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Autore: Kokky    03/08/2010    5 recensioni
“sono vivo, vivo e merito il sole sul volto, la luce fra i capelli e il calore del sangue. Merito la colpa, il perdono, l’amore e l’odio. Sono vivo per vivere, non per dubitare”
Per la città c'è chi sparge bigliettini con dei consigli per essere felici. Potresti essere tu a ritrovarli... non buttarli, ma anzi leggili, scopri quello che uno sconosciuto ha da dirti. Sì, proprio a te.
{Ispirata dall'iniziativa di Heartless su Facebook: Scrivimi, ovunque tu sia}
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un autobus, il 2-5 per essere precisi, svoltò in Corso Italia. L’aria era calda e le persone strette tra loro cercavano inutilmente un po’ di ristoro.
Un giovane approfittò di un posto lasciato vuoto e si sedette. Aveva fretta, aveva sonno; ma nelle sue orecchie una musica martellante lo teneva sveglio. Si grattò una mano, seguendo il gesto con gli occhi, e allora notò un biglietto attaccato sul finestrino abbassato. Il vento afoso smuoveva il foglietto, lasciando intravedere alcune scritte nere.
Il ragazzo, incuriosito, lo staccò e lo aprì, scoprendo di aver davanti un foglio protocollo riempito da una scrittura minuta e femminile. Strinse le palpebre per focalizzarsi sui caratteri stretti e oblunghi e incominciò a leggere.

“Ciao! Probabilmente non ci conosciamo, anche se prendiamo lo stesso bus. Magari sei un utente occasionale, o forse un abitudinario.
Per favore, non buttarmi! Sicuramente avrai due minuti da dedicarmi, mentre la calca ti sfianca. O sei su un comodo autobus vuoto? Non sentirti troppo solo, ci sono io con te.
Veramente ho un po’ paura di aprirmi così, a uno sconosciuto, ma stanotte c’era un vento fresco che mi ha ispirato. Ho sentito di potermi alzare e di poter fare il giro del mondo intero. Hai mai voluto viaggiare? Io sì, vorrei poter essere vento, a volte, e così volare via, su per le montagne, a creare le onde, a scompigliare i capelli; aria sui monumenti, sui tempi passati, nei concerti sudaticci e fra le nuvole bianche.
Sento di potermi aprire, dopo stanotte. Sai cosa vuol dire riporre fiducia nel prossimo? Hai sempre un po’ di te da dare, fidati; c’è sempre un’intimità insperata, una felicità dietro l’angolo.
Non vorrei risultarti banale, sai, ma sto scrivendo di getto... per dirti qualcosa, proprio a te; per dirmi un po’. Ecco: apri il tuo cuore, farà male, potrà essere brutto, ma in fondo sei vivo, tu e tu solo, unico; sei vivo e perciò non vi è motivo di sprecare possibilità per diffidenze e remore. Vivi!
Me lo dico sempre. Forse non è abbastanza nei momenti duri, eppure è una luce salda, è una fiaccola che può rinfrancarti. Ripetilo, sussurralo alla notte: “sono vivo, vivo e merito il sole sul volto, la luce fra i capelli e il calore del sangue. Merito la colpa, il perdono, l’amore e l’odio. Sono vivo per vivere, non per dubitare”.
Per questo ti dico di fidarti. Magari c’è qualcuno che ti aspetta proprio alla fermata... eccola! È lì, la tua persona; ecco il suo sorriso sulle labbra turgide e gli occhi fulgidi che ti scrutano, cercandoti.
Sì, sono dannatamente ottimista, sai com’è, respiro e questo mi basta. Per un po’, per ora. Anche se ho paura (sì, pure scrivendo, ma ho trovato il coraggio di farlo); anche se c’è chi mi soffocherà i ricordi.
La notte porta ancora vento sconosciuto, mi parla di te, lettore. Ti sei stufato di questo biglietto? Però io ho altre cose da scriverti, perché tu sia felice.
Corri. Sì, sei in ritardo, ma prenditi il tuo tempo. Non smettere mai di capire dove ti trovi, come ci sei finito e perché: non smettere di scegliere da te e per te. La vita è tua. Così il tempo.
certo, un giorno ci sarà la morte, ma ciò che conta, alla fine, è quanto hai sorriso. Le persone che hai amato. La tua crescita.
Non perderti mai per qualcun altro. Non c’è bisogno di cambiarsi per essere speciali, non mascherarti di bugie, non mentirti: sii sincero con te stesso per poterti comprendere sempre.
E la felicità arriverà! O sarai tu a cercarla, che è meglio. Ovviamente puoi esprimere un desiderio se passa una stella cadente, ma sta certo che da quel cielo non cadrà altro: tutto va guadagnato. La speranza, i sogni, i sorrisi sono traguardi; la felicità è un porto quieto. Sei tu il cacciatore di attimi, di allegria; tu il proprietario del tempo, dell’aria, del tuo battito.
Perciò impegnati! Fallo! Affinché non esistano rimpianti insidiosi o notti di pianto. Sì, la felicità si costruisce anche con i mattoni della caparbietà, del lavoro sudato, dell’amicizia, del sentimento acceso.
Lo sai già, vero? Un ripasso non fa mai male.
Ora vai. Vai a vivere, ti ho già rubato troppi istanti, devi scendere, sei arrivato alla meta.
Non buttarmi, non dimenticarmi. Ricorda. Sono qui per rammentarti come raggiungere l’arcobaleno. Assapora i colori: sanno di gioia, di stelle, di te, di me, del mondo.
Nessuno può spegnerli, nessuno può ingrigirti, se non te stesso. Perciò tieni con te dei pennarelli, un po’ di sano ottimismo e un arcobaleno negli occhi.
Hai ragione, ti ho fatto perdere altro tempo.
Buona vita,
tua Azzurra”


Il ragazzo sorrise, un po’ incredulo, incerto nella sua diffidenza: una parte di lui gli diceva di gettare quelle cazzate... un’altra voleva urlare Grazie senza motivo. Ridacchiò piano e pensò che lei fosse riuscita a renderlo più felice, splendente, e questo doveva bastargli. Perché buttare tante parole, inchiostro e carta, quando tutto ciò sapeva rischiarare la giornata della gente?
Scese alla solita fermata. In mano, una penna blu.

Il 2-5 era in ritardo come sempre, ma la giovane non se ne preoccupò troppo.
Finalmente salì sulla vettura e istintivamente controllò se fosse la stessa: era lì che aveva lasciato un pezzo di sé?
Si diresse al sedile e vide un biglietto attaccato al finestrino... peccato, nessuno si era preso la briga di staccarlo. La gente osserva così poco in giro... poi notò che quel foglietto era diverso da come lo ricordava.
Lo staccò. Lo aprì con un tremolio delle dita e lesse.

“Ehi. Non mi conosci. Forse sei tu, forse sei un’altra, comunque ciao. Volevo augurarti una bella giornata.
Sei un arcobaleno dopo la pioggia, sei uno spettro di luce che fa sorridere la gente.
Grazie... anche se mi sento uno stupido nello scrivere tutto questo... ma, ecco, sei pur sempre una persona, una vita, un colore. Perciò devo dirtelo, se non gridarlo: dipingi con me questa città. I muri non saranno più grigi, ma di ogni sfumatura, se solo sarai capace di sorridere.
Lascia che il sole ti riscaldi la testa. È vivo anche lui.
È luce. Come te.”


La ragazza si portò una mano alla bocca, commossa di aver ricevuto una risposta. Poi s’accorse di un giovane che la stava fissando: egli distolse lo sguardo, imbarazzato, e lei iniziò ad osservarlo attentamente.
Che fosse lui?
Quello tornò a guardarla, troppo incuriosito.
Che importava?
Lei sorrise lo stesso.














Questa fic è stata ispirata da una bellissima iniziativa di Heartless che ha avuto un'idea stupenda: scrivere di getto un biglietto e lasciarlo nella città, in un luogo non troppo difficile da scovare (es. sul finestrino di una macchina, attaccato a un palo della luce, ecc)... si chiama "S c r i v i m i, ovunque tu sia" e credo sia una cosa favolosa ♥. Si possono lasciare andare le proprie parole, così, e la gioia di scrivere.
Cooomunque. Il banner ha come base una texture di: yunyunsarang e la trovate qui, insieme ad altre bellissime large textures di notebook.
Ho finito con i credits... spero che la fic sia piaciuta almeno un po', che non sia troppo piena di stereotipi e banalità, e che ispiri molta altra gente a lasciar fluire via le parole! Scrivete, mie cari, in ogni luogo. Basta non inquinare :D
   
 
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