Destro, sinistro, destro,
sinistro, destro, sinistro.
Scarpe con i tacchi, non
farà una lunga passeggiata, signora.
E con lei chi c’è? Uh, uomo
d’affari, scarpe laccate, direi. Ci pavoneggiamo, oggi?
E qui, chi
abbiamo?
Destro; sinistro; destro;
sinistro; destro; sinistro.
Signori, ma che bello
sentirvi di nuovo passeggiare da queste parti!
Iniziavo a preoccuparmi,
pensavo non poteste più venire.
D’altronde, ad una certa
età, si capisce che non possiate venire sempre a camminare. Lo
capisco.
E dietro di
voi?
Destro, sinistro. Destro
sinistro destro; sinistro.
Oh, un nuovo camminatore,
che ancora deve definire il suo passo!
Spero di sentirti di nuovo
e di riconoscerti quando, fra qualche anno, verrai qui in bicicletta a
scorrazzare con gli amici.
Destrosinistrodestrosinistrodestrosinistro.
Ritmo da corridore, questo.
Sempre la solita, eh? Voglia di dimagrire tanta, poca quella di smettere di
mangiare troppo, dato il solito peso.
Destro, sinistro,
destro. Sinistro,
destro. Sinistro.
Un ammiratore del
paesaggio, eh? Qualcuno che, finalmente, ha tempo per prendersi una pausa e
passeggiare in tutta tranquillità, godendosi l’aria un po’ più fresca, qui, in
riva al fiume.
Destro sinistro destro
sinistro destro sinistro.
Ed ecco qualcuno che,
invece, ha troppa fretta di rinchiudersi in uno di quegli uffici metallici dove
i pavimenti non sono abbastanza allenati per riconoscere i
passi.
Non come me, marciapiede
lungo il fiume, calpestato da intere generazioni, che ha imparato a riconoscere
il passo di ogni persona del quartiere. Vecchio, ormai, quasi dimesso, ma
affezionato ai suoi habitué, che
forse sentiranno la sua mancanza o, perlomeno la differenza, quando
cammineranno, correranno, inciamperanno, si sbucceranno le ginocchia su un
nuovo, giovane marciapiede, inesperto e, inizialmente, infastidito dai mille
passi su di sé, duro, freddo, scontroso con tutti quanti, che magari si
divertirà a sentirli cadere.
Ma, d’altronde, è così:
sono pochi quelli che riconoscono il valore affettivo in un semplice
marciapiede.
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Mettiamola così: chiunque può prenderla come vuole, questa storia. Come una metafora, come una cosa scritta tanto per scrivere, come una stupidata che non valeva la pena di pubblicare. Ad ognuno il suo.
Io ci tenevo tanto a pubblicarla, specialmente in questi giorni, in questo 3 di agosto che un anno fa mi vedeva a passeggiare per Roma e a parlare, appunto, di passeggiate dal punto di vista di un marciapiede e di mille altre cose.
Spero che chi mi sentì parlare di questa storia ora la vorrà leggere, altrimenti, tant pis!
E probabilmente con questa vi saluto prima delle vacanze.
Oddio, quante responsabilità sulle spalle di questa storiella idiota!
Chi vuole, chi ne ha tempo, chi ha pensato qualcosa, qualunque cosa, leggendo questa storia, lasci una recensione.
A presto,
Miss Dark.