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Autore: _Mary    03/08/2010    10 recensioni
Sirius, nella cucina di Grimmauld Place, abbassò lo sguardo sulla tazza bianca appoggiata sul tavolo di legno.
Cioccolata fondente.
Terza classificata al 'Chocolate contest' indetto da Veive e Mizar19 sul forum di EFP.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Puzzle'
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DISCLAIMER: ovviamente i personaggi sono di JK Rowling ed ovviamente la fanfiction non è a scopo di lucro. Ma prima o poi mi approprierò di questi stupendi personaggi, oh sì, quando vincerò ad una favolosa lotteria ed avrò abbastanza soldi per comprare tutto. Certo.

 

 

Chocolat

 

 

 

Che cos’altro è l’amore, se non una pazzia molto discreta, un’amarezza che soffoca, e un’amarezza che fa bene?

(Anonimo)

 

Ottobre era dorato, quell’anno: le foglie degli alberi del giardino dei Potter si erano colorate di giallo, arancione, rosso. Il vento di novembre non le aveva ancora spazzate via in vista di un inverno sempre più vicino e temibile. I loro mosaici creavano disegni d’ombra sulla terra bruna, mentre la luce le attraversava dolcemente.

Era quella luce dorata che Sirius apprezzava, in quella casa. Una luce che nella sua non c’era stata né durante la sua infanzia, né mai.

La tazza di cioccolata – cioccolata fondente, amara, come piaceva a lui – era diventata fredda tra le sue mani, mentre la rigirava pigramente. Lily stava leggendo, le sopracciglia leggermente aggrottate, i capelli rossi che le ricadevano davanti al viso. Quei pomeriggi di inerzia non erano più tanto rari, da quando James veniva spedito a caccia di Mangiamorte dal Ministero o dall’Ordine, e da quando Sirius si era accorto che stare con Lily era più bello che rimanere da soli senza niente da fare. Aveva scoperto che la solitudine era il peggiore dei mali, in un periodo come quello: non è mai bello quando, oltre ad essere fuori dalla finestra, le nuvole temporalesche dei pensieri cupi entrano persino nella tua testa, nei momenti passati tra la poltrona ed il bar, in un silenzio che preme sui timpani e ti entra nel cuore, e sembra quasi poter essere respirato, tanto è tangibile.

A volte era così che passavano quelle giornate neanche tanto rare: Lily leggeva e Sirius non parlava, in un silenzio che li metteva leggermente più  a loro agio di quanto avrebbe fatto quello della solitudine.

Sirius poggiò cautamente la tazza ancora mezza piena sul tavolino basso davanti a sé, e per un istante il rumore della ceramica sul legno echeggiò nella stanza. Lily, con un fruscio di carta, voltò la pagina del libro senza alzare lo sguardo.

Non c’era il fuoco nel camino; l’estate non se ne era ancora andata del tutto, trascinando via con sé il suo calore. Eppure, Sirius sentiva freddo: era quello dei Dissennatori e della paura che, ormai, attanagliava il mondo magico. Era contro quella paura che avrebbe voluto proteggere tutti quelli che gli erano cari. I suoi amici, Lily.

Sembrava indifesa. Sirius sapeva che non lo era, ma c’era qualcosa, negli ultimi giorni, che lo portava ad aver paura, a svegliarsi con incubi che non riguardavano lui, ma qualcun altro. Lo coglievano di notte, soffocandolo tra le loro spire quando era troppo debole per opporsi, e lo circondavano. Erano simili all’afa estiva che ti avvolge nelle notti d’estate in cui il cielo stellato nulla lascia presagire del temporale che si sta preparando. Era quello che doveva succedere a tutti, in periodi come quello. Sirius avrebbe voluto sentire che Lily era viva, così come lo erano James, Peter e Remus. Avrebbe voluto sentire la sua voce e vedere il suo sguardo animarsi, contro quella paura irrazionale che li avrebbe portati tutti ad impazzire.

Sempre che non fossero già pazzi, e che tutto quel terrore non fosse solo lo sfondo di un pessimo teatrino di burattini. Un teatrino in cui le loro mosse erano già state decise, ed i fili manovrati.

Sirius si schiarì la voce. Lily alzò lo sguardo, interrogativa.

“Pensavo” cominciò lui, la voce roca a causa di tutto quel silenzio.

Lily inarcò un sopracciglio.

“Pensavi?” chiese, fingendosi sorpresa.

Sirius ghignò. “Battuta vecchia, Lily” ribatté sarcastico.

Lily alzò le spalle, abbassando di nuovo lo sguardo sul libro.

“E sentiamo, cos’è che stavi pensando?” chiese, ricominciando a leggere.

Sirius sorvolò sul fatto che non ritenesse i suoi pensieri degni di troppa attenzione, se tornava a leggere prima ancora di averlo ascoltato.

“Potremmo parlare di qualcosa, invece di stare qui ad ignorarci a vicenda” rispose alzando le spalle.

Lily mugugnò voltando una pagina.

“Ti lascio scegliere l’argomento” gli rispose, secca.

Sirius sospirò, spostando lo sguardo da Lily alla tazza di cioccolata sul tavolino.

“Dubito che potrei parlare di… vediamo, Quidditch, con te” disse, storcendo la bocca. Lily non si degnò neanche di alzare lo sguardo dal libro.

“Allora, per venirti incontro, dato che io mi sto annoiando e penso anche tu, nonostante ti stia fingendo indifferente”, proseguì Sirius, ignorando l’occhiataccia che lei gli aveva rivolto, “possiamo parlare di quello che stai leggendo. Cos’è?”

Lily sospirò, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio con uno scatto nervoso. Sirius sapeva che leggere era il suo modo di scacciare quelle paure: stringendo a sé qualcosa di solido, come le parole di un libro, Lily si stringeva ad un’ancora, per non pensare a James lì fuori, in un posto in cui la luce non era dorata ed il vento non carezzava le foglie degli alberi.

“Sirius, devi proprio…”

“Shakespeare, perfetto. Era uno scrittore babbano, no?” la interruppe lui, dopo aver sbirciato la copertina.

Lily gli rivolse un’occhiata seccata, serrando le labbra, prima di tornare alla lettura. Sirius ghignò.

“Perfetto, grazie alle mie reminescenze di Babbanologia ho trovato l’argomento. Ah, e grazie a Shakespeare, ovviamente” concluse, accomodandosi meglio in poltrona.

“L’amore”.

Lily si bloccò. Poi alzò lentamente la testa, gli occhi sgranati. Sirius fece un mezzo sorriso.

“M-mi stai prendendo in giro?” balbettò Lily, incredula. “Vuoi davvero parlare d’amore?” continuò.

“È un argomento come un altro, no?” ribatté Sirius scrollando la testa, rivolgendo lo sguardo fuori dalla finestra alle spalle di Lily. “C’è chi parla del tempo, chi di Quidditch, chi di guerra, chi di amore” proseguì imperterrito.

Lily sgranò gli occhi. “Ah sì? Insomma, un argomento da niente”.

Sirius sbuffò.

“Va bene, l’ho presa dalla prospettiva sbagliata” concesse. “Mettiamo che, per caso”, disse, calcando bene sulle ultime due parole, “nel bel mezzo di un’interessantissima conversazione molto impegnata”, proseguì, notando il sospiro beffardo di Lily, “ti venga chiesto cos’è l’amore. Il tuo pensiero dell’amore, almeno. Hai sposato James, penso che tu sappia cosa sia, no?”

Sirius notò con soddisfazione che Lily aveva chiuso il libro – scoccandogli un’ultima occhiata scettica –, e che in quel momento sembrava riflettere.

“Sai, Sirius, sono ancora indecisa: è una presa in giro di dimensioni epiche o Remus è finalmente riuscito ad inculcarti in quella testa un minimo di riflessione?”

Sirius sbuffò.

“Senti, è un argomento importante” proseguì Sirius, mostrandosi serio.

“Secondo Silente, quello che distingue noi da loro è l’amore. Ora”, cominciò a spiegare, “perfetto. Ci distinguiamo così. Ma se tu dovessi dare una definizione dell’amore – anzi, semplifichiamo ancora le cose: l’amore tra innamorati. Non quello tra familiari o che so io. Solo quello in una coppia”.

Lily lo guardava ancora ad occhi sgranati, mentre lentamente si apriva in un sorriso stupefatto.

“E va bene, comincio io, così se vuoi sarai libera di prendermi in giro: secondo me l’amore è desiderio” disse Sirius, preparandosi psicologicamente al verso sarcastico di Lily.

Verso che non arrivò.

Quando Sirius la guardò, Lily sembrava assorta.

“Desiderio… sì, è certamente desiderio” disse, pensierosa, torturandosi una ciocca di capelli. “Ma come definizione è un po’ riduttiva, non trovi? Se fossimo davvero in questo circolo molto impegnato”, continuò, lanciando un’occhiata ironica a Sirius, “ti si chiederebbe di continuare. E tu cosa risponderesti?”

Sirius rifletté, poi ghignò.

“Lascerei la parola alla mia esimia collega Evans in Potter, espertissima riguardo all’argomento” disse, soddisfatto.

Lily alzò gli occhi al cielo.

“E l’esimia collega risponderebbe che è molto difficile” rispose, mordendosi un labbro. “Sull’amore hanno riflettuto tutti gli scrittori ed i pensatori del mondo, e sicuramente la sua definizione non sarebbe niente di particolarmente brillante”.

“Signora Potter!” esclamò Sirius, fingendosi scandalizzato. “Vuol forse dire che tutte quelle ‘E’ che prendeva a Hogwarts erano del tutto immeritate? Coraggio, applichi quella testolina rossa al problema e trovi una soluzione!”

Lily sorrise, lo sguardo concentrato da qualche parte vicino al camino. La luce dorata si era affievolita un po’, e le ombre cominciavano a lambire gli angoli della stanza. La notte, con le sue stelle, avrebbe riportato James e, con lui, il sorriso di Lily. Sirius sapeva che era quello l’unico motivo per cui Lily era così nervosa: temeva che qualcosa di più cupo e opprimente della notte potesse portarglielo via, prima che il sole calasse.

“Per quel che riguarda la mia esperienza personale… direi che è pazzia” rispose, decisa.

Sirius inarcò un sopracciglio, riemergendo dai propri pensieri.

“Pazzia?” ripeté, scettico.

Lily annuì, spostando lo sguardo su di lui.

“Oh sì. Ma una pazzia molto discreta” puntualizzò. “Prima stai bene, poi, all’improvviso, ti accorgi che c’è qualcosa che non va, senza che sia cambiato niente. Eppure noti di più i sorrisi, il vento ti sembra più caldo, tendi ad arrossire quando una determinata persona ti fa i complimenti o semplicemente ti si rivolge, e cominci a sognare. E tutto questo senza una motivazione apparente” disse, accomodandosi meglio sulla poltrona.

“È pazzia, non credi? Però tenti anche di nasconderla, almeno all’inizio, perché appunto sai che è pazzia. Così non la riveli” mormorò. Sirius la osservò incuriosito.

Lily si scosse, lanciandogli un’occhiata.

“E secondo te essermi innamorata di quel testone di James non è pazzia?” chiese con un mezzo sorriso.

Sirius rise. “Assolutamente sì, signora” confermò.

Scese di nuovo il silenzio, rotto soltanto dalle voci di bambini in strada.

“Beh… a questo punto, in questo ipotetico circolo, io la inviterei a continuare, signora Potter” disse Sirius all’improvviso.

Lily lo guardò interrogativa.

“Sì, beh… ha dimostrato di avere una buona conoscenza dell’argomento. La prego, continui” la esortò Sirius.

Lily sorrise.

“Vediamo… potrei dire che…” esitò, guardandosi attorno. “Che non è sempre felicità. Anzi, nella maggior parte dei casi non lo è. Spesso è amarezza”.

Si interruppe. Sirius aggrottò la fronte, perplesso.

“E come può piacere una cosa amara?” chiese.

Lily alzò gli occhi al cielo.

L’amore spiegato ad un bambino troppo cresciuto, il nuovo libro di Lily Potter” disse. “Sirius, la vogliamo finire con questa pagliacciata?”

“Spiegami come l’amore può essere amaro ma comunque… ecco, piacevole” insisté Sirius.

Lily sospirò.

“Sia chiaro che lo faccio solo perché spero di tornare al mio libro” puntualizzò. Sirius ghignò, e vide che il suo sguardo era caduto sulla tazza di cioccolata.

“Per spiegarlo in parole molto, molto povere… ti piace la cioccolata? Quella fondente?” chiese Lily, sporgendosi verso il tavolino e prendendola tra le mani.

“Direi di… sì” esitò Sirius.

Lei annuì. “Eppure, non è dolce, anzi, è piuttosto amara”.

Sirius non rispose.

“Beh, vedi… l’amore è amarezza. A volte sembra soffocarti, ma…” Lily si morse un labbro, cercando le parole giuste. “Ma è un’amarezza diversa da quella che ti possono dare altre cose. È qualcosa che agisce come la cioccolata fondente: normalmente, potrebbe sembrarti strano che a qualcuno piaccia una cosa amara. Ma quando l’hai assaggiata, sai cosa si prova e… ecco, sai che non è facile. Che, nonostante tutto, quell’amarezza è parte di qualcosa di più grande, di essenziale, di qualcosa di buono. Quella sensazione che avresti potuto ritenere sgradevole, in realtà fa bene. Riesci a capirmi?”

Sirius annuì.

“Quindi, l’amore è cioccolata fondente” riassunse Sirius.

Lily scoppiò a ridere.

“Va bene, l’amore è cioccolata fondente” acconsentì, riprendendo in mano il suo libro.

“D’accordo, signorina Evans. Direi che si è meritata anche questa ‘E’”.

 

 

 

 

Pazzia.

Sirius vedeva i suoi occhi. Sapeva che non era lì con lui, eppure la vedeva. Lo accusava, nella sua cella di Azkaban.

Tentava di raggiungerla. Non ci riusciva. Non ci sarebbe mai riuscito, perché stava diventando pazzo.

Non poteva permetterselo.

 

Amarezza che soffoca.

L’aveva uccisa. Era stata solo colpa sua se lei e James erano morti, e in bocca gli rimaneva solo il sapore amaro del tradimento, della sconfitta, anche quando era ormai lontano da Azkaban, quando stava cercando il loro figlio. Harry.

 

Amarezza che fa bene.

Sirius, nella cucina di Grimmauld Place, abbassò lo sguardo sulla tazza bianca appoggiata sul tavolo di legno.

Cioccolata fondente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa fanfiction si è classificata terza al ‘Chocolate contest’ indetto da Veive (Maeve_) e Mizar19 sul forum di EFP (qui).

La cosa mi ha sorpresa O.O In positivo, ovvio, perché mi sembrava una vera cavolata XD Comunque, il bando richiedeva che si scegliesse un cioccolato, al quale erano collegate una citazione ed un personaggio. Il mio cioccolato era quello fondente (*-*), il personaggio Sirius, e la citazione… beh, suppongo che sia chiara u.u

Ringrazio le giudicIE per tutto *-* E mi complimento di nuovo con tutte le partecipanti *___*

Un abbraccio,

Ilaria

 

 

 

 

Terza classificata
Chocolat, di _Mary

Giudizio di Maeve_:
- Grammatica, lessico e sintassi: 10/10
- Stile: 9/10
- Originalità nello sviluppo della trama: 13/15
- Uso dei prompt -> originalità/inserimento corretto del cioccolato: 2/3
Originalità/inserimento corretto citazione: 2.5/3
+ 1 punto bonus per l'inserimento del personaggio (Sirius Black)
- Giudizio personale: 4/5
Totale: 41,5/49

Come mi aspettavo non ho niente da dirti sulla grammatica, che è praticamente perfetta. La sintassi è ottima, il lessico anche. Chapeau.
Trovo che il tuo sia uno stile che davvero accontenta tutti, da quelli più esigenti a quelli che vogliono soltanto leggere del loro personaggio preferito. Quando si inizia a leggere una tua storia è impossibile non farsi prendere e non sentirsi immediatamente “catapultati” al suo interno. Per me questo è uno dei pregi più grandi, e forse anche degli obiettivi più ambiziosi per un autore che, come te, ha già buone capacità. Nove punti totalmente meritati!
Geniale senza dubbio l’idea di far discutere Lily e Sirius di amore. Ho apprezzato molto non solo il dialogo tra i due protagonisti ma anche la situazione di silenziosa intimità in cui si trovano. Ho letteralmente adorato la conclusione! Che ci posso fare, gli happy ending non sono fatti per me. Ti ho abbassato il punteggio per una mia semplice perplessità: anche Lily e Sirius fanno parte dell’Ordine, quindi non capisco perché solo James sia “in missione”. Per di più nel testo fai capire che non era così raro per Lily e Sirius stare insieme ad aspettare il ritorno di James, e sinceramente mi stupisce un po’ non per il fatto che Sirius e James o Lily e James non combattano insieme, quanto per il fatto che solo lui sia impegnato. Ovviamente sono disponibile per qualsiasi tuo “chiarimento”.
Il cioccolato è ben inserito e il paragone utilizzato da Lily per spiegare l’amore è molto bello, anche se non spicca per originalità.
Spero di non aver frainteso, ma mi sembra che la citazione sia il punto di partenza per la storia, una cosa che ho molto apprezzato. Mi è piaciuto sia il modo in cui l’hai spezzata e analizzata, sia il finale. Ho già detto tutto quello che di buono e antipatico potevo dirti, e spero di averti fatto capire che ho apprezzato davvero molto la tua storia. Brava!

Giudizio di Mizar19:
Grammatica, lessico e sintassi: 9/10
Stile: 9/10
Originalità nello sviluppo della trama: 14/15
Uso dei prompt -> 6/6
+ 1 punto bonus per l’inserimento del personaggio
Giudizio personale: 5/5
Totale: 44

La tua oneshot mi ha molto colpita: anzitutto, per l’originalità. Inizialmente, mentre la leggevo ho pensato “il solito discorso sull’amore, che banalità”. Poi sono andata avanti, fino alla fine, e ho cambiato totalmente idea. La citazione è stata inserita in modo molto originale, quindi ti meriti un punteggio alto. Per quanto riguarda lo stile, non ho davvero nulla da obiettare: efficace, piacevole. Qualche problema qua e là con le virgole, ma nulla di traumatico. Forse il ragionamento finale da parte di Sirius poteva essere più approfondito. Ti meriti pieno voto nel giudizio personale perché, ripeto, la tua storia mi è piaciuta davvero molto (ho un debole per Lily).

Totale:42,75/49

   
 
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