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Autore: ElizabethBennet    03/08/2010    1 recensioni
La battaglia al Ministero è raccontata dal punto di vista degli adulti.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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                                       Venti di guerra

“Credo che Potter ne stia per fare una delle sue.” Commentò acido Piton, appena Smaterializzatosi nella cucina di Grimmauld Place.

I membri dell’Ordine della Fenice lo guardarono attoniti. Si stavano preparando a volare al Ministero della Magia, per contrastare i Mangiamorte. Secondo la soffiata avuta dallo stesso Piton, il doppiogiochista assoldato da Silente, i seguaci di Voldemort avrebbero tentato di prelevare la Profezia per portarla al loro padrone.
“Che stai dicendo, Piton?” rispose altrettanto acidamente Sirius.
Harry era il suo figlioccio e non avrebbe mai e poi mai tollerato che Mocciosus si permettesse di criticarlo in sua presenza.
“Suppongo che Potter creda che tu sia al Ministero a farti massacrare dall’Oscuro Signore. Mi ha detto che Egli aveva preso Felpato, ” fece una pausa perché le parole si stampassero bene nella mente di Sirius.
Poi continuò, con malcelata malizia: “Credo che il Signore Oscuro abbia, diciamo, creato delle visioni nella mente del ragazzo e che questi, sicuramente non da solo, stia andando al Ministero per salvarti. Ora, se avesse avuto il buon senso di applicarsi in Occlumanzia, questo non sarebbe successo.”
“Se tu avessi continuato ad insegnargli, questo non sarebbe successo.” rispose l’altro, guardandolo in cagnesco e facendogli il verso.
L’odio fra i due era risaputo e, sebbene adesso fossero schierati entrambi sullo stesso fronte, continuavano a detestarsi.
L’aria era carica di tensione e Lupin, che per tutto il tempo aveva ascoltato in silenzio lo scambio di battute fra i due, decise di aver visto abbastanza. Doveva intervenire.
“Sentite, abbiamo una missione da compiere questa notte quindi diamoci da fare, prima che Harry e gli altri si mettano in pericolo.” disse con voce risoluta.
“Torno ad Hogwarts, la mia assenza potrebbe risultare sospetta. Buona fortuna Lupin.” sibilò al collega, spostando lo sguardo volutamente su Sirius, che lo sostenne.
Piton sparì, lasciando nella stanza gli altri membri.
“Dobbiamo avvisare Silente.” fece Arthur Weasley, guardando l’espressione addolorata della moglie.
Molly comprese subito la gravità della situazione: se Harry era al Ministero, probabilmente Ron ed Hermione erano con lui. Attanagliata dalla preoccupazione, guardò Sirius ed insieme esclamarono: “Vengo con voi!”
“Non dire stupidaggini Molly, se qualcuno andrà al Ministero, saranno i membri scelti per compiere la missione. Non lasciamo che i nostri sentimenti interferiscano.” le rispose Malocchio, lanciandole uno sguardo di disapprovazione.
Arthur, senza nemmeno attendere un commento alla sua proposta, si Smaterializzò da Silente, per avvertirlo.
“Malocchio, fatti da parte. Per me Harry è come un figlio, è il figlio di James e Lily e non permetterò che gli accada qualcosa. Non sono stato molto presente negli ultimi anni e intendo fare il mio dovere di padrino sino in fondo.” disse Sirius, sguainando minacciosamente la Bacchetta.
“Lascialo venire, Malocchio, ne ha tutti i diritti!” esclamò Tonks, prendendo, come sempre, le difese del cugino.
I due si scoccarono uno sguardo d’intesa e Lupin, si girò dall’altra parte, sentendo, suo malgrado, una punta d’invidia. Tonks ricordava gli ricordava in modo incredibile Andromeda, madre della ragazza e cugina prima di Sirius. Ad Hogwarts aveva avuto un debole, mai confessato, per lei, che era poco più grande di lui. A volte Sirius ancora lo prendeva in giro per questa cosa. Scacciò questi pensieri e si concentrò sulla missione.
“Va bene, basta che ci muoviamo, perché potrebbe essere già troppo tardi.” commentò gravemente e solo allora sembrò accorgersi della scomparsa di Arthur.
“Anch’io voglio venire!” sbottò una voce femminile alle sue spalle.
Si voltarono e videro una donna straordinariamente simile a Bellatrix Lestrenge, fatta eccezione per la bellezza, intatta e mai toccata dalle sofferenze di Azkaban. Andromeda Black Tonks si era appena Smaterializzata a Grimmauld Place.
“No, mamma! La missione è la mia, non la tua!” le rispose la figlia, guadandola con aria di sfida.
“Ninfadora, - a quelle parole Tonks trasalì- mia cara, Bellatrix è mia sorella. Sicuramente questa notte sarà in libera uscita per conto del suo Padrone ed io intendo darle un caloroso benvenuto. Sai, per festeggiare il suo ritorno in famiglia.” disse malignamente, assomigliando più a sua sorella che alla figlia.
“No, mamma!- ripeté esasperata, per la seconda volta- Questa missione è affar mio, quindi stanne fuori. Darà io i tuoi saluti alla zietta.” detto questo, si diresse verso la porta, pronta alla Smaterializzazione congiunta con gli altri.
Andromeda, rimasta senza parole, guardò offesa Lupin, che scosse la testa.
Tonks raggiunse Moody, Kingsley, Lupin e Black, sistemandosi fra gli ultimi due.
Accanto a sé aveva il suo migliore amico, che amava come un fratello e l’uomo che amava davvero, anche se non glielo aveva mai detto.
 Sospirò e sfiorò ad entrambi la mano. Riusciva a percepire l’eccitazione di Sirius, impaziente di entrare in battaglia e di dare il suo contributo alla lotta, e la preoccupazione di Remus, spaventato all’idea che fosse già tutto perduto. Entrambi le strinsero le mani e tutti e tre sorrisero, pronti per lo scontro imminente.
Se oggi le sarebbe toccato morire, almeno sarebbe morta contenta.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce stentorea e soddisfatta di Malocchio: “Pronti a sguainare le Bacchette, Auror, presto ci sarà da divertirsi!”
Chiusero tutti gli occhi e, in una frazione di secondo, il gruppo sparì dal salotto polveroso di Grimmauld Place.

Nel silenzio della casa, Andromeda e Molly si guardarono in silenzio, sedendosi in cucina.
L’essere madri, in questi tempi di guerra, significava, per entrambe, essere sempre in ansia, temendo per la scomparsa dei figli.
Tutte e due si sentivano tagliate fuori dai combattimenti della prima linea. Molly sapeva bene che lei doveva rimanere accanto ai figli nel caso fosse successo qualcosa ad Arthur.
Andromeda, invece, sapeva che avrebbe dovuto aspettare, lasciare la figlia cavarsela da sola e stare accanto al marito, con cui aveva deciso di dividere il fardello di preoccupazioni derivate da questi tempi infelici.
“Speriamo che vada tutto bene… ” mormorò tristemente Molly, sperando con tutto il cuore che Harry, Ron ed Hermione non fossero in pericolo.
“Sapranno cavarsela, Molly.” disse l’altra, cancellando ogni segno di sofferenza dalla sua voce.
Essere una Black aveva forgiato il suo carattere e, come aveva imparato Sirius, riusciva a celare i suoi sentimenti.
“Tonks è in gamba e anche Harry e Ron lo sono. Sono già stati sul campo molte volte, torneranno sani e salvi.”  Continuò Andromeda, mentre una lacrima, odiata e non voluta, colava dai suoi occhi.
Le due donne si abbracciarono soffocando, in un pianto rabbioso e impotente, la loro preoccupazione.
 
  
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