CAPITOLO 10: LA MORTE
BUSSA DUE VOLTE
-Signori, ho preso le registrazioni delle telecamere. Nella notte le esaminerò. E domani io e Genot torneremo per farvi altre domande. Arrivederci.-
Erano le 22.00. Le ricerche nel giardino della casa non avevano fruttato nulla.
-Volete qualcosa da mangiare?- domandò Beatrice
-No, grazie, io vado a dormire.- rispose Leonardo, a cui fecero coro Maria Carla e Benedetta.
-Perfetto , allora a domani-.
Tutti si ritirarono nelle proprie stanze.
***
Una voce soffocata.
-A … Aiu …. Aiuto … - La ragazza si portò le mani al collo. Non riusciva a respirare. Poi distense gli arti. Cercava un appiglio, un qualcosa a cui potersi aggrappare. Ma non lo trovò. I battiti del suo cuore iniziavano a diminuire. Il respiro era confuso. E poi più nulla. Il busto non si contraeva più. La ragazza era passata all’altro mondo.
***
-Come può dirmi che è morta e non trova una spiegazione? -
Genot urlava verso il medico, mentre Blissard studiava il cadavere. Erano le 5 e 30 di mattina.
-Posso dirle per certo che la Bossi è morta intorno alle 2 di questa notte. Soffocata.-
La ragazza era a pancia in su, le mani al collo. Il lenzuolo copriva il corpo fino al ventre.
-E mi dice che non trova una spiegazione?-
-No. Come ha notato lei non ci sono segni di scasso. E la camera non è stata messa sottosopra.-
-Stesso assassino di Geffri, Blissard?- chiese Genot
-Lo stile è diverso, ma può essere.-
-Movente, in questo caso?-
-Non so. L’unica che può avercelo e la Cartoli. Ammazza il fidanzato perché la tradisce e l’amica che se lo scopa.-
-Impossibile - si inserì il medico legale -nel primo omicidio ci sono ferite troppo profonde.-
-Ma anche ferite in superficie che escluderebbero un maschio. O sbaglio?-
-Non sbaglia. Dice bene, detective.-
Blissard si avvicinò al cadavere. Nessun segno di corda o di auto soffocamento.
-Non riesco a capire come … -
-Siamo in due - aggiunse il medico legale
-In tre con me - disse Genot.
-Chi ha ritrovato il cadavere?- domandò Blissard
-La Corsi. Ha affermato che la Bossi diceva di sapere il nome dell’assassino. Aveva dato appuntamento a tutti qui alle sei. Aveva anche scritto un telegramma da mandare alla polizia. Sparito, ovviamente.-
-Perché diamine non l’ha detto ieri? Andiamo ad interrogare la Corsi.
***
-Si, Maria Carla mi aveva detto che sapeva il nome
dell’assassino. Voleva me e i miei compagni in camera sua
alle sei di questa mattina. Sapeva che alle sei e mezza sareste
arrivati voi, ma aveva comunque preparato una busta. Sarebbe
andata alle due in macchina alla polizia a consegnarla--Quindi il delitto deve essere avvenuto prima delle due. Come da referto medico. Annota Genot. Mi dica, ha avvisato lei gli altri di trovarsi alle sei in camera della vittima?-
-No detective. Lei stessa è passata nelle stanze. Da me è venuta intorno a mezzanotte e un quarto.-
-Quindi avrà fatto lo stesso con gli altri. Annota Genot. Mi dica, signorina, perché si è recata dalla compagna alle cinque e dieci, con cinquanta minuti di anticipo?-
-Non riuscivo a dormire. E ho deciso di raggiungerla. La porta era chiusa, ma non a chiave, ed è strano visto che non si fidava mai a tenerla aperta. Ho spinto e l’ho vista nel letto. Pensavo che dormisse, ma poi…- la ragazza si mise a piangere.
-Portatela in salotto. Voglio interrogare gli altri - ordinò Genot ad alcuni poliziotti.