Salve,
signori e signore. Qui è sempre il Cantastorie che vi parla.
La
favola di quest’oggi sarà molto particolare.
Soprattutto
perché si tratta di amore tra due uomini.
Il
Cantastorie parla d’amore, non di pregiudizi.
Un
amore molto intenso, furioso e folle.
Brooklin,
anima inquieta, turbata e follemente innamorata.
E
lui, Kei Hiwatari, animo di fuoco e fenice indomabile.
Buona
lettura a tutti.
Passione
e Follia
Una notte di pioggia molto cupa nella cara Parigi. Erano tre giorni che non smetteva di piovere, come a voler simboleggiare il suo dolore.
Un’ anima inquieta camminava sulle strade di
quella che era conosciuta come la città dell ‘Amore.
Capelli di un strano color arancione.
Occhi smeraldini, irradiati da una sola luce.
Fisico possente e viso liscio, un po’ da
infante.
Ma il suo animo era colmo di disperazione,
tristezza, dolore.
Desiderava solo porvi fine, voleva solo che
quel tormento cessasse.
Ma non poteva, non finché continuava a pensare
a lui.
La persona che una volta aveva quasi ucciso per
uno stupido gioco.
La stessa che successivamente lo aveva accolto
nella sua vita.
Gli aveva insegnato molte cose che si era
perso.
Ma che poi se n’era andato… Come fumo in una
densa nebbia che non si dirada.
Si fermò, proprio davanti alla Senna,
osservandola: sembrava così invitante.
Saltarci dentro e annegare, smettere di
soffrire e di amarlo.
Ce l ‘avrebbe mai fatta?
Puntò lo sguardo verso il cielo, la pioggia lo
aveva inzuppato dalla testa ai piedi e l ‘acqua gli rigava il viso segnato
dalle lacrime.
“Perché? Perché mi hai fatto questo, Kei?!
PERCHE’!!!”
La sentite la disperazione di questo giovane?
Brooklin è il suo nome.
Un’ anima tormentata, folle e innamorata.
Il giovane urlava il suo dolore al cielo, il suo
cuore spezzato, il suo animo ferito.
“Perché mi hai lasciato? Io credevo che tu mi
amassi, tu stesso mi hai insegnato a farlo… Perché Kei?”- mormorava distrutto
al suo riflesso nella Senna. Solo che non era il suo riflesso quello che vedeva
il giovane.
Era il viso del suo antico amore.
I suoi lineamenti perfetti, i suoi occhi
ametista, i suoi capelli argentei come i raggi lunari.
La stessa persona che aveva preso il suo cuore
e lo aveva calpestato senza pietà!
“Te la farò pagare, Kei. Ti dimostrerò che
senza di me non sei niente! Non puoi amare nessun’altro al di fuori di me!”
Vi siete spaventati, miei gentili spettatori?
Vi chiedo perdono.
Mi inchino in segno di dispiacimento e torno a
narrare la storia.
Si alzò e cominciò a correre, osservando il cielo
senza stelle e senza luna in quella notte di tenebra e pioggia…
Correva verso quella che sapeva essere la
dimora di Kei. Aveva scoperto che il suo ex si era trasferito in quella città
pochi giorni dopo la loro rottura.
Non lo aveva nemmeno salutato, nessuna
spiegazione… Ora le avrebbe ottenute, con le buone o le cattive.
Qualcosa di metallico stringeva nella sua mano
destra, dentro la tasca della giacca bianco immacolato. Vibrava e fremeva all
‘idea di entrare in azione.
Non trovate che questo giovane sia follia pura?
Una follia dettata unicamente da quella grande
forza che è l ‘Amore?
Credetemi signori, questo sentimento può essere
intenso quanto devastante.
Anche più della Passione stessa.
E Brooklin è l ‘emblema di tutte queste
emozioni.
Un emblema letale.
*
Nel frattempo, in una casa molto lussuosa, un altro giovane era in preda ai suoi pensieri e ai suoi sentimenti.
Osservava la pioggia attraverso il vetro della sua finestra, gli occhi ametista puntati sulla Tour Eiffel, sempre luminosa e radiosa, anche nelle notti più tristi e buie.
E per lui quella lo era.
Per Kei Hiwatari era una notte molto triste e
cupa.
Se n’era andato per stargli lontano, un modo un
po’ brusco di volerlo aiutare ad andare avanti senza di lui.
Una storia complicata la loro, troppo per uno
come Hiwatari.
Forse era rimasto con lui solo per pietà,
perché aveva rivisto in lui la stessa anima solitaria che era stato lui stesso.
Voleva credere di averlo amato, la stessa
persona che gli aveva quasi tolto la vita per una stupida sfida. Lo aveva
accolto nella sua vita quando gli si era presentato in lacrime davanti alla sua
villa, implorando il perdono.
Glielo concesse, così come gli concesse di far
parte della sua esistenza, anche se per poco.
Era stata una storia breve, bella, ma alla fine
Kei si era reso conto di non amarlo davvero.
Non riusciva a dargli l ‘amore che Brooklin
desiderava e l ‘aveva lasciato. Senza contare che si era innamorato di un
altro, che lo stava aspettando: il suo Rei.
Una decisione sofferta, ma necessaria.
Tutti potevano considerarlo freddo, taciturno e
insensibile, ma la verità era che gli dispiaceva aver ferito i sentimenti di
quel ragazzo.
“Ti ho portato del thè, Kei. Ti farà bene.”- l
‘argenteo volse lo sguardo verso la persona che lo ospitava in quei giorni.
Mai si sarebbe sognato di chiedere ospitalità ad
un individuo come Oliver Bouliger, ma in fondo quel ragazzo era qualcosa che
poteva definire amico.
“Grazie Oliver, mi dispiace di darti disturbo.
Partirò appena possibile.”
“Nessun disturbo, mon ami! Puoi restare tutto
il tempo che vuoi! Ma se posso chiedertelo cosa ti ha spinto a venire qui a
Parigi?”
“Avevo bisogno di stare solo per un po’, ho
bisogno di quiete.”
“Perché allora non se tornato in Russia? È la
tua patria.”
“Non avrei avuto quiete lì, mi avrebbero fatto
domande a cui non avrei voluto rispondere. Come te in questo momento, quindi
per favore…”- Oliver lesse la muta richiesta dell ‘amico russo nei suoi occhi
ametista e sorrise: forse era il caso di lasciarlo stare.
“Pardon, mon ami. Io vado a dormire, bonne nuit
Kei.”
“Bonne nuit, Olivier.”- si salutarono e il
francese si diresse verso la sua camera, lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Osservò il suo riflesso nella tazza piena di
thè: era spento, triste, cupo.
Un animo complicato quello di Kei Hiwatari,
sapete?
Freddo come il ghiaccio.
Taciturno come pochi.
Una fiera fenice, indomabile.
Un fuoco celato dentro di se.
Decise che aveva bisogno di un po’ d’aria per
conciliare il sonno e, incurante della pioggia, prese la sua giacca e un
ombrello, uscendo.
Cominciò a camminare per quella città sempre
così luminosa… La Senna scorreva tranquilla, nel suo lento scrosciare. La
pioggia batteva con dolce violenza su quella superficie scura, creando un
rumore fastidioso alle sue orecchie.
Desiderava solo un po’ si di silenzio… Il non
riuscire a pensare.
Arrivò davanti alla cattedrale di Notre Dame.
Un posto meraviglioso e suggestivo, dove si poteva ricercare la pace.
Lui non poteva definirsi cattolico. Forse
credeva, ma non era praticante… Non andava a messa e di rado pregava, ma ciò
non vuol dire che non credesse.
Osservò quella chiesa maestosa e le statue che
la circondavano… Sperava di una loro risposta, che cosa doveva fare.
“Ti ho trovato, finalmente…”
Quella voce… Non era possibile.
Non poteva averlo trovato, come aveva fatto?!
Perché si trovava lì? Perché lo aveva seguito?!
Tutte queste domande tormentavano il giovane
russo, mentre si voltava e incontrava gli occhi smeraldini di Brooklin.
L ‘uomo che lo aveva amato.
Che lui stesso aveva lasciato.
Lo aveva ferito, abbandonato, ma solo per il
suo bene.
Lo stesso che lo aveva amato ora gli puntava
una pistola contro.
“Brooklin… Ma che stai facendo?!”
“Ti ho trovato Kei… Adesso non puoi più
sfuggirmi.”
“Come hai fatto a trovarmi? Perché sei venuto
qui?”- la voce di Kei non era accusatoria o cattiva, ma semplicemente piatta e
onesta, come una persona che cerca una spiegazione.
Lo sguardo di Brooklin era strano: una luce
misteriosa percorreva quelle iridi smeraldine che tante volte lo avevano
osservato con calore e desiderio.
Che cos’era quella luce?
Potete immaginarlo, signori? Secondo voi cosa
può essere?
“Tu lo sai perché sono qui. Lo sai e fai finta
di niente!!”
“Brooklin, per favore, metti via quella pistola
e parliamone.”
“NO!! Non faremo come dici tu! Per troppo tempo
ho sempre fatto come dicevi tu, adesso si fa alla mia maniera, chiaro?!”- urlò
furioso il ragazzo, mentre Kei indietreggiava: era una situazione rischiosa e
doveva gestirla bene.
“Va bene, facciamo come vuoi tu, cosa vuoi
fare?”
“Io… Io voglio che tu torni insieme a me.”
No, non poteva farlo, non Kei Hiwatari.
Non era l ‘orgoglio della Fenice.
O la paura del Fuoco.
Era semplice buon senso, non voleva illuderlo.
Lui non lo amava, forse non l ‘aveva mai amato.
Aveva provato affetto, gli aveva voluto bene a
modo suo, ma non era mai stato amore.
Lui amava Rei, il suo amato cinese, non poteva
tradirlo.
Così come non poteva prendere in giro Brooklin.
“Non posso Brooklin, mi dispiace.”
“Tu… Mi hai illuso! Mi hai fatto credere di
amarmi! Immagini come mi sento?! Tu… Tu non sai cosa vuol dire. Io vorrei solo
poter volare e portarti via con me… Ti amo, lo sai.”
“Io non ti amo. Non ti ho mai amato, mi
dispiace.”
“Non ci hai nemmeno provato! Mi hai accolto
nella vita solo per pietà! Se ti avessi ucciso quel maledetto giorno adesso non
soffrirei così! Ma possiamo facilmente porvi rimedio…”
Brooklin puntò la sua arma contro Kei.
Il dito sul grilletto, pronto a far esplodere
il colpo fatale verso l ‘amato.
Quest’ultimo fermo e impassibile, come se
sapesse di meritarlo.
Non trovate che sia triste?
Un giovane follemente innamorato.
Un altro confuso e in preda ai sensi di colpa.
Brooklin gli si avvicinò a passo lento, Kei
stava immobile come se lo stesse aspettando.
Pensava a Rei, il suo amato… Non sarebbe
riuscito a mantenere la promessa.
Non sarebbe tornato da lui.
Brooklin ormai gli era di fronte… La pioggia
cadeva senza sosta, colpendoli con dolce violenza, mentre continuavano ad
osservarsi.
“Vuoi uccidermi Brooklin? Solo la mia morte
potrà darti la pace?”
“Si. Tu mi hai ferito e usato, devi morire!”
“No invece, non ti ho usato. Forse ho avuto
pietà di te, ed è proprio con questa consapevolezza che ho deciso di
allontanarmi.”
“Sei un bugiardo! So tutto di quel cinese! Lo
hai preferito a me! Me, che ti ho dato tutto!”
“Tu mi hai quasi ucciso e non te ne ho mai
fatta una colpa, non si vive bene con il rancore.”- tentava di spiegare Kei al
ragazzo che lo minacciava con la pistola.
Brooklin lo fissò: ma che cosa stava dicendo?
Il suo non era rancore, era solo amore.
Disperato, folle, bruciante, devastante, ma
sempre amore.
Lui amava quel giovane, amava tutto di lui.
Il suo fuoco della passione.
Il suo carattere chiuso e solitario.
Il suo essere taciturno e freddo.
Tante volte aveva sognato di poter penetrare
più a fondo nell ‘animo di quel ragazzo che lo aveva stregato col suo coraggio,
la sua determinazione, il suo senso dell ‘onore e la sua passione bruciante.
Una fenice fiera e indomabile, che non si piegava
mai.
Lui al contrario era come un Leone.
Nessuno poteva fermarlo, qualunque cosa volesse
fare.
Non lo avevano fermato quando aveva deciso di
cercare Kei in Francia.
E non lo avrebbe fermato nemmeno quello sguardo
ametista carico di qualcosa che non aveva mai visto negli occhi di Kei:
comprensione.
Perché il nostro russo provava questo nei
confronti di quel ragazzo che agiva solo in preda alla follia e alla
disperazione.
Non voleva odiarlo, anche se avrebbe dovuto,
Non voleva condannarlo.
Voleva solo che trovasse la pace.
“Il mio non è rancore, è solo amore disperato.
Kei, perché lo hai preferito a me?”
“Non l ‘ho preferito, semplicemente l ‘ho
scelto. Brooklin, la vita va avanti, sempre e comunque. L ‘ho imparato a mie
spese, non possiamo vivere sempre nel passato.”
“Non mi importa! Non ti lascerò volare via da
me!”
Kei cominciava a spaventarsi: stava facendo
discorsi strani.
Non era raro che facesse discorsi sul volare o
cose simili, ma adesso gli sembravano al quanto fuori luogo.
Anche lui molto spesso si era ritrovato a voler
desiderare di volare via libero, ma Brooklin sembrava davvero convinto di
poterlo fare e la cosa lo spaventava.
Forse era anche per quello che se n’era andato…
“Tu sei mio… Sei il mio passero sperduto e non
puoi lasciarmi.”
Delicatamente le labbra di Brooklin si posarono
sulle sue, in un bacio carico d ’amore e appassionato.
Kei ricambiava, ma solo per assecondarlo e
magari riuscire a calmarlo.
Osservateli signori: uno lotta per il proprio
amore, l ‘altro per la propria vita.
Un legame così non può avere futuro.
Quando si staccarono Brooklin vide l
‘espressione impassibile di Kei e non la sopportò.
Perché lo fissava in quel modo?
Perché non riusciva a dargli l ‘amore di cui
aveva bisogno?
Perché preferiva quel maledetto cinese a lui?
Mise la pistola sul torace di Kei… All ‘altezza
del cuore.
“Ora volerai come ho sempre desiderato fare… E
ti raggiungerò. Voleremo insieme nel cielo azzurro.”
“Forse, se è così spero che troverai la pace
che cerchi con la mia morte.”
Uno sparo.
Due occhi spalancati per lo stupore.
Una macchia di sangue sul terreno bagnato.
Una vita che si spegne per un folle amore.
Kei si accasciò lentamente, senza vita, davanti
alla cattedrale di Notre Dame, chiudendo gli occhi per sempre.
Brooklin si chinò su di lui, carezzandogli i
capelli e il viso… Quel viso perfetto che stava perdendo calore.
Posò un’ultima volta le sue labbra su quelle
ormai gelide del giovane russo, alzandosi e volgendo uno sguardo verso il
cielo.
Anche lui sembrava piangere per quel momento…
“Ora stai volando, vero Kei? Sei come un
uccello che vola libero e tra poco voleremo insieme.”
La pistola puntata alla sua stessa tempia.
Il rintocco delle campane di Notre Dame.
Era come se anche Dio volesse dare un segnale
alla sua fine.
Un altro sparo.
Il suo corpo accasciato accanto a quello della
persona che amava.
Ora avrebbe volato per sempre, signori…
Ma non con lui.
Non sarebbe diventato un angelo, come sperava.
Ma solo un anima senza scopo che avrebbe vagato
nell ‘Ade per l ‘eternità.
Omicidio e Suicidio.
Troverà mai la pace?
Io non lo so, miei cari spettatori.
So solo che l ‘Amore da la vita, così come può
toglierla.
Due anime stroncate dalla Follia dell ‘Amore.
*The
End*
E così questa triste favola d’amore si
conclude, miei gentili lettori.
Spero tanto di
non sconvolto troppo i vostri cuori, ne sono rammaricato se è così.
Ma l ‘Amore purtroppo non ha sempre un lieto
fine.
A volte conduce alla follia, che porta a gesti
pazzi e sbagliati.
Brooklin ha agito in preda alla follia.
E Kei Hiwatari ne ha pagato le conseguenze.
Così come il suo stesso carnefice.
Con l ‘augurio che vi sia piaciuta e il
dispiacere che vi abbia intristito, faccio un lieve inchino e ringrazio tutti
le persone che mi hanno dato la loro nella favola precedente:
Aphrodite:
Il Cantastorie ti ringrazia per la tua sincerità, ed è felice che, personaggio
di Annie a parte, ti sia piaciuta la favola^^. Il personaggio di Mylie è molto
triste e racchiude in se l’emblema dell’amore che dura per sempre, anche se si
decide di continuare a vivere accanto ad un’altra persona. Sono felice che hai
colto la presenza silenziosa di Kei, era ciò che speravo, e le tue parole su
Yuri; anche lui era una persona dal cuore ferito ed entrambi trovano un’occasione
di riscatto nel loro incontro. Ti ringrazio di avermi fatto notare i soliti
errorini e spero di avere la tua su questo appena ti è possibile^^ Anche perché
questa favola è per te, mia cara^^ Tu sai cosa voglio dire ^-^
Un Bacio dal Cantastorie, love u <3
Saruwatari_Asuka:
Mia cara, è un piacere risentirti^^ E’ vero, è difficile, pressoché impossibile,
trovare persone come Annie, ma è proprio per questo che ho deciso di crearla^^
Mi rammarica che non ti sia piaciuta, ma mi fa piacere che anche tu hai colto
la piena essenza di Mylie e della presenza silenziosa di Kei. Anche a te è
piaciuto il personaggio di Yuri, ne sono davvero felice^^ Attendo la tua su
questa, un bacio dal Cantastorie^^ Ti voglio bene <3
Lirinuccia:
Ecco qui la mia carissima tesora^^ Nah, un Cantastorie del mio livello non si
offende per così poco v.v Anche tu hai percepito molto bene Kei e la cosa non
può che farmi piacere, davvero^^ E sono felice che ti sia piaciuta Mylie, una
giovane che ha sofferto ma che ha trovato una possibilità di rinascita accanto
a Yuri. Sono felice che a te Annie sia piaciuta per quanto riguarda Yuri… Era
necessario v.v Ecco qui la terza favola, spero sia di tuo gradimento^^ Un bacio
dal Cantastorie, ti voglio bene <3
Avly: Mia cara, la tua presenza
è sempre una gioia per me^^ Si, la raccolta parla di Amore e della sua forza, a
discapito dei finali che possono risultare scontati, questo è il mio
obbiettivo^^ Ma veniamo a noi, anche tu hai percepito perfettamente Kei e la
sua silenziosa essenza… Tutto questo mi rende assai felice, davvero^^ Mi
dispiace che ti abbia provocato tristezza la sua morte ma mi fa piacere che ti
sia piaciuta Mylie^^ Davvero ti hanno fatto pensare? La cosa mi rende felice, perché
vuol dire che ho raggiunto uno dei miei obbiettivi^^ Ecco qui la terza favola,
purtroppo un po’ triste, ma spero che ti piaccia^^ Un bacio dal Cantastorie, e
grazie per i tuoi complimenti sempre adorabili <3
Mi inchino di nuovo alle persone che leggeranno e
che mi faranno sapere la loro opinione. Bella o brutta, triste o meno.
Io sono il Cantastorie, ascolto ogni cosa.
Alla prossima favola, che vi prometto sarà più
lieta.
Il vostro
Cantastorie.