’aveva uccisa lui, Darius era stato il suo carnefice e Jiulian ed Hector i suoi esecutori. Avevo avvertito il suo odore attaccato ai suoi vestiti. Profumo d’incenso, essenza di morte.

L’aveva uccisa, per il peccato di averlo amato. Ma Darius non desidera amore, non capiva cos’era.

Non era capace di amare e non lo sarebbe stato mai. Anche l’ amore che diceva di provare per me, era l’ennesima menzogna per mascherare il suo desiderio di possesso.

Lui mi aveva plagiata, senza accorgermene.

Un nuovo urlo di dolore accompagnò questa consapevolezza, accompagnato da un bruciante senso di perdita. Un orribile ed ultimo presentimento, si affacciò tra i miei pensieri, come una serpe malvagia che si contorce in un seno benefico.

Che fosse stato…no, non potevo crederci, non volevo crederci. Ma dovevo farlo, per riscattare me stessa.

Era stato lui, Darius, a trasformarmi. Sentivo il mio collo bruciare là, dove mi aveva morso, più di un secolo fa.

Lo toccai istintivamente con la unta delle dita, e stranamente le sentii bagnarsi di qualcosa di viscoso, denso e caldo. Forse era la pioggia, o forse…Sollevai la mano al cielo, in parallelo con i miei occhi, che rispecchiarono quell’immagine assurda e raccapricciante.

Sangue. Era sangue quello che macchiava le mie dita, fuoriuscito da una antica ferita, ora riaperta.

Il mio sangue? No, mi suggerì la mia coscienza. Non apparteneva a me, quel sangue così scuro e odoroso di un veleno bruciante di desiderio ed ossessione.

Nuove immagini accavallavano la mia mente, galoppando sui sentieri,ora privi di ostacoli, della mia memoria, così splendenti da abbagliarmi la vista, scorrendo come dei rapidi fotogrammi.

E fu allora, che lo vidi. Lo avevo riconosciuto subito. William, vestito con abiti poveri, ma che slanciavano la sua figura, il primo giorno che lo incontrai, due occhi nocciola ad avvolgermi interamente, sciogliendomi in una morbida distesa di dolce languore. Fu mio padre a presentarmelo, come giornalista appena affermatosi. Mio padre… riuscivo a ricordare il suo volto bonario, il suo sorriso sempre così accomodante, il calore rassicurante di una sua carezza sul viso.

Poi, altri ricordi si successero veloci, ma indelebili.

William che mi sorrideva con quel mezzo sorriso, così irresistibile; le sue visite divenute più frequenti; il nostro primo ballo e la prima volta che lo vidi abbigliato con abiti degni della sua bellezza; la stretta gentile della sua mano e il calore delle sue labbra che mi sfioravano il palmo della mano; le passeggiate in giardino, tra i roseti in fiore; il tè freddo in veranda, a scambiarci sguardi intensi e difficili da sostenere; l’estate al lago, dove lo vidi uscire dall’acqua a torso nudo, bagnato e con i calzoni di lino attaccati alle gambe villose e forti. Il nostro primo bacio, sotto il salice piangente, quello stesso giorno, dove lui mi aveva condotta per godermi sia dell’ombra che dei labili spiazzi di sole, che filtrava fra le delicate fronde, dimenticando ogni pudore e lasciando largo spazio all’amore che, ormai, ci aveva trafitto entrambi; il periodo di nuova frequentazione che seguì; la dichiarazione in veranda, durante la notte di San Lorenzo, festeggiata in casa Wilson, la mia casa; il disaccordo di mio padre ad una nostra unione, la delusione e l’amarezza di sposare un uomo non voluto e non amato, solo per i suoi soldi; la litigata che seguì fra me e William dopo un lungo valzer; la nostra separazione; il nostro riavvicinarci, sotto un faggio parzialmente spoglio, fra le sue ampie foglie variopinte; la gioia del nostro prossimo matrimonio; il terrore e il vuoto che seguì l’annuncio della sua perdita, avvenuta dopo la sua improvvisa scomparsa, una ferita così grande da indurmi a vagare fra i quartieri di Londra, imbattere in Darius, che mi condusse alla sua dimora regale, al di fuori della città, in campagna, così velocemente da non accorgermene. Le sue cure premurose ma ossessive, le sue labbra che accarezzavano il mio collo, il morso non voluto che seguì, la sensazione indesiderata di una sostanza fredda e bruciante che attraversa la mia gola, invade il mio essere ed incupisce il miei sensi.

Ora, tutto mi fu chiaro.

Sgranai gli occhi, il dolore era sparito, il morso di Darius sul mio collo, era nuovamente scomparso. Il suo sangue, quello che mi aveva fatto bere nell’incoscienza della trasformazione, annebbiando parte della mia memoria passata, era ormai defluito completamente via dal mio corpo, macchiando il suolo erboso e parte della mia spalla destra.

Tastai l’erba bagnata, ora accarezzata dai deboli raggi del sole, che cercava di fuoriuscire dalle nuvole grigie, ma non più nere.

Una mano avvolse la mia, tiepida e rassicurante, un tocco che ora ben riconoscevo e che accettavo con un sorriso.

Volti conosciuti erano chini sul mio. C’era il Dr. Cullen, zuppo di pioggia e il viso segnato da un nuovo sorriso di sollievo, nel vedermi cosciente. C’era Esme, la sua compagna, le guance tremolanti di preoccupazione, che si sollevarono deliziosamente, al solco tenero di un sorriso materno. C’erano anche Emmett, Rosalie, Jasper, la piccola Alice, Edward, i capelli rosso ramato diventati fuoco a contatto con la pioggia, e quelli color mogano di Bella, mi solleticarono il viso. Sembrava la più in ansia, ma dovetti ricredermi, quando voltai lo sguardo ad incontrare quello dell’unica persona che desideravo vedere in quel  momento. William era lì, al mio lato sinistro, stringendo la mia mano, il ciuffo di capelli caramellati a ricoprirgli dolcemente parte della fronte, gli occhi scuri luccicanti di preoccupazione, le labbra rosse che si strofinavano incessantemente, ad ogni sua parola, ma ancora non riuscivo a sentirlo. Cercai di concentrarmi sul labiale.

D…Dia…Na. Diana. Sorrisi. Il mio nome, pronunciava il mio nome. Una sensazione di dolcezza mi invase.

Alzai l’altra mano, ancora incrostata di sangue, ravviandogli il ciuffo di capelli dalla fronte, accarezzandogli il viso, scendendo con il dorso delle dita, lungo il profilo del mento, dove ne catturai la punta fra l’indice e il medio, un gesto che compivo spesso, mi ricordai.

“ Diana, come ti senti? Rispondimi, ti prego.”

Mi supplicò lui, con voce strozzata, quasi come se fosse prossimo al pianto. Distintamente, avvertii la sua mano destra dietro il mio capo. Mi aveva sollevata, dunque.

Mi resi conto, ben presto, che stavo riprendendo pian piano contatto con la realtà. I miei sensi acutissimi, ripresero possesso delle loro facoltà, e le labbra furono capaci di sussurrare:

“ William.”

Il suo nome, solo il suo nome bastò a farmi rinsavire, cancellando sul suo viso, quella smorfia di dolore ed ansia. Un respiro comune unì i membri della famiglia Cullen e William, che mi sollevò di poco, delicatamente, verso il suo volto, sorridendomi luminoso. Era così bello…come avevo fatto a dimenticarlo? Quanto tempo sprecato! Ma ora ero lì, ero me stessa, e lui era con me. Saremo stati sempre insieme, nessun altro ci avrebbe separato. Mai più.

Dovevo fargli sapere che gli ero vicina, che finalmente mi ero liberata dal giogo di Darius.

“ William.”

Lo richiamai ancora, cercando di imprimere tutto il mio amore in ogni sillaba del suo nome.

Lui sembrò avvertire la sfumatura diversa nella mia voce, visto che strabuzzò gli occhi, per poi sorridermi e tendersi verso di me.

“ Dimmi. Cosa c’è? Senti ancora dolore?”

Non gli risposi, ma agii, scivolando con la mano destra lungo la base del suo collo, risalendo alla nuca, affondando la punta delle dita nei ciuffetti serici dei suoi capelli castani.

“ Amore. Stringimi, per favore.”

William sussultò a quella mia richiesta, sorpreso e meravigliato insieme, ma subito, come lo ricordavo, impulsivo e passionale, come solo lui sapeva essere in amore, accolse immediatamente la mia preghiera, serrandomi al suo petto, delicato e forte allo stesso tempo. Mi accarezzò i capelli, affondando le dita nella loro cascata di ricci regolari e lunghi, baciandomi la fronte e le palpebre serrate.

“ Diana, amore mio. Quanto tempo è passato. Allora ti ricordi di me, ora.”

Annuii, incapace di parlare. Era così bello sentirsi avvolta dal calore del suo abbraccio, sentire il respiro invadere il suo petto, le sue mani accarezzarmi, le sue labbra baciarmi.

“ Ma…come…oh, ma che importa!”

Esclamò entusiasta, stringendomi ancora di più a sé. Sentii il suo petto venir scosso dai sussulti di una risata, che si infranse sul mio orecchio destro. Sorrisi con lui, contaminata dalla sua felicità.

La sua guancia sinistra si strofinò fra i miei capelli, provocando una piacevole frizione.

“ Diana, Diana, Diana.”

Mormorava il mio nome, senza mai stancarsi. Ed ora come ora, nemmeno io volevo che smettesse. Mi sentivo come rinata una seconda volta, e niente era pari a risvegliarsi fra le braccia della persona che si amava.

“Adesso, non ti libererai più di me.”

Aggiunse subito dopo, posando le labbra socchiuse sulla punta del mio orecchio.

“ Non l’ho mai voluto.”

Gli dissi, cingendogli la vita con entrambe le braccia, risalendo con il palmo delle mani lungo la sua schiena, in una lenta carezza. Lo sentii fremere e serrare la presa al mio tocco e le sue labbra, toccarono nuovamente la mia pelle, posandosi leggere sulla mia tempia.

“ Lo so, amore, lo so.”

Mi bisbigliò, tenendomi ancora avvinta a sé, in un abbraccio infinito.

“ Ma, adesso, è finita.”

Disse sospirando, quasi sollevato.

A malincuore, dovetti sciogliere il nostro abbraccio. Lo osservai serio e lui ricambiò il mio sguardo, perplesso.

“ No.”

Dissi, alzandomi dal terreno umido di pioggia, lasciando che la gonna del vestito scivolasse lentamente lungo le mie gambe e che William seguisse i miei movimenti, levandosi anch’egli.

“ Non è ancora finita.”

Aggiunsi, osservando Darius, immobile e fumante d’ira. Ma questa volta, niente era paragonabile al rancore che cominciava a ribollire in me.

Avanzai verso di lui, ma William mi trattenne per un braccio, scuotendo energico il capo.

“ No, Diana. Lascia che…”

“ Ssssh.”

Lo zittii, posando l’indice sulle sue labbra socchiuse.

“ Devo farlo io.”

Dissi, convinta delle mie parole.

“ Non sei obbligata.”

Disse Edward, osservandomi attento, come se già conoscesse i miei pensieri, e non solo perché riusciva a leggerli liberamente.

“ Edward ha ragione. C’è sempre un altro modo.”

Disse Carlisle, ma io scossi la testa, negando.

“ No. Ho deciso. Finirò questa storia personalmente.”

In seguito, osservai William, corrucciato.

“ E lo farò a modo mio.”

Sussurrai, determinata. William mi regalò quel mezzo sorriso che tanto adoravo sul suo volto, lasciando la presa dal mio braccio, accarezzandomi la guancia destra.

“ Come desideri, amore.”

Catturai la sua mano, e ne baciai il palmo, riconoscente, sorridendogli.

“ Grazie.”

Lo ringraziai, voltandomi subito dopo verso Darius, ora mio avversario.

Sempre rigido ed attento ad ogni mio movimento, mi seguì con il suo sguardo scarlatto fino a che non giunsi a pochi passi da lui.

“ Allora, hai deciso.”

Mi disse, quasi senza respirare e serrando i pugni.

Annuii, decisa.

“ Si.”

Lui serrò i denti, digrignando di rabbia. Lo sforzo per contenersi era tanto.

“ Capisco.”

Disse, rabbioso, per poi volgere lo guardo altrove.

Presi un profondo respiro, prima di aggiungere:

“ Non potrò mai perdonarti per ciò che hai fatto a me a William, Darius.”

Lui mi osservò nuovamente, e un lampo rosso di un’emozione per me indecifrabile, gli attraversò lo sguardo.

“ Ciò nonostante, non posso dirti di odiarti.”

Lui sembrò ammorbidirsi a queste mie parole, tanto che vidi le sue spalle abbassarsi verso il basso, dai muscoli più sciolti.

“ Non tollero il tuo egoismo e l’aver agito solo per soddisfare i tuoi capricci, questo non posso negarlo. Ma, l’odio non mi ancora scalfito. Per me è difficile odiare qualcuno, e sono ancora convinta che ci sia ancora qualcosa di buono in te, Darius.”

Darius sembrò aggrapparsi a queste mie ultime parole, come un bambino che spera sempre che sua madre gli compri il gelato prima di pranzo, ma preferii stroncare ogni sua illusione sul nascere.

“ Ma non ti amo. E non credo nemmeno che tu sia innamorato di me.”

“ No, questo…”

Iniziò, alterandosi, per poi serrare gli occhi e cercare di ritrovare il suo naturale controllo.

“ Questo non è vero.”

Sorrisi, nonostante tutto, abbracciandolo delicatamente, sentendolo rigido fra le mie braccia.

“ Darius…io amo William, e tu lo sai. So che hai creduto che bevendo il tuo sangue, mi avresti legato per sempre a te.”

Lo sentii sussultare a quelle parole, senza tuttavia smuoversi dal suo irrigidimento.

“ Ma, l’amore che nutro per lui, è stato più forte di qualsiasi costrizione.”

Aggiunsi sincera, accarezzandogli le spalle rigide, mentre lo sentivo tirare un sospiro dal naso, infrangendolo fra i miei capelli.

“ Vorrei tanto, che tu comprendessi ciò che provo, adesso. Ma è difficile spiegarlo, perché sono emozioni, le mie, che non provavo da tanto, e che mi scombussolano l’anima.”

Gli accarezzai i capelli neri e lisci, reclinando il capo per sussurrargli all’orecchio sinistro.

“ Ti prego, lasciami andare. Rinuncia a me. Sono convinta che, se lo facessi, ci sarebbe molta più probabilità che riuscirei a perdonarti e a dimenticare.”

Darius trasalì e, avvertendo il suo petto vibrare di un ringhio di disperazione, serrò la sua presa sul mio corpo.

“ Ti prego, Darius. Se davvero mi ami, dimostramelo sinceramente, questa volta. Lasciami andare.”

Ma lui, non accennava a sciogliere il nostro abbraccio disperato, gemendo come un animale ferito.

Mi addolorava sentirlo così, ma non potevo dimenticare il male che aveva provocato a me e a William, così, in un battito di ciglia. Non ero umana, ma nemmeno così tollerante.

Ah, se soltanto mi avesse ascoltato! Perché non accettava la sconfitta? Perché desiderava così tanto dolore?

“ Tutto sarebbe diverso. Ti supplico, rinuncia a me. Dimostrami che c’è ancora la possibilità di rimediare e di cambiare ciò che sei diventato. Anche in te, c’è del buono. Bisogna soltanto, che tu impari ad amare ciò che hai evitato di essere, in tutti questi anni. Potresti essere un uomo migliore. Un uomo, Darius. Non un mostro.”

Ero sincera, quando affermavo di volerlo aiutare. Nonostante l’odio con cui aveva agito nei nostri confronti, desideravo comunque vederlo felice. Non era il suo sangue a suggerirmelo, questa volta, ma solamente il desiderio di riconciliazione che mi spingeva a perdonarlo.

Finalmente, le mie parole fecero breccia nella sua coscienza, visto che allentò la presa dal mio corpo, lasciandomi libera.

Sospirai, sorridendogli rassicurante, accarezzandogli una guancia liscia e pallida.

Mi sollevai sulle punte, per posare un bacio delicato sulla sua mandibola contratta, per poi bisbigliargli un “grazie” riconoscente.

Lui evitò il mio sguardo, anche quando mi voltai per raggiungere William, che mi accolse con un sorriso sincero. Ora, finalmente, saremmo stati liberi di vivere il nostro amore, senza alcuna prigione dorata a dividerci.

Ma proprio quando stavo per librarmi fra le sue braccia, tese verso di me, i suoi occhi scuri divennero due pozzi di petrolio, ribollenti di furia. Mi bloccai, senza capire, finché, non avvertii uno spostamento d’aria, così veloce da attraversarmi le membra, tagliente come lame d’acciaio.

Mi voltai verso Darius, alzato a mezz’aria, pronto ad aggredirmi, gli occhi resi insostenibili da un’ira e un’ossessione palpabile.

Istintivamente, alzai un braccio a ripararmi il viso, mentre con l’altro, bloccai la sua azione, telepaticamente.

Rimbalzò con un singulto, per poi essere scaraventato al suolo da William, che lo aggredì, ruggendo felino.

Bella si avvicinò a me, scostandomi con una mano, ponendomi dietro di lei, mentre Carlisle mi tratteneva per le spalle, privo di forza, nella presa delle sue gentili mani di medico.

I Cullen mi accerchiarono protettivi, mentre Alice ed Edward affiancavano Bella, posta dinanzi a me, concentrata, presumevo, nel proteggere William. Darius mi aveva parlato del suo particolare potere Scudo. Temibile, persino per me.

Renesmee si bloccò accanto a Rosalie, che le prese la mano, protettiva, mentre il licantropo gigantesco e maleodorante, accanto a lei, era teso e ringhiante agguerrito.

Non mancava nessuno, tranne William. Ero così preoccupata per la sua sorte, che cercai di ribellarmi per raggiungerlo.

Ma Emmett mi sbarrò la strada con un braccio e una mano a trattenermi, posata sul mio ventre, mentre Carlisle serrò di poco la sua presa.

“ Tranquilla, Diana. È meglio che tu non ti muova.”

Mi disse, calmo e pacato.

Lo osservai, scioccata. Come potevo rinunciare ad affiancare il mio unico amore? Non volevo rischiare di perderlo, proprio ora che lo avevo ritrovato!

“ Ma…William…”

“ Sta bene. Calmati, adesso. La tua agitazione, è superflua.”

Mi disse Jasper, toccandomi lieve il polso sinistro, rilassandomi all’istante, con l’uso del suo potere.

Ma il controllo sulle mie emozioni, non sortì a molto, visto che i ruggiti continui e gli schianti roboanti, mi stuzzicavano ad osservare il luogo della battaglia, in trepida ansia, e le loro parole la acuirono ancora di più.

“ Credi che dovremmo intervenire?”

Chiese Alice ad Edward.

Il licantropo si avvicinò a lui, schiacciando il muso umido sulla manica della sua camicia.

“ No, non ancora. Aspettiamo. È bravo. Saprà cavarsela.”

Rispose, sia a lei che al pensiero del suo amico peloso. Come riuscisse a non scostarsi disgustato, per me era un mistero. Forse c’era abituato.

Quando il lupo ritornò alla sua postazione, lasciando che Nessie gli accarezzasse il dorso, tutto mi fu chiaro. Doveva essere un suo compagno, e magari il suo amante, chissà.

Al momento, la mia priorità era la sorte di William.

All’improvviso, Bella si rilassò, sospirando. Sembrava quasi essersi tolta dalle spalle un pesante fardello.

Edward le cinse le spalle, accarezzandole la linea del collo niveo, per poi baciarle l’angolo destro delle labbra, rilassate in una linea morbida.

“ E’ sparito. Il potere di Darius è sparito.”

A quelle parole, Carlisle mi lasciò andare e i fratelli Cullen crearono un varco, mentre la risata vispa di Alice mi seguì come un sottofondo musicale.

Corsi verso il luogo del combattimento, e mi tranquillizzai, solo quando vidi William, in piedi, nella nube di polvere creatasi attorno alle sue gambe.

Ansimava, sembrava stanco. Che fosse stato ferito?

“ William?”

Lo chiamai, interrogativa, cercando di capire cosa gli fosse successo.

Vidi le sue spalle smettere di muoversi sinuose su e giù, al ritmo del suo respiro agitato e, trasalendo, si voltò verso di me, sporco di polvere e con la guancia leggermente lacerata da un terribile taglio, simile ad una vecchia cicatrice.

Ma quando mi raggiunse, era completamente sparita.

Rimanemmo per un attimo distanti, a guardarci negli occhi. Per un momento, non seppi cosa fare, se abbracciarlo, stringerlo a me per sempre, o baciarlo fino a stremarlo. Risi istericamente, scuotendo la testa. Che follia! Dovevo essere impazzita. Ormai la mia mente era alla deriva, verso mari di incredulità.

Non potevo ancora credere di essere libera, finalmente libera di amarlo, come non avevo fatto nemmeno da umana o magari anche di più.

I miei pensieri incoerenti svanirono completamente, come nuvole illusorie, quando, sussurrando il mio nome, Wiliam mi strinse a sé.

Il mio volto affondò nel suo petto e con il dorso della mano destra, tolsi una sbavatura di polvere dalla sua t-shirt blu. Era la mia tonalità di blu preferito. Un blu cobalto.

Sorrisi, ricambiando l’abbraccio con tutta me stessa. William mi tempestò la fronte e il viso di baci, facendomi ridere spensierata e felice.

Il mio cuore aveva sanguinato per tanto tempo. I suoi baci erano la cura perfetta per le mie ferite.

Ci guardammo nuovamente negli occhi, e proprio quando i raggi del sole fuoriuscirono dalla loro plumbea prigione, bagnando la nostra pelle di mille diamanti luccicanti, mi alzai in punta di piedi, ancorandomi con le braccia al suo collo, baciandolo come mai avevo osato fare, fino ad allora.

Lui, inizialmente, stupito dal mio ardore, rimase rigido fra le mie braccia, ma immediatamente si sciolse in una colata di dolcezza, dischiudendo gentile le mie labbra ed assaporando il mio sapore, mischiandolo con il suo, più dolce del miele e dissetante di un’acqua di sorgente.

Mordendo e succhiando le mie labbra, mi sollevò dal terreno bagnato, facendomi girare fra le sue braccia.

Mi staccai per ridere divertita e felice, come solo potevo essere con lui. William si unì alla mia risata, posandomi nuovamente a terra, racchiudendomi il viso fra le sue grandi mani e facendo scontrare le nostre fronti, strofinando le punte dei nostri nasi, facendomi nascere un nuovo sorriso, si protese, baciandomi ancora, non prima di aver sussurrato il mio nome sulle mie labbra.

Fu un bacio delicato,un lieve sfioramento di labbra, prima di rinchiudermi in un nuovo abbraccio.

Lontano da noi, una colonna di fumo dall’odore intenso, serpeggio nell’aria pulita, fino ad infrangersi nell’atmosfera, in minuscole particelle di cenere.

Chiusi gli occhi, poggiando il viso sulla forte spalla di William, che mi strofinò le mani sulla schiena, percorrendola interamente, in languide carezze.

“ Ho dovuto farlo. Perdonami.”

Si riferiva a Darius. Infine, lo aveva ucciso. Strinsi i pugni, racchiudendo il tessuto della t-shirt fra le dita. Nonostante tutto, la sofferenza della sua perdita serpeggiava in me, disonesta.

“ Non importa.”

Baciai la sua spalla e, sollevando il viso, il suo collo.

“ L’importante, è che tu stia bene.”

Lui sciolse il nostro abbraccio, sorridendomi e tenendomi stretta a sé, cingendomi la vita delicato.

“ Sto più che bene, se ci sei tu con me.”

Risi, stringendolo ancora a me, godendomi le sue carezze fra i miei ricci.

William aveva il potere benefico di scacciare, i me, ogni sentimento negativo, e di sommergermi  di felicità, solo con uno solo dei suoi sorrisi.

“ E lo saremo per sempre.”

Lui intensificò la stretta a queste mie parole, baciandomi la tempia sinistra e tracciando con le labbra una morbida linea, che terminava all’angolo della mia bocca.

“ Si, per sempre.”

Mi sussurrò innamorato, catturando le mie labbra in un altro travolgente bacio.

Potevo mai essere più felice? Fra le braccia di William, si.

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Salve a tutti e a tutte, amici e amiche di EFP!!!

Mi scuso per il ritardo, ma il mio caro, carissimo pc, ha fatto i capricci, appestato come era di virus e contro-virus! Prima di chiudere la finestra, impauriti, sappiate che, grazie alle mie abili qualità-eeeeeh, quando si dice la modestia!XD- sono riuscita ad aggiustare tutto, quindi ora il mio computer è lindo e profumato, nemmeno avessi usato Mastrolindo!XD

Comunque, bando alle ciance e alle mie disavventure…vi è piaciuto il cap???

Vi informo, a malincuore, che il prossimo sarà l’ultimo , quindi non mancate, ok???

E adesso, passiamo ai…

 

Ringraziamenti a…

 

Albiccocacida: Carissima Albicocca!!! E’ da un po’ che non ci sentiamo?? Passate belle vacanze, o ancora sei in attesa del mare cristallino e della spiaggia bianca??? Per non parlare del bagnino extra abbronzato e mega biondo che ti salva ad ogni finto annegamento o avvistamento di banchi di meduse e squali neri o bianchi, se preferisci…esagerare fa sempre bene!XD

Ma, a parte l’ironia o il delirio acuto, come stai?? Ti è piaciuto il capitolo?? Diana finalmente si è svegliata e ha riabbracciato il suo William!!!

Hai preso 95 all’esame di stato??? BRAVISSIMA!!!^_^ Non per impicciarmi, ma cosa farai adesso??? Lavoro o university??? Io University! Andrò a lettere, per poi fare la giornalista e, nel frattempo, scrivere, scrivere e ancora scrivere!!XD

Grazie mille per i tuoi commenti!!! Sempre gentilissima!!! Mi fanno sempre un sacco di piacere!!!

A prestissimo allora!!! Baci baci, Fuffy91!^__^*

Lizzie95: Ciao, Lizzie!!!

Prima di tutto, grazie per i tuoi commenti!!! Ad ogni parola, il mio ego personale ha cominciato a ballare “Waka Waka” di Shakira!!!XD A parte gli scherzi, sei davvero gentile e le tue considerazioni e i tuoi complimenti mi lusingano molto. ^///^

Da quando scrivo su questo sito, le mie storie non hanno ricevuto molte recensioni, è vero, ma non mi sono mai lamentata. Certo, quando andavo a controllare nella gestione delle mie storie, mi dispiaceva un po’ trovare solo due o massimo tre recensioni, ma quando voltavo lo sguardo e vedevo le visite ammontare a 100, addirittura 1000 visite, allora il mio cuore si riempiva di orgoglio e gioia. Si, proprio così, gioia! Concordo con te nel ritenere che alcune storie, potrebbero sembrare scontate ed altre poco accurate, ma che, nonostante tutto, contino numerosi recensioni, a volte, solo per pochi righi di capitoli a settimana. Questo, potrebbe rattristarmi ma, come ti ho già scritto in precedenza, preferisco maggiormente il numero di visite, piuttosto che 1000 recensioni!!!

E poi, il mio motto è: poche ma buone!!! XD

Tu, Albiccocacida, Beuzz94, siete molto care a ricordarvi di me ad ogni fine capitolo, e scrivermi le vostre impressioni, prima di chiudere la finestra o tornare indietro a leggere qualcosa altro. Questo, mi rende molto felice, davvero. Il mio obbiettivo, su EFP, non è quello di ottenere il maggior numero possibile di recensioni, ma solo regalare emozioni o per lo meno cercare di trasmettere, con la mia scrittura, ciò che mi rende felice e toccare il cuore dei miei lettori, tra cui tu, con le mie storie. È questo, ciò che mi rende più felice!!!

Detto questo, grazie ancora e fammi sapere se ti ho regalato splendide emozioni, anche con questo penultimo capitolo!! Mi dispiace solo di averti scoperto solo ora, ma, se avrai piacere di leggere le mie altre storie e di seguirmi, spero di sentirci presto!!! Buone vacanze!

Baci e baci, Fuffy91!!!^__^*

Beuzz94: Ciao, cara Beuzz!!! Come stai?? Hai passato delle belle vacanze??? Sono contenta che tu abbia letto gli ultimi cap e mi rende ancora più felice, sapere che ti sono piaciuti!!!XD

Purtroppo si, carissima!!! A malincuore, devo dirti che il prossimo sarà l’ultimo capitolo di Blu Cobalto!!! Ma non disperare, ci sentiremo prestissimo!!! Diremo bye bye a Diana, ma mille porte si aprono ancora!!!XD

Quindi, asciuga le lacrime e ridi insieme a me, ballando “ Waka Waka” insieme a me, Shakira e King, il mio cagnone!!!HIHI! XD Mi sono fissata, io e questa canzone!!! Ma ormai si sente ovunque! Ci ha portato sfiga ai mondiali, però è carina, daiiii!!!XD

Grazie mille per i tuoi complimenti, sulle mie descrizioni accurate e goditi il sole d’agosto!!!

Bacissimi e a presto, Fuffy91!!!^__^*

 

 

Bacissimi anche a voi tutti, quelli che leggete e quelli che sbadigliano annoiati, nel sentirmelo ripetere spesso, ad ogni fine capitolo!!! Ma che posso farci, se vi adoro ragazzi!!!XD

Sempre vostra, Fuffy91!!

^______________________________________^***

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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